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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/18/22 in tutte le aree
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Ciao a tutti, questo acquisto lo ho soprannominato "La Fenice" in quanto nato dalle ceneri di un mio progetto morto prima di nascere. Si tratta di un libro, vecchiotto ma non troppo (del 1896), un catalogo - nel primo tomo - del denaro usato in Europa. Fin qui nulla di troppo particolare, se non fosse per un paio di cosucce, che vedremo insieme. L'editore di questa raccolta, Adolf Henze, fu un editore che, basandosi sulle conoscenze della sua passione, la numismatica, pubblicò prima un rivista, l'"llustrirte Anzeiger über gefälschtes Papiergeld und unächte Münzen." una Rivista illustrata sulla contraffazione di cartamoneta e monete non autentiche, e con questa regalò dei supplementi, che poi vennero in seguito anche riuniti - dopo la sua morte - in questo volume: Già la prima pagina è uno spettacolo: e poi, partendo prima dalla Germania e poi in ordine alfabetico, venivano mostrate monete e banconote dello stato in questione. Questa è la 50 marchi del mio progetto sfumato, in quanto questo biglietto ha "prezzi da conoscitore" A pagina 35 arriva l'Italia, con le monete d'oro e d'argento le altre e la lista delle banconote del regno (1), di Napoli (2), della banca nazionale (3) e quella del credito per industria e commercio (4) di Firenze, Roma (5) e Palermo (6), più i Biglietti consorziali, etc. Qui due "biglietti di stato" chi adesso pensa che io abbia sbagliato a postare l'immagine si penta! Il nostro amico editore, ha pubblicato immagini speculari di TUTTE le banconote autentiche: non voleva aiutare eventuali mascalzoni nei loro intenti meschini. Si, ma... la 50 marchi non era rovesciata! Ebbene, quella era l'immagine di un falso conclamato, si poteva mostrare giusta. Per le monete, era un altro discorso, lì si potevano pubblicare correttamente, e pure in rilievo: Qui altri esempi, da una cartolina sulla monetazione britannica che era nel "pacchetto": Non so, ma - visto che pensavo di prendere OGNUNA delle banconote e delle monete illustrate, il destino ha voluto infilare tra le pagine del libro una vecchia pubblicità dei casinò bavaresi questo è sicuramente un segno che la Dea Bendata mi sarà clemente! Servus, Njk8 punti
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Tutti noi nel frugare le ciotole nei nostri amati mercatini ci siamo spesso imbattuti in monetine con l'effige della Regina Elisabetta II provenienti dai più disparati angoli del globo. Canada, Australia, Nuova Zelanda e poi mete via via più esotiche come ad esempio le Bahamas, il Belize, la Southern Rhodesia.. Pochi regnanti, nella storia dell'uomo, hanno visto circolare la propria immagine in così numerosi paesi del mondo e per un periodo di tempo tanto lungo. Pertanto, attraverso questa discussione mi piacerebbe vedere una carrellata di queste monete; mi sembra un bel modo per ricordare la sovrana appena scomparsa e per fare un giro virtuale intorno al globo. Uniche regole: le monete postate devono far parte della vostra collezione e devono presentare l'effige della Regina Elisabetta II..poi se volete aggiungere una breve descrizione ancora meglio...?3 punti
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Come dire: che mi interessa del prezzo attuale del Gas, ho conservato le bollette del 2017 e mi leggo quelle!3 punti
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Ho voluto fare un esperimento, mettendo a confronto per 4 monete, scelte pressochè a caso, 3 cataloghi (Gigante 2022, Gigante 2023, Nomisma 2023) e osservando sinotticamente i prezzi per le varie conservazioni e con una moneta di conservazione comparabile presentata recentemente in asta. Dunque ecco file e commenti. 1) Stato Pontificio: discreta corrispondenza Gigante vs. Nomisma vs. asta (comprensiva dei d.a.). Il prezzo Gigante 2022 per FDC commerciale (MS63) è stato però semplicemente riutilizzato per valorizzare l'MS65 del 2023, il che non è comunque corretto. Manca la quotazione SUP online. 2) 12 Carlini Repubblica Napoletana: differenza abissale. Inoltre non esiste alcun MS63 o superiore certificato e l'unico MS62 ha fatto uno sproposito prima da Bolaffi, moneta poi chiusa MS62 ed esitata da Gadoury. Pur nella perplessità della vendita, la differenza è macroscopica e indica che non è possibile fare riferimento ad un unico tipo di conservazione (espresso in MS) perchè non tutte le monete la presentano. Aspettiamo qualche anno e vedremo: pian piano il MS62 di Gadoury crescerà a gradi superiori ... come per incanto. Manca la conservazione SUP online. 3) Per quanto riguarda le 20 Lire 1870-Roma, anche qui non è apparsa nel mercato alcuna moneta MS65 (una MS63 ha fatto € 3000 + diritti). Ho indicato un FDC particolare e recente, con aggiudicazione prossima alla stima dei cataloghi, pur non sapendo il grading effettivo. Notare ancora il calo registrato in conservazione BB su entrambi i cataloghi 2023 rispetto al 2022. 4) Diverso il caso della Vetta d'Italia. Qui esistono numerosi esemplari graduati addirittura MS66, non contemplati da Gigante (FDC = MS65) ma da Nomisma implicitamente sì. Le monete MS66 sono state aggiudicate intorno a 20-24.000 € (comprensive dei diritti) , quindi ben lontano da quanto indicato in Gigante 2023, che stima solo il MS65 e ad un prezzo comunque ben al di sotto dell'aggiudicato (viene indicato per una recente asta). In definitiva: i cataloghi valgono spannometricamente (così come i miei pareri sopraespressi, basati su un'analisi parziale) ed ogni asta e conservazione fanno storia a sé che non può essere semplicisticamente racchiusa in un grading, MS63 o MS65 che sia. Personalmente avrei continuato a basarmi sul FDC usuale, indicando che le conservazioni superiori, eccezionali, faranno sempre e comunque un PAR (prezzo a richiesta) variabile a seconda delle circostanze.3 punti
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Buongiorno a tutti,segnalo il 66° Bophilex di Bologna che si terrà il 7 e 8 ottobre 2022... https://amp-bolognatoday-it.cdn.ampproject.org/v/s/amp.bolognatoday.it/eventi/66-bophilex-convegno-filatelico-numismatico-e-hobbistica-in-genere-9261511.html?amp_js_v=a6&_gsa=1&usqp=mq331AQKKAFQArABIIACAw%3D%3D#aoh=16635046567849&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&_tf=Da %1%24s&share=https%3A%2F%2Fwww.bolognatoday.it%2Feventi%2F66-bophilex-convegno-filatelico-numismatico-e-hobbistica-in-genere-9261511.html2 punti
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Se ruoti il rovescio del gettone in esame di 90° in senso orario direi che stavolta la coincidenza è perfetta. apollonia2 punti
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Alla prossima asta Ranieri di ottobre. Base d’asta: 8.000 euro Lotto 765. VENEZIA. Giovanni Gradenigo Doge LVI, 1355-1356 Grosso. Ag gr. 2,15 Dr. IO GRADOICO - S M VENETI. Simile a precedenti. Paolucci 2. Della più grande rarità. In slab NGC AU58, Patina iridescente. q. FDC Il più raro grosso della serie veneziana e tra i più rari grossi medievali in generale. https://www.ngccoin.com/certlookup/5790219-003/58/2 punti
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Se fosse mio lo classificherei Magliocca n° 60/5, e cioè con monogramma dopo CAROLVS e varianti in legenda...2 punti
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Buona domenica. Spero che voi avete gradito questa serie di monete della mia collezione appartenenti alla sovrana più longeva della storia.2 punti
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.....e soprattutto a qualcos' altro....... Comunque l'importante e' il risultato finale, che finalmente sia presente una visione reale del mercato per i collezionisti, recuperando alcuni anni di prezzi messi senza alcuna corrispondenza con la realta' del mercato!!!!! Poi, per come ci si sia arrivati...... Come gia' detto in altra discussione, sono convinto non sia stato molto impegnativo e faticoso farlo.....ma questo e' un parere del tutto personale, sicuramente frutto di tantissime (TROPPE!!!!!!) coincidenze.......(....e probabilmente una ben specifica ispirazione) .......complimenti per l' impegno messo, per qualche anno, in linea di massima, ora andra' bene......2 punti
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Ne aggiungo una "esotica" Mauritius - 200 Rupie 1971 - R/ Scena galante nella foresta. (mm. 27 gr. 15,56 R 2500 es.)2 punti
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Anni fa si decise a livello internazionale di abolire quei brutti adesivi bianchi ovali con la sigla del tuo paese che dovevi attaccare dietro alla macchina quando andavi all'estero al volante della stessa: si stabilì che la sigla identificativa avrebbe dovuto essere riportata direttamente sulla targa, in uno spazio a sinistra e con la bandiera del paese in questione al disopra della sigla. La bandiera del paese. Potevamo noi europei accettare una cosa simile? CERTO CHE NO. A quel trattato mondiale fu infatti aggiunta una clausola in cui si diceva che "le comunità" erano autorizzate a mettere sopra le sigle dei propri membri non le diverse bandiere ma il simbolo della comunità stessa. E così eccoci tutti con le nostre eleganti targhe con l'Eurobanda blu con le dodici stelline della gloriosa Blue Starry (non a caso detta anche Yellow Stars) che ci accompagnano e proteggono ovunque andiamo. Ebbene, talmente le targhe dell'UE sono eleganti che piacciono anche all'estero (cioè fuori dall'UE) e già da parecchi anni è nata negli USA ma anche in altre nazioni la strana moda di istallarle sulle auto, con tanto di siti che le forniscono originali o ne fanno copie artigianali (esempio: https://www.europlates.com/ ). Ci sono addirittura dei tutorial su come fare a montarle sull'anteriore della propria vettura, visto che in molti stati federati non è obbligatorio avere la targa anche davanti (es. https://www.youtube.com/watch?v=TfMB6UByY4U ). Ovviamente sono preferite quelle degli stati della marca dell'auto, quindi sono molto diffuse le tedesche. C'è anche chi vedendosi costretto a targare anche davanti non vuole comunque rinunciare alla sua bella targa europea, in tal caso la furbata è questa:1 punto
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Buon pomeriggio Volevo presentarvi un100 Lire 1958 ancora in discreto stato di conservazione, direi qSPL. I rilievi sono ancora molto buoni, dal vivo presenta in alcuni punti un discreto lustro di conio che si intravvede anche nelle foto e non ha colpi sul bordo. Il difetto più grosso sono quei graffi al D/. Deve essere stata a lungo a contatto con alte monete o oggetti che l'anno graffiata. Comunque sia nella collezione delle circolate penso faccia la sua figura. Voi amici del Forum cosa ne pensate? Saluti1 punto
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Fantastico..anche se ha meno valore, sono felice di aver capito che moneta ho trovato ☺️. Siete stati gentilissimi1 punto
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Siamo a Piazza San Ferdinando agli inizi del 1900, cartolina viaggiata ed animata: Oggi chiaramente trasformata anche nel nome, piazza Trento e Trieste: Ciò che colpisce e si vuole evidenziare, osservando la cartolina, la presenza della tramvia a trazione equina: L’idea di far correre su binari stradali delle vetture trainati da cavalli, era venuta a George Francis Train, un americano che presentò questo tipo di veicolo a Londra nel 1861. Le rotaie, a differenza di una strada sconnessa, offrivano un attrito decisamente minore, pertanto i cavalli, a parità di sforzo, potevano trainare comodamente una vettura con 50 passeggeri. In realtà il termine “tramway” non era nuovo. Già alla fine del ‘700 un inglese di nome Benjamin Outram realizzava la “Peak Forest Tramway”, una sorta di ferrovia industriale lunga 12 km. La parola “tramway” (o tram) non deriva, però, dal cognome Outram, ma ha un’origine diversa. Il vocabolo “traam” significa, in basso sassone, trave, con riferimento alle rotaie. Lo stesso Outram, nei suoi scritti, adopera il termine come indicazione ferroviaria, però con una sola a: “tram”. Nella seconda metà dell’800 e gli Omnibus, anche se in numero considerevole, non riescono a soddisfare la crescente domanda di mobilità. Così, anche in Italia, come in tante altre città europee, gli imprenditori cominciano a mostrare interessi per realizzare tramvie con trazione a cavalli. Nella nostra nazione la prima tramvia a trazione equina fu inaugurata a Torino nel 1872. La linea, lunga 3.300 metri, collegava Piazza Castello con la Barriera di Nizza. Il 25 giugno del 1876 a Napoli veniva inaugurata la prima tramvia a cavalli. Per quanto riguarda la tipologia delle vetture ci sono quelle scoperte (giardiniere), nelle quali possono essere ospitate otto persone in piedi e ventotto sedute; le coperte si dividono in due compartimenti, per la prima e per la seconda classe. Le carrozze stanno su molle di cautsciù, che impediscono che gli urti e le scosse delle ruote si comunichino rigidamente al carro. La vettura aperta è composta di una piattaforma divisa in tavole longitudinali incrociate fra di loro, di legname forte, tenute assieme con traverse avvitate disotto. Ai fianchi di questa piattaforma vi sono due placche di ferro dette longarine che servono da telai alla suddetta piattaforma, e queste longarine si trovano applicate con viti a tutte le altre parti del carro. La presenza di campanelli a timpano alle due estremità; lampade a colore; persiane per l’estate e vetri per l’inverno. Fermata a richiesta dei passeggeri; ma in generale ciascuno sale e scende mentre la vettura è in cammino mentre il gentil sesso ha il privilegio di farla rallentare nella corsa. Il personale di servizio, per ogni vettura, era composto da un cocchiere ed un conduttore ai quali era fatto divieto di stare seduti e parlare con i passeggeri. Durante il servizio, dovevano porre “molta attenzione e diligenza per evitare disordini e sviamenti”. Allo scoppio della Grande Guerra, l’esigenza di muli e cavalli per scopi militari portò ad una progressiva scomparsa degli omnibus e dei tram a trazione animale. Ma la dismissione fu altresì accelerata dalla incombente elettrificazione delle linee. P.S.: “Omnibus” è una parola latina che significa “per tutti”: l’omnibus era infatti una vettura pubblica, sulla quale potevano salire tutti. Dall’incontro di “autovettura” e “omnibus” deriva il moderno “autobus”, abbreviato in “bus”.1 punto
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Ciao @feo, è sempre difficile esprimere una opinione tramite foto. E vengo al mio parere che è quello che tu hai chiesto. Peso e diametro sono consoni, e l'aspetto generale è quello di una moneta che ha circolato abbastanza. La superficie presenta una sorta di porosita' perché sottoposta a pulizia? Per me dovrebbe essere autentica. Moneta da visionare comunque dal vivo? ANTONIO1 punto
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Potrebbe essere un quattino anonimo del XVI secolo della zecca di Bologna. Peso e misure?1 punto
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Mi hanno incuriosito e, visto che non avevo trovato niente di buono negli altri banchetti, mi sono fatto tentare da queste patacche ?1 punto
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Stranissima riparazione. Chissà come e perché è stato fatto. Difficile trovare il motivo. Anche perché la moneta è bella, ha solo questo difetto.1 punto
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In bocca al lupo Njk! E se hai successo al casinò... ... ...ricordate dell'amiciiiiii!!!!!1 punto
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Ciao a tutti, partecipo volentieri a questa carrellata... incomincio con queste, quelle da ciotola arriveranno più avanti... Isole Bermude - One Crown 19641 punto
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Si si falsi moderni. Andrebbero bene nella discussione "Parliamo con leggerezza....delle nostre patacche! ?" A 1€ sei andato pure bene,di solito non meno di 3, max 2 se scontano.1 punto
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le altre 2 volte ad aprile e maggio sono stati celeri, speriamo anche questa volta.. nel frattempo io aspetto purgatiorio e vi dirò le tempistiche.. così capiamo anche come sono messi..1 punto
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Sono contento di vedere subito tanta partecipazione da parte vostra e ringrazio tutti gli amici del Forum che hanno già postato le foto delle loro monete. Io devo ancora scegliere un paio di esemplari da postare, oggi mi ci dedico...voi nel frattempo continuate così...?1 punto
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In gentile regalo anche questa terza monetina un 5 para 1910 dell'Impero Ottomano, tra l'altro il millesimo a tiratura più bassa:1 punto
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2 penny 2007 Gran Bretagna. (scusate per le foto girate ma mi devo prendere del tempo per tirarle fuori dagli album per fare nuove foto)1 punto
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Contribuisco con un mio due dollari in bronzo placcato in ottone delle Isole Pitcairn, territorio britannico d'oltremare.1 punto
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Ecco un'altra canadese più recente, 2 dollari colorari del 2020.1 punto
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Nonostante avessi seguito questa discussione ho voluto provare l'esperienza... Preso in un'asta inglese ad inizio agosto una moneta arrivata in questi giorni... Facciamo due conti... Moneta presa molto bene, 320 sterline Aggiungiamoci 64 sterline di diritti al 20% Spedizione 40 sterline (carucci!!) Totale circa 500 euro totali... ad ora sarebbero una quindicina di euro in meno.... la sterlina è scesa... Fino qui ci sta tutto, poi mi arriva l'avviso via posta di tutto quello da inviare dichiarando cosa contenesse la raccomandata. Risposta, moneta da collezione, allego e invio via mail. In questi giorni arrivata la moneta, pagato al postino 61,50 euro, 46,50 di dazio al 10% più 15 euro di spese postali.... potevano mandarla subito e le spese non le avevano! Totale moneta 565 euro circa, ci sta, ma troppi casini e troppo tempo... Non compro più extra UE se non moneta da 1000 venduta a 30...1 punto
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Ciao! Condivido l'impressione. Difficile pensare che sia uscita dalla zecca così ... nemmeno se avessero dovuto in qualche modo "aggiustarla" a seguito di un difetto o incidente. Io credo che il "lavoretto" (fatto male, ma non credo fosse possibile fare meglio) sia stato in epoca successiva, magari dopo aver tolto una spilla!? Mah! Saluti luciano1 punto
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Bagattino di Reggio Emilia per Ercole I d'Este. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ERIRE/3 Mario1 punto
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Non va dimenticato poi, tra le veneziane, il "Grossetto per navigar", moneta esplicitamente creata per essere spesa in oriente; di seguito un mio scritto apparso sul "Gazzettino di Quelli del Cordusio" del sett. 2017. “GROSSETTO PER NAVIGAR” moneta veneziana creata per speculare in Oriente “Madonna col Bambino, Angeli, i Santi Marco e Agostino e il doge Agostino Barbarigo” 1488 di Giovanni Bellini Chiesa di San Pietro Martire, Murano. Sotto il dogato di Agostino Barbarigo (1486-1501), la Serenissima Repubblica di Venezia vede delinearsi all'orizzonte non poche minacce; il periodo di pace di cui ha goduto dopo la morte del Doge Francesco Foscari va infatti tramontando. Dopo le tante guerre combattute sotto il dogato del Foscari, la Repubblica ha beneficiato di un trentennio di sostanziale calma; si è goduta i frutti di quelle battaglie e la sua riconosciuta arte diplomatica gli ha permesso di consolidare la sua potenza commerciale; ha accresciuto il “dominio da Tera” ed il “dominio da Mar” è stato preservato dalle incursioni dei turchi. Nonostante la perdita di Costantinopoli e del suo importantissimo mercato, perché conquistata dai turchi nel 1453, il commercio è florido e le navi, protette dal vessillo marciano, solcano le rotte ormai consolidate, per rifornire di merci il mercato veneziano ed europeo. L'Adriatico, tenacemente considerato il proprio golfo, è efficacemente controllato e caparbiamente “sposato” ogni anno nel giorno della sensa. Dopo poco tempo dalla sua elezione, come ai tempi del Doge Foscari, anche Agostino Barbarigo deve misurarsi in conflitti, sia diplomatici, sia militari, che tornano a pesare in maniera esorbitante sulle casse dello Stato. Mentre il primo si trovava a gestire una espansione del dominio veneziano verso la terraferma, confrontandosi con gli Stati italiani di confine, il Barbarigo deve reggere il timone della Repubblica in una situazione che, per la prima volta, coinvolge diversi Stati europei, di ben diversa caratura. Sorvolando sui tanti conflitti che interessano Venezia sotto il suo dogato, informazioni facilmente reperibili in rete, ci preme evidenziare uno degli aspetti numismatici che hanno caratterizzato questo lungo periodo di dogato. E' un periodo, questo ultimo quarto del XV secolo, che vede una coniazione abbondantissima di monete d'argento; soprattutto “mocenighi” (Lira o 20 soldi) e “marcelli” (½ Lira o 10 soldi) e ciò è dovuto alla cospicua quantità di metallo che i mercanti tedeschi portano a Venezia. Le monete coniate sotto il dogato del Barbarigo si distinguono perché ben eseguite e l'iconografia è ben curata grazie al fatto che, nella zecca, operano veri artisti del bulino del calibro di Vettore Camelio e Alessandro Leopardi. Non c'è asta numismatica che comprenda la monetazione veneziana, che non includa qualche esemplare delle suddette monete; ciò indica inequivocabilmente che la loro produzione è stata cospicua. Mocenigo (Lira o 20 soldi) – Asta Picena nr. 1, 404 - gr. 6,46 Marcello ( ½ Lira o 10 soldi) – Asta Ranieri nr. 3, 351 – gr. 3,22 Ai tempi del Doge Agostino Barbarigo, vigeva ancora la legge del 16 febbraio 1474, con la quale si era imposto che dell'argento importato fosse obbligatorio riservarne un quarto per trasformarlo in moneta, mentre i rimanenti tre quarti dovessero essere trasformati in “pezze per navigare”, cioè in verghe bollate con il sigillo di San Marco, che ne certificasse la bontà e finezza e che servissero per il commercio in Oriente, dove erano particolarmente apprezzate. Poteva altresì avvenire che ai banchieri più importanti, quelli ai quali la Signoria si rivolgeva per essere sovvenzionata, quelli chiamati “benemeriti” perché sempre pronti a prestare soldi per le pubbliche necessità e per le spese di guerra, concedesse una maggior disponibilità di moneta, così che potessero, a loro volta, rifornire di questa i mercanti più qualificati che commerciavano con l'Oriente e che li usavano al posto delle verghe d'argento. Questo però comporta, a lungo andare, una distrazione di “mocenighi” e “marcelli” dal precipuo loro uso nel dominio; esportandoli certamente non sarebbero tornati a Venezia, ma sarebbero stati fusi per ricavarne moneta locale. Il Consiglio dei X, constatata questa emorragia di buone monete d'argento e la conseguente penuria di circolante, con una terminazione del 23 agosto 1497, concede ai cittadini ed ai mercanti di portare argento in zecca per farne moneta e reitera la concessione anche successivamente, il 16 marzo 1498, invitandoli ancora a portare argento; questa volta, però, specifica la quantità necessaria: 6.000 marche (ca. Kg. 1.430) e l'uso che se ne vuole fare: coniare “grossetti”, in ragione di 165 pezzi per marca, cioè di gr. 1,44 l'uno. Ma di quale “grossetto” si sta parlando? L'ultima moneta coniata alla quale è stato attribuito il medesimo nome è quella coniata circa trent'anni prima, sotto il dogato di Cristoforo Moro, peraltro in quantità estremamente esigua e non solo, anche il suo peso era più basso di ca. gr. 0,04, pur avendo mantenuto il medesimo titolo di 949/1000. Qual'è il motivo di questa coniazione estemporanea? La deliberazione, in proposito, è estremamente succinta; viene scritto unicamente che il tipo deve essere deciso dal Doge, dalla Signoria e dai Capi del Consiglio dei X e che l'uso di questa moneta è: “sit pro navigando tantum”. Inspiegabile anche per il Papadopoli, che però trova una parziale giustificazione nei diarii di Marin Sanudo; quest'ultimo infatti scrive: “ancora preseno a dì ….... nel dito consejo di X con la zonta, di far in zecha marche d'arzento 6000 in grossi di valuta di soldi 4 ½ l'uno per Levante, zoè a condur con le galie, maxime in Alexandria, dove vanno a l'anno grandissima quantità di arzenti. Et questo feno acciò li marcelli et mocenigi non andasseno fuora di la terra, et questi de lì corerano per soldi 5 l'uno chome fa li maidini. Et cussì fo facti li dici grossi, acciò con le galie potesseno andar, et come sara facti, quello sarà suso scrito noterò” (M. Sanudo, tomo I, col. 903) Grazie al Sanudo la nebbia che avvolge questa moneta viene in parte sollevata; sappiamo così che questo grosso non è coniato perché circoli nel dominio, non deve avere alcuna correlazione di peso e valore con i “Mocenighi” od i “Marcelli”, ed in generale con nessun'altra moneta veneziana, ma deve essere usato solo per il commercio in Oriente, soprattutto verso Alessandria, in sostituzione delle verghe o pezze d'argento, dei “Mocenighi” e dei “Marcelli”, così che questi non vengano più esportati. Ci viene detto anche che, una volta arrivato in Levante, deve correre al valore di 5 soldi al pari dei “Maidini” e non al valore di 4 ½ soldi citato nella deliberazione che ne ha determinato la creazione; ci troviamo quindi inequivocabilmente di fronte ad una operazione meramente speculativa, che comporta un guadagno di ½ soldo per ogni grosso. Conosciamo meglio questa moneta, la cui emissione è stata decisa dal Consiglio dei X, i cui Capi, congiuntamente al Doge ed alla Serenissima ne hanno anche deciso l'iconografia. Grossetto per navigar – forum Lamoneta.it, Andrea Paolucci 23/02/2009 D/ • AVG • BARBA in esergo DICO; San Marco in piedi porge il vessillo con banderuola a destra al Doge genuflesso, lungo l'asta DVX, dietro il Santo • S • M • VENETI; punto tra la testa del Santo e l'asta. R/ • TIBI • SOLI • • GLORIA •; il Redentore nimbato e benedicente è assiso in trono; ai piedi le sigle del Massaro. Ø = mm. 21 ca. gr.= 1,44 ca. Massari = FF (Francesco Foscarini – dal 15/05/1497) - IP (Iacapo Pizzamano dal 30/05/1497) Esistono anche esemplari che non riportano il punto tra la testa del Santo e l'asta; così come esemplari che non riportano le iniziali dei Massari, che sono sostituite da tre punti. Non può passare inosservata la similitudine della sua iconografia, pur in formato ridotto, con quella del “Marcello” di cui alle precedenti immagini; rispetto a quest'ultimo sono state spostate le iniziali del Massaro, dal campo del diritto, alla base del trono nel rovescio; così come sono state eliminate le iniziali IC XC presenti nel campo del rovescio. Trovo necessario fare anche qualche accenno riguardo ai “Maidini” citati nel testo del Sanudo. Il termine “Maidino” è prettamente “venezianizzato”, così come spessissimo succede, ancora oggi, ai termini usati a Venezia e deriva dal nome “Maydin”, che in occidente è stato attribuito al mezzo Dirham in uso in Egitto nel XV Secolo. La carenza d'argento in Egitto provocò la sospensione della coniazione del Dirham nel periodo che va dal 1397 al 1412; solo successivamente si riprese la sua coniazione, ma la nuova moneta era più piccola e leggera della precedente, pur conservando un buon titolo d'argento. Oltre a questa venne coniato il mezzo ed il quarto di Dirham. Riguardo al suo valore, dobbiamo prestare fede a ciò che scrive il Sanudo, cioè 5 soldi veneziani. L'immagine che ho trovato in internet non è particolarmente chiara, ma non è stato semplice trovarne uno in uso nel periodo più prossimo a quello in parola; giacché l'uso di questa moneta è stato longevo, altri tipi si possono trovare, ma la loro datazione è superiore al 1600 ed è palese che sono differenti, più piccoli per peso e dimensioni. Evidentemente questa moneta ha subito, nel tempo, delle riduzioni, forse a causa di processi svalutativi. Maydin a nome di Suleyman I - 1520-1566 Non è dato sapere perché il “Grossetto per navigar”, sia stato il frutto di un'unica ed estemporanea emissione avvenuta sotto il dogato di Agostino Barbarigo; non risulta alcuna ulteriore emissione, nemmeno sotto i dogati successivi. Questo lascia spazio solo a congetture; potrebbe non essere stato accettato in Oriente nei termini sperati da Venezia, potrebbe aver influito la rinnovata guerra con i turchi nel 1499 che, con la sconfitta navale alla Sapienza e allo Zonchio, strappano a Venezia le fortezze di Modone, Corone e del Peloponneso, interrompendo altresì le rotte commerciali. Sta di fatto che questa moneta è molto rara e ricercata dagli appassionati di monetazione veneziana e raramente la si trova in commercio. BIBLIOGRAFIA Da Mosto A., I Dogli di Venezia, Martello Giunti Editore – Firenze 1977 Papadopoli Aldobrandini N., Le Monete di Venezia, Vol. II, Tipografia Libreria Emiliana – Venezia - 1907 Balard M., Marchés et circulation monétaire en Méditerranée orientale (IX – XV Siècles), Pagès Editors, 199, Lleida - 2014 saluti luciano1 punto
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Dico pure la mia sapendo che è un punto di vista fin troppo romantico. Per me le monete sono, in primis, oggetti archeologici che hanno non solo una storia scientifica ma una storia "umana", di vita. Qualcuno ha preparato un tondello, qualcun'altro l'ha scaldato, poi battuto (parlo delle antiche). Ma non solo. Le monete sono passate di mano in mano di gente comune, di soldati, di commercianti, di schiavi e prostitute. Anche quelle che quasi non hanno circolato sono state riposte da qualcuno in un contenitore poi nascosto per qualche motivo. Basterebbe solo questo per farci correre la fantasia a quali eventi abbiano indotto ad una tale azione. Per me, ex archeologo, che ne ha scavate tante (tutti scavi scientifici, ovviamente), un obbrobrio illeggibile ed incrostato trovato in una ciotolina posta a misero corredo di una fanciulla morta 2200 anni fa in età estremamente giovane con il bimbo che portava in grembo da un'emozione di molto superiore ad un aureo in vetrina. (si, sono conscio dei miei problemi) E poi... come è possibile leggere la moneta correttamente, studiarla, vederne tutti i particolari se non in mano con il lentino? E pesarla? e catalogarla (visto le catalogazioni che fanno certe case d'asta)? Penso che le monete siano da rispettare. Tutte. Ma questo non significa seppellirle in bare di plastica per farne dei meri investimenti impersonali e quasi intangibili. Tanto vale riempire un wallet di bitcoin.1 punto
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Link a un video sulla introduzione delle 20 dracme in AG per la circolazione corrente: https://www.ert.gr/ert-arxeio/tithete-se-kykloforia-argyro-ikosadrachmo-10-ianouariou-1961/1 punto
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Chissà se l'avrebbe tolta se le offerte fossero arrivate a mille euro invece che a 1 ? Detto questo, faccio anch'io i complimenti a @12elatrommI per aver tolto l'annuncio di vendita su Ebay. E grazie anche per la fiducia che hai riposto verso gli utenti che sono intervenuti in questo topic.1 punto
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