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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/16/22 in tutte le aree
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Buongiorno, apro questa discussione come critica aperta, una sorta di "J'accuse", nei confronti di quella che ritengo una vera e propria piaga che sta progressivamente danneggiando il mondo del collezionismo numismatico. Una moda nata oltreoceano che, ultimamente, sta dilagando in maniera sempre più aggressiva anche qui in Europa. Sto parlando, ovviamente, della mania nel sigillare ermeticamente monete, medaglie e banconote in quelle odiose scatolette di plastica. Dall'antica Grecia ai giorni nostri, la frenesia "slabbatoria", ormai, non conosce più alcun limite. So che questo tema è già stato toccato in diverse occasioni qui sul forum ma gradirei che venisse finalmente affrontato in maniera sistematica. Siccome non è mia intenzione apparire come il classico bigotto reazionario non aperto alle novità, argomenterò le mie critiche mostrando alcune delle maggiori criticità insite in questo sistema malato. Ovviamente, mi concentrerò sulle due principali compagnie di slab-coin (ovvero NGC e PCGS), trascurando realtà emergenti come CCG e GENI. 1. La plastica nasconde meglio i graffi In un momento storico in cui si guarda veramente al capello e in cui un singolo segnetto può spostare il valore di un determinato esemplare anche di diverse migliaia di euro, la plastica impedisce di valutare correttamente tutti i singoli dettagli. Spesso, infatti, non si riesce a capire se gli hairlines che si intravedono sono effettivamente sulla moneta o sulla plastica dello slab. In questi casi, almeno per quel che mi riguarda, non riesco proprio a concedere il beneficio del dubbio. 2. Bordo e contorno non possono essere esaminati Forse si tratta del lato negativo peggiore. Purtroppo, in molti casi la visione del contorno è tutt'altro che secondaria nel valutare un determinato esemplare. Ad esempio, ultimamente mi è capitato di vedere sempre più medaglie napoleoniche sigillate. Ebbene, questo è un problema serio perché impedisce di distinguere gli esemplari coevi dalle riconiazioni postume, nelle quali veniva impressa una sigla e/o un simbolo proprio sul taglio. Ovviamente, il valore economico e il relativo interesse collezionistico si riduce molto nel caso in cui tale punzonatura fosse presente... Altri casi in cui la visione del bordo può rivelarsi determinante per stabilire la genuinità o meno del pezzo sono certamente le monetazioni dell'antica Grecia, Roma repubblicana e imperiale per la presenza o meno di codoli di fusione. Inoltre, nascondendo il bordo, è impossibile valutare la presenza di colpetti più o meno invasivi che, naturalmente, incidono sul valore dell'esemplare. 3. Il peso non è dato da sapere Anche questo dato, essenziale in molti casi, è evidentemente un lusso per gli americani. A volte viene riportato il peso ma, spesso, si tratta semplicemente di un copia-incolla del valore di riferimento presente nel catalogo. 4. Foto di pessima qualità Non so voi, ma a me è capitato diverse volte di essere interessato ad una moneta chiusa in slab (anche perché ormai spopolano). Ovviamente le case d'asta fanno quel che possono nel fotografare siffatte "plasticosità" e, giustamente, riportano quasi sempre il codice per permettere di verificare sul rispettivo sito di coin-grading che tutto sia in regola (dato che girano anche slab contraffatti...). Andando sul sito Internet e cercando la moneta, in certi casi manca proprio la foto ed è riportata solamente la descrizione dell'esemplare. In altri casi, la foto c'è ma è scattata in maniera tale da esaltare la patina sgargiante e non permettere di valutare realmente lo stato di conservazione del pezzo. E così, può capitare che, tra casa d'aste e compagnia di slab, non vi sia una singola foto all'altezza... 5. Il mistero dei punteggi Forse il problema minore per chi valuta le monete per quel che sono, senza basarsi su ciò che dice lo slab. Tuttavia, è evidente che gran parte del successo di queste scatolette derivi dalla fiducia incondizionata che nutrono tante persone (investitori, collezionisti impreparati, ecc.) in giro per il mondo. Così un punto in più o in meno può spostare migliaia di euro anche se, magari, non cambia nulla in concreto. Addirittura, in alcuni casi, mi è capitato di vedere monete con punteggi più bassi messe meglio, almeno dal colpo d'occhio (dato che una valutazione a 360° è impossibile), rispetto ad esemplari con valutazioni migliori. Non entro troppo nel dettaglio di ciò che sta dietro all'attribuzione di tali punteggi, ma ci sarebbe molto da dire tra servizi di re-grading (in cui si spedisce una moneta chiusa con punteggio X e ti ritorna con punteggio uguale o, addirittura, maggiore ma mai inferiore!) e chiara inflazione dei punteggi (tanto che per le napoleoniche, anni fa, il MS65 era il massimo raggiungibile mentre adesso vedo MS66 e MS67 come se piovessero...). Ebbene, queste sono le prime 5 criticità che mi sono venute in mente e che, quasi certamente, non sono le uniche. Mi piacerebbe molto leggere la vostra opinione in merito e, magari, sentire se c'è qualcuno che ama queste scatolette, anche per avere un confronto.11 punti
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Come molti sanno combatto da anni la pratica di inscatolare le monete. Capisco la strategia commerciale, ma non condivido quella numismatica. @lorluke ha già toccato molte delle criticità dello slab. Il peso nella monetazione medievale è fondamentale, anche per motivi di studio. Sempre nelle medievali sono importanti i punzoni e attraverso la plastica è impossibile individuarli bene. Infine, ma è pure un argomento importante, a volte vengono sigillate monete false. Questo è dovuto al fatto che è impossibile conoscere tutte le monete e le loro criticità. E, a tal proposito, le società che slabbano garantiscono lo stato di conservazione, ma non l'autenticità. Così si rischia di avere un falso, ma MS65... #Liberiamo le monete Arka Diligite iustitiam7 punti
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Dopo il diluvio, i morti, la disperazione e la paura per gli scomparsi, la devastazione .... Un abbraccio di cuore ai Marchigiani.4 punti
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4 punti
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Un po’ come i partiti politici, che nascono con le migliori intenzioni, ma presto si corrompono per l’interesse personale di chi li guida, così anche le società di slab! L’idea era buona (certificare una moneta superando il conflitto di interessi che impone “di non chiedere all’oste se è buono il suo vino”) degradata in itinere. In particolare: 1) inizialmente erano previsti 3 valutatori indipendenti con punteggio mediato, ora ve ne è uno solo (anche a causa di superlavoro). Non è un’impressione, è un dato di fatto. 2) i grandi conferenti (= grandi case d’asta) sono trattati con estremo riguardo (= grading superiore) se no migrano altrove; qualcuno addirittura propone il punteggio che vorrebbe 3) la chiara regola che chi certifica non vende e chi vende non certifica è sfumata tra prestanome e connivenza, in una brodaglia di interessi personali 4) esiste molta malafede: anche recentemente ho visto un particolare dubbio del bordo nascosto sotto i sostegni di plastica della moneta 5) condivido appieno tutte le “perplessità”sollevate al #1 da @lorluke.4 punti
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Ciao @lorluke, più che fartela leggere la mia opinione, te la faccio vedere. Questa monetina purtroppo l'ho ricevuta così ! Io le voglio maneggiare, rigirare e addirittura annusare!3 punti
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Riprendo questa discussione con il grano del 1778.3 punti
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Ciao! Posto la discussione alla quale, credo, @Arka faceva riferimento. al quale sono seguite altre discussioni più recenti saluti luciano2 punti
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Buona Sera, premetto e confermo la mia avversione nei confronti di questi accrocchi. Probabilmente si sta affrontando l’argomento da un punto di vista di parte, il fine di questo scempio nulla ha da spartire con numismatica e collezionismo “sano” (non intendo con questa affermazione dare giudizi di bontà o cattiveria), ci si avvia sulla strada di scollegare l’oggetto fisico moneta da quello che lo rappresenta. Conta solo un “documento/scatola” che stabilisce cosa esso stesso rappresenta, una cosa autoreferenziale. Mi ricorda alcuni strumenti cervellotici delle borse. Fino a quando nessune rompe la scatola (o il sistema non collassa) il contenuto è quello descritto in etichetta. Andrà tutto bene fino a quando le cose non degenereranno in modo eccessivo. Con tutte le limitazioni imposte ai collezionisti nel nostro paese, possiamo ancora scegliere almeno in questo campo. Cordialità2 punti
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Se solo si facessero delle riflessioni: 1) fiducia incondizionata? Consigliamo ai neofiti di esser i periti di se stessi e poi.... 2) la moneta che "vedo" in slab, sicuro la " vedo" tutta? Il taglio non fa piú parte di una conservazione? 3) ma ci piace piú la moneta o una confezione bellina,quasi regalo? 4) dove sta il gusto di possederla,se neanche coi guanti la si può pure toccar? Bastano questi 4 punti. Si intende come la penso. Saluti2 punti
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Buongiorno a tutti, ho recentemente messo in collezione un Denario di Plautilla e cercavo di approfondire la storia di questa figura femminile. Le prime notizie le ho reperite da Wikipedia, non molte ma interessanti, poi ieri sera spulciando a dovere, mi sono imbattuto in questa interessantissima discussione di @Illyricum65che ringrazio. L'ho letta tutta d'un fiato, sono rimasto piacevolmente colpito dalla descrizione dei vari tipi si acconciature che si presentano sulle monete di Plautilla. I ritratti Femminili con le loro acconciature sono uno dei miei filoni preferiti insieme alla Serie Fel Temperatio (ma di queste ne parleremo altrove). Triste la sua storia, la sua breve vita, il suo esilio , l'epilogo della sua vita ed infine la Damnatio Memoriae . Bella carrellata di monete anche da parte degli altri utenti. Partecipo postando il mio esemplare. (18mm, 3.31g) RIC IV 361 E foto di una statua che sembra ritrarla in un misto di bellezza e un velo di tristezza, oltre alla deturpazione ad opera della Damnatio. Fonte Wikipedia Saluti Alberto2 punti
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Presente! E scusate il ritardo… ringrazio @Illyricum65 per il tag. Caro modulo, dopo un brevissima parentesi di monete moderne, è ormai un quindicennio che mi sono dedicato esclusivamente alla monetazione di Costantino I… restando sempre più affascinato dal personaggio (l’ultimo grande imperatore romano? Per me, si) e da una monetazione che non ho dubbi nel definire sconfinata, con decine di tipi di rovescio (alcune note in un solo, unico, esemplare), una quindicina di zecche emittenti (ciascuna delle quali con caratteristiche peculiari… non so se hai visto il quiz “indovina la zecca dal ritratto”) e ultimo, ma non ultimi, una gran quantità di varianti di ritratto (e non considero le varianti di leggenda…). Come puoi intuire ci sono abbastanza monete per una vita (forse due..) di collezionista e ti parlo solo della monetazione bronzea. Nel blog di Victor Clarke ci sono alcune pagine chiamate “assorted reverse types” in cui fa un elenco parziale, con galleria di immagini, sufficientemente rappresentativo della vastità delle emissioni. Mancano molte tipologie rare, ma penso che la mole di materiale sia tale che vada assimilata con calma… per questo sono a tua disposizione anche via messaggio privato. Il mio obiettivo di inizio collezione era di raccogliere un esemplare per tipo di rovescio per ogni zecca, poi sono stato travolto… e ultimamente mi sto dedicando soprattutto ai busti. Vi lascio, per ora, con una chicca della zecca di Lione…2 punti
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Buonasera a tutti, apro questa discussione/contenitore per inserire le immagini di monete da noi acquistate , "sparite" e mai giunte a noi, con la speranza di poterle rintracciare se proposte in vendita su qualsiasi piattaforma di vendite. Non mi dilungo sulle cause delle sparizioni che possono essere le più svariate, come inettitudine nel sigillare le buste o con le modalità "piego di libri" a soli 2,80 per risparmiare sui costi di spedizione.... Non voglio mandare anatemi a chi compie queste azioni, voglio solo creare una banca dati delle monete sparite....le nostre monete. Inizio io con questo 10 tornesi 1844 che avevo acquistato per poterne studiare la fattura...se coevo o moderno e che non era in busta, perché aperta e rubata. La moneta è particolare e non passerà inosservata se proposta in vendita. Spero di essere aiutato e di poter aiutare tutti quelli che si sono trovati nella mia stessa spiacevole situazione. Grazie a tutti.1 punto
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Buona sera, è da più anni che posseggo questa monetina identificata come serie anonima del Festival dell'Isis. Diametro 16 mm e 1,2 g di peso. Nel fronte DEO SE-RAPIDI mentre nel retro VOTA PVBLICA. Nella sua scheda mi manca però la rarità o il valore. Ho trovato diversa letteratura su questa monetazione di aspetti diversi a volte affascinanti, spesso confusi ma in nessun caso cenni circa la rarità. Mi potete indicare elementi in merito a tale aspetto? Ringrazio anticipatamente, saluti Sergio1 punto
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Spesso su questo forum si è discusso sulle monete di Poseidonia, sia incuse che a doppio rilievo, e delle loro specificità sul piano tecnico, tipologico, epigrafico, ecc. Uno dei dibattiti a mio avviso più interessanti - e alquanto vivace - ha riguardato le serie studiate in modo analitico dal Noe (MN V, 1952, 9-19) e successivamente dal Kraay (AMSMG VIII, 1967, 113 ss.), contrassegnate da lettere alfabetiche in successione a cui si affiancherebbe un ulteriore gruppo con simbolo della conchiglia al R/. https://www.lamoneta.it/topic/147371-didrachme-poseidonia-asta-gorny-7-marzo/page/2/#! Esemplificazione delle serie: Serie con successione alfabetica (CNG-Triton XXII, 2019, 59) Serie con conchiglia al R/ (London, BM 1947-0406.49) Prendendo spunto da questa discussione sto portando avanti un riesame di queste emissioni, analizzate per sequenza di conii da L. Brousseau (nella sua tesi consultabile in rete) e basandomi anche sul più recente volume di Cantilena-Carbone (Poseidonia-Paestum e la sua moneta, Paestum 2015) e sul contributo di F. De Luca (Alphabetical numbering and numerical progressions on drachms and Massalia’s small bronze coins, "Omni", 11, 7/2017, 74 ss.). Considerata la rarità di molte serie contrassegnate da lettere alfabetiche, documentate da un unico esemplare, sarei grato a chiunque volesse contribuire con osservazioni sull'argomento e/o attraverso la segnalazione di eventuali pezzi della serie con lettere in proprio possesso (anche tramite MP), che rappresenterebbero un prezioso e valido aiuto per la ricerca. Il lavoro, come ho sempre fatto, verrà inserito nell'antologia numismatica e messo a disposizione di tutti gli utenti , che ringrazio in anticipo.1 punto
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Monete in asta così descritta: "Varie - Vandali Ae bulinato su asse repubblicano. gr 31,02. mm 33,36. Patina verde " Sono sbagliato io o l'attribuzione ai vandali è un filo tirata per i capelli @Poemenius?1 punto
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Non va dimenticato poi, tra le veneziane, il "Grossetto per navigar", moneta esplicitamente creata per essere spesa in oriente; di seguito un mio scritto apparso sul "Gazzettino di Quelli del Cordusio" del sett. 2017. “GROSSETTO PER NAVIGAR” moneta veneziana creata per speculare in Oriente “Madonna col Bambino, Angeli, i Santi Marco e Agostino e il doge Agostino Barbarigo” 1488 di Giovanni Bellini Chiesa di San Pietro Martire, Murano. Sotto il dogato di Agostino Barbarigo (1486-1501), la Serenissima Repubblica di Venezia vede delinearsi all'orizzonte non poche minacce; il periodo di pace di cui ha goduto dopo la morte del Doge Francesco Foscari va infatti tramontando. Dopo le tante guerre combattute sotto il dogato del Foscari, la Repubblica ha beneficiato di un trentennio di sostanziale calma; si è goduta i frutti di quelle battaglie e la sua riconosciuta arte diplomatica gli ha permesso di consolidare la sua potenza commerciale; ha accresciuto il “dominio da Tera” ed il “dominio da Mar” è stato preservato dalle incursioni dei turchi. Nonostante la perdita di Costantinopoli e del suo importantissimo mercato, perché conquistata dai turchi nel 1453, il commercio è florido e le navi, protette dal vessillo marciano, solcano le rotte ormai consolidate, per rifornire di merci il mercato veneziano ed europeo. L'Adriatico, tenacemente considerato il proprio golfo, è efficacemente controllato e caparbiamente “sposato” ogni anno nel giorno della sensa. Dopo poco tempo dalla sua elezione, come ai tempi del Doge Foscari, anche Agostino Barbarigo deve misurarsi in conflitti, sia diplomatici, sia militari, che tornano a pesare in maniera esorbitante sulle casse dello Stato. Mentre il primo si trovava a gestire una espansione del dominio veneziano verso la terraferma, confrontandosi con gli Stati italiani di confine, il Barbarigo deve reggere il timone della Repubblica in una situazione che, per la prima volta, coinvolge diversi Stati europei, di ben diversa caratura. Sorvolando sui tanti conflitti che interessano Venezia sotto il suo dogato, informazioni facilmente reperibili in rete, ci preme evidenziare uno degli aspetti numismatici che hanno caratterizzato questo lungo periodo di dogato. E' un periodo, questo ultimo quarto del XV secolo, che vede una coniazione abbondantissima di monete d'argento; soprattutto “mocenighi” (Lira o 20 soldi) e “marcelli” (½ Lira o 10 soldi) e ciò è dovuto alla cospicua quantità di metallo che i mercanti tedeschi portano a Venezia. Le monete coniate sotto il dogato del Barbarigo si distinguono perché ben eseguite e l'iconografia è ben curata grazie al fatto che, nella zecca, operano veri artisti del bulino del calibro di Vettore Camelio e Alessandro Leopardi. Non c'è asta numismatica che comprenda la monetazione veneziana, che non includa qualche esemplare delle suddette monete; ciò indica inequivocabilmente che la loro produzione è stata cospicua. Mocenigo (Lira o 20 soldi) – Asta Picena nr. 1, 404 - gr. 6,46 Marcello ( ½ Lira o 10 soldi) – Asta Ranieri nr. 3, 351 – gr. 3,22 Ai tempi del Doge Agostino Barbarigo, vigeva ancora la legge del 16 febbraio 1474, con la quale si era imposto che dell'argento importato fosse obbligatorio riservarne un quarto per trasformarlo in moneta, mentre i rimanenti tre quarti dovessero essere trasformati in “pezze per navigare”, cioè in verghe bollate con il sigillo di San Marco, che ne certificasse la bontà e finezza e che servissero per il commercio in Oriente, dove erano particolarmente apprezzate. Poteva altresì avvenire che ai banchieri più importanti, quelli ai quali la Signoria si rivolgeva per essere sovvenzionata, quelli chiamati “benemeriti” perché sempre pronti a prestare soldi per le pubbliche necessità e per le spese di guerra, concedesse una maggior disponibilità di moneta, così che potessero, a loro volta, rifornire di questa i mercanti più qualificati che commerciavano con l'Oriente e che li usavano al posto delle verghe d'argento. Questo però comporta, a lungo andare, una distrazione di “mocenighi” e “marcelli” dal precipuo loro uso nel dominio; esportandoli certamente non sarebbero tornati a Venezia, ma sarebbero stati fusi per ricavarne moneta locale. Il Consiglio dei X, constatata questa emorragia di buone monete d'argento e la conseguente penuria di circolante, con una terminazione del 23 agosto 1497, concede ai cittadini ed ai mercanti di portare argento in zecca per farne moneta e reitera la concessione anche successivamente, il 16 marzo 1498, invitandoli ancora a portare argento; questa volta, però, specifica la quantità necessaria: 6.000 marche (ca. Kg. 1.430) e l'uso che se ne vuole fare: coniare “grossetti”, in ragione di 165 pezzi per marca, cioè di gr. 1,44 l'uno. Ma di quale “grossetto” si sta parlando? L'ultima moneta coniata alla quale è stato attribuito il medesimo nome è quella coniata circa trent'anni prima, sotto il dogato di Cristoforo Moro, peraltro in quantità estremamente esigua e non solo, anche il suo peso era più basso di ca. gr. 0,04, pur avendo mantenuto il medesimo titolo di 949/1000. Qual'è il motivo di questa coniazione estemporanea? La deliberazione, in proposito, è estremamente succinta; viene scritto unicamente che il tipo deve essere deciso dal Doge, dalla Signoria e dai Capi del Consiglio dei X e che l'uso di questa moneta è: “sit pro navigando tantum”. Inspiegabile anche per il Papadopoli, che però trova una parziale giustificazione nei diarii di Marin Sanudo; quest'ultimo infatti scrive: “ancora preseno a dì ….... nel dito consejo di X con la zonta, di far in zecha marche d'arzento 6000 in grossi di valuta di soldi 4 ½ l'uno per Levante, zoè a condur con le galie, maxime in Alexandria, dove vanno a l'anno grandissima quantità di arzenti. Et questo feno acciò li marcelli et mocenigi non andasseno fuora di la terra, et questi de lì corerano per soldi 5 l'uno chome fa li maidini. Et cussì fo facti li dici grossi, acciò con le galie potesseno andar, et come sara facti, quello sarà suso scrito noterò” (M. Sanudo, tomo I, col. 903) Grazie al Sanudo la nebbia che avvolge questa moneta viene in parte sollevata; sappiamo così che questo grosso non è coniato perché circoli nel dominio, non deve avere alcuna correlazione di peso e valore con i “Mocenighi” od i “Marcelli”, ed in generale con nessun'altra moneta veneziana, ma deve essere usato solo per il commercio in Oriente, soprattutto verso Alessandria, in sostituzione delle verghe o pezze d'argento, dei “Mocenighi” e dei “Marcelli”, così che questi non vengano più esportati. Ci viene detto anche che, una volta arrivato in Levante, deve correre al valore di 5 soldi al pari dei “Maidini” e non al valore di 4 ½ soldi citato nella deliberazione che ne ha determinato la creazione; ci troviamo quindi inequivocabilmente di fronte ad una operazione meramente speculativa, che comporta un guadagno di ½ soldo per ogni grosso. Conosciamo meglio questa moneta, la cui emissione è stata decisa dal Consiglio dei X, i cui Capi, congiuntamente al Doge ed alla Serenissima ne hanno anche deciso l'iconografia. Grossetto per navigar – forum Lamoneta.it, Andrea Paolucci 23/02/2009 D/ • AVG • BARBA in esergo DICO; San Marco in piedi porge il vessillo con banderuola a destra al Doge genuflesso, lungo l'asta DVX, dietro il Santo • S • M • VENETI; punto tra la testa del Santo e l'asta. R/ • TIBI • SOLI • • GLORIA •; il Redentore nimbato e benedicente è assiso in trono; ai piedi le sigle del Massaro. Ø = mm. 21 ca. gr.= 1,44 ca. Massari = FF (Francesco Foscarini – dal 15/05/1497) - IP (Iacapo Pizzamano dal 30/05/1497) Esistono anche esemplari che non riportano il punto tra la testa del Santo e l'asta; così come esemplari che non riportano le iniziali dei Massari, che sono sostituite da tre punti. Non può passare inosservata la similitudine della sua iconografia, pur in formato ridotto, con quella del “Marcello” di cui alle precedenti immagini; rispetto a quest'ultimo sono state spostate le iniziali del Massaro, dal campo del diritto, alla base del trono nel rovescio; così come sono state eliminate le iniziali IC XC presenti nel campo del rovescio. Trovo necessario fare anche qualche accenno riguardo ai “Maidini” citati nel testo del Sanudo. Il termine “Maidino” è prettamente “venezianizzato”, così come spessissimo succede, ancora oggi, ai termini usati a Venezia e deriva dal nome “Maydin”, che in occidente è stato attribuito al mezzo Dirham in uso in Egitto nel XV Secolo. La carenza d'argento in Egitto provocò la sospensione della coniazione del Dirham nel periodo che va dal 1397 al 1412; solo successivamente si riprese la sua coniazione, ma la nuova moneta era più piccola e leggera della precedente, pur conservando un buon titolo d'argento. Oltre a questa venne coniato il mezzo ed il quarto di Dirham. Riguardo al suo valore, dobbiamo prestare fede a ciò che scrive il Sanudo, cioè 5 soldi veneziani. L'immagine che ho trovato in internet non è particolarmente chiara, ma non è stato semplice trovarne uno in uso nel periodo più prossimo a quello in parola; giacché l'uso di questa moneta è stato longevo, altri tipi si possono trovare, ma la loro datazione è superiore al 1600 ed è palese che sono differenti, più piccoli per peso e dimensioni. Evidentemente questa moneta ha subito, nel tempo, delle riduzioni, forse a causa di processi svalutativi. Maydin a nome di Suleyman I - 1520-1566 Non è dato sapere perché il “Grossetto per navigar”, sia stato il frutto di un'unica ed estemporanea emissione avvenuta sotto il dogato di Agostino Barbarigo; non risulta alcuna ulteriore emissione, nemmeno sotto i dogati successivi. Questo lascia spazio solo a congetture; potrebbe non essere stato accettato in Oriente nei termini sperati da Venezia, potrebbe aver influito la rinnovata guerra con i turchi nel 1499 che, con la sconfitta navale alla Sapienza e allo Zonchio, strappano a Venezia le fortezze di Modone, Corone e del Peloponneso, interrompendo altresì le rotte commerciali. Sta di fatto che questa moneta è molto rara e ricercata dagli appassionati di monetazione veneziana e raramente la si trova in commercio. BIBLIOGRAFIA Da Mosto A., I Dogli di Venezia, Martello Giunti Editore – Firenze 1977 Papadopoli Aldobrandini N., Le Monete di Venezia, Vol. II, Tipografia Libreria Emiliana – Venezia - 1907 Balard M., Marchés et circulation monétaire en Méditerranée orientale (IX – XV Siècles), Pagès Editors, 199, Lleida - 2014 saluti luciano1 punto
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Il compratore della slabbata può, se è italiano, usufruire del "Bonus Psicologo" 600 euro che coprono la differenza.1 punto
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Ciao a Tutti, Quando ho visto l'esemplare proposto da Sincona sono rimasto spiazzato e sorpreso non tanto perché ero di fronte ad un "APPARENTEMENTE" inedito ( ne ho evidenziati a decine inediti di S.V.) ma perché non mi sarei MAI ASPETTATO una data sbagliata per ricordare un evento storico che sarà ricordato solo in quell'anno.............. Devo anche dire che sto ancora "studiando" questo "APPARENTEMENTE INEDITO" (sapete tutti quanto mi è cara questa tematica) e l'unica spiegazione che ad ora riesco darmi è che ci sia stato un errore in Zecca approntando il Rovescio di Paolo IV datato anziché quello senza data...... Errore probabilmente tempestivamente corretto visto che altri esemplari non sono stati censiti neppure dal CNI dove i compilatori della prestigiosa opera Numismatica hanno censito Tutte le ribattiture e punteggiatura possibili..... Vorrei vederla in mano, soprattutto il bordo....esaminare la "fattura" della moneta in quanto ho avuto la fortuna di conoscere tutti gli accoppiamenti noti di questo testone x Ancona...... Daniele1 punto
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Non è fattibile e non mi sembra neanche giusto che all’interno dello stesso nucleo familiare solo un componente ne abbia diritto. Il regolamento parla di una moneta a persona. mi scuso se ho ripetuto lo stesso concetto esposto da grc55 ma l’ho scritto prima di leggere il suo.1 punto
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DE GREGE EPICURI Secondo me, sono lettere quasi senza senso. Per Volusiano, in questo periodo si trovano diritti con legenda: IMP CAE RASLLOVNANOC.. oppure: IMP CAE RAS LLOVNIL AVG. In sostanza, alcuni incisori a quell'epoca non conoscevano più il latino (in Pisidia generalmente si parlava greco) e scrivevano un po' per assonanza, un po' a casaccio...1 punto
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....che poi immagino l' accuratezza e attenzione che avrai messo per liberarla(e la paura de far danni?). Ciao Rocco1 punto
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Ciao, vista ieri sera, prontamente segnalatami dall'amico Daniele @DARECTASAPERE. A mio modesto giudizio si tratta probabilmente di un ibrido, ottenuto erroneamente con il rovescio di un testone di Paolo IV del 1558 (testone che di per sé é estremamente raro), mentre il dritto lo hanno approntato con i nuovi punzoni preparati per la sede vacante del 1559... Il peso é conforme e dall'aspetto generale non mi verrebbe a pensare ad un falso. In attesa di altri pareri degli amici papalisti! Michele1 punto
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Beh, dipende come sempre da come si fanno le cose, di per sè non è impossibile creare un repertorio numismatico ad aggiornamento costante, repertori aggiornati quotidianamente esistono già da decadi e sono gli opac sia nazionali che internazionali, l'esempio classico è quello SBN, con le relative suddivisioni dedicate al libro moderno, libro antico, materiale cartografico e via di seguito, le formulazioni di responsabilità e la datazione di modifiche e aggiornamenti sono già esistenti e operative, in realtà nel mondo virtuale nulla è destinato a rimanere fisso e immobilizzato, anzi la possibilità di apporre modifiche in tempi rapidi senza dover continuamente riedire il tutto è uno dei vantaggi, ma con la relativa possibilità di tracciare e datare ogni intervento, sia di aggiornamento che di modifica... un repertorio di questo tipo che uso continuamente è proprio il catalogo virtuale del forum, sarà anche un prodotto amatoriale fatto da appassionati, ma lo trovo decisamente utile, anche e soprattutto su oggetti particolari e di nicchia come le medaglie papali dove il contesto fatto di originali e riconii di vario tipo e origine rende il lavoro di classificazione tutt'altro che semplice...1 punto
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https://www.lamoneta.it/topic/123471-chi-ci-salverà-dalle-scatolette-americane/ apollonia1 punto
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Ma infatti,scherziamo? Non è sempre facente parte di un tondello? E i colpi? E se vogliamo veder nodi e rosette e FERT e questo e quell' altro? Mah1 punto
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Le slab secondo me non hanno senso numismatico, solo mercato, solo investimento per chi di monete ci capisce ben poco. I punti affermati nel post sopra sono anche I miei dubbi e uno su cui proprio non sorvolereì è il bordo e il contorno non visibile. Stanno rovinando il collezionista evl appassionato e incrementano invece le percentuali di profitto.. La conferma che oggi il mondo e il trend preferisce apparire che essere.. Saluti Fofo1 punto
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Buongiorno, nella seconda foto direi che la doppia P è sovrapposta a O T T O. Sembra ribattuta dal lato sbagliato. Attendiamo pareri di più esperti.1 punto
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Moneta etrusca d'argento raffifurante una Gorgone, Populonia, collezione Gasparri Parte del tesoretto di monete etrusche di Populonia della collezione Gasparri ora visibili al Museo Etrusco del borgo1 punto
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No... savoia per nulla... Ha ragione @gpittini col dire sesino di Piacenza https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FILPR/0 Mj pare si fosse parlato dei sesini non fustellato e tagliati a cesoia... devo cercare...1 punto
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L'autore ha reso disponibile il testo: https://www.academia.edu/resource/work/842463241 punto
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DE GREGE EPICURI Io leggo PLAC e non vedo il nodo savoia. Nello stemma ci sono alcune torri; penserei a Piacenza nel periodo dei Borbone, quindi forse un sesino di Filippo 1° (o forse di Ferdinando).1 punto
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Buonasera, segui il consiglio di @FFF.Nessuno ti accusera' del tempo, anzi sono sicuro che saremo ripagati dalle foto che posterai e del contenuto che ci illustrerai, per me ad esempio è come assistere all'apertura di una scatola del tempo. Poi vietato dire ...Buttare ? Saluti Alberto1 punto
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Hai avuto sfortuna solo per un pugno di giorni! ? qui è stato abolito da poco il sussidio statale ? Ma 2,44?!? Hai fatto rifornimento in autostrada? Se sì, guarda che conviene molto andare ad un "Autohof", che di solito sono vicini ad un'uscita. Un motivo c'è: «La cosa che preoccupa tutti sono le forniture di diesel. L’Europa importa circa la metà del suo diesel dalla Russia e il resto dal Medio Oriente». Molte raffinerie europee importavano poi dalla Russia anche i semilavorati per produrre il diesel [...] https://www.corriere.it/economia/consumi/22_marzo_22/diesel-perche-europa-potrebbe-scattare-razionamento-peso-sanzioni-russia-a9a3a30c-a9ed-11ec-a7d6-08630d5b986a.shtml e se hai voglia di leggere: https://www.agi.it/economia/energia/news/2022-06-03/aumenta-domanda-petrolio-diesel-raffinerie-in-affanno-16958408/ i link non sono tanto attuali, ma la sostanza non cambia. E poi, io una soluzione ce la avrei... Servus, Njk1 punto
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Da Kaunos di Caria, un esemplare di emidrammo ellenistico ( 166-150 a.C. / 1,30 g - 10 mm ) con al diritto testa elmata attribuita ad Atena ed al rovescio corta spada in fodero, con leggenda . Sarà il 23 Settembre in vendita N&N London 8 al n. 25 .1 punto
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Una moneta dei Savoia, direi, da un lato vedo la croce di S. Maurizio e dall'altro mi sembra di vedere il nodo Savoia1 punto
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Un esempio lo sono i soldini veneziani che partirono per l'Inghilterra nel XV secolo e per essere usati proprio come moneta. C'è una discussione qui su Lamoneta... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Magari crea qualcosa di buffo perchè a qualcuno potrebbe venire l'idea di prelevare le immagini, stamparle e metterle in vendita occupazione dell'Istria da parte di Omer e Barth Simpson - 2 donuts1 punto
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Il riferimento dato in assenza di data, lo fanno fede i segni zecchiere DF A che sta per Don Francesco Abate.. .. Cmq opto su 1612. Moneta molto rovinata ma pur valida per la collezione. Saluti1 punto
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Nello stesso periodo con Filippo IV di Spagna, in Aragona a Saragozza si coniavano monete con lo stesso stemma dei 4Mori. Questo è Un Reale in argento Maltagliato, presumibilmente del 1651. Aureo & Calicó S.L, Subasta 330 del 25 Aprile 2019, Lotto 499 Spero di aver accontentato un pò @odjob e magari anche altri curiosi.1 punto
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Che onore, il mio primo articolo pubblicato sulla rivista. Vorrei ringraziare pubblicamente tutta la redazione per la gentilezza e la professionalità con il quale hanno trattato un novizio come me. ??????1 punto
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una cosa da ricordarsi "sempre"...........acquista pure monete in conservazione non eccelsa ma mai "ripeto mai" con colpi al bordo. Un consiglio: lascia perdere: ?1 punto
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Dopo molti anni dalla pubblicazione di un fantastico esemplare di questa moneta,da parte del prestigioso forumista Picchio,sono riuscito a entrare in possesso di un esemplare in grande conservazione della stessa.Il doppio giulio della Sede Vacante,Zecca di Bologna 1823. In fdc,la moneta è di una altissima qualità realizzativa e di eccellente finezza di dettagli.In quel 1823,la qualità della Zecca di Bologna era una spanna superiore alla Zecca di Roma e si vede bene.Il rovescio di questa moneta presenta rilievi molto bassi,che si apprezzano bene solo in monete pochissimo circolate.Il volto della Chiesa,invece,presentando un rilievo più alto,si appiattiva quasi subito. La foto non rende al 100% la realtà di questa moneta.L'esemplare di Picchio mi folgoro'letteralmente.Poiche'non l'ho più vista in questo post,mi permetto di riproporre un esemplare pressoché analogo.1 punto
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A Cantiano (PU) mi hanno detto che è un disastro, mancano ancora gas, acqua, elettricità e il telefono è traballante. I danni economici sono immensi: il sindaco afferma che "Il centro storico non esiste più".0 punti
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