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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/02/22 in tutte le aree
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Che discussione incredibile questa. Ho speso tutta la serata nel leggerla. Ci si potrebbe scrivere un manuale. Detto ciò voglio contribuire anche io con questo pezzo della mia collezione. Sestino di Luigi XII per l'Aquila con aquiletta nel III quarto. Ne ho visti pochissimi passare nel corso degli anni e tutti con conservazioni scarse e porose, invece il conio di questo esemplare è molto vivo e la moneta piacevole. Spero vi possa interessare e possa essere un modo per far ripartire la discussione. Mi permetto di taggare @santone@fedafa@eliodoro @adolfosvisto che sono stati i più attivi sulla monetazione abbruzzese ma tutti sono ben accetti. Cura ut valeas7 punti
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Ragazzi, finalmente è arrivata! Il super regalo che mi è stato rivelato pochi giorni fa da parte di Martina ? il sogno numismatico che coltivavo da una vita è ora realtà. Mi piace davvero tanto ?5 punti
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Buongiorno, Ho individuato un’altra consorella, non ancora inserita nel ritratto di famiglia se non erro. Savoca Numismatik Live online Auction 8, lotto 53, del 2016: Bisogna tenere alto il livello di allerta, il semplice fatto che continuino ad essere riproposti esemplari di questa progenie é un motivo più che valido. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. E qualche anno è passato dalle prime apparizioni..4 punti
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Tema a mio avviso di grandissimo interesse che meriterebbe di essere riesumato e approndito, i viaggi, le esplorazioni, i commerci, le monete e le interconnessioni economiche e culturali tra l'Europa e gli altri continenti avvenute a partire dal medioevo, precisamente dal XII secolo con l'inizio delle crociate, sono il punto di avvio di quel processo di sempre più vasta e diffusa interazione tra i vari punti del mondo che oggi denominiamo con il termine globalizzazione, osservare questo processo dal particolare punto di vista degli scambi commerciali e delle monete usate è sicuramente non poco suggestivo e anche in un certo senso illuminante storicamente, la moneta in effetti ha svolto in quelle interazioni un ruolo tutt'altro che marginale e secondario. Questo tema in particolare l'ho personalmente approfondito costituendo delle sezioni specifiche nella mia biblioteca numismatica, sezioni dedicate alla numismatica bizantina e islamica, alle monete e alla storia monetaria ed economica di Venezia, di Genova, dell'Oriente Latino, degli stati crociati e del levante mediterraneo, per arrivare alle monete usate negli scambi della vastissima zona dell'Oceano Indiano, area, come si vedrà, che ha costituito il vero epicentro del processo di globalizzazione fin dagli albori medievali... A tal proposito mi piacerebbe accompagnare il discorso presentando di volta in volta alcuni testi tratti dalla mia biblioteca, ciascuno naturalmente può aggiungere testi e opere sul tema di sua preferenza... Il primo testo che desidero presentare appartiene all'ambito della storia economica e commerciale, in effetti si può dire che sia sostanzialmente il primo nel suo genere, il primo tentativo di descrivere la storia dei rapporti commerciali tra Europa e Asia dai tempi più antichi conosciuti fino alle esplorazioni portoghesi... E' un'opera di fine settecento dello storico scozzese William Robertson di cui possiedo la prima edizione italiana stampata a Napoli nel 1793, "Ricerche istoriche su la conoscenza che gli antichi ebbero dell'India e su progressi del commercio con questa regione prima della scoperta del passaggio per il capo di Buona Speranza". La parte a mio avviso più interessante di quest'opera in due volumi è quella dedicata alla ricostruzione delle scoperte, esplorazioni ed attività commerciali in Asia orientale che hanno avuto protagonisti gli europei a partire soprattutto dall'età ellenistica, dopo le conquiste di Alessandro Magno, passando per l'età romana, bizantina, islamica e medievale fino alle esplorazioni portoghesi... Vi sono ampie e sistematiche citazioni da tutte le fonti antiche greche e latine allora conosciute e una descrizione molto interessante e approfondita per l'epoca delle vie, delle rotte, delle città portuali, dei traffici e prodotti scambiati in ciascun periodo. Di grande interesse nella lettura dell'opera è la comprensione di un ricco e poderoso sviluppo dei traffici Europa, Africa, India già a partire dal tempo dell'Impero Romano, traffici che fin dal I secolo d.c. si fecero copiosi attraverso i porti egiziani sul Mediterraneo e il Nilo (Alessandria e Berenice) il Mar Rosso e il Golfo Persico fino ad arrivare ad empori in India meridionale come Muziris nel Kerala, attività che sono citate in diverse fonti dell'epoca, come la Historia Naturalis di Plinio e soprattutto il famoso Periplo del Mare Eritreo, di data incerta, forse risalente al I secolo d.c e contenente un elenco di tutti i porti e gli empori interessanti il commercio situati tra India, Arabia e Africa Orientale. Questi traffici che all'epoca dell'opera in oggetto erano descritti e desumibili dalle fonti storiche e narrative classiche negli ultimi anni sono stati confermati e approfonditi anche grazie alle ricerche e alle scoperte archeologiche con ritrovamenti di grandi quantità di monete romane in India e in Sri Lanka, dal I fino almeno al V secolo d.c.2 punti
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Sono andato a rileggerla anche io ed in effetti, a parte qualche tentennamento iniziale, si è discusso in maniera piacevole di monete presentandone alcune veramente rare ed alle quali oggi si aggiunge questo sestino Che pezzo! Quando passò in asta salvai le immagini per il mio archivio e sinceramente confesso che fui tentato... ma vedo ora che riposa in mani sicuramente migliori. Complimenti! Credo ce lo auguriamo tutti. Tornare a discutere serenamente postando altri esemplari di monete angioine.2 punti
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ognuno vede la realtà in modo diverso dagli altri: durante la II Guerra Mondiale la gente non viveva bene ; però il mio bisnonno aveva un salotto culturale e la famiglia di mia nonna poteva mangiare carne, quando la gente non poteva. La gente soffriva mentre loro banchettavano assieme ad altri nobili locali (non faccio il nome della mia famiglia - non italiana - per riservatezza). Non tutti i nobili però avevano soldi all'epoca; quindi anche fra i nobili vi era distinzione. La situazione economica? Ognuno ha la sua. Nel dopoguerra i miei parenti si mangiarono tutto fra belle donne, gioco d'azzardo e persero ogni cosa nell'arco di venti anni, comprese le tenute in Inghilterra come in Francia. Distrussero una intera famiglia mandando al cesso il futuro della stessa per idiozia. Mia nonna mi diceva sempre che i fratelli, gli zii e il padre (come anche il nonno quando era in vita) guardavano il popolo con estremo disprezzo solo perché non blasonati; servendosi però dello stesso per quel che concerne il mantenimento terziario delle tenute. Il mio bisnonno per la vergogna ebbe a suicidarsi nel 1959 , un fratello di mia nonna nel 1965 e gli altri continuarono la loro vita non com'erano abituati (castelli, tenute ecc) ma in case "normali" mangiando alle osterie con la gente che prima disprezzavano. La situazione economica quindi, per quanto mi riguarda, non è mai sempre la stessa ma non a livelli nazionali, ma specialmente a livelli più "piccoli", ovvero famigliari. Una Nazione può soffrire ma non è detto che soffrano tutto. Può star bene ma non è detto che tutti stiano bene2 punti
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Ciao a tutti, provo a riprendere questa discussione a distanza di qualche anno. Non so se nel frattempo le cose / modalità di accesso siano cambiate, ma se si potesse ancora visitare in gruppo sarebbe bello potere organizzare un gruppetto (anche qui dal forum). Chiederei in primis se qualcuno ha qualche notizia fresca / aggiornamento e poi nel caso ci si potrebbe organizzare per una giornata a Mantova...2 punti
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Complimenti! Grande rarità associata a grande conservazione. Bellissima moneta.2 punti
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Buona Domenica, In vendita nella prossima asta 121 di CNG al lotto 107 un didrammo geloo di notevole conservazione e di gradevole stile arcaico. Si tratta dell’accoppiamento di conii riportato nel corpus di Jenkins al numero 7 (O4-R4), quindi è da considerarsi tra le prime monete battute dalla zecca siceliota, quando la città era molto probabilmente ancora sotto il dominio diretto di Gelone (indicativamente tra il 490 ed il 485 a.C.) https://auctions.cngcoins.com/lots/view/4-71VJ29/sicily-gela-circa-49085-48075-bc-ar-didrachm-195mm-862-g-7h Nella descrizione del catalogo della casa d’aste Americana, a conclusione della nota del catalogatore, troviamo la frase Virgiliana contenuta nel terzo libro dell’Eneide, quando si parla della morte di Anchise, che costituisce il titolo di questa discussione. La curiosa traduzione che ne viene data in inglese è : ”and Gela called by the nickname of its monstrous stream” . In italiano suonerebbe all’incirca come : “e Gela chiamata dal nome del suo mostruoso torrente”. A fronte della classica traduzione dal latino all’italiano: “e la vastissima Gela chiamata dal nome del fiume” Le ricerche archeologiche hanno nel tempo mostrato come Gela fosse una polis di grandi proporzioni e conosciamo da Ovidio la turbolenza delle acque del fiume. Fiume che certamente poteva occasionalmente esondare e diventare veramente immane. Tuttavia trovo discutibile la traduzione di immanis come monstrous, quasi si cercasse di traslare parte del significato dell’aggettivo dal fiume al toro androprosopo raffigurato al rovescio nella monetazione geloa. Un salto logico che presupporrebbe la chiara volontà di Virgilio di riferirsi alla divinità fluviale. E se è vero che nello stesso passo dell’Eneide viene menzionata la divinità fluviale Alfeo dell’Elide in relazione al mito che circonda la ninfa Aretusa dell’omonima fonte sull’isola di Ortigia a Siracusa, è altrettanto vero che risulterebbe logico a questo punto aspettarsi un riferimento chiaro e diretto alla divinità Gela in relazione al fiume della Poleis. Cosa che non accade, come non accade per il pur menzionato Eloro. Senza considerare che dei corsi d’acqua e delle divinità fluviali Akragas e Selinos non troviamo proprio accenno, benché le poleis vengano nominate. E nonostante il culto degli dei di questi due fiumi sia un dato ben attestato. Interessante sarebbe leggere (qualcuno lo possiede?), e non lo conoscevo, il libello di Saro Battaglia “L’immane Gela” del 1954 che tratta dell’attribuzione dell’aggettivo immanis alla città o al fiume. Ho potuto scoprirne l’esistenza grazie ad un piacevole ed anche divertente articolo comparso il 21-02-2021 sul Corriere di Gela online a firma Salvatore Parlagreco: http://www.corrieredigela.com/servizi-settimanali/10-attualita/2553-enea,-il-fiume,-l’immane-e-la-perigliosa-indagine-di-saro-battaglia.html1 punto
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Ciao a tutti :) Avendo studiato un "mattone" di storia economica per un esame all'università; ho avuto modo di studiare, in maniera globale e non molto approfondita, la realtà economica di 400, 500, 600, 800 e 900 (il 700 non era in programma :whome: ). Diciamo che l'esame ha stimolato la curiosità di conoscere le monete che erano mezzo di scambi commerciali. Faccio una brevissima e banalissima traccia di sfondo per poi arrivare al dunque :) Gli scambi commerciali si sono intensificati con le nuove scoperte geografiche e con lo sviluppo della navigazione, cartografica, ecc.. Le principali nazioni che solcarono i mari furono inizialmente Spagna e Portogallo nel 400; successivamente raggiunte e scavalcate da Olanda e Inghilterra nel 500 e nel 600. Gli scambi commerciali avvenivano con America, Asia e Africa. Principalmente erano scambi con colonie europee ed ogni nazione aveva rapporti e politiche commerciali differenti con le realtà extraeuropee... Ora arrivo al dunque: gli scambi commerciali con paesi extraeuropei avvenivano con merci e metalli preziosi ma anche con monete. Quali furono le monete che "solcarono i mari" in queste epoche? E quali furono gli strumenti di pagamento utilizzati da queste nazione ne traffici del 400, 500 e 600? Spero di aver reso l'idea di ciò che mi piacerebbe conoscere e vedere con qualche foto magari :) Grazie, Matteo1 punto
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Salve. Così comincia “Davanti San Guido”, la struggente poesia di Giosuè Carducci sull’infanzia perduta nella quale il poeta intreccia un dialogo con i cipressi, entità naturali inanimate che vengono paragonate a giovinetti giganti. Il cipresso è una pianta che simboleggia il viaggio dell'anima verso il regno celeste e viene associata alla vita eterna dopo la morte. Nell'Antica Grecia, una leggenda narra che Apollo s'innamorò perdutamente di un giovane di nome Ciparisso. Questi aveva per compagno un cervo che egli stesso aveva allevato e addomesticato, ma accadde che un giorno lo uccise accidentalmente col suo giavellotto durante una battuta di caccia svoltasi all'interno di un boschetto. Ciparisso fu così addolorato dall'aver condannato a morte il suo bellissimo animale che, sprofondando in un'angoscia incontrollabile, implorò ad Apollo di consentire che le sue lacrime scorressero per sempre. Il dio acconsentì, così che il ragazzo fu trasformato in un albero maestoso, con la sua resina vegetale a forma di goccioline del tutto simili a lacrime. Le sue membra cominciarono a tingersi di verde e i capelli che gli spiovevano sulla candida fronte a mutarsi in ispida chioma che, sempre più rigida, svetta, assottigliandosi in cima, verso il cielo trapunto di stelle. Da allora, connotato dalla sua verticalità sempre verde e dal suo imponente erigersi verso l'alto, il cipresso è il simbolo non solo dello strazio luttuoso ma soprattutto dell'accesso all'eternità, perché accarezzando il cielo dalla terra dove s'innalza, fonda un contatto denso di emozioni fra chi non c'è più e chi con il suo inconsolabile dolore vuole riavvicinarsi per sempre al defunto amato. Tratto in parte da https://www.libriantichionline.com/divagazioni/carlo_picca_mito_del_cipresso apollonia1 punto
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Questa moneta, in realtà, e' una postuma costantiniana. Ovvero emessa da due figli di Costantino I (da Costanzo II e Costantino II, per la precisione) in memoria del padre. Ne abbiamo parlato di recente qui: Qui una bella discussione sulle postume costantiniane: Buona notte da Stilicho1 punto
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però l'omino del mondo fantasy del videogioco non si ferma a chiedersi: "ma sono o no simulato?" ahah1 punto
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Sì, è vero. Quella di abitare in quattro in due stanze e di mangiare patate. Magari in Ungheria era diverso. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Si tratta di una moneta ottenuta con i conii dei cavalli di Innocenzo VIII per Aquila. Al dritto si trovano le tracce dell'aquila coronata, meglio visibili nella tua foto postata al contrario: Al rovescio ci sono residui delle chiavi decussate e della tiara: Rif. Perfetto 1002.1 punto
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Io, mercoledì 31/8 ho ricevuto la proposta, dato conferma per email, ricevuto conferma di registrazione, messaggio per pagamento epay, pagamento epay, conferma e rilascio fattura, il tutto nel giro di circa due ore. Da record!!!1 punto
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Buongiorno a tutti, riprendo questa discussione per mostrarvi il mio esemplare dove, penso, si vede chiaramente che le 2 L della legenda PLVS VLTRA sono state sostituite da 2 T rovesciate. Una particolarità interessante e curiosa, Ciao1 punto
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Presente. C'è ipzs che ha il giaguaro ancora disponibile per chi ama questa tipologia di monete, la custodia si paga a parte (5€)il totale 42€. Io ho acquistato qualche serie euro del 2022. Per il resto ho visto movimentata la mattinata e un buon convegno.. All'ingresso si può ritirare questo catalogo d'Asta1 punto
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in un centro commerciale nei pressi di Roma. Non voleva essere una discussione, soltanto la condivisione di una piacevole sorpresa. Per me si può anche chiudere.1 punto
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Si parlava di metà settembre. Non si sa ancora data precisa. Lo sapremo quando saranno già in banca1 punto
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Crocefisso portativo e da rosario, bronzo/ottone, fusione molto rozza. del XVII sec. (seconda metà?)-D/ Gesù crocifisso, con sopra il cartiglio, alle estremità potrebbero esserci delle testine? ma poco visibili! -R/ L'Immacolata coronata su crescente lunare, sulla croce in alto e ai lati della Madonna sono presenti tre rosette, tipologia non comune. Ciao Borgho1 punto
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Come sempre @apollonia grazie una buona serata1 punto
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Un po' come nei videogiochi moderni: i soldi del mondo fantasy medievale con cui ti compri l'armatura e la spada per andare a caccia di troll e draghi sono comprati in euro ?1 punto
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Allora non ci sta problema alcuno. ? Attendilo al di fuori della Associazione, una spruzzatina di gas soporifero e poi passa di qua con il malloppo. Fifty fifty, ovviamente ?1 punto
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Bronzo di Alessandro Severo con un portico a due piani (ninfeo?) con arco centrale in cui si trova Tyche con timone e cornucopia; ЄT PΞΓ (data) in esergo (CNG 99). Exceptional Architectural Type PONTUS, Neocaesarea. Severus Alexander. AD 222-235. Æ (30mm, 15.36 g, 12h). Dated CY 163 (AD 226/7). Laureate and cuirassed bust right / Two-storied portico (nymphaeum?) with central arch in which stands Tyche holding rudder and cornucopia; ЄT PΞΓ (date) in exergue. Çizmeli – (D3/R– [unlisted rev. die]); Price & Trell fig. 71 (for rev.). VF, attractive earthen green patina. Fine style portrait and exceptional reverse. Very rare. Çizmeli cites only three specimens with this reverse type, all of which were paired with a cruder obverse die engraved with a more youthful bust. Price and Trell (pp. 43-4) include this type with other coins depicting nymphaea, but caution that “...the building at Neocaesarea resembles a gate more than a fountain and certainly does not have the spouts at the base to indicate the nature of the monument.” CNG 99, Lot: 441. Estimate $1500. Sold for $4500. apollonia1 punto
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Per restare nell’ambito di Padova, posto un esemplare di grosso aquilino di Ulrico di Valdese.1 punto
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Ho trovato informazioni, purtroppo non esaltanti, per la moneta olandese: pare che i rotolini specifici con la sola commemorativa non saranno emessi. Le 500.000 unità coniate saranno quindi impacchettate assieme alle monete ordinarie in modo assolutamente casuale. Va da sè che questa scelta sicuramente non aiuterà la discesa dei prezzi...... e nemmeno la qualità delle monete!1 punto
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Lei colleziona? Sono stato un piccolo collezionista da bambino. Avevo una modesta collezione di francobolli. Erano gli anni Trenta e ricordo che mi piacevano molto i francobolli africani. Poi sono passato alle monete. C’era un cambiavalute a Torino, in corso Vittorio Emanuele, che aveva in vetrina delle monete antiche, e mi fermavo sempre a guardarle. Con i miei piccoli risparmi cominciai a comperarne qualcuna, e a quel punto i miei genitori sapevano cosa regalarmi per farmi piacere. Erano monete di due tipi: romane e monete d’argento dell’Ottocento. Ricordo che quando venni operato d’appendicite, mia madre mi regalò un tallero di Maria Teresa. Le monete romane le ho ancora, quelle d’argento, invece, dopo la guerra le rivendetti allo stesso cambiavalute per alimentare un’altra collezione che avevo cominciato: quella dei dischi di jazz. Da: DICONO DEL COLLEZIONISMO…PIERO ANGELA DI DOMITILLA D’ANGELO (novembre 2014) https://www.ilcollezionista.bolaffi.it/2014/11/piero-angela/1 punto
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Forse si cerca la conservazione perfetta anche con le Vicereali... Questi "scarrafoni" non li vuole nessuno...1 punto
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Questo denaro, fin dalla sua recente apparizione mi ha lasciato qualche dubbio sulla sua corretta attribuzione. Ovviamente la prima ipotesi è che si tratti di una emissione di Renato d'Angiò inedita e, non avendo segni distintivi visibili appare corretta l'attribuzione alla zecca di Napoli. C'è però qualcosa che non mi convince, troppo simile ai denari aragonesi (quindi se imitativo di questi non può essere stato emesso da Renato d'Angiò) ma soprattutto troppo simile all'omologo denaro per Ortona che al D/ riporta il busto frontale e in legenda il nome di Renato mentre al R/ porta il nome della città emittente Ortona e lo stemma aragonese. Un denaro ibrido che per il suo particolare abbinamento D/ e R/ ha portato ad assegnare questa emissione a Giovanni d'Angiò che ha fatto incidere sulla moneta il nome del padre come già documentato per la zecca dell'Aquila. La similitudine iconografica del D/ è indubbia, anche per quanto riguarda legenda ed interpunzione. Ma se così fosse il problema della corretta attribuzione è tutt'altro che risolto perchè a questo punto si pone il problema della zecca emittente. Chi ha battuto moneta in questo periodo (l'Aquila, Sulmona, Ortona, Lecce) ha sempre contraddistinto la propria emissione con un simbolo o il nome della città mentre nell'esemplare Ex Artemide Aste al R/, in gran parte compromesso, non pare di scorgere nessun simbolo ed ovviamente non può essere assegnato alla zecca di Napoli (se battuto sotto Giovanni d'Angiò). Insomma un bel rompicapo. Ma non è forse anche questo il bello della Numismatica? Se tutto fosse scontato e semplice dove sarebbe lo stimolo alla ricerca? In assenza di documenti auspichiamo la comparsa di nuovi esemplari, meglio leggibili che possano sciogliere i (miei) dubbi a riguardo questa particolare emissione. Denaro ex Artemide Aste Denaro per Ortona emesso da Giovanni d'Angiò a nome del padre Renato.1 punto
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Con Giovanna II, comincia la decadenza degli Angioini; la Regina, pur avendo avuto una vita licenziosa, non aveva avuto figli, per cui in un primo tempo adottò Alfonso V d'Aragona, per poi pentirsi. Ma, ormai, il guasto era stato fatto, il Regno di Napoli, divenne nuovamente teatro di una guerra civile tra la fazione angioina e quella aragonese che, alla fine, uscì vincitrice: Per le vicende storiche, rimando a quest'ottimo articolo pubblicato sul Portale del Sud http://www.ilportaledelsud.org/alfonsoI.htm Con Alfonso d'Aragona Napoli visse un periodo di rinascita Ad Alfonso successe il figlio illegittimo Ferdinando che trovò la fiera opposizione papale e della fazione angioina da sempre presente nel Regno: https://cosedinapoli.com/curiosita/la-congiura-dei-baroni/ Tra gli elementi di spicco della fazione angioina vi fu Cola Monforte, conte di Campobasso https://www.treccani.it/enciclopedia/cola-di-monforte_(Dizionario-Biografico)/ che coniò, come già detto da @fedafa, un denaro tornese ad imitazione di quello della Grecia Franca Tempo fa @odjob fece a Campobasso una bellissima mostra su tale monetazione.1 punto
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Carlo I D'Angiò, a seguito del Trattato di Viterbo, assunse la Signoria sulla Grecia Franca e , dopo la morte di Guillhaume II de Villehardouin, assunse il controllo della zecca ove inviò personale per la sua riorganizzazione. Riprendo quanto scritto da R. Cecchinato: nel suo libro " Il Denaro tornese della Grecia Franca" a pag. n.33: “Ai 16 Giugno della XI indizione anno 1281 presso Civitavecchia. Si ordina al giustiziere di Terra di Lavoro l’acquisto di libbre 1300 di bulzonaglia, in difetto di rame vecchio, o nuovo per coniarsi nella zecca di Clarenza i tornesi piccoli simili a quelli battuti in tempo di Guglielmo olim principe recolendae memoriae”. Questi denari circolavano normalmente nel Regno di Napoli. Ne allego uno emesso da Carlo I D'Angiò, classificato Malloy n. 111 punto
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Buongiorno, ringrazio per il tempo che mi state dedicando, sperando di non creare intralcio nel filo logico della discussione, ho rifatto foto, anche se la luce non è delle migliori e soprattutto io sono negato. Le monete io oggetto sono due, le trovo differenti tra di loro, ho rifatto foto singole e foto dei due pezzi a confronto. Grazie ancora per il tempo dedicato. Saluti Alberto1 punto
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Eliodoro sa come “prendermi per la gola” postando queste monete alle quali non so resistere. Il saluto d’argento, assieme al suo simile di metallo nobile il saluto d’oro, sono i cardini della riforma monetaria voluta da Carlo I d’Angiò nel 1278. Hanno in pratica rivoluzionato la circolazione monetaria del Regno facilitando di certo le transazioni interne ma agevolando sicuramente anche le transazioni con gli stati esteri. Anche il saluto nasce con la sua medalea (molto rara rispetto al saluto tenendo conto che su otto marche d’argento, sette venivano utilizzate per il saluto ed una per il mezzo saluto), ma sotto il regno di Carlo II “perde” il suo sottomultiplo e verranno quindi battuti solo saluti d’oro e saluti d’argento simili a quelli di Carlo I. Ma il destino per il saluto d’argento non fu magnanimo. L’aumento del costo dell’oro e l’insana pratica della tosatura portarono a regolamentare la sua circolazione e, il 5 agosto del 1300, fu stabilito che il saluto d’argento di giusto peso fosse scambiato per 60 pezzi l’oncia, mentre quelli di peso ritenuto basso al numero di 66 pezzi l’oncia. Nonostante il provvedimento il saluto continuò a svalutarsi ed un anno dopo (11 agosto 1301) veniva scambiato a 70 pezzi e ½ l’oncia che diventarono, un mese dopo, 80 pezzi l’oncia (in pratica 7,5 grana a saluto). Questo calo di valore favorì la fusione delle monete per esportare il metallo ricavato quindi si corse ai ripari decretando un corso forzoso del saluto di giusto peso al vecchio nominale di 10 grana (60 per oncia). Ma anche questa forzata soluzione non ebbe un gran successo e, nel 1302, furono messi fuori corso e ritirati al numero di 75 pezzi l’oncia che poi diventarono 76 per l’abbassamento del prezzo dell’argento. Tutta questa serie di svalutazioni non fu altro che il preludio alla nascita del liliatus … Mi auguro di essere stato meno prolisso del mio precedente post ma comunque in grado di apportare un contributo alla discussione. @eliodoro aspetto uno con i simboli ora1 punto
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Posso assicurarti che non è così, siamo stati in diversi ad intervenire, io ho fatto gli ultimi oscuramenti e inviato il precedente messaggio del CdC, e NON sono la persona che ha aperto la discussione. Non c'è niente di personale nei nostri interventi, solo il richiamo al rispetto del regolamento, palesemente violato in alcuni recenti post: 4. Rispetto e codice etico del forum (e' vietato) 4.7 Contestare le decisioni dei moderatori o dello Staff di lamoneta.it pubblicamente. Qualora si necessiti di chiarimenti sul loro operato, si provvedera' a contattarli privatamente ( pm od email ). In caso di mancato chiarimento, si potrà rivolgersi agli Admin, sempre privatamente ( pm, email o forum apposito ). Cionostante, la discussione resta aperta, per rispetto dei tanti che intendono continuare a parlare di monete, con l'auspicio che questo, che vuol essere un gesto distensivo, sia colto come tale da tutti e possa rasserenare gli animi.1 punto
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Ciao a tutti, inizio a fare un elenco a titolo esemplificativo e non esaustivo di quanto trovato nei vari anni: Andorra: 2 euro 2015 - 1 euro 2016 Austria: 1 euro 2003 Belgio: 2 euro 2001 - 10 cent e 1 euro 2003 (quest'ultimo pare avere una tiratura di 6.000.000 di pezzi ma non se ne trovano in circolazione) Francia: 2 euro commemorativo 2015 bandiera FDC da rotolino con faccia comune ruotata di 180 gradi Germania A: 50 cent 2007 Germania D: 2 euro 2005 - 1 e 2 euro 2006 - 1 euro 2007 - 1 euro 2008 Germania F: 50 cent, 1 e 2 euro 2005 - 1 e 2 euro 2006 - 50 cent 2007 - 20 cent 2007 cartina errata Germania G: 10 cent e 2 euro 2005 - 2 euro 2006 Germania J: 20 cent e 1 euro 2004 - 50 cent e 2 euro 2005 - 10 cent 2006 - 1 euro 2007 - 50 cent 2008 - 50 cent e 1 euro 2011 Lussemburgo: 1 euro 2007 - 1 euro 2008 - 1 e 2 euro 2009 Monaco: 2-10-50 cent, 1 e 2 euro 2001 - 10-20-50 cent, 1 e 2 euro 2002 - 20 cent, 1 e 2 euro 2003 - 1 euro 2007 - 2 euro 2009 Olanda: 50 cent, 1 e 2 euro 2004 - 10,20,50 cent, 1 e 2 euro 2005 - 10,20,50 cent, 1 e 2 euro 2006 - 10 cent e 1 euro 2007 - 50 cent e 1 euro 2008 - 50 cent 2009 - 20 e 50 cent 2010 - 50 cent e 2 euro 2011 - 10,20,50 cent, 1 euro 2012 - 1 e 10 cent 2013 Portogallo: 1 euro 2008 cartina errata San Marino: 20,50 cent, 1 e 2 euro 2002 - 20 e 50 cent 2003 - 20 e 50 cent 2005 - 5 e 50 cent 2006 - 50 cent 2007 - 20,50 cent, 1 euro 2013 - 20 cent 2016 Vaticano: 20 cent 2004 - 50 cent 2005 Sede Vacante (quasi tutti già pubblicati in Osservatorio rarità, alcuni dimenticati mentre altri di prossima pubblicazione in quanto ritrovati ultimamente)1 punto
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Ducaton o "Silver rider" Il ducaton fu coniato dagli stati Olandesi a partire dal 1659 fino al 1798. Pesa 32,779 grammi di argento 0,941. Essendo una "trade coin" fu in competizione con la più nota moneta da 8 reales spagnola. Inoltre 1 Ducaton = 40 Stuivers Consultando il Krause 1601-1700, mi risulta essere stata coniata da: Amsterdam, Deventer, Friesland, Gelderlander, Groningen et Omelland, Holland, Kampen, Overyssel, Utrecht, West Friesland, Zeeland e Zwolle (quali sono province e quali città?). Ecco qualche immagine: Ducaton Holland Ducaton Utrecht1 punto
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Buona Domenica In effetti la discussione è molto interessante ed altrettanto articolata. Molte nazioni si trovano ad essere coinvolte grazie alla scoperta del Nuovo Mondo e della sua potenziale capacità di rifornire di metalli preziosi, merci, spezie, ecc. il Vecchio Mondo. Ci sono le Nazioni egemoni, come la Spagna ed il Portogallo, che in prima persona procedono alla esplorazione di quelle terre ed al conseguente colonialismo; le Nazioni sottomesse, affini ed alleate a quelle, che beneficiano di rimando delle stesse opportunità. Ci sono poi altre vicende (come le guerre di religione tra cattolici, protestanti e anabattisti in Germania) che si intrecciano nel medesimo periodo e creano ulteriori movimenti di persone e capitali verso altri Stati più "liberali" (Province Unite, Gran Bretagna, Venezia). Insomma, vicende che per decenni hanno condizionato i mercati allora conosciuti, favorendo alcune aree mercantili ed annichilito altre; ma cosa succedeva a Venezia? Mercato internazionalmente riconosciuto tra i più proficui ed importanti dell'Europa del sud e del Sud Est Asiatico? Lo zecchino veneziano era tra le valute preminenti del periodo; le monete d'oro di San Marco le si conosceva dall'Arabia, all'India, tanto che Vasco de Gama poteva affermare che a Calicut, il ducato dei veneziani, era moneta preferita, anche se in tanti paesi di quell'area, veniva chiamata con altri nomi: peso, càntara, dramma. L'inglese Cooper affermava, al tempo dei suoi viaggi tra il Mediterraneo e la Cina. "...altra moneta non conoscer li asiatici, fuor che lo zecchino". Ma cosa succedeva a Venezia? Dopo i problemi derivati dalla scoperta dell'America, peraltro non ancora sfruttata appieno e quindi per Venezia non considerati insormontabili, nell'agosto del 1499 giunge la notizia che il portoghese Vasco de Vama ha doppiato il Capo di Buona Speranza ed è arrivato per mare ai paesi lontani che producevano le spezie, merce che costituiva linfa vitale per il commercio veneziano d'Oriente, questo si che è un brutto colpo; le galere veneziane tornano vuote da Alessandria d'Egitto. I portoghesi si premurano di offrire a Venezia il monopolio - tramite loro imbarcazioni - del commercio delle spezie nel Mediterraneo orientale con un aggio "insostenibile". Fortunatamente Venezia rifiuterà e successivamente si scoprì che fecero bene.....quelle spezie raccolte dai portoghesi non avevano né la qualità né le caratteristiche che il mercato richiedeva e che Venezia sapeva/poteva offrire. Nel frattempo il Consiglio dei Dieci aveva preso in esame la possibilità di scavare un canale che collegasse il Mar Rosse ed il Mediterraneo, così da abbreviare la rotta e battere i portoghesi......il canale di Suez 350 anni prima della sua esecuzione. Capite la lungimiranza di questo governo? Ma come poteva, da solo, indurre gli arabi a consentirgli di andare a scavare a casa loro? Unica in Italia ed in Europa, la Sernissima aveva ben capito che un canale tra il Mar Rosso ed il Mediterraneo, avrebbe obbligato il transito di tutte le merci per il Mediterraneo, facendo di questa area un "mercato d'oro", perchè il benessere e la prosperità delle nazioni poteva arrivare solamente grazie al commercio marittimo. Mare che unisce le nazioni e le culture, che agevola il commercio tra le stesse e non mare che separa e divide le nazioni. Loro lo sapevano bene, altri lo stavano scoprendo; altri non l'hanno capito neppure adesso. :fool: Saluti Luciano1 punto
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