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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/30/22 in tutte le aree

  1. Anche io propenderei per le onde marine, anche in considerazione del fatto che la fase incusa con granchio contempla serie con i simboli variabili del polpo associato al delfino (incusi medi) o del solo delfino (incusi stretti) che, benché variamente interpretati, sembrerebberoin ogni caso costituire un esplicito riferimento all'orizzonte marino. NAC 120, 2020, 234 RN 19, 2020, 232 Suggestiva può apparire in tal senso anche la raffigurazione impressa su una hydria attica attribuita al Pittore di Berlino databile agli inizi del V secolo a.C.: https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/en/collezioni/musei/museo-gregoriano-etrusco/sala-xxi--della-meridiana--ceramica-attica-ed-etrusca/hydria-attica-del-pittore-di-berlino.html#&gid=1&pid=1
    4 punti
  2. @Oppiano Se riteniamo che le Oselle siano monete e non medaglie, allora il peso doveva essere definito. R. Paolucci riporta a pg. 11 del suo 2° volume "... Data la costanza del contenuto d'argento (0.948) le oselle ebbero corso legale come vere e proprie monete ed il loro valore seguì regolarmente, fino alla fine della Repubblica, le oscillazioni dei cambi da un minimo iniziale di 31 soldi al definitivo, dopo il 1732, di 78 soldi. Per quanto riguarda il peso si passò dai 9,30 grammi della prima osella di Antonio Grimani ai 9.77 grammi della quarta emissione del Doge Pietro Lando, nel 1542. Tale peso medio teorico fu mantenuto costante fino alla caduta della Serenissima." I pesi riportati dal Montenegro sono quelli degli esemplari riscontrati, più o meno discosti (per precisione od usura) dal valore teorico (ma non certo un criterio di riferimento). L'osella di @Doge92 si discosta dal peso teorico per grammi 0.20. Ho fatto una simulazione di aree, ed il frammento mancante corrisponde a circa a circa 1/65 - 1/70 della superficie dell'osella, cioè trasponendo in peso, a circa 0.15 grammi. Pertanto il peso dell'osella completa di frammento, sarebbe stato al di sotto del peso teorico, e non avrebbe avuto senso asportare il frammento in questione prima della coniazione per un "aggiustamento di peso". Inoltre un asporto precedente la coniazione (il controllo era sul peso dei tondelli; dopo la coniazione le monete eccedenti erano rifuse) può essere riconosciuto e differenziato da un asporto successivo alla coniazione (per rimuovere una montatura) attraverso un esame al microscopio della rima del ritaglio, che risulterà senza alcuna irregolarità ed un po' appiattita e smussa per l'espansione del metallo nel primo caso (caratteristica della coniazione "fuori virola" e nello specifico "a martello"), con micro-slabbrature e mancato assottigliamento nel secondo. Ergo: è verosimile che la mancanza sia dovuta ad una manipolazione post-coniazione per rimuovere una montatura (snodo della spilla).
    4 punti
  3. E se anche in quel caso si trattasse dello strappo di uno snodo di spilla? Ciò spiegherebbe l'osservazione che le monete presentano lo stesso difetto nello stesso punto (appunto quello in cui ci si aspetterebbe per l'inserzione dei fissativi di una spilla). La foto sottostante è una elaborazione che sulla dx vede la sovrapposizione in trasparenza di altra porzione di osella "dallo stesso conio". A ben guardare 1) prossima al bordo sn (contornata in rosso) vi è una zona irregolarmente appianata che potrebbe avere lo stesso significato di quello ipotizzato da @aratroe @Oppiano qui sopra; 2) la frattura sulla destra è slabbrata ed estremamente ampia, non congruente ad una fessura creatasi sotto il conio battente; se la frattura si fosse formata durante la battuta del conio, si dovrebbe determinare una distorsione della moneta (che si apre mentre aumenta la pressione sul tondello da parte del conio), mentre la sovrapposizione di destra (contornata con linea blu leggera) mostra che la moneta non ha aspetto "aperto e deforme", ma sembra semplicemente mancante di un pezzo (come si intravvede in trasparenza da altro esemplare); 3) per la verità il peso riportato da VL nummus è eccedente (9.82 g) e questo contrasterebbe, ma vorrei vedere in mano (e con lo stereomicroscopio) la moneta, che è andata invenduta (così come nella precedente vendita di InAsta 11, che non ne riportava il peso). Poi alzi la mano (e posti la foto) chi ha mai visto una simile frattura "da conio" in altri esemplari ...
    2 punti
  4. La questione di colui il quale fa della numismatica un settore d'investimento al pari di azioni, obbligazioni, case e gioielli è stata oggetto di discussione tante volte: a me non piaceva e continua a non piacere. Come avevo scritto altre volte, dalla "corsa al FDC" sto ben lontano e, in via di puro egoismo, spero si deprezzino gli SPL secondo la definizione che ne diede Tevere. Le offerte viste nelle aste sono a volte poco razionali: concordo con chi ha segnalato l'esistenza di una massa enorme di liquidità e credo che parte di essa sia ascrivibile alla c.d. economia sommersa. Cosa fare verso quest'ultima? Certo non indugiare su ragioni assistenziali o su qualche ragionamento "sociologico" poiché chi campa facendo fessa la legge non merita tutela da parte dello Stato. Personalmente opterei per la celere abolizione del contante: non risolve tutto il problema ma di sicuro metterebbe in difficoltà una parte della c.d. economia sommersa. Ciò anche in ragione del fatto che la tracciabilità di tutti i pagamenti potrebbe forse rendere al contempo sostenibile una forte defiscalizzazione (cosa diversa dalle ciarlatanate che sentiamo in tv dai vari propagandisti di partito).
    2 punti
  5. https://www.mtm-monaco.mc/ il 07/09 dalle ore 10. mi auguro non sia l'inferno dell'anno scorso
    2 punti
  6. Salve a tutti! Dopo qualche tempo finalmente un ritorno alle ciotole, con scarsissimo risultato però. Al mercatino domenicale dove sono passato ieri ho trovato solo questo logoro 1/2 sol del Peru del 1942, mi mancava e ho deciso di prenderlo ugualmente per non tornare a casa a mani proprio vuote. Comunque pur sempre una nuova acquisizione!
    2 punti
  7. Buonasera, confermo che trattasi di tessera mercantile italiana, come riportata nel lavoro di Alberto Banfi, Tessere mercantili italiane in uso fra i secoli XIII-XV. Marzo 2000. Tipo 382 (vedi foto allegata) rientrante nel novero delle tessere che presentano la medesima insegna al D/ e R/. Attribuzione: maestro dell’Arte di pietra e legname. Niccolò di Bocchino di Rimbaldese. L’Arte dei Maestri di pietra e legname con i suoi muratori, scalpellini, stuccatori, falegnami, ebanisti, ecc., ognuno eccellente nel proprio mestiere, fu la più numerosa delle corporazioni fiorentine. Premesso che la corona fiorata che si incontra in tanti simili esemplari è uno dei tanti simboli di difficile attribuzione per la mancanza degli smalti, l’Autore ritiene che il Tipo 382 si deve intendere per l’uso di artigiani della pietra e del legno, i quali avevano nei Quattro Santi Coronati i patroni della loro Arte. Iconograficamente, detto Santi erano rappresentati con la corona del martirio. In realtà, tali Santi erano nove e non quattro, e furono protagonisti di una leggenda nota sotto molte forme diverse ma con un fondamento storico. Essi vengono universalmente riconosciuti come patroni del mestiere muratorio. L’emblema dei Quattro Martiri Coronati consiste in una sega, un martello, un mazzuolo, un compasso e una squadra, spesso sormontati da una piccola corona. Difficile stabilire perché le corone siano state inserite nell’emblema. Al riguardo, la migliore tesi è che si tratti, appunto, della corona del martirio, che col passare del tempo andò associandosi in maniera particolare a quei santi. Domenico
    2 punti
  8. Leggendo il servizio di archeologia viva sul ritrovamento di numerosi rostri nel mare delle Egadi mi è sorto un dubbio:come mai se la battaglia è stata vinta dai romani(come sottolineano enfaticamente molti autori latini) degli undici "rostra"recuperati sette sono romani e uno solo punico?(l'appartenenza si è potuta stabilire in base alle iscrizioni su di essi incise).E ancora sul fondale sono stati trovati"numerosi"elmi tipo"montefortino"in dotazione all'esercito romano nel II sec.A.C.ma soltanto uno di tipo punico. Allora mi chiedo:forse non è stata una vittoria così schiacciante?anzi forse è vero il contrario vista la nazionalità dei rostri recuperati?dopotutto l'esito viene quasi considerato una vittoria di Pirro,correggetemi se sbaglio. Oppure si potrebbe ipotizzare che i rostri si staccassero come i pungiglioni delle vespe restando conficcati nelle navi nemiche provocandone l'affondamento,ma se così fosse come spiegare i"numerosi"elmi romani rinvenuti a fronte dell' esiguità di quelli punici?. Capisco che undici rostri e pochi elmi non sono un campione statisticamente rappresentativo,però da da pensare. Voi che ne dite? Saluti.ADELCHI.
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  9. Oggi vorrei presentarvi questa moneta che ho acquistato di recente: Si tratta di un denario del peso di 1,94 grammi e del diametro massimo di 19.93 mm. Purtroppo, la moneta, oltre ad essere in bassa conservazione, ha anche una perdita di sostanza da ore 8 a ore 10 (quasi un distacco lineare ad andamento verticale) che non la deturpa, ma che anzi mi ha consentito di buttare un occhio al suo interno per studiarmelo. Se l’ho classificato correttamente dovrebbe trattarsi di un denario di Elagabalo, il RIC IV 140: D/ IMP CAES M AVR ANTONINVS AVG: busto di Elagabalo volto a destra, laureato, drappeggiato e corazzato R/ SALVS ANTONINI AVG: la Salus, in abito drappeggiato, stante a destra, nutre (da un piatto che tiene con la mano sinistra) un serpente che tiene fermo sul petto con la mano destra. Zecca di Roma. Data di emissione indeterminabile secondo il RIC durante l’intero regno di Elagabalo (218-222 d.C.) Rarità: C Giusto per orientarci, ecco un esemplare tratto da Wildwinds: Certo tutta una altra storia... Come avete visto, il mio e’ un denario suberato. E questo e’ stato il motivo che mi ha spinto all’acquisto, complice anche un costo davvero basso, poco più di una pizza al salamino piccante, la mia preferita. Non avevo ancora un esemplare suberato in collezione e, peraltro, non avevo ancora nulla di Elagabalo. Quale occasione migliore quindi? Devo dire che trovo l’effigie di Elagabalo molto bella, pur con tutti i limiti di una conservazione certo non ottimale. Il ritratto e’ quello di un giovane adolescente, dai lineamenti delicati e dallo sguardo fermo, ma non autoritario; una immagine che certo non fa intravvedere gli eccessi di cui, secondo gli storici antichi, si rese protagonista durante il suo regno. Trovo che la malachite che emerge dal bronzo, con quella particolare forma e disposizione, dia un particolare fascino al volto che quasi delinea senza deturpare. Poi, quel verde brillante crea un bel contrasto con il grigio perlaceo dell’argentatura residua. Il rovescio e’ assai particolare. E’ praticamente tutto di rame scuro (di colore “bronzeo”, appunto), con aree rossicce ed un po’ rilevate di cuprite tra ore 10 ed ore 12. Il rivestimento argenteo si e’ quasi del tutto perso nella lunga strada percorsa dalla moneta prima di giungere nelle mia mani; residua solo un piccolo lembo tra ore 4 e ore 5, con il bordo leggermente sollevato, quasi che stia per staccarsi anche lui per liberare del tutto l’anima di rame della moneta da cui emerge, confusa e nebulosa l’immagine della Salus e del suo serpente. Questa e’ una Salus particolare; e’ una SALVS ANTONINI AVG. Qui il rovescio si riferisce all’imperatore come garante del benessere (in senso lato) della dinastia degli Antonini di cui faceva parte anche lui dopo che il capostipite della famiglia severiana, Settimio Severo, si era autoproclamato figlio di Marco Aurelio e fratello di Commodo, attribuendo il nome di Antonino al suo figlio maggiore Caracalla. Credo che il nome Antoninus associato ad Elagabalo risalga ai momento dello scontro con Macrino, quando le “siriane” Iulia Maesa e Iulia Mamaea, iniziarono a complottare per la salita al trono del rispettivo nipote e figlio sostenendo che fosse figlio naturale di Caracalla. Per orientarci, ecco l’albero genealogico dei Severi: Torniamo alla Salus. Quella che vediamo qui è la rappresentazione più comune della Salus a partire da questo momento in avanti. La dea e’ in piedi ed e’ colta nel gesto di tenere stretto contro il petto il serpente (che con le sue spire pare dimenarsi tra le sue braccia) per poi spingerlo verso il piatto che tiene in mano per nutrirlo. Ho letto (ora non ricordo dove) che il gesto (piuttosto irrealistico) ricorda un po’ quello che fanno i bambini quando per gioco cercano di dare da mangiare agli animali domestici come se fossero bambole. Non entrerò nel merito del significato e del ruolo dei suberati (sui quali tanto si e’ scritto e tanto si scriverà) in quanto ciò esula dalla discussione che vuole essere soprattutto descrittiva. Il nome “suberato” deriva da “sub” ed “aes” ed indica una moneta di rame rivestita di argento. Viene talora indicata anche con il termine francese “fourré ” che a me, onestamente, piace e che si può tradurre con “farcito”. Mi piace perche’, forse, mi fa venire in mente i wafers che adoravo da piccolo e che mangio tutt’ora quando ne ho l’occasione… Il rivestimento, infatti, poteva avvenire applicando una sottile pellicola di argento sul tondello di metallo vile con pressione a freddo e successivo riscaldamento alla temperatura di fusione dell’argento, appena di poco inferiore a quella del rame, consa che avrebbe consentito l’adesione dei foglietti. Una altra tecnica era quella del “bagno”, che consisteva nell’immergere in tondello riscaldato nell’argento fuso. Insomma, tipo un "Oreo" come questo (il suggerimento e’ di mia figlia): Ora proviamo ad analizzare l’interno della moneta guardandolo proprio nel punto in cui vi e’ la perdita di sostanza. Ho provato a fare una foto con i miei scarsi mezzi e con la mia poca competenza (non chiedetemene un’altra, di meglio non posso fare) ed ecco cosa e’ saltato fuori. Per orientarci, la parte superiore corrisponde al dritto. Pare di rilevare tre strati (a mo’ di wafer, appunto) che io l’ho interpretato così. Partendo dall’alto, il primo strato, piuttosto sottile, dovrebbe essere l’argentatura che sul dritto e’ ancora ben rappresentata (ed in particolare lo e’ in quel punto). Il secondo, più spesso, dovrebbe essere l’anima di bronzo Il terzo (di spessore intermedio tra i precedenti) ipotizzo che possa trattarsi della patina del bronzo del rovescio, anche perché in questo punto l’argentatura e’ saltata (chissà quando, ma non penso da poco, visto comunque lo spessore). Penso che sia la patina perché anche questa, lì sul margine, pare staccarsi. Un ultimo accenno al peso. I denarii ufficiali sotto Settimio Severo avevano un tenore medio di argento di 50,78% e contenevano quindi fino a 1,72 grammi in media di fino (dati tratti dai lavori di Walker del 1978 e di Carradice del 1983 e riportati da Savio in “Monete romane”). Qui siamo pochi anni dopo e credo che si possa considerare una percentuale di fino del 50% circa. A conferma di ciò, cercando sul nostro forum ho letto che Prieur, per i denarii di Elagabalo coniati a Roma, ha calcolato in media un peso di 3.38 grammi con un tenore d’argento del 50% e, tra essi, quelli della tipologia SALVS ANTONINI AVG hanno un peso di 3.05 g. Guardando su OCRE, la media dei pesi su 11 esemplari di SALVS ANTONINI AVG e’ di 3,08 grammi (sebbene su pochi esemplari, in linea con quanto trovato da Prieur). Ora il mio denario pesa 1,94 grammi, nettamente sottopeso; tuttavia, bisogna considerare anche la perdita di sostanza che sicuramente incide nella determinazione. Ora vi lascio. La famiglia mi reclama. Vado a fare colazione con gli amati wafers. Da Vardacate, buona lettura (spero) e buona domenica. Stilicho
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  10. Condivido con i Lamonetiani questo Quarto di grosso, sperando vi faccia piacere, un saluto.
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  11. Ciao, oggi condivido un denario di Commodo recante al rovescio la personificazione della Provvidenza nella sua rappresentazione più classica, stante, con chitone (una tunica di origine orientale che veniva fissarla da due fibule) e peplo (un pezzo di stoffa di origine greca che veniva drappeggiato da chi lo indossava e chiuso con una fibula all'altezza della spalla) abbigliamento che si vede abbastanza bene sulla figura della mia moneta, con scettro retto con mano sinistra ed una bacchetta in quella destra ad indicare il globo ai suoi piedi che significava il mondo romano, cioè l'impero affidato alla sua protezione e su cui vigilava(RIC 32). Commodo divenne imperatore alla morte del padre Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, che molto bene governo l'impero per 19 anni e che molti rimpiaggeranno negli anni a venire perché il suo successore non prosegui sulla stessa strada tanto che alla sua morte fu colpito dalla "damnatio memoriae" riservata agli imperatori ritenuti indegni, anche se pare fu in un secondo tempo cancellata. Ritornando alla moneta la Provvidenza incarnava quella virtù grazie alla quale tutte le cose della vita si svolgevano nel miglior modo possibile. Chi si rivolgeva a lei doveva comunque impegnarsi di suo affinché il bene arrivasse, come dire utilizzando un detto che è arrivato fino ad oggi 'aiutati che Dio ti aiuta'. È solo una mia riflessione, questa?. Il denario è stato coniato a Roma nel 181 /182 d. C (mi auguro) e da esame diretto risulta che ha circolato abbastanza presentando anche i segni del tempo sul metallo. Buono il ritratto dell'imperatore. Inizio scheda tecnica e storica, interventi di chi ha tempo e voglia di farli sono sempre apprezzati. Grazie ed alle prossime ANTONIO MM 17,50 G 3,42 RIC 32
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  12. La providentia per i Romani era un po’ diversa da come la intendono i cristiani. Per la Chiesa cattolica la Provvidenza divina consiste nelle disposizioni per mezzo delle quali Dio conduce con sapienza e amore tutte le creature al loro fine ultimo; le conduce rispettando il loro libero arbitrio: cioè l'onnipotenza e l'onniscienza di Dio non interferiscono con le scelte della creatura libera (come si concili la Provvidenza divina con il libero arbitrio resta un mistero). Per il Manzoni si tratta di una forza superiore, divina, che agisce e interviene in fatti e circostanze negativi per volgerli al bene. Invece, come giustamente già detto, la Dea Providentia (Provvidenza) era presso i romani la personificazione divina dell'abilità di prevedere il futuro. Rappresentava una delle virtù romane che facevano parte del culto imperiale. Nella scultura, negli affreschi, e nella letteratura latina, fu rappresentata, ma non fu una divinità molto importante. Nella monetazione, invece, ha un ruolo molto importante. In onore del Divus Augustus Pater Tiberio fece coniare su una moneta un altare con l'iscrizione provident(ia). Dopo l'arresto e condanna di Seiano da parte di Tiberio, il culto delle Virtù romane contribuiva alla restaurazione dell'ordine imperiale. Sacrifici furono offerti alla Providentia, insieme alle divinità Salus, Libertas e Genius. La Providentia divenne anche una carica sacerdotale, dedita ad onorare la suddetta divinità. Quasi tutti gli imperatori del I sec. hanno fatto riconiare questa immagine: essi ritenevano degni di venerazione divina tanto il fondatore dell'Impero, ormai considerato un immortale, quanto la sua Providentia. Vien festeggiata da Nerva e da Traiano la providentia senatus, pronta a dividere con il sovrano le sue preoccupazioni. Sulle monete di Traiano la P. appare per la prima volta a figura intera, figurazione divenuta quasi un prototipo di tutte le seguenti rappresentazioni: la Providentia Aug(usti) indica con la destra, che tiene talvolta un bastoncino, l'orbe terrestre posto ai suoi piedi, rappresentando in tal modo espressivo la ragione previdente del principe. Ma siccome la p. dell'imperatore sarebbe vana senza l'assistenza divina, Adriano le pone accanto la providentia deorum, cioé accanto alla sua provvidenza la previdenza degli dèi, da cui essa deriva. Questa rappresentazione è concretamente commentata da una immagine assai espressiva: l'aquila di Giove abbandona al sovrano terreno lo scettro, simbolo del potere imperiale. Sotto Antonino Pio funge da simbolo la folgore di Giove, sotto Marco Aurelio la coppa dei sacrifici. Talvolta, per esempio, all'epoca di Pertinace, la P. eleva la mano alle stelle, oppure è lo stesso Giove che porge l'orbe terrestre all'imperatore. Dopo Marco Aurelio i concetti vanno confondendosi: già sotto Commodo la medesima immagine è accompagnata ora dall'iscrizione providentia Augusti ora da providentia deorum. L'atteggiamento tranquillo assunto dalla P. sulle monete di Claudio II, che ricordano quello di Securitas, vuole fare intendere che la provvidenza dell'imperatore è fonte di tranquillità per i sudditi. Per approfondimenti:
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  13. Riprendo questa discussione per fornire, come promesso, una rassegna bibliografica sul simbolo cauloniate in esame focalizzando l’attenzione sulle proposte alternative a quella della “trappola per uccelli” che, condivisibili o meno, dimostrano le notevoli difficoltà esegetiche suscitate dall’immagine sin da vecchia data. Ne fornisce testimonianza alla fine degli anni Trenta l’illustre Laura Breglia che nel pubblicare un ripostiglio di monete greche rinvenuto a Taranto, in Contrada “Corti Vecchie” nel 1916 (IGCH 1924) contenente 2 stateri del futuro gruppo J Noe, definiva “simbolo poco chiaro” la peculiare immagine posta a s. della figura nuda maschile (L. Breglia, Due tesoretti di monete greche della Magna Grecia, in “Memorie della Reale Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli”, 6, 1939, p. 21 dell’estratto). L’incertezza permane nella monografia del Noe (The Coinage of Caulonia, New York 1958, p. 15) che qualifica come “puzzling symbol” la strana commistione di elementi grafici presente al D/ degli stateri nn. 176-181 (gruppo J) che a giudizio dello studioso sembrava assimilabile talora ad una trappola per uccelli, altre volte ad una fibula. Fibula L’identificazione con la fibula è stata proposta senza soluzione di continuità a partire dagli esordi dello scorso secolo: A.W. Hands, Coins of Magna Graecia: The Coinage of the Greek Colonies of Southern Italy. 1909, Reprint London 2013, pp. 181, 185; L. Forrer, Descriptive Catalogue of the Collection of Greek Coins formed by Sir Hermann Weber, I, London 1922, nn. 986; M.P. Vlasto, in NC, 1926, p. 216; R. Plant, Greek Coin Types and Their Identification, London 1979, p. 88; G. Guzzetta, Il tesoretto monetale da Altamura, in “Bollettino di Numismatica”, 8, 1987, p. 138, n. 143; N.F. Parise, Le emissioni monetarie di Magna Grecia: dalla fondazione di Turi all’età di Archidamo, in “Storia della Calabria antica”, II, Roma-Reggio Calabria 1994, p. 414; E.A. Arslan, Sylloge Nummorum Graecorum. Catanzaro II.2: Bruttium, Catanzaro 1999, n. 369. A giudizio di Hands la fibula presente sulle monete di Caulonia rappresenterebbe l’indizio di un’influenza lucana ipotizzabile solo in epoca anteriore alla distruzione della polis ad opera di Dionisio I nel 389/8: ...There are some coins struck in Caulonia, evidently copied from those bearing the symbol, a fibula, which appear to be the work of Lucanian rulers, so perhaps the citizens (Hands, o.c., p.181).
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  14. La provvidenza divina. Giovanni Damasceno, Esposizione della Fede ortodossa. https://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20030124_giovanni-damasceno_it.html D
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  15. In realtà più che un fattore estetico e di capacità artistica credo sia una questione di stile, a Napoli evidentemente si preferiva uno stile più idealizzato e classicizzante laddove in Sicilia si è optato per una ritrattistica più marcata e aderente al dato reale, poi la preferenza estetica è questione di gusti, io personalmente preferisco lo stile siciliano pur amando comunque la monetazione napoletana di quel periodo...
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  16. La Providentia era intesa sia come “provvedere” nel senso di “procurare”, “prendersi cura” sia come capacità di “pre-vedere” o “anticipare il futuro”. La prima e' riferibile all'essere umano e (nella fattispecie, dell'imperatore) con quelle caratteristiche elencate sopra. La seconda, agli déi (noi anche oggi diciamo: Dio vede e provvede). Qui non e' specificato, ma non e' improbabile che Commodo intendesse entrambe le cose, considerandosi un dio. Ciao da Stilicho
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  17. io, su entrambe, vedo anche una schiacciatura dalla parte opposta ai difetti presenti
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  18. 1 punto
  19. Da Lapethos di Cipro, un esemplare piuttosto raro di statere arcaico ( 500-470 a.C. / 11,19 g ) anepigrafe, con al diritto testa di Atena con elmo crestato ed al rovescio testa di Eracle con al capo spoglia leonina, entro quadrato incuso . Sarà il 18 Ottobre in vendita Kunker 376 al n. 4783 .
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  20. Che il materiale sia esfoliato non ci piove. C'è da capire se è una esfoliazione prima della coniatura oppure, come si è già verificato con altre monete "strane" postate qui nel forum, dopo coniatura. Abbiamo già visto tanti lavori dei "piccoli chimici" che si sono divertiti a fare le più svariate prove sulle monete. Comunque rimane un difetto interessante. Per quanto riguarda un ipotetico valore? Bisogna trovare chi è interessato a queste anomalie e quanto è disposto a spendere: può valere € 0,02 oppure € ........
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  21. Buongiorno agli abitanti della sezione, normalmente mi interesso di monete, ma mi è capitato di trovare in casa questo libro del 1842 di cui non so nulla, ho letto solo essere la prima stampa italiana del libro fatta a Prato, nè se ha un valore, nè se è un libro di scarso interesse, spero di non aver sbagliato sezione, ma siccome ho visto che ci si occupa un po' di tutto qui ho fatto un tentativo, nel caso mi scuso con voi preventivamente. Potreste darmi qualche indicazione? Grazie a tutti voi.
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  22. Grazie Baylon per aver postato questo dipinto. Il tuo intervento ha stimolato la mia curiosità e ho trovato sul web questa breve storia su Giuseppe: https://www.storiedellabibbia.it/2021/01/giuseppe-venduto-dai-fratelli.html?m=1 Vorrei far notare che lo stesso dipinto compare in copertina del libro di Felloni-Pesce Le monete Genovesi.
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  23. Buongiorno @Pierluigi 1965 ,@andrea78ts Vi ringrazio per le informazioni su queste monete della Repubblica. Trovo interessante conoscere i vari passaggi di lavorazione delle monete, permettono di capire meglio il prodotto finito e il perché di quelle piccole o grandi differenze fra una moneta e un altra dello stesso tipo... saluti
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  24. Giovanni Carlone - Giuseppe Venduto dai Fratelli Genova - Palazzo Tursi
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  25. Ciao a tutti. So di medaglie con date sovraconiate ma non di medaglie ibride (a differenza di monete ibride evidentemente false). Questo per dire che la mia è un’ipotesi che solo una documentazione potrebbe confermare, per esempio nel testo citato da sandokan (che saluto cordialmente) oppure nel catalogo delle medaglie italiane di Angelo Brambilla o in qualche catalogo d'asta. In ogni caso penso che pippo333 debba essere contento della sua medaglia in quanto unicum e stare con gli occhi aperti perché prima o poi può saltarne fuori la paternità tra le varie tipologie nella scheda segnalata da palpi62 (che saluto cordialmente). apollonia
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  26. Da Phaselis, unica città greca nella Licia, votata al mare commercialmente e piratescamente, uno statere di alta epoca ( 530-500 a.C. ) , con al diritto una prora di nave che raffigura una protome di cinghiale il cui grugno ne costituisce il rostro .
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  27. Qui forse c’è la versione completa 2008-2013: https://archive.org/details/SurveyOfNumismaticResearch2008to2013/mode/2up Ai può trovare anche qui: https://www.inc-cin.org/assets/pdf/survey08-text.pdf d
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  28. "È più facile che un serpente fumi che il Brasile entri in guerra" queste furono le parole del presidente del Brasile Getúlio Vargas. Invece il Brasile, sfidando critiche e scetticismo, partecipò alla seconda guerra mondiale spinto dagli Stati Uniti e dalla pressione popolare agli inizi del 1942. Il 9 Agosto del 1943 fu creata la Forca Expedicionaria Brasileira (FEB) guidata dal generale João Batista Mascarenhas de Morais. Il FEB adottò il motto e il logo "Il cobra sta fumando" in risposta alle critiche mosse: Queste truppe combatterono soltanto in Italia, sull'Appennino Tosco Emiliano e tra i successi più significativi conseguiti c'è la conquista di Monte Castello oltre alla liberazione della vicina Montese (Modena) e la cattura, tra Collecchio e Fornovo nel Parmense, della 148ª divisione tedesca. Per maggiori approfondimenti vi lascio questo link: http://www.istitutodelnastroazzurro.org/2019/08/28/i-brasiliani-in-italia-nella-seconda-guerra-mondiale/
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  29. Ho iniziato in ritardo la lettura di questo numero, ma vorrei esprimere i miei COMPLIMENTI per il lavoro svolto e la passione che ha messo Federico De Luca nella stesura della sua ultima opera.
    1 punto
  30. esatto, e questo è il reale problema in questo paese, purtroppo. Da cio dipende il fatto, che poi mungono sempre i soliti ...
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  31. Da economista la mia personale opinione è assolutamente allineata con quella espressa dall’ormai ex (purtroppo) premier Mario Draghi al meeting di Rimini ovvero che ce la faremo. Può essere un momento complicato dove la guerra in Ucraina è utilizzata dagli speculatori per guadagnarci fino all’inverosimile ma ne ho visti troppi di momenti come questo nella mia ormai lunga esistenza, e onestamente anche peggio di questo, e l’Italia non è mai andata in default. Che poi da questa situazione la forbice tra ricchi e poveri si allarghi purtroppo è la conseguenza una dura legge economica e quindi ci sta che la percentuale di famiglie povere aumenti. Ma secondo me non succederà nulla di catastrofico, ne’ ora ne’ in un futuro prossimo (di quello remoto onestamente mi interessa il giusto) anche perché, sempre nella mia modesta opinione, vale sempre il famoso detto per cui l’Italia è povera ma gli italiani sono ricchi. La seconda manifattura europea ospita un popolo con la più alta propensione al risparmio al mondo e che possiede una casa di proprietà in 4 casi su 5 (80%, nessuno come noi in Europa e tanto meno negli USA). L’italiano medio non riesce a non lamentarsi, è più forte di lui, ma poi ce la fa, sempre e comunque. È un periodo non positivo, certamente, ma non mi assocerei a tutte le Cassandre che per prendere voti preconizzano il nostro fallimento promettendo ricette miracolose per salvare il paese. Infine, per quanto riguarda la Numismatica, ribadisco quanto ho già scritto in molte altre occasioni: sul mercato c’è una liquidità spaventosa. È chiaro che ulteriori, probabili, rialzi dei tassi porteranno magari a riorientare parzialmente questi fiumi di denaro sui titoli di Stato, dirottandoli temporaneamente dalle aste numismatiche. Ma questa situazione, vista e rivista decine di volte, porta a una stasi o a una lieve, temporanea, flessione delle quotazioni che poi, puntualmente, riprendono la corsa. Io non vendo certo alcunché, me ne guardo bene. Cari saluti a tutti
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  32. Buondì, avendo pure io monete da 1 marco mi sono basato qui : https://collectorsonline.org/moneta/C-GRF/12
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  33. taglio: 2 euro cc paese: slovacchia annio: 2013 tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste taglio: 2 euro cc paese: belgio anno: 2017 tiratura: 225.000 (non per la circolazione) condizioni: bb+ città: trieste
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