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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/29/22 in tutte le aree

  1. Buonasera, confermo che trattasi di tessera mercantile italiana, come riportata nel lavoro di Alberto Banfi, Tessere mercantili italiane in uso fra i secoli XIII-XV. Marzo 2000. Tipo 382 (vedi foto allegata) rientrante nel novero delle tessere che presentano la medesima insegna al D/ e R/. Attribuzione: maestro dell’Arte di pietra e legname. Niccolò di Bocchino di Rimbaldese. L’Arte dei Maestri di pietra e legname con i suoi muratori, scalpellini, stuccatori, falegnami, ebanisti, ecc., ognuno eccellente nel proprio mestiere, fu la più numerosa delle corporazioni fiorentine. Premesso che la corona fiorata che si incontra in tanti simili esemplari è uno dei tanti simboli di difficile attribuzione per la mancanza degli smalti, l’Autore ritiene che il Tipo 382 si deve intendere per l’uso di artigiani della pietra e del legno, i quali avevano nei Quattro Santi Coronati i patroni della loro Arte. Iconograficamente, detto Santi erano rappresentati con la corona del martirio. In realtà, tali Santi erano nove e non quattro, e furono protagonisti di una leggenda nota sotto molte forme diverse ma con un fondamento storico. Essi vengono universalmente riconosciuti come patroni del mestiere muratorio. L’emblema dei Quattro Martiri Coronati consiste in una sega, un martello, un mazzuolo, un compasso e una squadra, spesso sormontati da una piccola corona. Difficile stabilire perché le corone siano state inserite nell’emblema. Al riguardo, la migliore tesi è che si tratti, appunto, della corona del martirio, che col passare del tempo andò associandosi in maniera particolare a quei santi. Domenico
    3 punti
  2. Buonasera condivido Osella di Alvise II Mocenigo, anno 1704, massaro Giovanni Tommaso Soranzo, peso g 9,56. Aggiungo anche interessante citazione dal Werdig che ne illustra il significato. Saluti Doge92
    2 punti
  3. grazie amici del forum per i vostri interventi. Piattezza del bordo e perlinatura ormai sono tra le discriminanti che individuo e verifico quasi nell'immediato (insieme ai dati ponderali) e che di solito fanno scattare l'allarme e la conseguente condivisione con voi per il controllo dell'esemplare. Su rosette, nodi e firme mi risulta ancora un po' difficile dare giudizi tranchant perché nelle mie mani probabilmente sono passati ancora troppi pochi scudi per farmi l'occhio allenato. Ovviamente in rete e poi nella vita reale, grazie ai cataloghi, ai siti specializzati, agli studiosi e appassionati come voi si possono trovare tutti i riferimenti del caso ma credo che la moneta analizzata de visu sia tutta altra cosa, in pratica la palestra da cui partire; non sempre però ciò è possibile. L'evento di Riccione spero mi fornirà occasioni di acquisto in grado di migliorare la mia capacità di analisi e perché no, di togliermi pure qualche "voglietta". Un saluto
    2 punti
  4. Oggi vorrei presentarvi questa moneta che ho acquistato di recente: Si tratta di un denario del peso di 1,94 grammi e del diametro massimo di 19.93 mm. Purtroppo, la moneta, oltre ad essere in bassa conservazione, ha anche una perdita di sostanza da ore 8 a ore 10 (quasi un distacco lineare ad andamento verticale) che non la deturpa, ma che anzi mi ha consentito di buttare un occhio al suo interno per studiarmelo. Se l’ho classificato correttamente dovrebbe trattarsi di un denario di Elagabalo, il RIC IV 140: D/ IMP CAES M AVR ANTONINVS AVG: busto di Elagabalo volto a destra, laureato, drappeggiato e corazzato R/ SALVS ANTONINI AVG: la Salus, in abito drappeggiato, stante a destra, nutre (da un piatto che tiene con la mano sinistra) un serpente che tiene fermo sul petto con la mano destra. Zecca di Roma. Data di emissione indeterminabile secondo il RIC durante l’intero regno di Elagabalo (218-222 d.C.) Rarità: C Giusto per orientarci, ecco un esemplare tratto da Wildwinds: Certo tutta una altra storia... Come avete visto, il mio e’ un denario suberato. E questo e’ stato il motivo che mi ha spinto all’acquisto, complice anche un costo davvero basso, poco più di una pizza al salamino piccante, la mia preferita. Non avevo ancora un esemplare suberato in collezione e, peraltro, non avevo ancora nulla di Elagabalo. Quale occasione migliore quindi? Devo dire che trovo l’effigie di Elagabalo molto bella, pur con tutti i limiti di una conservazione certo non ottimale. Il ritratto e’ quello di un giovane adolescente, dai lineamenti delicati e dallo sguardo fermo, ma non autoritario; una immagine che certo non fa intravvedere gli eccessi di cui, secondo gli storici antichi, si rese protagonista durante il suo regno. Trovo che la malachite che emerge dal bronzo, con quella particolare forma e disposizione, dia un particolare fascino al volto che quasi delinea senza deturpare. Poi, quel verde brillante crea un bel contrasto con il grigio perlaceo dell’argentatura residua. Il rovescio e’ assai particolare. E’ praticamente tutto di rame scuro (di colore “bronzeo”, appunto), con aree rossicce ed un po’ rilevate di cuprite tra ore 10 ed ore 12. Il rivestimento argenteo si e’ quasi del tutto perso nella lunga strada percorsa dalla moneta prima di giungere nelle mia mani; residua solo un piccolo lembo tra ore 4 e ore 5, con il bordo leggermente sollevato, quasi che stia per staccarsi anche lui per liberare del tutto l’anima di rame della moneta da cui emerge, confusa e nebulosa l’immagine della Salus e del suo serpente. Questa e’ una Salus particolare; e’ una SALVS ANTONINI AVG. Qui il rovescio si riferisce all’imperatore come garante del benessere (in senso lato) della dinastia degli Antonini di cui faceva parte anche lui dopo che il capostipite della famiglia severiana, Settimio Severo, si era autoproclamato figlio di Marco Aurelio e fratello di Commodo, attribuendo il nome di Antonino al suo figlio maggiore Caracalla. Credo che il nome Antoninus associato ad Elagabalo risalga ai momento dello scontro con Macrino, quando le “siriane” Iulia Maesa e Iulia Mamaea, iniziarono a complottare per la salita al trono del rispettivo nipote e figlio sostenendo che fosse figlio naturale di Caracalla. Per orientarci, ecco l’albero genealogico dei Severi: Torniamo alla Salus. Quella che vediamo qui è la rappresentazione più comune della Salus a partire da questo momento in avanti. La dea e’ in piedi ed e’ colta nel gesto di tenere stretto contro il petto il serpente (che con le sue spire pare dimenarsi tra le sue braccia) per poi spingerlo verso il piatto che tiene in mano per nutrirlo. Ho letto (ora non ricordo dove) che il gesto (piuttosto irrealistico) ricorda un po’ quello che fanno i bambini quando per gioco cercano di dare da mangiare agli animali domestici come se fossero bambole. Non entrerò nel merito del significato e del ruolo dei suberati (sui quali tanto si e’ scritto e tanto si scriverà) in quanto ciò esula dalla discussione che vuole essere soprattutto descrittiva. Il nome “suberato” deriva da “sub” ed “aes” ed indica una moneta di rame rivestita di argento. Viene talora indicata anche con il termine francese “fourré ” che a me, onestamente, piace e che si può tradurre con “farcito”. Mi piace perche’, forse, mi fa venire in mente i wafers che adoravo da piccolo e che mangio tutt’ora quando ne ho l’occasione… Il rivestimento, infatti, poteva avvenire applicando una sottile pellicola di argento sul tondello di metallo vile con pressione a freddo e successivo riscaldamento alla temperatura di fusione dell’argento, appena di poco inferiore a quella del rame, consa che avrebbe consentito l’adesione dei foglietti. Una altra tecnica era quella del “bagno”, che consisteva nell’immergere in tondello riscaldato nell’argento fuso. Insomma, tipo un "Oreo" come questo (il suggerimento e’ di mia figlia): Ora proviamo ad analizzare l’interno della moneta guardandolo proprio nel punto in cui vi e’ la perdita di sostanza. Ho provato a fare una foto con i miei scarsi mezzi e con la mia poca competenza (non chiedetemene un’altra, di meglio non posso fare) ed ecco cosa e’ saltato fuori. Per orientarci, la parte superiore corrisponde al dritto. Pare di rilevare tre strati (a mo’ di wafer, appunto) che io l’ho interpretato così. Partendo dall’alto, il primo strato, piuttosto sottile, dovrebbe essere l’argentatura che sul dritto e’ ancora ben rappresentata (ed in particolare lo e’ in quel punto). Il secondo, più spesso, dovrebbe essere l’anima di bronzo Il terzo (di spessore intermedio tra i precedenti) ipotizzo che possa trattarsi della patina del bronzo del rovescio, anche perché in questo punto l’argentatura e’ saltata (chissà quando, ma non penso da poco, visto comunque lo spessore). Penso che sia la patina perché anche questa, lì sul margine, pare staccarsi. Un ultimo accenno al peso. I denarii ufficiali sotto Settimio Severo avevano un tenore medio di argento di 50,78% e contenevano quindi fino a 1,72 grammi in media di fino (dati tratti dai lavori di Walker del 1978 e di Carradice del 1983 e riportati da Savio in “Monete romane”). Qui siamo pochi anni dopo e credo che si possa considerare una percentuale di fino del 50% circa. A conferma di ciò, cercando sul nostro forum ho letto che Prieur, per i denarii di Elagabalo coniati a Roma, ha calcolato in media un peso di 3.38 grammi con un tenore d’argento del 50% e, tra essi, quelli della tipologia SALVS ANTONINI AVG hanno un peso di 3.05 g. Guardando su OCRE, la media dei pesi su 11 esemplari di SALVS ANTONINI AVG e’ di 3,08 grammi (sebbene su pochi esemplari, in linea con quanto trovato da Prieur). Ora il mio denario pesa 1,94 grammi, nettamente sottopeso; tuttavia, bisogna considerare anche la perdita di sostanza che sicuramente incide nella determinazione. Ora vi lascio. La famiglia mi reclama. Vado a fare colazione con gli amati wafers. Da Vardacate, buona lettura (spero) e buona domenica. Stilicho
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  5. Buongiorno agli abitanti della sezione, normalmente mi interesso di monete, ma mi è capitato di trovare in casa questo libro del 1842 di cui non so nulla, ho letto solo essere la prima stampa italiana del libro fatta a Prato, nè se ha un valore, nè se è un libro di scarso interesse, spero di non aver sbagliato sezione, ma siccome ho visto che ci si occupa un po' di tutto qui ho fatto un tentativo, nel caso mi scuso con voi preventivamente. Potreste darmi qualche indicazione? Grazie a tutti voi.
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  6. Lo ho ordinato e dovrebbe arrivarmi, penso, la settimana prossima
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  7. Non proprio, e mi spiego meglio. Alcune tipologie di banconote emmese sin dall'inizio del secolo scorso, tipo le tue tanto per capirci, hanno numeri di serie composti da lettere e numeri o da soli numeri. Il tuo biglietto da 100 Pesetas del 1928 è stato emesso sia con il numero di serie avente la lettera A all'inizio che " sin serie" cioè composto da soli numeri. In questo caso il valore della banconota aumenta, ed anche di molto, un sin serie fior di stampa ha un valore di catalo di 200 euro mentre un serie A arriva a 35. Ma come ti ho detto non sono tutte così, ad esempio i biglietti da 500 e 1000 Pesetas, sempre del 1928 sono tutti emessi sin serie, mentre quelli da 25 e 50 hanno tutti la lettera A. Non mi chiedere il perchè... In Italia le numerazioni delle serie sono diverse rispetto alla Spagna, ma anche qui, a seconda del periodo storico ( antiche banche, Regno, Repubblica etc.) possono essere composte da soli numeri o da lettere e numeri, ma comunque per ogni tipologia mai in modo misto, come ad esempio i tuoi 100 Pesetas. Spero di esserti stato di aiuto. Hasta pronto
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  8. Penso proprio che aspetterai...? Ti posso dire che dopo quello che ho visto ed ho ascoltato nell'ultimo incontro, come diciamo dalle nostre parti,....me già fatte ‘a croce cu ‘a mana smerza?
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  9. Infatti, urge un messaggio privato di aggiornamento!
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  10. A 200€ si può prendere un qFDC, ma io non prenderei questo. Per me qFDC è un giudizio largo per questa moneta. Tanti segni e quelli al collo sono profondi.
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  11. Ciao, le linee a cui faccio riferimento in questo post sono molto sottili (serve un ingrandimento molto forte e bisogna un po' giocare con l'inclinazione della moneta e della luce per vederle) e non si riscontrano in tutte le monete. Quest'ultimo elemento secondo me può essere dovuto a vari elementi: (a) queste sottilissime linee venivano incise nella matrice. Per arrivare dalla matrice alla moneta ci devono essere tre passaggi di trasferimento delle impronte: (1) matrice -> punzone riproduttore (2) punzone riproduttore -> conio e (3) conio -> moneta. Ora in questi tre passaggi elementi sottilissimi e poco incisi come queste linee si posso "perdere"; (b) questa tecnica delle "linee di riferimento" non è detto che fosse impiegata da tutti gli incisori della Zecca. Potrebbe essere che molti andassero "ad occhio" oppure utilizzassero altre tecniche. Io le ho riscontrate con maggiore frequenza nelle 100 lire degli anni '70. Per quanto riguarda la 100 lire 1975, hai visto bene. Come ho spiegato nel post iniziale, le prime due cifre erano già presenti nel punzone tipo e quindi nella matrice. In quest'ultima venivano aggiunte (singolarmente) le ultime due. Se fai un confronto trasversale dal 1955 al 1989 ti accorgerai la costanza in termine di posizione delle prime due cifre "19" e la variabilità delle ultime due cifre. Questo effetto, si nota giustamente di più nella terza cifra, come hai fatto tu, perchè la terza doveva essere riproposta per anche 10 anni di fila. Non è un caso che le varianti sulla data (es. "7" ad uncino, 50 lire 1988 grandi e piccoli, 50 lire 1975 con 5 lungo, etc.) coinvolgano sempre una o entrambe le ultime due cifre e in anni con una forte tiratura. Questo perchè una elevata tiratura, per essere coperta richiedeva più matrici e se nel rifare la seconda matrice non veniva utilizzato lo stesso identico punzoncino utilizzato nella prima matrice si generava una variante. Questo effetto del posizionamento sfalsato delle ultime due cifre è eclatante nelle 20 lire 1982. Osserva le ultime due cifre come sono visibilmente più in alto rispetto le prime due. Se fai un confronto con un'altra 20 lire 1983 ci si accorge immediatamente del fenomeno e noterai una cosa che nel 1983 le ultime due cifre sono allinate con le prime due, ma la dimensione del carattere è di un notch inferiore Di queste particolarità la nostra monetazione ne è piena...
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  12. Probabilmente si, in un film di Jackie Chan ? Tornando seri, per quanto concerne lo stato di conservazione della moneta, secondo me lo SPL+ ci sta.
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  13. Se ci fate caso tutta l'improntra tra ore 5 e ore 9 compresa la Mole Antonelliana risulta coniata male (poco nitida)proprio per la differenza di spessore del tondello all'origine, quindi credo che l'anomalia sia scaturita proprio da un tondello imperfetto.
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  14. Da sinistra: N°1 - Medaglia devozionale, bronzo/ottone, del XVIII sec. probabile produzione romana. D/ Busti accollati di S. Pietro e S. Paolo apostoli. R/ S. Venanzio martire di Camerino. N°2- Medaglia devozionale lauretana, bronzo/ottone, del XVIII sec. D/ La Madonna di Loreto con ricca dalmatica. R/ La Santa Casa con sopra la Madonna e Gesù Bambino. N°3- Medaglia devozionale Francescana, bronzo/ottone del XVII sec.- D/ Madonna seduta su trono con Gesù Bambino, raggiata, anepigrafe.- R/ S. Antonio da Padova con Gesù Bambino e giglio nella mano sx , anepigrafe. Ciao Borgho
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  15. " non c' era un attimo da perdere : ecco che nave picchia contro nave col rostro " . Così nella tragedia ' I Persiani ' di Eschilo ( 525-456 a.C. ) in Persia, il messaggero, dice alla madre di Serse dell' inizio della battaglia navale di Salamina .
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  16. Chiudo provvisoriamente la discussione ove ormai si è già detto tutto, rimandando a successive decisioni l'eventuale riapertura
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  17. Mi consenta ma sono totalmente in disaccordo con quanto da lei affermato. Trovo giusto che lo Stato intervenga e punisca in maniera esemplare chi compie scavi illegalmente, deturpando in maniera irreversibile il nostro patrimonio storico, artistico e culturale. Tuttavia, non credo sia giusto mettere sulla graticola l'intera categoria dei collezionisti, demonizzandola in maniera così gratuita. Non credo debba essere ritenuto un crimine se qualcuno desidera comprare una moneta antica in un'asta o da un venditore che ne certifichi la lecita provenienza. Ricordo che il collezionismo numismatico esiste da secoli (anche il buon Petrarca le raccoglieva) e tanti privati, con le loro pubblicazioni/studi, hanno contribuito in maniera importante alla scoperta e divulgazione di numerosi aspetti legati a varie monetazioni. Inoltre, diverse collezioni private sono finite in mano a musei, entrando a far parte del patrimonio dello Stato. Qualora il collezionismo privato venisse, di fatto, messo al bando sarebbe una grave perdita, in quanto verrebbe a mancare quell'interscambio che da sempre garantisce una fonte di arricchimento culturale. P.S. Ci tengo a precisare che non colleziono monete antiche, anche se ne apprezzo il fascino.
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  18. Al di là del contenuto del post, che mi fa molto ridere per l'apparente ingenuità dell'a., mi chiedo ancora perché la moneta debba avere una fisionomia diversa rispetto agli altri beni culturali. Molte classi materiali, "artistiche" o non, potevano essere prodotte, come si è detto con un termine inappropriato, "in serie" (dalle statue al vasellame). Ogni moneta ha tantissimo da raccontare ed è giusto che si faccia di tutto perché questa storia venga raccontata: benedetto il giorno in cui si è deciso di equiparare il bene numismatico agli altri bbcc, dunque. L'interesse dello Stato dovrebbe essere quello di preservare il più possibile in vista di un futuro studioso che raccolga, censisca, misuri e faccia tutte le analisi necessarie con una mole di dati quanto più grande possibile. I collezionisti, con il loro narcisismo, per quanto mi riguarda, fanno solo dei danni immensi.
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  19. A titolo di cronaca posto i disegni presenti sul Cagiati.
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  20. @stilicho Ciao. Ti può essere utile questa foto di un tetradramma suberato di Alessandro Magno per vedere quali colori si possono sviluppare in superficie nel tempo. Alexander the Great fourree tetradrachm, 13.9 g (compared with about 17.0 g for authentic specimens), copy of posthumous tetradrachm from Amphipolis, Macedonia, c. 315-294 BC, M.J. Price 486. Le fratture nella placcatura d'argento espongono il sottostante nucleo di rame/bronzo e rivelano la natura del pezzo. Lo strato di color arancione è il nucleo di rame e quello di colore verde è lo strato di eutettico che separa la placcatura d’argento dal nucleo di rame. L’eutettico è una miscela costituita da circa 72% d’argento e 28% di rame, composizione che ha il punto di fusione più basso rispetto a quelli delle miscele di tutte le altre composizioni e ha la caratteristica di comportarsi alla fusione come un composto puro. Non si può stabilire se lo strato di eutettico fosse una saldatura d'argento e rame applicata per consolidare il rivestimento d'argento al sottostante nucleo di rame oppure si fosse formato quando il tondello rivestito d’argento è stato riscaldato, parzialmente fuso e quindi è diffuso all’interno del rame. In entrambi i casi il rivestimento si pensa sia stato applicato prima che la moneta fosse coniata, dato che in altro caso i dettagli del disegno sarebbero stati compromessi. apollonia
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  21. Miza buongiorno provo a darti qualche informazione: Sia nelle 100 lire che nelle 50 lire, nella coniazione del 1975 esiste la data "normale" e la variante denominata 7 ad uncino e 5 gambo lungo, quindi nel tuo caso hai a che fare con uno delle due differenze. Per quanto riguarda le linee visibili sulla data, di cui parlava Andrea, queste per poterle individuare (su alcune monete) bisogna utilizzare una lente con un buon ingrandimento, io ad esempio utilizzo una lente focale derivante da un microscopio che posiziono direttamente a contatto con l'occhio. Secondo un mio parere, le monete su cui sono visibili queste linee, molto probabilmente sono le prime coniate ovvero "conio fresco".
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  22. Qui forse c’è la versione completa 2008-2013: https://archive.org/details/SurveyOfNumismaticResearch2008to2013/mode/2up Ai può trovare anche qui: https://www.inc-cin.org/assets/pdf/survey08-text.pdf d
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  23. Taglio: 2 cent Nazione: Olanda Anno: 2014 Tiratura: 530.000 Condizioni: BB++ Città: Milano Note: NEWS!!!
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  24. Da: https://www.cronacanumismatica.com/gli-speciali-di-cn-le-monete-della-serie-impero-un-po-di-storia-e-di-chiarezza/ Che diametro ha 100 lire del ‘36 postata? d
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  25. taglio: 1 cent paese: olanda anno: 2013 tiratura: 200.000 condizioni: spl città: trieste
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  26. taglio: 1 cent paese: finlandia anno: 2011 tiratura: 755.000 condizioni: bb città: trieste note: NEWS!!
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  27. Compagna di Artemide e consacrata alla dea, Callisto (“La più bella”, come dice il nome) aveva fatto voto di restare vergine. Ma Zeus, innamoratosi di lei come la vide riposarsi in un bosco, riuscì a sedurla dopo aver preso le sembianze della stessa Artemide dato che Callisto fuggiva tutti gli uomini. Un giorno Artemide e le sue compagne decisero di bagnarsi a una fonte e Callisto, che era incinta, dovette svestirsi svelando la sua colpa. Incollerita, Artemide la cacciò e la trasformò in orsa. Altri dicono che Zeus, per farla sfuggire all'ira della moglie, oppure Era stessa, per aver scoperto l'ennesimo tradimento del marito, trasformarono Callisto in orsa. Era vendicò poi l'offesa subita convincendo Artemide a colpire l'orsa con una freccia. Zeus mandò Ermes a salvare il bambino Arcade dal seno di Callisto morente, affidandolo a sua madre Maia sul monte Cillene. Un'altra leggenda narra che Callisto, divenuta orsa, fu presa da certi pastori che la consegnarono col figlioletto al padre di lei Licaone, il quale, in un banchetto in onore di Zeus, gl'imbandiva le carni del bambino; ma Zeus le respingeva inorridito, fulminava la casa, cambiava Licaone in lupo, e faceva risuscitare il bambino che consegnava a un pastore. Una versione della morte di Callisto connessa al figlio Arcade è che questi, oramai quindicenne, s'imbatté nel corso di una battuta di caccia nell'orsa e, proprio quando stava per ucciderla, intervenne il padre degli dei, trasformando madre e figlio nelle costellazioni dell'Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. La gelosa Era, ancora adirata, ottenne dal dio Oceano che le nuove costellazioni non potessero mai tramontare. apollonia
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  28. @Oppiano Il commercio e il collezionismo di monete è solo fine a se stesso, funzionale a una mera compravendita di beni di lusso che ancora qualche vecchio trombone fa molta fatica a chiamare beni culturali. Di starle a spiegare e dimostrare quanto è dannosa l'avidità di certi personaggi nel vendere oggetti che sono stati palesemente trafugati da contesti altrimenti intatti e preziosi per la ricerca, in un luogo dove è facile cadere nel sicofantismo e nella denuncia facile di qualche personaggio con la coda di paglia, sinceramente, farei a meno. Stia pur certo che i "giovani" che intendono avvicinarsi a questo mondo, se forti di una solida formazione archeologica e di amor patrio, spontaneamente si allontanerebbero dal collezionismo di monete antiche per apprezzare la numismatica dietro le teche di un museo e sostenere gli sforzi di uno Stato che, nonostante le scarse risorse e l'ignoranza dei vertici, cerca di porre un freno a questo schifo. Altrimenti, privi di ogni scrupolo, questi giovini non si farebbero problemi a investire i loro quattrini in monete rare.
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  29. Ciao un bel bb a mio avviso. Mi sembra tutto normale Saluti
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