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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/19/22 in tutte le aree
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Un esemplare di statere di Corinto ( 405-345 a.C. ) 8,48 g , nella particolare tipologia con al diritto Pegaso a terra e pascente, classificato Calciati Pegasi 179 . Sarà il 18 Ottobre in vendita Kunker 376 al n. 4586 .2 punti
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nel 68 io ero un hippy e ho fatto il giro d'europa in autostop. che bei tempi, e non lo capivo. poi invecchiando ho preso il 4 zecchini.2 punti
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In questo thread vorrei raccogliere informazioni e discussioni sulle 2 € "speciali" di solidarietà all'Ucraina. Fin'ora abbiamo l'emissione di quest'anno dell'Estonia, ideata da Daria Titova, giovane profuga ucraina studentessa di belle arti in Estonia. L'immagine rappresenta una ragazza (simbolo di tenerezza, secondo l'autrice) coi capelli adornati da fiori che protegge un uccellino, affiancata a spighe di grano. Poi c'è l'emissione prevista l'anno prossimo dalla Lettonia, con un girasole che insieme al grano è uno dei classici simboli dell'Ucraina. Fatto salvo il piccolo errore sul bozzetto lettone, entrambe riportano in alto la scritta "Slava Ukraini" (in traslitterato ufficiale Slava Ukraïni) che vuol dire "Gloria all'Ucraina": non è uno slogan inventato durante l'attuale guerra ma un saluto tradizionale usato dal XIX secolo, a cui spesso si risponde "Herojam slava" ovvero "Gloria agli eroi".1 punto
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Segnalo questo interessante esemplare di Ottavo di scudo della croce a nome del Doge Pesaro che sarà esitato nella prossima asta Hirsch del 23/9: Lotto 2930. ITALIEN-VENEZIA, REPUBBLICA Giovanni Pesaro. 1658-1659, Ottavo di Scudo d. Croce o.J. (Mmz. BV = Benardino Vizzamano). Kreuz mit Weinblättern. Rs: Markuslöwe in verziertem Schild. Montenegro 1791 vgl. Paolucci 9. Hübsche Tönung. Kleine Randausbrüche. 3,78 g. RRR ss Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pesaro Figlio di Vettor ed Elena Soranzo, uomo ricchissimo, fece una rapida carriera nell'amministrazione pubblica venendo eletto più volte senatore e consigliere, giungendo a ricoprire in un paio di occasioni la carica di Vice-doge. Nonostante tutti questi onori numerose macchie infamanti oscurarono a lungo il suo nome: nel 1642 aveva abbandonato la guarnigione di Pontelagoscuro all'arrivo dei nemici nonostante ne fosse il comandante, durante gli anni successivi s'era macchiato di malversazione ed appropriazione indebita. Durante un rettorato in terraferma aveva rubato dalle proprietà dei suoi amministrati. Vedovo di Lucia Barbarigo, si diceva che avesse sposato una governante dai facili costumi. Il fratello venne bandito a vita per numerosi crimini. Eppure, pur con queste macchie, il Pesaro era riuscito a risalire pian piano la china e poco prima, con un lungo discorso al Maggior Consiglio, aveva convinto i nobili, titubanti, a proseguire la guerra offrendo egli stesso 60.000 ducati. Questo nuovo atteggiamento gli fruttò grandi consensi tra le famiglie aristocratiche e gli permise di candidarsi allo scrutinio del 1658. L'8 aprile 1658 riuscì sin dal primo scrutinio ad imporsi sugli altri, grazie all'appoggio della maggior parte dei nobili. Sofferente da tempo di problemi di salute, nel giugno del 1658 venne colpito da una malattia sconosciuta e perse tutti i denti. Il doge Pesaro morì il 30 settembre 1659 dopo soli diciassette mesi di governo e venne sepolto con grande pompa nella basilica dei Frari, dove gli fu poi eretto un sontuoso monumento. d1 punto
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Ciao @Betto, se posti foto del dritto e del rovescio della moneta con i dati ponderali sicuramente ti arriveranno pareri a tal proposito?. ANTONIO1 punto
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Vuoi per il periodo storico che per lo stile delle emissioni, di sicuro è di gran fascino. In questo arco temporale ti imbatteresti nei Possedimenti Coloniali, Protettorati e via discorrendo, che già di per se potrebbe essere tematica a se stante ?...1 punto
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Ciao! Certo che serve, ma le immagini postate da Matteoi paiono ben diverse da quelle postate da Adrea PD1 punto
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Polizia di Stato sono in BI da un paio di giorni; Falcone e Borsellino probabilmente per inizio settembre1 punto
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Buona giornata Mattia. Hai ragione a dubitare, perché dalla immagine postata, mi sa proprio che sia un falsone. Lo zecchino in argento fu coniato, ma era un "pataccone" da quasi 45 grammi e non era a nome del Doge Giustinian. Dovresti darci il peso ed il diametro nonché postare anche l'altra faccia. Saluti Luciano1 punto
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A Milano solo rotolini della Polizia di Stato. Non hanno informazioni per gli altri.1 punto
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C'è l'imbarazzo della scelta?....credo che il collezionismo filatelico potrebbe essere rilanciato o rinnovato promuovendo le collezioni tematiche. Infatti in futuro vorrei abbinare alla mia collezione di banconote a tema Prima e Seconda guerra Mondiale anche i francobolli...vediamo se ci riesco?1 punto
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Vero,a far scattare la passione in me è stato proprio un falso che trovai da ragazzino in un vigneto del nonno di un mio carissimo amico,lo tenuta per anni da parte facendola vedere a familiari e amici,ma poi ebbi l'amara conferma da parte del compianto Sig. Traina che si trattava di un gadget di un'agenzia di assicurazioni,la Mediolanum di Milano,che regalava ai suo clienti negli anni '70... https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/b444/b444.html1 punto
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Nomos AG > obolos 24 Auction date: 21 August 2022 Lot number: 607 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: Constantius II, 337-361. Centenionalis (Bronze, 22 mm, 6.55 g, 5 h), Antioch, 3rd officina (Γ), 350-355. D N CONSTANTIVS P F AVG Pearl-diademed, draped and cuirassed bust of Constantius II to right. Rev. FEL TEMP REPARATIO / Γ/ANΓ Helmeted soldier to left, shield on left arm, spearing fallen horseman who is bearded and falls over the neck of the horse. LRBC 2623. RIC 135. Minor porosity, otherwise, nearly extremely fine. Starting price: 40 CHF1 punto
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Eh, si, ne andavo orgoglioso, dopo la fatica che ho fatto per completare la collezione, sigh!1 punto
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E magari qualcuno dei ladri o dei loro eredi avrà chiesto qui il valore della tal moneta... ?1 punto
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Purtroppo in collezione ho pochi pezzi cecoslovacchi. Devo riprenderla quella mondiale... pensa che gran parte dei francobolli che ho collezionato fanno parte di scambi con altri collezionisti all'estero oppure da viaggi e acquisti. Certo che quelli di Zanzibar non scherzano in quanto a bellezza?:1 punto
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Ecco alcuni dei miei falsi da 10 lire (tutti quelli nella bustina,in centro c’è un esemplare originale). I falsi sono quasi tutti con asse sfasato e peso nettamente calante. Le date spesso nemmeno si leggono o comunque riportano date “anni 50”1 punto
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In verità, la situazione è un po' più complessa. La stragrande maggioranza degli assi repubblicani presenta la medesima iconografia, con Giano al dritto e la prora navis al retro. Siccome si tratta di numerose e diversificate emissioni, il loro peso varia mmolto di più. Nel tempo, il peso delle monete a valore intrinseco è infatti sceso da un massimo di 312 grammi (per la prima serie fusa: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB9/1 ) a un minimo di 5 grammi (per uno degli ultimi assi coniati: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G137/4 ) Esistono tuttavia anche emissioni a valore fiduciario, attribuite alla zecca di Luceria, che presentano un peso di soli 2 grammi ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B29/26 ; anche a Canosa si coniavano assi fiduciari, ma avevano un peso leggermente superiore, sui 3 grammi: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B32/8 ) Le emissioni di stile non ufficiale, oppure di peso inferiore ai 2 grammi, sono ritenute non ufficiali. La peculiarità della tua moneta non è quindi il peso in sé (moltissimi assi si attestano sui 15 grammi), ma la presenza del crescente al rovescio. Infatti, esistono solo due emissioni ufficiali con il crescente ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B8/1 e http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B47/1 ), ma il peso degli esemplari noti non scende sotto i 28 grammi, come puoi constatare nelle relative schede.1 punto
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Dall'Italia centrale, dalla Gallia e dalla Hispania provengono imitazioni di bronzi repubblicani, di cui Crawford (Unofficial imitations and small change under the Roma Republic, 1982) ha catalogato 128 tipi fra assi, semissi e quadranti, con peso da 1 a 23 g. Sono monete prevalentemente coniate, ma alcune risultano anche fuse. Furono prodotti per mancanza di numerario e, forse, anche per guadagno personale, dall'inizio del primo secolo avanti Cristo sino alla riforma monetaria augustea. Talvolta è difficile distinguerli dalle monete imitate; in altri casi hanno stile più scadente, peso inferiore, grafia retrograda di tutte o parte delle lettere di ROMA, simboli sconosciuti (bandiera, due delfini, uno strano piede, etc.) e tipi originali (Marte, cornucopia, ROMA a tutto campo, etc.) anche al D/. Molto frequenti le prore a sinistra. Gli esemplari ispanici presentano uno stile specifico. Puoi leggere qualcosa qui: Certo che hanno un valore, anche se sono in pochi a collezionarle1 punto
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Certo che potrebbe essere risolto con un regolamento piu’ equilibrato ma.. come in tutte le cose ci vuole la volontà. Suggerimenti e ottimi legali e tecnici non mancano ma senza un indirizzo e una volontà politica non si puo’ sperare che le cose cambino da sole .. ci deve essere una visione che comprenda tutti gli aspetti della questione : ok la tutela ma anche la valorizzazione delle collezioni e soprattutto del collezionismo che - volenti o nolenti - e’ il motore che alimenta tutte le collezioni private e doprattutto pubbliche!?1 punto
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Alla fine ho leggermente "limato" il tuo suggerimento; cerca cerca, effettivamente solo Gordiano pare aver emesso una moneta con la Vittoria in piedi verso sinistra, con mano su uno scudo, ramo di palma nell'altra e prigioniero seduro ai piedi a sinistra, e sono le monete RIC 338 e RIC 337. Queste sono molto simili, ed entrambi sono sesterzi (diametro da 28 in su, peso da 16 in su), quindi non andrebbero bene, per motivi dimensionali. Ho però trovato un RIC 337b che è un asse (due esemplari su ACsearch...), con 23 mm di diametro e 9 grammi di peso. Considerando che alla mia moneta manca un bel po' di materiale, un 2-3 grammi può anche averli persi, nel corso della sua vita. Pertanto direi di identificarla con un RIC 337b: https://www.acsearch.info/search.html?id=7688340 Grazie a tutti!1 punto
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Selva di Teutoburgo ( Kalkriese-Niewedde a circa 150 Km. da Xanten ad Est del Reno , localita’ tra i fiumi Ems e Weser , in piena Germania ) , anno 9 d.C. , tre Legioni romane , la XVII , XVIII e XIX , con gli ausiliari , per un totale approssimativo di circa 25/30.000 uomini , agli ordini di Publio Quintilio Varo , sono quasi completamente distrutte in una imboscata , tesa dai Germani del traditore Arminio ; queste tre Legioni erano composte dai migliori legionari per forza ed esperienza che Roma in quel momento possedeva , ma furono affidate da Augusto ad un uomo con scarsa esperienza di guerra , che principalmente si doveva occupare di problemi amministrativi volti ad istaurare contatti diplomatici con le popolazioni germaniche , di cui Arminio doveva essere il principale intermediario . Apparteneva a questo sfortunato esercito romano il Primo Centurione della prima centuria , Marco Caelio della XVIII Legione , ucciso nell’imboscata ed onorato postumo dal fratello Publio Caelio probabile commilitone e scampato alla strage , successivamente al probabile ritrovamento delle sue ossa , forse riconosciute in base a particolari dell'abbigliamento o decorazioni di Marco , in quanto la lapide ci dice contenere le sue ossa , o forse , se e’ un cenotafio , solo in senso figurato . Questa famosa lapide alta 137 centimetri , l’unica riferita alla memoria di un primo Centurione di quell’ esercito , oltre che al ricordo della battaglia , fu trovata nell’odierna Xanten , l’antica Castra Vetera , fortezza legionaria della XVIII sul confine renano . Marco Caelio e’ raffigurato con le sue numerose decorazioni militari , segni del suo valore e del grado , si notano infatti : corona civica , collana , medaglioni sulla corazza e bracciale , oltre al vitis che tiene in mano quale simbolo dei Centurioni primipili ; ai suoi lati si vedono i ritratti con scritte dei suoi due Liberti , schiavi affrancati , chiamati : Privatus e Thiaminus ; ma vediamo ora cosa ci tramanda l’ iscrizione purtroppo incompleta del pluridecorato primo Centurione Marco Caelio , della Legione XVIII , incisa in caratteri tipici dell’epoca : M CAELIO T F LEM BON O LEG XIIX ANN LIII S CIDIT BELLO VARIANO OSSA LIB NFERRE LICEBIT P CAELIVS T F LEM FRATER FECIT. Che possiamo all’incirca tradurre : Marco Celio , figlio di Tito della tribu’ Lemonia , nativo di Bologna …….O……della Legione XIIX di anni 53 (e mezzo) ? , fu ucciso nella guerra Variana , (la lapide contiene le sue) ? Ossa e (quelle dei suoi Liberti) ? , pure messe , Publio Celio , figlio di Tito , della Tribu’ Lemonia , fratello di Marco , fece . Dal testo di questa emozionante lapide , testimone di un tragico evento di guerra di 2000 anni fa , si conosce con certezza che i fratelli Marco e Publio Celio erano originari di Bologna e di probabile etnia Etrusca , in quanto il Cognomen Caelio , e’ tipico Etrusco , vedi ad esempio Caelio Vibenna , un condottiero etrusco che nel VI secolo a. C. conquisto’ Roma . Sotto la lapide funebre di Marco Celio1 punto
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Buongiorno , l' Honos in generale , almeno quello rappresentato con cornucopia e ramo d' ulivo come la tua moneta , rappresenta solo l' aspetto morale e incorruttibile degli antichi romani , con riferimento in particolare agli uomini della Repubblica ; d' altra parte sarebbe poco comprensibile definire l' Honus come rappresentante della classe militare e presentarlo nelle monete con il ramo d' ulivo in mano come se fosse la Pax . Non si può escludere anzi, che questi caratteri allegorici siano piu' comprensibili per risalire ad una differenziazione nel culto tra Honus e Virtus , spesso associati , almeno nei Templi , essendo la Virtus sempre rappresentata con attributi militari : elmo , scudo e lancia , cioe' come divinità prettamente e solo guerriera . Quindi l' Honos rappresenta la moralita' o il merito di un individuo o della collettivita' , esasperata al massimo , tanto da destare ammirazione , stima e rispetto da parte altrui ; la Virtus (romana) invece rappresenta il valore , il coraggio espresso in battaglia .1 punto
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Il mosaico con l'iscrizione greca che attesterebbe il luogo della casa di Pietro a Betsaida - El Araj Excavation Project1 punto
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Un mosaico ritrovato a El-Araj farebbe parte della basilica tardoantica costruita sull'abitazione dell'apostolo. Questo consentirebbe di confermare la vera posizione della città di Betsaida È stata ritrovata la città di Betsaida, dove, secondo il vangelo di Giovanni, nacquero gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo? Gli archeologi del Kinneret College (Galilea, Israele) e del Nyack College (New York, USA) ne sono convinti, dopo avere ritrovato un'iscrizione a mosaico databile al VI secolo nel sito di El-Araj, nel nord d'Israele. IIl medaglione con un'iscrizione greca, scoperto dai ricercatori durante gli scavi di una basilica bizantina, fa riferimento al donatore "Costantino, servo di Cristo" e prosegue con una petizione a san Pietro "capo e comandante degli apostoli celesti". Questo mosaico si aggiunge a una lunga lista di altri reperti del sito, che secondo l'équipe fornisce la prova definitiva che il sito sarebbe effettivamente la città di Betsaida, citata nei Vangeli, a nord del Lago di Tiberiade. Il medaglione è statao trovato scavando a pochi metri dalla riva settentrionale del Mar di Galilea, ad El-Araj, riferisce il notiziario online della Biblical Archaeology Society. Non è la prima iscrizione a mosaico che il team, guidato dai professori Mordechai Aviam e Steven Notley, ha scoperto nella basilica bizantina. Tuttavia, potrebbe essere la più importante. L'iscrizione fa parte di un più ampio pavimento a mosaico nel diaconion della chiesa (una sorta di sacrestia), in parte decorato con motivi floreali. Secondo Notley, "questa scoperta è il nostro più forte indicatore del fatto che Pietro era particolarmente associato con la basilica, che probabilmente era dedicata a lui, poiché la tradizione cristiana bizantina identificava abitualmente la casa di Pietro a Betsaida, e non a Cafarnao come accade oggi". Questa identificazione è supportata da molti diari di viaggio di epoca bizantina, tra cui quello dell'VIII secolo di Willibald, vescovo di Eichstätt, che si fermò a Betsaida per visitare la chiesa degli Apostoli, costruita sopra la casa di Pietro e del fratello Andrea. "Ora possiamo dire con certezza che questa è la chiesa visitata da Willibald, che per lui è Betsaida, quindi lo è anche per noi", ha detto Aviam. Allo stesso modo, in precedenti interviste, Notley aveva affermato: "Non ci sono altre chiese nelle vicinanze menzionate dai visitatori bizantini in Terra Santa, e non c'è motivo di dubitare che questa sia la chiesa degli Apostoli". Tra la fine degli anni 80 e gli anni 90 una equipe archeologica aveva individuato nella vicina Et-Tell sia il luogo della biblica Betsaida. Il team che sta scavando a El-Araj ritiene che la scoperta della basilica bizantina e dei reperti ad essa associati spinga la bilancia delle prove decisamente nella loro direzione. Il team archeologico e i traduttori dell'iscrizione, Leah Di Segni e Yaakov Ashkenazi, pubblicheranno a breve un articolo scientifico sul mosaico. Betsaida è citata più volta nel Nuovo Testamento. Il Vangelo di Marco narra il miracolo della guarigione di un cieco, il Vangelo di Luca colloca nelle sue vicinanze il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Nel Vangelo di Matteo Gesù rimprovera Betsaida poiché non s'è convertita nonostante abbia assistito a numerosi miracoli. "Uno degli obiettivi di questo scavo - ha spiegato Aviam, direttore archeologico dello scavo - era quello di verificare se nel sito fosse presente uno strato del I secolo, che ci permettesse di suggerire un candidato migliore per l'identificazione della Betsaida biblica. Non solo abbiamo trovato resti significativi di questo periodo, ma abbiamo anche trovato questa importante chiesa e il monastero che la circondava". I resti romani che sono stati scavati confermano la testimonianza di Flavio Giuseppe (Antichità Giudaiche 18:28) secondo cui il villaggio divenne una piccola polis chiamata Julias (Giulia). La città sarebbe stata distrutta da un terremoto nell’anno 749 mentre l'arrivo dell'islam nella regione ne avrebbe accelerato la decadenza. Gli scavi riprenderanno in ottobre, quando sarà completata la pulizia dell'intera chiesa con l'obiettivo di rispondere alla domanda sulle sue diverse fasi e forse di scoprire ulteriori iscrizioni Il sito di el Araj/Beit haBek si trova nella riserva naturale di Beteiha. Il progetto di scavo di El Araj è un progetto congiunto del Kinneret Institute for Galilee Archeology del Kinneret College e del Nyack College. Lo scavo è sostenuto dal Center for the Study of Ancient Judaism and Christian Origins (CSAJCO), dal Museum of the Bible, dalla Lanier Theological Library Foundation e dalla HaDavar Yeshiva (HK). https://www.avvenire.it/agora/pagine/archeologia-isralele-scoperta-betsaida-la-citta-natale-degli-apostoli-pietro-andrea-e-filippo1 punto
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In Biblioteca Numismatica ho pubblicato altri articoli del ‘68 a firma di Mauro Traina. d1 punto
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guardate... da questo venditore di ebay andatevi a vedere le altre... non commento oltre la provenienza affidabile non mi permetto di commentarla...non so quale sia... ma certamente la prenderei per sistemare il tavolo della sala che balla un po' ?1 punto
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Alcuni Notiziari esistono in forma cartacea ma, forse, non sono di rapido reperimento. Se non già fatto, consiglierei di contattare: [email protected] anche per avere un’idea dell’ultimo numero del Notiziario per il quale è presente la versione cartacea (sicuramente presente sino al n. 5/2014). d1 punto
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Io invece a quel tempo scrivevo già gli articoli sul giornalino della scuola ??1 punto
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Un raro esemplare di denario ( 3,66 g ) al nome L. Aemilivs Buca con testa laureata di Cesare / Venere con scettro e leggenda . Sarà il 18 Ottobre in vendita Kunker 376 al n. 4049 .1 punto
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Altro articolo dal medesimo quotidiano del 18/08/1986:1 punto
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Oggi vorrei proporvi un discussione con un taglio un po’ didattico, rivolta quindi inizialmente soprattutto ai neofiti, a chi si è appena avvicinato o si avvicina ora alla monetazione romana imperiale, ai semplici appassionati (un po’ come me), ai curiosi. Tuttavia, si spera che il risultato finale possa interessare anche gli utenti più navigati ed esperti. Ora, non è che voglia insegnarvi niente di particolare: io stesso, infatti, sono un "dilettante" e vi presento una moneta che non conoscevo affatto, che mi ha spinto ad approfondire e quindi a condividere con voi quanto imparato. Non farò altro, quindi, che ripercorrere con voi il percorso che ho fatto io. Spero si non "incasinarmi"; in questo caso (spero) mi perdonerete e mi corrigerete. Ma veniamo al dunque. Qualche giorno fa, girando in rete, mi sono imbattuto in questa moneta che mi ha incuriosito. Per ora vi do solo il dritto. Vediamo chi vuole lanciarsi a rispondere a queste semplici domande: Di che materiale pare costituita? Di che imperatore si tratta? Come e' il busto? La legenda cosa dice? Aspetto le vostre risposte. Buona serata da Stilicho1 punto
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Ma no, lì non verrebbe valorizzata abbastanza! Piuttosto la porterei da Sotheby's avrebbe la pubblicità che merita. Chi può dire di avere un anello premonetale in ORO e per di più con un'iscrizione in caratteri antichi, forse runici, dal significato ancora tutto da studiare? Neri-Angele docet1 punto
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@dareios it, @Asclepia, @Reale Presidio, @demonetis, e tutti gli Amici a cui piacciono queste minuscole monetine: Il 3 Cavalli 1789 SICIL appena aggiunto in Collezione ?1 punto
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Buongiorno a tutti. Alberto ho ricevuto la minuscola vicereale e la condivido con nuove immagini, dalle quali almeno io non scorgo tracce di legenda. Confermo il peso di grammi 0,651 punto
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Rispetto a tutte le vostre, le mie sono bruttine, e per qualcuno di voi non collezionabili... mi do tempo!1 punto
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Ho trovato una vecchia foto di gruppo dei miei Tarì 1798, le prime due file in alto sono gli esemplari "comuni", Il primo e il secondo della terza fila sono gli S rovesciate. Noterete il colore diverso nel metallo del conio A1 punto
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Buongiorno e buon inizio di settimana a tutti. Finalmente l'ho messo in Collezione! Tarì 1798 stessi conii del Dritto e del rovescio dell'esemplare presente nella Collezione del Dottor BOVI. Variante del mio esemplare per il rovescio diverso: La lettera M di Mannara è più grande.1 punto
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Se non ricordo male eri tu che scrivevi di monete marcate dai militari e fatte coniare appositamente per pagare i riscatti?1 punto
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Monetazione locale degli alleati Italia, 300-87 a.C. Un certo numero di città italiane continuò a coniare monete, soprattutto spiccioli, anche dopo la conquista romana, utilizzando gli standard monetarî romani. Le prime furono le quartoncie emesse da Cales e Cosa con lettere romane. Per tutto il III secolo furono emessi tipi locali di aes grave; Luceria, in particolare, emise bronzi sia proprî che romani (forse solo per soddisfare l'orgoglio civico), entrambi contrassegnati con L. Con la Seconda Guerra Punica le emissioni si diffusero e standardizzarono sul piede semilibrale (solo Brindisi emise bronzi post-semilibrali). Larino ricorse all'alfabeto latino locale (non romano). Dopo la Guerra Sociale le emissioni locali finirono, con l'eccezione di Paestum che continuò a emettere semissi sino alla prima epoca imperiale. Links: Sito di Ahala <http://www.flickr.com/photos/ahala_rome/sets/72157616036826936/with/3419529172/> Forse possono essere qui ricomprese anche alcune monete fuse molto rare che - sempre che non siano greche, e ammesso che non siano proprio romane - non possono che avere un'origine italica, come l'asse protome equina/leone con gladio (Turlow Vecchi 45) e l'asse Eracle/grifone (Turlow Vecchi 193) Links: Monetazione pseudo-ufficiale del bacino del Liri Lazio meridionale-Campania, 216-87 a.C. Le coniazioni pseudo-ufficiali del bacino del Liri si distinguono in tre gruppi: imitazioni di piccoli nominali ufficiali romani, emissioni con tipi proprî e rudimentali imitazioni di zecche straniere. Fra le caratteristiche comuni, le emissioni sono anepigrafiche o, comunque, recano legende che identificano persone e non luoghi; inoltre i pezzi in bronzo sono spesso associati a quelli in piombo. In particolare, è probabile che le monete del primo gruppo siano "falsi" prodotti per farli circolare unitamente ai tipi copiati, fra cui in particolare gli assi fiduciarî di Luceria (RRC 97/28) e Canusium (McCabe, infatti, ha individuato anche una versione di 4/6 grammi dell'asse RRC 100/1), cui quindi sarebbero coevi (211-208 a.C.); si distinguono per lo stile più povero (sebbene sia probabile che alcuni esemplari, riusciti meglio, prendessero effettivamente il posto di quelli ufficiali e, pertanto, non siano ormai più riconoscibili) e il peso inferiore (tra 2 e 3 grammi). Forse, quindi, furono tollerati o anche emessi da comunità locali, per sopperire alla carenza di spiccioli e, quindi, accettate "a peso", come once. Il secondo gruppo comprende emissioni con tipi proprî, che sicuramente erano già in circolazione nel 140 (data orientativa in cui naufragò una nave che li trasportava) e vi permasero sino al 90 (come attestano alcune riconiazioni ufficiali sopra di essi); probabilmente, scomparvero subito dopo. Probabilmente erano emissioni una o più autorità riconosciute. L'emissione più comune (circa il 14% dei pezzi censiti) è costituita dal bronzo Dioniso/pantera con tirso, tradizionalmente descritta come una biunx di Capua degli anni 216-211 (Grueber); Robinson invece l'attribuisce a una comunità in lotta contro Roma durante la campagna annibalica; Garucci infine l'attribuisce a Bolsena (luogo d'origine di molti ritrovamenti). Alcuni esemplari tuttavia sono stati trovati anche a Roma, Lungotevere Testaccio, uno in Spagna, molti infine dal bacino del Liri. È quindi probabilmente una coniazione pseudo-ufficiale di un'autorità ignota (Stannard), forse una coniazione di emergenza romana. Si tratta spesso di monete con tondello triangolare, ottenuto frazionando altre monete in tre parti. È caratterizzata da un immediato e progressivo declino ponderale da 9 a 2 g. Si ritiene che l'emissione termini con la Guerra Sociale; alcuni esemplari del gruppo più rozzo e leggero, infatti, sono stati datati a quest'epoca grazie alla sovraimpressione di quadranti romani. Il terzo gruppo, infine, comprende imitazioni rudimentali di emissioni straniere e si affianca a una consistente presenza delle stesse monete straniere autentiche, fra cui maggiormente presenti i nominali di Ebusus (Baleari) che coprono un periodo di emissione dalla fase antecedente alla Seconda Guerra Punica alla fine del primo secolo. Il principale riferimento è Stannard, Riconiazioni e monetazione imitativa nella tarda Repubblica, in "Monete Antiche", 2003. Links: http://web.me.com/clive.stannard/1/Publications.html Monetazione imitativa non ufficiale Italia, Gallia (cisalpina e transalpina) e Spagna, 100-27 a.C. Assi, semissi e quadranti, pesanti da 1 a 23 g, per lo più coniati (ma anche alcuni fusi), furono emessi in Italia centrale, Gallia e Hispania (questi ultimi con uno stile specifico) per mancanza di numerario e, forse, per guadagno, sino alla riforma monetaria augustea. Talvolta è difficile distinguerli; in altri casi hanno stile più scadente, peso inferiore, grafia retrograda di tutte o parte delle lettere di ROMA, simboli sconosciuti (bandiera, due delfini, uno strano piede, etc.) e tipi originali (Marte, cornucopia, ROMA a tutto campo, etc.) anche al D/. Molto frequenti le prore a sinistra. Il principale riferimento è Crawford, Unofficial imitations and small change under the Roma Republic, in "Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica", 1982, che cataloga 128 tipi. Altre monete sono recensite in Die Münzen der Römischen Republik im Kestner-Museum, Hannover. Links: Monetazione italica del bellum sociale Italia, 90-87 a.C. Sono questi i denarii (e gli stateri) emessi dai ribelli durante la Guerra Sociale. Si tratta oggi di monete rare (sebbene in origine dovette trattarsi di emissioni abbondanti) essendo state colpite, sotto Silla, dalla damnatio memoriae. Il principale riferimento è Campana, Corpus Nummorum Antiquae Italiae, 1992 - 2003 Links: http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRG Monetazione imitativa barbarica Dacia, Pannonia e Balcani, 75-40 a.C. Esistono numerose copie di denarî repubblicani rinvenuti in depositi orientali, sino alle attuali Ungheria e Romania. Spesso vengono indicate come imitazioni di origine celtica, ma non c'è ragione per attribuirle ai Celti (le tribù galliche, anche quando copiavano i tipi romani, li firmavano con il proprio nome); sono piuttosto produzioni geto-daciche. Per quanto specificamente attiene ai rinvenimenti in Romania, considerata l'epoca dei denarî copiati (90-70 a.C., con pochi esemplari risalenti sino al 148) e un tempo medio di 15-30 anni necessario a raggiungere l'Oriente e diffondervisi, si ricava che le imitazioni dovrebbero essere state prodotte negli anni 75-40, significativamente corrispondenti al regno del dace Burebista (70-44 a.C.). Questa monetazione può essere suddivisa in 5 classi: A, coniazioni dell'area Geto-Dacica; B coniazioni della Pannonia; C, altre coniazioni balcaniche; D, coniazione anomale ed E falsificazioni antiche (correnbtemente attribuite all'area celtica, ma senza fondato motivo). Il principale riferimento è Davis, Dacian and Celtic Imitations of Republican Denarii, in "The Celator", 2004 Links: http://rrimitations.ancients.info/index.html Monetazione provinciale Infine, a complicare la situazione c'è la considerazione che nelle numerose città assoggettate al dominio romano furono coniate già in epoca repubblicana, oltre ovviamente alla monetazione locale (quando e dove sopravvisse), alcune monete che, iconograficamente, richiamano i tipi romani e, quindi, sono talvolta catalogate come romane. In epoca imperiale il fenomeno diverrà molto più evidente e si parala, al riguardo, di monetazione provinciale. Cito ad esempio: bronzi punici, forse raffiguranti Scipione l'Africano (); statere di Koson, che copia un tipo di Bruto (oltre che un denario di Pomponio Rufo) e quindi alcuni ritengono che sia stato coniato per lui (); obolo di Cabellium, firmato da Emilio Lepido (http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I18/6); cistofori di Marc'Antonio ()1 punto
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