Vai al contenuto

Classifica

  1. Rocco68

    Rocco68

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      10616


  2. fedafa

    fedafa

    Utente Storico


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      5651


  3. mfalier

    mfalier

    CDC


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      812


  4. gpittini

    gpittini

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      14129


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/31/22 in tutte le aree

  1. Spero di fare cosa gradita condividendo un articolo sui galyhalpens, i soldini veneziani che ebbero una certa circolazione in Inghilterra fra il XV e il XVI secolo https://www.academia.edu/83373479/Galyhalpens_appunti_sulla_circolazione_dei_soldini_veneziani_in_Inghilterra_dal_XV_al_XVII_secolo
    6 punti
  2. Grazie @eliodoro per la segnalazione. In questo piccolo paese, sorto lungo la cresta di un profonda dolina, noto ai più per il tartufo e per la presenza di orsi, hanno deciso, nella programmazione degli eventi estivi, di chiedermi di presentare la mia ultima pubblicazione che tra i vari eventi narrati, cita anche il loro paese che testimonia ancora la presenza dei Cantelmo con uno stemma nobiliare apposto sulla torre principale. Sorpreso ed allo stesso tempo onorato da tale richiesta impossibile da rifiutare, sono sicuro che passeremo una piacevole serata estiva all'insegna del buon cibo e chiacchierando di storia e di numismatica. Ad onor del vero, considerando il successo della pubblicazione, soprattutto a livello locale, anticipo che mi è stato chiesto di presentare il volume anche nella città di Sora. A tempo debito verrà comunicata la data.
    5 punti
  3. Buona domenica a tutti. Non se ne vedono molte di Piastre 1840 con questa tipologia di busto, la sua rarità si è ridimensionata oppure è rimasta una R4
    4 punti
  4. Rocco,hai ragione. Proprio oggi ne ho preso un ' altro al mercatino,lo avevo prenotato. Particolare il rovescio,non ne ho mai visti cosí. Giacchè mi hai " chiamato" ,tra un pasto domenicale e l' altro( oggi da mamma?), lo posto! 1592
    3 punti
  5. Buongiorno L errore è prendere una moneta con quella pinza, saluti
    3 punti
  6. Questo bello scambio mi stimola una riflessione che pero’ e’ un po’ amara. soprattutto nella prima metà del Novecento abbondavano guide numismatiche ed elenchi ( la guida dello Gnecchi ma anche Krasnodebski, altri annuari etc) dove - per gli amanti della numismatica - venivano riportante liste dei principali musei e collezioni pubbliche con un breve descrittivo delle raccolte. Ma anche elenchi dei principali commercianti e relative specializzazioni . Venivano regolarmente pubblicati addirittura elenchi dei collezionisti, nazionali e stranieri con area di specializzazione, a volte con la consistenza delle collezioni e udite udite loro indirizzo privato. Tutto questo al fine di stimolare scambi e relazioni tra appassionati studiosi e collezionisti. oggi tali elenchi sarebbero impensabili e verrebbero ad essere strumentali per Forze dell’ordine o - peggio - ladri e imbroglioni vari.. probabilmente oggi siamo messi infinitamente meglio sotto il profilo del progresso tecnologico, della medicina e del benessere in genere ma da un punto di vista sociale/relazionale non mi sento di dire che vi siano stati altrettanti progressi … ?
    3 punti
  7. Segnalo sin da ora il 4° Congresso Nazionale dei Circoli Numismatici che quest'anno si terrà ad Asola in provincia di Mantova il prossimo sabato 8 ottobre 2022. Il Congresso nazionale dei Circoli numismatici e’ una iniziativa rivolta ai Circoli numismatici italiani sorta nel 2017 allo scopo di avviare una collaborazione ed un confronto tra le associazioni numismatiche. Durante il congresso organizzato dal locale circolo numismatico ci saranno alcuni interventi proposti da studiosi provenienti da vari circoli italiani, seguirà pranzo conviviale. Possibilità per gli accompagnatori di visitare i monumenti del paese. Seguiranno al più presto notizie più approfondite Vi invitiamo sin da ora a partecipare singolarmente o con il vostro circolo (gradita conferma) https://circolinumismatici.it/ https://www.cfna.it/
    2 punti
  8. Nella prima metà del novecento il collezionismo numismatico era appannaggio e interesse di un'elite molto ristretta, e si sa, essere in pochi comporta alcuni vantaggi, tra cui soprattutto una migliore conoscenza dell'ambiente e dei suoi partecipanti con relativa solidarietà e maggiore fiducia reciproca, tuttavia a questi vantaggi facevano contraltare gli svantaggi più generali di una società fortemente gerarchizzata e classista dove solo alcuni privilegiati potevano frequentare certi ambienti e usufruire di determinate esperienze in un contesto di povertà diffusa, oggi sperimentiamo situazioni opposte, abbiamo il vantaggio di un accresciuto benessere materiale e una maggiore diffusione ad ogni livello del collezionismo e della cultura numismatica, è molto più facile accedere a monete e pubblicazioni del settore, anche grazie al progresso della tecnologia digitale, d'altro canto questa diffusione dell'interesse si accompagna a maggiore caos nelle interazioni umane con conseguenti fenomeni sgradevoli come truffe, furti, norme caotiche o penalizzanti per il collezionismo, azioni poliziesche piuttosto brutali e diffidenza generalizzata... In tutto questo una guida che si concentri su istituzioni museali, biblioteche a archivi di interesse numismatico sarebbe un progetto interessante e fattibile, anche in forme digitali su piattaforma in rete che ne accresca la fuibilità...
    2 punti
  9. In questo caso non è rimasta incastrata nessuna moneta nel conio ma quest'ultimi sono andati a battere il tondello che però non era presente. In questi casi avviene il fenomeno noto come "conii collisi" cioè i conii si "battono" fra loro senza la presenza del tondello da coniare. Il forte colpo permette che i conii "si coniano" fra loro. Quindi sul conio, nella parte che va a collidere, solitamente lungo il bordo, si conia in rilievo parte dell'altro conio. Quindi sul conio colliso, oltre all'impronta incusa della faccia della moneta da coniare, si troverà anche parte dell'altro conio, in rilievo, nel punto di collisione. Il risultato sarà una serie di monete che presenteranno la caratteristica delle piastre postate, fino alla sostituzione del "conio colliso coniato" . Spero di essere stato chiaro.
    2 punti
  10. Buona sera a tutti, Ciao Rocco, secondo me R3 è un tantino stretta, ora sono curioso di conoscere il tuo pensiero e quello degli altri Amici... Intanto posto anche la mia... Un saluto a tutti. Raffaele.
    2 punti
  11. Buona Domenica, volevo sottoporre alla vostra attenzione due Piastre 1834 che presentano una particolarità davvero difficile da spiegare. La scoperta è di @Raff82 , col quale il sottoscritto da qualche anno studia gli errori e le varianti di questo millesimo davvero ricco di “sorprese”. In questo caso si tratta di due Piastre che presentano dei segni in incuso nella parte alta della testa, dovuti molto probabilmente a “collisione di conii”. Le monete sono identiche e quindi mi domando: “ Come è possibile che (almeno) due monete siano state coniate senza accorgersi e senza asportare la moneta incastrata causa dei segni in incuso?”. Sarei felice se qualcuno potesse rispondere alla domanda o avanzare delle ipotesi. ( Collezione @Raff82 ) ( moneta postata da @iachille nel Forum: post #30 e 32 Saluti a Tutti
    2 punti
  12. Caro @Adelchi66, sono tornati i pomodori dell'orto! Evviva! Non si può non riprendere tale discussione sulla esemplarità del discorso storico. ? @Orodicarta e @Illyricum65 hanno posto un sacco di domande un anno fa al #14 e #15. Nietzsche ha voluto correggere il tiro dell'insegnamento antico secondo cui la storia è maestra di vita. Per Nietzsche e tanti altri dopo di lui fino ad arrivare ad Aleida Assmann senza oblio, senza il sonno, senza l'azzeramento di certi modelli saremmo schiacciati dal peso di analogie storiciste che metterebbero in secondo piano la contingenza. Conoscere la storia ci aiuta davvero a evitare gli errori del passato e a costruire un futuro migliore? Ispirarci ai modelli del passato ci aiuta a capirci? Direi non necessariamente. E allora perché leggiamo la storiografia? Perché ci affabula? Ricordo però che nella etimologia della parola "storia" c'è il verbo vedere, vedere per poi riportare, testimoniare. Deve dunque necessariamente esserci qualcosa di più dell'affabulazione nella storia. D'altronde Cicerone non ha scritto solo che la storia è maestra di vita. Egli scrisse che la storia è anche vero "...testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, nuntia vetustatis." Non indugio invece a rispondere sì a Illyricum65 quando si chiede se la storia serva ad analizzare il presente. Orodicarta ha comunque dannatamente ragione quando scrive che il rapporto tra storia, memoria e oblio ci riguarda direttamente in quanto collezionisti. Noi conserviamo la storia attraverso tondelli, carte filigranate e altro. Noi collezionisti siamo tutti degli allievi di Benedetto Croce, secondo cui ogni forma di conoscenza del reale è conoscenza storica. E il mio collezionismo è in effetti sempre un tentativo di recupero, di contatto con strati profondi che non sono più, una prova di forza quasi con l'oblio. Quando stringo un sestante del I secolo a.C., io non posso non identificarmi in quella persona che 2100 anni fa lo stava cedendo come mezzo di pagamento. Parafrasando Illyricum65: eccomi in un passato che non si ripete identico all'oggi ma che sta però all'origine e in analogia con le azioni quotidiane che io eseguo oggi, pur essendo cambiato il campo d'azione. Devo specificare qui che il mio collezionismo ha poco a che fare col grading e con l'osservazione degli hairlines. La (carta)moneta è per me (e sottolineo per me) istituzione storico-sociale piuttosto che oggetto artistico. Eppure quando Illyricum65 scrive sull' ossessione per la moneta, sulla divinizzazione (che potrebbe diventare estetizzazione della storia)... ha ragione! Sembrerebbe che noi non ci limitiamo a conservare, ma, come intuito da "Nicce", veneriamo (evidentemente "Nicce" non era un collezionista ?) il Dio Denaro di cui il buon @ARTART ci ricorda sempre il culto. Chi può affermare di non aver mai venerato almeno per una volta la propria civetta, o una Capranesi o una bella sterlina vittoriana tutta gialla? ? Comunque tutti noi scegliamo le nostre collezioni. Noi scegliamo cosa conservare e cosa abbandonare/scambiare/alienare. Noi collezionisti tutti, che ci piaccia il FDC o il B, siamo parte attiva nella dinamica di memoria e oblio. Sono d'accordo con Paul Ricoeur quando scrive che c'è un altro termine che deve legarsi alla memoria e all'oblio in un discorso che tenta di stabilire quanto la storia sia maestra di vita. Quella parola è "perdono". A ciò penso ogni volta che mi capitano tra le mani banconote dell'ex Jugoslavia. A ciò comincio a pensare adesso che mi riguardo tra le dita rubli e grivne coniati pochi anni fa solamente. A ciò penso quando mi rigiro tra le mani un bronzetto tessalonicense che forse circolò durante i disordini conseguenti alla conquista romana della città.
    2 punti
  13. Monete con la legenda al rovescio DACIA FELIX furono emesse tra il 249 e il 250 dall’ Imperatore Traiano Decio ; al centro del rovescio , sotto la legenda , l’ allegoria della Dacia in piedi con lunga veste e berretto che tiene con la mano destra un’ insegna barbara o legionaria poggiante a terra . L’ appellativo dato alla Dacia di Felice , presuppone che la Provincia godesse in questo periodo di un momento di particolare floridezza , oppure che uscisse da un grave periodo dovuto ad invasioni di popoli confinanti , dal quale , grazie a Traiano Decio , aveva riacquistato prosperita’ e restauri di edifici guasti causati delle incursioni dei barbari ; in effetti i fatti precedenti che interessarono la Dacia ad iniziare da Gordiano III e Filippo l’ Arabo , portano in questa seconda direzione . Sommariamente seguono i fatti precedenti a Traiano Decio che riguardarono la Dacia e la conseguente definizione nelle monete di Traiano Decio di DACIA , Provincia restituita (?) e DACIA FELIX . Una breve premessa : presumo che le piu’ comuni monete emesse da Traiano Decio con al rovescio DACIA si riferiscano all’ opera di questo Imperatore nel restaurare i danni provocati in questa Provincia dalle precedenti invasioni con conseguenti enormi danni causati da parte principalmente di Carpi e Goti e che le successive monete con la legenda DACIA FELIX , si riferiscano al completamento del restauro materiale e morale apportato nella Provincia da parte di Traiano Decio , altrimenti credo che non avrebbe senso aver battuto due tipologie di monete con lo stesso tema DACIA se non fosse intervenuto qualche fattore determinante che giustificasse le due diverse legende DACIA con allusione alla restituzione e DACIA FELIX . Tornando ai fatti precedenti a Traiano Decio per quanto riguarda la Provincia Dacia , i problemi con i bellicosi popoli confinanti iniziano quando Gordiano III prelevo’ dalla Dacia truppe dalle due Legioni da tempo qui stanziate : la XIII Gemina e la V Macedonica , dando coraggio ai barbari prossimi ai confini che infatti invasero la Dacia dai Carpazi orientali e meridionali . I Carpi nel 246 invasero la Dacia meridionale arrecando devastazione e saccheggi . Filippo I si reco’ personalmente i Dacia sconfiggendo i Carpi e scacciandoli dalla Provincia , ma non concluse la guerra inseguendoli fin nelle loro terre , si preoccupo’ invece di ricostruire e fortificare la Provincia dai danni provocati dall’ invasione e torno’ a Roma , dove nel 247 erano in ultima fase di allestimento i preparativi per i 1000 anni di Roma . Come tutte le guerre non portate a termine i problemi si ripresentarono al successore di Filippo I , Traiano Decio . Traiano Decio continuo’ l’ opera di Filippo I nel ricostruire ed ampliare le difese della Dacia ma nel frattempo nel 249 dovette far fronte ad una invasione di Goti che ando’ a buon fine , riusci comunque a ricacciare dalla Dacia i Goti invasori e probabilmente in seguito a questi fatti vennero erette a Traiano Decio , come ringraziamento , dediche con titolo di “restitutore della Dacia” . Le monete con DACIA e infine DACIA FELIX dovrebbero essere state coniate a Roma in questa occasione , oltre ad altre monete provinciali emesse nella zecca di Sarmizegetusa con legenda PROVINCIA DACIA . Purtroppo anche Traiano Decio non concluse o non fu materialmente in grado di concludere la guerra contro i Goti e nella successiva invasione della Dacia sempre da parte dei Goti nel 251 perse la battaglia e la vita ad Abritto . Da qui a circa due decenni dopo tutta la Provincia Dacia venne abbandonata dall’ Impero non riuscendo piu’ a difenderla efficacemente dalle invasioni dei popoli confinanti . Come si evince da queste poche righe dell’ articolo il fascino delle monete antiche in generale risiede oltre che nel solo tondello metallico , inteso come reperto archeologico , anche nell’ interpretare il significato recondito di allegorie e legende ; con questo non intendo affermare che quanto da me scritto in merito alla legenda trattata e alla sua storia sia dimostrato con esattezza , pero’ credo interessante tentare di ricostruire con dati storici alla mano il motivo per cui delle monete furono emesse in memoria di fatti accaduti . In foto monete con DACIA e DACIA FELIX , nelle due allegorie cambia lo stendardo , nella DACIA si vuol riconoscere una testa d’ asino , personalmente penserei piu’ alla testa di drago , stendardo di battaglia dei Daci , ma a volte compare anche uno stendardo romano , mentre nella DACIA FELIX , sembra essere presente solo (?) lo stendardo romano . Segue una realistica testa di Traiano Decio in bronzo che perfettamente si adatta ai profili presenti nelle monete di questo Imperatore , e’ alta 25 centimetri e faceva parte di una statua a grandezza naturale purtroppo scomparsa , trovata negli scavi di Ulpia Traiana Sermigezetusa in Dacia , forse alla cui base poteva esserci la dedica di “restitutor Daciarum”.
    2 punti
  14. DE GREGE EPICURI Questa "mano dal cielo" o MANUS DEI è stata una originale creazione dei figli di Costantino, che emisero la moneta dopo la sua morte. Sembra voler significare che Dio lo trae al cielo, ed è bene ricordare che Costantino si fece battezzare quasi in punto di morte, come ci racconta Eusebio di Cesarea. E, nella rigida interpretazione dei primi secoli, il battesimo era indispensabile per la salvezza. La MANUS DEI ricompare in monete successive, riferite però a personaggi viventi. Ad es. su unaureo di Aelia Eudoxia, una mano dal cielo la incorona; ma qui mi pare che si scivoli da un piano religioso autentico all'utilizzo della divinità per confermare il potere imperiale.
    2 punti
  15. Buonasera, testo del 1789 dal titolo "Lettere e dissertazioni numismatiche sopra alcune medaglie rare della collezione ainslieana" dell'Abate Domenico Sestini. e fa riferimento a questa tipologia La interpreterei in una sorta di "...il lettore (?) interpreti se è Elagabalo o come mio avviso a Caracalla, così come nel caso che segue" In pratica il Sestini affermerebbe che potrebbe essere Elagabalo o Caracalla. ma perchè "l'Originale"? D'altra parte è uno scritto dotto espresso in un italiano di quasi 250 anni fa... Ciao Illyricum
    2 punti
  16. Buongiorno, potreste aiutarmi a catalogare questa moneta? Pesa 0.64 grammi e ha un diametro di 13 mm. Al D/ testa di divinità. Al R/ cavallo v. sx. Sopra, nel campo, 5 punti. Davanti al cavallo, una specie di arco con freccia. Grazie
    1 punto
  17. Cari tutti, torno a scrivere nel forum dopo quasi dieci anni per porre un problema ancora oggi irrisolto e mal trattato nei cataloghi commerciali. Mi riferisco alle varianti delle monete napoleoniche del Regno d'italia. I cataloghi infatti da un lato classificano monete inesistenti, dall'altro omettono di menzionare numerose varianti che invece esistono (per non parlare delle rarità, moltissime completamente sballate). Se ci impegnamo insieme possiamo invece arrivare, anche grazie alle conoscenze che possiamo acquisire attraverso gli strumenti informatici, a una classificazione non dico completa, ma certamente ampiamente attendibile. Vi propongo un primo spunto di riflessione che riguarda la monetazione d'argento, certamente la più interessante sotto questo profilo. Di ogni moneta da 1, 2 o 5 lire, a prescindere da varianti minori esistono vari dritti e vari rovesci che, per le monete in incuso, possono essere i seguenti. Dritti 1) segno di zecca non ribattuto 2) segno di zecca ribattuto (per Venezia e Bologna) 3) data non ribattuto 4) data ribattuta 5) cifre della data strette 6) cifre della data larghe Rovesci 1) puntali aguzzi con legion d'onore in forma di punto 2) puntali aguzzi con legion d'onore con punto inserito in cerchio 3) puntali sagomati con legion d'onore in forma di punto 4) puntali sagomati con legion d'onore con punto inserito in cerchio Ciò vuol dire che per ogni moneta 'tipo' potremmo avere teoricamente fino a 24 varianti. Ciò ovviamente non avviene in nessun caso, ma per le monete 'tipo' più comuni si arriva facilmente a 8/10 varianti. Il lavoro da fare è quindi quello di classificarle tutte e di attribuire a ciascuna un corrispondente grado di rarità. Anzi sarebbe bello che a questa schedatura facesse seguito una catalogazione apposita nel forum. Se la cosa interessa io sono a disposizione per fare un lavoro insieme.
    1 punto
  18. @eliodoro, @Numi 62, @azaade @dareios it Ho ricevuto in omaggio insieme ad un Follaro con leone , questa minuscola monetina che penso si tratti di un mezzo follaro. Presenta doppia battitura. È talmente piccola che appena la trovo la misuro e peso.? Avevate mai visto doppie battitura su questi nominali?
    1 punto
  19. No credimi,sono abbastanza sincero. Quando devo dir na cosa negativa la dico,coi modi ma la dico?
    1 punto
  20. E' un fenomeno abbastanza diffuso in tutte le monetazioni. Incidenti di zecca. Sono noti come clashed dies e creano sulle monete quelle impronte solitamente definite "fantasma o fantasmino". A Napoli, per la forma leggermente concava dei conii la collisione avveniva solo lungo i bordi ma in altre zecche è possibile vedere esemplari con fantasmi completi. Anni fa assistetti ad una discussione fra collezionisti su due piastre di Ferdinando II che presentavano un fantasmino lungo il bordo del D/ ed uno di loro insisteva nel dire che tale errore non poteva verificarsi identico su due monete quindi per lui le piastre erano cloni, quindi false. Nessuno dei due aveva preso in considerazione l'ipotesi dei coni collisi. Alcuni li ritengono difetti della moneta. Altri li considerano un qualcosa in più. Per me rimangono una simpatica curiosità e non disdegnerei un esemplare con un fantasmino completo.
    1 punto
  21. Grazie Raffaele per il tuo parere, anche secondo me l'R3 è riduttivo. R4 sarebbe corretto.
    1 punto
  22. Ciao! Complimenti per la ricerca che hai effettuato. Non è mai semplice correlare il valore delle monete ai costi/spese di merci e/o servizi, perché troppi secoli sono passati; più di una volta si è cercato di trovare una "quadra" a questo dilemma, ma si è sempre rivelato un esercizio accademico che trova pochi riscontri effettivi .... troppa acqua è passata sotto i ponti! Ti allego il link di una discussione passata, dove trovi riferimenti di costi e salari tra il XV secolo ed il XVIII secolo, vedrai che le differenze sono notevoli; la svalutazione esisteva anche allora. per quanto concerne l'equivalenza: 12 Denari = 1 Soldo 20 Soldi = 1 Lira è corretta e deriva dalla impostazione carolingia assunta anche da Venezia e che si è perpetuata fino alla caduta della Serenissima. Non so se è corretta l'equivalenza 5 Lire e 14 Soldi = 1 Fiorino (Zecchino) perché non ho appunti in vacanza ... non capisco perché citare il fiorino (Lo scritto era redatto da un fiorentino?) Tanto più che la parità di peso e titolo tra Fiorino e Ducato veneziano era tale solo quando nacque il ducato veneziano, poi si differenziavano. saluti luciano
    1 punto
  23. ...o un centesimo di rame splendente? Qualunque delle Sue manifestazioni, anche la più minuscola, la più bassa di facciale, la più umile, è un dono che Nostro Signore Denaro fa a noi devoti.
    1 punto
  24. E ci sta proprio bene. E' una bella moneta anche questa. Ciao da Stilicho
    1 punto
  25. Assolutamente non bocciato. Chi lo ha detto che ho ragione io? E poi stai imparando bene? Io ho valutato cosí per la mancata brillantezza/lustro del conio e quel tocco di usura che non la fa arrivar a splendido. Capace che mi sbaglio alla grande. Promosso frank,solo solo per l' entusiasmo e i miglioramenti?
    1 punto
  26. Un po' come dire "Iddio lo sa". Mi sembra plausibile, in effetti. Buona serata da Stilicho
    1 punto
  27. Ciao, è un ottimo denario di Eliogabalo. Avesse qualche segno di circolazione e consunzione in più io lo avrei acquistato subito. Per il valore io non mi esprimo mai... Se ti piace, e mi sembra di sì, acquistalo. Qualche euro in più o in meno cambia niente ?. ANTONIO
    1 punto
  28. L'originale con la O maiuscola... Non è che è Dio....?
    1 punto
  29. Certamente, se hai bisogno di altro chiedi pure
    1 punto
  30. L'incisore nel centrare le lettere nel rovescio ha "calcato" il compasso nel giro interno, lasciando un bel cerchio. Complimenti per il tuo Tornese Riccardo.
    1 punto
  31. Ma non sono sicuro .... proverei con questa: https://en.numista.com/catalogue/pieces11801.html ?
    1 punto
  32. Buongiorno , e' probabile che quello sia il significato delle due diverse legende , alle quali aggiungerei una seconda interpretazione , cioe' che la prima DACIA CAPTA si riferisca al termine propagandistico relativo alla fine della prima guerra dacica del 101 / 102 e che la seconda legenda DACIA PROV AUGUSTA si riferisca al termine della seconda e definitiva guerra dacica del 105 / 106 , quando la Dacia divenne a tutti gli effetti Provincia romana . Per chiarire le due ipotesi ci dobbiamo affidare alle monete con queste legende , purtroppo per i Denari con la DACIA CAPTA non abbiamo ne' il numero della TRP , ne' quello del COS , probabile il COS V dal 103 al 111 , quindi la moneta non e' databile con certezza ; invece per la legenda DACIA PROV AUGUSTA abbiamo il COS VI che la data con precisione dal 112 al 117
    1 punto
  33. Sì, è citato anche nel 1926, nell’Annuario italiano per i numismatici e raccoglitori di monete e medaglie del Cagiati: “Tumminelli - Mortillaro Barone Vincenzo , Piazzetta Sette Angeli , 16 . Conserva una importante raccolta di medaglie coniate in Napoli ed in Sicilia”
    1 punto
  34. DE GREGE EPICURI E' interessante che anche in Traiano, conquistatore della Dacia, la monetazione che la rappresenta è suddivisa in due fasi: una DACIA CAPTA (con Dacia avvilita e piangente) e una DACIA PROV AUGUSTA, in cui la provincia ha riacquistato dignità e valore. Filippo 1° in effetti celebrò la vittoria (incompleta) sui Carpi con un raro denario VICTORIA CARPICA. Ma soprattutto coniò per pochi anni la monetazione specifica PROVINCIA DACIA, abbastanza simile a quella di Viminacium. Quanto alla DACIA FELIX di Traiano Decio, penso anch'io che si sia trattato di un effimero ritorno alla sicurezza e alla prosperità, dopo ripetute incursioni di Carpi e Goti.
    1 punto
  35. DE GREGE EPICURI Per le zecche romane provinciali e coloniali, l'elenco più semplice e schematico è nel Sear, "Greek imperial coins", in fondo, in ordine alfabetico. Per le zecche imperiali, sempre il Sear, volumi sulla monetazione imperiale. Nel volume unico (del 1981, quello con la copertina rossa) ci sono due elenchi nella parte introduttiva, il secondo riguarda il tardo impero. Nella edizione recente in numerosi volumi, se ben ricordo le zecche sono sempre nella parte introduttiva. Sono indicate anche le possibili abbreviazioni di zecche e officine, presenti in esergo.
    1 punto
  36. DE GREGE EPICURI Prova a cercare PANORMOS nel periodo punico, anche se SIS (o ZIZ) non si vede.
    1 punto
  37. Sono noti i follari ribattuti
    1 punto
  38. I miei complimenti Rocco! È bello vedere un gioiellino così raro in questa conservazione. Bravo bravo????
    1 punto
  39. Aggiungo un'altra info che non credo di aver mai scritto in discussione...dopo aver maneggiato parecchi 3 grana e parecchi grana 3, sugli assi posso dire che c'è una regola: i 3 GRANA hanno assi alla FRANCESE i GRANA 3 hanno assi alla TEDESCA o a medaglia questo praticamente sempre, salvo eccezioni...sarà raro trovare un 3 grana con asse a medaglia e viceversa raro trovare un grana 3 con assi alla francese Saluti.
    1 punto
  40. Buongiorno amici...non avevo ancora condiviso questa. 3 grana con difetti di conio a bizzeffe, un sacco di schiacciature sul volto del Gioacchino, e sui rami al rovescio.....variante questa senza simboli, con puntini in legenda (c'è quella con i rombi), caratteri piccoli in legenda, niente bacche sui rami e data non spaziata...ho la cugina con data spaziata e quando ho trovato questa nonostante la conservazione non esaltante ( ma vi assicuro che qui tante volte ci si deve accontentare) l'ho presa...eccola... prima foto rovescio data spaziata poi la new entry ...saluti
    1 punto
  41. Ciao a tutti, segnalo che il 18 agosto a Campoli Appennino (FR) ci sarà la presentazione del libro. Essendo terminata la prima tiratura, il Circolo Numismatico Romano Laziale ha provveduto ha stamparne altre, per cui sono disponibili per chi fosse interessato. Saluti Eliodoro
    1 punto
  42. Tendenzialmente se l'ambiente non è umido la muffa non dovrebbe proliferare quindi la presenza di una banconota con muffa in una collezione ben tenuta non dovrebbe costituire una minaccia diretta. Però se quella banconota è conservata nella tasca del foglio senza bustina lascerà delle spore quindi, una volta rimossa, se si inserisce al suo posto una banconota sana, questa sarà contaminata e, se l'ambiente dovesse subire delle variazioni igrometriche, svilupperebbe anche lei la muffa. Morale: la bustina protettiva è un'ottima prassi!
    1 punto
  43. Prima o poi qualcuno passerà un mucchio di guai a fare questi giochetti…. E prima sarà meglio sarà ….
    1 punto
  44. Buona sera, catturo brevemente la Vostra attenzione per segnalare che l’emissione di Faustina II di cui al post # 8 è oggetto di studio e contiamo, io e altri due utenti del Forum, di produrre nel prossimo futuro un articolo di approfondimento. Il suddetto lavoro è tuttora “working in progress”, l’idea è partita tempo fa ma il fatto che alcuni esemplari erano coinvolti in aste internazionali e il desiderio di non influenzarne l’andamento ha comportato uno slittamento delle tempistiche. Non possiamo darvi dei tempi di previsione in merito all'uscita ma... non disperate! Saluti Illyricum
    1 punto
  45. Ai Gasparri furono date il 50% circa delle monete essendo loro i proprietari di populonia e incaricati del recupero del minerale e gli eredi le hanno tenute finora. Adesso hanno deciso di esporle nel LORO museo( si, perché il museo di populonia è privato) insieme agli altri reperti costituenti il museo e che sono ancora quota parte dei ritrovamenti effettuati nel territorio di loro proprietà. Che siano state tenute in soffitta finora non deve stupire troppo, considerando la casata , la contiguità che hanno con tali reperti da decenni e il fatto che, pur di loro proprietà ,non ne dispongono che come insieme unico e notificato.
    1 punto
  46. Version 1.0.0

    7 downloads

    Buongiorno, per gli appassionati della monetazione dei Brettii, ritengo che sia importante questo lavoro di H. Pfeiler, ripreso ed argomentato anche dalla Prof.ssa Taliercio Mensitieri, in: Buona lettura. Domenico
    1 punto
  47. Version 1.0.0

    7 downloads

    Buongiorno, per gli appassionati della monetazione dei Brettii, ritengo che sia importante questo lavoro di Scheu. Buona lettura. Domenico
    1 punto
  48. Version 1.0.0

    11 downloads

    Buongiorno, per gli appassionati della monetazione dei Brettii, ritengo che sia importante questo lavoro di Scheu. Buona lettura. Domenico
    1 punto
  49. Crawford ha suddiviso le varie emissioni dei quadrigati in sottogruppi o sequenze in base alle caratteristiche stilistiche: 28/3 - in queste emissioni (ritenute le prime) al D/ le teste sono in alto rilievo con riccioli circolari di capelli sull'alto del capo, e con lunghe basette curvate; al R/ la leggenda ROMA è in incuso. Successivamente il rilievo diviene meno marcato e il fianco del carro allungato; in seguito il di dietro del carro smette di essere evidenziato e la parte inferiore del vestito della Vittoria diviene visibile. La leggenda appare con un misto di lettere in incuso e in rilievo. 29/3 - L'elemento distintivo di questa sequenza è la leggenda, in incuso o in rilievo, posta in tavoletta della forma di un trapezio rovesciato; la Vittoria è sul carro. 30/1 - La Vittoria non appare più nel carro ma arretrata, sulla sponda laterale, così che l'intera figura è visibile. ROMA è in incuso o in tavoletta rettangolare o in trapezio rovesciato. 31/1 - Segno distintivo di questa sequenza è l'intaglio alla base del collo di Giano. 32/1 - Lo scettro di Giove è nodoso. ROMA in incuso. 33/1 - Il R/ è unico nello stile: Giove si presenta in posizione maestosa, aitante. 34/1 - Il D/ è unico nello stile. ROMA in incuso. Per quanto riguarda la datazione: Grueber data il nominale intorno agli anni 290-240; Crawford propende per una cronologia più bassa, relativa agli anni 225-212. Amisano, che colloca il denario al 190 circa, ipotiza che il quadrigato sia stato coniato dal 230 al 195 circa, cominciando dalle monete a legenda in incuso per passare a quelle a legenda in rilievo, poi quelle di mistura e infine, finendo la guerra, di nuovo in buon argento, ma di peso ridotto. La prima sequenza (28/3) la attribuisce alla zecca di Roma e coprirebbe l'intero periodo di coniazione, compresi quindi gli ultimle didracme svalutati nel peso. La seconda (29/3) e la terza sequenza (30/1) sono attribuite a officine ausiliare e dovrebbero coprire il periodo 217-214, fino a quando la didracma non viene svalutato di peso. Gli altri piccoli gruppi di quadrigati possono essere stati prodotti da zecche militari; per Coarelli, è questa la prima moneta ufficiale in argento di Roma, coniata nella zecca dell’Urbe con intendimento di farne un’emissione stabile, duratura e numerosa; si tratta, quindi, dell’argentum la cui coniazione, secondo Plinio, inizia nel 269 (la data alternativa del 268 discende da un’errata interpretazione dell’Epitome XV a Livio, che in realtà indica, anch’essa, il 269). Nello stesso anno cominciava anche l’attività dell’officina Monetae e, forse, fu istituita la magistratura dei tresviri monetales. La datazione è confermata dai rinvenimenti: 1 esemplare e un tesoretto di 31 esemplari a Selinunte, città distrutta nel 250; 1 esemplare a Kerkouane, città punica distrutta da Attilio regolo nel 256. Gli esemplari più antichi sarebbero quelli, piutosto rari, con legenda in rilievo entro tavoletta. La legenda in incuso sarebbe venuta dopo, quella in rilievo entro cornice sarebbe l’ultima. Il quadrigato doveva essere ancora in corso nel 219-218, quando fu introdotto l’aureo Cr. 28/1, connesso sul piano ponderale. Inoltre, Zonara ricorda come dopo la sconfitta al Trasimento (216) i romani mescolarono rame all’argento, fatto effettivamente accertato per gli ultimi quadrigati e per i vittoriati. La coniazione finì probabilmente proprio nel 216. La figura gianiforme, comune agli aurei della serie Cr. 28 e, probabilmente, agli assi librali Cr. 14/1 e 25/1, è stata variamente interpretata. Per Le Gentilhomme (1934) si tratta di Giano, ma questa ipotesi sembra contraddetta dal fatto che la testa è imberbe e con aspetto giovanile, diversa quindi dalla tradizionale iconografia di Giano. Tuttavia una divinità gianiforme imberbe (omologata a Giano) era venerata dagli Etruschi con il nome di Culsans e la sua testa fu riprodotta su monete fuse di Volterra. Per Pedroni (ripreso da Campana) potrebbe essere una iconografia “Plebea” di Giano, culto gentilizio della gens Duilia che, non essendo di stirpe patrizia, non poteva far propria l’iconografia ufficiale. Tale culto sarebbe stato portato a Roma da Cales (dedotta nel 334, per l’appunto, da Gaio Duilio), ove l’iconografia di tipo etrusco (per influenza di Culsans) fu introdotta dai numerosi Tirreni che frequentavano la colonia. Crawford suggerisce una testa gianiforme dei Dioscuri (protettori non solo della cavalleria e dell'esercito, ma dello stesso popolo romano); tuttavia non se ne hanno altre testimonianze e, in ogni caso, mancano i loro principali attributi, i pilei e gli astri. Secondo Alfoldi si tratta dei Penati Publici sotto la cui garanzia Enea si era alleato con i Latini. Si realizza così, per lo studioso, un collegamento tra il dritto e il rovescio. Mattingly, la Breglia e Coarelli ritengono che si tratti di Fons (o Fontus), il figlio di Giano e di Giuturna. È stato opposto che nella mitologia romana Fons occupava una posizione trascurabile, ma Coarelli ritiene quest’ultima un’errata valutazione moderna delle fonti; fra l’altro, il suo tempio era stato dedicato il 13 ottobre, festa dei Fontinalia (il che dimostra un collegamento con le fonti, così come le raffigurazioni di toro androcefalo sulla monetazione magnogreca) ed era sito nei pressi della zecca. Secondo questo autore, si tratterebbe di una citazione, sulla prima emissione argentea ufficiale, della prima emissione enea (Cr. 14/1). Quanto al valore: secondo Thomsen e Crawford il quadrigato era associato all'asse librate ridotto di 240 scrupoli e quindi (stante il rapporto di valore tra argento e bronzo pari a 120, attestato dalle emissioni romano-campane, da cui deriva 6*120/240=3) valeva 3 assi; Giesecke e Pedroni preferiscono tuttavia considerare il quadrigato come una moneta del valore di 5 assi semilibrali da 144 scrupoli (6*120/144=5), che avrebbe aperto la strada verso un sistema decimale e non più duodecimale; potrebbero essere vere entrambe le ipotesi: alla fine della Prima Guerra Punica, per la situazione economica duramente provata dagli eventi bellici, Roma avrebbe elevato il valore del quadrigato da 3 a 5 assi, mantenendo il rapporto di valore tra i due metalli a 120 e quindi abbassando il peso dell’asse da 240 a 144 scrupoli. Al R/, la scelta della quadriga è spia del senso pratico romano anche in campo artistico. Gli incisori di conio, oltre ad avere modelli di riferimento nelle quadrighe che ornavano i templi romani, come quelle fittili poste nel tempio di Giove Capitolino fin dall'età dei Tarquini e sostituite dagli Ogulnii nel 298 con quadrighe di bronzo (Coarelli, in proposito, evidenzia come le emissioni Cr. 15/1, 18/1, 20/1, 22/1 e l’introduzione del quadrigato siano tutte riconducibili al gruppo politico composto dalla potente famiglia dei Fabii e da Q. Ogulnio Gallo, cui, quindi, andrebbe imputata l’iniziativa di aver fortemente promosso l’introduzione della moneta romana), potevano disporre dei numerosi esemplari coniati nelle zecche meridionali della penisola italica dove bighe e quadrighe erano soggetti privilegiati. Peraltro, Vittoria non è mai citata dalle fonti come auriga di Giove nell’acroterio del tempio capitolino, mentre Nike compare come quadriga di Zeus nelle raffigurazioni vascolari greche della Gigantomachia, che si ritiene richiamino un dipinto eseguito da Fidia sullo scudo della statua di Atena, nel Partenone; questa iconografia, riprodotta su vasi apuli, potrebbe essere stata mutuata da Roma per il tramite di Taranto. L'esecuzione della scena è improntata su un rigido parallelismo dei singoli elementi figurativi, con l'ordinata successione delle zampe posteriori dei cavalli, la rigida sequenza delle teste equine, dei pettorali e delle zampe anteriori. La mancata raffigurazione degli avversari di Giove potrebbe indicare che il dio è pronto ad aiutare le armi romane (portandole alla vittoria) contro tutti i loro nemici
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.