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  1. Rocco68

    Rocco68

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/30/22 in tutte le aree

  1. @dareios it, @Asclepia, @Reale Presidio, @demonetis, e tutti gli Amici a cui piacciono queste minuscole monetine: Il 3 Cavalli 1789 SICIL appena aggiunto in Collezione ?
    7 punti
  2. Ecco un po' di Murat la mia malattia...
    6 punti
  3. Ciao a tutti, segnalo che il 18 agosto a Campoli Appennino (FR) ci sarà la presentazione del libro. Essendo terminata la prima tiratura, il Circolo Numismatico Romano Laziale ha provveduto ha stamparne altre, per cui sono disponibili per chi fosse interessato. Saluti Eliodoro
    4 punti
  4. Buonasera a tutti, @VALTERI @Stilicho, ho letto la discussione perché attirato dal titolo e curioso di quale moneta si parlasse, grazie a questa discussione e ai vostri interventi, ho potuto vedere esemplari meglio conservati del mio che stavo ancora studiando, non avevo visto la mano che scende dal cielo, il mio esemplare ( ex Collezione Litra68 ora di mia Figlia) e' un po scarso di conservazione. Lo posto con piacere tra le sorelle. 15mm, 1.60g) Saluti Alberto
    3 punti
  5. Dal nome dovrebbe essere siciliano di nobili origini. Un numismatico Vincenzo Tumminelli Mortillaro è vissuto a Palermo almeno negli anni ’40 (citato, ad esempio nell’Annuario Rinaldi del 1949). La “raccomandazione” al verso della tessera non è personale ma riferita a tutti i titolari di tessere del genere. Non è insolito che quanti appartenessero ad associazioni culturali ricevessero agevolazioni per l’accesso a musei e altri istituti. Ancora una ventina di anni fa chi era tesserato della Società numismatica italiana entrava gratis ai musei del castello sforzesco. (Se sia ancora così non saprei.) Poche volte ho messo mano tra le carte del Circolo numismatico napoletano, l’ultima non dopo il 2015, e non ricordo se ci fossero tessere come questa. Le grafie e lo stile mi sembrano compatibili. Allego una firma autografa di Cagiati
    3 punti
  6. Battuto in Antiochia, un esemplare dei piccoli bronzi commemorativi di Costantino I, con busto velato al diritto e rovescio, anepigrafe, con l' imperatore che conduce una quadriga al galoppo, con mano nel cielo . Sarà ad inizio Agosto in vendita N&N London 6 al n. 411 .
    2 punti
  7. Monete con la legenda al rovescio DACIA FELIX furono emesse tra il 249 e il 250 dall’ Imperatore Traiano Decio ; al centro del rovescio , sotto la legenda , l’ allegoria della Dacia in piedi con lunga veste e berretto che tiene con la mano destra un’ insegna barbara o legionaria poggiante a terra . L’ appellativo dato alla Dacia di Felice , presuppone che la Provincia godesse in questo periodo di un momento di particolare floridezza , oppure che uscisse da un grave periodo dovuto ad invasioni di popoli confinanti , dal quale , grazie a Traiano Decio , aveva riacquistato prosperita’ e restauri di edifici guasti causati delle incursioni dei barbari ; in effetti i fatti precedenti che interessarono la Dacia ad iniziare da Gordiano III e Filippo l’ Arabo , portano in questa seconda direzione . Sommariamente seguono i fatti precedenti a Traiano Decio che riguardarono la Dacia e la conseguente definizione nelle monete di Traiano Decio di DACIA , Provincia restituita (?) e DACIA FELIX . Una breve premessa : presumo che le piu’ comuni monete emesse da Traiano Decio con al rovescio DACIA si riferiscano all’ opera di questo Imperatore nel restaurare i danni provocati in questa Provincia dalle precedenti invasioni con conseguenti enormi danni causati da parte principalmente di Carpi e Goti e che le successive monete con la legenda DACIA FELIX , si riferiscano al completamento del restauro materiale e morale apportato nella Provincia da parte di Traiano Decio , altrimenti credo che non avrebbe senso aver battuto due tipologie di monete con lo stesso tema DACIA se non fosse intervenuto qualche fattore determinante che giustificasse le due diverse legende DACIA con allusione alla restituzione e DACIA FELIX . Tornando ai fatti precedenti a Traiano Decio per quanto riguarda la Provincia Dacia , i problemi con i bellicosi popoli confinanti iniziano quando Gordiano III prelevo’ dalla Dacia truppe dalle due Legioni da tempo qui stanziate : la XIII Gemina e la V Macedonica , dando coraggio ai barbari prossimi ai confini che infatti invasero la Dacia dai Carpazi orientali e meridionali . I Carpi nel 246 invasero la Dacia meridionale arrecando devastazione e saccheggi . Filippo I si reco’ personalmente i Dacia sconfiggendo i Carpi e scacciandoli dalla Provincia , ma non concluse la guerra inseguendoli fin nelle loro terre , si preoccupo’ invece di ricostruire e fortificare la Provincia dai danni provocati dall’ invasione e torno’ a Roma , dove nel 247 erano in ultima fase di allestimento i preparativi per i 1000 anni di Roma . Come tutte le guerre non portate a termine i problemi si ripresentarono al successore di Filippo I , Traiano Decio . Traiano Decio continuo’ l’ opera di Filippo I nel ricostruire ed ampliare le difese della Dacia ma nel frattempo nel 249 dovette far fronte ad una invasione di Goti che ando’ a buon fine , riusci comunque a ricacciare dalla Dacia i Goti invasori e probabilmente in seguito a questi fatti vennero erette a Traiano Decio , come ringraziamento , dediche con titolo di “restitutore della Dacia” . Le monete con DACIA e infine DACIA FELIX dovrebbero essere state coniate a Roma in questa occasione , oltre ad altre monete provinciali emesse nella zecca di Sarmizegetusa con legenda PROVINCIA DACIA . Purtroppo anche Traiano Decio non concluse o non fu materialmente in grado di concludere la guerra contro i Goti e nella successiva invasione della Dacia sempre da parte dei Goti nel 251 perse la battaglia e la vita ad Abritto . Da qui a circa due decenni dopo tutta la Provincia Dacia venne abbandonata dall’ Impero non riuscendo piu’ a difenderla efficacemente dalle invasioni dei popoli confinanti . Come si evince da queste poche righe dell’ articolo il fascino delle monete antiche in generale risiede oltre che nel solo tondello metallico , inteso come reperto archeologico , anche nell’ interpretare il significato recondito di allegorie e legende ; con questo non intendo affermare che quanto da me scritto in merito alla legenda trattata e alla sua storia sia dimostrato con esattezza , pero’ credo interessante tentare di ricostruire con dati storici alla mano il motivo per cui delle monete furono emesse in memoria di fatti accaduti . In foto monete con DACIA e DACIA FELIX , nelle due allegorie cambia lo stendardo , nella DACIA si vuol riconoscere una testa d’ asino , personalmente penserei piu’ alla testa di drago , stendardo di battaglia dei Daci , ma a volte compare anche uno stendardo romano , mentre nella DACIA FELIX , sembra essere presente solo (?) lo stendardo romano . Segue una realistica testa di Traiano Decio in bronzo che perfettamente si adatta ai profili presenti nelle monete di questo Imperatore , e’ alta 25 centimetri e faceva parte di una statua a grandezza naturale purtroppo scomparsa , trovata negli scavi di Ulpia Traiana Sermigezetusa in Dacia , forse alla cui base poteva esserci la dedica di “restitutor Daciarum”.
    2 punti
  8. Scusate se mi sono fatto i complimenti da solo, ma l'ho fatto per scaramanzia, ultimamente alcune buste mi sono arrivate aperte e le monete sparite.? Fortunatamente il contenuto con il 3 Cavalli è giunto integro , ed eccolo : Decentrato e consumato, come direbbe il mio Amico Alberto @Litra68, scarrafuncello.
    2 punti
  9. Ciao Bradi, dopo un mese di caldo ininterrotto ho perso qualche colpo, quanto a presenza nel Sito.... Ho visto ora la discussione e qualche considerazione può essere fatta...Lo Stemma di Modena in cui compaiono le due trivelle dietro lo scudo non è antico, risale all'epoca napoleonica e fu adottato assieme al motto "A via pervia" nel 1813. L'Aquila invece ne ha sempre fatto parte, ne mostro una delle tante stilizzazioni. Ci può stare dunque che la parte superiore dell'Aquila sia stata posta come un cimiero sopra la Corona, ma io non ho trovato traccia di una simile immagine nei due testi che ho consultato. Purtroppo il bottone è assai rovinato e per me non è facile identificarne con chiarezza l'immagine. Un bottone da livrea, o militare ? Un mix di elementi che mi sembra più di fantasia che non fedele ai canoni della Araldica : sarebbe interessante sapese cosa ne pensa @Corbiniano Un saluto cordiale.
    2 punti
  10. Beh non posso che apprendere questa preferenza come positiva,visto che fai piazza pulita! Ottimo, si si,bleah Ferdi II....bleah,pussa pussa......
    2 punti
  11. Buongiorno @fricogna semplicemente tutte le monete di Ferdinando II mi sembrano uguali, so noiose, non mi piace il suo faccione, non mi piacciono i rovesci di tutte le sue monete, che monotonia, che noia.... Cmq per completezza oltre a quanto citato da Rocco...seguo anche l'argento di Ferdinando IV,come seguo per intero Carlo di Borbone, come seguo il rame siciliano, come ho qualche ramo di collezione che va dal Governo Popolare di Bologna, al rame delle Prima Repubblica Romana....cmq il mio materiale delezione per le monete è il rame, e al momento la mia fissa è Murat... ho na monetina di FERDIANNDO II in rame, che mi è capitata in un lotto, e la tengo separata dal resto della collezione, è esclusa, distante dalle altre...e non vedo l'ora di cederla fur dai bal!!!
    2 punti
  12. Di recente ho acquistato una tessera di riconoscimento rilasciata da Memmo Cagiati, direttore del Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano - nonché consigliere delegato del Circolo - a Vincenzo Tumminelli-Mortillaro, redattore del periodico sociale. Quello che mi ha impressionato è il verso della tessera che invita gli istituti frequentati dal Tumminelli ad avere un occhio di riguardo per il ricercatore; insomma, una vera e propria raccomandazione. Sempre sul verso compare il timbro del Circolo che autentica la tessera. Per scoprire chi era Tumminelli ho effettuato una breve ricerca tra gli autori dei Bollettini pubblicati dal 1916, anno della prima pubblicazione, al 1920, anno nel quale Cagiati diede le dimissioni come direttore del Bollettino e come consigliere delegato del Circolo; ma non risulta alcuno studio da lui firmato. Quindi, l'unica certezza è il periodo di emissione della tessera avvenuta tra il 1916 e il 1920. Chiedo il prezioso intervento di @Anxur, per sapere se è a conoscenza di altre simili tessere.
    2 punti
  13. @eliodoro, @Numi 62, @azaade @dareios it Ho ricevuto in omaggio insieme ad un Follaro con leone , questa minuscola monetina che penso si tratti di un mezzo follaro. Presenta doppia battitura. È talmente piccola che appena la trovo la misuro e peso.? Avevate mai visto doppie battitura su questi nominali?
    1 punto
  14. Buon pomeriggio Mi rivolgo a Voi per chiedere se avevate disponibilità di consultare il testo del Devoto , Gli antichi Italici (varie edizioni, la prima è del 1931 ma vanno benissimo anche le successive). Avrei bisogno di conoscere la pagina 192 e consultare l'indice dei luoghi. Qualche anima pia potrebbe aiutarmi? Grazie sin da ora.
    1 punto
  15. DE GREGE EPICURI Questa "mano dal cielo" o MANUS DEI è stata una originale creazione dei figli di Costantino, che emisero la moneta dopo la sua morte. Sembra voler significare che Dio lo trae al cielo, ed è bene ricordare che Costantino si fece battezzare quasi in punto di morte, come ci racconta Eusebio di Cesarea. E, nella rigida interpretazione dei primi secoli, il battesimo era indispensabile per la salvezza. La MANUS DEI ricompare in monete successive, riferite però a personaggi viventi. Ad es. su unaureo di Aelia Eudoxia, una mano dal cielo la incorona; ma qui mi pare che si scivoli da un piano religioso autentico all'utilizzo della divinità per confermare il potere imperiale.
    1 punto
  16. DE GREGE EPICURI Anche a me sembra senza dubbio autentica.
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  17. Cosí imparate voi papá a contagiarci??
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  18. 1 punto
  19. Questa è da 2 pfennig, il disegno sembra più simile (ma forse, guardandoci meglio, anche quella da 1 pfenning non è poi così diversa), ma peso e dimensioni non tornano: 2 Pfennig - Ludwig IX - Landgraviate of Hessen-Darmstadt – Numista Personalmente (attendi eventualmente altri pareri) la battezzerei come 1 pfennig di Ludovico IX, del Langraviato di Assia-Darmstadt.
    1 punto
  20. Questa gli assomiglia molto (compresi diametro e peso), ma non dovrebbe essere lei, ai lati dello scudo non ci sono le bandiere. 1 Pfennig - Ludwig IX - Landgraviate of Hessen-Darmstadt – Numista
    1 punto
  21. Direi tedesca, dalle H D in alto azzarderei Assia Darmstadt (Hessen Darmstadt). Controllo meglio e provo ad essere più preciso.
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  22. Intanto, una prima indicazione la puoi trovare qui https://www.lamoneta.it/topic/99464-quadrigato/
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  23. In premessa, fammi specificare che le località di emissione dei quadrigati sono, ovviamente, solo presunte e non c'è accordo fra gli studiosi. Detto questo, l'ipotesi più accreditata è che l'emissione anonima, in tutte le sue tipologie, sia stata coniata a Roma: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/24 Una tipologia (per la verità, articolata in tre sottogruppi) sarebbe spagnola: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/30 Per distinguere tra le varie tipologie, si usano essenzialmente criteri stilistici. Lunedì provo a farne un riassunto Infine esiste una tipologia ben contraddistinta dal simbolo della spiga di grano, che si ritiene coniata in Sicilia: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/27
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  24. Grazie mille Antonio! Sono sempre molto sospettoso e quando ho un minimo dubbio preferisco confrontarmi con voi più esperti. Era l'unico elemento che mi allarmava un po'.
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  25. Nemmeno io, ma è vero, sembra molto "impastata", e anche le carenze sembrano troppo "levigate". Anche se è un effetto che ci potrebbe stare, se ha circolato molto e si è consumata...
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  26. Tipo questa: https://www.acsearch.info/search.html?id=4800597
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  27. A occhio, senza guardare nè controllare, sparerei Impero Seleucide. Mi sembra di leggere chiaramente ANTIOXOY... Oppure, proprio per questo, moneta di Antiochia di Siria. Giusto per dare una traccia
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  28. Grazie mille @gennydbmoney! Sull'anno mi pareva di aver capito che fosse tra 1633 e 1636, perché avevo visto che dopo il disegno cambiava, con questa ulteriore (ed interessante) informazione mi hai anche tolto il dubbio
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  29. Ciao @passionumismatic, il mio parere dalle foto che hai postato il denario sembra coniato e quindi dovrebbe essere autentico. Le imperfezioni del bordo su cui hai dei dubbi a me sembrano solo dovute a quando è stato prodotto il tondello prima di battere la moneta. Non vedo abrasioni recenti o tentativi di eliminare il codolo di fusione. Ovviamente è soltanto il mio parere, attendiamo altri interventi ? ANTONIO
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  30. Buon sabato mattina amici...felice per te sia entrato in collezione questo gioiellino bello e raro, come ti auguro di scovare presto il conio del dritto...bella Rocco!
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  31. DIPENDENTI STATALI Buona giornata da Stilicho
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  32. Tendenzialmente se l'ambiente non è umido la muffa non dovrebbe proliferare quindi la presenza di una banconota con muffa in una collezione ben tenuta non dovrebbe costituire una minaccia diretta. Però se quella banconota è conservata nella tasca del foglio senza bustina lascerà delle spore quindi, una volta rimossa, se si inserisce al suo posto una banconota sana, questa sarà contaminata e, se l'ambiente dovesse subire delle variazioni igrometriche, svilupperebbe anche lei la muffa. Morale: la bustina protettiva è un'ottima prassi!
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  33. Rettifico Il MIR lo segnala al 918, senza immagine e mettendone in dubbio l'esistenza. Adesso siamo certi che esiste!
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  34. Ciao, è un grano coniato a Napoli durante il regno di Filippo IV di Spagna, l'anno è 1633,la sigla S dietro al busto del Re è del mastro di zecca Lorenzo Salomone che ha ricoperto la carica dal 16 novembre 1630 al 24 novembre 1634... La moneta è catalogata al numero 56, pagina 221 de: "LA MONETA NAPOLETANA DEI RE DI SPAGNA NEL PERIODO 1503-1680" di Pietro Magliocca...
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  35. Devi sapere che Cristiano Ama solo il rame di Ferdinando IV , Reali presidi compresi e il rame di Gioacchino Murat .
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  36. Si tratta di monetine (questa e' di 15 mm x 1,5 grammi) davvero interessanti. Questa (con il particolare della manus Dei, "La mano di Dio" verso cui l'imperatore tende la sua mano destra), fa parte della serie delle postume costantiniane. Ecco una discussione che ne parla diffusamente: Vi allego le immagini del mio esemplare di 15,82 mm di diametro massimo e di 1,40 g di peso, sempre da Antiochia: Buona serata da Stilicho
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  37. Facessero le FS dei siti megalitici, le comprerei di corsa: invece fanno la raccolta di 'ste monete che non significano nulla, bah.....
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  38. Prima o poi qualcuno passerà un mucchio di guai a fare questi giochetti…. E prima sarà meglio sarà ….
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  39. Buongiorno a tutti, la ricordi benissimo, anche perché è stata una tua scoperta e ti ringrazio ancora per avermela segnalata sapendo che mi mancava e che sicuramente mi sarebbe piaciuta. Saluti Alberto
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  40. Continuo col mio grano del 1777. Dal vivo è molto bello.
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  41. Buongiorno...ecco le mie...intanto concordo con Rocco sul fatto che le tue provengono dallo stesso conio...vediamo le mie, che dite? Nella mia più bellina al rovescio sembrano esserci dei punti e non dei rombi, forse conio sporco o semplicemente delle debolezze...saluti Cristiano p.s. intanto complimenti all'amico Beppe che continua ad allargare la sua raccolta di 3 grana e grana 3, felice di avere un compagno e un amico con i miei medesimi intenti p.p.s nella prima foto, bella la perlinatura ancora visibile da ore 9 a ore 12...quanto mi piacciono queste monete nonostante tutti i loro difetti!
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  42. Così, per ravvivare un po' questa sezione languente, sperando che qualcun altro desideri postare qualche esemplare interessante. Non è un grande modulo, ma solo un umile grosso, di Alessandro VII. Dr. ALEXAN - VII P. Stemma sormontato da triregno e chiavi decussate. Rv. HILAREM / DATOREM / DILIGIT / DEVS. Iscrizione su quattro righe. Questa tipologia presenta alcune varianti sia di diritto che di rovescio. Il MIR (Stato Pontificio III) la classifica al n. 1855 e la ritiene comune. In realtà comune non è, semmai poco considerata dai collezionisti a ragione delle sue piccole dimensioni. Questo uno dei problemi dell'opera di Toffanin, che talora non attribuisce correttamente la rarità effettiva ad alcune monete (d'altronde i suoi volumi sono ottimi, precisi e circostanziati, ma la perfezione non è di questo mondo... ). Fatto sta che un esemplare in questa conservazione non è proprio facile da vedere ... Tradurrei la frase epigrafica del rovescio con "Dio ama chi dona con gioia", uno dei tanti motti sulle monete pontificie del tempo, che si potrebbero impropriamente considerare "ossimori", visto che trattano con disprezzo (o quantomeno con distaccato biasimo) del denaro su cui compaiono, e che proprio da questo Papa prendono l'avvio. Un po' come "il fumo nuoce gravemente alla salute" che i Monopoli di Stato hanno impresso sui pacchetti di sigarette!
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  43. Ecco il mio cane Pablo...ha fiuto per le monete
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  44. Noi apparteniamo ormai al tempo del fuoco spento, ma nella mente arde ancora come simbolo massimo di continuità, che nessun potrà mai toglierci. Queste parole, che chiudono la premessa del libro di Andrea Carandini “Il fuoco sacro di Roma”, esprimono una grande e triste verità: da quando esiste l'uomo siamo i primi ad aver perso contatto e familiarità con questo elemento. Al tempo stesso ci è fortunatamente possibile ricordare, raccontare e soprattutto focalizzare l'attenzione sull'importanza che quel “fuoco antico e profumato che brucia legna” ebbe in ogni società e cultura. In ambito romano il fuoco è di Vesta ed è Vesta, una figura divina nota ma a tratti enigmatica, sulla quale è possibile veder riflessi gli importanti cambiamenti che segnarono la storia della Repubblica. Ma è bene, seppur sinteticamente, partire da lontano... Fin dall'età regia sfera politica e religiosa furono profondamente connesse, tanto da consentirci di definire la religio arcaica con due soli e precisi termini: sociale e cultuale. Tutto confluiva in due figure cardine, quella del rex e quella del pontifex maximus. L'operato di tali sommi rappresentanti risultava fondamentale in termini di coesione sociale e conseguentemente i garanti di tale equilibrio detenevano una forma di prestigio senza pari, tanto da poter esercitare potere punitivo nei confronti dei loro sottoposti, gerarchicamente ordinati in una struttura che, col tempo, divenne sempre più articolata sia in termini numerici che funzionali. Con l'avvento della Repubblica e la conseguente istituzione della figura del rex sacrorum tale complesso subì delle profonde mutazioni, che portarono all'ascesa in termini di potere e prestigio della figura del pontefice massimo, che assunse tutte le funzioni religiose in precedenza di competenza del rex e del rex sacrorum. Il pontifex maximus fu fin dal principio il “sapiente” per eccellenza, esperto dello ius, custode della tradizione religiosa che, giunto materialmente a capo del collegio dei pontefici (composto dal rex sacrorum e dai tre flamini maggori), potè sfruttare tale poter al fine di plasmare le materie di propria somma competenza adattandole a quei cambiamenti politici e culturali propri di una società in continua evoluzione. Dai tempi di Numa l'accesso a tale alto sacerdozio era poi consentito solo ai patrizi ed è facile intuire quanto questa carica fosse utile al fine di garantire il mantenimento della condizione di supremazia della classe d'elite. Le cose iniziarono però a cambiare nel 300 a.C. con la promulgazione della Lex Ogulnia: il collegio dei pontefici fu incrementato di quattro unità, di provenienza plebea, che passò da cinque a nove membri. Nonostante l'apertura verso i plebei e dunque con l'implicita possibilità anche per un plebeo di poter ricoprire la carica di pontefice massimo, bisognerà attendere quasi mezzo secolo prima di vedere Tiberio Corucano ricoprire tale sommo sacerdozio (254 a.C.). Lo scontro era però ormai in atto, vivo e pericoloso, il vitale controllo sulla religio da sempre ad esclusivo appannaggio del patriziato, ormai vacillava. E' qui che inizia a prende forma quello che potremmo definire il “conflitto di Vesta”. Non ci sono dubbi sul fatto che tale divinità, a livello funzionale, possa considerarsi pre-civica e che la sua essenza ed essenzialità possa trarre origine dalle antiche tribù laziali le quali, pur avendo imparato ad usare il fuoco, riscontravano non poche difficoltà nell'accenderlo, se non attingendo ad un focolare comune che, necessariamente, doveva perennemente ardere. Un numen che ha quindi in origine una connotazione tribale ma che si evolverà insieme ai primi tipi di organizzazione sociale, pur mantenedosi incorrotta dalle contaminazioni straniere come poche altre figure divine. E' già in epoca monarchica che la Roma sviluppatasi intorno al Palatino si appropria di Vesta, essenza pubblica di quel fuoco comune intorno al quale si sviluppò quell'insediamento civicamente sempre più organizzato. Nel tempo immediatamente successivo alla fondazione, col già citato Numa Pompilio, fu quindi creato il sacerdozio delle Vestali, incaricate di mantenere vivo quel sacro fuoco che fu definitivamente spento solo con Teodosio, tradizionalmente 1.150 anni dopo. Si potrebbero scrivere pagine e pagine in merito a questa dea ed alle sue sacerdotesse, ma il percorso punta a capire come possa la fonte numismatica dirci qualcosa in merito a questa figura ed alla storia della Repubblica di Roma... qualcosa di importante. Vesta non appare certo con frequenza sulle emissioni repubblicane ma questo non deve sorprendere. E' lo stesso Ovidio (Fasti, VI, 295-299) a dirci “effigiem nullam Vesta nec ignis habet” (né Vesta, né il fuoco, possono essere effigiati), ed è solo dal I secolo a.C. che l'aniconica dea iniziò ad essere rappresentata, proprio su alcune emissioni monetali. Stiamo parlando del denario di P. Sulpicius Galba del 69 a.C., cui seguirono le due emissioni della Cassia, rispettivamente del 63 e del 55 a.C. Già si è scritto molto sul forum soprattutto in merito ai denari con la "scena di votazione", ma non mi pare che si sia andati oltre alla "semplice" narrazione degli eventi del 113 a.C. che videro per protagonista Lucio Cassio Longino Ravilla. In queste tre tipologie monetali, che concettualmente possono essere ridotte a due, c'è molto di più, su questi denari si combatte il “conflitto di Vesta” che, pur interessando questa specifica figura divina, come si vedrà avrà ripercussioni molto più ampie e profonde. Prima di proseguire, qualsiasi commento, spunto o ampliamento delle tematiche fin qui toccate (che sono davvero numerose e dunque solamente accennate) è ovviamente gradito.
    1 punto
  45. Buongiorno e grazie a tutti per le belle parole. Essendo un "settore di nicchia" non mi aspettavo un così positivo riscontro nell'immediatezza. Questo per me non è un semplice "studio" ma è il frutto di anni di passione. Una passione che mi ha portato a ricercare quanto più possibile sul duca di Sora e sulle sue monete. Una ricerca difficile per la scarsità di materiale a disposizione ma che comunque, negli anni, è diventata sempre più avvincente. Considerate che ero ancora un ragazzino quando ho iniziato a studiare la storia locale e le vicende del Cantelmo ed ora, ormai 50enne, credo sia giunto il momento di rendere questo studio pubblico anche se la voglia di sapere di quel ragazzino ancora non si è spenta... anzi è sempre alla ricerca di nuove fonti. Purtroppo alcuni documenti (allarme spoiler) non sono più disponibili a causa di tristi vicende belliche... avrebbero probabilmente fornito notizie importanti sulla coniazione del bolognino. Ho cercato in pratica di ricostruire, a partire dalla cronaca coeva e dalla documentazione superstite, tutta la storia di Pietro Giovanni Paolo Cantelmo giungendo poi alla sua monetazione. Passaggio obbligato la coniazione di monete durante la congiura dei baroni. In questo capitolo sono riportate (allarme spoiler 2) le concessioni di zecca che Ferdinando I d'Aragona diede a nobili e commercianti dell'epoca. Una lista che potrà essere, mi auguro, punto di partenza per futuri studi che potrebbero portare all'individuazione di nuove officine monetarie. Ringrazio @dareios it che ha sottolineato il costo basso del volume. Il Circolo Numismatico Romano-Laziale da sempre pubblica con lo scopo di divulgare la numismatica senza in pratica fini di lucro. Questo è da sempre anche il mio pensiero e con il prezzo del volume credo che il circolo rientri appena delle spese considerando anche che nello stesso non vi è pubblicità. Una buona lettura a tutti!
    1 punto
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