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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/22/22 in tutte le aree
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Oggi mi sono arrivati 3 falsi d’epoca che ritengo estremamente interessanti, sopratutto il titolo provvisorio da 5 mila lire “testina”. Allego foto fronte / retro di tutti più le rispettive filigrane.4 punti
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Così ci becchiamo tutti una bella denuncia per diffamazione La "moneta" di Mussolini offerta a 240 euro, fa il paio con le "rarità uniche" proposte su ebay a prezzi folli, se qualcuno è tanto fesso da cascarci peggio per lui. Come detto più volte per ebay, ognuno è libero di vendere quello che vuole al prezzo che vuole, sta all'acquirente saper distinguere il grano dal loglio. Quanto al Littore, non metto in dubbio la tua parola sulla falsità, ma non basta, bisogna dimostrare la malafede del venditore, altrimenti, come detto sopra, siamo noi a rischiare una denuncia.3 punti
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articolo e video sul ripostiglio di Populonia: https://www.archaeoreporter.com/2022/06/14/un-tesoro-ritrovato-il-ripostiglio-di-populonia-le-monete-dargento-del-grande-porto-degli-etruschi/2 punti
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DE GREGE EPICURI Grazie, video interessantissimo. Mi vengono alcune considerazioni: -La ricostruzione giornalistica della "ricomparsa" di questo tesoro nella soffitta della famiglia è divertente ma davvero poco credibile, dato che questi Gasparri non sembrano degli sprovveduti. -Se sono attendibili i documenti e le descrizioni dell'epoca, pare che ai Garparri sia stato dato ben più di 1/4 delle monete rinvenute, direi quasi il 50%. -Le monete residue (quelle trattenute dallo stato) sono esposte nello stesso Museo di Populonia, o nel medagliere di Firenze, o altrove?2 punti
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Buongiorno a tutti, ecco finalmente riuniti i miei due Follari Messinesi. Saluti Alberto2 punti
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Un sera, mentre effettuavo una ricerca in rete, mi sono imbattuto in questo tondello che ha subito attirato la mia attenzione: Effettuata una prima valutazione (necessariamente sommaria, per quanto attenta, essendo una fotografia) ho deciso di provare ad acquistarla e, dopo una breve trattativa con il venditore, l’ho portata a casa per un costo complessivo di 20 euro. Come al solito: e’ tanto? E’ poco? Non so. So solo che lei mi ha chiamato e io ho risposto alla chiamata. Del resto, il prezzo era basso, anche se certamente la conservazione non e’ un granché. Ma in questo caso il mio interesse andava anche oltre: era una occasione di studio e di approfondimento. E credetemi, la serie FEL TEMP REPARATIO per quanto molti la considerino noiosa, di fatto si mostra sempre ricca di sorprese e offre spesso spunti interessanti. Si tratta, infatti, di una FEL TEMP REPARATIO della tipologia “Galley”, ovvero “imperatore su galea”. Come la tipologia “Falling horseman” o “cavaliere disarcionato” fu la tipologia preferita da Costanzo II, così la tipologia “Galley” fu quella preferita da Costante, il cui nome compare in molte monete con questo rovescio, emesse sia da lui stesso sia da suo fratello Costanzo II nelle zecche delle rispettive aree di influenza come era prassi in quel periodo. In essa l’imperatore e’ mostrato in abiti militari in piedi sulla prua di una galea con uno stendardo col chi/rho nella mano sinistra e con una vittoriola o una fenice su globo nella mano destra. Nel significato generale, la “Galley” rappresenterebbe il sovrano vincitore che governa la nave dello stato. Nel significato specifico riguardante il solo Costante, si riferirebbe al viaggio di questi in Britannia nella campagna del 342-343 contro gli invasori Pitti. Della tipologia “Galley” fu coniato un modulo più grande, ovvero un AE2 di peso teorico di circa 5.4 g (pari a 1/60 di libbra romana) ed un modulo più piccolo di tipo AE3 con peso teorico di circa 2.7 grammi (1/120 di libbra romana). Il modulo più grande era argentato e la percentuale di fino era compresa grossomodo tra il 2 ed il 3% nelle emissioni occidentali, ma addirittura intorno all’1,5 % nelle emissioni orientali. Il modulo più piccolo, con ogni probabilità, non era neppure argentato. Dopo qualche giorno di trepidante attesa (e’ sempre così, no?), arriva la moneta. Ed ecco le mie foto (scadenti): Rispetto a quello che si nota nella foto del venditore dove manifesta una tonalità grigia, in mano la moneta mostra una bella patina verdina con una tonalità calda che, paradossalmente, si vede meglio nelle mie foto dove il colore e’ quello reale. La sensazione generale e’, devo dire, gradevole, meglio di quanto mi potessi aspettare. Mi sono quindi messo ad osservarla bene ed ecco le mie conclusioni. Peso: 4,02 grammi Diametro massimo: 22,08 mm; AE2 D\ D N CONSTAN-S P F AVG: busto di Costante, drappeggiato, corazzato, con diadema a rosette R\ FEL TEMP REPARATIO: imperatore in piedi sulla prua di una galea governata da una Vittoria, con uno stendardo nella mano sinistra (con chi/rho) e con un globo sormontato da una fenice nella mano destra. -/-// ? S L G dot; zecca di Lugdunum Con un SLG dot in esergo, l’unica possibilità e che prima della S ci sia una stella. Quindi il rovescio dovrebbe essere star S L G dot. Ciò mi porterebbe a ipotizzare una RIC VIII 77. Non ha caso ho usato il termine “ipotizzo” e vi spiego il perché. Ecco un estratto del RIC VIII: D4 identifica il busto drappeggiato, corazzato con diadema a rosette. Come vedete qualcosa non quadra. La cesura prevista dovrebbe essere D N CONSTA-NS P F AVG; sulla mia moneta, invece, la cesura e’ D N CONSTAN-S P F AVG. Come si può notare dall’estratto dal RIC, questa cesura sul nome e’ comunque nota sulle monete ufficiali di Costante (Cn3), ma non e’ preceduta da D N come in questo caso. Ad ogni buon conto, dal controllo che ho fatto, mi sembra che la stessa legenda Cn3 non sia nota sulle FEL TEMP REPARATIO (anche di altra tipologia) in nessuna delle zecche ufficiali. Teniamolo a mente. Comunque, ho provato a fare una ricerca sui cataloghi on line della RIC VIII 77 di Lugdunum (data comunque come “scarce”), ma ho trovato solo questo esemplare che potrebbe però benissimo essere anche la RIC VIII 74 (purtroppo, l’inscatolamento della moneta non consente di capire se vi sia un dot dopo star PLG): Ho guardato poi su OCRE la RIC VIII 77. Innanzi tutto, la legenda di dritto e’ indicata come CONSTAN-S P F AVG: Molto strano. La legenda non e’ contemplata dal RIC. Cosa può voler dire? Errore di OCRE? O esiste veramente una moneta con questo dritto? Certo sarebbe stato interessante poter visionare gli esemplari presentati e che risultano parte della collezione del British Museum…. Purtroppo, però, non sono visibili in quanto cliccando sul collegamento specifico al sito del museo compare la frase “We have no available images for this object”…. Il primo esemplare (1903, 1004.19) farebbe parte del “Croydon Hoard”. Pertanto, ho fatto una semplice ricerca su Google e ho trovato qualcosa. Su JSTOR e’ disponibile un estratto della rivista Numismatic Chronicle del 1965 che parla proprio di questo ripostiglio scoperto nel 1903 e composto da 2796 esemplari, essenzialmente monete di Costante (poco meno della metà) , ma anche di Costanzo II, di Magnenzio e di Costanzo Gallo. L’articolo fa un censimento delle monete del deposito che, però, e’ un po’ sommario e non contiene (purtroppo) immagini. Per Costante da Lugdunum ho trovato questo: Come si può notare, della RIC VIII 77 dovrebbe esserci un esemplare. Al di là di tutto, possiamo vedere come la legenda sia comunque D N CONSTANS P F AVG. Peccato non si faccia menzione di alcuna cesura. Quello che parrebbe almeno sicuro, quindi, e’ che la legenda CONSTAN-S indicata su OCRE per il RIC VIII 77 deve essere necessariamente sbagliata. Ora vi mostro alcuni esemplari catalogati come ufficiali e coniati a Lugdunum per Costante su modulo AE2 per avere un idea dello stile di questa zecca: Ed ora qualche “small galley”, AE3: Veniamo ora alla mia moneta partendo dal dritto: Sul dritto, il ritratto di Costante appare un po’ spigoloso, quasi duro e arcigno, con lo sguardo accigliato. Certo, il naso e’ un po’ il marchio di famiglia, ma l’effigie nel suo complesso mi ricorda, in verità, più Costanzo II. Di solito, il volto di Costante e’ più disteso e rilassato, meno rude, coi lineamenti generalmente più morbidi (anche se devo dire che talvolta e’ difficile distinguerli dalla sola effigie). Anche la corazza, pur coi limiti della conservazione, appare un po’ approssimativa, così come il diadema. E la legenda? Se ricordate abbiamo già parlato della strana ed inconsueta cesura, D N CONSTAN-S P F AVG. Ed anche le lettere sono strane, per la verità. Mi sembrano piuttosto diverse dagli esempi postati, poco uniformi, irregolari, sia come profilo che come altezza. Ed ora, il rovescio: Tenendo conto anche qui della conservazione certamente non eccelsa, nel complesso ritengo le effigi di buona qualità, comunque abbastanza definite, per quanto ci siano elementi un po' più stilizzati, tipo la galea. Ma la cosa che più mi lascia perplesso sono le legende. Le lettere della parola REPARATIO appaiono molto diverse dalle ufficiali presentare, in particolare le R che paiono diverse una dall’altra, le A che risultano aperte in alto e di diverse dimensioni, le T che ha la parte orizzontale molto corta e che appare comunque senza grazie. Quanto all’esergo, colpisce la distanza irregolare tra le lettere S L G che sono anche di altezza diversa e la stessa L che ha la parte orizzontale molto più lunga di quella verticale. A tutto ciò si aggiunge il peso più basso pur ammettendo l’usura ed un un calibro da AE2. Alla luce di quanto detto, la mia impressione e’ che possa trattarsi di una moneta imitativa che però, nel suo complesso, mi sembra di buona qualità. Sarei più orientato il tal senso, anche se non ho l’esperienza necessaria per dare un parere più fondato. Mi farebbe piacere conoscere il vostro pensiero in merito: cosa ne pensate? A proposito, ora vediamo alcune monete che ho trovato in rete e identificare come imitative: Questa ha lo stesso peso delle ufficiali ed e’ data per ufficiale, ma… Questa, venduta su Vcoins, peserebbe addirittura 9.33 grammi... L’argomento della monetazione bronzea imitativa del IV secolo (esistono anche monete imitative di silique di cui non parlerò) è piuttosto complesso ed io, onestamente, non ho le competenze necessarie per una analisi approfondita e dettagliata del fenomeno. Mi limiterò quindi solo ad un breve accenno lasciando magari in calce qualche riferimento per chi vorrà approfondire e lasciando soprattutto libero spazio agli amici del forum che avranno piacere di contribuire. Il fenomeno delle imitative bronzee sicuramente dovette rivestire una certa rilevanza nel corso IV secolo, soprattutto in alcune aree dell’impero. Ad un certo punto, sia per circostanze casuali (tipo la prolungata ed improvvisa chiusura di alcune zecche- vedi Londinium, Ambianum, Colonia- per i più svariati motivi), sia per cause di forza maggiore (tipo, ad esempio, lo scarso afflusso monetario in Britannia a causa della usurpazione di Magnenzio proprio contro Costante oppure nella stessa Britannia e parte della Gallia in occasione degli attacchi degli Alamanni del 354-355), la popolazione locale si vide costretta a fare da sé per la mancanza di numerario spicciolo per la transazioni quotidiane. Ecco quindi comparire le monete imitative che, giocoforza, iniziarono a circolare (e sin da subito, parrebbe) insieme a quelle ufficiali. Alcune vennero prodotte in officine clandestine con un chiaro intento di tipo fraudolento e lucrativo; altre (in particolare quelle di buon livello) e’ possibile che venissero prodotte in officine, per così dire, semi-clandestine (e quindi magari tollerate dalle autorità preposte) da collaboratori o ex-collaboratori delle zecche ufficiali che potevano quindi avere avuto accesso ai conii ufficiali. Sulle motivazioni elencate sopra non sono però tutti d’accordo. Alcuni, infatti, ritengono che la riduzione del numero delle monete bronzee non fosse dovuto a cause di forza maggiore o a circostanze casuali, bensì ad una voluta politica monetaria per contenere il progressivo aumento dei prezzi (provvedimenti di tipo deflativo). Quindi, secondo questa teoria, le emissioni imitative sarebbero state fraudolente e quindi punibili dalla legge con punizioni molto severe (almeno sulla carta perché poi pare che diverse amnistie abbiano ridotto le pene). Mi viene da pensare che probabilmente fossero vere entrambe le cose: le autorità, da una parte, punivano le contraffazioni (con leggi in teoria severe, ma di fatto blande), mentre dall’altra tolleravano le emissioni non ufficiali (magari anche di bassa qualità) per compensare la loro incapacità di fornire il numerario bronzo necessario. Il fenomeno delle imitative nel IV secolo, passò nel corso del tempo, dalla produzione di monete di calibro AE2 fino alla emissione di minimi e minimissimi passando per il fenomeno dell’overstriking (riconiazione) di altre monete ormai fuori corso a seguito della riforma monetaria del 348 d.C. che aveva lanciato la serie FEL TEMP REPARATIO. A proposito delle FEL TEMP REPARATIO e’ da notare come solo le “galley” e le “falling horseman” siano state frequentemente imitate. In particolare, tra le imitative di più grande calibro sono più comuni sono proprio le “galley”, il contrario per quelle di piccolo calibro dove prevalgono le “falling horseman” che sono anche più tardive. Si parlava delle imitative di qualità e, a questo proposito, ho trovato interessante quanto letto al riguardo proprio del report del Croydon Hoard dove viene specificato che in molti casi era risultato difficile distinguere tra imitazioni barbariche di ottima fattura e le emissioni ufficiali. La percentuale di monetazione imitativa nei depositi fino al primo decennio del V secolo varia sì in rapporto a quanto detto sopra, ma soprattutto (e ovviamente) in base alle diverse condizioni politiche, economiche e militari delle diverse regioni dell’impero. Per esempio, in Inghilterra, in alcuni hoard scoperti negli ultimi 10 anni, la percentuale di imitative e’ addirittura superiore al 50 % ,giusto per evidenziare l’importanza del fenomeno (considerando anche che le monete imitative “si muovevano poco” , essendo soprattutto usate per il piccolo commercio locale). Prima di chiudere, torniamo ancora per un attimo alla mia moneta. Vi e’ il dato del peso, un po’ basso in effetti, puro considerando l’usura. Riporto però quanto scritto da King nel report di un altro importante deposito del IV secolo, il Coleshill Hord, ovvero che le “galley” imitative avevano peso sì inferiore, ma molto vicino a quello delle ufficiali. Il Coleshill hoard contiene esemplari imitativi della mia moneta, ma anche in questo caso, purtroppo, non vi sono immagini. Peccato. Fonti: - Gianfranco Pittini (il “nostro” gpittini): “Imitazioni barbariche di bronzi del IV secolo” in https://www.academia.edu/42160018/Imitazioni_barbariche_di_bronzi_del_IV_secolo_senza_foto_?email_work_card=title - Gianfranco Pittini: “Imitazioni barbariche di monete romane, minimi e minimissimi” in https://www.academia.edu/42159648/IMITAZIONI_BARBARICHE_DI_MONETE_ROMANE_MINIMI_E_MINIMISSIMI - “FEL TEMP REPARATIO imitations” in http://augustuscoins.com/ed/imit/imitFTR.html - G. F. Hill: “Roman coins from Croydon” in Numismatic Chronicle; 1965; https://www.jstor.org/stable/42662117?read-now=1&refreqid=excelsior%3Ac1484ec83218a336e308240205ec566f&seq=1 - RIC volume VIII - Coleshill Hoard in Coin Hoards for roman Britain Volume IX Per le immagini: - OCRE: http://numismatics.org/ocre - Nummus Bible II: http://www.nummus-bible-database.com/ - Wildwinds: http://www.wildwinds.com/coins/ric/i.html - Augustuscoin (vedi sopra) - Cointalk: https://www.cointalk.com/threads/fel-temp-galley-lugdunum-imitatives.396195/ Naturalmente, sempre disponibile a correzioni, osservazioni, suggerimenti. Buona serata da Stilicho1 punto
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Per chi si trovera' in vacanza , o per altri motivi , in Calabria , ricorre quest' anno il 50° anniversario del ritrovamento dei famosi Bronzi di Riace conservati al Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria . Manifestazioni per la ricorrenza da Luglio a Settembre , seguono incontri d' autore, astronomia , storia , letteratura e conferenze nel segno delle due statue bronzee . https://www.msn.com/it-it/intrattenimento/musica/bronzi50-incontri-storia-e-letteratura-al-museo-archeologico-nazionale-di-reggio-calabria/ar-AAZOA32?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=2fa68a41cc1f4c92bdd56d047474b3821 punto
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Dalle foto postate non riesco a vedere bene, ma mi sembra di scorgere i due puntini nello stemma centrale. Se è così (vedi foto sotto) si tratta del moderno riconio di Vienna prodotto a partire dal 1986 e valore, come già detto. dato dall'argento contenuto (il solo FDC può avere un piccolo sovrapprezzo):1 punto
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Beh occhio alle zecche però . Un riconio vale meno. Io al momento non ho nulla cui spulciare. Qui devi vedere anche un' unghia o un pallino. Guarda che proprio perchè ci sono milioni di zecche è una moneta molto affascinante,perchè non è facile riconoscerle. Esiste infatti il manuale dedicato a questo tallero.1 punto
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No perchè ha un basso valore numismatico. Ascolta non ho nulla ora per guardar,ma,se come credo, non oltre le 15€ . Forse è Vienna Prendi tutto con le pinze1 punto
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grazie infinite, ma tanto sa già tutto.....hahahahahahahhahahah1 punto
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ok allora in catalogo ce lo avrai presto, io non ti ho detto nulla. Acqua in bocca!1 punto
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E' una traccia di una collisione dei coni (corrisponde alla testa del re), frequente in queste monete. Non è una frattura de conio1 punto
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No assolutamente non è una frattura del conio a scalino, secondo me è stata rovinata/danneggiata post coniazione, per me nn è un errore di coniazione1 punto
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Le 500 lire erano molto difficili da falsificare (sono rare come falso), la moneta di taglio più alto nel 1995 facilmente falsificabile era la 200 lire. Era convenienet nella misura in cui i costi di produzione per pezzo stavano sotto le 200 lire, evidentemente conveniva. Anche il falso del 1998 si trova abbastanza facilmente. Non so a che post ti riferisci con frattura a scalino, taggami1 punto
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E' un falso noto, mi pare di intravedere il marcatore che lo contraddistingue (fratturina al rovescio)1 punto
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Dai la butto lì: la zecca mi sembra SMTS, Salonicco. Se così fosse, potrebbe essere Costantino I, II o Costanzo II (mi pare di vedere una N dietro la testa). E, in questo caso, la legenda sarebbe PROVIDENTIAE AVGG o PROVIDENTIAE CAESS1 punto
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Denario molto raro di Settimio Severo che raffigura al rovescio Giove su quadriga con scettro che scaglia una folgore contro il gigante (Bucephalus Numismatic, Auction 5). Roman Imperial Septimius Severus (193-211). Denarius. Rome. Obv: SEVERVS PIVS AVG. Laureate head of Septimius Severus, right. Rev: P M TR P XV COS III P P / IOVI VICT. Jupiter in quadriga right, holding sceptre and hurling thunderbolt at giant. RIC 204. Extremely rare Condition: Near very fine, restored edge fault. Weight: 3.38 g. Diameter: 21.45 mm. Risultato400 EUR, Prezzo iniziale200 EUR, Stima600 EUR. apollonia1 punto
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Successo stentato (su CC è SS ostentato) buon pomeriggio1 punto
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Al rovescio di una bella testa elmata di Roma, un guerriero con elmo con alto cimiero e grande scudo rotondo decorato, è al galoppo, con lunga lancia in resta . Da un raro denario repubblicano al nome di L. Torquatus, che sarà ad inizio Settembre in vendita Artemide 60E al n. 332 .1 punto
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Nessuno si è soffermato sul gioiello del diadema... Mi sembra molto atipico.... O sbaglio1 punto
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Ti rinnovo i ringraziamenti! Diciamo che per non sbagliare sono solito sopratutto prendere falsi che hanno i numeri di serie e le firme totalmente sballate, buon indicatore per capire l’effettiva autenticità dei falsi. questi tre esemplari hanno circolato lungamente e conservano un odore di carta “vecchia” e di banconota davvero tipico. Paradossalmente è più facile sentire l’odore di vecchio in questi falsi che nessuno tratta piuttosto che in banconote originali coeve che purtroppo ormai sono quasi tutte trattate…1 punto
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Ovviamente sono tutti meritati i complimenti. Nutro molta stima per te,perchè oltre che buon gusto,sei un giovane che si fa in quattro per arricchire la Collezione con la C maiuscola. Detto ciò,sí,chiaramente un falso d' epoca farlocco come banconota,è molto piú difficile individuarlo rispetto ad un tondello. Bellissima la tua idea del falso per tipologia. Complimenti1 punto
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Grazie mille! I complimenti fanno sempre piacere. Sto cercando di aggiungere almeno un falso d’epoca per ogni tipologia. Facendo attenzione perché purtroppo i “falsi” falsi d’epoca sono sempre più frequenti !1 punto
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Cari amici auguro a tutti delle splendide vacanze estive condividendo prima di partire l’ultima acquisizione, il lotto 782 dell’asta Nomisma E-28 live, un esemplare in grande conservazione di uno scudo collo lungo battuto a Torino nel 1856. Si tratta di un millesimo di media rarità, che si situa tra quelli più reperibili e quelli più ricercati, ma che si pone in modo netto tra i migliori esemplari esitati sul mercato. La classificazione FDC attribuita dalla Casa d’Aste si riscontra nel lustro di conio, totalmente presente, nei rilievi satinati e integri, nella freschezza dell’aspetto generale, appena offuscato da una leggera antica pulizia al D e da alcuni insignificanti colpettini al bordo e da minimi graffietti. Questa recentissima entrata in collezione costituisce un altro gradino nella progressiva sostituzione dei millesimi di qualità nettamente inferiore con pezzi di standing come questo dei 5 lire collo lungo, monete di grande dimensione e di stupenda bellezza, ma che presentano uno standard qualitativo assai modesto, elemento che, oltre all’attuale generale trend di mercato, giustifica la continua crescita delle quotazioni degli esemplari nella massima qualità. Buona serata a tutti1 punto
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Non entro nel merito della monetazione ed i veneziani collezionisti e studiosi,se vorranno,potranno intervenire,ma mi è piaciuta l'esposizione delle varianti presenti nei vari Zecchini illustrati ,la trovo di facile comprensione,anche per coloro che non sono addentro alla materia. Inoltre bene ha fatto l'autore a dare info a riguardo della data da cui si è iniziato a chiamare lo Zecchino come tale e non più Ducato e citare anche la data di quando si iniziò a coniare questa bella moneta in oro accettata in tutti i mercati al pari del Fiorino. Salutoni odjob1 punto
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Vederli per immagini sono molto belli, ma poterli ammirare dal vivo al Museo di Reggio è un'esperienza unica! Questi giganti in bronzo rappresentano la perfezione raggiunta dell'arte scultorea Greca, chi li ha realizzati ci ha donato una testimonianza tangibile della grandezza di un popolo. Io ho avuto l'onore di vederli da vicino e invito chi ne ha la possibilità e il tempo di visitare tutto il Museo , un'esperienza che vi resterà nel cuore, numismatici o semplici amanti dell'arte e della storia antica.1 punto
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A questo punto conviene farsi un viaggetto/vacanzina e andare a ritirare direttamente le monete, invece di farsele spedire.1 punto
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ok....stima acquisto ..... secondo te..... anche se dice qspl.... io la pagherei per bb+ a mio modesto parere1 punto
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Dalle foto, è sicuramente in conservazione inferiore rispetto all'altra (basta guardare i capelli), ma sicuramente si presenta più naturale e soprattutto non ha subito una pesante lucidatura e spazzolatura che ne hanno rovinato per sempre il look.1 punto
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Scusate se riprendo la discussione, ma avendone visionate 5 per tipo posso dirvi che la qualità del conio delle Coincard e dell'astuccio è differente. Le monete nell'astuccio sono decisamente peggiori.1 punto
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Complimenti Massimo per la nuova acquisizione. Conservazione ottima per la tipologia. Dopo vari tentativi con lo slab hanno pensato di toglierla dal sarcofago, potendo così metterla Fdc . Ad essere pignoli qFdc/Fdc forse sarebbe stato più corretto, ma nella sostanza non cambia il giudizio su una moneta in eccellente stato di conservazione.1 punto
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Egregio @Mas Blanco, ti ringrazio perché pensi che il mio parere abbia un che di valore. Mi perdonerai, spero, se però, ti dirò la verità sul tuo modo di indagare le monete: io credo che tu perda molto del tuo tempo su particolari ininfluenti. Tu sei alla ricerca di rarità (e fin qui nulla di male, è l'obiettivo d'ogni collezionista), ma ti concentri su ogni piccola differenza di monete comuni, dove quasi sempre è dovuta ad imprecisioni di conio ed ininfluenti sul valore sia collezionistico che economico della moneta.Ti faccio un esempio citando una "Briciola" apparsa sul Gazzettino di "Quelli del Cordusio" #8 del luglio 2021: Qui, come puoi vedere, abbiamo una differenza significativa (seppur sfugga ad un esame superficiale) su una moneta coniata in soli 100.000 esemplari. Siamo di fronte a due monete effettivamente diverse, dove il R/ del II conio sarà poi utilizzato anche per lo Scudo del 1879. Oppure, per rimanere su monete molto più comuni, ha un senso notare le differenze sulle 1.000 Lire "bimetalliche": Qui, 180.000.000 coniati in totale nelle due versioni, ha senso sottolineare le differenze anche perché vi è una storia dietro tutto ciò. Concludendo, graffi, rotture di conio, bolle ed altre difformità hanno poco senso studiarle a meno che non abbiano un significato che trascende il semplice difetto. Ti faccio un ultimo esempio: il 5 Lire 1969 "1 rovesciato": è evidente che si tratta di una rottura di conio (e di per sé lascia il tempo che trova), ma in questo caso, la rottura ha creato una "pareidolia" (diciamo così) dove l'escrescenza metallica - per puro caso - si è formata alla base della stanghetta dell'uno dando l'impressione di avere una cifra rovesciata. Anche qui, può esserci d'aiuto una "Briciola" del Gazzettino #7 di "Quelli del Cordusio" del settembre 2020: Concludendo: analizza tutte le monete che vuoi (chissà che non scopri veramente una nuova variante), ma non ti fermare su tutti questi particolari insignificanti. Il tuo 20 Centesimi 1941, coniato in 10.730.000 pezzi, può avere in qualche esemplare un difetto (o più, nel tuo - da foto - direi che è una rottura di conio), ma se non costituisce una curiosità (vedi 5 Lire "1 rovesciato"), comunque "solo una curiosità" destinata ad un circolo ristretto di appassionati, rimane un'imperfezione che nulla aggiunge alla moneta, al più la declassa.1 punto
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Ho visto qui postate monete molto belle (a proposito, @Follis01, e' tua?), ma io vorrei dire qualcosa circa Giunone ed il pavone. Sulla monete imperiali Giunone viene spesso rappresentata in piedi nell'atto di tenere una patera nella mano destra, un lungo scettro nella mano sinistra e con un pavone ai piedi. La patera era un piatto piano usato nei sacrifici. In questa scena Giunone lo tiene leggermente inclinato verso il basso, proprio verso dove si trova il pavone che ha la testa a sua volta girata verso l'alto, probabilmente ad indicare in gesto di nutrire l'animale. Interessante il significato del pavone. Se l'aquila si associata alla apoteosi degli augusti dopo la loro morte, così il pavone si associa alla apoteosi delle auguste, essendo l'animale caro a Giunone e simbolo anche della fedeltà coniugale, come si evidenzia nel mito di Argo: "Giove, per sedurre Io, si era trasformato in una nube e aveva avvolto la terra, poi aveva trasformato Io in una vacca allo scopo di celare l'infedeltà coniugale. Ma Giunone, sospettosa per aver visto la terra tutta avvolta da una nube, era scesa sulla terra a controllare e aveva trovato Giove in compagnia della vacca. Il trucco non poteva ingannare la dea che astutamente aveva chiesto a Giove di avere in dono il bovino, dono che Giove non poté negarle senza ammettere il misfatto. Quindi Giunone aveva affidato ad Argo, il mostro dai cento occhi, l'incarico di custodire l'animale; tra i suoi cento occhi, Argo, ne aveva infatti almeno uno sempre aperto e quindi nemmeno il sonno avrebbe potuto impedirgli di adempiere l'incarico. Giove allora, per riprendersi Io, inviò Mercurio il quale, prima addormentò Argo con il suono del suo strumento, poi lo decapitò. Giunone volle allora ripagare Argo per il suo sacrificio, sicché prelevò i suoi occhi e li trasferì sulla coda del suo animale preferito, il pavone, dove tuttora si possono ammirare". Tratto da: www.moneteromane.info Credo che in questa rappresentazione di Faustina come Giunone si voglia rappresentare non solo il potere della augusta (lo scettro), ma anche il suo ruolo di madre e moglie fedele che nutre e alleva la prole (e forse, in senso lato, anche lo stato) con il benestare degli dei. Buona domenica da Stilicho1 punto
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Ciao Archestrato, per Metaponto lavori di bonifica nel V secolo sono attestati in archeologia, leggi questo articolo, in particolare pag. 69-70: http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/ARCHEOLOGIA%20DELLE%20ACQUE/De%20Siena.pdf Indubbiamente c'è una connessione tra Acheloos (dio dei fiumi e delle acque dolci), Herakles (l'eroe civilizzatore per antonomasia, nella cui mitografia spesso ricorrono episodi di bonifica delle acque), ed Apollo (logicamente collegato al benessere della popolazione dopo la bonifica di aree paludose, ricordiamo che Apollo, tra le sue varie connotazioni, ha anche quella di dio della salute, infatti i greci lo veneravano con l'epiteto di "Ακεσιος", cioè colui che cura, che guarisce, ed anche "Παιων", cioè colui che tiene lontane le calamità). Saluti :) Nico1 punto
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@@ARES III intanto bisogna vedere se e' effettivamente coeva. se lo fosse,direi decorazioni. ciao1 punto
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Ogni volta che esce un libro ci sono commenti del genere... Si sa che per ottenere un prodotto di qualitá servono molti studi... Non é un libro che si scrive e si fa in un giorno... Poi comporta altri costi legati alle immagini delle monete e ancora é una stampa di pregio su carta importante; per finire, poi, non ha la distribuzione che puó avere un romanzo... Il guadagno su un libro specialistico non si fa sul numero delle vendite... Ovviamente queste sono pubblicazioni quasi di nicchia, rivolte ad un pubblico particolare. Un collezionista serio di medioevali o un addetto ai lavori possono (e devono) sicuramente spendere 120 € una volta nella vita per un catalogo... Teniamo conto che se uno intende farsi una biblioteca specialistica che gli permetta di avere almeno i testi di base sul periodo medievale, sa giá di dover spendere almeno almeno 4/5000 € (per avere almeno i cataloghi e le pubblicazioni basilari) e sa anche che il costo di una pubblicazione specialistica sará sicuramente una spesa da mettere in conto. La numismatica, come ogni passione, comporta dei costi... Non é certamente colpa di chi lavora nel settore... Si sa che é cosí e se ne prende atto. ;) Ciao, Magdi1 punto
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Questo nuovo catalogo della serie MIR , tratta la monetazione medievale e moderna della zecca di Milano : da Carlo Magno a Umberto I di Savoia L' autore si e' basato come riferimento principale sui testi del Crippa e del Griegson (primo volume del Mec) Ad una prima e veloce lettura ho notato la presenza di note storiche introduttive al periodo storico preso in esame , foto a colori a dimensione reale ed ingradimenti per le monete piu' interessanti Nella catalogazione delle monete si e' utilizzata quella del CNI e del Crippa , evidenziate le varianti principali ed inseriti un buon numero di inediti. Segnalo inoltre le appendici : la prima sulle monete dubbie di cui oggi si dubita la reale esistenza insieme a monete attribuite in passata alla zecca milanese ma attualmente assegnate ad altre zecche ; la seconda contiene i riferimenti (provenienza) delle monete fotografate con le quotazioni realizzate nelle aste Chiude il volume una ricca bibliografia numismatica e storica Impressione piu' che positiva , ora non mi rimane che leggerlo1 punto
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