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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/20/22 in tutte le aree
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Ciao a tutti, ultimamente qui sul forum si parlava con amici (ciao @jaconico!) di pezzi di un muro che fino a qualche anno fa divideva una città europea, quella dove un presidente americano ha annunciato pubblicamente di essere un bombolone - o krapfen - e mi sembra interessante approfondire il tema, in quanto credo che molti di voi conoscano solo una parte della storia - queste immagini hanno fatto il giro del mondo: ma non tutto il ciò che ruota intorno. Adesso spero che abbiate individuato la città con muro: Berlino. Dicevo: il muro è conosciuto, ma lo sapevate che all'inizio c'era il "fossato" di Berlino? Nella notte di domenica 13 agosto 1961, il leader del SED (Partito Socialista Unificato) dà l'ordine di sigillare il confine del settore russo. Il membro del Politburo Erich Honecker (il futuro e ultimo presidente della RDT) è responsabile dell'operazione. Membri dei Kampfgruppen, strappano il marciapiede nel centro di Berlino la mattina presto, erigono barricate con pezzi d'asfalto e sampietrini, pali di cemento e montano barriere di filo spinato. Con l'eccezione di 13 punti di controllo, vengono sigillati tutti gli attraversamenti del settore. Qualcuno coglie anche una delle ultime occasioni per fuggire: Questa foto è "vera": circa due giorno dopo la divisione, il fotografo si accorge che il soldato tasta la situazione per fare il salto e prepara la fotocamera, lo stesso fanno due poliziotti che, per favorirlo, aprono la portiera dell'auto, in modo che lui poi possa subito rifugiarsi all'interno e venir messo in salvo. Dopodichè non resta che darsi reciprocamente un occhiata: da EST e da OVEST prima che finisca così: Ad ovest il confine è "morbido" è ad EST che viene creata una zona proibita che penetra nel territorio: ma queste immagini si riferiscono alla frontiera verde, non quella cittadina. A Berlino si comincia nel 1975, ad erigere la "quarta generazione del Muro", quello che poi sarà il più conosciuto. Nome ufficiale dell'elemento del muro di sostegno è UL 12.41S Dimensioni per elemento: Altezza: 3,60 m - Larghezza: 1,20 m - Peso: 2,7 t e visto che siamo su di un forum di numismatica, ci metto la 2 Euro commemorativa del 2019 - 30 anni dalla caduta del muro, incapsulata in una riproduzione in scala: che rimarrà fino al 1989 prima di essere preso di mira dai "picchi del muro" o di essere smantellato Allora, ricapitoliamo: ⚒️ Costruzione del muro: 13 agosto 1961 ⛏️ Apertura il 9 novembre 1989 ? Lunghezza del confine tra Berlino Ovest e la DDR: 111,9 chilometri ? Lunghezza dell'intero sistema di confine della DDR intorno a Berlino: 155 chilometri solo circa 5.000 persone sono riuscite nella fuga e non dimentichiamo i 140 (al minimo) fuggitivi uccisi nel tentativo di scappare. ====================== La Fondazione Federale per il Riesame della Dittatura Socialista ha fornito i seguenti dati: i segmenti del Muro venduti sono stati più di 360, e corrispondono alla lunghezza di un chilometro. Ciò significa che sono ancora disponibili 154 chilometri. Alcune parti del Muro, tuttavia, sono state riutilizzate come materiale edilizio o gettate via. Ben 241 segmenti del Muro sono stati posizionati in 146 location in tutto il mondo, di cui 57 negli Stati Uniti. Il loro destino è stato vario: in diverse occasioni sono stati usati come una tela da artisti che li hanno dipinti e poi venduti ai collezionisti, oppure, in altri casi, regalati simbolicamente, come nel caso del pezzo che si trova nei giardini della sede centrale dell’ONU a New York. Alcuni elementi sono oggi ancora in vendita, fateci un pensierino magari, se avete spazio in giardino. ====================== Per chiudere con un soffio di speranza: dal 5 febbraio 2018 il Muro di Berlino è scomparso da più tempo di quanto sia rimasto in piedi. Alla prossima! Servus, Njk5 punti
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Salve a tutti, vorrei sottoporre una curiosità che potrebbe generare alcune riflessioni. In un mio 120 Grana del 1856, al contorno, il Giglio in incuso si trova tra la "I" e la "S" di PRINCIPIS, anziché tra ...PIS e PROV... Qualcuno conosce qualche altra Piastra con questa caratteristica? Per carità, non grido alla Variante, anche perché sono convinto non si tratti di una variante, ma di un errore; ed infatti la riflessione che faccio è proprio in questa direzione. Cosa è successo a questa moneta, nella fase di impressione in incuso della nota dicitura PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS ⚜️ ?? Le mie riflessioni si rivolgono alla tecnica di conio. Ho sempre pensato che la scritta ed il Giglio venissero impresse nello stesso istante, ma adesso ho dei dubbi in merito. Possono essere fatte alcune ipotesi, e ne espongo due. 1) è stata deliberatamente frapposto il Giglio fra la "I" e la "S" 2) il Giglio è stato impresso in un secondo momento Ringrazio chi, fra gli amici del forum, volesse dare un contributo per dare una spiegazione per questa curiosa caratteristica.5 punti
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Aggiungo una 57 ex collezione Pin caduta nella virola per ben due volte... Ha il motto inciso sia al diritto sia al rovescio.5 punti
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@Luca.Cava mi ero perso il tuo intervento e quindi rispondo con un certo ritardo. Complimenti per l'acquisizione.. In effetti il marchesano piccolo per Nicolò III d'Este della tipologia qui rappresentata oggi non è oggi considerabile particolarmente rara. E' sufficiente fare una breve ricerca con il più comune motore di ricerca per trovarne diverse vendite (ne ho trovate almeno 7 diverse); io ne ho tre in collezione e ne ho catalogate tre fra quelle trovate nel corso degli scavi al castello di Borzano (studio in corso di pubblicazione). ritengo quindi che la rarità attribuita dal MIR Emilia sia da ridimensionare in modo radicale (da R2 a R, se non a NC). Vorrei invece evidenziare come vi sia, a mio parere, una notevole confusione nella classificazione della seconda tipologia di marchesano piccolo che, erroneamente descritta dal MIR al n°219 (descrizione corretta, immagine errata), è stata assegnata a Nicolò III dal CNI (esemplare 9), poi spostata a Nicolò II sulla base di "similitudine stilistiche" (Ercolani Cocchi, 1987, esemplare 27), spostamento confermato da L.Bellesia (monografia, Nomisma editore, 2000); il tutto analizzando l'immagine dell'unico esemplare allora conosciuto, e quindi, considerata la scarsa qualità delle immagini e dell'esemplare, per forza di cose aleatorio. Ora di questa tipologia, ancora rara, se ne conoscono altri esemplari, dal cui studio penso si possa arrivare ad una attribuzione più chiara e, penso, definitiva. Le immagini di due esemplari che ho raccolto nel tempo (di un terzo esemplare non ho ancora avuto l'autorizzazione alla pubblicazione) : Facendo proprio riferimento alle similitudini stilistiche, ed in particolare analizzando i punzoni utilizzati, vedi le R in legenda con barra obliqua a forma di virgola, le O, la lettera A morbida, a fiocco, nel campo, simile a quella del marchesano grosso assegnato senza obiezioni a Nicolò III. Sul confronto dei punzoni e per apprezzarne le differenze fra emissioni a nome di Nicolò II, Alberto e Nicolò III, si può fare riferimento alla discussione qui in collegamento (in cui però ancora si analizzava il marchesano piccolo che qui propongo sulla base dell'unico esemplare allora conosciuto); Il tutto qui esposto per evidenziare come, a mio parere, il marchesano piccolo che qui mostro, dovrebbe essere considerato come facente parte della prima produzione a nome di Nicolò III (unitamente al marchesano grosso con uguale lettera nel campo), mentre il marchesano piccolo da te proposto dovrebbe essere assegnato alla seconda serie con la A nel campo con apici inferiori allungati verso il bisante inferiore... e comunque come nessuna di queste monete dovrebbe essere assegnata a Nicolò II. Per il momento mi fermo ciao Mario4 punti
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Buongiorno a tutti, @Fondamentale anche io nella mia piccola raccolta ho due piastre con qualcosa di simile, una 1835 dove si accavallano la A e la O di PROVIDENTIA OPTIMI e una 1834 dove il giglio è slittato sulla S di PRINCIPIS... Il motto nelle piastre dei primi anni era impresso dalla virola rotante, quindi penso che nelle mie piastre sia capitato lo slittamento della moneta e abbia creato questi errori... Negli ultimi anni la virola rotante era sostituita da una virola fissa a tre parti che chiudendosi comprimeva il motto... Nel caso della tua 56 concordo con @santone Un saluto Raffaele.4 punti
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Cari tutti, torno a scrivere nel forum dopo quasi dieci anni per porre un problema ancora oggi irrisolto e mal trattato nei cataloghi commerciali. Mi riferisco alle varianti delle monete napoleoniche del Regno d'italia. I cataloghi infatti da un lato classificano monete inesistenti, dall'altro omettono di menzionare numerose varianti che invece esistono (per non parlare delle rarità, moltissime completamente sballate). Se ci impegnamo insieme possiamo invece arrivare, anche grazie alle conoscenze che possiamo acquisire attraverso gli strumenti informatici, a una classificazione non dico completa, ma certamente ampiamente attendibile. Vi propongo un primo spunto di riflessione che riguarda la monetazione d'argento, certamente la più interessante sotto questo profilo. Di ogni moneta da 1, 2 o 5 lire, a prescindere da varianti minori esistono vari dritti e vari rovesci che, per le monete in incuso, possono essere i seguenti. Dritti 1) segno di zecca non ribattuto 2) segno di zecca ribattuto (per Venezia e Bologna) 3) data non ribattuto 4) data ribattuta 5) cifre della data strette 6) cifre della data larghe Rovesci 1) puntali aguzzi con legion d'onore in forma di punto 2) puntali aguzzi con legion d'onore con punto inserito in cerchio 3) puntali sagomati con legion d'onore in forma di punto 4) puntali sagomati con legion d'onore con punto inserito in cerchio Ciò vuol dire che per ogni moneta 'tipo' potremmo avere teoricamente fino a 24 varianti. Ciò ovviamente non avviene in nessun caso, ma per le monete 'tipo' più comuni si arriva facilmente a 8/10 varianti. Il lavoro da fare è quindi quello di classificarle tutte e di attribuire a ciascuna un corrispondente grado di rarità. Anzi sarebbe bello che a questa schedatura facesse seguito una catalogazione apposita nel forum. Se la cosa interessa io sono a disposizione per fare un lavoro insieme.3 punti
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La scena della Gigantomachia richiamata dal rovescio della moneta con la raffigurazione di Giove “che impugna la luce” in procinto di colpire un gigante rannicchiato è un episodio al quale Diocleziano si è voluto associare perché il suo obiettivo principale come Augusto era quello di riportare la stabilità nell'impero che aveva vissuto quasi un secolo di turbolenze, un periodo oggi definito come la crisi del Terzo secolo. Dopo una serie di sfortunati imperatori militari, Diocleziano, pur essendo anch'egli un comandante militare, è stato considerato come uomo di Stato più dei suoi predecessori e, in effetti, fu sotto il suo regno che venne portato un minimo di ordine nell'impero. L'allusione alla Gigantomachia è un riferimento esplicito ai suoi successi nell'unificare l'impero. Ma vi sono ulteriori possibilità di interpretazione del rovescio di questa moneta. Diocleziano è forse più noto per aver istituito la Tetrarchia nel 293, un sistema in base al quale l'impero era diviso geograficamente in quattro e governato da due Augusti e due Cesari. Prima di dividere il potere in quattro, Diocleziano promosse inizialmente il suo alleato Massimiano ad Augusto nel 286 e i due governarono come co-imperatori; è al periodo intermedio di doppio governo che risale questa moneta. Nell'ambito dell'assunzione del potere comune, Diocleziano e Massimiano adottarono dei numi tutelari, rispettivamente Giove ed Ercole, e assunsero i cognomi Jovius ed Herculius. Da questo momento, la maggior parte delle loro monete fu coniata con legende e tipi di rovescio in onore di Giove ed Ercole (Sydenham, E.A. & Mattingly, H. eds., RIC, V.II, 1933, p. 213). Sebbene esistano numerosi esempi di diversi tipi di rovescio raffiguranti Giove sulle monete di Diocleziano, questo è tra i più interessanti per l'implicita allusione al suo collega imperatore Massimiano. Secondo il mito, gli Olimpi furono in grado di sconfiggere i giganti solo con l'aiuto di Ercole, il cui ruolo è menzionato solo marginalmente dagli scrittori antichi (Esiodo, Teogonia 954), ma sembra che fosse comunemente riconosciuto come parte del mito più ampio nel mondo antico. Pertanto, nonostante non sia specificamente raffigurato, Ercole è indirettamente presente in questa iconografia e quindi, per estensione, lo è anche Massimiano. L'associazione è ancora resa esplicita in un panegirico attribuito a Claudio Mamertino, che si riferisce a Massimiano come l'Ercole del Giove di Diocleziano (Panegyrici Latini XII.4.2) rafforzando questa lettura del rovescio. Il significato della Gigantomachia per Diocleziano è ulteriormente evidenziato da alcune iconografie della decorazione del tempio di Giove nel suo palazzo di Spalato, che è stato identificato come una rappresentazione dello stesso mito (H. Wrede, JAC 24, (1981) 67-70). Il tipo di rovescio di questa moneta è una manifestazione sintetica di più concetti, in quanto mette indirettamente a confronto il sostegno di Ercole agli Olimpi con quello di Massimiano a Diocleziano, oltre a sottolineare il legame dei due Augusti con i loro numi tutelari e a sottolineare il nuovo ordine stabilito nell'impero. apollonia3 punti
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Buongiorno...yess la presi io...non ho foto della singola moneta, ma è quella in alto a destra....a me manca il 6 carlini per completare la serie...moneta che mi piace molto anche per il formato, ma non sono ancora riuscito a trovare il qbb o il bb che mi garba...arriverà...del 6 e del 4 ho pure dei doppioni sicchè per il periodo sono a 6 monetuzze, 5 di rame e il 12 carlini. Saluti Cristiano.3 punti
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Ho sostituito recentemente una moneta in collezione, e devo sostituire anche la sua classificazione... Molte monete sono state da sempre discusse se da attribuire a Filiberto I oppure a Filiberto II, ora Sergio Cudazzo ha spostato dal primo al secondo 12 monete tra cui quella classificata sul Mir come Grosso di Filiberto I al numero 200 ed ora diventata un Grosso di Filiberto II al numero 347. Posto le immagini della nuova moneta e quelle della vecchia (veramente sono vecchie entrambe con i loro 5 secoli) per fare un confronto fra le due ...3 punti
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La scoperta di un eccezionale tesoro di bratteate alto-medioevali in oro del VI, di eccezionale finezza e importanza che stanno rivoluzionando la storia medioevale danese ah dimenticavo .. la scoperta e’ avvenuta grazie ad un appassionato di metaldetector che ha subito segnsalato quanto trovato al museo locale . Il deposito era rimasto sepolto per 1500 anni e senza l’intervento di questo appassionato chissa’ quando o se sarebbe nai stato trovato… The treasure rewriting Danish history https://www.bbc.com/reel/video/p0cjd7kw/the-ancient-golden-treasure-rewriting-danish-history?utm_source=taboola&utm_medium=exchange&tblci=GiCwAWG4LU_n1GkAS3TIKTjEKR0ajth0fraYNRK70PgkwCCMjFQomaqg_dHAvqdS#tblciGiCwAWG4LU_n1GkAS3TIKTjEKR0ajth0fraYNRK70PgkwCCMjFQomaqg_dHAvqdS2 punti
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Salve. L’episodio è raffigurato sul rovescio dove Jupiter as the God of Lightning (Giove come dio del fulmine) scaglia una folgore contro il gigante anguipede a destra. DIOCLETIAN. 284-305 AD. AV Aureus (5.62 g, 7h). Rome mint. Post-reform, struck 295 AD. DIOCLETI-ANVS P F AVG, laureate head right / IOVI FVLG-E-RAT-OR-I, Jupiter standing right, drapery extending from left arm, hurling thunderbolt, held in right hand, at anguipede giant to right; PR. Cf. RIC VI 20 (Trier mint); Lukanc p. 183, 3 (same obv. die); Calicó 4530a (this coin); Depeyrot 6/8; Cohen -. L’episodio della Gigantomachia in cui gli Olimpi portano l'ordine attraverso la distruzione dei Giganti, simboli del caos, sembra appropriato per Diocleziano che aveva adottato il cognomen Jovius. Da notare anche la possibile allusione al collega di Diocleziano, Massimiano, che aveva assunto il nome di Erculio. Secondo una profezia, i Giganti sarebbero stati uccisi solo grazie all'aiuto di un "mortale dalla pelle di leone" e Zeus portò a compimento questa profezia arruolando Eracle: una scelta che si rivelò vincente. Anche per sconfiggere l'attuale "caos" imperiale, il nuovo imperatore gioviano aveva bisogno dell'assistenza del proprio "Eracle" nella persona di Massimiano. La moneta è stata aggiudicata alla Triton IX a un hammer di $8000 da stima $7500. apollonia2 punti
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Cari amici auguro a tutti delle splendide vacanze estive condividendo prima di partire l’ultima acquisizione, il lotto 782 dell’asta Nomisma E-28 live, un esemplare in grande conservazione di uno scudo collo lungo battuto a Torino nel 1856. Si tratta di un millesimo di media rarità, che si situa tra quelli più reperibili e quelli più ricercati, ma che si pone in modo netto tra i migliori esemplari esitati sul mercato. La classificazione FDC attribuita dalla Casa d’Aste si riscontra nel lustro di conio, totalmente presente, nei rilievi satinati e integri, nella freschezza dell’aspetto generale, appena offuscato da una leggera antica pulizia al D e da alcuni insignificanti colpettini al bordo e da minimi graffietti. Questa recentissima entrata in collezione costituisce un altro gradino nella progressiva sostituzione dei millesimi di qualità nettamente inferiore con pezzi di standing come questo dei 5 lire collo lungo, monete di grande dimensione e di stupenda bellezza, ma che presentano uno standard qualitativo assai modesto, elemento che, oltre all’attuale generale trend di mercato, giustifica la continua crescita delle quotazioni degli esemplari nella massima qualità. Buona serata a tutti2 punti
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Per essere certi di quello che c'è sotto, bisognerebbe asportare tutte quelle concrezioni. Un operazione da fare con persona esperta nella pulizia e restauro.2 punti
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Ritrovamento incredibile! I medaglioni aurei romani sono veramente spettacolari. Certo nella segnalazione all'autorità del ritrovamento vi è certo un fattore culturale (intendo una correttezza e una sensibilità dello scopritore veramente particolari) oltre che una legislazione ben congegnata. Ho paura che anche ponendo una parità di legislazione tale fattore culturale non sia uguale ovunque...2 punti
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Ciao, oggi condivido un denario di Alessandro Severo recante al rovescio la rappresentazione di Marte in marcia, dio della guerra, con trofeo in spalla e lancia (RIC 45). Alessandro Severo fu l'ultimo imperatore della dinastia dei Severi che ebbe inizio con Settimio Severo nel 193 d. C., dinastia che governo l'impero per più di quarant'anni (esclusa la brevissima parentesi di Macrino nel 217/218 d. C.). Come già detto al rovescio vi è Marte in marcia con trofeo e lancia, simbolo di una campagna militare andata a buon fine o auspicio affinché ciò avvenga? Questo imperatore, diversamente da molti altri, non propenso alla belligeranza e quindi alle campagne militari si trovò camunque a dover combattere i Sasanidi nel medioriente e gli Alemanni ai confini nel nord dell'impero. La scheda storica è all'inizio percui ogni intervento a tal proposito sarà graditissimo. Segnalo a chiunque sia interessato le numerose discussioni fatte sul Forum per quel che riguarda la figura di Marte sulla monetazione romana ed anche sul significato del trofeo da lui portato, che leggerò come sempre, molto attentamente. Da esame diretto il denario risulta ben coniato (nel 225 d. C) con segni evidenti di espansione del metallo e legende e figure ben impresse. Alcuni piccoli camei di malachite che poi si intravedono sulla sua superficie (e fortunatamente non rimossi) fanno pensare che sia stato battuto da parecchi anni (spero ai tempi di Alessandro Severo e non da pochi decenni ?). La consunzione che si vede sui punti più sporgenti sembra riconducibile ad una normale circolazione segno quindi che ha svolto la sua funzione di moneta, per me fondamentale. È la prima cosa che guardo nelle monete che decido di prendere e che sta alla base di ogni mio acquisto. Grazie per l'attenzione ed alle prossime ANTONIO MM 19 G 2,80 RIC 451 punto
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Concordo pienamente anche su questo punto. Sebbene gli apici inferiori della A dell'esemplare n°9 del CNI siano tozze, il ricciolo della gambetta della R e la stanghetta di coronamento della stessa A dalla caratteristica forma a fiocchetto al centro del rovescio sono elementi che portano ad attribuire anche questo esemplare e quelli postati da te sempre a Nicolò III. Allego un marchesano grosso indubbiamente attribuito a Nicolò III con le medesime caratteristiche che mi è stato consegnato proprio oggi (farò delle foto migliori). Buona serata, Luca.1 punto
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(Per sbaglio ho inviato la risposta prima di concluderla) Qui allego le foto di un marchesano grosso "A gotica stretta" di Nicolò III appartenente a quella che dovrebbe essere l'emissione più tarda del marchese stando ai confronti con i tipi precedenti e a quelli successivi di Leonello d'Este e Borso. Lo stile delle lettere di questa moneta è lo stesso di quello della legenda del marchesano piccolo che ho postato precedentemente. Luca1 punto
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In realtà quello che mi lascia un po' perplesso nel disegno riprodotto da Goltzius sono alcuni elementi stilistici. Tralasciando la posizione di Hera Lacinia al R/ anziché al D/ come sugli stateri noti, è la resa del tripode che pone non pochi problemi. Se infatti il disegno è aderente ad un (presunto) originale, il tripode raffigurato ripete un modello che a Crotone non risulta attestato prima della fine del IV secolo a.C.1 punto
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Posto la foto originale da Nomisma (vedi sotto) con alcune considerazioni: 1) La moneta è molto bella e proviene da precedenti aste (Nomisma 60, lotto 408, ottobre 2019: non inscatolata; MDC 7, lotto 628, giugno 2021; Nomisma 64, lotto 1143, dicembre 2021: inscatolata). Vale il prezzo pagato. E' verosimile sia stata acquistata da un commerciante in N. 60, chiusa in slab e riproposta in MDC 7 e N. 64 con vendite fittizie. 2) la moneta era slabbata MS63 ora è fuori slab: mi complimento per il coraggio! (anche io sono coraggioso e le tiro fuori sempre) 3) caro @Scudo1901:devi proprio seguire un corso di fotografia ... ! 4) la foto originale non evidenzia hairlines al diritto che si vedono invece in quella da te postata (come noti anche tu): non so quanto siano visibili (immagino solo moderatamente visto il grading) ma ciò conferma che gli slab mascherano e che le monete vanno viste dal vivo e non solamente per immagine.1 punto
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Buonasera a tutti?. Vi presento il mio terzo Follaro. Me lo sono portato a casa con solo 3 euro più la spedizione, questo per far capire a chi vorrebbe intraprendere una nuova stimolante avventura Numismatica del periodo Normanno Siciliano , che si può. Lo stile del Leone è diverso dai due già presenti in Collezione, e varia anche nel rovescio . Diametro e peso sono nella norma.1 punto
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Ciao @modulo_largo, sempre a beneficio della discussione ti posto foto di un antoniniano passato in un asta che per me (nonostante la foto non proprio nitida) ha lo stesso conio di martello di quello da te postato. Aspettiamo altri pareri? ANTONIO1 punto
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Buongiorno, carissimo Pxacaesar, mi fa sempre piacere dare un'occhiata ai tuoi graditissimi pezzi! Anche stavolta, la descrizione che alleghi alla tua moneta, sicuramente genuina, mi ha piacevolmente coinvolto. Continua così! I miei complimenti, alla prossima e un buon pomeriggio, Matteo1 punto
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Ciao @modulo_largo, da quello che riesco a vedere dalle foto per me l'antoniniano mi lascia parecchi dubbi sulla sua autenticità. Personalmente non lo visionerei neanche dal vivo. Passerei decisamente oltre. Ovviamente è un mio parere percui attendiamo altri interventi ?. ANTONIO1 punto
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Allego un ulteriore esemplare di Pegaso di Eraclea Minoa appartanente alla prestigiosa collezione Vicomte de Sartiges, venduta privatamente negli anni 10' e 20' del secolo scorso. Odisseo1 punto
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Interessante, per me si tratta di un errore di posizione del giglio1 punto
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Non ho seguito l'asta , anche se avevo notato il cavallo in oggetto, andrebbe visto bene in mano, mi sembra un normale "monogramma " magari con qualche difetto del conio in quella zona1 punto
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Provo: CONCA NELLA VAL D'AOSTA Buona giornata da Stilicho1 punto
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Buonanotte, Hanno banalmente mescolato le foto tra i lotti 10 e 11. Ma l’aquila di Graxa ha preso il volo mi sa..1 punto
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Unisco @batù di carne l' esemplare H.N.Italy 773 = SNG ANS 797 di Graxa che hanno al rovescio conchiglia/aquila con fulmine, come da didascalia di Naville . Posso immaginare un errore di pubblicazione con inserimento di una foto di diverso esemplare, che, almeno personalmente, non saprei identificare . una buona serata1 punto
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Buonasera, moneta di Costanzo II da Antiochia, nell'insieme abbastanza rientrante nei canoni stilistici della zecca emittente. Con zecca SMANBI dovrebbe essere riferibile a RIC VIII, Antiochia 54, Sear 18003. Il ritratto è diademato, differisce dal questo RIC per la presenza del simbolo X nello stendardo (dovrebbe essere un "dot"). Emissione comune se confermata l'identificazione. Buona serata Illyricum1 punto
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Cari amici condivido una delle ultime acquisizioni in collezione, proveniente dall’asta Nomisma 65 di giugno, un bel Filippo 1686 di Retegno, coniato sotto Antonio Gaetano Gallio Trivulzio, pesa 27,59 grammi ed è censito dal MIR con due gradi di rarità al n. 910. Gaetano Gallio nacque a Milano il 20 novembre 1658, figlio di Tolomeo II Gallio, IV duca di Alvito, e di sua moglie, la nobildonna milanese Ottavia Trivulzio, figlia di Giangiacomo, principe di Musocco e discendente del celebre condottiero. Gaetano era inoltre discendente diretto di papa Paolo III Farnese e dei Grimaldi signori del futuro principato di Monaco. Era imparentato con San Carlo Borromeo ed era cognato di Gregorio Boncompagni, V duca di Sora e principe di Piombino. Nel 1678, a soli vent'anni, si ritrovò erede universale di suo cugino di primo grado Antonio Teodoro Trivulzio il quale, morto senza eredi, gli lasciò in eredità il titolo di principe della Val Mesolcina e tutti i suoi copiosi possedimenti a patto che questi ne assumesse il cognome e proseguisse la casata. Gaetano assunse, oltre all'arme dei Trivulzio, anche i due nomi del cugino così da cementare ancor di più i suoi diritti di successione. Quel che ha attirato la mia attenzione, oltre alla particolare tipologia, è anche come sempre la conservazione, molto difficile da trovarsi in SPL per tutta la monetazione di Retegno. L’assenza di colpi o graffi, la patina da antica raccolta, il flan regolare anche se un po’ tosato, mi hanno stregato, oltre ovviamente alla rilevanza del pezzo sotto il puro punto di vista numismatico, storico e iconografico. Il ritratto del regnante e i suoi boccoli parlano da soli ? e il rovescio costituisce un unicum nella monetazione italiana del XVII secolo. Buona serata1 punto
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Di libri sull'argomento ce ne sono parecchi. Ho letto con piacere il Manuale dei Simboli nell'Arte (il Medioevo) di Maurizio Chelli. Più complesso, ma fondamentale il Baltrusaitis, Il Medioevo Fantastico. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno a tutti, un bellissimo quadretto di monete repubblicane, un bel colpo d'occhio vederle insieme, il 6 Carlini ruba la scena in mezzo a tutto quel rame. Io ho solo il 6 Tornesi Normale e il 4 Tornesi, il resto mi manca tutto. A proposito di REPUBBLCA se non ricordo male lo accaso' Cristiano @Asclepia?. Saluti Alberto1 punto
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Buona Giorno, Intervengo di nuovo anche se per il momento non ho potuto fare passi avanti nella comprensione. Continua a sfuggirmi il riferimento a una raffigurazione del nimbo che racchiude stelle, ne esistono, in particolare per le raffigurazioni della Madonna, ad esempio in una delle annunciazioni del Beato Angelico sono raffigurate delle stelle sia nell’aureola dell’Angelo che in quella della Madonna. Lo stesso Beato Angelico ha raffigurato anche Santi con una simile aureola. La cura impiegata per realizzare il conio della moneta mi fa pensare che i particolari non siano casuali. Nel medioevo, anche nell’ultima parte, le immagini rivestivano una importanza fondamentale, le raffigurazioni specie in ambito religioso, sottendevano sempre significati non sempre evidenti, difficili da comprendere a distanza di secoli. Non ho strumenti per analizzare questo particolare. Ricordo quando anni fa, erano i primi anni novanta, ho avuto il privilegio di conoscere un Padre Carmelitano, ho seguito per un paio d’anni i lavori di ammodernamento del Teresianum in Villa Pamphili a Roma, si trattava di padre Jesùs Castellano docente di Teologia Sacramentale e di Spiritualità presso quella Università Pontificia, mancato nel 2006. Ho avuto occasione di sentirlo descrivere nei particolari alcune raffigurazioni religiose, particolari apparentemente secondari che nascondevano significati inaccessibili a coloro che non erano in grado di comprenderli. Avrei voluto avere più tempo per frequentarlo. Molto di quello che non sappiamo comprendere è frutto della leggerezza con la quale si tende a relegare fra le cose poco importanti, perché avvertite come desuete, valori e visione della vita in certe epoche storiche distanti negli anni ma che sono state alla base di quello che siamo. Cordialità1 punto
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La Titanomachia è una guerra della mitologia greca combattuta da Zeus e gli altri dei dell’Olimpo (cui si erano uniti i ciclopi e gli ecatonchiri) contro la generazione delle divinità precedenti, quella di Crono e dei titani. L’antefatto riconduce al principio dell'universo quando c'era solo il Caos, e poi apparve Gea, Madre Terra, la quale generò Urano, il Cielo, e si unì a lui dando alla luce la stirpe dei titani, sei maschi e sei femmine (dette titanidi). Oltre a queste Gea diede vita anche ad alcune creature mostruose, tre ciclopi e tre ecatonchiri, che Urano tuttavia odiava e, per liberarsi di loro, le incatenava nel Tartaro non appena nascevano provandone grande piacere. Per vendicarsi di ciò Gea invitò i titani a ribellarsi, ma essi erano tutti intimoriti dal potente padre tranne Crono, il più giovane di essi, che accolse la richiesta. Armatosi di un falcetto creato dalla madre, Crono sorprese il padre mentre desiderava unirsi con Gea e gli tagliò i genitali, gettandoli poi in mare. In questo modo i titani ottennero il dominio sull'universo sotto il comando di Crono, ma questi non si comportò bene con i ciclopi e gli ecatonchiri ricacciandoli nuovamente nel Tartaro dove già li aveva confinati Urano. Crono sposò sua sorella Rea, ma essendo stato profetizzato da Urano morente e da Gea che proprio uno dei suoi figli sarebbe stato colui che lo avrebbe spodestato, ogni volta che Rea dava alla luce un figlio, Crono lo divorava. Fecero questa fine Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Quando fu la volta di Zeus, per evitargli la stessa sorte degli altri, Rea lo partorì di notte e lo affidò a Gea che lo portò a Creta. Per ingannare Crono Rea avvolse una pietra nelle fasce e la consegnò al marito, che la divorò nella convinzione che si trattasse del piccolo Zeus. Zeus crebbe quindi a Creta e quando raggiunse un'età adeguata decise di vendicarsi di Crono. Con l'aiuto della madre Rea chiese e ottenne di diventare coppiere del padre (il quale evidentemente non lo riconobbe), ma approfittando di tale posizione, versò un emetico nelle bevande di Crono. Questi cominciò a vomitare e in questo modo tirò fuori prima la pietra e poi tutti e cinque gli dei olimpici che aveva divorato. Questi uscirono illesi e già adulti, e visto il trattamento subito, non potevano che provare un odio profondo per Crono e gli altri titani, tanto che fu subito chiaro che tra gli dei olimpici e i titani sarebbe scoppiata una guerra. Gli dei per gratitudine offrirono a Zeus di guidarli, mentre i titani scelsero come capo Atlante. La battaglia Il conflitto vedeva gli dei situati sul monte Olimpo e i titani sul monte Otri (con l'eccezione di Prometeo e Stige che appoggiavano gli dei pur essendo figli di titani). La guerra infuriò per dieci anni, ma a un certo punto Gea profetizzò che gli dei avrebbero vinto soltanto se avessero ottenuto l'appoggio dei ciclopi e degli ecatonchiri che erano ancora nel Tartaro, dove li aveva confinati Crono. Zeus allora uccise Campe, l'anziana carceriera, e li liberò, rifocillandoli con nettare e ambrosia. I ciclopi per riconoscenza donarono a Zeus il fulmine, arma molto potente, ad Ade un elmo che rende invisibili e a Poseidone un tridente. I tre dei si introdussero poi nella dimora di Crono e mentre Poseidone lo teneva a bada col tridente, Zeus lo colpì col fulmine e Ade gli rubò le armi. Intanto gli altri titani furono bersagliati di pietre dagli ecatonchiri, che avendo cento braccia e cento mani potevano lanciarne un numero enorme. Intervenne infine un lacerante urlo del dio Pan che mise definitivamente in fuga i titani. La battaglia si concluse dunque con la vittoria degli dei olimpici che confinarono gli sconfitti nel Tartaro, sotto la sorveglianza degli ecatonchiri. Atlante, capo della fazione perdente, fu condannato a reggere la volta del cielo, mentre le titanidi non subirono punizioni, per l'intervento di Rea e Meti. Cominciò così il dominio degli dei olimpici: Zeus divenne padrone del cielo, Poseidone del mare e Ade dell'oltretomba. I titani non ebbero mai più modo di prendersi una rivincita, portando così a una stabilizzazione definitiva delle divinità dominanti. apollonia1 punto
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La realizzazione del decoro nel taglio fu il punto debole sia dei falsari che dei tosatori. Per i primi , dopo aver terminato la moneta (Piastra) , sia per fusione che per coniazione, bisognava ritoccare le imperfezioni dovute alla fusione e ricopiare al meglio il decoro nel taglio. Molti PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS nelle mie Piastre falsi d'epoca presentano vistosi errori , quali N speculari o lettere mancanti e stelline a 5 punte in sostituzione del giglio. Il taglio a serpentina poi fu quanto di più difficile da riprodurre, chi lo abbozzo' con due mezze lune coricate e contrapposte, chi ricreando un punzone "modulo" o chi lo bulino' direttamente sul taglio. Alcuni tosatori lasciavano metà taglio con la treccia originale e ne abbozzavano solo il lato su cui avevano tolto il prezioso metallo. Tempo fa mi proposero un gruppo di piastre di Ferdinando IV tutte con metà tondello tosato, e il rimanente con una treccia appena accennata. Nei prossimi post , vi farò vedere tutti i tagli dei miei falsi. Al momento ho in archivio solo i due delle Piastre 1786.1 punto
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Ciao. Questo è il mio tappo sigillo della spezieria Al Paradiso Piombo: 8,22 g, 22,7 mm. Nella metà superiore si nota il Padre con un’aureola triangolare, il Figlio con una corona raggiante e, tra loro, la colomba dello Spirito Santo in alto e sotto un globo terrestre mal formato sormontato da una croce. A destra e a sinistra un adoratore inginocchiato in preghiera. Nella metà inferiore si possono individuare le teste di quattro personaggi. La legenda è * THERIACHA * F * AL * PARADISO * IN * VEN, Questa è l’insegna della spezieria riprodotta dal Codice Gradenigo apollonia1 punto
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Certo,sennò potevamo chiedere direttamente a Re Ferdinando...?1 punto
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Buondì...immo avanti con il 6 cavalli o tornese del 56, conio un po' decentrato ma saporito anche questo ramino che è piuttosto ostico da trovare in buona conservazione...buona giornata a todos!!! Per aggiungere qualche informazione in più...le sigle sotto il busto al dritto I.A. stanno per Ignazio Aveta al rovescio le sigle M.M. stanno per (Domenico) Maria Mazzara entrambi ufficiali di zecca in quel periodo.1 punto
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Grazie @apollonia, mi hai fatto ricordare di quando ero piccolo (anni '80) e andavano questi cartoni animati. La volpe si chiama Vuk e questa era la sigla1 punto
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Ecco la foto digitale del famoso Pegaso di Eryx dell'Ashmolean Museum: pesa 7,99 g1 punto
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Pietro, in merito all'ovale sul taglio leggi qua: http://www.ebay.it/itm/NAPOLI-1818-Due-Sicilie-Ferdinando-I-SPL-/251891838124?pt=LH_DefaultDomain_101&hash=item3aa5ec6cac1 punto
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Tra le monete con simboli inusuali volevo segnalare questo statere (non mio) di una zecca incerta della Macedonia che il Price cataloga come 831 e il Muller come 179. Dal punto di vista della conservazione siamo a livello del BB, ma la formica e la stella formano secondo me una bella coppia. apollonia1 punto
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