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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/05/22 in tutte le aree
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Buongiorno amici... condivido questa nuova entrata in collezione, ramino siciliano anche questo sempre ostico...la conservazione di questo è però buona, come piacevole è il colore del metallo. Le piume dell'aquila salvo il centro del petto sono ancora ben visibili, l'ho vista e me ne sono subito invaghito, anche se ste monete in buona conservazione costicchiano. Dritto: FERD. D.G. SIC. REX. sotto le ali sigle NO' OV (NICOLA D'ORGEMONT VIGEVI) Rovescio: UT COMMO DIUS 1795 ai lati della cartella il valore G 2 Graditi i vostri pareri e sarebbe gradito anche vedere qualche altro tondello, magari le varianti .9 punti
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Ho voluto aggiungere in collezione questo falso d'epoca di un 5 soldi di Carlo Emanuele III perché mi piaceva e perché i falsi fanno parte della storia monetale e della circolazione dell'epoca, di questa tipologia non ne avevo ancora, e la conservazione e la fattura di questa "moneta" mi piacevano. In puro rame e con un Carlo Emanuele che mi ricorda Ferdinando di Borbone la voglio condividere con Voi...4 punti
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Gran bel pezzo Cristiano! Questi sono i miei, in ordine: caratteri grandi in leggenda, caratteri piccoli ed ottenuto per fusione.4 punti
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Buongiorno...leggendo il link di aleale le sigle, come già scritto, vengono attribuite al Vincenzo Barile, a cui, per un errore del Maiorca, per un certo periodo fu attribuita erroneamente anche la moneta da due once del 1814...qui un articolo interessante https://www.cronacanumismatica.com/gli-speciali-di-cn-la-doppia-oncia-doro-e-il-rame-coniato-a-palermo-dal-1814-1a-parte/ Quelle sigle insomma avevano confuso già qualcun altro... Poi per gradire, in rete ho trovato questo magnifico esemplare di 5 grani sempre per il millesimo 1747, sempre con sigle V.B. al rovescio. Moneta che in pochi possono vantarsi di avere in collezione, bello il rame di Carlo di Borbone, ma ci sono monete davvero irraggiungibili, o per pochi. Ecco questo gioiellino e buona mattinata amici.4 punti
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Siamo lieti di invitarvi alla seconda esposizione filatelico/numismatico a Ballabio (Lc) . In questo evento ogni curioso o collezionista avrà la possibilità di guardare o mostrare la propria collezione ad altri appassionati e aspiranti tali. Durante l'evento si avrà la possibilità di consumare cibo (pranzo e cena) e la sera ascoltare buona musica rock. Per motivi organizzativi inoltre vi consigliamo di iscrivervi all'evento e qualora vorreste portare la vostra collezione da esposizione, confermate la vostra presenza al seguente link: https://mailchi.mp/21328685e60d/ballabiofil A presto. Lo staff di Ballabiofil3 punti
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La storia delle battaglie di ieri come di oggi e’ costellata di morti , feriti ed invalidi , chi era piu’ fortunato o piu’ bravo a combattere ne usciva indenne . La maggior parte delle prime tre categorie di combattenti : morti , feriti ed invalidi , era costituita da soldati , sottufficiali e in minor parte anche da ufficiali superiori specialmente quando la battaglia contro il nemico era persa ; nell’ antichita’ si combatteva all’ arma bianca e quando una delle due parti soccombeva aveva inizio la strage del perdente , allora soldato , sottufficiale ed ufficiale non facevano nessuna differenza al vincitore , anzi uccidere piu’ ufficiali possibile era considerato un onore e chi riusciva era fatto oggetto di doni ed onorificenze . Diverso era il caso di un Imperatore o di un altissimo ufficiale che perdeva una battaglia , di norma si suicidava per non cadere in mano nemica macchiando per sempre la sua onorabilita’ , ma in alcuni casi moriva sul campo di battaglia , come si suol dire “con le armi in mano” , per cause non volute espressamente o accidentalmente per varie concause negative . Le morti in battaglia di Imperatori romani nella storia dell’ Impero sono molto rare , un Imperatore che moriva in campo era considerato un fatto inaudito come se fosse morta la stessa Roma ; a parte la solennita’ del fatto , quasi aulico , dell’ Imperatore che muore in campo con le armi in mano , in pratica era la peggior cosa che potesse accadere ad un esercito romano . A mia memoria quattro Imperatori ebbero la “disgrazia” di morire in battaglia , oppure secondo altre fonti , in conseguenza di una sconfitta , la differenza sembra enorme ma in pratica , secondo la mentalita’ degli antichi , non lo e’ . Di sicuro solo Traiano Decio e Giuliano II morirono in battaglia , mentre per Gordiano III la sua morte in battaglia e’ di sola fonte persiana , mentre Valente , pur ferito in campo , mori’ in conseguenza della sconfitta . Con l’ aiuto di Wikipedia la storia dei quattro Imperatori che ebbero la sventura di incorrere in sconfitte campali o di morire per conseguenza della sconfitta . GORDIANO III Le fonti persiane riportano che, all'inizio del 244, i Persiani e i Romani si scontrarono nella battaglia di Mesiche (l'odierna Falluja), battaglia dall'esito incerto. Sapore I cambiò il nome della città in Peroz-Shapur ("Sapore vittorioso") e celebrò la vittoria con un'iscrizione a Naqsh-i-Rustam in cui affermava di aver ucciso Gordiano. Le fonti romane, invece, non menzionano la battaglia e suggeriscono che Gordiano sia morto a Circesium, a oltre 300 km a nord di Peroz-Shapur, ma non riportano la causa della morte dell'imperatore, anche se il prefetto del pretorio, Filippo, che gli succedette sul trono, fu spesso descritto come il mandante del suo assassinio. Secondo Zosimo, Filippo appena assunse la carica di prefetto del pretorio, fu preso dall'ambizione di occupare il potere imperiale e fomentò lo scontento dei soldati, inclini alla rivolta. Si racconta che, quando vide che gli approvvigionamenti dell'esercito erano sufficienti, mentre l'Imperatore si trovava con le armate tra Carre e Nisibis, ordinò alle navi che portavano i rifornimenti ai soldati lungo l'Eufrate, di avanzare all'interno, affinché l'esercito oppresso dalla fame e dalla mancanza di viveri si ribellasse. Il piano di Filippo riuscì. I soldati, infatti, circondarono Gordiano e lo uccisero, come unico responsabile della loro rovina. Secondo la spesso inattendibile Historia Augusta, in seguito alla mancanza di viveri, i soldati avrebbero stabilito che Filippo e Gordiano III avrebbero governato insieme con pari autorità, nominando però Filippo suo tutore. Gordiano III avrebbe reagito prendendo la parola e lamentandosi di fronte ai soldati e agli ufficiali dell'ingratitudine di Filippo nella speranza di far cambiare loro idea, ma invano. Chiese allora ai soldati di votare e fare la loro scelta su chi sarebbe stato il loro imperatore, ma, a causa degli intrighi di Filippo, fu proprio quest'ultimo a spuntarla nel voto. Gordiano III allora chiese invano dapprima che potessero governare insieme con pari autorità, poi che almeno gli fosse attribuita la carica di Cesare o almeno di prefetto; in seguito al rifiuto anche di queste richieste, supplicò che fosse nominato almeno generale e che gli fosse risparmiata la vita. Filippo era propenso ad accettare quest'ultima richiesta, ma poi considerò il fatto che l'intero mondo romano ammirava Gordiano perché era di nobile nascita e aveva liberato l'intero stato da perniciose guerre, dunque, per evitare il rischio che potesse tentare di tornare al trono, per prudenza lo fece uccidere. Altre fonti ricordano che l'esercito romano in ritirata costruì un cenotafio a Gordiano sulla riva dell'Eufrate, a Zaitha. La possibilità che Gordiano sia morto in conseguenza della battaglia di Mesiche è poco considerata dagli storici. La campagna di Gordiano in Oriente fu infatti presentata come una vittoria; in effetti, i Sasanidi non conquistarono altre città, oltre ad Hatra, e Sapore non intraprese ulteriori iniziative militari per i successivi otto anni. La giovane età ed il buon carattere, insieme alla morte di suo nonno, dello zio e la sua tragedia personale per mano di un altro usurpatore, accattivarono a Gordiano III il favore popolare e del Senato romano. Malgrado l'opposizione del nuovo imperatore, egli fu divinizzato dopo la sua morte per compiacere il popolo ed evitare ribellioni. TRAIANO DECIO L'anno successivo (nel 251), la monetazione imperiale celebrò una nuova "vittoria germanica", in seguito alla quale Erennio Etrusco fu proclamato augusto insieme al padre Decio. I Goti, che avevano trascorso l'inverno in territorio romano, in seguito a questa sconfitta offrirono la restituzione del bottino e dei prigionieri a condizione di potersi ritirare indisturbati. Ma Decio, che aveva ormai deciso di distruggere quest'orda di barbari, preferì rifiutare le proposte di Cniva e sul cammino del ritorno dispose le sue armate ed impegnò il nemico a battaglia nei pressi di Abrittus, in Dobrugia. Secondo la versione di Zosimo, la fine di Decio fu causata dal tradimento di Treboniano Gallo: «[..] Gallo, deciso a ribellarsi [a Decio], inviò dei messaggeri presso i barbari, invitandoli a partecipare al complotto contro Decio. Accolta in modo favorevole la proposta, mentre Gallo rimaneva a guardia, i barbari si divisero in tre armate: disposero la prima in una località davanti alla quale si estendeva una palude. Dopo che Decio ebbe ucciso molti di loro, subentrò la seconda armata, e quando anche questa fu messo in fuga, apparvero solo pochi soldati presso la palude del terzo contingente. Gallo consigliò allora a Decio di attraversare la palude e inseguire i barbari. L'Imperatore, che non conosceva quei luoghi, mosse all'attacco senza alcuna precauzione. Bloccato, però dal fango con tutto l'esercito e colpito da ogni parte dagli arcieri dei barbari, fu ucciso insieme alla sua armata, non potendo più fuggire. Questa fu la fine di Decio, che aveva regnato in modo eccellente.» (Zosimo, Storia nuova, I, 23.2-3.) Decio aveva cinquant'anni circa e regnava da tre: fu il primo imperatore romano morto in battaglia contro il nemico. Rimase imperatore il figlio minore, Ostiliano, il quale fu a sua volta adottato dall'allora legato delle due Mesie, Treboniano Gallo, a sua volta acclamato imperatore in quello stesso mese. Gallo, accorso sul luogo della battaglia, concluse una pace poco favorevole con i Goti di Cniva: non solo permise loro di tenersi il bottino, ma anche i prigionieri catturati a Filippopoli, molti dei quali di ricche famiglie nobili. Inoltre, furono loro garantiti sussidi annui, dietro alla promessa di non rimettere più piede sul suolo romano. Ma Ostiliano, rimasto a Roma, dopo essere stato associato al trono da Treboniano, morì poco dopo per cause naturali. GIULIANO La mattina dopo, malgrado l'opinione contraria degli aruspici, fece levare le tende per riprendere la ritirata verso Samarra. Durante la marcia, presso il villaggio di Toummara, si accese un combattimento nella retroguardia: Giuliano accorse senza indossare l'armatura, si lanciò nella mischia e un giavellotto lo colpì al fianco. Cercò subito di estrarlo ma cadde da cavallo e svenne. Portato nella sua tenda, si rianimò, credette di star meglio, volle le sue armi ma le forze non risposero alla volontà. Chiese il nome della località: «è Frigia», gli risposero. Giuliano comprese che tutto era perduto: un tempo aveva sognato un uomo biondo che gli aveva predetto la morte in un luogo con quel nome. Il prefetto Salustio accorse al suo capezzale: lo informò della morte di Anatolio, uno dei suoi amici più cari. Giuliano pianse per la prima volta e la commozione prese tutti gli astanti. Si riprese, Giuliano: «È un'umiliazione per noi tutti piangere un principe la cui anima sarà presto in cielo a confondersi con il fuoco delle stelle». Quella notte fece il bilancio della sua vita: «Non devo pentirmi né provare rimorso di alcuna azione, sia quando ero un uomo oscuro, sia quando ebbi la cura dell'Impero. Gli dèi me lo concessero paternamente ed io lo conservai immacolato [...] per la felicità e la salvezza dei sudditi, equanime nella condotta, contrario alla licenza che corrompe le cose e i costumi». Poi, com'è degno di un filosofo, conversò con Prisco e con Massimo della natura dell'anima. Le sue guide spirituali gli ricordarono il suo destino, fissato dall'oracolo di Elio: «Quando avrai sottomesso al tuo scettro la razza persiana, inseguendoli fino a Seleucia a colpi di spada, allora salirai all'Olimpo su un carro di fuoco attraverso le vertiginose orbite del cosmo. Liberato dalla dolorosa sofferenza delle tue membra mortali, raggiungerai la dimora senza tempo della luce eterea, che abbandonasti per entrare nel corpo di un mortale.» Sentendosi soffocare, Giuliano chiese dell'acqua: appena ebbe finito di bere, perse conoscenza. Aveva 32 anni e aveva regnato meno di venti mesi: con lui, moriva l'ultimo eroe greco. VALENTE Dopo una breve sosta con lo scopo di rafforzare le proprie truppe e ottenere un caposaldo in Tracia, Valente uscì dalla città, andando incontro all'armata barbarica il 9 agosto 378; la fonte primaria per la battaglia è Ammiano Marcellino. I tentativi iniziali di trattativa furono interrotti quando un'unità romana ruppe lo schieramento caricando e diede così inizio ai combattimenti. I Romani stavano ancora resistendo quando furono travolti dall'arrivo a sorpresa della cavalleria gota che mandò nel caos l'esercito imperiale. Valente aveva lasciato una discreta parte delle proprie forze a guardia del suo tesoro personale. L'ala destra dello schieramento, la cavalleria, giunse all'accampamento nemico prima dell'ala sinistra, stancandosi senza supporto strategico. Nel frattempo Fritigerno mandò ancora un emissario con proposte di pace, nella sua continua manipolazione della situazione. Il ritardo risultante mostrava il logoramento subito dai Romani. Le risorse dell'esercito furono ancora diminuite quando un attacco fuori tempo da parte degli arcieri rese necessario richiamare l'emissario di Valente, il comes Ricomere. Gli arcieri furono battuti e si ritirarono. Quindi la cavalleria dei Goti colpì sotto il comando di Alteo e Safrace, e la cavalleria romana dovette soccombere, in quello che fu probabilmente l'evento decisivo della battaglia. La fanteria, abbandonata a se stessa, fu circondata e fatta a pezzi. Valente fu ferito e venne trasportato alla sua tenda. I Goti la circondarono e la misero a fuoco, ignari del suo prezioso ospite; secondo Ammiano Marcellino questa fu la fine dell'imperatore. Alla fine della battaglia, i due terzi dell'armata imperiale giacevano morti a terra. Erano morti anche molti degli ufficiali; ciò che rimaneva dell'esercito fu condotto via nottetempo dal comes Ricomere e dal generale Vittore. La battaglia fu un grave colpo per Roma: l'imperatore Graziano, diciannovenne, era sopraffatto dalla disgrazia e non fu in grado di affrontare la catastrofe che seguì finché non nominò Teodosio I nuovo imperatore d'oriente. In foto quattro monete degli Imperatori trattati2 punti
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Complimenti ancora per la conservazione del tuo!2 punti
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Per quanto riguarda Maktun mi sono ricordato che l'ho avevo ancora installato sul mio smartphone ma utilizzato per poco tempo perché ho iniziato ad utilizzare numista ed un'applicazione personalizzata su android. Ho aggiornato l'app ed effettivamente adesso oltre le monete si possono catalogare anche le banconote di tutto il mondo pur sapendo che l'archivio disponibile deve essere ampliato e aggiornato e ciò vale anche per le monete. Queste sono alcuni screenshot:2 punti
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Buonasera a tutti, E da un po' che mi sono avvicinato, anche se ancora in maniera molto ristretta, al Vicereame. Vorrei farvi vedere questa pubblica che mi è capitata: Cosa ne pensate? Stato conservativo, valutazione, giusto per vedere se ho fatto un buon acquisto. Grazie.1 punto
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Di recente acquisizione. Medaglia 1651, Sodalizio del Lucchesi a Venezia. D/ HIERONIMVS COLVMNA RECTOR 1651. Sei stemmi disposti circolarmente attorno a stemma centrale. R/ CONF VVLTVS SANCTI NOBIL LVCENCIVM. IL Volto Santo. AE. 37.50 mm. qSPL.1 punto
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Bravo Cristiano, bella moneta. Per me un ottimo bb. Su queste monete c'è una ampia differenza di valore tra uno stato e un'altro. Più sono belle, più sono rare da reperire.1 punto
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La questione in realtà è molto complessa. Credo che la schedatura fatta dalla casa d'asta più che essere erronea si fosse basata sulla classificazione operata da Van Keuren (The coinage of Heraclea Lucaniae, Rome 1995) che classificava l'esemplare all'interno del gruppo E (cat n. 79: ca. 334-inizi III sec. a.C.) attribuendolo appunto ad Heraclea in Lucania sulla scia di studi precedenti quali, in particolare, quelli di Calciati e della Johnston. Sulla stessa linea peraltro si pongono anche Taliercio e Rutter (HN, 1382), che assegnano l'esemplare alla zecca lucana. La Taliercio tuttavia non condivide la datazione dell'esemplare proposta da Van Keuren all'età del Molosso proponendo uno slittamento all'età agatoclea.1 punto
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Filippo II Tornese 1580 Busto radiato volto a destra, con fichu , intorno : PHILIPP. D. G. REX. ARA. VT sotto le iniziali del Mastro di Zecca Germano Ravaschiero . GR . (fra due punti) nel rovescio: Cornucopia con ai lati la data 15 S0 (il numerale 8 sostituito da un punzone di lettera S ). Intorno: PVBLICE . COMMODITATI (e simbolo). diametro 26/27 mm Peso grammi 6,70 Riferimento MAGLIOCCA 123 R4 questo esemplare è scampato miracolosamente ai pulitori di monete antiche.?1 punto
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Che dire... Ottima analisi che, al di là del fatto che sia o meno una imitativa (poi dirò la mia), dimostra come questa serie tipologica sia tutto fuorché monotona o noiosa! Quanto allo stile, da una visione d'insieme, di primo acchito si potrebbe propendere per una emissione ufficiale, ma a mio avviso è più che fondato il sospetto che ai tratti di una imitativa di ottima fattura. Dovessi scommetterci qualcosa, punterei su questo! E al di là delle lettere e della cesura della legenda anomala, è proprio lo stile del ritratto al dritto a farmi propendere per questa ipotesi. Complimenti! Per la moneta e per la splendida discussione!1 punto
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Bohh,pare un muro scartavetrato? Mai vista na roba cosí . Ma poi perchè solo il rovescio? Il dritto è una normale parte circolata,il rovescio pare Nightmare. Non saprei1 punto
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Solo un altro esemplare degli stessi coni è apparso negli ultimi anni...... CNG 70 del 2005 lotto n.15. Viene attribuito con evidente errore del catalogatore alla zecca di Heraklea di Lucania in luogo di Minoa di Sicilia........ Odisseo1 punto
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Buongiorno a tutti, bel quadretto, monete dall indubbio fascino. Il Trifollaro con Palma e datteri è veramente bello , non da meno il Follaro. Magari anche io ne prenderò uno di trifollaro per tenerlo in mano. Saluti Alberto1 punto
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A suo tempo,ricordo il video della prima esposizione ed il luogo.... Forza,siete giovanissimi e potete farcela??1 punto
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Io sono stato il primo a prendere questa moneta in banca d'Italia appena è uscita. Ne ho ancora 4 rotoli intatti. Non volevo diventare ricco ma almeno farci una mini gita con famiglia visto che con 200.000 l'avrei fatta se li spendevo all'epoca. Ora non bastano nemmeno per la benzina sempre se qualcuno alla fine li compra. Ah ah ah1 punto
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Si potrebbe anche ricordare che Erennio Etrusco, Augusto associato all' impero, cadde in combattimento poco prima del padre Decio, nella stessa battaglia di Abritto .1 punto
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Ricordavo bene....LANZ 48 del 1989 lotto n.67...il mitico pegaso ericino..... Allego foto. Noterete il graffito al rovescio dietro l'elmo di Atena, tipico e usuale su taluni pegasi. Odisseo1 punto
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Direi che con questo posso soddisfare tutti, basta sostituire a piacimento il tipo di somministrazione Ecco, l'unico problemino è che dovete fare un salto a Poggioreale1 punto
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Oppure collezionarle dato che, se non te ne sei accorto, questo è un sito di appassionati e anche la più "misera" delle monete viene amata perchè non centra nulla il valore di mercato con la passione Detto ciò, dire che in Italia ci sono solo 5000 collezionisti è un enorme assurdità campata in aria1 punto
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Piano piano la serie dei Bollettini / ora che si allarga il contesto ( e anche che si sono introdotti i volumi a stampa) sta cominciando ad essere popolare …?1 punto
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Un bellissimo video di Barbero sulla monetazione di Costantino in cui numismatica e storia si sposano mirabilmente...1 punto
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Avendolo chiamato Pablo come Neruda e, soprattutto, come la canzone di Francesco De Gregori "hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo", è più attratto dalle spagnole/napoletane.1 punto
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Che sia "pubblicità" non c'è dubbio @Orodicarta, se sia "pubblicità-progresso" non saprei dire. Qui quello che si trova su G-Play: Contatto sviluppatore: Sito web http://www.maktun.com/ Indirizzo email: [email protected] Indirizzo: Harju maakond, Tallinn, Kesklinna linnaosa, Pärnu mnt 41a, 10119 Estonia https://play.google.com/store/apps/details?id=ru.vlcoins.catalog&hl=it&gl=US Un commento di un' utente che trovo pertinente: Non male , giustamente come scrivono È un'applicazione ancora giovane che deve ampliare il suo archivio di monete magari @Adelaida ci racconta qualcosa di più? PS: Bono per due pani, 1/2 toma e un salame e ci facciamo merenda forse che @PriamoB ne ha uno nel cassetto? Servus, Njk1 punto
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Segnalo questa nuova pubblicazione: https://www.academia.edu/82533104/Chinese_Numismatics_The_World_of_Chinese_Money_London_Spink_20221 punto
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Per curiosità sono andato a vedere altri esemplari di Giustine e ho trovato che hanno tre tipologie di bordi del manico. Arricciati, come in questo caso, arrottondati verso il basso e dritti (a volte in forma triangolare). Credo quindi che fosse una libera scelta dell'incisore. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao Releo, ti sottopongo il dritto di questa mia Piastra 1805 capelli lisci con le barrette nelle V , ma differenti dalle A. Non sono a conoscenza del motivo per cui si "segnavano" queste lettere. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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In effetti i segni sono strani, certamente andrebbe vista a mano comunque se riesci a mettere anche qualche foto di profilo con una certa inclinazione, forse sarebbe un aiuto in più a chi vorrà esprimersi in merito. Personalmente, per ora, non mi azzardo a considerarli segni di maltrattamenti volontari.1 punto
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Probabilmente anche Murat adottò questo sistema,i 6 centesimi d'argento del 1810(Magliocca,pagina 256,numero 413) hanno il motto sul taglio:★ DIO PROTEGGE IL REGNO ribattuto su PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS... in considerazione del peso di 13,57 grammi e di 31,50 millimetri di diametro e del vecchio motto sul taglio è molto probabile che il 6 centesimi d'argento è stato ribattuto su una mezza piastra del 1805 di Ferdinando IV di Borbone,13,77 grammi di peso e 32 millimetri di diametro... Mia idea ovviamente...1 punto
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Quindi dico che è reimpressa su un 12 carlini di Gioacchino Murat...1 punto
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Mi sembra di intravedere la R e la A a sinistra della corona,e la C a destra che mi portano alla parola:FRANCIA...1 punto
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Ciao, oggi mi appresto ad integrare la scheda tecnica e storica di uno dei miei ultimi acquisti, un antoniniano di Erennio Etrusco (figlio di Traiano Decio) con al rovescio la personificazione della Pietà, divinità importante per i romani, coniato nel 250 d. C. (almeno spero?) e che voglio condividere. Volendo sintetizzare al massimo, la Pietas, rappresentava il modo di augurare agli altri il bene in senso lato. Il primo a farne utilizzo sulla monetazione imperiale fu l'imperatore Tiberio. Come ritratto, molto probabilmente, fece impiegare quello della madre Livia avvolta nel velo. La rappresentazione della Pietà fu in seguito molto variegata, cambiando in riferimento all'utilizzo che se ne faceva. Non mi dilungo oltre perché ho letto diverse discussioni qui sul forum estremamente didattiche ed invito chi ne ha voglia e tempo a fare altrettanto. Ritornando alla mia moneta la Pietà è rappresentata dal dio Mercurio (protettore degli affari e dei guadagni e quindi del benessere economico) con caduceo e borsa (RIC 142b), un buon auspicio rivolto principalmente alla famiglia imperiale ma anche a chi era dedito per professione agli affari ed al commercio. Grazie e sicuramente alle prossime ? ANTONIO MM 23 G 3,28 RIC 142b1 punto
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Per rientrare tra gli utenti assegnatari di monete d'argento ho acquistato un argento che prevedevo non sarebbe andato esaurita durante l'anno, sono rientrato così tra gli utenti assegnatari dei residui e l'anno dopo mi sono ritrovato tra quelli che potevano effettuare questo tipo di acquisto. Però ora leggo che ci sono stati problemi di overbooking , quindi temo che per le monete più richieste potrebbe entrare in gioco la fortuna. Staremo a vedere per ora all'UFN hanno messo on line un sito, quest'anno risolto il problema dei ritardi si spera risolvano anche questo piccolo problema.1 punto
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Dei 2,77 milioni di euro a cui assomma la vendita di quest'asta, la casa dovrebbe avere incassato di commissioni oltre 1 milione. Come durante la corsa all'oro nel far West dell '800 pochissimi cercatori si arricchirono a rischio della vita. Chi fece fortuna fu chi vendette loro pale, setacci e tutto il materiale necessario. Chi ha fatto un buon investimento?1 punto
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Numismatica e investimento sono quasi un ossimoro, salvo casi di monete molto particolari e rare già molto costose in partenza. Oppure salvo tenerle decenni e sperare. . . Quando ricevi la moneta acquistata infatti il valore di questa è del 40% in media inferiore a quanto l'hai pagata. Perché se la vuoi rivendere è quanto ti vedrai offrire.: 20% di quanto la pagasti andò in commissioni. E il 20% di quanto la venderai se ne andrà in commissioni di vendita. Un investimento che parte già molto in salita, tanto da non poterlo classificare un investimento, date le premesse. Al massimo, e salvo rari casi già menzionati, va già bene se coltivi una passione viscerale (il che non è poco) che a fine ciclo, con un poco di fortuna, va in pari.1 punto
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mi riallaccio a una discussione - che ho riportato in calce - che avevo iniziato questa estate per un parere su una contromarca "singolare" su moneta sardo punica. dopo diverse ricerche ne ho trovate di simili - quindi non proprio uguali - tra monete rinvenute a Cherchel (IOL) in Algeria. i bronzi "stranieri", monete presunte dell'usurpatore Iarba, erano stati contromarcati YL (YODH, LAMED) , che appunto erano la sigla della città. tali contromarche probabilmente servivano a riqualificare le monete nel circuito monetale cittadino che altrimenti sarebbero state inaccettabili. la posizione del cartiglio è la stessa, la lettera YODH ci potrebbe stare, LAMED la vedo un po' azzardata.... cosa ne pensate? sarebbe veramente interessante .......... allego un esempi di contromarche di IOL. #50 Inviato 9 Luglio "Buongiorno mi riallaccio a questa discussione per postare una moneta recentemente passata in asta. Trattasi una comunissimo bronzo sardo punico variante con globo davanti a protome di 5,1 grammi, la parte interessante sono i tre segni alla base del collo del cavallo a sinistra, potrebbero avere una relazione con quanto oggetto della discussione? In effetti rappresenterebbe un po’ un’anomalia nell’insieme delle monete analizzate – imperiali romane - e soprattutto sembrerebbe di intravvedere anche una specie di cartiglio più coerente ad una contromarca che a una punzonatura come “sfondo” ai tre segni verticali. In realtà però le contromarche non sono molto diffuse nelle monete cartaginesi, ne esistono – periodo seconda guerra p-, ma riportano più che altro lettere dell’alfabeto. E pur vero che in monete sarde successive che hanno determinato un aumento dell’ì unità ponderale bronzea per riallinearla a quelli della metropoli, sono state utilizzati dei segni simili così come in monete auree e d’argento della rivolta libica. Cosa ne pensate ?1 punto
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Grazie Gianfranco @gpittini comunque della risposta. Si i riconi sono più frequenti addirittura seriali in Sardegna sulle serie (Piras serie tipo F-G-H-I riconiate appunto su monete protomi minore e maggiore, sembrerebbero non esistere monete non riconiate) che hanno avuto vita breve e riconiate si ritiene successivamente alla fine della produzione delle serie protome equina, ma anche durante la seconda guerra su litre siciliane in bronzo e in altri periodi che non sto ad elencare. Più rare in effetti le contromarche, oltre a quella di IOL che è piuttosto una contromarca cittadina in periodo posteriore al dominio cartaginese in Nord Africa, sostanzialmente poco successiva al periodo di usurpazione di Iarbas, ce ne sono anche di cartaginesi ; per esempio, vedi moneta allegata che è identificata in una presunta unità in bronzo del periodo bellico, ovviamente la contromarca è successiva. A mio parere in questo caso la contromarca potrebbe essere una lettera KAPH che potrebbe avere valore numerico di 20 è probabilmente una cmk numerale che mira a cambiare o attestare un valore di cambio diverso per la moneta ospite. Tale lettera era già apparsa sulle monete sarde di alcune delle suddette serie accompagna da due trattini e si ritiene significasse 22. Esistono per completezza anche contromarche di piccole protomi equine su bronzi del Bruzio probabilmente legate al periodo di occupazione annibalica.1 punto
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Se cercate qualcuno la in corsica per un lascito, una donazione, o anche un testamento... Io sono a vostra completa disposizione, e ci metto anche le spese del notaio!!! :)1 punto
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Ragazzi basta..... non le postate queste monete che ci fate morire d'invidia, guardate che ci trasferiamo in massa in corsica.............. :good:1 punto
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