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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/26/22 in tutte le aree
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In conclusione nell'areale indagato abbiamo varie segnalazioni di rinvenimenti di monete collegate a fenomeni cultuali connessi a cavità (culti dell’acqua e divinità connesse, divinità ctonie o culti misterici). E’ possibile che in qualche caso si sia trattato di ripostigli monetali di urgenza celati e poi non recuperati e interpretati erroneamente per deposizioni rituali; in genere per quanto concerne il territorio indagato non si tratta di rinvenimenti numismatici di pregio (monetazioni bronzee) pertanto è da ritenere che si tratti di deposizioni, quale ne fosse la natura, praticate da persone di censo popolare (contadini, soldati, etc…). Che la frequentazione delle cavità fosse spesso connessa a culti è attestato anche dalla sporadica presenza di are/inscrizioni dedicatorie. L’analisi delle cavità interessate indica che la scelta di frequentare una cavità non era strettamente influenzata dalla facilità di accesso ma da altri fattori a noi verosimilmente non chiari. Altre cavità con singole sporadiche segnalazioni di monete e materiale fittile (trascurate nell’elenco) sono state frequentate come luoghi di raccolta di acque di stillicidio in un territorio carsico privo di corsi d’acqua superficiali o come cantina e il reperto numismatico può essere considerato come testimonianza di un involontario smarrimento più che di un gesto deliberato e volontario. Altri rinvenimenti sporadici sono probabilmente dovuti a fenomeni di fortuito smarrimento da parte di pastori che utilizzavano i vestiboli delle cavità orizzontali come ripari/stalle naturali per i loro armenti (es. Grotta dell’Edera o le buche di palo rinvenute durante gli scavi della Grotta Caterina non presenti nell'elenco di cui sopra). Spero abbiate gradito questa discussione e la riflessione che il reperto "moneta" è riflesso di attività umana e la sua valenza storica è sempre elevata. Illyricum (1) https://www.bpp.it/Apulia/html/archivio/1981/I/art/R81I016.html (2) https://www.archeologiaviva.it/4972/su-tempiesu-di-orune-e-il-culto-nuragico-delle-acque/ (3) https://www.academia.edu/33058944/Doni_votivi_di_spade_alle_acque_del_territorio_atesino_Quadro_di_sintesi (4) https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/12811/1/BOTTOS_345-374.pdf (5) https://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Dee_Sequana.htm (6) https://etrurianews.it/2021/11/22/putti-e-monete-il-miracolo-degli-scavi-di-s-casciano-dei-bagni/ (7) https://www.romanoimpero.com/2019/01/terme-di-bath-inghilterra.html (8) https://archaeology.co.uk/articles/features/bath-coin-hoard.htm (9) https://admaioravertite.org/2018/12/08/il-dio-fons-ed-il-culto-delle-sorgenti/ (10)https://journals.openedition.org/mefra/10806?lang=it (11)https://www.romanoimpero.com/2010/06/culto-delle-ninfe.html?m=1 (12)https://www.soprintendenzaspecialeroma.it/schede/fonte-di-anna-perenna_2976/ (13)https://xoomer.virgilio.it/wjerman/appunti/dei.htm (14)https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/12811/1/BOTTOS_345-374.pdf (15)https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/16112/1/72_04.pdf (16)https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/duino-aurisina-ts-la-grotta-del-dio-mithra/ (17)http://storieromane.altervista.org/la-battaglia-del-frigido/ (18)MARZOLINI G., PAPARELLA R., 1986, Segnalazione di ritrovamenti archeologici sul Carso triestino. Atti Soc. Preistoria e Protostoria del F.V.G., 5:133-150 19) https://www.catastogrotte.it/grotta/2/grotta-gigante 20) (1) https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/10947/1/Ritrovamenti_interni.pdf Inoltre: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2021/01/A-proposito-delle-grotte-carsiche-in-eta-romana.pdf Più in generale per le grotte carsiche frequentate in epoca romana vedasi: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2021/01/A-proposito-delle-grotte-carsiche-in-eta-romana.pdf9 punti
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Eccoci Piccola parentesi,non sono moderatore?,era solo un consiglio,lo avrebbero fatto loro? Va be,ormai "il pegaso " lasciamolo qua anche se del Regno non fa parte. Esso secondo me non è fdc. Ha sul taglio una riga visibile e dei colpettini qua e la. Per i 10 centesimi credo che l' alta.conservazione fdc la veda dall' astronave. Ps: lasciali dove sono.3 punti
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Nei pressi del Mitreo sono state rinvenute monete romane anche nella Grotta Alexander Hohle/Grotta II presso la fermata ferroviaria Duino-Timavo, assieme a resti di anfore(18). La moneta più tarda non supera i primi anni del V secolo d.C. per cui è stato supposto che si tratti di una deposizione legata ad una presenza collegata alle truppe impegnate nello scontro tra Alarico e Stilicone presso il Timavo (401). In alternativa è stato proposto l’utilizzo temporaneo della cavita a scopo cultuale da parte dei seguaci del Dio Mitra dopo la distruzione del Mitreo da parte dei cristiani. Monete romane sono state rinvenute nella Grotta Gialla presso Aurisina, una piccola caverna orizzontale con stratigrafia pre e protostorica a circa 200 mt sud del percorso di una strada romana. Oggetto di scavi archeologici, negli anni cinquanta del XX secolo, vi furono rinvenute ceramiche romane, lucerne (I-IV secolo d.C.), due monete della seconda metà del II secolo d.C. e cinque del IV. Nel 1993 furono consegnate alla Sovrintendenza 65 monete integre + 25 frammentate trovate nella grotta (III-IV secolo d.C.) che si ricollocarono alla presenta di culti a divinità a noi sconosciute. E’ segnalata la presenza di un dupondio di Antonino Pio, di una moneta di Aureliano e di un AE3 di Onorio (408-423). La massima concentrazione copre il periodo tra Costantino e Valentiniano II. Per questo motivo taluni ritengono che si tratti di un deposito monetale tardo antico. Il rinvenimento di monete romane nel 1893 è riportato nella Grotta Romana di Sgonico assieme a lucerne, all’interno di un bacino idrico (reperti dispersi). Il rinvenimento fu considerato di tipo cultuale. La Grotta di Nivize si trova all’interno di un abitato protostorico in altura e fu utilizzata probabilmente a scopo funerario (presenza di resti scheletrici umani) e/o cultuale: nel 1892 il Puschi rinvenne un bronzo di Alessandro Severo (MARS ULTOR) e uno di Gordiano III (VICTORIA AETERNA); nel 1984 fu rinvenuto un bronzetto di Valeriano I assieme ad altri manufatti in metallo e terracotta (18). E' caratterizzata da un ingresso a pozzo. Anche nella celebre Grotta Gigante(18) furono rinvenute una moneta bronzea di Lucilla (rovescio PIETAS) e un bronzetto di Costanzo II (Perko, 1897) rinvenute nel cono detritico del “piazzale di fondo” (verosimilmente caduta dall’ingresso alto) che nella cosiddetta “sala dell’altare” (giunta da un accesso ora chiuso?) che non risulta attualmente accessibile senza tecniche di esplorazioni avanzate. Altre monete non ben precisate sono segnalate nella Grotta delle Lucerne, una modesta caverna con un deposito archeologico sconvolto da scavi di sistemazione da parte dei soldati austriaci durante la Prima Guerra Mondiale e che prende il nome dal rinvenimento in una nicchia laterale di alcuni di questi manufatti fittili ascrivibili all’epoca romana. Potrebbe essere la cosiddetta “Grotta di Santa Croce” di cui sono conservati degli esemplari monetali, costituiti da una trentina scarsa di monete che coprono il lasso temporale che va dal Primo Impero a Valentiniano II.3 punti
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Grazie Cristiano @Asclepia per l'ottimo inquadramento storico delle monete Commemorative del 1791. Ascolto il tuo invito e posto la SOLIDI REDUCI della mia collezione. Conio che mi piace particolarmente perchè molto originale e oserei dire moderno. Saluti a Tutti3 punti
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Salve a tutti Vi presento questa nuova acquisizione tra i miei falsi d'epoca comprata oggi ad una modica cifra. Un bel falso d'epoca del 10 centesimi di Vittorio Emanuele II a mio avviso probabilmente realizzato per fusione. Il millesimo è il 1866 Napoli. Vi riporto anche i dati ponderali così che possiate confermare o disconfermare la mia impressione Peso: 7.76 Diametro: 29 mm Come sempre vi ringrazio anticipatamente per ogni parere, osservazione e commento2 punti
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Il regalo della mia ragazza: un bel 1000 corone 1924 dell'Austria, già avevo il 10 groshen dello stesso tipo2 punti
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Ottimo @caravelle82 concordo in pieno con i tuoi pareri. Il discorso andrebbe allargato, nel senso che ormai se non punti ad presunto FDC non sei un bravo collezionista, perchè sprechi i tuoi soldi. Invece a me sinceramente piacciono anche le monete vissute, circolate, che ti trasmettono di più di quelle "presunte intonse". Sulla ricerca spasmodica del FDC si sono già espressi molti e quindi lascio perdere. Se uno ha un budget illimitato fa bene a ricercare il FDC ci mancherebbe. L'importante è amare le proprie monete anche quelle non proprio bellissime e non lasciarle da sole sempre in una cassetta di una Banca. Buona Serata2 punti
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Sembra un denario repubblicano come questo https://www.numismaticavaresina.it/coniazioni-a-nome-della-gens-a-c/31736/calpurnia-l-calpurnius-piso-frugi-90-a-c-denario-3-77g-crawford-340-1-ottima-patina-conservazione-elevatissima.html2 punti
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Autografo dell'incisore Bernardo Perger. Fonte: ASN. Ministero delle Finanze. Busta 2136.12.2 punti
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Buongiorno, esemplare all’asta 101 E-Live organizzata da Inasta Spa in data 25/06/2022 ex Lotto 1711 di cui riporto la descrizione in Catalogo e le relative foto web-sito: ZECCHE ITALIANE - VENEZIA - Antonio Priuli (1618-1623) - Quarto di scudo della croce. Pao. 18 (AG g. 7,53) Grading/Stato: meglio di MB L’esemplare è certamente comune per tipologia e il suo stato di conservazione è ben visibile ad occhio nudo. Ho cercato di riclassificare l’esemplare rispetto al Papadopoli e al CNI, e, francamente, non ho ritrovato una corrispondenza univoca, dipesa da una diversa interpunzione, fermo restando -come avverte il Montenegro- che esistono varianti nei punti, nei triangoli, nelle stelle e nelle rose piccole e grandi dell’esergo e delle legende e nelle combinazioni delle legende stesse. Segnalo da subito che la caratteristica (semmai possa esser considerata tale) dell’esemplare postato è l’assenza di qualche segno di interpunzione al R/ tra MARC e VEN. Non è presente ne’ un bisante (o punto), ne’ un triangolino, ne’ altro, salvo consunzione dello stesso che verosimilmente non compare evidente dall’esemplare. Con riferimento al Papadopoli, l’esemplare è riconducibile per il D/ alla varietà n. 91, e per il R/ è “assimilabile” alla varietà n. 97 ma senza il triangolino con punta all’insù interposto fra MARC e VEN. C’è da dire che il Papadopoli segnala n. 10 (dall’88 al 97 compresi) varietà di questo esemplare con sigla del Massaro GR (Giacomo Renier, entrato il 18/12/1618). Al contempo, nel CNI vi è la descrizione di n. 13 (dal 45 al 57 compresi) varietà dell’esemplare GR. Nella fattispecie, il D/ è riconducibile al tipo n. 52 e il R/ “assimilabile” al tipo n. 46 ma sempre senza il triangolino con punta all’insù interposto fra MARC e VEN. Infine, qualche riflessione potrebbe essere richiamata in ordine alla sigla del Massaro al D/. Al riguardo, sappiamo dal Papadopoli che esisterebbero tre varianti: i) (rosa) G (triangolino con punta all’insù) R (rosa), ovvero, ii) idem, ma senza triangolino, ovvero, iii) idem, ma con punto tra la G e la R. Ora, nell’esemplare postato non è ben definito il segno di interpunzione tra la G e la R, anche se sarei propenso a considerarlo un triangolino, il che farebbe ulteriormente caratterizzare l’esemplare assimilandolo, per tale aspetto, alle sole varianti n. 88 e 89 del Papadopoli. Sarebbe interessante poter conoscere se esistano altri esemplari con le caratteristiche (o particolarità) di quello postato. Un cordiale saluto. Domenico2 punti
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Come scrivevo l'altro giorno, esistono migliaia di varianti per cambi minimi tipo punteggiatura. Facendo una rapida ricerca ne ho trovato uno simile per il fronte nel catalogo nac 108. Il retro però è differente. Essendo una moneta molto comune avranno fatto decine di accoppiamenti per il semplice motivo di cambi di conio magari per rotture di parti. Probabilmente ne esistono altre di uguali bisogna solo trovarle.2 punti
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Buongiorno. Questo il mio Sebeto del 34. Dovrebbe essere il più comune...2 punti
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Personalmente ritengo che le ipotesi sul rinvenimento dell’Antro di Bagnoli sono condizionate dalla sporadicità del rinvenimento e dall’eccezionalità dello stesso. Una trentina di assi che coprono un lasso temporale fino all’età adrianea possono essere anche una parte minoritaria di un deposito cultuale contraddistinto dalla deposizione di numerali in bronzo dove quelli più pesanti (riflettendo sulle circostanze del rinvenimento) possono essere rimasti nel luogo di deposizione ipogeo a causa del loro valore ponderale maggiore. Se viceversa il lotto fosse effettivamente rappresentativo allora la deposizione assume un valore più che altro cultuale ma non di grosso valore intrinseco – l’asse era considerato un po’ lo spicciolo del periodo, la moneta di maggior utilizzo quotidiano, non al pari degli € cents attuali ma con un valore lievemente maggiore, tipo l’€ attuale… Sicuramente non si tratta di un deposito di emergenza, come già segnalato dal Flego (periodo relativamente tranquillo nell’area del nord adriatico). Forse la deposizione monetale è legata allo sfruttamento come fonte dell’acquedotto di Tergeste (di cui non si conosce una data certa di fondazione) che da qui partiva alla volta della città e può esser letta come una sorta di offerta alle divinità che presiedevano all’erogazione dell’acqua di risorgiva. O come “rito di fondazione”. D’altra parte le evidenze di frequentazioni di cavità ipogee in epoca romana sono tutt’altro che infrequenti nella Venezia Giulia, dove l’altipiano carsico risulta in particolare ricco di grotte anche dall’accesso semplice. Purtroppo la documentazione archeologica pervenuta è stata spesso danneggiata e proprio l’area prossima al già citato Lacus Timavi è quella dove le cavità sono state utilizzate e riadattate a scopo bellico/rifugio durante il primo conflitto mondiale. I fenomeni che hanno portato alla frequentazione ipogea in epoca romana sono legati al loro utilizzo come ripari, come punti di raccolta delle acque di stillicidio e talvolta per uso, appunto, cultuale. Si ha notizia di rinvenimenti di are dedicatorie rinvenute a inizio 1900 in grotte ormai distrutte (Grotta del Diavolo Zoppo, Grotta del Pettirosso). Per evitare di uscire troppo dal discorso numismatico escludo dall’elenco che segue le cavità che pur presentando una frequentazione in età romana prive di evidenze numismatiche, i rinvenimenti singoli e i quelli sporadici non ipogei. I dati sono tratti dal testo di B. Callagher di cui alla nota 20. Il ritrovamento più spettacolare è sicuramente la Grotta del Mitreo di Duino, cavità sistemata a tempio ipogeo dedicato al Dio Mitra (16). All’atto degli scavi furono rinvenute circa 400 monete, la maggior parte del IV secolo d.C. ; dapprima rinvenute come offerte cultuali al Dio Mitra, recentemente è stata proposta la possibilità che si tratti di monete deposte da militari di stanza in zona (per bloccare l’arrivo in Italia di Teodosio che nel 394 d.C. è impegnato nella Battaglia del Frigido (17)) e mai recuperate. Il deposito copre un periodo che va dal Primo Impero fino ad una imitativa di Valentiniano III. Tracce di incendio indicano una probabile distruzione del tempietto da parte dei paleo-cristiani che a breve distanza, alle già citate foci del Timavo costruirono un luogo di culto. Tavola I, nr.10, Antonino Pio dupondio2 punti
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Tornando al tema iniziale delle fonti, il pantheon latino tra divinità ancestrali italiche, fluviali e sincretiche è molto affollato. Spesso poi per noi le divinità, legate a substrati preromani, restano ignote. Vediamone alcune. · Fons, adorato anche dai Sabini. Figlio di Giano e Giuturna. Vi era dedicato un altare al Gianicolo, ricco di fonti e falde acquifere. Venerato nelle festività dette del Fontinalia, il 13 ottobre. Rilievo di Epitynchanus. Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, Sala degli Imperatori inv. S. 504, (da Gregori – Mattei 1999, n. 2195, p. 574, ill. 575).(10) Fons disteso al centro attorniato da ninfee/grazie. Le fonti sono tutte soggette a Fons che spesso assume il numen fontium del corso d’acqua: ecco quindi comparire un Fons Ventinus o un Fons Caeretanarum, assumendo l’epiteto del ruscello o della località. · Lo stesso Dio Nettuno/Neptunus nasce come divinità latina e prima italica delle acque correnti e delle sorgenti che solo successivamente (post guerre puniche) prende il posto del dio del mare greco Poseidone. In breve compie lo stesso passo dell’esercito di Roma: dopo la vittoria contro Cartagine il dominio di Roma da prettamente terrestre (riferimento alle sorgenti di acque dolci) diviene potenza (Dio) dei mari e delle acque nel suo insieme. Aiuta e protegge marinai, pescatori e… cavalli, di carattere iracondo scatena spesso tempeste e terremoti. Agrippa (Gaio, 37-41), Asse, Roma, dopo il 37 d.C.; AE (g 11,01; mm 30; h 7); M AGRIPPA L - F COS III, testa con corona rostrata a s., Rv. Nettuno clamidato stante verso s., tiene il tridente ed un piccolo delfino; ai lati, S - C. RIC 58; C 3. Patina verde, spl. https://www.deamoneta.com/auctions/view/389/493 · Il mondo rurale antico è caratterizzato dalla presenza di una moltitudine di piccole divinità minori che alimentano i racconti dei Miti. Tra queste rientrano a pieno merito le ninfee che nella Antica Grecia non sono pienamente divine, non sono immortali come gli Dei e al contrario di questi non hanno accesso all’Olimpo. Sono generalmente giovani, indipendenti, libere, vergini: raramente hanno luoghi di culto dedicati se non altari improvvisati o luoghi dedicati. Gli eventi mitologici cui sono costrette le porta a trasformarsi e ad assumere una nuova connotazione. Aretusa ad esempio, inseguita dal Dio Alfeo, per sottrarsi alle sue attenzioni fu trasformata dalla Dea Artemide in fonte. Analogamente al mondo greco anche nei popoli italici il culto delle ninfee era molto rappresentato. I luoghi più sacri erano le sorgenti, le radure dei boschi, i massi di roccia, le caverne naturali, le cascatelle dei fiumi, gli stagni, gli alberi, i crepacci, o una curiosa disposizione di rocce, o una zona satura di funghi, o piante acquatiche, o piante medicamentose. Nel traversare un bosco, nel raccogliere erbe curative o mangerecce selvatiche, nell'attingere acque a una fonte o nel bagnarsi in un fiume, ciascuno si rivolgeva alla ninfa del luogo e le faceva una preghiera e un'offerta. Nella tradizione popolare rurale rimasero in vita fino al medioevo quando furono demonizzate come streghe, demoni oppure rimasero presenti come fate dei boschi e delle sorgenti. A Roma furono collegate alle sorgenti come fonte di purificazione e Ovidio le celebra: “Così si deve placare la dea, e tu rivolto ad oriente dì quattro volte le preghiere e lavati le mani nella viva onda”. Una ninfa di sorgente è Lara, fatta diventare muta da Giove perché aveva rivelato a Giunone la divina attrazione del padre degli dei per la ninfa Giuturna; in seguito ebbe due gemelli da Mercurio, i Lari, che proteggevano casa, famiglia e campi. Venerate assieme a Fons durante le Fontinalia, si gettavano corone di fiori presso fonti e sorgenti; nel tempo la festività più importante passò ad essere quella del 23 luglio in onore di Nettuno. (11 · Assimilabile ad una ninfa secondo il mito era Anna Perenna, della quale nel 1999 è stata rinvenuta una fonte (quartiere Parioli di Roma). Si trattava di una antica divinità festeggiata nel capodanno romano arcaico la cui fontana fu attiva dal IV secolo a.C. ad oltre il VI d.C. Nella cisterna sono state rinvenute tavolette plumbee recanti maledizioni, figure antropomorfe, monete e lucerne.(12) file:///C:\Users\Andrea\AppData\Local\Temp\msohtmlclip1\01\clip_image002.jpg · Molto probabilmente localmente il mito pescava nel substrato di tradizione locale preromano. Ad esempio al Lacus Timavi(13)* abbiamo una iscrizione che rimanda al Dio Timavo che trova probabilmente stretta connessione con lo stesso Deo Temavus rinvenuto a Montereale Valcellina (14). Altra divinità dell’area montana era Belenos (in seguito connesso ad Apollo) che trova in seguito attestazioni di culto anche nella stessa Aquileia,Lubiana/Emona, Zuglio/Iulium Carnicum, Virunum (15). *Il Lacus Timavi era una zona nota agli antichi romani anche antecedentemente al loro insediamento nella Venezia Giulia: si tratta dell’area dove il fiume Timavo dopo un corso ipogeo di 40 km sbocca nel mare attraverso alcune polle (attualmente 3, in antico tra 9 e 7 a seconda degli autori). Si sa che nei pressi esisteva sicuramente un santuario e attestazioni culto collegate a Diomede, ad Ercole, alla Spes Augusta, a Saturno; nel 178 a.C. l’area fu utilizzata dalla flotta romana come base per l’invasione dell’Istria per cui si può dedurre che fosse ben conosciuta da tempo (la fondazione di Aquileia risale a soli 5 anni prima).2 punti
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Il vestibolo, come si vede dalle immagini che seguono, è parzialmente chiuso da un muro costruito dagli abitanti locali durante la Seconda Guerra Mondiale al fine di utilizzare la cavità come rifugio antiaereo; si può penetrare per alcuni metri all’interno su una cengia rocciosa che poi diviene impraticabile Perché ve ne parlo? Perché ero a conoscenza che dalla cavità erano uscite delle monete bronzee romane ma non avevo notizie più precise in merito. Avendo trovato il testo di riferimento della segnalazione, vi posto il paragrafo tratto da: Stanko Flego - Lidija Rupel - Matej Župančič, “Ricognizioni topografiche e archeologiche a Bagnoli della Rosandra”, Borgolauro, Rivista semestrale di Storia Lettere ed Arti della Fameia Muiesana, Anno IX – N.13 – Muggia 1988. Pagine 57-59.2 punti
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Ciao a tutti! Probabilmente qualcuno di voi avrà già visto quelle tabelle della storia della terra condensate in un giorno, dove l'uomo sapiens esiste da due minuti e 20 minuti fa si sono estinti i dinosauri; ebbene, prendendo spunto da una discussione di un collega - ciao @jaconico ! - ho preparato questa tabella della storia della numismatica ed accessori pressandoli in una giornata: -> Click per ingrandire l'immagine! Un secolo qui dura 60 minuti: se non ho fatto casini con i calcoli, i miniassegni non son durati neanche il tempo di una sigaretta Questo per cercare di dimostrare perchè certe mode sono state passeggere, altre sono rimaste stabili - l'ulima scheda telefonica è stata emesa nel 2018 (se ho capito bene) ma di sicuro non erano più così diffuse. Qui trovate il file per eventuali modifiche e/o suggerimenti Tra tutte 'ste crisi, cerchiamo di divagarci un po'! Servus, Njk1 punto
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Ciao Per me non vi è dubbio. Un falso d' epoca ottenuto per fusione. L' aspetto ed i " crateri " non mentono....senza veder dati ponderali☺️ Ottimo acquisto specie se per una cifra irrisoria!1 punto
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Sei proprio degno del tuo nick... mi ferisci nel mio orgoglio di collezionista di biglietti dell'autobus ? ? Perchè col taglio massimo di 100 lire la zecca non ce la faceva a star dietro alla necessità di moneta spiccia, a causa dell'altissima inflazione di quegli anni. Proprio per quello furono ideate le monete da 200 lire.1 punto
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Buongiorno, nei dintorni di Trieste, presso il paese di Bagnoli della Rosandra, esiste una cavità chiamata Antro di Bagnoli /Na Jami (FVG 76). Si tratta di una grotta non molto nota, non tanto spettacolare nelle dimensioni e avvolta da un’aura magica. Nei pressi parte un sentiero che con un erto tracciato porta sul piatto altipiano sovrastante, superando un dislivello di più di 300 metri. https://catastogrotte.regione.fvg.it/76 L’area circostante è molto ricca dal punto di vista archeologico con ampie testimonianze storiche a partire dal Neolitico e che si protraggono nella Protostoria; nell’età romana poi il vicino colle di San Rocco fu sede del primo forte romano nella zona all’epoca della Guerra Istriana del 177-178 a.C. https://www.lamoneta.it/topic/200166-nuovi-scavi-archeologici-nellarea-triestina/ Che vari gruppi umani siano stati attratti nel tempo in questo territorio non risulta assolutamente strano se consideriamo che il Torrente Rosandra è il maggior corso d’acqua di superficie della provincia triestina, che la valle alluvionale è una delle maggiori dell’area e che la prossima costa alluvionale consentiva l’attracco ai natanti senza troppi pericoli rispetto alla diffusa costa calcarea (o arenacea) alta e rocciosa. Con la romanizzazione l’area fu densamente antropizzata con la costruzione di ville rurali, una necropoli e la costruzione dell’acquedotto che portava l’acqua a Tergeste. La grotta, un'unica fenditura quasi verticale, rappresenta evidentemente il canale che provvede al drenaggio delle acque di parte dell'altipiano del Monte Carso, con probabili relazioni con gli inghiottitoi di Becca e Occisla. L’altipiano sovrastante raggiunge la vetta attorno a 455 mt: l’acqua dopo percorsi sotterranei esce direttamente dall’imbocco della cavità solo in periodi di grossa portata mentre da alcune polle alcuni metri a fondovalle fuoriesce un flusso continuo di acqua più o meno importante che confluisce nel Torrente Rosandra. Chiaramente la portata è proporzionale alla quantità di acqua caduta durante i periodi piovosi. Questa è la sezione nota grazie alle ricerche degli speleosub.1 punto
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Buongiorno Beppe...quelle schiacciature e certi "fori" non passanti che troviamo su queste monete lasciano molti dubbi...la teoria della pinza (o qualche altro arnese) potrebbe pure starci, non saprei come altro spiegarmi questi difetti, che secondo me non hanno origine nel momento preciso in cui la moneta veniva battuta. Le possibilità sono due, o sono causati da una manipolazione subito dopo la coniazione, a tondello caldo , restando nella tua ipotesi; o prima della coniazione: la butto li pure io e non fustigatemi, le lastre da cui si ricavavano i tondelli, anche loro ancora calde dopo la ricottura, venivano manipolate con pinze o arnesi di qualche tipo che lasciavano sti segni, ricavati i tondelli e battute le monete questi segni permanevano. O ancora le lastre da cui si ricavavano i tondelli non venivano spianate in modo uniforme? La lastra in alcune parti, magari vicino ai margini, restava più grezza e irregolare perché non perfettamente laminata? Ma da questa venivano comunque fustellati i tondelli, alcuni regolari, alcuni con imperfezioni? Prima o poi si capirà... Un esempio di "fori non passanti" quasi dei colpi di punteruolo, su un paio di 3 grana. E un esempio di difetto al bordo. Un caro saluto.1 punto
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A inizio settembre, secondo quanto comunicatomi dall'addetto di Santa Marta, sentito qualche giorno fa. petronius1 punto
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Buongiorno a tutti. Alberto ho ricevuto la minuscola vicereale e la condivido con nuove immagini, dalle quali almeno io non scorgo tracce di legenda. Confermo il peso di grammi 0,651 punto
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Purtroppo le prime schede telefoniche venivano ritirate dalla macchinetta quando finiva il credito, per questo c'è ne sono pochissime. Un amico di mio fratello ce l'aveva perché trattenuta come ricordo dal servizio militare. Ho provato, facendo lo gnorri, a farmela regalare..... tanto non vale niente... invece no se le tenuta.1 punto
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Non era facile per la mancanza di punteggiatura (; dopo il secondo 1) e dell’apostrofo tra 1 e 1. Buona domenica da apollonia1 punto
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Dal testo di Bruno Callegher, "Ritrovamenti monetali di età romana nel Friuli Venezia Giulia. Province di Gorizia e Trieste", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2010, pp. 383; ill. https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/10947/1/Ritrovamenti_interni.pdf inoltre riprendo l’elenco delle monete provenienti dal sito. Aggiungo inoltre altre immagini delle monete, tratte dal sito IPAC della Regione: http://www.ipac.regione.fvg.it/aspx/ViewProspIntermedia.aspx?idScheda=1132&tsk=SI&tp=vRAP&idAmb=120&idsttem=6&C1=OGTT%7cOGT%7cripostiglio&Cp1=ripostiglio&searchOn=0&order=0&START=1 Il sito, non ricco in quantità ma comunque interessante, mi permette di introdurre un articolato tema che tratta di Impero Romano, frequentazioni delle cavità ipogee, monete e culti connessi. In realtà quantomeno in parte perché non in tutti i casi di “resti di epoca romana” sono costituiti da reperti numismatici ma spesso da resti ceramici (anfore e resti fittili in genere quando non metallici ma non numismatici o lapidei). In questo caso l’ipotesi degli studiosi è che si tratti di una manifestazione legata a Culti delle acque.1 punto
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No, erano abbastanza carine a mio avviso Queste erano le prime: http://www.all-cards.net/storia-delle-schede-italiane-le-giallo-blu-sida/ Poi vennero quelle orizzontali:1 punto
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@Litra68, riguardo al simbolo "Croce biforcata" al rovescio, ho un Tornese del 1590 che lo riporta.1 punto
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A me a dir la verità sembra che facciano proprio il contrario. Altro che piedi di piombo... hanno creato un nuovo prodotto e ora sfruttano all'inverosimile l'effetto novità, che entro pochissimi anni andrà a esaurirsi. L'anno scorso hanno testato il prodotto e quest'anno hanno moltiplicato l'offerta aumentando numero di monete e tirature. Poi, ad un certo punto, quando vedranno che l'effetto novità si esaurisce si inventeranno un altro prodotto.1 punto
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Ciao Cristiano @Asclepia naturalmente siamo nel campo delle ipotesi e non vorrei essere il solito che posta delle "teorie non ortodosse", quindi è solo un mio parere personale. E' indubbio però che la monetazione di Rame di Gioacchino presenta delle anomalie nei tondelli che sono difficilmente riscontrabili in altre tipologie. Mi riferisco in particolare alle mancanze di conio che si presentano con dei buchi oppure alle schiacciature molto frequenti. Può essere che parte dei tondelli di questo tipo siano stati coniati sui 6 Tornesi di Ferdinando IV ( 1799-1803 ) già con qualche difetto "ab origine". Fosse così, "sorge spontanea la domanda" come diceva un noto giornalista: perchè le monete di rame di Murat non presentano le immagini fantasma presenti su molti esemplari Reimpressi? Probabilmente perchè il tondello veniva scaldato ad una temperatura elevata, troppo elevata. Si formavano delle bolle che si sarebbero trasformate in buchi. La moneta ,una volta coniata ed ancora caldissima, veniva prelevata con delle pinze che causavano le schiacciature su una lega molto malleabile. Mi sono fatto questa idea guardando un numero notevole di 3 Grana/Grana 3 ed acquisendone qualcuno che presenta queste anomalie. Eccone uno che presenta dei chiari segni di schiacciature che ritengo essere "da pinza" e quindi appena dopo il conio. Naturalmente posso sbagliarmi e chiedo a voi un parere in proposito. Buona Serata1 punto
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I FERT in incuso sul contorno non venivano incisi dalla virola ma prima della battitura da una macchina chiamata "orlettatrice rettilinea", similmente alla scritta "REPUBBLICA ITALIANA" nelle 10 lire ulivo per questo motivo l'orientamento e la posizione della scritta sono casuali. I cuscinetti dell'orlettatrice rettilinea che avevano la scritta FERT in rilievo con l'usura perdevano il rilievo dei caratteri fino a scomparire1 punto
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Ho sempre cercato di privilegiare le monete che potessero simbolicamente essere associate a un valore che andasse oltre la moneta come mezzo di pagamento, la moneta valore. Molti autori hanno parlato di cosa può diventare a seconda delle situazioni, gli avvenimenti, una moneta, la moneta diventa valore, anche disvalore, simbolo, icona. Vediamone qualcuno che è anche diventato cavallo di battaglia di alcuni autori, per Le Goff il denaro è maledetto e sospetto, l'avarizia è peccato, per Lucia Travaini la moneta può diventare a seconda dei casi, moneta memoria, moneta identità, la moneta nelle tomba può assurgere al messaggio più elevato di tramite tra i pellegrini e il Santo venerato, ma la moneta poteva anche essere icona, era protettiva, porta fortuna, diviene simbolica nei riti di fondazione, ma anche reliquia da conservare. Nella storia la moneta assume vari significati, basti pensare ai trenta denari di Giuda, al denaro come elemosina di San Francesco, ma tanti ancora possono essere i valori che la moneta assume nelle varie situazioni. Studiando la monetazione milanese mi sono imbattuto in un altro significato, non tanto divulgato secondo me che la moneta aveva assunto in un particolare e travagliato momento storico della vita di Milano. Siamo negli anni 1848 - 1849, la moneta viene tagliata a forma di scatola, si può aprire e chiudere, può contenere messaggi, dispacci, immagini, a volte dagherrotipi. I casi più conosciuti ricorrono nel 5 lire del 1848 del Governo Provvisorio di Lombardia, ma anche nei 10 e 5 centesimi del 1849 di Francesco Giuseppe I. E allora, come mi è sempre piaciuto, la moneta si mette a raccontare storie, fa sognare, penso ai patrioti delle Cinque Giornate che si mandano messaggi o figure di patrioti, la moneta fa la storia, diventa protagonista, diventa mezzo di comunicazione, di propaganda, trasmette sogni. La moneta porta messaggi, la moneta patriota, anche le monete hanno fatto la storia e in questo caso non è un modo di dire, è realtà storica..., e ora qualche immagine di queste monete, sognate pure, se vorrete, con loro e con me......, Mario P.S. Qui sotto un 5 lire del Governo provvisorio di Lombardia aperto.1 punto
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Buona sera , qui di seguito allego un dettaglio della moneta in FDC. Dettaglio su cui quasi mai ci si concentra a sufficienza e su cui molti pseudo-FDC cadono: le ciocche di capelli e le torri della corona, che in un FDC pieno (L’unico che merita il titolo di fiore del conio, ad essere onesti) sono ben delineate e piene. Poi guardiamo i piedi e la veste. Diversamente : qFDC,qFDC-FDC, poco importa se volete ma la realtà è che anche se un FDC per certe tipologie e ‘ cosa rara, bisogna farsene una ragione e osservare i dettagli con grande attenzione.1 punto
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Buonasera a tutti , Cristiano @Asclepia posto due mie Publiche del 1791 , sono diverse tra di loro, sia per i rami che per posizione della data. Mi scuso per la qualità delle foto, ma al momento ho solo queste in galleria. Saluti Alberto1 punto
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Grazie Cristiano, come sai su qualche tipologia sono proprio fissato, anche perchè ritengo le Piastre 1815-16 tra le più belle. Ho svolto un modesto studio sulla 1816, prendendo in considerazione i passaggi in asta negli ultimi 10-12 anni. E' una tabella sempre aperta, quindi non stupitevi se il campione è scarso ( una cinquantina di Piastre ). E' vero che la Variabile " Rombo - data - Rombo " non è censita, però in base ai passaggi direi che non è proprio comune. Quelle restanti sono 1816 Rombo ( le più comuni ). Ecco comunque la Tabella.1 punto
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Se con "conviene" intendi economicamente, la risposta è no. Ma questo vale in generale per tutta la numismatica... Colleziona ciò che ti piace, se invece è al ritorno economico che pensi ti suggerirei di puntare su altri campi.1 punto
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DE GREGE EPICURI In passato le monete di Massalia (cioè quelle coniate proprio nella greca Massalia) venivano inserite in "Altre monete antiche", ma vedo che da un po' di tempo compaiono qui, forse anche per meglio confrontarle con le imitazioni del Nord-Itala. Mi adeguo,e vi mostro qui questa dracma leggera (2,72 g. e 16 mm). Al D, davanti al profilo di Artemide: ΛΑ. Αl rovescio, sopra al leone c'è la corretta scritta ΜΑΣΣΑ, mentre compare una A fra le zampe del leone. Ho cercato di collocarla con maggior precisione nelle varie classificazioni: è la 76 del Sear (che però non fa grandi distinzioni), è simile a De la Tour 1436 e, rispetto a Depeyrot, assomiglia molto al tipo 55. Ovviamente, ci sono poi tutti i sottotipi legati alle lettere greche dei diversi conii (control-marks). Sembra che questo tipo sia collocabile nel periodo 121-82 a.C. Io più modestamente lo chiamo: tipo del leone stanco e appesantito. Ci sono infatti leoni scattanti ed atletici, e leoni che assomigliano a dei grossi cani. Anche Artemide del resto presenta varie iconografie, alcune splendide, altre più modeste. Mi spiace che le foto siano un po' troppo piccole.1 punto
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Il mio. Taglio con treccia in rilievo e assi orientate alla tedesca. Rovescio.1 punto
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Buonasera a tutti, ho fatto una foto d'insieme dei miei Tornesi con Tosone di Filippo IV ne manca uno all'appello , non capisco dove sia andato a finire? Non sono un granché come conservazione, ma visti insieme fanno un bell' effetto. Saluti Alberto1 punto
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A' lava' a cap' o ciucc' si perde acqua e sapone. Passo e chiudo.1 punto
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