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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/15/22 in tutte le aree
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Come sarebbe che non abbiamo mai occupato l’Algeria? Carta canta! E timbro conferma!!? (ebay è sempre un posto bellissimo…)4 punti
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Bon nessun intervento e allora io proseguo, con un tris di quattrinielli per i Reali Presidi...in ordine 1 quattrino 1791, 1 quattrino 1782 e 1 quattrino 1798 mi mancano alcune varianti ma prima vorrei raccogliere tutti i millesimi per i vari tagli, mi mancano solo il 2 quattrini del 91 e il 2 del 98 non sto messo male. Un caro saluto.4 punti
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Cari tutti, Vi segnalo che è disponibile sul sito al link di seguito Report 2022 Art & Finance la nuova edizione del tradizionale report sul mercato dell arte e beni da collezione realizzato da Deloitte. Come per lo scorso anno ho avuto il piacere di dare un mio piccolo contributo per quanto riguarda i compartimenti degli Old Masters e Antichità. Inoltre, da quest’anno è stato inserito un paragrafo riguardante l’ andamento del mercato numismatico, frutto di una lavoro durato quasi due anni di raccolta e analisi dati che ritengo possa dare un interesse spaccato del mercato. Si tratta di un primo tentativo, certamente migliorabile e per questo ogni suggerimento è ben accetto Matteo3 punti
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Ricordate bene …. Quando l’Italia vinse la seconda guerra mondiale strappò l’Algeria alla Francia e realizzarono la serie “franchi della banca d’Italia”. Be forse questa storia è meglio non raccontarla al professore all’esame di storia contemporanea che avrò tra due settimane ?3 punti
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Ciao, Asclepia. Pubblico due delle mie piastre Sebeto, la prima del 1748, la seconda del 1749 ( le foto sono venute un po' scure, pazienza ). La 1748 presenta 8 gigli ben allineati, la 1749 6 gigli sfalsati. A me sembrano prive di particolarità, ma tu, da appassionato e con l'occhio allenato alle Sebeto, magari noti un qualcosa che a me è sfuggito. Avrei voluto trovare fra le mie monete una come la tua con corona grande e stemma piccolo, purtroppo... Un caro saluto.3 punti
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Questo il mio Sebeto piastra da 120 grana millesimo 1736 in buona qualità2 punti
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Forse ho speso un 10%-15% in più del valore ma questo piccolo sacrificio è motivato dalla rarità di questo dritto (testa di Venere) con questo rovescio (anch'esso raro). Come si può osservare ho già altri due denari con questo rovescio:2 punti
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Buondì...immo avanti con il 6 cavalli o tornese del 56, conio un po' decentrato ma saporito anche questo ramino che è piuttosto ostico da trovare in buona conservazione...buona giornata a todos!!! Per aggiungere qualche informazione in più...le sigle sotto il busto al dritto I.A. stanno per Ignazio Aveta al rovescio le sigle M.M. stanno per (Domenico) Maria Mazzara entrambi ufficiali di zecca in quel periodo.2 punti
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Buonasera a tutti o meglio buonanotte, anche se con alcuni giorni di ritardo proseguiamo il viaggio intrapreso della storia di Milda. Rihard Zarriņš per la creazione del suo design aveva bisogno di trovare il prototipo di ragazza che potesse rappresentare la fanciulla popolare lettone e allo stesso tempo riuscisse ad idealizzare la libertà e l’amore. Un giorno l’artista ritrovò sulla sua strada una donna che gli avrebbe cambiato la vita artistica e non solo, Zelma Brauere: infatti lei lavorava come revisore di bozze presso la tipografia di stato e grazie alla correzione di un grave errore su un libro, da mandare in stampa, di Zarriņš riuscì a conquistare la sua fiducia. Da quel momento l'artista rimase affascinato dal suo senso di responsabilità, dal contegno gentile, dalla sua intelligenza nonché dalla sua particolare bellezza. Ma chi era Zelma Brauere? Nacque 1900 a Riga e si laureò in filologia presso l'Università della Lettonia e conosceva sette lingue. Donna affascinata dal giardinaggio, si appassionò all'arte ed in particolare ai libri mantenendo sempre vive le relazioni con gli amici. Particolarmente attenta ad aiutare gli altri prestò servizio presso la Croce Rossa. Dopo la laurea, Zelma iniziò a lavorare come correttore di bozze presso la State Paper Printing House dove vi rimase per 43 anni fino al pensionamento. Giovane, bella, ma molto seria, tranquilla e riservata grazie al suo lavoro catturò l’attenzione dell’artista ed iniziò una lunga collaborazione tra i due. Infatti Zarriņš invitò Zelma a posare come modella con i costumi popolari lettoni immortalandola sulla rivista satirica "Svari" edita da J. R. Tillbergs e successivamente nell’edizione edita da Zarrins “Latvju raksti”, libro che trattava di ornamenti lettoni: L’artista era molto legato a Zelma, non solo professionalmente: infatti, da alcune lettere ritrovate, erano evidenti i sentimenti per la giovane donna ma la loro relazione rimase platonica. Del resto Zelma fu fidanzata con un pilota di aereo che sfortunatamente rimase coinvolto in un incidente mortale all'aeroporto di Krustpils nel 1935. Da quel momento lei rimase fedele al suo compagno e non si sposò mai vivendo fino alla sua morte con la sorella in una casa di legno sopravvissuta fino ad oggi nel distretto di Āgenskalns di Riga. Zarriņš, apprezzando Zelma come donna virtuosa, onesta e nobile, non c'è da meravigliarsi che l'abbia scelta come modello ideale per il 5 lati d'argento. Così Rihards Zarriņš disegnò l'allora 29 enne giovane donna: per rappresentala come la fanciulla popolare, così umile, intatta e pura per natura, diventando tra le immagini più popolari del folklore lettone. Sul dritto disegnò Zelma di profilo, vista dal lato destro, circondata da entrambi i lati dall'iscrizione “Latvijas Republika” ma per far emergere l'idea di amore e libertà in modo potente, l'artista optò solo per pochi dettagli: spighe di grano che ricoprivano la spalla della modella, una ricca treccia che le scendeva lungo la schiena e il colletto e il copricapo ricamati con un disegno ornamentale caratteristico del costume popolare lettone. L'espressione artistica era intensificata dalla bellezza serena del rapporto reciproco di tutti gli elementi e dalla simultanea leggerezza e fermezza della silhouette. Ma un contributo fondamentale al raggiungimento dell’obiettivo lo offrì l'incisore britannico Percy Metcalf che rese l'immagine più nobile, più espressiva, un simbolo di libertà e di etica. Quindi il pezzo a cinque lats fu il risultato del lavoro congiunto di artisti lettoni e britannici. Oggi, grazie alla gentile concessione della British Royal Mint, possiamo ammirare le forme in gesso usate molti anni fa per coniare la moneta da 5 lats con la possibilità di confrontare l’originale di Zarriņš, un ritratto realistico di Zelma Brauere, con le modifiche apportate dall'incisore britannico Percy Metcalf: A sinistra il disegno di Rihards Zariņš a destra la fotografia dei modelli in gesso di Percy Metcalfe. Per il rovescio scelse il suo disegno del 1921 del grande stemma araldico della Repubblica di Lettonia, creato sulla base del progetto dello stemma statale realizzato dall'artista grafico Vilhelms Krūmiņš. Il bordo della moneta fu contrassegnato dalla frase “DIEVS SVETI LATVIJU”, che si traduce in "Dio benedica la Lettonia". Coniata in argento fino all'83,5% in 25 grammi di peso e 37 mm di dimensione: la coniazione di questa moneta durante i suoi tre anni di breve durata è stata di soli 3,6 milioni. Quando la moneta fu emessa il 23 dicembre 1929, i residenti formarono lunghe file in banca per averla e bisogna tener presente che in quell’anno la Lettonia stava attraversando una crisi economica ma anche una "svalutazione del valore della moneta", secondo la Royal Mint: "La gente desiderava qualcosa di nobile, bello e il disegno sulla moneta era ampiamente accettato come incarnazione sentimentale di quelle qualità. Il popolo lettone, la classe contadina lettone, è sentimentale e sensibile alle idee romantiche nazionali: il nuovo pezzo da cinque lats era l'incarnazione del suo ideale di bellezza.” La moneta d'argento da 5 lats divenne estremamente popolare grazie alla sua piacevole espressione artistica, al suo valore e la sua immagine ottenne un grande significato simbolico al pari della statua del Monumento alla Libertà a Riga: Durante la seconda guerra mondiale, nella Lettonia occupata, le belle monete da cinque lats non avevano più corso legale, ma continuarono la loro vita di simbolo, forse rafforzandone il significato. Le monete salvate durante le occupazioni tedesche e sovietiche, servirono per fare spille e ciondoli, diventarono un regalo ambito in occasione di matrimoni e battesimi. Erano state tenute come un prezioso cimelio di famiglia da persone in Lettonia, nonché da coloro che erano stati deportati in Siberia e in esilio all'estero. Il pezzo d'argento da cinque lats svolgeva una missione molto rara per una moneta: per chi "sapeva" era un simbolo di libertà e statualità della Lettonia, come spilla significava l'appartenenza alla nazione lettone e la speranza di riconquistare l'indipendenza. Grazie a tutti numys il viaggio continua .... ma ormai siamo quasi alla fine della storia “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)2 punti
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Buonasera a tutti. Filippo II, Tornese con Cornucopia e sigle GR /VP Doppia data 1577 sotto il Busto e 1579 al rovescio ai lati della Cornucopia. Riferimento Magliocca 1132 punti
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Buongiorno a tutti. Ho pensato oggi di rendere partecipi della mia piccola raccolta di denari degli Eravisci che ho iniziato a collezionare da poco tempo. Lo so, alcune foto sono un po' brutte (forse per la mia inettitudine con gli strumenti tecnici, forse per la qualità di alcuni pezzi) ma nel complesso rendono meglio, ed è per questo che ho deciso di metterle tutte insieme. Precisazione: l'ultima moneta non è un denaro ma un quinario imitativo attribuito con probabilità, ma non con assoluta certezza agli Eravisci. Il pregio di queste monete, secondo me, sta nella testimonianza di una popolazione di cui non si conosce molto (quasi niente) all'infuori della loro monetazione. RAVIS-RAVIT-RAVISC... era il termine, a parere di molti studiosi con il quale questo gruppo di Celti si definiva. Che dire, non sono raffinate come le monete greche ma al sottoscritto piacciono. Voi cosa ne pensate?1 punto
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Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”. Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ). Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “ Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927. : “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “ P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto. Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta... Ciao Beppe1 punto
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Saluti di buona domenica a tutti! I soldi avendo più o meno appena lasciato la carta di credito, mi butto immediatamente sul forum preferito per condividere con voi l'ultimissimo ed recentissimo pezzo in collezione! Non è ne FDC ne SPL, In tutto, un BB direi, ma mi sembra avere una buona patina, senza traccia di pulitura od altri difetti vistosi o deturpanti! Una moneta quasi più collezzionabile di quei tondelli del secondo tipo mal pulite o lucidate che riempiono i ranghi dei pezzi a cui il mio portafoglio può accedere! L'ho pagata 395 tutto compreso, e con tanto di foto del venditore passabile in più! Per ora gli ho già fatto spazio, e aspetto con ansia il suo arrivo! Graditissimi pareri e commenti - anche quelli contrari! LRC1 punto
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La scritta al rovescio e' Metambrianon, con Atena Promachos verso sinistra.1 punto
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Bronzo di Alessandro Severo (Anazarbus, Cilicia) che raffigura al rovescio una biga di elefanti che avanza a destra, trascinando un carro con la riproduzione di un piccolo tempio (Leu WEB AUCTION 16). Lotto 2903. CILICIA. Anazarbus. Severus Alexander, 222-235. Hexassarion (Bronze, 32 mm, 28.14 g, 12 h), CY 249 = 230/1. ΑΥΤ ΚΑ Μ ΑYP ϹЄO ΑΛЄΞΑΝΔΡΟϹ Laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander to right, seen from behind. Rev. ΑΝΑΖΑΡΒΟΥ ΜΗΤΡΟ / Γ Β / ЄΤ ΘΜϹ Biga of elephants advancing right, dragging a car with the reproduction of a small temple. RPC VI online 7364 var. (differing obverse legend). Ziegler - (Vs3/Rs10, unlisted die combination). Extremely rare. Some weakness and with to minor spots of corrosion on the obverse, otherwise, very fine. Base d’asta: 50 CHF. Risultato: 220 CHF. apollonia1 punto
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Cari amici, Che ne pensate di questo littore del '27, anno VI ?, con patina da antica raccolta? I vostri pareri sono graditissimi. Saluti1 punto
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...e spero dal 2016 e non dal 1916 (se no, sai che tormento!)... Condivido il mio 2 Centesimi per la tua convalescenza:1 punto
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Ciao, visti il peso e la forma della moneta penso si tratti di un sesterzio(di barra) attribuibile almeno da quanto riesco a vedere dal ritratto ad Alessandro Severo. Al rovescio ci dovrebbe essere il dio Sole. Posto foto di un sesterzio che dovrebbe essere della stessa tipologia (ci abbiamo provato ?). ANTONIO1 punto
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Da WildWins (dovrebbe essere questa): FAUSTINA SENIOR Denarius (14.12 mm/2.9 gm) AVGVSTA - Pietas $19.00 September 17, 2006 Estimate: US $ 37 FAUSTINA SENIOR (c.100 - 141 AD) AR Denarius DIVAFAVSTINA - Draped bust right/AVGVSTA - Pietas standing left, raising hand over altar. RIC 374 (Antoninus Pius). 14.12 mm. 2.9 gm. Near VF with some flan nicks. Quindi: moneta comune, conservazione inferiore a quella qui riportata valore 10 € (tenendo conto del tempo trascorso dall'asta).1 punto
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La fantasia non ha limiti. Sicuramente qualcuno la prende e poi la posterà qui per avere chiarimenti in quanto in rete non trovo nulla oppure era bel cassetto del nonno .1 punto
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Ho a portata di mano uno speciale di Cronaca Numismatica del 2007 (i numeri più vecchi dovrei averli in garage, ma non so dove di preciso). A quella data (ottobre 2007) l'Editoriale Olimpia spa (editore di Cronaca Numismatica) era situata a 50019 Sesto Fiorentino.1 punto
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Davvero piacevole leggere un così un bel racconto! Complimenti per la scrittura! magicoin1 punto
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Anche se non lo uso molto, Wildwinds contiene molte informazioni, basta cercare... la pagina credo sia tratta dal catalogo Moushmov, in base al quale vengono poi classificate le monete greche su Wildwinds. Lieto di aver contribuito al mantenimento in ordine della tua collezione1 punto
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Dalle foto il conio mi pare sempre lo stesso. La distanza della firma dal bordo può dipendere da vari fattori, ad esempio la grandezza della grondaia del conio o una battitura non perpettamente centrata. Si tratta di differenze di decimi di millimetro che non vengono considerate1 punto
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Sono monete vere, ma non circolanti. https://en.numista.com/catalogue/pieces21480.html1 punto
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hai ragione, la moneta è del tipo Boehringer 595 (V 294 / R 403) e non 596. Ci sono sempre molti errori nei cataloghi Vinchon1 punto
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Buongiorno, molto interessante , non lo sapevo. Ecco il mio 5 lati 1931:1 punto
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Anche per me non ci sono problemi?....qualcuno dovrebbe avvisare il c.f. @Sntgnr altrimenti rischia di collegarsi e non trovare nessuno ?1 punto
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Ciao a tutti, sono riuscito, dopo un lungo sciopero della fame (che in un ristorante è ancora + duro!!!) ad ottenere il giovedì libero, la butto lì: sarebbe possibile spostare il mercoledì numismatico al giovedì? Non voglio creare difficoltà a nessuno però, se la cosa crea problemi a qualcuno mi tiro indietro, male che vada ci ho guadagnato che posso entrare di nuovo nei vecchi jeans a zampa...1 punto
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Proverei con questo: https://en.numista.com/catalogue/pieces18643.html ...e anche stavolta sempre grazie al mio grande intuito?1 punto
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Ciao Signifer, è vero, mai vista prima una medaglia/ricordo di una unità della marina Militare con la riproduzione dell'intera preghiera. Esteticamente, il risultato non mi pare esaltante, anche perché la scritta di fatto ha caratteri talmente piccoli che ne rende ostica la lettura. La riproduzione della nave è abbastanza generica, ne mostra il profilo senza tanti particolari. Ogni Unità della Marina Militare predispone una propria medaglia che non è una Decorazione né una Medaglia Commemorativa Ufficiale, e pertanto portativa . Si tratta solo un ricordo e solitamente viene regalata all'equipaggio quando cessa il proprio servizio a bordo ed è anche acquistabile presso lo spaccio di bordo . Può essere donata anche a visitatori della Unità e a volte viene coniata anche in argento. Un saluto cordiale.1 punto
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Non fa nulla,il forum esite per questo? Sembrerebbe,da queste foto,un eccesso di conio1 punto
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Buonasera a tutti, posso chiedere se qualcuno di voi riesce ad identificare questa moneta? Grazie mille Anno 18591 punto
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Complimenti, bellissima moneta e soprattutto una patina, a mio parere, proprio bella da vedere.1 punto
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Qualche segnetto si nota ma i fondi sono da FDC. Come dico sempre..."liberala dalla plastica"!1 punto
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In questo gettone presentato la data congelata si riferisce solamente alla posa della statua equestre di Luigi XV (1743-44). Solitamente i token non riportano la data esatta della loro produzione, nel nostro caso si può collocare solamente al periodo di regno di Luigi XVI.1 punto
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Buongiorno a tutti, continuiamo questo viaggio con la speranza possa essere di vostro interesse. Il denaro riflette, non soltanto economicamente, ma anche da un punto di vista storico, culturale, politico e sociale, l’intero sviluppo della civiltà. Inoltre contiene informazioni visive uniche dei propri governanti e degli individui del passato, degli eventi storici e culturali. Racconta antiche leggende e tradizioni o cambiamenti politici del paese ed è indubbiamente parte integrante della cultura. Il sistema monetario sviluppatosi in Lettonia è stato sconvolto dalla Prima Guerra Mondiale e dalla successiva rivoluzione entrando in una fase di caos. Alla fine del 1918, il nuovo stato lettone ha ereditato questo caos di denaro: circolavano rubli zaristi, kerenkas, marchi tedeschi, ostmark ognuno con il proprio potere di acquisto. Si rese necessaria una riforma monetaria che fu intrapresa il 22 marzo 1919 con l’emissione di buoni del tesoro in rubli lettoni, stampati presso la litografia G. Meijer, che, con decisione del Consiglio popolare del 18 marzo 1920, furono designati come unico mezzo di pagamento e rimasero in circolazione fino al 1925. Ormai si sentiva il bisogno di avere una moneta che avesse una vera identità lettone in cui il popolo si potesse riconoscere ed infatti nell'estate del 1919, il governo provvisorio guidato da Kārlis Ulmanis elaborò un primo disegno di legge che prevedeva il lats come unità monetaria, ma il Consiglio Nazionale ne rinviò l'adozione e l'idea fu attuata solo diversi anni dopo. Il 14 giugno 1921, l'Assemblea Costituzionale esaminò la questione di come poter chiamare la valuta lettone: furono prese in considerazione varie proposte come "ozols" (quercia), "zīle" (ghianda), "saule" (sole), "austra" (alba), "daile" (bellezza), "dižā" (grande), sīkā" (minuscolo), nonchè latva. Il termine "lats" fu molto criticato perché presumibilmente era associato alla parola legno su cui c'era molta speculazione a quel tempo. Tra i sostenitori del “lats” c'era anche il rappresentante del Partito Popolare, il poeta Kārlis Skalbe, che spingeva perché si identificasse la moneta con un nome lettone semplice e chiaro per favorire la conoscenza della Lettonia nel mondo e facilitare allo stesso tempo il popolo nel suo uso quotidiano. Il Gabinetto dei Ministri guidato da Zigfrīds Meierovics il 3 agosto 1922 decise che il nuovo sistema di valuta doveva essere il lats e santim (dove 100 santim equivalevano a 1 lat). Per vedere il design dell'iconica fanciulla popolare lettone sulla moneta da 5 lats bisognerà attendere fino al 1929: infatti il Ministero delle Finanze dichiarò che il disegno per decorare il denaro doveva essere il "volto di una Vergine", la donna del popolo (tautameita) che simboleggiasse la Repubblica di Lettonia, la libertà e l'amore. L'Academy of Arts, dunque, indisse un concorso in cui era necessario ritrovare l'immagine della "vergine" che fu vinto da Karlis Zemdega ma il suo bozzetto non fu mai utilizzato perché criticato dal ministero delle Finanze, affermando che: "la tautumeita deve essere non solo ben disegnata dal punto di vista tecnico, ma deve simboleggiare anche l'immagine nazionale lettone". Non rappresentava, dunque, il "carattere lettone distintivo" ricercato. Questa esigenza fu soddisfatta dall'importante artista lettone Rihards Zariņš (1869-1939): tornato in Lettonia nel 1919 dopo l'indipendenza. Nato a Vidzeme iniziò a studiare presso la Stiglitz Central School of Technical Drawing nel 1888 a San Pietroburgo, diplomandosi nel 1895. Lì si specializzò in xilografia e successivamente in tecnica dell'acquaforte con Vasily Matthew, noto grafico russo. La sua formazione di giovane artista continuò a Berlino, Monaco, Vienna e Parigi. Dal 1899, Rihards Zariņš lavorò presso la Stamperia statale della carta a San Pietroburgo con una carriera di grande successo dove disegnò dei veri capolavori di arte grafica e creatività sulle banconote della Russia zarista: - 100 rubli 1909 - 500 rubli 1912 senza dimenticare la serie di francobolli russi “Per i soldati e loro famiglie” disegnati all’inizio della Prima Guerra Mondiale con il bellissimo “San Giorgio”, probabilmente uno dei più belli della filatelia russa: Trasferitosi nella sua terra natale divenne fondatore e manager della Stamperia Statale Lettone e fondatore della Scuola nazionale di grafica lettone nonché sviluppatore e divulgatore di apparecchiature per incisione. Questo gli permise di ricevere numerosi incarichi di rilevanza nazionale: nel 1921, insieme all'artista grafico Vilhelms Krūmiņš, disegnò lo stemma araldico della Lettonia (che troveremo sul rovescio del 5 Lati) che andò ad unire i simboli patriottici utilizzati singolarmente in passato: Lo stemma fu adottato ufficialmente il 16 Giugno del 1921 e raccoglie i simboli dei quartieri storici lettoni. Il sole nascente (simbolo dei soldati lettoni durante la Grande Guerra sotto il giogo russo) rappresenta la statualità lettone; le tre stelle sopra lo stemma rappresentano l’unità della Lettonia, ogni stella indica una regione storica (Vidzeme, Latgale, Courland-Semigallia); Il leone rosso dello stemma rappresenta Curlandia-Semigallia, mentre il grifone d'argento rappresenta Vidzeme e Latgale. Il talento di Rihards Zariņš è esemplificato dalla scrupolosa precisione sia dei suoi progetti in bozza che di quelli effettivamente prodotti. La sua massima espressione artistica la ritroviamo nella creazione del design della moneta d'argento da cinque lats, la cui composizione presenta la figura della fanciulla popolare, diventata un simbolo idiosincratico della Lettonia indipendente e libera. Ma di questo suo progetto parleremo nel prossimo post Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)1 punto
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Buonasera a tutti, riprendiamo questo viaggio storico-numismatico del 5 Lati. Uno dei maggiori artefici della rinascita lettone fu Zigfrīds Anna Meierovics, il quale si recò in Inghilterra per provare ad ottenere l’appoggio delle forze dell’Intesa per la fondazione del nuovo Stato: Sulla carta sembrava una montagna troppo ardua da scalare, invece Meierovics mostrò di avere una sopraffina arte diplomatica e ottenne l’approvazione scritta tramite una lettera firmata dal ministro degli Esteri inglese Lord Balfour: Meierovics era partito da Pietrogrado con in tasca la lettera che gli dava pieni poteri di rappresentanza degli interessi lettoni all’estero. Nella lettera in realtà non c’era solo la delega a Meierovics, ma vi si trovavano descritti i contenuti principali della missione diplomatica lettone. Il Consiglio Nazionale lettone si proponeva come organismo in grado di prendere il controllo politico e amministrativo del territorio lettone, garantendo la libera navigazione del mar Baltico e l’accesso ai principali porti lettoni. Uno stato lettone indipendente avrebbe assicurato la libera circolazione di persone e merci dall’Europa occidentale verso la Russia e il libero accesso ai porti del mar Baltico, questioni che stavano particolarmente a cuore alle potenze dell’Intesa, specie al Regno Unito. Sul sostegno di Regno Unito e Francia i lettoni contavano molto per la formazione del loro nuovo stato, in contrapposizione alle mire espansionistiche tedesche e come argine da opporre al nascente stato bolscevico in Russia. L’11 novembre 1918, dopo aver ricevuto la missiva, il brillante politico lettone poté gettare le basi per arrivare all’agognata libertà del territorio di Riga. Il 17 novembre 1918 fu costituito il Tautas Padome, il Consiglio nazionale lettone. Ovviamente, siccome non c’erano le basi e nemmeno il tempo per indire delle elezioni, non si trattò di un organismo scelto dal popolo, ma formatosi dall’unione delle due principali forze politiche del periodo: Latviešu Pagaidu Nacionālā Padome (Consiglio lettone nazionale temporaneo) e Demokrātiskais Bloks (Blocco Democratico) che raccoglieva diversi movimenti ma non formava una realtà politica unitaria e autonoma. Lo storico evento del 18 novembre si tenne alla presenza di appena 34 deputati. In molti, infatti, non riuscirono a raggiungere in tempo Riga perché il Paese era ancora in regime di guerra, con diversi territori occupati da tedeschi e russi. Il Latviešu Zemnieku Savienība, il partito dei contadini guidato da Kārlis Ulmanis, fu quello che riuscì a presenziare con il numero più alto di esponenti. Il palco ormai era sovrastato dalle bandiere della nuova Lettonia, due bande orizzontali rosso scuro divise da una banda bianca: questi colori erano stati usati la prima volta nel 1873, in occasione del I Dziesmu Svētki, il festival delle canzoni popolari. In quell’occasione nel 1873 fu cantato per la prima volta anche “Dievs svēti Latviju” (Dio benedica la Lettonia), che quella sera del 18 novembre 1918 sarebbe diventato l’inno ufficiale della Lettonia. Uno dei tanti paradossi di quel giorno fu che il presidente eletto, Jānis Čakste, trovandosi fuori città, non ricevette in tempo il telegramma di convocazione ed allora fu il vice presidente, Gustavs Zemgals (Partito Radicaldemocratico) a prendere la parola, per proclamare la nascita della Repubblica di Lettonia. A seguire Kārlis Ulmanis, nominato il giorno prima dal Tautas Padome capo del governo provvisorio lettone, nel suo discorso affermò che l’obiettivo del governo era quello di rafforzare la Lettonia sia all’interno del suo territorio, che all’esterno attraverso il grande lavoro diplomatico di Meierovics. Ulmanis non nascose la gravità della situazione in cui versava il paese ma per il processo di ricostruzione fece leva sullo spirito nazionale lettone, sulla volontà di tutto un popolo di liberarsi da secoli di schiavitù e oppressione. C’era un fotografo in sala, Vilis Rīdzenieks che immortalò in una foto leggendaria, l’unica foto che ritraeva il palco di quella straordinaria serata: Da quel giorno in realtà passerà ancora un anno di guerra e grandi tribolazioni prima che la Lettonia possa considerarsi davvero uno stato libero e indipendente in buona parte del suo territorio. La ricostruzione del nuovo Stato della Lettonia libero ed indipendente non poteva prescindere da un elemento di fondamentale importanza: una nuova unità monetaria identitaria. ....ma di questo parleremo nel prossimo post Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario di Caracalla con al rovescio la rappresentazione del dio Marti Pacatori, con lancia dimessa e scudo appoggiato a terra come segno di non belligeranza e pacificazione,fatto coniare durante o dopo le campagne militari in Britannia. Il motivo che mi ha spinto ad acquistarlo è il ritratto sulla moneta che sembra quasi avere come una espressione corrucciata, di sdegno e di rabbia, quasi a voler esprimere lo stato d'animo che l'imperatore ( come molti altri Augusti sia prima che dopo di lui) nutriva nei confronti delle popolazioni britanniche che sempre crearono enormi problemi agli eserciti imperiali durante le loro campagne militari di colonizzazione. Marte era per i romani il dio della guerra, ed essendo un popolo di conquistatori si può ben capire quale importanza fosse a lui attribuita. Non mi dilungo oltre viste le numerose ed approfondite discussioni presenti sul forum, molto partecipate e didattiche come sempre, per quel che riguarda la figura di Marte sulla monetazione romana. Da attento esame la moneta sembra coniata (e come mi piace sottolineare sempre spero ai tempi di Caracalla e non da qualche anno?). La consunzione visibile molto più sul rovescio che sul dritto sembra essere compatibile e derivante da normale circolazione, come pure il cameo di malachite? sul collo dell'imperatore farebbe presupporre che il denario sia stato coniato da moltissimi anni. Come faccio sempre chiedo anche un parere sulla sua autenticità. I vostri interventi a tal proposito sono molto importanti perché più occhi che visionano la moneta (I vostri) sono indubbiamente migliori di due(i miei) e possono individuare particolari importanti che io non ho notato. Grazie a tutti ed alle prossime ANTONIO MM 18,50 G 3,15 RIC 2221 punto
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