Vai al contenuto

Classifica

  1. Asclepia

    Asclepia

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      3943


  2. Pxacaesar

    Pxacaesar

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      3125


  3. Rocco68

    Rocco68

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      10617


  4. filippo53

    filippo53

    Utente


    • Punti

      3

    • Numero contenuti

      6


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/08/22 in tutte le aree

  1. Buongiorno...riproduzione, ecco una moneta originale per confronto, noterai anche tu che la foggia è decisamente diversa, guarda la qualità del ritratto, le differenze lungo il bordo, la perlinatura sul bordo, l'accuratezza nei dettagli...nel originale i ponderali sono: 37 mm per 25 grammi di argento 900, la tua non è in argento e avrà peso differente. Saluti.
    3 punti
  2. Buongiorno amici...condivido questo 3 cavalli che per come si presenta risulta avere il metallo piuttosto fresco e lungo il bordo ancora dei punti irregolari ma affilati, particolare interessante al rovescio quel "tratto dritto" tra 17 e 89 , anche la croce risulta più robusta...quella volta lo vidi e mi incuriosì proprio per questi dettagli...leggo volentieri dei pareri in merito. Grazie e buona mattinata.
    3 punti
  3. Grazie, sto cercando di comprare solo monete periziate o da fonti certe, buonanotte. PS ascolterò il tuo consiglio.
    2 punti
  4. Perché ti godresti la vista e la storia di tutte le monete dei sette box. Ovviamente se puoi meglio avere anche quella da 5 mila euro.
    2 punti
  5. Particolare come conio @Asclepia, lo inserisco e catalogato nel mio studio se mi dai il permesso.
    2 punti
  6. Buona giornata Molto interessante la conferenza della D.ssa Cucini; i dettagli sulle tecniche di lavoro all'interno della zecca milanese, o meglio delle zecche, giacché furono almeno tre, sono spesso dettagli che sfuggono a gran parte dei collezionisti, mentre, invece, dovrebbero essere parte inscindibile dello studio della moneta. Dal periodo di Milano capitale dell'impero, alla Milano medioevale, fino alla Milano austriaca, le zecche milanesi si sono spostate sul territorio seguendo i palazzi del potere, fino a quando l'imperatrice Maria Teresa d'Austria decise di creare l'ultima zecca in prossimità del canale della Martesana, vicino all'odierna via Moscova, così da sfruttare l'energia idrica. Complimenti alla D.ssa Cucini e agli organizzatori del CCNM. saluti luciano
    2 punti
  7. Da vecchi libri ( Seltman , Masterpieces... 1949 ) e dalla rete, 2 rari tetradrammi, il 1^ conservato in Parigi, il 2^ in Berlino . Battuti in Klazomene di Ionia verso il 380 a.C., hanno al rovescio un cigno ben disegnato, con le ali aperte ed al diritto una notevole testa di fronte attribuita ad Apollo . L'artista incisore è Teodotos, che firma i coni con il proprio nome per esteso, usando la inconsueta rara formula " Teodotos lo ha fatto " .
    1 punto
  8. Cari forumisti proseguendo nella condivisione delle recenti acquisizioni in occasione dell’Asta Nomisma del 14 maggio scorso Vi presento uno scudo 1820 regnante Vittorio Emanuele I classificato FDC che ho avuto la possibilità, rara di questi tempi, di acquisire tra gli invenduti. Un leggero colpetto a ore sette del D e alcuni graffietti nei campi non riescono a sminuire la bellezza dei rilievi e la lucentezza dei fondi, sempre difficili da reperire su questa monetazione, il cui standard conservativo è sempre attorno al BB. A Voi Grazie e cari saluti
    1 punto
  9. Moneta autentica ed in buona conservazione. Sicuramente collezionabile. Il nichelio è un metallo facilmente usurabile ed in questa conservazione è già di difficile reperimento. Posto un esemplare per condivisione e confronto:
    1 punto
  10. Allora hai fatto più che bene ? un altro tassello per la tua collezione di scudi e “monetoni” d’argento. Buona serata, N.
    1 punto
  11. Altri esempi sono riportati nel volume indicato di seguito a p. 40: https://www.google.it/books/edition/Artists_and_Signatures_in_Ancient_Greece/2srSCQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=artists+and+signatures+in+ancient+greece&printsec=frontcover
    1 punto
  12. Riguardo le firme degli incisori per esteso leggibili sulle monete, ai casi citati aggiungo i seguenti: Greek CRETE. Kydonia. Circa 320-270 BC. Stater (Silver, 25 mm, 11.51 g, 11 h), signed by Neuantos. NEYANTOΣ / [EΠOEI] Head of a nymph to right, her hair tied up and bound with a vine wreath, wearing solar disc and crescent earring with four drops. Rev. KYΔΩИ The archer Kydon standing left, stringing his bow. Le Rider, Crete, pl. IX, 18 ( same dies ). Pozzi 1972 ( same dies ). Svoronos, Crete, 3 and pl. IX, 3 ( same obverse die ). Very rare, especially with the artist's name fully legible. Struck on a broad flan and with lovely old collection toning. The usual minor die breaks and areas of weakness, otherwise, very fine. From the Jolimont Collection. The artist Neuantos is only known from this obverse die, which he proudly signed with his name and the verb EΠOEI ('made it'). This is one of the few occasions outside of Magna Graecia where a Greek artist signed his work. We do not know for sure whether Neuantos also crafted the reverse die of the issue, but the powerful image of Kydon, the eponymous hero of the city, stringing his bow, clearly reflects the importance of archery in Cretan society. Much like the Balearic slingers in the West, Cretan archers were dreaded throughout the eastern Mediterranean, serving as mercenaries in many of the armies of Alexander's successors. This lead to an influx of silver to Crete since the late 4th century BC, which was coined by the many poleis of the island, resulting in one of the most interesting and diverse series in Greek numismatics.
    1 punto
  13. Nessuno di noi è sfuggito alla triste sorte della patacca rifilata, anche io e da un'asta famosa pure. Ma non ne ho fatto una tragedia, anzi è stato l'inizio per acquisti mirati e studiati, chiedendo sempre consiglio a chi era più bravo di me.
    1 punto
  14. Continuo cedimento (con TI nuoce di men TO)
    1 punto
  15. I truffatori sono ovunque ! E mai pensare di aver fatto l'affare . Mi dispiace per quello che ti è successo Filippo, ma non ti scoraggiare e per ogni dubbio durante una trattativa per un acquisto, chiedi sempre nel Forum. Troverai utenti pronti ad aiutarti. Un caro saluto.
    1 punto
  16. Ecco l'indice dei due volumi:
    1 punto
  17. Capolavori dell'arte incisoria
    1 punto
  18. Provo con questo branzino affumicato https://en.numista.com/catalogue/pieces42942.html
    1 punto
  19. La rarità di una moneta è solo una possibile priorità nel collezionismo numismatico, nel mio caso io ho perseguito priorità opposte, mi interessavano e ancora mi interessano le monete comuni, più diffusamente utilizzate nella circolazione locale o internazionale in diverse zone ed epoche, la moneta rara generalmente è un oggetto coniato in quantità assai limitate, oppure, in casi più rari, è una moneta di cui si sono conservati pochi esemplari nonostante una tiratura nella media... in entrambi i casi rimane il punto che le monete rare hanno svolto in maniera più limitata ed occasionale le loro funzioni di mezzo di scambio ordinario, questa particolarità a mio modo di vedere ne diminuisce la suggestione in quanto ciò che più mi affascina nelle monete è il loro profondo legame con la storia materiale degli scambi, dei commerci e dell'economia, di conseguenza monete che hanno circolato assai poco o per nulla non mi consentono quella immersione ideale e immaginifica di cui necessito per tenere alto l'interesse...per fare un esempio concreto, se volessi acquistare un ducato/zecchino di Venezia o un pezzo da otto, sceglierei quegli esemplari più comuni e utilizzati nei commerci internazionali secondo le testimonianze dei ritrovamenti e della documentazione scritta, proprio perchè recanti con sè quel contatto concreto con la vita economica che gli esemplari più rari non possiedono...
    1 punto
  20. Ciao, oggi condivido un denario di Antonino Pio, a mio parere il migliore imperatore, che seppe coniugare governabilità dell'impero, campagne militari e prosperità del popolo assicurando un lungo periodo di benessere per tutti. Al rovescio è rappresentata la personificazione del Genio Romano nella sua rappresentazione più classica per le monete imperiali. Si tratta di una tipologia di moneta molto comune per questo imperatore ed è stata da me acquistata circa tre mesi fa'. Da attenta visione e studio da me fatti quando mi arrivò è sicuramente coniata (le linee di espansione del metallo sulla superficie del dritto sono ancora ben visibili, al rovescio molto meno, nonostante i segni di circolazione e di usura che lasciano intendere che ha svolto la sua funzione di monete quindi dovrebbe essere autentica, almeno credo?). Sto integrando la scheda storica e tecnica e come faccio sempre ricerco denari della stessa tipologia per visionarli e catalogarli insieme al mio. E qui chiedo un intervento per sapere la vostra opinione in proposito. Ho trovato un denario che per me condivide il medesimo conio di martello del mio. Nonostante la notevole usura che rende difficile stabilirlo con assoluta certezza, la mia impressione è che sia così. Sono due denari con diversa Tribunicia Potestas. Quello trovato indica la XIII (RIC 189) quindi coniata dopo la mia, che invece riporta la XII(RIC 180) ed essendo consecutive saranno state coniate con una differenza di pochi mesi una dall'altra (a Roma nel 149/150 d. C. ?). Infatti il conio di incudine col ritratto di Antonino Pio è diverso. E qui faccio una mia ultima considerazione interessante dal punto di vista tecnico. Esaminando con attenzione i ritratti mi sento di affermare quasi con certezza che il maestro incisore dei due conii di incudine sia lo stesso. Si vede, infatti che i lineamenti dell'imperatore sono praticamente identici nei tratti fondamentali, segno che siano opera della stessa mano? Cambia solo qualche dettaglio come la corona d'alloro ed un poco I capelli. A voi la parola, grazie ed alle prossime ANTONIO MM 18 G 3,40 RIC 180
    1 punto
  21. Ciao @Pxacaesar, innanzitutto complimenti per il denario, gradevole e genuino. - concordo: i conii di rovescio delle due monete sono i medesimi - concordo anche sui due diritti che, pur essendo di diverso conio, sono stilisticamente più che compatibili e mi fanno ipotizzare che l'incisore sia il medesimo. In generale, quando si studia un particolare periodo in modo approfondito, risulta abbastanza intuitivo riconoscere le monete provenienti dalla stessa mano. - @gpittinisono d'accordo con la tua affermazione: ritengo che i conii di diritto e di rovescio, nella maggior parte dei casi, non venissero realizzati dal medesimo incisore
    1 punto
  22. Ciao @Brynner, l'ideale per ogni collezionista di monete sarebbe avere 7 box di monete, non solo rare(rarità non è comunque sempre sinonimo di grande valore economico) ma anche belle ed in ottima conservazione(spesso hanno più valore di mercato queste ultime che le rarità) , da 5000 euro l'una. Chiaramente tutto dipende in primis dalla disponibilità economica ed anche dal tipo di monetazione che si vuole seguire. È vero che si può investire (e quindi trarre profitto) in monete, ma è un ambito molto suscettibile a variazioni per diversi fattori percui, come per quasi tutte le altre forme di investimento, la certezza matematica non c'è,sopratutto nel lungo termine. Per come la vedo io(quindi opinabile) già recuperare il capitale investito (rivedendo una propria collezione) dopo un tot di anni dovrebbe soddisfare ampiamente. Se poi si riesce anche a spuntare un buon guadagno sarebbe il massimo. Il sapere Numismatico e Storico che si acquisisce nel collezionare è l'unica cosa che sicuramente ci ritroveremo in ogni caso, e che nessun andamento di borsa o di mercato numismatico ci potrà mai togliere? ANTONIO
    1 punto
  23. Non ho una spiegazione. Le rosette sono disposte normalmente alternate a FERT e nodi: questa è veramente in sovrappiù. E non è credibile che sia stata aggiunta in seguito (su diversi esemplari oltretutto). Forse una rottura anomala della virola che ha compiuto un salto, forse una prima incisione da una virola rotta e poi sostituita da una nuova che ha eseguito una seconda incisione corretta, chissà... A breve vi mostrerò un'altro errore di conio sempre sul bordo...
    1 punto
  24. 1 punto
  25. Quell'ovale con tre bande è lo stemma appunto del Rione Colonna, ma di più non saprei...
    1 punto
  26. Mai visto in vita mia in un'asta. Presumo R5. In larga parte della bibliografia compare il solo disegno.
    1 punto
  27. Grazie ancora per la solerzia con cui avete risposto, un grazie particolare ad Asclepia.
    1 punto
  28. grazie @vitellio come sempre molto preciso e puntuale! Riguardo l'opera del Cavino ho sempre sentito opinioni contrastanti sulla sola realizzazione con coniazione delle sue monete/medaglie... o meglio, ho letto diverse teorie sulle fusioni: ascrivibili alla bottega del Cavino, ma postume (quindi realizzate dopo la sua morte) ma comunque con stampi realizzati in bottega. @Arka ti risulta ancora chiuso il museo Bottacin? sapevo (ultimo aggiornamento a dicembre) che era chiuso per risistemazione e riordino degli spazi museali/collezione.
    1 punto
  29. DE GREGE EPICURI Conferenza molto brillante e coinvolgente. In effetti, noi numismatici sappiamo davvero poco di metallurgia, chimica e tecniche di produzione delle monete, tutte discipline indispensabili a capire i nostri cari tondelli metallici, le loro particolarità, le loro anomalie. Milano ha attinto da Maria Teresa e Giuseppe Secondo un po' di serietà austro-ungarica, che non fa mai male, basta non esagerare!
    1 punto
  30. Non hai fatto il raffronto con il diametro del 100 lire (27,8 mm) , il 5 perpera è da 34 mm. (e mi manca). Comunque va bene lo stesso perchè è un 2 perpera del 1910, l'iconografia del rametto sotto il collo del sovrano non cambia. complimenti!
    1 punto
  31. Certamente amico ...salva pure le foto, se te ne servono di migliori fa sapere...i ponderali te li giro appena posso.
    1 punto
  32. ci vorrebbe un topic a sé
    1 punto
  33. Mai sorriso sia venale (mais OR riso SI avena LE)
    1 punto
  34. Posto che la leggenda del dritto di questo antoniniano è "IMP MAXIMIANVS AVG" (leggenda 10 del Ric) e non "IMP C MAXIMIANVS AVG" (leggenda 7 del Ric), il categorico corretto non può essere Ric 439 (7F), come sostiene gpittini, ma Ric 441 (10 F), come da me sostenuto.
    1 punto
  35. Uno scorcio anni 20/30 della bellissima Liguria che ho avuto la fortuna di visitare più volte. In particolare la cartolina non viaggiata racconta di Genova via Circonvallazione a Mare: con un tram tipico del tempo per il trasporto delle persone: nello scenografico belvedere di Villa Milyus, una residenza in stile neogotico, costruita nel 1855 a poca distanza dalla basilica alessiana, il cui giardino si affaccia con un'elegante loggia-belvedere su corso Aurelio Saffi; realizzata sulla struttura delle antiche mura di S. Margherita, questa loggia era in origine sospesa sulle scogliere che delimitavano a mare il colle di Carignano. Prende il nome dall'imprenditore di origine svizzera Federico Mylius (1838-1892), che vi raccolse una pregevole collezione di opere d'arte ed altri reperti provenienti da chiese e palazzi storici.
    1 punto
  36. Proverei...con un 20 dracme greco https://en.numista.com/catalogue/pieces6010.html
    1 punto
  37. Ciao Mario, in linea di massima è sconsigliato pulire le monete, se non in rari casi. Io la lascerei così com’è. Buona serata, N.
    1 punto
  38. se ruoti il rovescio di 180° vedrai che è una Salvs con staurogramma V sec, ma difficile dire chi dal dritto
    1 punto
  39. Si tratta della moneta più comune del periodo di Francesco II Sforza. Sicuramente è un documento storico, ma secondo me le condizioni di conservazione non permettono di attribuire un reale valore economico. Se non per un importo simbolico di qualche euro. Saluti Federico
    1 punto
  40. Trillina di Francesco II Sforza Duca di Milano 1522 - 1535 diritto: croce gigliata in campo FRANC SECVUNDVS rovescio: iniziali F II coronate, in campo DVX MEDIOLANI MIR Milano n. 276 CNI vol. V Milano nn 35-37
    1 punto
  41. Bronzo di Claudio (Nicea, Bitinia) che raffigura al rovescio una facciata con portico elaborato a due piani e tre porte; a sinistra e a destra si vedono i muri laterali (Leu WEB AUCTION 16). Lotto 2746. BITHYNIA. Nicaea. Claudius, 41-54. Tetrassarion (Bronze, 33 mm, 23.00 g, 1 h), C. Cadius Rufus, proconsul, circa 47-48. ΤΙ ΚΛΑΥΔΙΟΣ ΚΑΙΣΑΡ ΣΕΒΑΣΤΟΣ ΓΕΡΜΑΝΙΚΟΣ Laureate head of Claudius to left. Rev. [Γ ΚΑΔΙΟΣ] ΡΟΥΦΟΣ ΑΝΘΥΠΑΤΟΣ Façade of elaborate two-storied portico with three doors; to left and right, side walls showing. RG 27 = RPC I 2037. Extremely rare, apparently the second known example of this interesting architechtural issue. Somewhat corroded and with some flaking on the reverse, otherwise, fine. Base d’asta: 50 CHF. Risultato: 710 CHF. apollonia
    1 punto
  42. La coniatura d'emergenza del 20 Centesimi "esagono", fu fatta riutilizzando i 20 Centesimi di Umberto I che erano stati ritirati perché facili da falsificare ed esteticamente non apprezzati. Questo avvenne, essenzialmente, per il 1918 e 1919 (per 1920 furono utilizzati tondelli nuovi, anche se rarissimamente capita di trovare qualche pezzo ribattuto...). La ribattitura non fu perfetta: trovare 20 Centesimi con "fantasmi" del vecchio conio è abbastanza frequente. Si tratta, in genere, di qualche segno qua e là e non costituisce che una mera "curiosità" che ci ricorda che si trattò di un momento particolare della storia d'Italia. In genere, poi, si tratta di monete fruste con valore economico e rarità praticamente nulli. Discorso diverso, rimanendo nel campo delle curiosità, ma con interesse presso molti collezionisti, quando l'impronta del vecchio conio è pressoché completa su di un esemplare in alta conservazione: il valore allora sale (può anche andare oltre i 100 €, dipende dal desiderio di possederlo dell'acquirente...) e si può parlare di una rarità da R2 a R3. Ovviamente, vi deve essere anche traccia della godronatura sul contorno che dev'essere completa. Posto, qui sotto, un esemplare ad esempio:
    1 punto
  43. Ciao @gpittini e grazie per il tuo intervento. Sono d'accordo che per quel che riguarda l'incisione dei conii penso che le maestranze dedite a questo erano molte, percui i disegni anche per la stessa moneta potevano tranquillamente essere fatti da mani diverse, quindi difficile stabilirlo. Sul conio identico del rovescio, dove mi sembra che anche tu sei abbastanza convinto ti posso dire che ne ho quasi la certezza. I difetti che ho messo in risalto sulle due monete si trovano nei medesimi punti e nell'esemplare che ho trovato in rete sono quasi appiattiti(tranne il punto sotto l'ascella del Genio più protetta perché usurati dalla consunzione da circolazione abbinato anche al presumibile , secondo me, decadimento del conio 'stanco' (infatti è stata coniata sicuramente dopo la mia, ed anche se solo poco tempo dopo sappiamo che i conii di martello si deterioravano molto prima)?. ANTONIO
    1 punto
  44. DE GREGE EPICURI Ciao, sono abbastanza d'accordo con te sull'identità del conio di martello; con l'unica piccola incertezza dovuta al fatto che una delle due monete è molto, molto più lisa, e questo rende il confronto un po' difficile. Quanto ai due conii di incudine, direi che "come minimo" si tratta della stessa mano; direi che le due immagini mi sembrano quasi sovrapponibili, anche se non identiche, mentre ci sono differenze nelle scritte. Ma non sono in grado di fare tecnicamente quelle "sovrapposizioni di immagini" che danno la certezza. Però vedo differenze: capelli sotto all'orecchia, corona di alloro, ecc. Ma mi è sorta un'altra domanda. Di solito, anche senza dirlo, diamo per scontato che D e R di una moneta siano opera dello stesso incisore; ma non è affatto necessario che sia così.
    1 punto
  45. Ciao, oggi chiudo la scheda tecnica di questo denario di Antonino Pio e giusto per non lasciare questo mio post senza risposte almeno una sono certo di poterla dare, spero a beneficio dei neofiti come me. Hanno lo stesso conio di rovescio. Quando si trovano tondelli in forma e stato di conservazione diversi ma col medemiso conio ci troviamo quasi certamente di fronte a monete autentiche, ovviamente cosa non da poco. Ho di nuovo riesaminato i due rovesci con attenzione ed ho riscontrato su entrambi dei difetti simili che hanno tutte le caratteristiche di difetti del conio di martello. Sono infatti imperfezioni che si trovano negli stessi punti e non possono essere imputati ad altri fattori, quindi stesso conio. Nonostante il diverso stato di conservazione dei denari si riescono, con attenzione, a vedere abbastanza bene. Alle prossime ? ANTONIO
    1 punto
  46. Buon sabato a tutti, dopo alcune settimane di lavoro (non è stato facile) sono riuscito a ricostruire tutti i range di tolleranza di peso delle monete in lire destinate per la circolazione della Repubblica Italiana. Sono informazioni che i cataloghi non riportano e che si possono trovare nei decreti (non semplici da trovare) che fissano le caratteristiche tecniche di ogni moneta. A questo link potete trovare una tabella con i range di tolleranza ed il link per scaricare i relativi decreti. I range di tolleranza possono essere un utile riferimento (ma non determinante) per capire se la moneta è falsa o genuina. Prossimo passo mappare il Regno e poi le commemorative! Buona lettura. https://www.erroridiconiazione.com/t-1-errori-nella-lega-metallica/#ID001
    1 punto
  47. PARTE VI Considerazioni conclusive Aristosseno fu dunque un artista itinerante che lavorò a più riprese e probabilmente, come già ventilato a suo tempo da I. Maull (Aristoxenos in Metapont, in Wissenschaftliche Abhandlungen des deutschen Numismatikertages in Göttingen, 1951, 13-26, Tf.1-2) tra la fine del V e i primi decenni del secolo successivo, esercitando la sua attività a Metaponto e per un breve periodo ad Heraklea. Per quest’ultima, tuttavia, la fase di attività dell’incisore resta vincolata ad una più compiuta definizione strutturale della monetazione eracleota, in riferimento soprattutto al momento dell’adozione del tipo di Herakles in lotta con il leone nemeo che negli studi sul tema oscilla tra la fine del V secolo (Van Keuren, cit., 21 ss.) e i primi decenni del IV (A. Stazio, Contributo alla prima fase della monetazione di Heraklea Lucaniae, in AIIN, 12-14, 1965-67, 69; S. Garraffo, Le riconiazioni in Magna Grecia e in Sicilia, Catania 1984, 55; W. Fisher-Bossert, Chronologie der Didrachmenprägung von Tarent 510-280 v. Chr., Berlin 1999, 118 s.). Ed è rilevante la presenza, nelle due città lucane, di uno stesso incisore di consolidata esperienza e pregevole perizia, dotato di singolare versatilità, che traspare sia dalla riproposizione di tipi di consolidata memoria sia dalla realizzazione di concezioni figurative di rinnovata plasticità, accentuata, quest’ultima, dal marcato rilievo di chiome e ornamenti ma scevra da esiti monumentali. Tale presenza segnala, da un lato, la volontà delle poleis di disporre di maestranze altamente qualificate per le operazioni connesse alla produzione monetaria, dall'altro si innesta con particolare pregnanza in un orizzonte magnogreco di ampio respiro, aperto alla ricezione e all'elaborazione di influssi esterni (attici e sicelioti in particolare), come documentano peraltro le emissioni delle città greche della costa tirrenica che proprio in quest’epoca si distinguono per l’accuratezza ed il pregio delle incisioni monetali, molte delle quali attribuite alla stessa mano.
    1 punto
  48. L’aquila e la croce sono sempre presenti sulle monete siciliane. E’interessante vedere come questi due simboli si siano evoluti nel tempo fino alla fusione in uno sotto Carlo VI (1720-1734). Enrico Vi chiude la zecca di Salerno e ne apre una a Brindisi., ubicata alla domus Marguriti, la casa che era appartenuta all’ammiraglio Margaritone di Brindisi. Enrico VI adotta il sistema ponderale-onciale, cioè monete coniate a peso sulla base dell’oncia:circa 26,72 grammi. associato al bimetallismo e lascia invariata la produzione di Tarì siciliani nelle zecche di Messina e Palermo a 16,33 carati,cioè 68,5 % oro, 21 % argento e il resto rame Il Tarì era di circa 12 mm e del peso di 0,90 grammi e rappresentava la 30° parte dell’oncia. Vengono coniati anche multipli di tarì uguali al tarì, che non vengono cambiati a numero ma a peso. I Tarì continuano ad avere iscrizioni cubiche. E ciò sta a testimoniare che gli incisori arabi non furono molestati da Enrico VI ma, con il passare del tempo, sostituti da incisori latini. Su molti tarì appaiono le lettere V,C,M , F. L’attribuzione della lettera V a Guglielmo non è una tesi sostenibile. La lettera C è associata Costanza , M a Imperator e F al figlio Federico. La diffusione in Italia meridionale dei provisini o Provinois, denaro in mistura emesso dai conti di Champagne e Provins, aveva spinto Enrico VI ad abolire la coniazione dei follari in rame. Al loro posto viene coniato il denaro in mistura con una lega di 250 millesimi e un rapporto con un tarì di circa un 16°. I caratteri cufici http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-DEN/3 compaiono solo nella moneta da un quarto di terecenario. Il regno di Enrico VI è dominato dal terrore. Il re non mantiene nessuna promessa fatta, la famiglia Tancredi viene perseguitata, il piccolo Guglielmo è deportato in Germania, dove morirà ancora adolescente. Il Tarascio descrive il martirio subito dal conte Riccardo di Acerra, fratello di Sibilla. Mentre il Conte Riccardo tenta di fuggire, viene preso e condannato al martirio. Prima viene legato a un cavallo e trascinato per le vie di Capua, poi appeso col capo all’ingiù. Dopo due giorni, mentre il conte è ancora rantolante, il re ordina che il buffone di corte gli leghi alla lingua una pesante pietra. Enrico VI distribuisce feudi siciliani ai tedeschi e ottiene così la “pace servile”. Nel natale del 1194 nasce a Jesi l’erede di Enrico VI, Federico II. Nel 1196 Federico II viene incoronato Re dei Romani e per l’occasione Enrico VI fa coniare un denaro che reca al dritto il suo nome e al verso il busto di Federico bambino di prospetto con la legenda FREDERIC REX http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-DEF/1 . Nel 1197 scoppia in Sicilia una rivolta che viene soppressa nel sangue da Enrico VI con supplizi inimmaginabili: uomini e donne mutilati, annegati, bruciati vivi o bolliti nello strutto. A un nobile normanno chiamato Giordano e designato successore a Enrico dai congiurati fa inchiodare una corona in capo. Il 29 settembre del 1197 muore a Palermo a soli 32 anni per il riacutizzarsi di un'infezione intestinale. Enrico VI è sepolto nella cattedrale di Palermo. Antonio Loteta
    1 punto
  49. La serie A.F.I.S. (Amministrazione Fiduciaria Somalia Italiana) è tutta un'altra cosa, che non ha nulla a che vedere con le serie dal 1946 al 1950 coniate per la circolazione in Italia. La serietta delle 4 monete emesse in quagli anni in Italia è comunemente chiamata "vecchia monetazione", la serie AFIS (che spesso viene fatta ricadere nella collezione della Repubblica Italiana, essendo monete coniate a Roma) è la serie emessa (col solo millesimo 1950) per la circolazione nella ex Somalia Italiana, la cui amministrazione dopo la fine della guerra venne assegnata all'Italia in attesa che maturassero i tempi per l'indipendenza.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.