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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/01/22 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, stasera osservavo una delle mie monete Napoletane , cercavo di coglierne delle sfumature. Le nostre amate monete ogni volta che le prendiamo in mano hanno qualcosa di nuovo , qualcosa che ci era sfuggito, soprattutto qualcosa da raccontarci, in verità sono due giorni che reclama la mia attenzione il buon Ferdinando. Domenica 29 maggio 2022 , Nando ( come mi piace chiamarti) chissà quante cose hai visto, vissuto sentito nel tuo lungo e travagliato Regno. Il ritratto che ti immortala sulla moneta è del 1792, cosa ti ricorda quell'anno in particolare? Stai pensando alla tua dolce consorte, sua Altezza Maria Carolina, alla sua infanzia spensierata con i suoi fratelli e sorelle, eh già sorelle. Il pensiero corre subito a Maria Antonietta, si Alberto i pensieri volano, erano anni turbolenti, in tutta la penisola, e in tutta Europa e non solo. Ti riassumo in poche righe chi era Maria Antonietta o meglio cosa è stata. Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Antonietta, è stata regina consorte di Francia e Navarra, dal 10 maggio 1774 al 1º ottobre 1791, e regina dei Francesi, dal 1º ottobre 1791 al 21 settembre 1792, come consorte di Luigi XVI. Fu l'ultima regina di Francia dell'ancien régime. Sai già dalla storia poi come è andata a finire. Proprio il 29 Maggio 1792 Francia: • decreto di dimissione della guardia costituzionale del Re , organo sospettato di opinioni controrivoluzionarie ; • il duca di Cossé-Brissac ( 1734 - 1792 ), comandante in capo della guardia costituzionale, viene condannato per aver fatto regnare in questo corpo uno spirito controrivoluzionario e aver fatto giurare ai suoi uomini di accompagnare il re ovunque andasse. Caro Alberto, come ti dicevo anni turbolenti, come quello in cui scriviamo...e la storia ci insegna che il tutto è un susseguirsi di corsi e ricorsi, vale in Economia ( come insegneranno illustri economi nel 1900) e nelle vicende storiche . Il 1792 fu Teatro della guerra russo-polacca del 1792 o, come riportata in fonti polacche, la guerra in difesa della costituzione (in polacco wojna w obronie Konstytucji 3 maja), ebbe luogo nel 1792 con la Confederazione polacco-lituana da un lato e l'Impero russo e la confederazione di Targowica (la nobiltà ostile alla ventata riformista che stava sperimentando la Polonia-Lituania con l'adozione della Costituzione polacca di maggio) dall'altro. La guerra si svolse in due teatri: uno settentrionale, in Lituania, e uno meridionale, in quella che oggi è Ucraina. In entrambi gli scenari, le forze polacche si ritirarono davanti alle forze russe numericamente superiori, malgrado fossero riuscite a resistere in maniera significativamente maggiore nel sud, grazie all'efficace guida dei comandanti polacchi Józef Poniatowski e Tadeusz Kościuszko. Durante i tre mesi di lotta, si combatterono diverse schermaglie, ma nessuna delle fazioni ottenne una vittoria decisiva.Il maggiore successo ottenuto dalle forze polacche risultò la battaglia di Zieleńce del 18 giugno; all'indomani dello scontro fu istituita la più alta onorificenza militare polacca, la Virtuti militari. La guerra terminò quando il re polacco Stanislao II Augusto Poniatowski decise di cercare una soluzione diplomatica, chiedendo una tregua con i russi e aderendo in quell'occasione alla confederazione di Targowica, come richiesto dall'Impero. La cessazione delle ostilità non si rivelò senza conseguenze per la Confederazione, poiché subito dopo la resa ebbe luogo la seconda spartizione. Sarebbero tante le cose da raccontarti, solo per il 1792, figuriamoci quante cose ancora ci saranno da raccontare, basta solo avere tempo e pazienza e mettersi in ascolto. Le fonti storiche le ho prese dal web. Wikipedia. Riprendo la parola, la voce narrante era del buon Ferdinando che ringrazio per avermi raccontato un po quella che era la situazione nel 1792. Spero di avervi incuriosito e stimolato all'approfondimento e perché no, a fare raccontare anche le vostre monete, in questa bella discussione del nostro Amico Beppe, @giuseppe ballauri. Riporto un Dipinto di Orlowsky relativo ad una battaglia della guerra Russo/Polacca Perdonatemi eventuali strafalcioni Saluti Alberto
    7 punti
  2. Buongiorno a tutti, @dareios itLorenzo ti ringrazio per l'apprezzamento, devo dirti che è una monetina piacevole, ne ho altre nelle medesime condizioni, la maggior parte con data non leggibile, ma anche altre in cui la data è pienamente visibile o almeno intuibile e presente. Premesso che ho cambiato( o almeno ci provo) modo di acquistare, sono diventato leggermente più selettivo . Ovviamente quando me ne fanno dono le accolgo così come sono, sono sempre ben volute. A volte anzi spesso mi chiedo quale sarebbe la cosa più giusta da fare, se fare una cernita di quelle senza la data e tenerle da parte, aspettando l'occasione di fare un regalo ad un ragazzino alle prime armi oppure continuare a tenerle. Saluti Alberto
    4 punti
  3. Un raro tremisse al nome di Ariperto II, passato oggi in asta NAC 132 al n. 701 . L'attuale realizzo di CHF 2.750, risulta inferiore al realizzo di CHF 3.097 nel precedente passaggio in asta Gadoury 15/11/2019 al n. 560 .
    3 punti
  4. Buongiorno Alberto,nell'anno 1792 morivano anche due delle figlie di Re Ferdinando, Maria Clotilde di Borbone nata il 18 febbraio 1786 e mancata il 10 settembre 1792,e poi Maria Enrichetta di Borbone,nata il 31 luglio 1787 e mancata 10 giorni dopo sua sorella Maria Clotilde,il 20 settembre 1792... Non ho trovato notizie su Maria Clotilde,mentre su Maria Enrichetta ho trovato questo link... https://it.frwiki.wiki/wiki/Marie-Henriette_de_Bourbon
    3 punti
  5. Buonasera a tutti, ogni moneta racconta la sua storia, basta saperla ascoltare, darsi il tempo necessario per ascoltare cosa ha da dire. La protagonista di questo racconto oltre ad avere tanto da raccontare ha fatto in modo di attirare la mia attenzione in un modo particolare. Era un sabato pomeriggio dello scorso mese, mi dilettavo a fare degli spostamenti di vecchi mobili dei suoceri da una stanza ad un altra per liberare spazio per consentire dei lavori di manutenzione. La mia attenzione è stata catturata da due picvole scatole di latta, per istinto le ho scosse a mo' di sonaglino, immaginate la mia gioia nel sentire un piacevole rumore di ferraglia, di spiccioli. Ho aperto le due scatoline per vedere cosa vi fosse, in una dei ciondoli di bigiotteria, ma nell' altra, una scatola circolare, tipo quelle per la cipria di un tempo, che presentava due cassettini, tipo mezzaluna, che si aprivano di lato, meraviglia...tante monete, nel primo le 100 lire, 200 lire , 20 lire repubblica , nel secondo, monete di Vittorio Emanuele, Umberto I e grandissima sorpresa..un bel monetone scuro, un 10 Tornesi di Ferdinando II, effigie adulta, uniche cose leggibili, il Busto, la corona e il valore, la data sparita del tutto. Ho esclamato prendendola e tenendola in mano...ma tu che ci fai qua? Mi ha risposto, tu cosa ci fai? Io vivo in questa casa da prima che arrivassi tu. Come sei finito in quella scatola? Sono curioso. La curiosità fa bene! Io ero fresco di zecca , conobbi la luce moltissimi anni fa, quanto gli anni sulle monete iniziavano con 18... però vivevo nella provincia di Salerno, non lontano da Napoli dove sono nato, allora si chiamava Regno Delle Due Sicilie. A Salerno giravo tra il cassetto di un negozio alla borsa di una Signora, dal Borsellino alle mani di un ragazzo, un bel andare e venire, cambiavo spesso di mano insieme ai mie fratelli più piccoli. Ho perso il conto dei giri, le cadute che ho fatto, le ammaccature, che fanno di me una Moneta Vissuta. Ho perso le cifre della data ma non so neppure io come sia successo, sicuramente un po alla volta. Ricordo le mani di un Bambino che mi tenevano stretto, un monetone in mano ad un bambino, una piccola manina, non c'è stato verso di farla mollare, nessun baratto con il papà, con la mamma , con il nonno che mi aveva tenuto fino ad allora, niente voleva me. È stato un bel viaggio nel tempo, e attraverso le città per giungere qui , quel bambino è diventato grande, un simpatico vecchietto di 86 anni...tuo suocero?. Giusto, mio suocero, ha fatto in tutti questi anni da custode al 10 Tornesi, ora è nelle mie mani , la osservo con orgoglio, la terrò ancora un poco, ma dopo la rimetterò nelle mani di quel bambino cresciuto, le dita non sono più quelle di un Bambino ma le mani gentili di un dolce Vecchietto. Saluto Alberto
    3 punti
  6. Buonasera, Un esemplare di Tremisse apparso oggi all’asta NAC 132 Lotto 703 così descritto: Liutprand, 717-744 Tremissis 717-744, AV 1.50 g. DN LIV (..] Pearl-diademed, draped and cuirassed bust r.; in r. field, hand. Rev. SCS MI - MAHIL St. Michael standing I., holding long cross and shield. Bernareggi 67. Arslan - MIR 800. MEC I, -, Very rare. Extremely fine Ex Gadoury sale 6 December 2014, 310. Allego il link del video e le foto dell’asta e del catalogo. Allego pure i riferimenti dell’asta Gadoury del 2014 Lotto 310. Saluti, Domenico
    2 punti
  7. Complimenti Alberto @Litra68, per questo bel racconto e questo "frammento" di Storia che non conoscevo ed è particolarmente attuale. Una amara constatazione: la Storia evidentemente non insegna niente al genere Umano e gli errori e le atrocità continuano a ripetersi incessantemente. Buona Giornata a Tutti
    2 punti
  8. è un falsaccio moderno fuso , valore vicino allo zero
    2 punti
  9. La scatoletta misteriosa. Correvano i primi anni '80, piena guerra fredda. Non ricordo esattamente che anno, forse il 1983, proprio quel terribile anno in cui il mondo intero rischiò più d'una volta e senza nemmeno saperlo di saltare in aria, distrutto dalla guerra nucleare (*). Ma per fortuna, come possiamo notare dal fatto che siamo ancora vivi, il mondo non finì e potei continuare la mia infanzia, ancora inconsapevole di quanto pericoloso fosse. In una scrivania di una stanzetta di casa mia c'era una piccola scatola di legno dipinto di blu, bassa e larga con l'interno ricoperto di velluto rosso imbottito e una trentina di strane monete che m'incuriosivano: ce n'erano di varie epoche e posti, tutte molto diverse una dall'altra e soprattutto così diverse dagli spiccioli che maneggiavo io. Era molto rilassante osservarle una per una alla luce di una lampada da tavolo, osservare quell'affascinante varietà di dimensioni, stili, materiali, scritte e altre caratteristiche. Tutta un'altra storia rispetto ai pochi tipi di monete che all'epoca potevano capitarmi in mano: la 50 lire, le 100 lire modello '54, Marconi e FAO, le 200 lire modello '77, valorizzazione donna e FAO. Conoscevo anche le monete da 5, 10 e 20 lire, ma quelle erano già state levate di mezzo dall'inflazione, mentre a rendere ogni tanto curiosa la situazione c'erano i gettoni telefonici della SIP che all'epoca circolavano col valore di 200 lire. Ecco che senza rendermene conto cominciava a nascere dentro di me la passione per la numismatica che continua ancora oggi. Ma un brutto giorno questo idillio s'interruppe. Arrivò il momento di trasferirci in una casa più bella di una via più bella, a poca distanza dalla vecchia. Una volta risistemati tutti i mobili e ripresa la solita vita aprii ancora una volta la scrivania, ma mi prese un colpo... la scatola era sparita! Allarmato corsi da mia nonna a chiedere spiegazioni. - Ma dov'è quella scatoletta blu con dentro le monete che stava nella scrivania? - Non so... sarà in uno dei pacchi nello sgabuzzino - rispose lei con poca convinzione. Erano degli scatoloni di cartone chiusi col nastro grigio in cui era rimasta della roba dalla vecchia casa, che si era deciso di sistemare con calma dopo (o forse mai più?), impilate sui vari ripiani di uno scaffale di ferro in uno sgabuzzino. Siccome, guardacaso, in quel cantuccio silenzioso mi piaceva molto rifugiarmi per giocare pensai di unire l'utile al dilettevole: dovevo assolutamente riavere la mie adorate monete, quindi dovevo rovistarci dentro. Ma come fare? Erano troppo pesanti per me, ed erano tutti sovrapposti. Non potendo spostarli per guardarci dentro mi venne in mente un'idea geniale: cominciai a bucarli e ad infilarci dentro un braccio, nella speranza di percepire col tatto la scatoletta blu e tirarla finalmente fuori. Ma la mia speranza fu vana: nessun oggetto era così rigido, o se lo era non si trattava di quello che cercavo. Dopo vari tentativi ci rinunciai, sconsolato. Un sabato pomeriggio come tanti di quell'epoca cominciai come tante altre volte l'allegra routine del preludio al giorno libero da impegni scolastici e studenteschi: dopo pranzo mi bastava scendere e attraversare la strada per andare in sala giochi, pronto a un pomeriggio di svago e divertimento. Subito il via alle tre partite di rito con le 300 lire a mia disposizione, poi una sempre divertente e didattica sessione d'osservazione degli altri giocatori. Dopo alcune ore riattraversai soddisfatto come sempre la strada per tornare a casa, da dove in lontananza a volte sentivo provenire dal juke box della sala giochi canzoni come "Smalltown Boy" di Bronski Beat o "Noi, ragazzi di oggi" di Luis Miguel. Quella sera non sapendo cosa fare pensai di guardare alcune cartoline con interessanti francobolli della serie Siracusana e Castelli, come avevo preso a fare da un po' di tempo... quand'ecco il colpo di scena: aprii la scrivania e la scatola era tornata al suo posto! Contentissimo per quel "miracolo" ricominciai ad ammirare le mie care, vecchie amiche monete: adesso avevo a mia disposizione sia loro che i francobolli per sognare. Tempo dopo il figlio di un'amica di famiglia che collezionava monete me ne regalò due olandesi in corso, ma la cosa davvero importante che mi regalò quel giorno fu la sua ottima idea: anch'io avrei cominciato una raccolta. Le misi insieme alle altre e fu l'inizio della mia collezione di monete. Poi presi una 500 lire Mercurio e una 1000 lire Verdi secondo tipo, resti di commissioni che mi fu permesso tenere, e le inserii in un astuccio piatto di stoffa azzurra: quello fu l'inizio della mia collezione di banconote. Ora quella modesta cassetta custodisce ancora monete, i miei doppi. Quelle che aveva dentro sono nei raccoglitori, cosi come anche le prime due banconote. Ancora oggi non so di chi fosse stato quel contenitore prima che lo adottassi io, ma chi lo lasciò probabilmente non pensava che avrebbe influito così tanto sugli interessi di qualcuno... o magari sì? Non so che fine farà la mia collezione quando non ci sarò più, ma so di certo che prima la scatoletta blu tornerà in un cassetto. (*) https://www.ilpost.it/2013/05/18/able-archer-urss-1983/
    2 punti
  10. Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”. Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ). Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “ Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927. : “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “ P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto. Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta... Ciao Beppe
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  11. Buonasera a tutti, ho voluto aprire questa discussione dopo aver acquistato il 5 Lati d'argento lettone, meglio conosciuta come Milda, per la mia collezione e fare un viaggio nel tempo e nello spazio con parole, immagini e video per rivivere la sua bellissima ed affascinante storia provando l'emozione che allora ed ancora oggi suscita questa moneta per questo popolo che per lunghi anni ha lottato per la conquista della propria libertà ed indipendenza. Spero che questo viaggio possa essere interessante e coinvolgente per tutti e qualsiasi approfondimento sarà ulteriormente apprezzato per migliorarne i contenuti. Quando il 1 gennaio 2014 in Lettonia è stato introdotto l'euro, è tornato in circolazione un simbolo molto popolare che celebra il trionfo della libertà, la fanciulla popolare lettone: icona dell'indipendenza e dell'orgoglio lettone è tornata nella monetazione quotidiana della nazione circa 70 anni dopo la guerra. Il suo conio risale al 1929 su quella che, indubbiamente, è la più popolare delle monete lettoni, il 5 lati d'argento: Ogni moneta è un piccolo libro di metallo prezioso ricco di storia e Milda ha una sua storia da raccontare dietro il design e la donna che ne hanno ispirato il motivo che sono senza tempo. Nel suo discorso l'accademico Jānis Stradiņš, membro del Comitato per il design delle monete della Banca della Lettonia, in occasione del 90° anniversario rimarcava: "I simboli sono molto importanti per l'esistenza ininterrotta di uno stato e di una nazione; non sono solo segni formali di distinzione. I simboli uniscono la nazione, fanno pensare ai percorsi della storia, al destino della nazione, danno origine alle tradizioni. Molti di questi simboli lettoni sono nati durante il cosiddetto risveglio nazionale (seconda metà del XIX secolo), ad esempio alla bandiera rosso-bianco-rossa e al nostro inno "Dio, salvi la Lettonia", ma altri all'alba della nostra indipendenza. Tra questi ultimi, lo stemma nazionale, l'istituzione della presidenza, il Monumento alla Libertà, la scultura della Madre Lettonia e altri simboli, tra cui il lati, associato alla moneta da cinque lati prebellica: la nobile fanciulla con il tradizionale copricapo e spighe di grano è il simbolo e l'immagine della Lettonia condiviso da tutti." In tutta la sua storia, la Lettonia ha conosciuto solo cinquantuno anni di indipendenza: vent'anni tra le due guerre mondiali (1919-1939) e trentuno dal 1991 ad oggi. Terra di missioni, conversioni accompagnate da interventi militari ed economici dal XII secolo, questo paese ha vissuto 750 anni di occupazione straniera. Che fosse germanica, svedese, polacca, russa, nazista o sovietica, questa dominazione ebbe generalmente conseguenze simili per questa popolazione: essere alla mercé degli occupanti, avere condizioni di vita spesso difficili, scarso potere economico e politico, conoscere l'imposizione di una lingua straniera. L'identità di questo popolo è stata costantemente minata, se non imbavagliata fino alle sue fondamenta. Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)
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  12. Cari amici sono entrato oggi in possesso della nuova edizione di questo pregevole lavoro prodotto dagli amici di Nomisma con la collaborazione di Numismatica Scaligera e di altri autorevoli esperti. I periodi coperti dall’edizione precedente, ovvero i Savoia dal 1730 al 1943 e le monete pontificie dal 1775 sono stati affiancati con una importantissima nuova sezione dedicata al Regno di Napoli e delle Due Sicilie curata da Pietro Magliocca con una precisione e una cura davvero commendevoli. Al di là degli incrementi di prezzo per le alte qualità, che semplicemente fotografano il mercato di oggi, ma che sono il frutto di una certosina ricerca da parte di Roberto della Scaligera, cui vanno tutti i miei complimenti, questo volume rappresenta oggi un riferimento di estrema importanza per tutti i collezionisti di monete moderne italiane. Suggerisco a tutti di procurarsene una copia, e rinnovo le mie congratulazioni al direttore Lorenzo Bellesia, le cui capacità trovano qui l’ennesima e solidissima conferma, e a tutto il team che ha realizzato questo eccellente lavoro. Ad majora! ?
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  13. Segnalo l'uscita del n. 383 di Panorama Numismatico. Di seguito l'indice: Gianni Graziosi, Curiose forme monetali – Pag. 3 Roberto Diegi, Magno Massimo, imperatore romano di cui pochi si ricordano, tranne i numismatici – p. 11 Mario Veronesi, Modena: il giorgino con busto a sinistra per Francesco I d’Este – p. 15 Stefano Di Virgilio, Monete e medaglie italiane del Gabinetto Numismatico di Dresda, XXIX inserto – p. 25 Lorenzo Bellesia, Nota su un bolognino di Ancona – p. 41 Alberto Castellotti, Sul cappello che noi portiamo... – p. 43 Roberto Costanzo, La medaglia delle Comunità Ebraiche Italiane – p. 48 Giuseppe Carucci, Gli ordini cavallereschi dell’Unione Sovietica – p. 51 Notizie dal mondo numismatico – p. 59 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 63
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  14. Cari amici all’asta Nomisma Aste Verona del 14 maggio scorso c’erano molte chicche e purtroppo non ho resistito alla tentazione. ?. Le aggiudicazioni sono arrivate oggi e inizio con il condividere un collo lungo comune ma veramente in alta qualità. Queste monete sono bellissime e imponenti, ma soffrono di uno standard qualitativo medio assai modesto. Quando si trova un FDC vero quindi c’è veramente da rallegrarsi. Se poi, per arcane ragioni, rimane invenduto a una base del tutto irreale in un periodo in cui la caccia grossa alle qualità superiori è diventato lo sport nazionale, allora bando alle esitazioni! ? Questo esemplare, a parte il modesto graffietto sul volto, vanta rilievi assolutamente intatti e una patina da antica raccolta su fondi lucenti. A Voi! ??
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  15. Sapete tutti ormai che la mia grande passione riguarda l'impero gallico e in generale il III secolo... tuttavia non rimango indifferente di fronte alla "moneta romana" in generale e in particolar modo a quelle figure un po' iconiche che in qualche misura la rappresentano e la rendono nota ai più. Ed è proprio per questo che ieri, un po' per gioco e un po' per caso, ho acquistato il mio primo Nerone. Niente di che, una moneta piuttosto comune e nemmeno in grande conservazione ma con una storia alle spalle interessante e da approfondire (almeno per me che del periodo so assai poco). Ve la presento: dovrebbe trattarsi del RIC I 215 (uso il condizionale perché la legenda al dritto non offre una gran leggibilità, almeno da foto): Asse in oricalco, Zecca di Roma, 64 d.C. D\ NERO CLAVD CAESAR AVG GER P M TR IMP P P, testa di Nerone radiata a destra. R\ GENIO AVGVSTI S|C/I, il Genio stante a sinistra con patera nella mano destra sopra un altare e cornucopia nella sinistra. Ex Lanz Numismatik La moneta è nota anche in altre versioni: senza la sigla SC, senza il segno di valore I (o I con barretta sopra come nel mio esemplare), ma soprattutto in versione laureata e radiata. Per tutte queste "varianti" il RIC parla di assi e si assiste a una variabilità ponderale che oscilla tra i 5 e gli 11 grammi circa. Sappiamo che tra il 63 e il 64 Nerone attuò una importante riforma monetaria e che è in questo contesto che la corona radiata inizia a "marcare" come segno di distinzione il duopondio. Inoltre Nerone introdusse anche la lega di oricalco per la coniazione di assi di peso ridotto in oricalco rispetto la consueta lega di rame/bronzo: la riduzione di peso veniva "compensata" da una lega più "nobile". Tuttavia non mi sembra, facendo una panoramica sui pesi, che la corona radiata accompagni in maniera chiara una qualche scelta riformista nel panorama degli assi: esistono assi radiati e assi laureati del medesimo peso ed entrambi con il segno di valore I (indifferentemente con o senza barretta superiore). Ho analizzato le combinazioni di corona laureata/radiata, SC/no SC, I/no I, I con barretta/I senza barretta... ma non sono riuscito a dipanare una logica per mettere ordine a questo, per me, caos. Se la presenza/assenza della sigla SC può avere una valenza per lo più politica che va a sottolineare il controllo diretto dell'imperatore sull'emissione in questione a discapito del controllo senatoriale, analogamente non posso ritenere figlio del caso l'uso indiscriminato della corona radiata o laureata. E vorrei aggiungere che nemmeno il segno di valore "I" o "I barrato" sia solo frutto della scelta dell'incisore di turno. Se il concetto di "standardizzazione" è un concetto per lo più moderno e contemporaneo (mi riferisco all'esattezza dei dati ponderali o alla serialità della composizione di una certa tipologia di lega associata a un preciso nominale ecc) e pur vero che il "romano" è concreto e pratico e quindi doveva esserci una precisa ragione alla base di una determinata scelta. I miei sono dubbi da neofita, ho cercato un po' all'interno del forum e in rete qualcosa per far un po' di luce sulla questione, ma - lo ammetto - avendo la "fregola" e l'entusiasmo dell'acquisto del mio primo Nerone da condividere con voi... mi son fatto prendere la mano e ho deciso di fare il collezionista alle prime armi e chiedere aiuto a voi che, di certo, ne saprete più di me di sicuro sull'organizzazione delle emissioni di Nerone!
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  16. Taglio : 2 cent Nazione : Grecia Anno: 2021 Tiratura : 25.000.000 Condizioni : SPL Città : Atene NEWS
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  17. Oggi una piacevole sorpresa in un piccolo mercatino della mia città, a soli 25 cent questo bel 5 centimes del 1917 del Protettorato francese di Tunisia
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  18. Ragzzi che dire ... siete grandi, a dire il vero nutrivo poche speranze date le condizioni della moneta, ma leggere le vostre discussioni e più stmolante che collezionarle. saluti a risentirci
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  19. MONETA AQVILEIENSIS (294 - 452) di Moreno Sagramora
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  20. Io la maggior parte delle monete le ho comprate all'estero senza nessun problema, principalmente Germania, Francia e Spagna. Sempre da venditori professionali o comunque gente con ottimi feedback. Ho comprato anche in Gran Bretagna ma prima della brexit. Non ho osato comprare negli Stati Uniti anche se avevo trovato degli ottimi affari... non sapevo quanto avrei sborsato in più. Davide
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  21. All'inizio avevo pensato a bolle di fusione, ma le evidenti strisce di coniazione ma hanno fatto ricredere; ho poi pensato anch'io a molecole di metalli meno nobili venute in superficie; la tua idea di buco dopo l'espulsione del punto nero è plausibile. Se dopo la pulizia l'avessero patinata, sarebbero stati meno evidenti i crateri, che tendono a riempirsi di ossidi.
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  22. 1 punto
  23. Però, come ho detto qualche giorno fa parafrasando Luciano Rispoli in una vecchia trasmissione TV sulla lingua italiana intitolata "Parola mia" (lì parlava della TV): Internet e' internet, ma un buon libro e' sempre un buon libro. Parola mia PS: Ma internet....cavolo se e' utile!?
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  24. 1 punto
  25. Stavo giusto cercando un sito che si occupasse di questa tematica, ed ecco: Templum Iunonis Monetae in Capitolio - 1 giugno in onore di Iuno Moneta, Giunone Ammonitrice. Per la dedicatio del tempio sul Capitolium di Camillus nel 345 a.c. Nei pressi, tra la fine del IV e l'inizio del III secolo, venne costruita la zecca. Dalla Dea presero nome le "monete".
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  26. E' normale, loro mandano le mail, qualcuno risponde praticamente subito e l'ordine viene portato avanti, poi iniziano ad arrivare le risposte di chi ci ha pensato uno, due, tre, enne giorni ed ovviamente la coda si allunga per cui la loro risposta non è più veloce. Diciamo che se passa un mesetto senza notizie gli si può riscrivere, prima non mi preoccuperei.
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  27. Con simbolo: Aggiungo un denario emesso sotto Augusto per conto di Publio Carisio come governatore della Lusitania e fondatore della colonia di Emerita. E un dupondio/asse di Augusto durante le guerre Cantabre. 27a.C. - 14d.C.
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  28. Potremmo anche chiedergli dove l' abbia comprata , se ad un mercatino , da un privato o altrove , ma a questo punto forse e' superfluo saperlo . Di norma iscriversi prima al Forum , informarsi e poi forse acquistare .
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  29. ne presentò un esemplare Francesco Di Rauso su un gruppo facebook.
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  30. Discussione interessante. Se si osserva la carta di distribuzione dei rinvenimenti delle falcata sulla penisola iberica, è facile capire che la concentrazione maggiore è situata a sud e più precisamente nell'area determinata da maggiori scambi commerciali con il Mediterraneo, ovvero intorno ad Hemeroskopion colonia di fondazione greca nata con lo scopo di commerciare fino all'interno con i centri metalliferi di Sierra Morena. Non a caso la falcata rappresentata sulle monete, non è altro che un Kopis una spada usata nel combattimento greco del VI-IV secolo a.C., pertanto di importazione greca e largamente apprezzata fino alla conquista di Amilcare Barca. Il simbolo ha un significato. Ma quale? Uno scontro oppure un alleanza con un gruppo?
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  31. Tua opinione personale, confutata dall’R4 di tutti i cataloghi.
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  32. Provo: Perì ODi casta? Sì! PERIODICA STASI Buona notte da Stilicho
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  33. PARTE I La lettura dell’interessante volume di Jeffrey M. Hurwit, Artists and Signatures in Ancient Greece, Cambridge 2015, all'interno del quale il capitolo IV viene dedicato alla documentazione numismatica (Coins, p. 39 ss.) ha stimolato le riflessioni che seguono, incentrate sulla presenza e funzione di firme “estese” apposte su monete da artisti attivi in Magna Grecia, in particolare a Metaponto e ad Heraklea. Le testimonianze relative alle signatures degli incisori in forma estesa sui documenti monetali, ben attestate in Grecia e in Sicilia, risultano invece alquanto esigue in Magna Grecia e peraltro condensate in ambito lucano entro un arco cronologico compreso tra la fine del V e gli inizi del III secolo a.C. circa. Ad essere interessate, seppur con modalità differenziate, sono poleis dislocate sia sulla paralia tirrenica che su quella ionica: Velia (Kleudoros e Philistion; tavv. A-B), Poseidonia (Dossennos; tav. C), Thurii (Molossos; tav. D), Heraklea (Aristoxenos; v. infra) e Metaponto (Aristoxenos; v. infra). Tav. A CNG 102, 2016, 69 (Kleudoros) Tav. B Roma Numismatics Ltd, 7.4.2016, 33 (Philistion) Tav. C NAC AG 13, 1998, 16 (Dossennos) Tav. D NAC 106 (part II), 2018, 1170 (Molossos) Tra questi nomi, come si nota, si distingue quello di Aristoxenos in quanto allo stato attuale risulta l’unico incisore ad aver apposto la sua firma sui tipi monetali di almeno due zecche (Metaponto ed Heraklea) e, come vedremo, con una certa prossimità cronologica (v. R. Vollkommer, Künstlerlexikon der Antike, I, München-Leipzig 2001, s.v. Aristoxenos, 93 s. con bibl. prec.).
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  34. Chissà se poi lo Stato ha partecipato… Intanto, il Lotto 474 ha chiuso a CHF 2.200.000=.
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  35. Premesso che sono tutt'altro che un esperto, non so perché ma anche a me fa un'impressione strana. Il problema è il "non so perché"... cioè (domanda agli esperti), quali sono gli elementi che possono far dubitare dell'autenticità della moneta? Personalmente io trovo strani quella "lacuna" subito sotto alla C di COS, quello che sembra un foro sotto la coda del coccodrillo e quell'altra piccola area "confusa" sopra a "VI", tutte cose che trovo difficili essere dovute all'usura. Inoltre, l'aspetto "poroso" delle parti lisce e poco definito di quelle in rilevo fa sospettare una fusione. Ho scritto molte corbellerie? ?
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  36. Rebus a domanda e risposta di Atlante ispirato al dipinto 'La sepoltura di Atala' di Anne-Louis Girodet-Trioson. Attinente al rebus è l’ultima frase. Atala è una novella di François-René de Chateaubriand, pubblicata il 2 aprile 1801; nel 1802, assieme a René, venne inclusa nella quarta parte del Genio del Cristianesimo (Génie du christianisme). L'opera si ispira ai suoi viaggi in Nord America: ebbe un profondo impatto sul primo Romanticismo e cinque edizioni nel solo primo anno. Un giovane indiano, di nome Chactas, viene catturato all'età di vent'anni da una tribù nemica e condannato a morte. Atala, figlia cristiana del capo tribù, riesce a farlo liberare, ma lui rifiuta di partire senza di lei, cosicché i due partono insieme. Atala ama Chactas, ma per ragioni misteriose non si concede a lui, cerca anzi di allontanarlo e di fuggirgli. I due, errando nella foresta, incontrano un missionario, padre Aubry. È davanti a lui che viene svelato il segreto: la madre di Atala fece un voto alla Vergine, ovvero che se sua figlia fosse nata sana nonostante la difficile gravidanza, quest'ultima sarebbe rimasta casta. Così, pur di non venir meno al voto fatto, Atala si avvelena e muore per non cedere alla tentazione dell'amore per Chactas. apollonia
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  38. Non so perchè, ma mi è venuta in mente la mostra delle monete dei Gonzaga del 1995 tenutasi a Mantova. Tra le varie monete esposte, la maggor parte della collezione Magnaguti appena acquisite dalla Banca Agricola Mantovana, c'erano anche quelle del museo Ermitage di San Pietroburgo. Fra queste ultime tanti pezzi in rame, tutti lucidati con il Sidol o prodotto simile. E non è una provocazione, ma la realtà. Arka Diligite iustitiam
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  39. Ciao a tutti, non potevo mancare di inserire la mia moneta da 500 lire commemorativa del 'Centenario della Banca d'Italia', quasi identica al logo di questa nuova sezione L'ho estratta da un rotolino intonso della zecca nel lontano 1993, lo ritengo il più bell'errore che posseggo.
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  40. Non è proprio così male.
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  41. Taglio: 2 euro Nazione: Francia Anno: 2022 Tiratura: n.d Condizioni: qfdc Città:Massa Lubrense (NA) note: NEWS
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  42. Credo esista un nesso importante fra le due cose, anche se nel mio caso mi sto accorgendo con una certa sorpresa che avviene più spesso il contrario: alcuni periodi terribili mi fanno da stimolo invece che da freno. Questo perchè possono portare a sconvolgimenti di schemi consolidati che almeno a me non piacevano per niente, al risveglio delle coscienze e alla reazione a problemi che si erano incancreniti nel quieto vivere della normalità... una "normalità" in cui mi accorgo sempre più spesso di non trovarmi a mio agio.
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  43. E a quelli che sono ancora scettici, consiglio di dare un rapida lettura ai titoli dei quotidiani - tranne la Pravda, quella no! Servus, Njk PS: per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_dell'Europa
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  44. Hai fatto bene a chiedere a noi. Abbi pazienza che qualcuno ancora ti darà il proprio parere. Il mio vale meno di zero. Comunque concordo con @ACERBONI GABRIELLA. Credo che le schiacciature non siano dirimenti nella questione. Ma perché 'sti processi alle intenzioni fregandocene della presunzione d'innocenza? Non possiamo semplicemente dare i nostri pareri e basta, consci che l'ingenuità possa far danni? L'utente ha aperto il messaggio con un saluto e l'ha chiuso con un ringraziamento. Cosa serve di più?
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  45. É atalarico Il rovescio va girato di 180 gradi Il concetto di valore... 1,2,2 e mezzo nummi etc, é un tema molto complesso... Diciamo che è un ae4 a prescindere dal valore... Ciao
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  46. @giuseppe ballauri: caro Beppe, tu dovresti darti alla narrativa. Hai una felicità espressiva rara, e un bagaglio di esperienze una più bella dell'altra. Se mai tu decidessi di pubblicare un volume di racconti fammelo sapere, ché ne faccio incetta e lo regalo per Natale ai parenti, son meglio delle vecchie "storie attorno al fuoco".
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  47. LA CASSAFORTE INVIOLABILE PREMESSA: è una storia famigliare che mi ha insegnato molte cose. Che bisogna badare più agli affetti che alle cose e che siamo dei granelli di sabbia sulla spiaggia e non sai mai dove ti porterà il vento. Lo chiamavano “Bugher”, né lui né i famigliari hanno mai saputo il perchè, forse era un suono onomatopeico che ricordava il ringhio dei mastini. Alto, tutto nervi, occhi a spillo penetranti che qualche volta diventavano cattivi, naso a punta e un modo di atteggiarsi brusco fino al limite dell'arroganza. Era fratello di mia nonna Assunta e nella vita ne avevano passati di tutti i colori. Mezzadri in una grande cascina di proprietà di un Marchese, pativano la fame, anche perchè ad inizio Novecento si diffuse la Filossera, un insetto che distruggeva le viti. Bugher aveva appreso che l'innesto della vite americana poteva salvare le viti autoctone e quindi, raccolti i pochi risparmi, si imbarcò per l'America. Dopo un lungo peregrinare, arrivò in California, dove grazie al commercio dei vitigni americani ( refrattari a questa malattia ), divenne ricchissimo. Però era solo e sentiva la nostalgia delle sue colline. Ritornò accolto dalla Banda del Paese, sia perchè aveva salvato i vitigni delle Langhe, sia perchè, un uomo ricco deve essere sempre blandito... Le prime cose che fece fu comperare tutta la Tenuta del Marchese e chiedere al Sindaco quale fosse la più bella ragazza del posto. Naturalmente la sposò e l'unione fu allietata dalla nascita di due figli: Gepìn ( che ho già ricordato in una storia precedente ) e Gilda. Però i soldi non comprano tutto, soprattutto gli affetti. Bugher girava in Paese con una macchina americana con le pinne sul retro, cappello da Texano e continuava a fare affari come commerciante di vini...intanto i soldi davano alla testa ai figli. Aveva fatto installare in cantina una cassaforte enorme, perchè aveva sempre bisogno di liquidità per i suoi affari. Nel frattempo, in famiglia il clima era sempre più teso: i due figli erano in aperto conflitto su ogni minima cosa. Gepìn si sposò, lasciò la casa di famiglia e rilevò l'azienda dello suocero. Gilda invece continuò a lavorare con il padre nel campo dei vini, sempre acida ed in conflitto con il fratello. Bugher morì ad inizio anni '60. All'apertura del testamento si scoprì che il Padre aveva lasciato quasi tutto al figlio maschio. Cominciò un contenzioso legale durato decenni, con tutte le proprietà poste sotto sequestro e soprattutto la cassaforte con i sigilli. La moglie di Bugher diceva che era strapiena di soldi perchè dovevano fare un grande affare in quei giorni. Finalmente ad inizio anni '90 (!), ci fu un accordo e si aprì la cassaforte. Conteneva 66 milioni di Banconote ( inizio anni '60 erauna cifra notevole). Tutte inservibili perchè ormai "fuori corso". EPILOGO: Mio padre arrivò dal cugino Gepìn prima che, in un impeto di rabbia, desse inizio al grande falò delle Banconote ormai inutili. Cercò di “ragionarlo” in tutti i modi, dicendo che potevano avere qualche valore. Niente da fare. Prima che Gepìn andasse a prendere la benzina, arraffò qualche manciata di banconote e le mise in tasca. Poi cominciò lo scempio: si levarono delle alte fiamme e un fumo spesso che avvolse tutto e soprattutto l'egoismo e l'avidità degli attori di questa commedia umana. Ciao Beppe ( scusate la lunghezza ed un po' di poesia! ) P.S: non so quali sono le Banconote arraffate da mio padre e la collezione di Banconote di famiglia devo ancora catalogarla, quindi posto due tipologie che potrebbero essere coerenti. Chiedo aiuto agli esperti quale tipologia di taglio alto fosse usata fine anni '50 - inizio '60. Dal web ho scelto queste:
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  48. apprezzo molto la sua scrittura.. veramente molto bravo, al di la della storia il modo di raccontarla è coinvolgente.. sembra assistere in prima persona a tutto?
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