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  1. dabbene

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/15/22 in tutte le aree

  1. Questa targa che ho ricevuto ieri al Museo Archeologico di Bologna da parte dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici è’ il Premio per l’anno 2022 per il nostro Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio per la diffusione della cultura numismatica, un premio per tutto quanto è’ stato fatto da tanti dal 2010…un Premio che gratifica tutti noi per questo straordinario percorso compiuto finora sia in termini di sacrifici, di iniziative e idee, ma anche di tanto lavoro attivo sul campo ! Un grazie ovviamente a Accademia Italiana di Studi Numismatici e al suo Presidente Michele Chimienti !
    7 punti
  2. Buona sera a tutti, Condivido un altro bel falso di Piastra per Ferdinando II, il 1859.
    3 punti
  3. Allego il saggio di Carmelo R. Crupi intitolato "La mistura fraudolenta dei 10 tornesi romani di Francesco II Borbone". L'autore, dopo una breve introduzione su tutti gli studi pubblicati sull'argomento, rende noti gli esiti di laboratorio sulla composizione chimica di un 10 tornesi romano del 1859. 10_Tornesi_1859_Zecca_Roma-3.pdf
    3 punti
  4. Sono lievemente fuori periodo, ma forse posso aggiungere qualcosa in quanto mi ero imbattuto in questi DII NVTRITORES per colpa (o per merito) di una capra, che appare anche in ambito repubblicano ma risulta decisamente più criptica rispetto a questo contesto. L'iconografia della tua interessantissima moneta va analizzata parallelamente a quella di questo antoniniano di Valeriano II: Ed a quella di un sesterzio con al dritto legenda PIETAS SAECVLI e con medesima iconografia di rovescio ma con legenda IOVI EXORIENTI (RIC V.1, 32). "Particolarmente interessanti certi conii dell’impero di Gallieno: in un tipo il Cesare fanciullo (Valeriano II) è raffigurato come il dio rinato che cavalca la capra Amaltea. L’immagine – come dimostra l’iscrizione «Iovi crescenti» – allude esplicitamente a Giove che, rinato fanciullo, sta di nuovo crescendo: egli è allo stesso tempo vecchio e giovane. Una seconda serie di monete di Gallieno (coniate per Valeriano II o per il figlio minore Salonino) rappresenta, sul recto, la testa del giovane di profilo, mentre sul verso ripropone il modulo iconografico consueto, con il bambino che cavalca la capra da destra a sinistra: l’iscrizione, in questo caso, recita «Iovi exorienti», «al Giove che sorge». Nella propaganda d’età imperiale, l’idea di renovatio del novum saeculum si rispecchia, sovente, in rappresentazioni che, attingendo ai materiali mitici della religione greco-romana, riproducono le epifanie della divinità secondo il ciclo naturale del sole, delle stagioni e delle età della vita." Valerio Marotta - GLI DEI GOVERNANO IL MONDO. LA TRASMISSIONE DEL POTERE IMPERIALE IN ETÀ TETRARCHICA (p. 175) Stessa interpretazione è fornita dalla Perassi (Mala tempora current, La crisi del III secolo attraverso il ripostiglio di Pombia, p.74) PerassiC2007.MalaTempora.pdf Al rovescio dovremmo quindi avere Gallieno (il Giove personificato) e Giove (in accezione celeste). Il Giove fanciullo, Valeriano II o Salonino, è reso o in modo esplicito, mentre cavalca la capra che nutrì Giove stesso o con un riferimento implicito che lo identifica a mezzo della continuità dinastica e divina (coloro che lo nutrono) quale nuova epiclesi di Giove, dunque un Giove fanciullo (cosa che collima con l'età di Salonino). Tale concezione fu sfruttata dalla propaganda imperiale fin da Domiziano ed ha origine dalle Bucoliche di Virgilio, più precisamente dalla quarta ecloga (il ritorno dei Saturnia Regna a seguito della nascita di un bambino divino): "Magnum Iovis incrementum", il “nuovo grande virgulto della stirpe di Giove”.
    3 punti
  5. buona sera non so se già se ne sia parlato ma facevo caso che, nel rovescio delle monete degli Stati Uniti, è presente il famoso simbolo dell'aquila, spesso anche scudata, che stringe tra gli artigli un ramo di ulivo, e delle frecce. mi chiedevo che correlazione ci fosse con le iconiche, rarissime e desideratissime, monete napoletane di Filippo III, lo scudo e il mezzo scudo, dove anche qui un'aquila, minacciosa, avvisava i suoi rivali veneziani di scegliere tra il ramoscello d'ulivo o la folgore brandite dal rapace, al motto di QVOD VIS?
    2 punti
  6. Perché poi solo nel 1838 ? In questo anno troviamo : La Piastra 1838 della Collezione Bovi con busto più piccolo. caratteri grossi nel valore 120, Sottocorona rigato, Mancanza di punteggiatura al rovescio, In una rara mezza piastra 8 quadratini nello scudetto del Portogallo, disposti in modo corretto e allineato ! Secondo la mia personale opinione, a parte la Piastra del Bovi, si tratterebbe di distinzioni fra lavori di diversi incisori nel conio del rovescio. Ma in mancanza dei registri nulla è certo.
    2 punti
  7. Era da tanto che non prendevo una Vicereale. Filippo IV Grano 1647 /47 Diametro 29/31 Peso grammi 8,20 Simbolo del coniatore 3
    2 punti
  8. Dato che era il primo anno che uscivano gli euro, ho creduto che anche la Gran Bretagna facesse parte dell'euro. E anche l'imbonitore mi ha tratto in inganno, non avendo avuto tanta chiarezza nello specificare. Colpa della mia poca attenzione. Pazienza...
    2 punti
  9. Ecco i nomi degli eletti di Accademia Italiana di Studi Numismatici nell’ Assemblea di ieri : Presidente : Chimienti Direttivo: Bertuzzi, Bruni, Giannoni, Mezzaroba, Mirra, Russo, Vendemia, Vigna. Probiviri: D'Andrea, Ganganelli, Cavicchi Sindaci: Limido,Pettazzoni, Minervini.
    2 punti
  10. Ho acquistato questo catalogo dell'asta di Ratto del 1953 Oltre a contenere la lista dei prezzi di aggiudicazione, fatto non assolutamente scontato, ho fatto una piacevole scoperta: accanto a ogni lotto è indicato, a matita, il prezzo di aggiudicazione e l'aggiudicatario. Ecco un esempio: si leggono i nomi Santamaria e De Falco.
    2 punti
  11. Buonasera a tutti, ho voluto aprire questa discussione dopo aver acquistato il 5 Lati d'argento lettone, meglio conosciuta come Milda, per la mia collezione e fare un viaggio nel tempo e nello spazio con parole, immagini e video per rivivere la sua bellissima ed affascinante storia provando l'emozione che allora ed ancora oggi suscita questa moneta per questo popolo che per lunghi anni ha lottato per la conquista della propria libertà ed indipendenza. Spero che questo viaggio possa essere interessante e coinvolgente per tutti e qualsiasi approfondimento sarà ulteriormente apprezzato per migliorarne i contenuti. Quando il 1 gennaio 2014 in Lettonia è stato introdotto l'euro, è tornato in circolazione un simbolo molto popolare che celebra il trionfo della libertà, la fanciulla popolare lettone: icona dell'indipendenza e dell'orgoglio lettone è tornata nella monetazione quotidiana della nazione circa 70 anni dopo la guerra. Il suo conio risale al 1929 su quella che, indubbiamente, è la più popolare delle monete lettoni, il 5 lati d'argento: Ogni moneta è un piccolo libro di metallo prezioso ricco di storia e Milda ha una sua storia da raccontare dietro il design e la donna che ne hanno ispirato il motivo che sono senza tempo. Nel suo discorso l'accademico Jānis Stradiņš, membro del Comitato per il design delle monete della Banca della Lettonia, in occasione del 90° anniversario rimarcava: "I simboli sono molto importanti per l'esistenza ininterrotta di uno stato e di una nazione; non sono solo segni formali di distinzione. I simboli uniscono la nazione, fanno pensare ai percorsi della storia, al destino della nazione, danno origine alle tradizioni. Molti di questi simboli lettoni sono nati durante il cosiddetto risveglio nazionale (seconda metà del XIX secolo), ad esempio alla bandiera rosso-bianco-rossa e al nostro inno "Dio, salvi la Lettonia", ma altri all'alba della nostra indipendenza. Tra questi ultimi, lo stemma nazionale, l'istituzione della presidenza, il Monumento alla Libertà, la scultura della Madre Lettonia e altri simboli, tra cui il lati, associato alla moneta da cinque lati prebellica: la nobile fanciulla con il tradizionale copricapo e spighe di grano è il simbolo e l'immagine della Lettonia condiviso da tutti." In tutta la sua storia, la Lettonia ha conosciuto solo cinquantuno anni di indipendenza: vent'anni tra le due guerre mondiali (1919-1939) e trentuno dal 1991 ad oggi. Terra di missioni, conversioni accompagnate da interventi militari ed economici dal XII secolo, questo paese ha vissuto 750 anni di occupazione straniera. Che fosse germanica, svedese, polacca, russa, nazista o sovietica, questa dominazione ebbe generalmente conseguenze simili per questa popolazione: essere alla mercé degli occupanti, avere condizioni di vita spesso difficili, scarso potere economico e politico, conoscere l'imposizione di una lingua straniera. L'identità di questo popolo è stata costantemente minata, se non imbavagliata fino alle sue fondamenta. Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)
    1 punto
  12. Oggi vi parlo di questa moneta che ho acquistato recentemente in asta e che ho trovato un po’ per caso (se così si può dire) girando in rete, attratto dalla tipologia che, onestamente, non conoscevo. Come sempre accade, la moneta e’ stata poi lo spunto per un personale approfondimento che ho il piacere di condividere ora con voi. Eccola: Antoniniano, zecca di Antiochia. Peso: 3,42 grammi Diametro massimo: 21 mm D/ P COR SAL VALERIANVS CAES: busto di Salonino, radiato e drappeggiato, a destra R/ DII NVTRITORES: il sovrano, stante a destra con il braccio destro disteso e con un bastone (o corto scettro) nella mano sinistra, riceve un globo niceforo da Giove stante a sinistra con un lungo scettro verticale nella mano sinistra ed una clamide che scende dalla spalla sinistra. Salonino, quindi. Vediamone per sommi capi la breve storia partendo dal capostipite della sua famiglia, Valeriano I. Bisogna dire che tutta la faccenda dinastica e’ piuttosto complessa e presenta ancora lati oscuri. Io ho cercato di sintetizzare quelle che ad oggi paiono le ipotesi più plausibili sulla base delle fonti e delle letture che ho fatto, ma non sono escluse altre interpretazioni. Anzi, se qualcuno di voi ne sa di più, ben venga. Valeriano I sposò Mariniana da cui ebbe probabilmente un solo figlio, ovvero Gallieno. Dopo la morte di Mariniana, Valeriano I si risposò con Cornelia Gallonia da cui avrebbe avuto un altro figlio, ovvero Publio Licinio Valeriano, detto talora “Il giovane” che condivise la sorte finale con il suo fratellastro Gallieno trovando la morte in quel di Mediolanum nel 268 durante l’assedio di Aureolo. Sul fatto che Publio Licinio Valeriano sia fratellastro di Gallieno non sono tutti d’accordo; anzi oggi molti tendono a considerarlo secondogenito di Valeriano I e Mariniana. Valeriano I, salito potere nel 253, si associò subito al trono Gallieno e regnò insieme a lui fino alla tragica fine che lo colse nel 260 d.C. mentre era prigioniero di Sapore I, re dei Persiani della dinastia sasanide. Alla morte del padre, Gallieno divenne imperatore unico regnando poi fino al 268, come accennato. Gallieno, in un anno imprecisato, sposò Cornelia Salonina. Dalla coppia sarebbero nati tre figli: Valeriano II (Publio Licinio Cornelio Valeriano) , Salonino (Publio Licinio Cornelio Valeriano Salonino) e Mariniano. Ma su Mariniano ci sono dubbi. Qualcuno dice che il terzo figlio fosse, in realtà, una figlia. L’Epitome de Caesaribus addirittura sostiene che lo stesso Salonino fosse, il realtà, figlio di una concubina di Gallieno di nome Pipa o Pipara, ma questa ipotesi pare poco probabile alla luce dei gentilizi e dei cognomina. Insomma, una Beautiful. Io non vado oltre: sono già negato con le mie parentele, figuratevi con quelle degli altri. Comunque, il dato di fatto e’ che Valeriano I aveva probabilmente intenzione di creare una sorta di dinastia che avrebbe dovuto dare maggior solidità all’impero, limitando, almeno in teoria, il rischio di usurpazioni. Sappiamo, però, come andò poi a finire. Ma questa e’ una altra storia. Ad ogni buon conto, noi abbiamo monete soltanto di due figli della coppia imperiale Gallieno/Salonina: Valeriano II e Salonino. Su Salonino, poi, si sa davvero poco. Come detto, Salonino dovrebbe essere il secondogenito di Gallieno e Salonina e sarebbe nato intorno al 243 d.C. con il nome di Publius Licinius Cornelius Valerianus Saloninus. Quando Gallieno fu associato al trono da suo padre, il giovane primogenito Valeriano II fu nominato Cesare e quando questi morì (forse nella primavera/estate del 258) il titolo passò a Salonino. Era poco più di un bambino (o un adolescente che dir si voglia)…ma si sa…in quegli anni si cresceva in fretta. O meglio, si doveva crescere in fretta. E, infatti, Salonino fu subito inviato in Gallia, sotto la tutela del Prefetto del Pretorio Silvano per proteggere i settori settentrionali dell’impero. Nel 260 d. C. il governatore della Germania Inferiore, Postumo, fermò una invasione di Franchi che avevano saccheggiato alcune città romane. Salonino e Silvano chiesero a Postumo di restituire subito l’ingente bottino recuperato, ma questi non lo fece. Postumo, infatti, fattosi elevare al trono imperiale dai soldati, si ribellò alla autorità imperiale rappresentata in quei territori proprio dal giovane Salonino. La drammaticità della situazione indusse Silvano a spingere per la nomina di Salonino al rango di augusto, al fine di aumentarne la fedeltà da parte delle truppe non ancora schierate con il ribelle ed acquartierate a Colonia, città verso la quale Postumo di stava muovendo. Postumo, dopo un breve assedio, espugnò Colonia (forse favorito anche dal tradimento di alcuni soldati imperiali) e fece mettere a morte Salonino e Silvano, inaugurando il cosiddetto “Impero delle Gallie”. Salonino fu, dunque, anche augusto per meno di un mese; tuttavia, a suo nome, furono addirittura coniate monete con tale titolo. Una carriera rapidissima e purtroppo culminata con una fine tragica e prematura. Torniamo alla mia moneta. Spesso le monete di Salonino vengono attribuite al fratello Valeriano II. Ed anche in questo caso e’ stato così: la moneta era in vendita come antoniniano di Valeriano II. Come mai? Forse la legenda inganna in quanto il nome Salonino e’ espresso qui dalle sole lettere SAL, mentre appare scritto per esteso il cognomen VALERIANVS. O forse che Valeriano II ha più mercato di Salonino? Su quest’ultimo punto non saprei….non ho elementi per dirlo. Secondo il Goebl (un testo di riferimento per la monetazione di questo periodo, ma anche per la datazione degli eventi di questi anni convulsi ad occidente come ad oriente) si tratta di una moneta della 5^ emissione di Antiochia (datata al 258 d.C.) per Valeriano I che era così strutturata: La mia moneta e’ la 1606e secondo Goebl (la “e” indica la tipologia di busto): Sempre il Goebl ne indica 36 esemplari noti (quindi C, comune). Devo dire che trovo la moneta piuttosto gradevole: le effigi sono nette e ben centrate, le legende si leggono praticamente per intero e poi, cosa per me non da poco, ci sono ancora chiare tracce di argentatura (quelle chiazze più chiare che si vedono al dritto dietro la testa di Salonino ed al rovescio tra le due figure). Il dritto e’ molto espressivo. L’effigie di Salonino e’ quasi quella di un bambino che indossa una corona più grande di lui, in tutti i sensi, direi. Con l’abito drappeggiato, poi, mi ricorda quasi gli anni delle mie elementari, quando di andava a scuola con il grembiule nero ed il fiocco azzurro. Scusate la divagazione, ma l’immagine mi ha suscitato quel ricordo. Ma molto particolare e’ il rovescio. Cominciamo dalla legenda, DII NVTRITORES. E’ la prima e ultima volta che la troviamo su una moneta romana. Cosa significa? Con una libera traduzione potremmo dire “allevato ed educato dagli dei”, anche se letteralmente sarebbe “Dei nutritori”. Vediamo ora le due figure. Quella sulla sinistra e’ in abito militare, con corona di alloro, mantello e scettro; chiaramente un sovrano che Goebl (salomonicamente) indica genericamente con K (kaiser in tedesco, che potremmo tradurre con "principe"). Quella sulla destra e’ nuda, con una clamide che scende giù dalla spalla sinistra. E’ Giove, il primo e il più rappresentativo degli dei. Ma di quale sovrano si tratta? Ho letto un po’ di cose, ma i dubbi restano. Dovrebbe essere proprio il giovane Salonino, innanzi tutto in quanto la moneta e’ sua. Poi in quanto riceve la Vittoria quale agente e beneficiario della stessa (con chiaro riferimento alla sua missione in Gallia come rappresentante della autorità imperiale) con il sostegno e l’appoggio degli dei che ne alimentano e sostengono le doti (soprattutto militari, ma non solo). Ma potrebbe anche trattarsi di una sorta di cerimonia di investitura divina al momento della assunzione del titolo di cesare (avvenuta in quell’anno), considerando il globo niceforo come simbolo del carisma imperiale e della virtus dinastica del giovane principe. Tuttavia, il sovrano ha la testa coronata di alloro e Salonino al momento della emissione della moneta era solo un cesare. Potrebbe quindi essere anche suo padre Gallieno? Lui, in quando padre, era colui che letteralmente nutriva e allevava Salonino, con il l’aiuto ed il buon auspicio degli Dei. Inoltre, Gallieno era pur sempre uno degli imperatori (con Valeriano I) e quindi fautore e beneficiario ultimo della vittoria in senso lato in quegli anni burrascosi. Infine: perché la legenda al plurale? Giove sarebbe qui, nel suo ruolo di padre degli dei, il rappresentante di tutte le divinità e questo spiegherebbe il titolo al plurale: gli dei tutti allevano ed educano il giovane cesare. Comunque (che sia Salonino o Gallieno) il sovrano era ancora vivo al momento della coniazione della moneta e pertanto non poteva essere divinizzato e associato agli dei. A meno che qui il termine “dio” sia attribuito per estensione proprio anche a Gallieno per esaltarne il ruolo di padre di Salonino così come Giove era il padre degli dei. Gallieno e Giove uniti nel sostenere Salonino. Mi farebbe piacere conoscere il vostro parere in proposito. Due parole ancora sullo stile: e’ quello “orientale” (siamo nella zecca di Antiochia). Si caratterizza per tratti del volto un po’ più magri ed allungati, più piccoli, ma comunque ben delineati e rifiniti anche se meno naturalistici. Questo stile “orientale” si protrarrà anche successivamente al periodo di cui parliamo nelle emissioni di Claudio II ed Aureliano un po’ in tutte le zecche orientali, non solo ad Antiochia, quindi. Gli antoniniani orientali si caratterizzano per un più alto quantitativo di argento rispetto agli analoghi contemporanei prodotti nelle zecche occidentali. Onestamente, non so a spiegare il motivo di questa differenza. Inoltre, guardando le monete in fotografia, devo dire che pare abbiano anche un metallo di aspetto diverso, un po’ più poroso, ruvido per così dire (cose che ho riscontrato direttamente sull’esemplare in oggetto). Ma magari questa e’ solo una mia impressione. Tornando al nostro, le emissioni di Antiochia per Salonino si caratterizzano per la legenda di rovescio P COR SAL VALERIANVS CAES, come sulla mia moneta. Per Salonino esistono anche altre emissioni “orientali” con una legenda di dritto diversa, ovvero SALON VALERIANVS NOB CAES che sono state attribuite ad una generica “Second Eastern Mint” la cui sede è stata assegnata dallo stesso Goebl a Samosata (sulla base dei tradizionali studi di Alföldi del 1937), sebbene ci siamo opinioni contrastanti; infatti, alcuni attribuiscono questa zecca a Emesa, o a Cyzico o addirittura ad una non precisata sede in oriente. Questa zecca deve comunque essere stata di una certa rilevanza se si pensa che nell’hoard di Qula (scavato nel 2016 nell’odierna Palestina), gli antoniniani assegnati al regno congiunto Valeriano/Gallieno provengono per il 72% dalla zecca di ‘Samosata’ e per il 28% dalla zecca di Antiochia. Come avete capire da questi minimi accenni ci sono molti punti oscuri circa le zecche orientali in questi periodi turbolenti, ma e’ normale, se pensiamo che era in corso una lunga e logorante guerra coi Sasanidi e che le zone di confine passavano spesso di mano e di conseguenza le zecche aprivano o chiudevano in rapporto agli eventi bellici. Comunque, io mi fermo qui in quanto non avrei le conoscenze e le capacità per andare oltre. Per chi volesse approfondire allegherò qualcosa in calce. Ecco un esempio assegnato alla “Second Eastern Mint” , una SPES PVBLICA: Come si vede molto simile come stile. Come raffronto della ritrattistica di Salonino in altre zecche abbiamo una PIETAS AVGG di Lugdunum: Ed una PRINCIPI IVVENT di Roma: Fonti: - Goebl - Wildwinds - Forum Ancient Coins - Bruno Bourdel: Les antoniniens emis sous le regne conjoint del empereurs Valerien et Gallien; III Monetae - Storiche: Epitome de Caesaribus, Historia Augusta, Zosimo, Zonara Per chi volesse approfondire gli aspetti dinastici/familiari ecco un assaggio: Per chi volesse approfondire il breve regno di Salonino come augusto con le sue rare emissioni ecco un articolo del nostro Grigioviola: Tre_nuovi_antoniniani_a_nome_di_Salonino (1).pdf Per chi volesse approfondire la questione intricata delle zecche orientali nel III secolo: 2016_A_Hoard_of_Antoniniani_from_Qula_At.pdf Poi...a voi! sul forum c'e' un tutto! Buona ricerca e buono studio. Ciao da Stilicho
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  13. Buonasera, si tratta di una nota riproduzione (Ergo Spalma Plasmon): https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/ErgospalmaPlasmon/dettaglio.html Qui il denario repubblicano originale emesso da L. Plautius Plancus: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G283/1
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  14. Due imitazioni dei bronzi di Alessandro Magno di tipo 8 nella classificazione di Reid Goldsborough, coniate probabilmente dai Traci che abitavano le zone a nord della Grecia corrispondenti all’attuale Bulgaria. Notare il nasone di Eracle al diritto e l’iconografia confusa del rovescio dove l’arco sul quale poggia la faretra nei bronzi ufficiali è diviso, il che indica che l'incisore non aveva capito cosa avrebbe dovuto incidere. Inoltre la clava sotto l'arco presenta noduli irrealisticamente grandi. apollonia
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  15. Complimenti ottima acquisizione! Lo SPL qFDC ci sta tutto!
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  16. Complimenti per la nuova aggiunta in collezione. Sempre monete top. Bellissima.
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  17. Complimenti a quanti hanno condiviso la Piastra 1838 con sottocorona rigato. La moneta in questione è ( a mio parere ) molto rara. I passaggi in Asta e/o vendite pubbliche sono veramente pochi ( non ho dati precisi, perchè devo estendere la ricerca). Si parla comunque di pochi esemplari oltre ai vostri. Mi sembra che il primo Studioso ( riportando un articolo di Luccioni ) a censire questa variabile sia stato Mario Traina. Come scritto da @Raff82, in seguito il compianto Mario Pin nel suo pregevole libro "Le Piastre da 120 Grana di Ferdinando II°", approfondì la tematica. correlando il fatto che le righe verticali corrispondono in Araldica al colore Rosso. Sul perchè solo nel millesimo 1838 sia presente questa particolare precisione, avanza anche un' ipotesi, che però non spiega il fatto che nei millesimi seguenti sia scomparsa e per quale motivo. Sarebbe molto interessante sapere le vostre ipotesi al riguardo. Buona Serata
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  18. 1890 Milano CARNEVALONE Bellissima medaglia fusa di mm.80, il Meneghino a braccetto con Sant'Ambrogio, in testa mitra vescovile e tiene nella mano destra la frusta come nelle monete, sotto a sinistra il tradizionale cappello a tre punte e la scrofa lanuta simbolo di Milano, a sinistra la scritta RESURECTIO, a destra CARNEVALONE 1890.
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  19. Complimenti come sempre! Nonostante i cataloghi non ne esaltino la rarità moneta difficile, soprattutto sopra lo splendido! un giorno sarebbe bello vedere una foto di insieme della tua collezione di mezze doppie che si sta facendo sempre più unica!!
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  20. @numys non ne sarà contento... pensava ad un piedone africano taglia 48 e non ad un piedino 35/36 femminile
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  21. Peso grammi 26,82 Lega: metalli bianchi Taglio con errori vistosi.
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  22. Buona Domenica Ciò che trovi oggi nel medagliere del Museo Correr è il coacervo di tanti lasciti avvenuti nel tempo da parte di insigni collezionisti. Teodoro Correr, Domenico Zoppetti, Federico Garofoli, Emmanuele Cicogna, Ascanio Molin, Nicolò Papadopoli ed altri. Ai tempi della compilazione del libro del Werdnig "Die Osellen ...." ( dovrebbe essere del 1889) le monete di Venezia erano sparpagliate tra il Museo Correr, dove Teodoro Correr aveva depositato la sua collezione (non esclusivamente di monete) e la Marciana, che oggi svolge quasi esclusivamente la funzione di biblioteca e forse anche altrove. Certamente non c'era la collezione del Papadopoli, che fu donata a Venezia solamente nel 1922. saluti luciano
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  24. Riavviamo questa discussione, purtroppo è passato diverso tempo ma, ahimè il lavoro è tiranno. Iniziamo con il precisare chi fosse il senatore McCarthy. Egli era il Senatore repubblicano del Wisconsin sin dal 1947, tuttavia durante i primi anni di mandato non era molto conosciuto all'infuori del suo stato di provenienza. Poi nel febbraio del 1950 fece un famoso discorso in cui dichiarò di possedere una lista con i nomi dei simpatizzanti comunisti e delle spie sovietiche nel Dipartimento di Stato, con ciò scatenando un autentico putiferio a livello mediatico. Joseph McCarthy continuò la sua campagna anti-sovietica con numerose dichiarazioni dello stesso tenore, allargando i sospetti a tutti i gangli dell'amministrazione statunitense, all'esercito ed a vasti settori del mondo dello spettacolo e della cultura. Il senatore del Wisconsin divenne, pertanto, l'uomo politico del momento ed iniziò ad acquisire una grande influenza. I suoi detrattori lo accusavano di essere un fanfarone ed il personaggio era certamente particolare, egli millantava ad esempio di essere stato un eroe di guerra sul fronte del Pacifico, ma in realtà le poche missioni aeree cui aveva partecipato come mitragliere/osservatore non erano mai state coinvolte dai combattimenti. Vero è che, quando si arruolò nel 1942 lo fece come volontario, dato che sarebbe stato esentato per il suo ruolo di giudice, in quanto già nel 1939 era stato eletto Procuratore Distrettuale sempre nel Wisconsin. Di certo, nell'immediato secondo dopoguerra era di moda nel mondo politico esagerare le proprie gesta militari per trarne vantaggi elettorali.
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  25. @demonetis ti aggiorno. Ho deciso di pubblicare il nuovo aggiornamento con il Circolo di Nepi. Quindi credo che uscirà con il consueto numero di Appunti Numismatici nel prox gennaio.
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  26. Vittorio Amedeo III mi ha detto che non era giusto privilegiare sempre Carlo Emanuele III, e quindi:
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  27. "grande esperto": assolutamento no!! Figuriamoci, neanche l'ombra. Diciamo che mi piacciono, ne sono incuriosito e nel contempo raccolgo anche del materiale bibliografico vario sull'argomento. Vero che che ultimamente vi è un gran interesse verso le Oselle. Parecchie aste ne sono provviste anche in buone/ottime condizioni direi. L'asta cui ti riferisci ne è un esempio. Ho preso naturalmente degli esemplari per la mia collezione. Buona domenica, Domenico
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  28. Ti rinnovo i complimenti anche qui @dabbene. A te e a tutto il gruppo. Ci vediamo a Verona!
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  29. Ringrazio molto @Rapax per questo approfondimento che arricchisce e completa la discussione anche con contributi di livello. In effetti, parlando del giovane Salonino non si può non fare riferimento al giovane Valeriano II, entrambi ragazzi cresciuti troppo in fretta. Come ho letto nell'interessante articolo che hai allegato dietro queste emissioni per i giovani cesari vi e' il desiderio del padre Gallieno di propagandare i due figli come portatori di una nuova età dell'oro, una renovatio del novum saeculum, come hai sottolineato tu poco sopra. Il tutto rientra in una chiara politica dinastica iniziata da Valeriano I che per l'appunto, come ho detto su, si augurava e si proponeva di creare una discendenza adatta a garantire un periodo di prosperità e stabilità, ovviamente con la protezione degli dei. Gallieno ha addirittura fatto un ulteriore passo indietro nel ricostruire ed esaltare la sua dinastia. Sua madre Mariniana era originaria di Falerii, in Etruria, dove Giove era particolarmente venerato come si può vedere da questo medaglione d'oro di Mediolanum che mostra al dritto Gallieno e Salonina faccia a faccia ed al rovescio una legenda PIETAS FALERII che circonda due infanti che suggono il latte da una capra, con una aquila in campo destro ed un fulmine in esergo (chiari riferimenti a Giove). Questa e' l'unica immagine che ho trovato (e solo del rovescio): Ora, secondo Babelon i due fanciulli rappresenterebbero le due versioni di Giove venerate a Falerii, ovvero Dijovis (Giove buono) e Vejovis (Giove cattivo). Invece Alfoldi identificava uno dei due infanti come Giove e l'altro come Salonino, il figlio più giovane di Gallieno e Salonina che viene identificato come il portatore di una nuova età dell'oro. I due studiosi concordano sul fatto che uno dei due bambini sia Giove per la presenza dell'aquila e del fulmine. Fonte: N. M. Mcq. Holmes, Some note of the IOVI CRESCENTI coinage of Valerian II, The Numismatic Chronicle, vo. 177 (2017) , pp: 153-158 Parlando di Pietas e' necessario ricordare cosa si intendesse con questa parola. Essa non corrisponde alla "pietà" in senso moderno ne' alla "carità" cristiana. La pietas esprimeva il senso del dovere, del rispetto ed anche della devozione dovuta in primo luogo agli dei, ma anche alla patria ad alla famiglia. Ecco che il cerchio si chiude con la moneta citata su da Rapax con al dritto la PIETAS SAECVLI ed al rovescio la capra Amaltea andante a sinistra e la legenda IOVI EXORIENTI e di cui ho solo trovato questa brutta immagine dalla stessa fonte citata su: Qui viene indicato come un unico medaglione di bronzo conservato "in national collection" (?) a Parigi ed assegnato alla zecca di Viminacium. Buona domenica da Stilicho
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  30. Mah. Non sono di certo un esperto di questa monetazione, ma dico la mia .... Noto che le lettere non sono contornate da depressioni date dall'azione del punzone sul conio . In nessuna lettera E ciò fa dubitare. Noto ancora che quasi tutte le lettere non presentano un tratto livellato. Tutti i tratti sono "ondulati", presentando depressioni. Non è normale. Non fa pensare a punzoni impressi con precisione, ma a lavoro fatto a bulino o con punzoni piccoli e non costruiti specificatamente per l'incisione dei coni. E comunque tanta incertezza nell' incisione dei coni, non spiegabile per questa tipologia. E poi ? un mezzo denaro con le stesse legenda e figure del denaro? Non conosciamo il diametro ( chi vende monete e non mette diametro e peso dovrebbe non vendere monete) , ciò ci avrebbe dato sicurezza nell'interpretare questa moneta. Se qualcuno pensa di acquistare questa moneta, spero che prima perda qualche minuto per chiedere il diametro. Ma forse non è neppure necessario. Come ho detto non conosco queste monete, ho guardato una foto, .... ma "mi puzza".
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  31. Il primo è un’Imitazione barbarica di un bronzo di Alessandro Magno, evidente dallo stile grossolano e dalla scritta che indica che l’incisore non sapeva leggere il greco. Il secondo è probabilmente un’imitazione contemporanea per l’analogia dello stile e dell’iscrizione con le emissioni ufficiali. apollonia
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  32. Salve. Complimenti a voi tutti! Una moneta che da sempre ha suscitato il mio interesse, anche se non l’ ho ancora in collezione. Non è di facile reperimento. Sentiti saluti.
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  33. Questa è un'altra cartolina in bianco e nero con colorazione successiva che racconta il trasporto della farina che avveniva con carri trainati da animali da soma che permetteva l'approvvigionamento dei paesi: Cartolina viaggiata del 1905 e inviata oltreoceano ai propri cari emigrati in cerca di lavoro con la speranza di poter cambiare la propria vita come tanti italiani: Come ha evidenziato @nikita_ la colorazione ha fatto perdere la definizione dei volti ma non le caratterizzazioni e i valori contenuti nell'immagini:
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  34. Tanti spunti oggi a Bologna iniziamo con i giovani premiati del Premio Mario Traina
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  35. Ciao @Terkel, per quanto riguarda il primo quesito, ti confermo che il testo del Werdnig non cita esplicitamente una collezione. Fa un elenco di enti e soggetti da cui ha tratto gli esemplari poi raffigurati nelle tavole (ti faccio una foto e poi la posto a seguire). Invece, il testo in italiano è diverso nel senso che non sono riportate le tavole e quindi gli esemplari ivi contenute (a mio modesto avviso, sbagliando) ma vengono riportate le serie di due collezioni di privati che volutamente sono rimasti oscurati (nel testo si parla del collezionista A e del collezionista B). Domenico
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  36. Buona sera a tutti. Bellissimo post sulla moneta che rappresenta una pregevolissima espressione dell'arte barocca in numismatica. Grazie @Asclepia. Partecipo a questa rassegna di Sebeti con uno dei miei quattro esemplari... con quello più raro, seppure non proprio ben conservato: il 1736 G: H: Cordialità
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  38. Ho sempre ritenuto molto notturno il tema principale della musica di Twin Peaks. Lo dedico a voi tutti. Buonanotte.
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  39. 1893 VERONA COMITATO CARNEVALE FIERA GASTRONOMICA
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  40. Il mio. Taglio con treccia in rilievo e assi orientate alla tedesca. Rovescio.
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  41. CARNEVALE VERRONE Provincia di Biella, Piemonte
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  42. Questo è il terzo esemplare, per adesso.... qui si vede magnificamente !! La M di Michele, molto più piccola, barra orizzontale che la sovrasta.
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