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  1. L. Licinio Lucullo

    L. Licinio Lucullo

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/10/22 in tutte le aree

  1. Buona sera Daniele. Quantificare il valore di una banconota, così come per le monete, è una questione molto specifica: voglio dire che dipende non solo dalla rarità della tipologia in genere ma molta parte la gioca la specifica conservazione della singola banconota. Per esempio, se guardi un catalogo vedrai che molte tipologie hanno diversi decreti e che ogni decreto ha valori diversi a seconda che la specifica banconota si trovi in conservazione MB, BB, SPL o FdS. Quindi non basta avere un riferimento di massima per la rarità della tipologia/decreto ma bisogna saper valutare approssimativamente la conservazione. In pratica, ogni banconota/moneta è unica e in buona parte fa storia a sé. Non solo, ma come per il mercato azionario, anche il mercato numismatico segue delle tendenze, in certi periodi al rialzo in altri al ribasso. Il catalogo, invece, per sua natura non rileva i movimenti di mercato, è come se fosse una istantanea del mercato al momento della sua redazione. Per giunta, molto spesso, i prezzi di catalogo risultano gonfiati. Come fare allora? Il mio approccio è quello di stimare una media delle aste vendute recentemente e per fare questo io guardo su internet. Notare che ho detto "aste VENDUTE", non quelle in vendita e non ancora acquistate. Questo perché un venditore può chiedere il prezzo che vuole ma non è detto che lo ottenga. Quando la domanda di un certo prezzo incontra l'offerta di quel prezzo, allora quella cifra è una buona indicazione del reale valore di mercato IN QUEL DATO MOMENTO. Naturalmente, può capitare che un venditore fortunato abbia incontrato un collezionista molto desideroso di comprare quel particolare pezzo, o viceversa che un fortunato acquirente sia incappato in un venditore sprovveduto che vendeva sotto il prezzo di mercato. Per questa ragione è opportuno considerare più compravendite chiuse e stimarne la media. Puoi andare su ebay, digitare nella finestra di ricerca la tipologia che ti interessa e ricordarti di spuntare l'opzione "oggetti venduti" a sinistra: ti si aprirà una pagina di aste chiuse con i vari prezzi di vendita effettivamente PAGATI. Osserva bene il decreto e lo stato di conservazione delle singole banconote, aggiungi le spese di spedizione e avrai una panoramica aggiornata del valore di mercato x quel decreto/tipologia. Personalmente uso i cataloghi per la preziosissima disamina storica e per avere una lista completa dei decreti e delle tipologie, ma tendo a non dare troppa importanza alle indicazioni di prezzo, che spesso sono davvero fuorvianti. Perdona la lungaggine ma questo è un argomento molto complesso che ho cercato di semplificare per come ho potuto.
    5 punti
  2. Una volta lessi un autore (purtroppo non ricordo quale) che paragonava il tradizionalismo romano alla gestione di un magazzino, dive le cose sono state ammucchiate, nei secoli, dal fondo verso l'ingresso. Quindi, quando apri, vedi le cose più moderne; se però scavi, dietro di quelle trovi cose antiche, antichissime. Da questo punto di vista, la figurs di Vesta mi ha sempre affascinato. Scavando dietro al suo culto, si intravede ancora viva una tradizione preistorica, proveniente direttamente da popolazioni che sapevano conservare il fuoco, ma non accenderlo. Sembra di guardare negli occhi un'epoca remotissima
    4 punti
  3. Questa volta in coppia con la tua ragazza, la prima donna nel Gazzettino… anche questo dopo tanti giovani autori presenti in questo numero è’ un gran bel segnale !
    3 punti
  4. Sempre un'emozione l'uscita del nuovo Gazzettino! Ci sarò ancora, anche come Autore!
    3 punti
  5. E a quelli che sono ancora scettici, consiglio di dare un rapida lettura ai titoli dei quotidiani - tranne la Pravda, quella no! Servus, Njk PS: per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_dell'Europa
    3 punti
  6. Felice e onorato di esserci anche io?
    2 punti
  7. Essendo tra chi ancora credeva a questa grande ed emozionante occasione numismatica, ci sarò sabato e al pranzo assieme alla mia ragazza!
    2 punti
  8. Ciao @Tinia Numismatica, fatto? ANTONIO
    2 punti
  9. Buongiorno, la presentazione che Vi propongo è un piccolo lavoro incentrato sulla Britannia e i suoi riflessi nella monetazione imperiale romana. Non è definitiva (alcune monete sono difficili da reperire come immagine) ma ritengo di aver raccolto un discreto catalogo tematico. Buona lettura! Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e ai Severi. PROLOGO: L’esistenza della Britannia era nota alle popolazioni mediterranee fin dall’antichità classica grazie alle rotte commerciali di greci e cartaginesi finalizzate al reperimento di minerali ricchi di stagno di cui l’isola britannica era ricca. Le imbarcazioni, una volta superate le Colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra), costeggiavano le coste atlantiche spagnole e francesi e raggiungevano la Manica. Per i Greci le isole britanniche infatti avevano assunto il nome di Cassiteridi (Κασσίτερος / Kassiteros = isole dello stagno) e vari geografi greci ne diedero descrizioni perlopiù vaghe o riportate. Le prime citazioni nei testi latini riferite all’isola britannica risalgono al De bello Gallico di Giulio Cesare dove è riportato che durante la campagna gallica le popolazioni isolane fornivano appoggio alle tribù galliche continentali contro i Romani. E’ tuttavia verosimile ritenere che le motivazioni che spinsero Cesare ad invadere la Britannia fossero molteplici e tra queste la ricerca di fama e gloria personale e la possibilità di ottenere magari ulteriori richezze. Cesare condusse a scopo intimidatorio due spedizioni sull’isola, una con forze militari contenute (quasi una sorta di esplorazione) nel 55 a.C. e una seconda l’anno seguente con l’impiego di ben 5 legioni, 2000 cavalieri e 800 navi da guerra e da carico. In quest’ultima, dopo una prima vittoria romana i Britanni attaccarono il campo romano; il contrattacco portò i Romani ad avanzare nei territori britannici, conquistando anche un oppidum locale. Alla luce della malparata, il principe britanno Cassivellauno comandante della coalizione fu costretto a mediare la pace con Giulio Cesare, raggiunta con l’aiuto di alcuni capitribù filo-romani. Fu stipulato il pagamento di un tributo annuale e la consegna di ostaggi; oltre a ciò fu sancito che le tribù britanniche alleate di Roma non venissero attaccate dalla fazione anti-romana pena un intervento militare da parte di Roma. Stabilito ciò, Cesare rientrò in Gallia: l’isola britannica era entrata nella sfera d’influenza romana pur senza alcuna reale conquista territoriale ma mediante la creazione di una serie di clientele e di rapporti diplomatici e commerciali. Questo sistema resse per un po’ di tempo, con l’invio di ambasciatori tra le due parti e il rafforzamento degli scambi commerciali: Ottaviano pianificò più invasioni mai messe in pratica e lo stesso accadde per Caligola (40 d.C.). LE CAMPAGNE MILITARI ROMANE Parte 1 – da Claudio a Commodo 43 d.C. – La conquista romana della Britannia Nel tempo le frizioni ed i contrasti tra tribù britanniche si acuirono anche con appelli all’intervento militare di Roma da parte di principi tribali alleati; le richieste d’intervento rimasero inascoltate dagli Imperatori romani fino a che queste divennero il comodo casus belli per Claudio. Questi, desideroso di celebrare la propria gloria con una conquista militare prestigiosa (si trattava pur sempre di una terra lontana e poco conosciuta ma la cui conquista era sfuggita a vari suoi famosi predecessori) accolse l’esortazione all’intervento militare romano posta da Verica, principe britannico della tribù degli Atrebati, già alleati di Giulio Cesare, deposto ed espulso da Caratacus, capotribù dei Catuvellauni. Il grosso dell’esercito romano costituito un contingente militare composto da quattro rodate legioni (II Augusta, IX Hispania, XIV Gemina e XX Valeria Victrix) affiancate da circa 20.000 truppe ausiliarie batave sbarcò nelle coste meridionali dell’isola al comando di Aulus Platius (Alio Plauzio) e di altri comandanti tra i quali Titus Flavius Vespasianus, il futuro imperatore. Le truppe romane sconfissero i Britanni guidati da Caratacus e dal fratello Togodumnus (Togodumno) nei pressi dei fiumi Medway e Tamigi, conquistarono la capitale cateuvellauna Camulodunum (Colchester) ed imposero il dominio romano nel sud dell’isola britannica. Per avanzamenti successivi nei successivi quattro anni di conflitto Roma potè vantare la conquista di tutta la Britannia meridionale esclusi i territori dell’attuale Galles che vennero acquisiti successivamente con varie campagne militari (nel periodo 60 - 78 d.C.).
    2 punti
  10. Buona Serata a Tutti, posto la mia Piastra 1845. Ciao
    2 punti
  11. Sarà mica la prima banconota fimata da Lagarde in persona? Puoi per favore controllarne le dimensioni? Appunto! ? ===== Credo inoltre che sia una comune banconota, null'altro. Servus Njk
    2 punti
  12. Ciao a tutti, "La storia non si può cancellare" e ciò ci viene ricordato ogni qual volta sotto l’effige o lo Stemma fa capolino la moneta del precedente Sovrano. Un saluto Raffaele.
    1 punto
  13. Concordo con Mario
    1 punto
  14. Purtroppo non riuscirò a liberarmi (semmai lo saprò solo all'ultimo), peccato perché è una esperienza davvero emozionante: vedere il trolley di Mario, ritrovarsi intorno ad un tavolo a dissertare di monete e non solo...spero solo che avanzi un gazzettino e che presto in un'altra occasione possa ritrovarvi!
    1 punto
  15. Giusto Mirco, il pranzo è’ una occasione, una opportunità, peccato se uno c’è mancarla, poi dobbiamo festeggiare il Gazzettino 9 e non è’ poco esserci arrivati …
    1 punto
  16. E' lei, forse dovevo nasconderla di più!
    1 punto
  17. Ciao presente anche al pranzo come al solito in due Silvio
    1 punto
  18. Oltre che nel ritratto sui denarî RRC 406/1, 413/1, 428/1 e 428/2 citati da Rapax, Campana e Amisano la identificano anche nel ritratto sull’aureo RRC 466/1 (invero, abbastanza differente dai precedenti), Alteri in quello sul denario RRC 419/3 e nella figura, stante o seduta, sugli aurei RRC 494/1 e 512/1 e sul denario RRC 512/2. Forse, infine, compare anche su un quinario cesariano, RRC 452/3.
    1 punto
  19. https://en.numista.com/catalogue/pieces3311.html Provo con un Cent dell'Indocina francese
    1 punto
  20. @Nicodemus complimenti! Come sai, queste sono emissioni che mi affascinano e che conosco, per ora, molto poco! Stasera le analizzerò su un monitor più grande! Grazie
    1 punto
  21. "Un'effige femminile velata e severa nell'aspetto, quale si conveniva alla più nobile, casta e pura divinità della religione romana, con l'orecchio nascosto e senza gioielli". Così Alteri, Tipologia delle monete della Repubblica di Roma, descrive il ritratto.
    1 punto
  22. 1 punto
  23. Il modulo per le emissioni filateliche , lho ricevuto 2 ore prima ?
    1 punto
  24. Il nuovo MIR attribuisce queste monete a Clemente XII. È una novità assoluta che,spero, venga recepita nel catalogo lamonetiano e nei nuovi cataloghi d'asta.
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  25. Caro @numa numa, come sai personalmente non riesco ad apprezzare pienamente le monete se non entrando a fondo nel loro intimo funzionamento nelle diverse epoche e zone, è uno degli argomenti di maggiore complessità storica proprio perchè profondamente interrelato con tutti gli altri ambiti della civiltà umana, e in quanto tale suscettibile di sempre nuove scoperte, interpretazioni e comprensioni, davvero studiare la storia della moneta conduce ad ampliamenti della coscienza storica illuminanti quanto insospettabili per i profani di questo tema... per questo motivo, oltre alla intrinseca "libridine" bibliofila che mi connota, non posso fare a meno di procurarmi libri che trattino la moneta in particolar modo dal punto di vista della storia economica e monetaria , molte di queste opere sono purtroppo sconosciute o trascurate dai collezionisti ed è un gran peccato, quanto piacere neuronale in più potrebbe dare la conoscenza sempre più approfondita della vita reale e autentica dei nostri amati tondelli...
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  26. Si puo' affermare , con una buona probabilita' di verita' , che la scoperta prima e poi l' addomesticazione del fuoco avvenuta circa 120.000 anni fa , seguita molto tempo dopo dall' invenzione della ruota intorno al 3500 a.C. , hanno segnato entrambe una svolta decisiva verso l' inizio della civilta' umana .
    1 punto
  27. Gens Plutia Questa Gens non ha lasciato alcuna traccia nella storia di Roma e se non fosse per la presenza di questo Denario a nome di Caius Plutius , che fu Questore in una data imprecisata , sarebbe ignota . Il Denario viene da alcuni datato al 121 a.C. Theodor Mommsen , il grande storico tedesco del XIX secolo (Storia di monete romane) pensava che il nome non sia stato Plutia ma da assimilare con le Gens Plautia o Plozia , pero’ diverse . Caius Plutius è l' unico membro della Famiglia ad aver coniato monete nel 121 a.C. , i due Consoli erano Quinto Fabio Massimo Allobrogico e Lucio Opimio . Denario , al D/ : testa elmata ed alata della dea Roma , dietro X , al R/ : C. PLUTI , i Dioscuri al galoppo a destra Gens Procilia La Gens Procilia era una famiglia plebea minore dell' antica Roma . I membri di questa Gens sono menzionati per la prima volta durante l' ultimo secolo della Repubblica , ma pochi di loro ottennero una posizione di rilievo nello stato romano e sono meglio conosciuti grazie allo storico Procillius , contemporaneo di Cicerone , la cui opera perduto e' perduta , ma e' citato come fonte dagli antiquari romani . I Procilii potrebbero provenire da Lanuvium , antica città del Lazio . A tale origine sembra alludere una moneta emessa dai Procilii , raffigurante Giunone Sospita , il cui culto era incentrato proprio a Lanuvio . Il nomen Procilius appartiene a una classe comune di gentilizi derivata da nomi che terminano con il suffisso diminutivo '-ulus' . In questo caso il nome è un cognome patronimico derivato dall' antico praenomen Proculus , che Festo riferì fosse originariamente dato a un bambino nato quando il padre era lontano da casa , sebbene il nome abbia anche l' aspetto di un diminutivo di qualche altra parola o nome, come procus , corteggiatore , o forse più probabilmente procer , principe . Proca , altra possibilità , era il nome di uno dei leggendari Re di Alba Longa , città madre di Roma e potrebbe essere la radice del nome , forse con lo stesso significato di procer . In epoche successive , Proculo fu ampiamente utilizzato come cognome , e diede origine al diminutivo cognomen Procillus , con il quale Procilio è facilmente confondibile . Alcuni Procilii : Lucius Procilius L. f. , Triumvior monetale nell' 80 a.C. Le sue monete raffigurano Giunone Sospita , alludendo alla sua origine lanuviana . Procillius , storico vissuto al tempo di Cicerone , che scriveva di argomenti geografici . Fu citato da Varrone e Plinio , e fu ammirato da Atticus , la cui opinione non fu pero' condivisa da Cicerone . Lucio Procilio, tribuno della plebe nel 56 a.C. , lui e due dei suoi colleghi fecero ritardare le elezioni per l' anno successivo e furono perseguiti da Publio Clodio Pulcher nel 54 , sebbene il solo Procilio fosse condannato . Potrebbe essere la stessa persona dello storico Procillius . Denario , al D/ : S.C. , testa laureata di Giove a destra , al R/ : L. PROCILI F. , Giunone Sospita a destra con lancia e scudo , in testa una pelle di capra , sotto un drago . Denario , al D/ : S.C. , testa di Giunone Sospita con pelle di capra in testa , al R/ : L. PROCILI F. , Giunone Sospita armata di lancia e scudo con testa coperta di pelle di capra , su biga che corre a destra , un drago sotto i piedi dei cavalli . Gens Proculeia La Gens Proculeia era una Famiglia plebea minore dell' antica Roma. I membri di questa Famiglia sono menzionati per la prima volta alla fine della Repubblica . Gaio Prouleio era uno dei più fidati amici e consiglieri di Ottaviano , uno di quelli che Ottaviano considerava come un possibile erede . Nessuno dei Proculeii ottenne mai il consolato , ma un certo numero è noto dalle iscrizioni . Il nomen Proculeius appartiene ad una classe comune di gentilizi che termina nel suffisso diminutivo '-eius' , spesso anche se non esclusivamente formato da altri nomi che terminano in '-a' o '-as' , in questo caso il nome è un cognome patronimico derivato dall'antico praenomen Proculus . Come per la Gens Procilia descritta in precedenza , che inizia per "Proc." , Festo riferì essere stato originariamente dato a un bambino nato quando suo padre era lontano da casa , sebbene il nome abbia l' aspetto di un diminutivo di qualche altra parola o nome , come procus , un pretendente , o forse più probabilmente procer , un principe . Proca , a volte data come Procas, un' altra possibilità , era il nome di uno dei leggendari re di Alba Longa, la città madre di Roma nella storia e potrebbe essere la forma radice del nome , forse con lo stesso significato di procer . Numerosi furono i Proculeii conosciuti nella storia di Roma . Gaio Proculeio L. f. , coniò una moneta recante la testa di una figura incerta e sul rovescio una bipenne , o ascia a due teste ; emise due monete , un Denario e un piccolo bronzo . Denario , al D/ : testa diademata di Giove a destra , dietro in monogramma KO , al R/ : C. PROCULEI L. F. , nel campo una razza . Bronzo , al D/ : testa laureata di Giove a destra , dietro in monogramma KO , al R/ : C. PROCULEI L. F. , ascia bipenne . Di C. Proculeio non ho trovato in rete nessuna moneta da riprodurre nell’ articolo . Le due monete sopra descritte sono pero’ presenti in disegno nel Babelon . Fonte : Mommsen , Varrone , Plino , Cicerone , wikipedia , babelon
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  28. Direi antoniniano di Aureliano con IOVI CONS AVG. Arka Diligite iustitiam
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  29. Ciao MasBlanco,la risposta è semplicissima:L'anno 2015 indica l'anno in cui è stato messo in circolazione il disegno di quella specifica banconota,non la data in cui la ha firmata il Governatore della BCE
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  30. Anche per me puoi spenderle,sia le 100 che le 50,se le 50 avessero avuto o uno 0,o u 5,o un 8,associati al posto de 76 iniziale,allora sarebbero potute essere interessanti,ciao e continua a cercare
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  31. DISTINTA DI VERSAMENTO DI BANCA Buona giornata da Stilicho
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  32. Visto che si tratta di una moneta falsa, mi chiedevo se questa patina artificiale sia frutto di bagni a base di zolfo. E poi qualcuno mi può spiegare come fa una casa d'aste seria come Bolaffi (con i suoi esperti), ad incappare in simili patacche?
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  33. Verguenza, direbbero se non sbaglio in Spagna! Non ho parole. Invece di compensare come merita il privato che collabora, spende del suo e non ruba, lo si liquida con fastidio con un pugno di semi di zucca e si nasconde persino il ruolo fondamentale che il privato ha svolto in favore della collettività in questo caso. Niente, si possono fare tavole rotonde, quadre o romboidali, ma per lo stato i privati, che siano imprese che danno una mano fattiva, oppure semplici appassionati collezionisti di monete, rimangono un fastidio, possibilmente da cancellare. Dico io: ma se in questo caso avessero rubato le monete e le avessero immesse clandestinamente sul mercato, alla collettività cosa sarebbe rimasto? Invece di premiare, cosa prevista dalla legge peraltro, l'esempio onesto e virtuoso, si finisce per incentivare il malaffare? Che stato siamo e soprattutto che gente sono i funzionari, i dirigenti deputati a decidere? Come infinitesima parte di quello stato mi vergogno.
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  34. Che la moneta non e’ mai neutrale non potrebbe essere piu’ vero. Essa e’ uno strumento e risponde ai precisi criteri di chi la impone ( vedi scelte fatte al tempo dell’introduzione dell’euro … ma non voglio aprire il vaso di Pandora). mi piacciono molto questi confronti - grazie @Matteo91 e @talpa sulla moneta non come oggetto di studio e collezionismo bensi dal lato economico come strumento ‘monetario’ . E’ una tematica molto complessa ma assolutamente affascinante e ogni tanto fa bene parlarne ?
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  35. Concordo, Severo Alessandro, forse per Tessalonica per la legenda AVTOK CEV ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ. Una proposta prudente, perché del rovescio si vede pochissimo: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/202
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  36. ciao @Zanzaretta007 Ma perché Gallica? Questa moneta è molto rovinata, con rilievi assenti o parassiti (il ritratto è distorto e il metallo sembra persino sciolto o appiattito alla base del collo) Con la moneta in mano, hai un’interpretazione possibile per quanto riguarda il rovescio? Intanto se vuoi rispondere a chi ha provato di aiutarti? È sempre gradito. https://www.lamoneta.it/topic/206670-moneta-greca-1/ https://www.lamoneta.it/topic/206674-moneta-romana-provinciale-3-antonio-pio/ https://www.lamoneta.it/topic/206673-moneta-romana-provinciale-2/
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  37. Proseguo con l'altro esemplare del 1671 secondo tipo successivo a quello di stile più arcaico.
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  38. Ciao a tutti! Posto qui uno dei due tipi di reale del 1671, diciamo il tipo più arcaico!
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  39. Ma come cacchio è che tutti trovano banconote, lingotti d'oro, pepite, diamanti in cassetti/cantine/soffitte mentre io trovo solo polvere, scarafaggi, scolopendre e topi morti ?? Mannaggia come è brutta l'invidia!! ? Bel ritrovamento! ?
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  40. Il tutto rientra nella normalità, come le banconote da 5 euro Draghi e/o Lagarde 2013 e le banconote da 10 euro Draghi e/o Lagarde 2014. esempio: Personalmente queste banconote le spendo solamente
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  41. DE GREGE EPICURI E' uscito un volume su Tesoro di Como, consultabile e scaricabile dal sito: http://www.numismaticadellostato.it Tutte le schede delle monete, con foto, sono consultabili da qui: https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/patrimonio/vetrine/como/visita?codMuseo=17
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  42. Ottima iniziativa
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  43. Con i più sentiti ringraziamenti e cordiali saluti.
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  44. Tra Magna Grecia e Sicilia: il caso di Skylletion Molteplici sono i casi di monete rinvenute nell’Italia meridionale per le quali il centro di emissione e la peculiare tipologia restano di controversa definizione. L’assenza di solidi elementi di ancoraggio e di puntuali confronti impediscono infatti sia di definire a pieno gli aspetti squisitamente numismatici sia generano non poche difficoltà sul piano della valutazione cronologica e dell’inquadramento storico. Exempli gratia un esemplare (unicum) con testa di Sileno/due chicchi di grano entro quadrato incuso e iscr. ΣVΡΑ(?), oggetto di studi abbastanza recenti e a cui particolare attenzione è stata dedicata proprio all’interno del forum: https://www.lamoneta.it/topic/202880-le-prime-di-siracusa/ Un ulteriore caso di studio, non meno dibattuto, è rappresentato da una serie ben nota su base bibliografica dalla fine del XIX secolo, se non prima, il cui computo degli esemplari si è implementato in progresso di tempo valicando ampiamente le 50 unità. Si tratta di monete in bronzo anepigrafi con moduli compresi tra 22 e 17 mm caratterizzate dai seguenti tipi (fig. 1) : D/Testa maschile a s. con elmo conico (pileus?) talora laureato. R/ Scylla a s. con braccio d. proteso e remo nella s. 1 - Künker 318, 2019, 290 (ex Savoca N. 10, 2016, 26) Sul piano ponderale i valori risultano compresi tra gr. 13,16 e 5,13 benché numerosi valori degradati (anche in modo intensivo) derivano in massima parte dal notevole grado di usura dei pezzi, che in ogni caso registrano un complessivo addensamento delle frequenze nella fascia compresa tra a gr. 7,30 e 7,20 circa. Interpretazione Per il carattere anepigrafo e la peculiare tipologia le monete in oggetto, buona parte delle quali riconiate su litre dionigiane del tipo testa di Athena/ippocampo (fig. 2), appaiono nella storia degli studi numismatici alquanto dibattute. 2 - CNG-Triton V, 2002, 193 SICILY, Mercenaries? Circa 344-336 BC. Æ Litra (8.62 gm). Male head left, wearing pileus / Skylla left, holding club over left arm. SNG ANS 800 (Skylletium in Bruttium); Calciati III pg. 319, 1; SNG Copenhagen 1992 (Skylletium); SNG Morcom 878; Laffaille -; Virzi 457 (Skylletium). Near VF, brown patina. Appears to be overstruck on a Syracusan litra, Athena/Hippocamp (Calciati II pg. 87, 42), with a trace of the hippocamp's tail visible on the pileus. Often attributed to Skylletium in Bruttium on the basis of the Skylla on the reverse, this type has been found in excavations in Locri and in north-central Sicily, and as is the case with this coin, is often times overstruck on a Syracusan litra. Una breve messa a punto della questione in J. Morcom, “Some South Italian Questions”, in S. Mani Hurter-C. Arnold-Biucchi curr., Pour Denyse. Divertissements Numismatiques, Bern 2000, 161-3; M.H. Hansen – Th.H. Nielsen curr., An Inventory of Archaic and Classical Poleis, s.v. Skylletion, 258. Generico risulta invece l’inquadramento di Rutter (HN, p. 192, n. 2565). L’attribuzione è stata negli studi numismatici alquanto controversa e l’emissione riferita a centri diversi: a) Cuma (Head, HN, 37) b) Skylletion/Scolacium (odierna Roccelletta di Borgia, CZ: Sambon 1870, 358 e pl. XXIV, 37; Garrucci 1885, 161, tav. CXIII, 25. V. in proposito M. Govers Hopman, Scylla: Myth, Metaphor, Paradox, Cambridge 2012, 146). c) Sicilia (Calciati) d) Settore meridionale della Calabria (phrourion di Scylla: Castrizio) a-b) Tralasciando l’ipotesi dell’attribuzione a Cuma, ormai definitivamente abbandonata, uno dei principali elementi addotti a favore della localizzazione del centro di emissione nella greca Skylletion, risiede nell’interpretazione dell’immagine del rovescio (Scylla) come “tipo parlante”, allusivo al nome di un centro ben noto alle fonti letterarie. Esse, tuttavia, prospettano localizzazioni differenti: città della Sicilia (Steph. Byz. s.v. Skylletion fr. 320 Lasserre; Lycophr., Alex., 852-5); territorio gravitante in orbita crotoniate fondato dall’ateniese Menesteo e collegato ai nostoi (Strab. VI 1, 10 C 261. Cfr. Plin., NH III, 95; Solin. II, 10) o da Ulisse che nella tradizione post-virgiliana (Serv. ad Aen. III, 553: navifragum Scylaceum) vi avrebbe fatto naufragio, una testimonianza che forse evidenzia la pericolosità e l’insidia dei venti che dovette essere sperimentata anche dai Romani all’altezza del golfo di Scillezio. Ai dati forniti dalla tradizione letteraria si aggiungono quelli delle esplorazioni archeologiche condotte nel secolo scorso, a seguito delle quali Skylletion venne identificata con Roccelletta di Borgia (CZ), benché l’originario assetto urbanistico della colonia greca appaia non più visibile in quanto del tutto obliterato dalle strutture di epoca romana. Per l’età greca la documentazione restituita risulta scarsa e desultoria e limitata a materiale ceramico attico a figure nere databile nella seconda metà del VI secolo a.C. e a più tardi frammenti a figure rosse di età ellenistica. Sulla base di un passo purtroppo corrotto della citata Alessandra di Licofrone (852-5) che restituisce una supposta menzione di Athena Skyletria, è stato ipotizzato nell’area un culto Athena Skyllatia che secondo alcuni studiosi troverebbe un possibile ancoraggio nella denominazione assunta dal centro in età imperiale (Scolacium Minervium. Si veda R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium. Il parco archeologico della Roccelletta, Roma-Reggio Calabria 1989) Si tratta in ogni caso di rinvenimenti che concorrono a valorizzare sul piano topografico la posizione strategica del sito, la cui fondazione, forse un originario epineion alla foce del Corace, dovette rientrare in quel processo di espansione della chora crotoniate in atto forse già alla fine del VII secolo a.C. Dal versante ionico attraverso l’istmo scilletico Crotone mirava infatti al controllo e alo sfruttamento delle principali arterie di comunicazione che attraverso le aree interne della regione lametina consentivano un immediato sbocco verso l’area tirrenica, come ben documentano la conquista di Temesa alla fine del VI secolo – centro gravitante fino al 510 in orbita sibarita - e la fondazione di poco successiva - inizi V sec. - di Terina (od. S. Eufemia Vetere. Per una messa a punto della questione v. anche G. Genovese, I santuari rurali nella Calabria greca, Roma 1999, 94 ss.). Per Freeman (History of Sicily, IV, Oxford 1894, 203), che cita Cassiodoro, si tratterebbe di Roccella del Vescovo soprattutto alla luce dei numerosi rinvenimenti dall’area e dagli scavi di Locri (P. Visonà, The Coinage of Skylletion: an archaeological note, “SM” 40/1990, 91-3; N.K. Rutter, Campanian Coinages 475-380 B.C., Edinbourgh 1979, 41). c) Per un’emissione ascrivibile e non meglio identificati mercenari prodotta forse nel comparto centro-settentionale della Sicilia, a Scillezio, propende invece Calciati (CNS 3, 319), che riconosce nel tipo del D/, così come nelle serie di Entella e, forse di Mitistrato, il riferimento ad una divinità guerriera (Mamers?) che veicolerebbe (e suggellerebbe) il collegamento con il mercenariato. d) Castrizio (La monetazione mercenariale in Sicilia. Strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte, Soveria Mannelli 2000, 58-9; Id., Quattro serie monetali di oppida autonomi nel Bruttium meridionale, “Quad. Arch. Mess.”, 7, 1992, 44-7) accoglie l’ipotesi di un’emissione mercenariale - come già prospettato da Calciati (CNS, 3, 319) – ma ne individua il centro di emissione nel settore meridionale della Calabria in età dionigiana, un periodo storico segnato dal sorgere di numerose roccaforti militari in mano a ex mercenari dionigiani, secondo modalità ben note e sperimentate già in ambito siceliota. Tali phrouria sarebbero stati infatti promossi dallo stesso Dionisio I, che avrebbe elargito ai mercenari terre al posto del tradizionale misthos, facendo dell’emissione monetale uno strumento di controllo e gestione dei suoi territori, per la maggior parte oppida brettii (tra cui forse Hyporon, Noukria, Mystia), sorti in un periodo - dall’età dei Dionisii all’arrivo di Timoleonte - denso di eventi traumatici e destabilizzanti. La distruzione di Rhegion, il ridimensionamento della sua chora ad opera di Dionisio I (387-6 a.C.) e la successiva ricostruzione della città con il nome di Phoibia da parte Dionisio II (358 a.C.), segnarono infatti un drastico mutamento dell’assetto socio-politico della Calabria meridionale, determinando ampi vuoti di potere che favorirono il nascere di nuovi centri abitati oppure l’insediamento da parte di mercenari italici di territori già occupati dagli indigeni. Si trattava di arroccamenti militari a cui, evidentemente, era stato concesso il diritto di battere moneta ma sempre in posizione subordinata all’egemonia siracusana. Sulla base di queste osservazioni, Castrizio assegna le monete con t. maschile/Scylla non a Skylletion bensì a Skyllaion, la rupe all’ingresso dello stretto di Messina e precedentemente annessa al territorio reggino, già fortificata da Anaxilas (Strabo VI 1,5), e forse sede di un presidio di mercenari di Dionisio I di Siracusa dal 386 a.C. Sul piano tipologico Castrizio, sulla scia di Manganaro (Dai mikrà kermata al chalkrokratos kassiteros in Sicilia nel V sec. a.C., “JNG”, 34, 1984, 22 e nt. 39), identifica la testa maschile del D/ con Odisseo a motivo del pileo, il classico copricapo del viandante, rilevando come proprio alla rupe scillaica fossero associate le vicende mitiche legate ai viaggi dell’eroe. In questa direzione sembrerebbero ricondurre anche i dati di circolazione. Nello specifico, rinvenimenti di monete da contesti noti si registrano nelle seguenti località (i dati sono tratti da G. Gargano, Una moneta di Methana da Castellace? Nuove ipotesi su una zecca ME- in Italia meridionale, “SNR”, 87, 2008, p. 32 a cui si rimanda per una più ampia bibliografia): area di Skylletion/Scolacium (2 ess.) versante ionico della Calabria (numerosi ess.) Palmi, loc. Donna Canfora (1 es.) territorio locrese (7 ess., dei quali uno dal ripostiglio rinvenuto nel 1986 in località Marasà in associazione con tre stateri AR acarnani, un hemilitron di Agatocle e 1 AE illeggibile) Monasterace marina (antica Caulonia): 1 es. da una collezione privata di provenienza locale Le presenze monetali di “Skylletion” risultano pertanto non particolarmente cospicue nel Bruttium mentre una considerevole quantità di esemplari è stata rinvenuta nella zona centro-settentrionale della Sicilia (E. Arslan, La moneta, in R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium, cit., 189-91; S. Garraffo, La monetazione dell’età dionigiana: contromarche e riconiazioni, in La monetazione dell’età dionigiana, Atti VII Conv. CISN-Napoli 1983, Roma 1993, 229 con bil. prec.). Si impone pertanto un’attenta riflessione sulla possibilità di localizzare la zecca nell’area brettia dello Stretto, benché incerta appare l’ipotesi di una sua collocazione presso Scillato, ai piedi delle Madonie occidentali (V. Cammarata, Da Dionisio a Timoleonte. Problemi di numismatica della Sicilia antica, Modica 1984, 120 su cui v. G. Manganaro, in “Gnomon”, 60, 1988, 456). Se invece il centro dovesse ubicarsi in Sicilia, la presenza di numerario di Skylletion a Locri costituirebbe un aspetto non secondario, considerata la cospicua quantità di bronzo siceliota rinvenuto nella città magno-greca (M. Taliercio Mensitieri, Problemi monetari di Hipponion e delle città della Brettia tra IV e III sec. a.C., in M.L. Napolitano cur., Crotone e la sua storia tra IV e III sec. a.C., Napoli 1993, 169 con bibl. prec.). Alla luce della documentazione disponibile la questione dell’esatta localizzazione ed interpretazione di queste monete resta tuttavia ancora dibattuta. Allo stato attuale della documentazione si può solo osservare che l’assenza dell’etnico, le opzioni tipologiche (testa maschile pileata), la compattezza della serie e le frequenti riconiazioni su litre dionigiane costituiscono indizi che sembrerebbero ben descrivere i caratteri di un’emissione connessa a pratiche mercenariali. Link alle principali discussioni su Skylletion: https://www.lamoneta.it/topic/177785-skylletium-e-la-sua-moneta/ https://www.lamoneta.it/topic/117212-una-misteriosa-emissione-mercenariale/ https://www.lamoneta.it/topic/142882-le-pi%C3%B9-belle-rappresentazioni-di-guerrieri/?do=findComment&comment=1938536
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  45. Bronzo pseudo-autonomo al tempo di Gaio (Caligola) che raffigura Dioniso col tirso sul diritto e Poseidone col tridente sul rovescio (CNG, Electronic Auction 369). CILICIA, Aegeae. Pseudo-autonomous. temp. Gaius (Caligula), AD 37-41. Æ (30mm, 18.72 g, 12h). Dated CY 86 (AD 39/40). Head of Dionysus right, wearing ivy wreath and head band, with thyrsus over far shoulder / Bust of Poseidon right, wearing taenia; to right, ςΠ (date) above trident. RPC I 4034.3 = SNG Levante 1690 = SNG von Aulock 8665. VF, earthen green patina. Rare. Estimate: 300 USD apollonia
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  46. salve nel link segnalato da Litra68 ho notato questa magnifica moneta reimpressa, dall'effetto psichedelico. la curiosità mia è se la piastra della Repubblica Napoletana sia stata ridotta di diametro prima di essere ribattuta, dato che i 120 grana di Ferdinando II sono più piccole?
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  47. Rispetto a tutte le vostre, le mie sono bruttine, e per qualcuno di voi non collezionabili... mi do tempo!
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  48. 100 Lire 1835 (Torino) Carlo Alberto D/ CAR ALBERTVS D G REX SARD CYP ET IER Testa nuda rivolta a sinistra , nel taglio del collo FERRARIS , sotto data 1835 R/ DVX SAB GENVAE ET MONTISF PRINC PED Stemma crociato e coronato con il collare dell' Annunziata , tra due ramii di alloro in basso valore L.100 e segno di zecca T/ rigato Regia Patente n.2544 29 maggio 1832 Titolo oro 900 , 34 mm. , gr 32,25 , tiratura 26360 , incisore Giuseppe Ferraris Allega miniatura(e)
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