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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/08/22 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti, recentemente ho aggiunto in Collezione Litra68 un altro Cavallo Aragonese, già passato in questa discussione ma secondo me era sfuggito un particolare, forse non interessante, però devo dire che a me personalmente non mi è parso di vederne altri con lo stesso particolare. Mi riferisco alla leggenda FERRANDVS , in particolare all'orientamento delle lettere, la S finale era subito saltata all'occhio e risulta anche in bibliografia, mentre invece ci sono le due R che sono anch'esse coricate ma delle quali non trovo menzione. Sarei curioso di approfondire, lo spazio per metterle in modo corretto mi sembra ci fosse, ma allora perché messe così? Un errore? Un errore ripetuto solo per la R? Voi cosa sapete o pensate al riguardo? @fedafa, @santone, @dareios it, @eliodoro, ma anche chiunque volesse intervenire. Saluti Alberto6 punti
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Buongiorno e buona domenica a tutti. Leggermente più ostica da trovare in buone condizioni è, secondo me, la Piastra del 1845. Tra tutte le mie Piastre questa forse è una delle migliori, come conservazione. P.S. un augurio a tutte le mamme del Forum, per fortuna che esistono!!!?6 punti
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Buona Domenica e Auguri a tutte le Mamme, Posto la mia Piastra del 1844. Buona Giornata.4 punti
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Il mito degli Elleni ci dice del figlio di Poseidone e di Libia, Agenore, re dei Fenici e sposo di Telefassa : la coppia reale ha figli tra i quali Cadmo, Cilice, Fenice ed Europa . Zeus, invaghitosi di Europa, la avvicina in riva al mare, in sembianze di un docile toro bianco : Europa siede sul dorso dell' animale e Zeus la rapisce portandola a Creta, dove Europa sarà poi madre di Minosse, Radamanto e Sarpedonte . Di questa discendenza di Europa, Minosse ed il fratello Radamanto, in fama di grande saggezza, sono, nell' Ade, assunti a giudici supremi dei morti . Il terrificante figlio di Minosse, sarà il Minotauro . Tra le opere di alto arcaicismo ( VI sec. a.C. ) restituite dal sito archeologico di Selinunte in Sicilia, una metopa ora al museo di Palermo, raffigura il ratto di Europa . Di epoca più recente ( IV sec. a.C. ) è del ceramista di Paestum, Assteas, un cratere decorato su una faccia con il ratto di Europa : il vaso, rinvenuto fortuitamente ad inizio anni '70 in Italia e, tramite mercato nero pervenuto al Getty Museum dove è stato esposto fino al 2005, è stato poi rivendicato e restituito all' Italia . L' isola di Creta, punto di arrivo del rapimento di Europa, ha spesso ricordato in antichità quel mito, con emissioni di monete della polis di Gortyna : Cnosso in un bronzo ha unito la raffigurazione del ratto al diritto, con al rovescio il labirinto, luogo del Minotauro discendente di Europa . In tempi odierni, la Grecia nel 2003 ha ricordato il ratto di Europa su una moneta da 2 euro .2 punti
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@Raff82 infatti gli Autori di pubblicazioni "classiche" non la riportano ( nè il Cagiati, nè il Pannuti - Riccio, nè - come hai documentato - il D'Incerti ). L'unico studioso che la riporta è Mario Traina, prendendo spunto da una comunicazione del Luccioni. Allego uno stralcio del lavoro del Traina riguardante le Piastre 1845. Anche nella moneta di Raffaele si può notare come il numero 8 sia più basso degli altri. Buona Serata2 punti
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Non ricordo di averne visti altri con questa particolarità. È molto interessante, e va ad aggiungersi alle centinaia di coni diversi per errori che commettevano i vari incisori del periodo in questione. Ma è anche per questo che i cavalli sono molto apprezzati dai collezionisti. Bravo Alberto per l'occhio di falco.2 punti
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La prima è una moneta austriaca, commemorativa dell'imperatrice Maria Teresa. Tiratura di quasi 2 milioni e mezzo di esemplari (2.470.000), enorme per questo tipo di monete. Ne consegue che è molto comune, e il suo valore è in pratica quello dell'argento, 13 gr. di argento .800. Il catalogo Alfa delle monete austriache (di qualche anno fa), la quotava 8 euro in FDC (come sembra la tua), non ci dovremmo discostare molto da quella cifra. La seconda è l'oncia americana d'argento del 2021, con il nuovo disegno dell'aquila al rovescio. Sono monete emesse ogni anno, che seguono l'andamento del valore dell'argento. Attualmente vengono trattate tra i 35 e i 40 euro. petronius2 punti
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Complimenti a tutti per queste bellissime Piastre. Ecco la mia '44. Mi scuso per la qualità delle foto. Al D, notavo una diversa inclinazione del busto, rispetto alle altre '44: punta del busto quasi sul millesimo.2 punti
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Oggi un'interessante ciotola con tantissime monete vecchiotte ma sfinite, pressochè liscie, speso solo un euro per due monetine, di cui una miracolosamente in buone condizioni. Svezia 2 ore del 1907 per Oscar II° ed un quattrino di Milano penso di Carlo III primo ventennio del '7002 punti
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Nella mia c'è qualcosa sotto al 5,domani cercherò di fare una foto migliore.2 punti
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Per il 1844 ho trovato quella in buona conservazione che mi soddisfa, per 1845 ci sto ancora lavorando:2 punti
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Sardegna scoperti a Mont'e Prama due nuovi giganti Nella necropoli nuragica dell’Oristanese sono emersi i resti di due nuove statue monumentali, a pochi giorni dalla ripresa dell'ultima campagna di scavo. I due nuovi pugilatori si aggiungono ai preziosi reperti di tremila anni fa che hanno reso famoso nel mondo il sito archeologico sardo ancora in parte avvolto nel mistero. Entusiasta il ministro della Cultura Franceschini: “Una scoperta eccezionale alla quale ne seguiranno altre". 1/13©Ansa A pochi giorni dalla ripresa dell'ultima campagna di scavo, nella necropoli nuragica di Mont'e Prama a Cabras (Oristano) sono emersi i resti di due nuove statue monumentali, due giganti che si aggiungono all'esercito in pietra di guerrieri, arcieri e pugilatori di tremila anni fa che ha reso famoso nel mondo il sito archeologico sardo ancora in parte avvolto nel mistero. alt 2/13©Ansa Un risultato davvero "importante" e che fa sperare in ulteriori sorprese già nelle prossime settimane, anticipa all'ANSA la soprintendente Monica Stochino. Entusiasta, il ministro della cultura Franceschini ricorda che il ritrovamento avviene a poco meno di un anno dalla nascita della Fondazione che vede impegnati il MiC, il Comune di Cabras e la Regione Sardegna. "Una scoperta eccezionale alla quale ne seguiranno altre", commenta 3/13©Ansa Gli archeologi hanno scoperto i torsi possenti di due pugilatori, il grande scudo flessibile che copre il ventre e si avvolge sul braccio. Poi una testa, gambe e altre parti dei corpi, frammenti di un modello di nuraghe 4/13©Ansa Avviata il 4 aprile, l'indagine sul campo ha confermato la prosecuzione verso sud della necropoli e dell'imponente strada funeraria che costeggia le sepolture. "Per noi la prova che siamo sulla strada giusta", sottolinea l'archeologo Alessandro Usai, dal 2014 responsabile scientifico dello scavo: "siamo andati a scavare a colpo sicuro in un tratto che ancora non era stato toccato” 5/13©Ansa Diversi nelle loro caratteristiche dai pugilatori trovati nell'ultima metà degli anni Settanta dopo la scoperta casuale di questo luogo incredibile, i due nuovi giganti, spiega Usai, sono del tipo "Cavalupo" come gli ultimi due riportati alla luce nel 2014, non a caso a poca distanza dall'attuale scavo, che si connotavano proprio per il particolarissimo scudo incurvato 6/13©Ansa "Una figura rara che ha un modello di riferimento nel bronzetto nuragico conservato a Roma nel museo etrusco di Villa Giulia", precisa l'archeologo citando il piccolo capolavoro proveniente appunto da una tomba della necropoli di Cavalupo, nella laziale Vulci 7/13©Ansa L'esame accurato, la pulitura e la rimozione dei due grossi torsi - che richiederà tempo per la particolare delicatezza e fragilità della pietra calcarea nella quale sono stati scolpiti - fornirà certo nuovi elementi di studio. Ma intanto già si pensa ad ampliare l'area dello scavo in corso portandola da 10 a 20 metri quadrati 8/13©Ansa Finanziato dalla soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna con 85 mila euro lordi, il nuovo intervento, fa notare Stochino, ne anticipa un altro più corposo, per 600 mila euro, che coinvolge anche il Segretariato Regionale del MiC e che si aggiungerà al grande progetto per 2 milioni 800 mila euro con i quali si punta a restaurare tutto quello che è stato trovato tra il 2014 e il 2016, così da esporre le nuove statue insieme alle altre nel Museo di Cabras 9/13©Ansa Un lavoro di squadra che coinvolge professionalità diverse, le università a fianco di soprintendenza e fondazione, antropologi, restauratori, architetti, che si aggiungono agli archeologi 10/13©Ansa Tutti insieme per trovare risposte ai problemi storici posti da questo speciale cimitero di tremila anni fa, costruito lungo una via funeraria e riservato quasi esclusivamente a giovani uomini, racconta appassionato Usai, spiegando che nelle oltre 170 tombe indagate "mancano completamente anziani e bambini", mentre sono pochissime le donne 11/13©Ansa Di certo sui secoli di vita di questo sito, nato intorno al XII secolo a.C, e su quella dei Giganti, che gli storici collocano tra il IX e l'VIII sec. a.C, rimane ancora tanto mistero, come pure sulla loro fine. Chi erano davvero questi colossi di pietra alti 2 metri e mezzo: custodi ancestrali di un'area sacra, rappresentazione delle funzioni sociali dei defunti inumati, eroi, antenati, simboli identitari di una comunità? 12/13©Ansa E poi perché sono caduti, ridotti in macerie sulle tombe che avrebbero dovuto vegliare: la loro fine fu la conseguenza di una lotta intestina tra comunità locali, fu colpa dei Cartaginesi? Usai spiega di propendere per un'ipotesi ulteriore, quella di una distruzione "naturale": "la mia opinione è che i Giganti siano caduti via via da soli - dice- tanto più che per come sono stati realizzati erano sbilanciati in avanti" 13/13©Ansa Il passare del tempo, il sommovimento della terra, le tante coltivazioni intervenute su questo tratto di terra, avrebbe fatto il resto, riducendo tutto in tanti frantumi che poi si sono rimescolati. "Qui cerchiamo risposte basandoci sui dati", conclude l'archeologo (nella foto la statua del “pugilatore tipo Cavalupo” meglio conservata, rinvenuta nel 2014 insieme a un’altra statua gemella non ancora restaurata, a pochi metri di distanza dai due torsi dello stesso tipo trovati nel 2022). https://tg24.sky.it/cronaca/2022/05/07/archeologia-sardegna-giganti-monte-prama2 punti
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Ultimamente se ne vedono molto poche di questi due millesimi e quando vengono proposte nelle Aste, esemplari in alta conservazione, i prezzi di realizzo sono alti. Dovuti al fatto che ce ne sono poche, oppure perché è ostico trovarne in alta conservazione. Cosa ne pensate a riguardo?1 punto
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Noi apparteniamo ormai al tempo del fuoco spento, ma nella mente arde ancora come simbolo massimo di continuità, che nessun potrà mai toglierci. Queste parole, che chiudono la premessa del libro di Andrea Carandini “Il fuoco sacro di Roma”, esprimono una grande e triste verità: da quando esiste l'uomo siamo i primi ad aver perso contatto e familiarità con questo elemento. Al tempo stesso ci è fortunatamente possibile ricordare, raccontare e soprattutto focalizzare l'attenzione sull'importanza che quel “fuoco antico e profumato che brucia legna” ebbe in ogni società e cultura. In ambito romano il fuoco è di Vesta ed è Vesta, una figura divina nota ma a tratti enigmatica, sulla quale è possibile veder riflessi gli importanti cambiamenti che segnarono la storia della Repubblica. Ma è bene, seppur sinteticamente, partire da lontano... Fin dall'età regia sfera politica e religiosa furono profondamente connesse, tanto da consentirci di definire la religio arcaica con due soli e precisi termini: sociale e cultuale. Tutto confluiva in due figure cardine, quella del rex e quella del pontifex maximus. L'operato di tali sommi rappresentanti risultava fondamentale in termini di coesione sociale e conseguentemente i garanti di tale equilibrio detenevano una forma di prestigio senza pari, tanto da poter esercitare potere punitivo nei confronti dei loro sottoposti, gerarchicamente ordinati in una struttura che, col tempo, divenne sempre più articolata sia in termini numerici che funzionali. Con l'avvento della Repubblica e la conseguente istituzione della figura del rex sacrorum tale complesso subì delle profonde mutazioni, che portarono all'ascesa in termini di potere e prestigio della figura del pontefice massimo, che assunse tutte le funzioni religiose in precedenza di competenza del rex e del rex sacrorum. Il pontifex maximus fu fin dal principio il “sapiente” per eccellenza, esperto dello ius, custode della tradizione religiosa che, giunto materialmente a capo del collegio dei pontefici (composto dal rex sacrorum e dai tre flamini maggori), potè sfruttare tale poter al fine di plasmare le materie di propria somma competenza adattandole a quei cambiamenti politici e culturali propri di una società in continua evoluzione. Dai tempi di Numa l'accesso a tale alto sacerdozio era poi consentito solo ai patrizi ed è facile intuire quanto questa carica fosse utile al fine di garantire il mantenimento della condizione di supremazia della classe d'elite. Le cose iniziarono però a cambiare nel 300 a.C. con la promulgazione della Lex Ogulnia: il collegio dei pontefici fu incrementato di quattro unità, di provenienza plebea, che passò da cinque a nove membri. Nonostante l'apertura verso i plebei e dunque con l'implicita possibilità anche per un plebeo di poter ricoprire la carica di pontefice massimo, bisognerà attendere quasi mezzo secolo prima di vedere Tiberio Corucano ricoprire tale sommo sacerdozio (254 a.C.). Lo scontro era però ormai in atto, vivo e pericoloso, il vitale controllo sulla religio da sempre ad esclusivo appannaggio del patriziato, ormai vacillava. E' qui che inizia a prende forma quello che potremmo definire il “conflitto di Vesta”. Non ci sono dubbi sul fatto che tale divinità, a livello funzionale, possa considerarsi pre-civica e che la sua essenza ed essenzialità possa trarre origine dalle antiche tribù laziali le quali, pur avendo imparato ad usare il fuoco, riscontravano non poche difficoltà nell'accenderlo, se non attingendo ad un focolare comune che, necessariamente, doveva perennemente ardere. Un numen che ha quindi in origine una connotazione tribale ma che si evolverà insieme ai primi tipi di organizzazione sociale, pur mantenedosi incorrotta dalle contaminazioni straniere come poche altre figure divine. E' già in epoca monarchica che la Roma sviluppatasi intorno al Palatino si appropria di Vesta, essenza pubblica di quel fuoco comune intorno al quale si sviluppò quell'insediamento civicamente sempre più organizzato. Nel tempo immediatamente successivo alla fondazione, col già citato Numa Pompilio, fu quindi creato il sacerdozio delle Vestali, incaricate di mantenere vivo quel sacro fuoco che fu definitivamente spento solo con Teodosio, tradizionalmente 1.150 anni dopo. Si potrebbero scrivere pagine e pagine in merito a questa dea ed alle sue sacerdotesse, ma il percorso punta a capire come possa la fonte numismatica dirci qualcosa in merito a questa figura ed alla storia della Repubblica di Roma... qualcosa di importante. Vesta non appare certo con frequenza sulle emissioni repubblicane ma questo non deve sorprendere. E' lo stesso Ovidio (Fasti, VI, 295-299) a dirci “effigiem nullam Vesta nec ignis habet” (né Vesta, né il fuoco, possono essere effigiati), ed è solo dal I secolo a.C. che l'aniconica dea iniziò ad essere rappresentata, proprio su alcune emissioni monetali. Stiamo parlando del denario di P. Sulpicius Galba del 69 a.C., cui seguirono le due emissioni della Cassia, rispettivamente del 63 e del 55 a.C. Già si è scritto molto sul forum soprattutto in merito ai denari con la "scena di votazione", ma non mi pare che si sia andati oltre alla "semplice" narrazione degli eventi del 113 a.C. che videro per protagonista Lucio Cassio Longino Ravilla. In queste tre tipologie monetali, che concettualmente possono essere ridotte a due, c'è molto di più, su questi denari si combatte il “conflitto di Vesta” che, pur interessando questa specifica figura divina, come si vedrà avrà ripercussioni molto più ampie e profonde. Prima di proseguire, qualsiasi commento, spunto o ampliamento delle tematiche fin qui toccate (che sono davvero numerose e dunque solamente accennate) è ovviamente gradito.1 punto
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Si, è quella. Il venditore ha avuto un bel "coraggio" ha definirla qSPL. Non è facile dare una valutazione di una moneta medievale, perché bisogna valutare l'esecuzione del conio, il suo stato al momento della coniazione, la riuscita della coniazione, che può presentare parti che risaltano bene e parti non ben impresse; ed ovviamente occorre valutare l'usura della moneta. Questa moneta ha una brutta scodellatura; ha un buon R/ , con solo un paio di zone mal impresse; ha un brutto D/, con conio mal eseguito, brutta la figura del patriarca, il libro (qui non si tratta, come supposto sopra , di ribattitura ) eseguito dopo una sosta per bere un bicchiere ad alta gradazione alcolica con relativo tremolio della mano). Il volto del Patriarca è poi stato completamente ed intenzionalmente abraso. Se questa è qSPL .....1 punto
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SPL moneta SPL. Pippo questa no qFDC di sicuro.1 punto
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Ciao Davide Quando si dice,non tutto è scritto... È questo il bello di questa passione,anche un semplice appassionato,può dare il suo onesto contributo?? Complimenti Alberto? @Litra681 punto
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Salve @Litra68, ho provato a dare una lettura veloce ai testi che trattano la monetazione aquilana e non mi pare di aver visto nulla del genere. Le R erroneamente punzonate sono belle evidenti e secondo me siamo di fronte ad una variante ancora non censita. Come già indicato da @dareios it rientra appieno nelle caratteristiche die cavalli. Quasi impossibile trovarne due frutto dello stesso conio. Un bel pezzo che permette di aggiornare sicuramente il censimento delle varianti dei cavalli abruzzesi. Ennesimo esempio che va alimentare quella "passione" che, come da titolo, tutti noi proviamo di fronte a questi esemplari particolari di cavallo. Complimenti!1 punto
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2019 MILANO 92/a ADUNATA NAZIONALE Oggi 8 maggio 2022, mentre sto seguendo alla televisione la sfilata degli Alpini di RIMINI, ho pensato di postare la medaglia dell' ultima Adunata pre pandemia di Milano. D/. Le tre penne nere con le nappine verde bianca e rossa, sullo sfondo il profilo del Duomo di Milano. R/. Stemma del Comune di Milano, a destra logo dell' A.N.A., in alto 1919-2019 ADUNATA DEL CENTENARIO. Migliaia e migliaia di alpini festeggiarono il Centesimo anniversario dalla costituzione dell' Associazione Nazionale Alpini.1 punto
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Ciao, allora acquistalo subito. Poi lo visionerai dal vivo. Io personalmente dalle foto e dal video postate (dove tra l'altro è sempre arduo dare un parere) sinceramente non so esprimermi e tu sai che lo faccio spesso e senza problemi. Gli esperti spero non mancheranno ad intervenire ? ANTONIO1 punto
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Direi 20 zlotych Polonia 1973-76 https://en.numista.com/catalogue/pieces2075.html1 punto
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Bell'acchiappo, in generale i cavalli aquilani per me presentano una maggiore varietà rispetto ai napoletani coevi. A breve, postero' un nuovo arrivo1 punto
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Questa l'hai presa! q-fdc al dritto, il rovescio sarà stato appoggiato in passato su di un panno umido.1 punto
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Particolare interessante, credo sia un errore di "orientamento" delle R, visto che lo spazio c'è, di solito troviamo la S orizzontale per non sovrapporla sulla corona1 punto
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Qui le tre Grazie su uno specchio votivo, pure di piombo (Leu Numismatik, Web Auction 19 ). Roman Provincial ASIA MINOR. Uncertain. 2nd-3rd centuries. Votive Mirror (Lead, 36 mm, 8.54 g). The Three Graces, arm in arm, the one on the left and right each holding a flower. Rev. Circle around central dot, otherwise blank. An attractive piece of fine style. Bent and straigthened, otherwise, good very fine. Base d’asta: 50 CHF. Risultato: 300 CHF. apollonia1 punto
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Salve a tutti! Complimenti @Ashcoltami, hai intrapreso un percorso molto interessante, per diversi anni l'impresa diventerà abbastanza impegnativa a causa della grande rarità di tali esemplari. Vorrei postare il realino che preferisco per la capigliatura perfettamente geometrica di Carlo II e per l'anno 1892 che in realtà è 1692. Alcuni dati ponderali, peso: 2,1 g, diametro: 1,8 cm. Buona domenica1 punto
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Posto il mio, in attesa di altri contributi, ma è ben più tardo. Buona giornata, N.1 punto
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Gens Neria La Gens Neria era una famiglia plebea minore . I membri di questa Gens sono menzionati per la prima volta al tempo di Cesare , quando Gneo Nerio era Questore , ma pochi , se non nessun altro , è noto per aver tenuto magistrature romane . Molti Nerii sono conosciuti solo dalle iscrizioni . Una moneta emessa dal Questore Nerio raffigura la testa di Saturno sul dritto e stendardi con i nomi ai lati dei Consoli , C. Cornelio Lentulo e C. Claudio Marcello , sul verso . Il Nomen Nerius probabilmente deriva dal praenomen umbro o sabino Nerius o Nerone , che è stato tradizionalmente descritto come fortis , strenuus , "forte e robusto". Questo sembrerebbe indicare che i Nerii fossero probabilmente di origine umbra o sabina . Tale origine è supportata da un' iscrizione di Capua che menziona un Ovius Nerius , Ovius è un comune praenomen osco . Gneo Nerio , come Questore urbano nel 49 a.C. , aveva tra altre mansioni , la responsabilità dell' aerarium , il tesoro della Repubblica , dove erano conservati gli stendardi . L’ aerarium faceva parte del Tempio di Saturno e si trovava sotto il Tempio . Potrebbe essere lo stesso Gneo Nerio che nel 56 a.C. accusò Publio Sestio di corruzione ; Sestius fu difeso con successo da Cicerone nella sua orazione , Pro Sestio . Gneo Nerio sostenne Pompeo durante la guerra civile . Noto un solo Denario con al D/ : NERI Q. VRB. , testa di Saturno a destra , dietro arpa , al R/ : L. LENT. C. MARC. COS , aquila legionaria tra due insegne militari , la lettera H sta per la Coorte degli Astati mentre la P sta per la Coorte dei Principi . Fonte : Cesare , wikipedia , babelon Gens Numonia La Gens Numonia era una famiglia plebea minore . I membri di questa Gens sono menzionati per la prima volta nei primi anni dell' Impero . Pochi , se non nessuno , dei Numonii detennero magistrature romane . Il Nomen Numonio appartiene ad una classe di gentilizi che termina in -onius , tipici delle Gentes plebee , ovvero quelle di origine osca . Probabilmente si basa sul cognomen nummus "denaro" . L' unica Famiglia distinta della Gens Numonia portava il cognome Vaala , apparentemente ottenuto da un antenato della Famiglia che aveva preso d' assalto un vallum nemico . Una moneta della Gens raffigura infatti questa impresa militare . Alcuni Numonii Gaio Numonio , conoscente di Orazio , che viveva nei pressi di Velia e Salernum in Campania . Verso il 22 a.C., Orazio , cercando un posto dove trascorrere l'inverno , indirizzò una lettera a Vaala chiedendo informazioni sul clima della zona . Potrebbe essere lo stesso Gaio Numonio Vaala che era Quattuorvir monetale nel 41 a.C. Gaio Numonio , un Legato sotto il comando di Publio Quintilio Varo nel 9 d.C. , fuggì dalla battaglia della foresta di Teutoburgo con la cavalleria romana in direzione del Reno , ma fu raggiunto dai Germani e ucciso . Denario , al D/ :busto della Vittoria con le sembanze di Fulvia , al R/ : C. NUMONIUS VAALA , soldato romano , forse Vaala , che attacca un vallum difeso da nemici . Fonte : Orazio , wikipedia , babelon1 punto
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Può darsi. Forse […]ΠЄPTIN/A/Ξ KAI[?] al dritto, e il busto ci assomiglia. Conosco soltanto due zecche per Pertinax, Tomis (Mesia) e Prusa ad Olympum (Bithynia). Non vuol dire che non esistano altre. Una tipologia simile esiste per un modulo largo di Prusa: https://www.acsearch.info/search.html?id=5867252 L’etnica (?) all’esergo potrebbe essere [ΠPO]VCAEΩN … o qualsiasi altra cosa. Non si sa niente della provenienza?1 punto
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Grande Rocco! Lo SPL mi sembra ci sta tutto, complimenti Ottimissimo esemplare! ????1 punto
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@Adelchi66 ormai nelle "dracma padane" ci trovi di tutto...e il problema è a carico non di chi la propone ma di chi invece dubita perché deve dimostrare superando ogni dubbio la sua "falsità"... È l'inversione dell'onere della prova!1 punto
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Alla fine del 1610 viene ordinata la battitura di "monete basse" e si cominciano a produrre i fiorini e i doppi fiorini. Premettendo che non ho mai avuto l'occasione di vedere un fiorino e nemmeno un doppio fiorino con data 1610 potrei azzardare che non siano stati coniati visto che l'ordinanza della loro produzione è proprio degli ultimi giorni di quell'anno. Se così fosse si potrebbe azzardare l'ipotesi che i due doppi fiorini con data 1611/1610 e 1611/1607 siano stati prodotti con i coni del diritto della quadrupla del 1610, il primo, e del testone del 1607, il secondo, per accelerare i tempi di produzione, vi era necessità di recuperare danaro per le notevoli spese di guerra del periodo. Allego due immagini tratte dal Biaggi e dagli Speciali del Traina.1 punto
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Il secondo gruppo è attribuibile allo zecchiere Mazzola, che subentrò al Rotta dopo la sua morte, alla fine di Gennaio del 1610, e dopo che l'appalto dato ad un certo Valetto venne da lui rifiutato. È in questo caso possibile che egli preparò dei coni del diritto per le quadruple del 1610, con il millesimo della data rovesciato, e utilizzasse, per il rovescio, dei vecchi coni da lui preparati cinque anni prima, nel 1605. Allego una immagine della Quadrupla tratta sempre dal Biaggi.1 punto
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Un personale contributo all' interessante e bel post : Siamo al tempo di Stilicone e di sua moglie Serena quando la religione pagana era ormai al tramonto , non senza una accanita resistenza dell' elite del governo romano custode delle antiche tradizioni e degli "arcana imperii" 24 Febbraio 390/1 , si spenge il sacro fuoco di Vesta : https://www.la-notizia.net/2021/03/13/lo-spegnimento-del-fuoco-di-vesta-a-roma-e-la-maledizione-di-serena/ Il 24 febbraio 391 , per effetto del primo dei Decreti Teodosiani , tesi a cancellare ogni culto diverso dal Cristianesimo ed in particolare la religione politeista degli Dėi nell’ Impero Romano , fu spento il Fuoco Sacro che ardeva da un millennio nel Tempio della Dea Vesta nel Foro di Roma , simbolo sacro della Dea e della città stessa di Roma ed in stretta connessione simbolica con il Calendario Sacro legato alle attività agricole ed alla fertilità della terra . Quello stesso giorno fu sciolto l’ ordine delle Vestali che avevano l’incarico di mantenere il fuoco perennemente acceso e di custodire gelosamente il Palladio , uno dei sette “pignora imperi” , oggetti sacri che garantivano il potere e la sicurezza di Roma . Sulle sorti del Palladio resta il mistero . L’ oggetto sarebbe stato portato in Italia da Enea direttamente da Troia , poi fatto scomparire dalla Vestali nel 394 per evitarne la profanazione , ma le versioni non sono concordanti (Sul Palladio vedi Dionigi di Alicarnasso , Antichità romane I 69, 2-4 oppure Virgilio, Eneide, II 164-166) A conferma del periodo teodosiano che fu perido di stravolgimenti politico religiosi ci arriva anche una testimonianza di Zosimo , pagano , che narra di un fatto sacrilego compiuto da Serena moglie di Stilicone . da Zosimo "Storia Nuova" : “……….Quando Teodosio il Vecchio (I) dopo aver abbattuto la tirannide di Eugenio venne a Roma , ed indusse tutti a trascurare i riti sacri , vietando che le cerimonie fossero organizzate a spese pubbliche , sacerdoti e sacerdotesse vennero espulsi e nei templi non si tennero piu’ le sacre funzioni . Allora Serena , deridendo queste cose , volle visitare il Tempio della Grande Madre , appena vide che la statua di Rea portava una collana degna del Culto riservato ad una Dea , la tolse dal collo della Statua e la mise sul suo . Quando una Vecchia , una delle vergini Vestali , che era rimasta nel Tempio , le rinfacciò la sua empietà, essa la oltraggiò ordinando al suo seguito di cacciarla via . Allora costei lancio’ contro Serena , il marito e i figli tutte le imprecazioni che il suo atto sacrilego meritava . Ma Serena non tenne in nessun conto queste parole e usci’ dal Tempio splendidamente ornata . Spesso ebbe sogni e visioni che le annunciavano la prossima morte , lo stesso toccò anche a molti altri . E la Giustizia che colpisce gli empi riuscì a compiere il suo dovere . Serena pur essendo stata avvertita , non potè sfuggire al suo destino , ma porse al cappio quel collo che aveva cinto con l’ ornamento della Dea”1 punto
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Da alcuni elementi: 1. Bordo e zigrinatura intatti. Il bordo è la parte della moneta con il rilievo più alto (ha appunto la funzione di proteggere le impronte), una forte usura da circolazione intacca il bordo ed il contorno; 2. Evanescenza lungo il bordo in entrambe le facce. La zona periferica, soprattutto nelle 200 lire e 20 lire, è una delle prime zone in cui il conio si usurava. I coni sono convessi e spingono il metallo dal centro fino alla virola dove il metallo trova un ostacolo e si ferma bruscamente. Il continuo fluire del metallo "consuma" le impronte vicino al bordo. Per questo motivo è molto facile trovare tante 200 lire senza la firma Vallucci, perchè è un impronta poco profonda nel conio e molto vicina al bordo, quindi è una delle prime a sparire per effetto dell'usura del conio. 3. C'è una chiara simmetria dell'evanescenza principale tra dritto e rovescio. Nel dritto l'evanescenza prncipale coinvolge di più la zona a mezzogiorno (testa pelata), al rovescio invece la zona del timone (punto diametralmente opposto) 4. Ad ore 9:00 del dritto e rovescio sul bordo si nota un cd. doppio bordo, una linguetta di metallo sottile in rilievo. Quella si è formata perchè nella parte opposta i due coni si erano leggermente appiattiti per l'usura e quindi i due coni risultavano ad ogni battitura leggermente inclinati verso destra. Questo ha consentito al metallo di inserirsi nel piccolissimo spazio che divideva il conio dalla virola Tutto questo porta a ritenere che le evanescenze sulle impronte sono state causate da una forte usura dei coni. La moneta ha circolato poco1 punto
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