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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/05/22 in tutte le aree

  1. Buon 5 Maggio a tutti. Non una Napoletana oggi, ma un bel gruppetto per Ferdinando IV. Manca il Ducato e qualche nominale rarissimo in oro per completare la serie tipologica.
    6 punti
  2. Aggiungo immagine della mia. Ciao Doge92
    4 punti
  3. La materia è complessa e vasta oltre che oggetto di dibattito che dura da anni. Non esiste nessuna proposta va documentale circa il loro valore. I nominali si distinguono sostanzialmente per la presenza della corona radiata o della corona laureata. Ma che uno valesse il doppio dell'altro, è una deduzione (arbitraria?) contemporanea. Indubbiamente Postumo attuò una ritariffazione del sesterzio, introducendo un tipo che sostanzialmente aveva un valore fiduciario dato che i valori ponderali e metrici erano pressoché paragonabili. Tuttavia il concetto di valore fiduciario era ancora poco radicato nella popolazione e il proliferare di imitazioni locali coeve (inizialmente di ottimo stile) che cercavano di trarre vantaggio producendo versioni ridotte del nuovo nominale (guadagnando sul risparmio di materiale) fecero saltare l'intero sistema. Il sesterzio era un nominale in crisi e in breve scomparve e divenne, nelle gallie, materia prima ricercata dagli atelier locali per le emissioni di moneta imitativa (antoniniani).
    3 punti
  4. Aggiungo: Ref: Uszar 102
    2 punti
  5. Ungheria, non Bulgaria, denaro di re Bela
    2 punti
  6. Prenderei tutto il lotto, ma preferirei spararmi una maggiore liquidità!
    2 punti
  7. A mio avviso, nel caso di Postumo, è corretto parlare di bronzi ufficiali e bronzi imitativi. Per entrambi poi vale l'ulteriore distinzione tra bronzi laureati e bronzi radiati. Sul loro valore si può speculare a lungo, ma alla fine resteremo sempre nel campo delle ipotesi. Logicamente la nuova moneta dovrebbe aver avuto un valore superiore nonostante una sensibile riduzione ponderale, questo probabilmente per far fronte alla penuria di materia prima per produrre moneta. Inoltre una tariffazione al rialzo dei sesterzi con corona radiata è provata anche dall'esistenza di sesterzi con corona laureata con sopra incisa una corona radiata e dal riuso di precedenti sesterzi (di Postumo ma anche e soprattutto di altri imperatori precedenti) ribattuti con l'effige di Postumo radiato. In più, a ulteriore conferma, il proliferare (e progressivo degenerare) delle emissioni locali imitative. Ma da qui a dire che il sesterzio radiato valeva il doppio piuttosto che il triplo o una volta e mezzo o quel che volete rispetto all'omologo laureato... non è possibile affermarlo con certezza. Tra i sovrani gallici, Postumo fu l'unico imperatore che tentò - anche a livello prettamente propagandistico-politico - di ripristinare il trimetallismo monetario tipico dell'età d'oro dell'impero con grandi bronzi, radiati in biglione, denari (con buon contenuto di fino), quinari e aurei: bronzo-argento-oro nell'intento, quando invece nella pratica la parte da leone la fece l'antoniniano.
    2 punti
  8. In merito ai cosiddetti "doppi sesterzi" di Traiano Decio vi rimando a questa discussione: Mentre su Postumo ci sono alcune discussioni interessanti. Qui si parla dell'atelier II ovvero del sito produttivo di imitative più importante della Gallia: mentre qui in si è dibattuta la questione sesterzi/doppi sesterzi per Postumo: Cercando ne emergono anche altre discussioni sul tema, a riprova che la questione offre sempre spunti di ricerca e difficilmente si arriverà a una conclusione definitiva.
    2 punti
  9. Bella storia: queste cose mi fanno impazzire! Ma chi è la donna dietro al volantino? La dea bendata che distribuisce i milioni? Chi è Barbara Landi? Qui manca la sua foto https://www.facebook.com/media/set/?set=a.531053100251937&type=3&comment_id=531075403583040 ma sembra fosse ancora attiva come minimo nel 2012 https://www.euronova-italia.it/ è un caso di omonimia? nella stessa azienda ancora dopo tanto tempo? o è una parente? Stanotte non dormo... Servus, Njk
    2 punti
  10. Tra Magna Grecia e Sicilia: il caso di Skylletion Molteplici sono i casi di monete rinvenute nell’Italia meridionale per le quali il centro di emissione e la peculiare tipologia restano di controversa definizione. L’assenza di solidi elementi di ancoraggio e di puntuali confronti impediscono infatti sia di definire a pieno gli aspetti squisitamente numismatici sia generano non poche difficoltà sul piano della valutazione cronologica e dell’inquadramento storico. Exempli gratia un esemplare (unicum) con testa di Sileno/due chicchi di grano entro quadrato incuso e iscr. ΣVΡΑ(?), oggetto di studi abbastanza recenti e a cui particolare attenzione è stata dedicata proprio all’interno del forum: https://www.lamoneta.it/topic/202880-le-prime-di-siracusa/ Un ulteriore caso di studio, non meno dibattuto, è rappresentato da una serie ben nota su base bibliografica dalla fine del XIX secolo, se non prima, il cui computo degli esemplari si è implementato in progresso di tempo valicando ampiamente le 50 unità. Si tratta di monete in bronzo anepigrafi con moduli compresi tra 22 e 17 mm caratterizzate dai seguenti tipi (fig. 1) : D/Testa maschile a s. con elmo conico (pileus?) talora laureato. R/ Scylla a s. con braccio d. proteso e remo nella s. 1 - Künker 318, 2019, 290 (ex Savoca N. 10, 2016, 26) Sul piano ponderale i valori risultano compresi tra gr. 13,16 e 5,13 benché numerosi valori degradati (anche in modo intensivo) derivano in massima parte dal notevole grado di usura dei pezzi, che in ogni caso registrano un complessivo addensamento delle frequenze nella fascia compresa tra a gr. 7,30 e 7,20 circa. Interpretazione Per il carattere anepigrafo e la peculiare tipologia le monete in oggetto, buona parte delle quali riconiate su litre dionigiane del tipo testa di Athena/ippocampo (fig. 2), appaiono nella storia degli studi numismatici alquanto dibattute. 2 - CNG-Triton V, 2002, 193 SICILY, Mercenaries? Circa 344-336 BC. Æ Litra (8.62 gm). Male head left, wearing pileus / Skylla left, holding club over left arm. SNG ANS 800 (Skylletium in Bruttium); Calciati III pg. 319, 1; SNG Copenhagen 1992 (Skylletium); SNG Morcom 878; Laffaille -; Virzi 457 (Skylletium). Near VF, brown patina. Appears to be overstruck on a Syracusan litra, Athena/Hippocamp (Calciati II pg. 87, 42), with a trace of the hippocamp's tail visible on the pileus. Often attributed to Skylletium in Bruttium on the basis of the Skylla on the reverse, this type has been found in excavations in Locri and in north-central Sicily, and as is the case with this coin, is often times overstruck on a Syracusan litra. Una breve messa a punto della questione in J. Morcom, “Some South Italian Questions”, in S. Mani Hurter-C. Arnold-Biucchi curr., Pour Denyse. Divertissements Numismatiques, Bern 2000, 161-3; M.H. Hansen – Th.H. Nielsen curr., An Inventory of Archaic and Classical Poleis, s.v. Skylletion, 258. Generico risulta invece l’inquadramento di Rutter (HN, p. 192, n. 2565). L’attribuzione è stata negli studi numismatici alquanto controversa e l’emissione riferita a centri diversi: a) Cuma (Head, HN, 37) b) Skylletion/Scolacium (odierna Roccelletta di Borgia, CZ: Sambon 1870, 358 e pl. XXIV, 37; Garrucci 1885, 161, tav. CXIII, 25. V. in proposito M. Govers Hopman, Scylla: Myth, Metaphor, Paradox, Cambridge 2012, 146). c) Sicilia (Calciati) d) Settore meridionale della Calabria (phrourion di Scylla: Castrizio) a-b) Tralasciando l’ipotesi dell’attribuzione a Cuma, ormai definitivamente abbandonata, uno dei principali elementi addotti a favore della localizzazione del centro di emissione nella greca Skylletion, risiede nell’interpretazione dell’immagine del rovescio (Scylla) come “tipo parlante”, allusivo al nome di un centro ben noto alle fonti letterarie. Esse, tuttavia, prospettano localizzazioni differenti: città della Sicilia (Steph. Byz. s.v. Skylletion fr. 320 Lasserre; Lycophr., Alex., 852-5); territorio gravitante in orbita crotoniate fondato dall’ateniese Menesteo e collegato ai nostoi (Strab. VI 1, 10 C 261. Cfr. Plin., NH III, 95; Solin. II, 10) o da Ulisse che nella tradizione post-virgiliana (Serv. ad Aen. III, 553: navifragum Scylaceum) vi avrebbe fatto naufragio, una testimonianza che forse evidenzia la pericolosità e l’insidia dei venti che dovette essere sperimentata anche dai Romani all’altezza del golfo di Scillezio. Ai dati forniti dalla tradizione letteraria si aggiungono quelli delle esplorazioni archeologiche condotte nel secolo scorso, a seguito delle quali Skylletion venne identificata con Roccelletta di Borgia (CZ), benché l’originario assetto urbanistico della colonia greca appaia non più visibile in quanto del tutto obliterato dalle strutture di epoca romana. Per l’età greca la documentazione restituita risulta scarsa e desultoria e limitata a materiale ceramico attico a figure nere databile nella seconda metà del VI secolo a.C. e a più tardi frammenti a figure rosse di età ellenistica. Sulla base di un passo purtroppo corrotto della citata Alessandra di Licofrone (852-5) che restituisce una supposta menzione di Athena Skyletria, è stato ipotizzato nell’area un culto Athena Skyllatia che secondo alcuni studiosi troverebbe un possibile ancoraggio nella denominazione assunta dal centro in età imperiale (Scolacium Minervium. Si veda R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium. Il parco archeologico della Roccelletta, Roma-Reggio Calabria 1989) Si tratta in ogni caso di rinvenimenti che concorrono a valorizzare sul piano topografico la posizione strategica del sito, la cui fondazione, forse un originario epineion alla foce del Corace, dovette rientrare in quel processo di espansione della chora crotoniate in atto forse già alla fine del VII secolo a.C. Dal versante ionico attraverso l’istmo scilletico Crotone mirava infatti al controllo e alo sfruttamento delle principali arterie di comunicazione che attraverso le aree interne della regione lametina consentivano un immediato sbocco verso l’area tirrenica, come ben documentano la conquista di Temesa alla fine del VI secolo – centro gravitante fino al 510 in orbita sibarita - e la fondazione di poco successiva - inizi V sec. - di Terina (od. S. Eufemia Vetere. Per una messa a punto della questione v. anche G. Genovese, I santuari rurali nella Calabria greca, Roma 1999, 94 ss.). Per Freeman (History of Sicily, IV, Oxford 1894, 203), che cita Cassiodoro, si tratterebbe di Roccella del Vescovo soprattutto alla luce dei numerosi rinvenimenti dall’area e dagli scavi di Locri (P. Visonà, The Coinage of Skylletion: an archaeological note, “SM” 40/1990, 91-3; N.K. Rutter, Campanian Coinages 475-380 B.C., Edinbourgh 1979, 41). c) Per un’emissione ascrivibile e non meglio identificati mercenari prodotta forse nel comparto centro-settentionale della Sicilia, a Scillezio, propende invece Calciati (CNS 3, 319), che riconosce nel tipo del D/, così come nelle serie di Entella e, forse di Mitistrato, il riferimento ad una divinità guerriera (Mamers?) che veicolerebbe (e suggellerebbe) il collegamento con il mercenariato. d) Castrizio (La monetazione mercenariale in Sicilia. Strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte, Soveria Mannelli 2000, 58-9; Id., Quattro serie monetali di oppida autonomi nel Bruttium meridionale, “Quad. Arch. Mess.”, 7, 1992, 44-7) accoglie l’ipotesi di un’emissione mercenariale - come già prospettato da Calciati (CNS, 3, 319) – ma ne individua il centro di emissione nel settore meridionale della Calabria in età dionigiana, un periodo storico segnato dal sorgere di numerose roccaforti militari in mano a ex mercenari dionigiani, secondo modalità ben note e sperimentate già in ambito siceliota. Tali phrouria sarebbero stati infatti promossi dallo stesso Dionisio I, che avrebbe elargito ai mercenari terre al posto del tradizionale misthos, facendo dell’emissione monetale uno strumento di controllo e gestione dei suoi territori, per la maggior parte oppida brettii (tra cui forse Hyporon, Noukria, Mystia), sorti in un periodo - dall’età dei Dionisii all’arrivo di Timoleonte - denso di eventi traumatici e destabilizzanti. La distruzione di Rhegion, il ridimensionamento della sua chora ad opera di Dionisio I (387-6 a.C.) e la successiva ricostruzione della città con il nome di Phoibia da parte Dionisio II (358 a.C.), segnarono infatti un drastico mutamento dell’assetto socio-politico della Calabria meridionale, determinando ampi vuoti di potere che favorirono il nascere di nuovi centri abitati oppure l’insediamento da parte di mercenari italici di territori già occupati dagli indigeni. Si trattava di arroccamenti militari a cui, evidentemente, era stato concesso il diritto di battere moneta ma sempre in posizione subordinata all’egemonia siracusana. Sulla base di queste osservazioni, Castrizio assegna le monete con t. maschile/Scylla non a Skylletion bensì a Skyllaion, la rupe all’ingresso dello stretto di Messina e precedentemente annessa al territorio reggino, già fortificata da Anaxilas (Strabo VI 1,5), e forse sede di un presidio di mercenari di Dionisio I di Siracusa dal 386 a.C. Sul piano tipologico Castrizio, sulla scia di Manganaro (Dai mikrà kermata al chalkrokratos kassiteros in Sicilia nel V sec. a.C., “JNG”, 34, 1984, 22 e nt. 39), identifica la testa maschile del D/ con Odisseo a motivo del pileo, il classico copricapo del viandante, rilevando come proprio alla rupe scillaica fossero associate le vicende mitiche legate ai viaggi dell’eroe. In questa direzione sembrerebbero ricondurre anche i dati di circolazione. Nello specifico, rinvenimenti di monete da contesti noti si registrano nelle seguenti località (i dati sono tratti da G. Gargano, Una moneta di Methana da Castellace? Nuove ipotesi su una zecca ME- in Italia meridionale, “SNR”, 87, 2008, p. 32 a cui si rimanda per una più ampia bibliografia): area di Skylletion/Scolacium (2 ess.) versante ionico della Calabria (numerosi ess.) Palmi, loc. Donna Canfora (1 es.) territorio locrese (7 ess., dei quali uno dal ripostiglio rinvenuto nel 1986 in località Marasà in associazione con tre stateri AR acarnani, un hemilitron di Agatocle e 1 AE illeggibile) Monasterace marina (antica Caulonia): 1 es. da una collezione privata di provenienza locale Le presenze monetali di “Skylletion” risultano pertanto non particolarmente cospicue nel Bruttium mentre una considerevole quantità di esemplari è stata rinvenuta nella zona centro-settentrionale della Sicilia (E. Arslan, La moneta, in R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium, cit., 189-91; S. Garraffo, La monetazione dell’età dionigiana: contromarche e riconiazioni, in La monetazione dell’età dionigiana, Atti VII Conv. CISN-Napoli 1983, Roma 1993, 229 con bil. prec.). Si impone pertanto un’attenta riflessione sulla possibilità di localizzare la zecca nell’area brettia dello Stretto, benché incerta appare l’ipotesi di una sua collocazione presso Scillato, ai piedi delle Madonie occidentali (V. Cammarata, Da Dionisio a Timoleonte. Problemi di numismatica della Sicilia antica, Modica 1984, 120 su cui v. G. Manganaro, in “Gnomon”, 60, 1988, 456). Se invece il centro dovesse ubicarsi in Sicilia, la presenza di numerario di Skylletion a Locri costituirebbe un aspetto non secondario, considerata la cospicua quantità di bronzo siceliota rinvenuto nella città magno-greca (M. Taliercio Mensitieri, Problemi monetari di Hipponion e delle città della Brettia tra IV e III sec. a.C., in M.L. Napolitano cur., Crotone e la sua storia tra IV e III sec. a.C., Napoli 1993, 169 con bibl. prec.). Alla luce della documentazione disponibile la questione dell’esatta localizzazione ed interpretazione di queste monete resta tuttavia ancora dibattuta. Allo stato attuale della documentazione si può solo osservare che l’assenza dell’etnico, le opzioni tipologiche (testa maschile pileata), la compattezza della serie e le frequenti riconiazioni su litre dionigiane costituiscono indizi che sembrerebbero ben descrivere i caratteri di un’emissione connessa a pratiche mercenariali. Link alle principali discussioni su Skylletion: https://www.lamoneta.it/topic/177785-skylletium-e-la-sua-moneta/ https://www.lamoneta.it/topic/117212-una-misteriosa-emissione-mercenariale/ https://www.lamoneta.it/topic/142882-le-pi%C3%B9-belle-rappresentazioni-di-guerrieri/?do=findComment&comment=1938536
    2 punti
  11. Condivido questo interessante pezzo in rame, cui è stato dedicato un articolo in "Panorama Numismatico" - gennaio 2019 - pag. 27/29, non censito in nessun catalogo, rappresenta l'ultimo esempio di rame battuto a Roma prima del pontificato di Clemente XII.
    1 punto
  12. Ciao a tutti, i caso di disturbi al conto corrente, che usualmente si manifestano verso fine fine mese; contro la sindrome da portafoglio bulimico, la prevenzione di riduzioni al lumicino o di stati al verde, consiglio vivamente una INIEZIONE DI LIQUIDITÀ disponibile in pratiche monodosi da auto-somministrarsi in caso di bisogno. Non esitate a contattarmi! Servus, Njk
    1 punto
  13. Carissimi vi ripropongo, a grande richiesta, questo magnifico esemplare ( LOL) Potrei sapere ,gentilmente, che ne pensate di codesta moneta da 100 lire del 1960(stato di conservazione) con questa foto migliorata? (così potrete apprezzare meglio il lustro) Comunque peccato per i segni vari . La mia domanda è questa: arriva almeno allo qfdc? (vi confermo che dal vivo la moneta è migliore di come si presenti in foto) Grazie alla prossima "There' s always one possibility to be happy also when you 're looking for one rare coin and finally you'll find it" ----> "e vamoosssss" In attesa di una vostra risposta sono qui oggi pomeriggio con voi e ascolto un po' di canzoni del grande Claudio Baglioni
    1 punto
  14. Il titolo parla da solo e forse potrò sbagliarmi, ma credo che solo questo Imperatore (Barbaro) ebbe l'idea di coniare questi due tipi di monete diversi per il peso, basti pensare al doppio sesterzio di peso: 20,09/17,66 gr. mentre il sesterzio con peso: 13,48/8,99 gr ca. Ma quanto ci si può basare sul peso, spesso abbastanza "irregolare" e non coincidente? Allora si potrebbe "seguire" il diametro, ma a volte neanche quello: sul sito della CNG Coins si trova ad esempio, un doppio sesterzio e un sesterzio della serie LAETITIA AVG "prua di nave con rematori" del diametro rispettivamente di 28,5 mm e di 29,5 mm? E quindi come fare a identificare il tipo di moneta?
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  15. Complimenti anche da parte mia. Moneta difficilissima da vedere. Peccato per la parte del Santo, ma non è il caso di fare gli "schizzinosi" . Confermo la z speculare.
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  16. Artemide Kunstauktionen si chiama, di Vienna, ma lo rilasciano se paghi 5 euro e lo devi richiedere te nel momento del pagamento (spunti una casella col mouse). Dovrebbero essere della stessa "famiglia" di Artemide aste s.r.l. di San Marino.
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  17. Magari qualcuno riesce a ricavarci qualcosa
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  18. Buonasera, complimenti. Testi che non potrò non acquisire. Grazie. Saluti, Domenico
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  19. Un BB, come descritto. La moneta è stata battuta ieri a 1850 (che coi diritti fanno circa 2200) (https://asta.inasta.com/it/lot/149407/savoia-carlo-felice-1821-1831-5-lire-/ Il 1831 è secondo me la più rara della serie di scudi di Carlo Felice, la mia - con un pizzico di fortuna - l'ho trovata sulla baia in Francia, aggiudicandomela a circa 700 cucuzze L'avevo postata qui https://www.lamoneta.it/topic/183801-carlo-felice-5-lire-1831-torino/#comment-2050489 Una conservazione tra quella di Scudo e quella della moneta battuta da InAsta
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  20. C'è scritto che sperano di produrne 2mln per fine anno, poi che la distribuzione inizierà con 40k coincard (contingente suscettibile di aumento se la domanda sarà importante).
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  21. Speriamo solo di non rivederlo tra qualche anno con un Giano con la barba di Didio Giuliano ed i capelli di Jimi Hendrix
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  22. ci ha pensato @nikita_ ?
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  23. Buon pomeriggio Mi sono espresso molte volte nel forum riguardo alle bolle plumbee, soprattutto quelle dogali (dei dogi di Venezia), non tanto come esperto, ma come curioso. Qualche volta, solo facendo controlli incrociati, è capitato di scoprire qualche "magagna"; le bolle plumbee, soprattutto quelle che non hanno attaccato il relativo cocumento, sono facilissime da falsificare, essendo il piombo estremamente duttile e malleabile; poi è facile anche antichizzarlo, creandogli una patina fasulla. In definitiva, sono oggetti da farsi controllare da un esperto e possibilmente de visu. saluti luciano
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  24. I bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi un'unica zecca ovvero la sola zecca attiva nella fase in cui vennero emessi: Treviri. La zecca di Lione non fu mai operativa durante l'impero gallico, venne aperta da Aureliano dopo la riannessione delle province separatiste galliche e dopo una prima emissione di due tipi presso la zecca di Treviri, che chiuse appunto in favore dell'apertura/spostamento a Lione. La zecca traduzionalmente identificata con Colonia è da identificare in realtà con Treviri in quanto Colonia venne aperta solo verso la fine del regno di Postumo con le emissioni contraddistinte dalle marche di questa zecca. Pertanto ne derivca che i bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi in una sola zecca e che questa è Treviri. Un altro cospicuo corpus di bronzi (anche di ottimo stile) è stato emesso dall'atelier II ovvero un atelier locale assai grosso e importante che batté sia moneta bronzea (conuiata e fusa) che antoniniani. La variabilità di pesi, diametri ecc va pertanto valutata rapportando ufficiali con ufficiali e imitative con imitative. Nel panorama delle ufficiali la variabilità è relativa e possono essere ritenute emissioni omogenee. In più vanno analizzate raportandole in base al loro presunto valore (corona radiata e corona laureata). Per le imitative invece la faccenda è molto più complessa. Con la quantità di "materia prima" ricavabile da un sesterzio se ne producevano diversi quindi vien da sé il calo metrico e ponderale. La necessità di moneta divisionale, la penuria di materia prima, la riforma "fiduciaria" messa in atto da Postumo, furono tutti elementi che portarono al proliferare della produzione imitativa (di bronzi) che nell'arco di poco tempo di fatto fece degenerare il sistema "sesterzio laureato / radiato" e posero di fatto fuori dalla circolazione monetaria l'uso di tale nominale (che era già scomparso qualche tempo prima negli altri territori dell'impero centrale).
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  25. Difficile dare un parere solo da una foto. In passato ne ho viste alcune molto simili a casa di Bellizia che non erano originali, con una patina artificiale uguale a questa. Però ripeto, dalla sola foto, io non me la sento di dare un giudizio definitivo.
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  26. Un caffè offerto da me è sicuro. Arka Diligite iustitiam
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  27. Il compleanno capita (per fortuna) una volta l'anno. Vuoi farlo passare senza regalo... nooooooo.
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  28. Buongiorno Non ho nulla sotto mano da spulciare,ma sicuro l' amico @Roy Batty ti saprá illustrar tutto su sta moneta??
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  29. Splendida notizia! Inoltre un articolo sulle monete di Siena! Come sempre: Bravi!!! Speriamo in Verona!
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  30. Vista così... NI... Sembrerebbe avere le carte in regola per quanto riguarda i punti che normalmente si osservano. SPL+ o qFDC, il gradino è piccolo. Comunque andrebbe vista in mano, perchè con queste foto è difficile sbilanciarsi.
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  31. Ciao, è una bellissima moneta anche a parer mio e mi sembra proprio autentica.
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  32. Sotto "Tipo di contenuto" puoi selezionare la sezione dove cercare
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  33. Temevo che l’intervento chiudesse con l’invito allo Stato a provare a far sequestrare la moneta, non a comprarla… sono fortune ?
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  34. Ciao, bellissima moneta, sia dritto che rovescio che taglio parlano di una moneta assolutamente autentica. Particolare la malachite al D/, nella mia poca esperienza l'ho vista in argenti solo a partire da qualche decennio dopo questa, ma si sa che il titolo dei denarii già da Settimio Severo ormai era circa il 50% se non meno, quindi.. Ciao! Crine
    1 punto
  35. Sembrerebbe che quest'anno ci siano solo 2 varianti per ogni moneta. La Variante UNC che ha i segni di zecca olandesi La Variande BU/PROOF che ha i segni di zecca francesi.
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  36. Secondo me, parere personale, subiranno un ribasso le divisionali FDC con il 5 euro bimetallico. Le altre divisionali (FDC o FS) o i 2 euro commemorativi di solito riescono a terminarli tranquillamente. Il problema per loro sono diventati gli argenti
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  37. credo che sia il simbolo del valore di un asse, anche se scavato.
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  38. Come ho già avuto occasione di evidenziare molte volte, l'unico rimedio è non partecipare in massa ad aste con queste esose percentuali di commissioni, così da massimizzare il numero degli invenduti e far addivenire il bandito(re) a più miti consigli. Ma oramai internet consente di arrivare ovunque e di polli ben pasciuti da spennare è pieno il mondo... E' una battaglia ardua, se non già persa
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  39. Ciao, una domanda intrigante. ?A mio avviso bisogna come sempre intendersi sui termini. Se ci riferiamo allo standard del FDC comunemente preso a riferimento, ovvero al grado MS65 della scala Sheldon, secondo me i 5 lire 1956 appartenenti a questa categoria in giro sono poche decine, quindi a mezza via tra l’R3 e l’R4, forse più vicine all’R4. Se facciamo rientrare nel FDC anche gli MS62, 63 e 64 allora direi R3 pieno.
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  40. Buonasera Mariafedina, anch'io non mi intendo affatto di pesi monetali : nel corso degli anni ne ho visti tanti, qui nel Sito : mi affascinano ma non ho alcuna competenza specifica per aiutarti ad indiduarlo. Dall'aspetto mi sembra insolito, ma questo è un portato della mia scarsissima conoscenza. Mi sono limitato a schiarirlo nel tantativo di coglierne meglio l'immagine, spero che qualcuno lo conosca. Buona serata. @Mariafedina
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  41. Ciao, se la moneta é in tuo possesso, complimenti! Essendo "inedita" é ovviamente la stessa illustrata sul MIR (n. 1800), dove nelle note viene appunto riportato il riferimento all'articolo di Bellesia. Il R/ per questo quattrino non é tuttavia inedito, ma ripende quello del grosso (Munt 58), del giulio (Munt 47-48), del testone (Munt 34-35-36) e dello scudo d'oro (Munt 7-8-9). L'iconografia dell'Immacolata concezione riprende la descrizione del Vangelo: "Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle". I caratteri essenziali sono quelli della donna dell'apocalisse, vestita di sole, incoronata con 12 stelle e sotto i suoi piedi una luna. La Madonna è rappresentata giovane, con le mani giunte al petto, il mantello azzurro e la luna crescente, simbolo di castità. Michele
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  42. Buongiorno Piastristi, ecco la mia 1833, variante con torrette al posto dei pallini su stemma Portogallo. Un po' verdastra... Buona Domenica Silver
    1 punto
  43. Come promesso, caro @demonetis, ecco l'indice del nuovo Gazzettino:
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  44. Ciao Si tratta di un 3 cavalli 1626 per Filippo iv,Regno di Napoli. Il MIR lo classifica R. Dietro la testa le sigle MC. Bello bello,mi piace,complimenti.
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  45. .....ne comprai due simili o di diversa tipologia, per sfizio ,al costo di 0.01 cent su aliexpress SPEDIZIONE PURE GRATIS? Sono ricco a quanto sembra??‍♂️
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  46. Il discorso non vale per il bronzo...all'epoca il valore delle monete enee era fiduciario, non era dato dal valore del metallo. Alla metà del III secolo d.C., la situazione econimica era in condizioni critiche: Traiano Decio cercò di sistemare le cose in torno al 250 con una "riforma" in cui introduceva un nuovo nomiale (il doppio sesterzio) e ripristinava un vecchio nominale non più emesso, il semisse. Già in questo periodo il peso delle monete in bronzo è oscillante: facendo rapide ricerche nelle aste passate si può notare, ad esempio, che i dupondi di Decio e consorte hanno pesi che vanno dai 6,9 ai 13,5 grammi circa. Dopo il suo regno, ad ogni modo, sia il doppio sesterzio che il semisse non vennero più coniati e, inspiegabilmente, anche la coniazione del dupondio viene estremamente ridotta ( rarissimi i dupondi degli imperatori successivi). Il doppio sesterzio viene ripristinato da Postumo e inserito nel circolante dell'Impero delle Gallie accanto al sesterzio: i grandi bronzi emessi nell'impero secessionista si dividono, infatti, tra quelli che hanno il busto dell'imperatore con corona laureata e quelli con corona radiata. A mio avviso è questo ciò che si deve tenere in considerazione, non tanto le differenze di peso e/o modulo ( visto che già da almeno un decennio il peso dei nominali era molto fluttuante). Questa differenza era ben presente alla popolazione dell'epoca in quanto abbiamo alcuni sesterzi di Postumo con busto laureato a cui, sulla corona d'alloro, hanno sovrapposto ( per incisione o per mezzo di un punzone) una corona radiata, raddoppiando così il valore della moneta. Se la differenza si fosse basata solo sul peso, un'operazione del genere non avrebbe avuto significato...
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