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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/24/22 in tutte le aree
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Ciao a tutti, "La storia non si può cancellare" e ciò ci viene ricordato ogni qual volta sotto l’effige o lo Stemma fa capolino la moneta del precedente Sovrano. Un saluto Raffaele.5 punti
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Come disse un grande storico dell'Arte purtroppo che ci ha lasciato, Philippe Daverio, parlando della commistione tra moderno e antico: "adoro la maionese, mi piace la torta di mele, ma la maionese sopra la torta di mele no!".3 punti
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Complimenti Raffaele per queste autentiche rarità e veri pezzi di storia! Mentre le reimpresse del 1848 lasciano intravedere la moneta "cancellata", la cura nelle 1847 fu maggiore e difficilmente si riesce a risalire alla moneta sottostante. La tua 1848 fa vedere la parte bassa del collo di Gioacchino Murat, e al rovescio sulla Corona Reale parte della legenda GRAND' AMMI ancora complimenti per l'acquisizione.3 punti
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Per chi fosse interessato alla monetazione modenese ho pubblicato su academia.edu la mia analisi di una particolare tipologia di giorgino che, tradizionalmente attribuito al periodo di governo di Francesco I d'Este, appare collocabile in un altro periodo storico e attribuibile ad un altro zecchiere. Analisi recentemente pubblicata sul n°380 di Panorama Numismatico. Questo studio arriva a completamento del mio precedente studio sulla identificazione e collocazione cronologica delle varie tipologie di sesini, bolognini, muraiole e giorgini, emessi a nome di Francesco I d'Este e recentemente pubblicato nei numeri 325, 326, 327, 328, 329, 330 e 331 di Panorama Numismatico. Di seguito il collegamento: https://www.academia.edu/77426016/Modena_analisi_di_una_particolare_tipologia_di_giorgino_con_santo_genuflesso_attribuito_a_Francesco_I_dEste n.b. per questo studio, come per altri in corso di pubblicazione, sono debitore di informazioni, immagini e documentazione con i nostri @Cioso e @msclrt che voglio pubblicamente ringraziare ciao Mario3 punti
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Buongiorno e buona domenica a tutti, Condivido con tutti voi l'ultima arrivata in raccolta. Un saluto Raffaele.3 punti
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Le ciotole di questa mattina un euro a sinistra e 50 cent a destra, le altre monotematiche non interessanti. Dopo un'oretta di scavare ho portato a casa solamente due monete che posterò nell'apposita discussione , più tardi vedo se la ciotola di sinistra si presta per qualche quiz.3 punti
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Buona serata a tutti gli amici lamonetiani!! Era un po' di tempo che cercavo di acquistare una moneta dell'imperatrice Elena, madre di Costantino I, che avesse il giusto rapporto qualità /prezzo (per le mie tasche ovviamente!!). Prezzo di acquisto davvero basso, rilievi e qualità complessiva non troppo scadente, anzi. Voi che ne pensate di questo piccolo bronzo? A me piace molto... È un pax publica dal peso di 2 grammi. Cosa ne pensate! Grazie, e buon 25 Aprile a tutti!!2 punti
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Buonasera a tutti, per completezza riporto link di una vecchia discussione di @Rocco68. Saluti Alberto https://www.lamoneta.it/topic/180042-reimpresse-ferdinando-ii/2 punti
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Oggi purtroppo solo due monete per 1,50 euro, sarà per la prossima volta. Ho quindi messo nella mia raccolta un centesimo olandese di Guglielmo III del 1860 e un dollaro USA del 2009 con la raffigurazione del 12° presidente Zachary Taylor (1849-50). La data, il motto e la zecca, in questo caso Philadelphia, si trovano nel contorno: E PLURIBUS UNUM ☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆ 2009 P ☆☆☆2 punti
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Buona domenica a tutti. Il meno raro di tutti i 5 Tornesi per questa tipologia di busto. L'unica differenza la fa il simbolo del coniatore, difficile è trovare il 1843 con la stellina a 6 punte.2 punti
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Roma è sempre stata una città aperta, con porte spalancate a gente di diverse etnie. Lo dimostra il fatto che per i Romani antichi, il razzismo basato sulla etnia e sul colore della pelle e fattezze fisiche non esisteva. Essi avevano schiavi bianchi: Germani, Galli, Britanni, come anche Italici e dell’Urbe stessa se ci si addebitava e si finiva alla mercé, come schiavi Numidi dalla pelle scura. Già dalla Roma Quadrata, come ci narra Tito Livio, la città fu aperta e crocevia di popoli. Narra Livio in “Ab Urbe Condita”: “Deinde ne vana urbis magnitudo esset, adiciendae multitudinis causa vetere consilio condentium urbes, qui obscuram atque humilem conciendo ad se multitudinem natam e terra sibi problem ementiebantur, locum qui nunc saeptus descendentibus inter duos lucos (ad laevam) est asylum aperit. Eo ex finitimis populis turba omnis, sine discrimine liber an servus esset, avida novarum rerum perfugit, idque primum ad coeptam magnitudinem roboris fuit”. Anche se Roma sin dall’antichità, dal fiore della sua potenza imperiale e commerciale, fu una città caratterizzata da una moltitudine di gente straniera, l’immigrazione più fiorente la vediamo – dopo la caduta dell’Impero – dopo l’esilio avignonese . Difatti a cavallo fra XIV e XV secolo la popolazione della città va raddoppiando grazie all’insediamento di immigrati. Questa immigrazione di genti non italiane va travata nel ritorno dei papi e dei cardinali in Roma e al rilancio dell’economia cittadina. Naturalmente, con il ritorno dei papi la Curia Romana promuove i traffici commerciali attirando nell’Urbe i pellegrini. Con il fervente pellegrinaggio, sono molteplici le osterie in città aperte dai non romani e non italiani, nonché le strutture d’accoglienza. Difatti il pellegrinaggio favorisce l’avvento di stranieri non solo per una questione di fede, ma anche lavorativa, con la conseguente causa dello stanziamento in loco ed il proliferare di famiglie. Molti stranieri in Roma hanno lavori presso la corte pontificia come anche nelle corti cardinalizie. Ma questi ed i pellegrini non sono i soli stranieri in Roma. Difatti a cavallo fra XV e XVI secolo si vede un fervente numero di intellettuali, artisti , artigiani e architetti; copisti specialmente delle zone degli odierni Paesi Bassi e Germania. A loro si deve anche l’apertura delle prime tipografie in Roma. L’immigrazione fa parte dell’essere umano, sia popolano che nobile. In effetti le nobili famiglie romane offrono anche asilo alle vittime dell’avanzata ottomana; oltre ad avere in seno dei lavoranti di origini “straniera”. Le virgolette valgono poiché si intende come i molti lavoranti di famiglie nobiliari romane provenivano da altri Stati Italiani, all’epoca visti come “Estero”. Papi non romani, ma al tempo stesso italiani, attirano numerosi conterranei in Roma e così, lo stanziamento degli stessi e famiglie. Si può ben dire che il papato ha favorito l’immigrazione in Roma, quasi come ai tempi dei Romani – però per cause e modalità naturalmente differenti - . I Corsi, ad esempio, assicuravano in Roma ( fine XV secolo ) numerosi artigiani, servi come anche soldati che andavano a stanziarsi all’Isola Tiberina e in Trastevere, rione fra i più popolati da stranieri fin dalla Roma antica. Per quel che concerne gli Stati europei, l’immigrazione coinvolgeva maggiormente gente istruita come banchieri e mercanti; ma anche fornai e tavernieri che, come detto, aprivano osterie da loro gestiti per l’accoglienza dei loro connazionali che, spesso, si insediavano in città. Come, su questa scia, vi erano anche albergatori specializzati nell’accoglienza dei propri connazionali. Si formarono piccole comunità straniere che andavano ad incoraggiare l’arrivo di altri conterranei. Se prendiamo ad esempio procuratori dei vescovi tedeschi, come i banchieri; questi attraevano da paesi germanici gruppi di lavoratori non qualificati ma anche artigiani, commercianti e fornai. Oltre ad una grande presenza tedesca in Roma , maggiore di questa era la presenza dalla Penisola Iberica. Nel XV secolo in Roma troviamo nei cantieri navali capitolini, manodopera specializzata proveniente dalle zone catalane. La presenza ispanica va ad accentuarsi con Callisto III Borgia, a metà del XV secolo , e con Alessandro VI Borgia, padre di Cesare e di Lucrezia Borgia. Troviamo una presenza di diecimila spagnoli in Roma, calcolati da Marin Sanudo ne “I Diari” ( XXX, col. 91 ). Non va dimenticato che l’immigrazione spagnola però vi era anche nel Trecento verso Roma. Una via molto nota in Roma, che è via della Scrofa, era colma di francesi e spagnoli che svolgevano lavori come calzolai, fornai, sellai che operavano per la Curia. Inoltre, diverse donne e francesi e spagnole erano dedite alla prostituzione ( “Descripio Parochie S. Trifonis” – 1517 ). Per quel che concerne la prostituzione in città, è interessante un autore spagnolo degli inizi del XVI secolo: Francisco Delicado. La presenta massiccia e consolidati dagli stranieri in Roma, forma al lungo andare nel Quattrocento confraternite e ospizi. Non solo, è da stimolo per la creazione di chiese “nazionali” , anche se già prima vediamo la comparsa di alcune di esse in Roma. Esempio: nel Trecento i lusitani avevano come loro chiesa Sa. Antonio dei Portoghesi; Santa Brigida a Campo de’ Fiori, che sorge dove vi era l’ospizio per gli svedesi istituito dalla Santa. Fiorente era nel Cinquecento, in quella zona, la presenza degli svedesi. Questi alcuni esempi. Troviamo in quel periodo nell’Urbe immigrati ungheresi, croati, slavi, danesi, inglesi , scozzesi e irlandesi che trovano un punto di ritrovo nella chiesa di Santa Maria, divenuta poi “Santo Spirito”, in Sassia. Ricordiamo anche che dalmati e croati, fatti giungere a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento, prendevano il soprannome di “Schiavoni” . Tutte queste realtà fanno notare come l’Urbe fosse, come è sempre stata, un realtà multietnica ed una città aperta fin dagli albori ad ogni tipo di migrazione e di accoglimento. Altri gruppi di stranieri giunti nel Medioevo, invece, convivono pur senza avere chiese vere e proprie destinate al loro ritrovo. Questo perché in gruppi minori. La gente di Roma in generale, diffidava dei pellegrini. Questi erano obbligati infatti a farsi riconoscere come tali dalla confraternita della Trinità dei Pellegrini. Queste paure sono incrementate dall’arrivo in Roma degli zingari. Pur se i bandi e processi contro i nomadi si susseguono , gli stessi rimangono nell’Urbe e prolificano insediandosi specialmente nel rione Monti. Con il tempo, i nomadi abbandonano la loro lingua come il nomadismo stesso; così la loro vita spesso si intrecciava con quella però marginale degli schiavi musulmani che si erano convertiti al cattolicesimo ( specialmente nel XVI secolo ); come anche con i “moriscos” che erano degli ex musulmani di origine spagnola. Di questi ultimi, troviamo in Roma ben 157 famiglie. Non si può parlare di Roma e della sua storia inerente la popolazione, se non si affronta la storia degli Ebrei. La presenza ebraica esiste in questa città dal II sec. a.C. , incrementandosi poi sotto Pompeo Magno e quindi fiorente per tutto l’Impero sulla sponda trasteverina. Fu nel Medioevo, fra il X e il XIII secolo, che gli Ebrei romani si spostarono dall’altra sponda del fiume, prevalentemente nel rione Monti. Si constata come dopo la metà del XII secolo, gli Ebrei in Roma contano duecento famiglie (non poche se si nota la demografia di quell’epoca). Gli Ebrei in Roma a quel tempo erano tenuti in grande rispetto; cosa purtroppo che non avvenne nei secoli successivi. La comunità ebraica, sembra trovare appoggio alla Curia pontificia. Alla fine del XIII secolo, le famiglie ebraiche ammontano a quasi un migliaio. Frequente fu l’immigrazione ebraica verso Roma dai centri del Lazio, anche durante la Cattività Avignonese, come durante la peste del 1348 / 1350. In questi due anni, la comunità si ridusse di molto ma i continui spostamenti dai centri laziali andavano a riconsolidare, se non del tutto, la presenza ebraica in Roma. Nel Quattrocento i papi cercarono di migliorare le condizioni di vita degli Ebrei in Roma; e difatti si registra sotto il pontificato di Sisto IV l’arrivo di ebrei tedeschi, francesi e spagnoli. L’impennata dell’immigrazione ebraica verso Roma la si registra a fine Quattrocento, con Alessandro VI Borgia che andò ad accogliere gli Ebrei espulsi dalla Spagna e dell’Italia Meridionale; nonché dalle zone della Provenza e da Tripoli. Nella cronaca di Stefano Infessura, possiamo leggere registrato nell’anno 1493: “Marrani in maxima quantitate steterunt extra portam Appiae aput Caput Bovis” . Nel 1526 troviamo elencate nella Descriptio Urbis, 373 famiglie ebree; 1.772 persone su di una popolazione di 53.897 persone in Roma. Fra la popolazione ebraica, sempre la Descriptio Urbis del 1526 indica in ordine di importanza la componente ebraica spagnola, tripolina, siciliana, mora, tedesca e francese e poi quella peninsulare italiana. E’ proprio la componente spagnola ebraica a formare il nucleo safardita più numeroso d’Italia. Questo accrescere di importanza, genera un conflitto con il resto del gruppo ebraico, tanto che la comunità ( “Universitas” ) si divide in diversi organismi quali: aragonesi, catalani e castigliani. Su base invece nazionale si differenziano quelli di provenienza francese e tedesca che avevano formata un’unica Schola. Poi alla fine, vi è la componente siciliana che va a distinguersi per la sua povertà. Questa parte della comunità ebraica, la si trova a ridosso del Tevere, quasi incapace di mantenersi e i suoi membri li ritroviamo fra gli scaricatori e i marittimi. Purtroppo, la crescita dell’insediamento ebraico viene “spezzata” dal Sacco di Roma. Questo ebbe a portare al costituirsi di attivi nuclei di immigrati, spingendo alla fusione della Scholae ( pre 1527 ve ne erano 11 ). Purtroppo poi la pressione statale e religiosa porterà gli Ebrei romani dal 1555 ad essere ghettizzati. Come vediamo: Roma era Patria di tutti e nessuno può essere definito “romano puro”. Roma ha un volto, un’anima ed un cuore che ha sempre accolto il mondo intero. In questo, io concluderei con una frase di Rutilio Namaziano, del IV sec. d.C. ( anche lui “straniero” ) che ebbe a dire, in merito a Roma: “fecisti patriam diversis gentibus unam; urbem fecisti quod prius orbis erat”.1 punto
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Un'aggiunta recente di cui sono molto contento: "Francobollo d'emergenza - Porto interno - Danimarca" Nel 1963 ne vennero prodotti in segreto circa 200.000.000 e vennero depositati sempre in segreto in otto uffici postali in tutta la Danimarca, uno dei quali alle isole Fær Øer, per essere conservati. Avrebbero dovuto essere utilizzati in caso di scoppio della terza guerra mondiale per le affrancature della posta interna, in previsione della grande confusione suscitata da quell'evento a cui più di una volta fummo realmente vicini. Nel 1991, a Guerra Fredda finita, furono svelati al pubblico e messi in vendita. Circa 150.000 trovarono acquirenti, gli altri furono distrutti. Certo che col senno di poi, conoscendo i piani d'invasione sovietici della Danimarca (che prevedevano se necessario anche l'uso di bombe atomiche), mi chiedo quante lettere o pacchi avrebbero fatto in tempo ad essere spediti e ad arrivare prima della fine. [cliccare tre volte]1 punto
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Dato il periodo di festività mi pare una buona idea riproporre un mio recente studio su una particolare moneta di Pio IV: il testone della Resurrezione!1 punto
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Emissione "Posta Italiana" 1° Emissione, stampa calcografica su carta autoadesiva in fogli di 50 emessi il 1 marzo 2013 policromo. Soggetto: una busta che lascia una scia della bandiera italiana. Valore di catalogo per il nuovo 2.00 euro ognuno. Consiglio di non staccare dal supporto lasciare come sono. Curiosità, i francobolli sono ancora validi oggi per l'uso postale. Sperando di esserti stato d'aiuto Riccardo per qualsiasi cosa di filatelico a disposizione. @caravelle821 punto
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Ciao Alain bella moneta! Ti allego la pagina del mir della moneta che @fagiolino ha identidentificato1 punto
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DESANA DELFINO TIZZONE (1583-1598) Grosso dozzeno di Francia s.d. MIR 496/21 punto
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Un Buongiorno, grazie, saluti, ....magari non giungerebbero sgraditi a chi ti dedicherà un pò' del suo tempo. Ciao Igo.1 punto
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Non è la mia monetazione... Ma è sempre bello quando parla Mariov60.1 punto
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Buon giorno. I titoli 835 per i piccoli tagli e 900 per gli scudi, furono adottati per adeguarsi alle norme dell'unione monetaria latina del 1865 a cui aderirono Francia, Belgio, Svizzera ed Italia e successivamente anche altre nazioni. Cordiali saluti. Gabriella1 punto
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Anche io credo si tratti di un saggio e non di una contromarca. Certo che già parliamo di contraffazioni all'alba della monetazione!1 punto
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Obolo di Provins emesso a nome di Henri I, vedi collegamento... dalla quinta scorrendo verso il basso http://lesmonnaieschampenoises.free.fr/provins/henri1.htm Ciao Mario1 punto
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Potrebbe trattarsi di una punzonatura da saggiatura per indicare la bontà del metallo - come indicato da Pittini come sappiamo appena creata la moneta venne introdotta anche la sofisticazione - nella fattispecie un’alterazione della lega utilizzata per coniare gli esemplari originali emessi dall’autorita’ e questa punzonatura poteva indicare che l’esemplare era congruo. Credo che spulciando la ormai ricca letteratura in materia qualche accenno a tale fenomeno sinpossa trovare anche sd sl momento non so indicare riferimenti piu’ precisi. Diverso invece il fenomeno delle contromarche con simboli e lettere che aveva - credo funzione differente - o forse era una specie di controsigillo apposto da autorità diverse da quelle emittenti? monetazione ancora ricca di misteri e domande cui stiamo ancora cercando di dare risposte. Di sicuro invece c’è il suo indiscutibile fascino e .. ahimè… la barriera economica necessaria per accedervi ?1 punto
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Studia i prezzi delle vendite online, ebay è ottimo a questo scopo (attenzione: non a quanto vengono PROPOSTI IN VENDITA, ma a quanto vengono EFFETTIVAMENTE VENDUTI) e fatti una tua tabella con tutti i prezzi di aggiudicazione delle varie annate. Quando ne avrai almeno una decina per ogni anno ti sarai fatto una buona idea dei prezzi, e a questo punto ti resta solo da seguire le varie vendite e trovarne qualcuno a basso prezzo.1 punto
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E a questo punto potrebbero ritirare anche l altro, e soprattutto finire di cercare di intimidirmi ogniqualvolta, disgustato, affermo che le Aste sono inquinate da falsi.1 punto
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Due francobolli della ex-serie ordinaria prima di quella attuale.1 punto
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grazie @prtgzn. Consigli importanti i tuoi, soprattutto per uno come me che si "esalta" facilmente. Sguardo dritto e aperto nel futuro e piedi ben ancorati. Cordiali saluti1 punto
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DE GREGE EPICURI La saggiatura del metallo (e mi pare si tratti di questo) è diversa da una contromarca, che viene applicata in serie con un punzone e contiene di solito una immagine significativa o una lettera o monogramma.1 punto
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Complimenti per la bella moneta. Dalle solite brutte foto..,..direi qFDC. Troppi segnetti. La moneta rimane ottima ma no FDC.1 punto
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Le frazioni di elettro mi sono sempre particolarmente piaciute, ma non al mio portafoglio. Bontà del metallo?1 punto
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Buonasera a tutti, nuova arrivata in Collezione Litra68, una piacevole sorpresa .? Piastra 1856 Magliocca 566 Un curioso Leone dallo stile piuttosto insolito. Ma non è solo questo che volevo far notare. A voi le conclusioni. Saluti Alberto1 punto
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Si tratta di un Cornabò di Casale Monferrato emesso a nome di Bonifacio II Paleologo, da confrontarsi con il n°328, rappresentato sul n°59 del bollettino della numismatica, p.164 (BdNonline_materiali_59_2017), curato da Luca Giannazza. ciao Mario1 punto
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Buon fine settimana a tutti, controllando nella galleria immagini del cell ho trovato queste vecchie foto di una rarissima 1856 mandatemi da un Amico che la aveva in Collezione. Ho deciso di condividerla in questa bella discussione di @Raff82 , spero vi faccia piacere. Errore in legenda di inversione di lettere: TVR anziché VTR Il Gigante (2018) al numero 87/b la riporta R3 Il Magliocca 566/a anche R3 Un caro saluto a tutti. Rocco681 punto
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Giusto Giov sarebbe utile poter riavere la modalità ‘luce normale’ o almeno poter passarvi facilmente. non credo a molti utenti piaccia la modalità ‘dark web’?1 punto
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Taglio: 5 cent paese: spagna anno: 2020 tiratura: 221.800.000 condizioni: spl città: trieste note: NEWS!! taglio: 1 cent paese: austria anno: 2022 tiratura: ? condizioni: spl città: trieste note: NEWS!!1 punto
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Rispondo a questo post di Rocco68 sulla posizione della lettera R, ho notato che sulle 1847 la erre è dello stesso verso della leggenda sottosopra nel verso della data nel 1848 ho la sensazione che la erre nel 1847 non piacesse al re come se poteva essere un secondo nome la R con punto prima di Ferdinandus ripeto siamo a delle ipotesi.1 punto
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Magliocca 243 Sigle B. P. sotto il busto Taglio treccia a rilievo. Variante nel rovescio. In molte Piastre del 1786 troviamo delle '' mancanze" di metallo sul bordo, fatte in zecca per riportare al giusto peso la moneta.1 punto
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In questa interessante discussione, mi ero espresso con due faccine ( ) alla vista della foto dello statere pubblicato da @Archestrato .Statere presso il medagliere di Napoli, che viene riferito come Fiorelli 2534. E cosa nota che nei medaglieri , ci siano anche copie o imitazioni (falsi) Questo e un esempio. Ho voluto riguardare le mie raccolte fotografiche ed'è mia convinzione che il Fiorelli 2534 e un falso , non tanto pericoloso.Basta confrontarlo con lo statere ANS 618 ,che lo ritengo genuino, che confermano che lo statere di Napoli e un falso dell'ultimo secolo e non solo , anche lo statere pubblicato al post # 5 Hunterian e una volgare imitazione . Allego i confronti del dritto e del rovescio, che ci fanno apprezzare lo statere ANS 618 , con i suoi canoni ben definiti e leggibili Al n° 1 : un braccio destro del Dio Poseidone Al n° 2 : le lettere dell'etnico Al n° 3 :la coroncina Al n° 4 :drappo con i pennacchi Al n° 5 : il polipo Certamente questa analisi , può essere oggetto di critiche o di commenti che diano più luce a questi fenomeni che vengono fuori da raccolte in medaglieri pubblici.1 punto
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Ciao ragazzi e non. Ve li carico domani perché adesso ho il cell. Strapieno e devo cancellare tante cose. Ciao notte ☺️ I0 punti
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