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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/14/22 in tutte le aree
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Buon Giorno è stata dichiarata Open Access la Tesi di Dottorato del Dott Massimo De Benetti (dc.contributor.co-advisor Saccocci, Andrea) riferita alla classificazione dei primi cento anni del Fiorino d'oro di Firenze, con molti riferimenti alle imitazioni "anonime" della moneta. Merita certamente una approfondita lettura, come molti lavori importanti fornendo alcune risposte, induce a farsi ulteriori domande. Disponibile nell'archivio delle Tesi al seguente indirizzo http://hdl.handle.net/10579/15035 Purtroppo sembra non essere disponibile il corpus con l'apparato iconografico (non si può avere tutto). Cordialità5 punti
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Si ma quando (parlando sempre in generale...?) si ha quasi l'impressione che quelle "meno giuste" siano forse la maggioranza uno non dovrebbe farsi qualche domanda che vada al di là della strategia delle stime basse? Non sarebbe il caso di analizzare e soffermarsi un po' di più sulle foto e le monete stesse più che sul prezzo di partenza? Vorrei ricordare quello che diceva un vecchio ma piuttosto noto numismatico (Roberto Russo, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo): chi vuol comprare una moneta a un decimo del valore non può lamentarsi se prende delle fregature (lui lo diceva in maniera molto più diretta in realtà...)4 punti
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Tutto parte nel 1619 con l'istituzione del Banco Giro di Venezia nato al fine di raccogliere depositi e di evitare il movimento materiale di moneta! Nel 1798 Nasce la cedola cartacea da 8 ducati! La cedola in 3 valori è in carta filigranata con impresso a secco lo stemma austriaco! Le cedole ebbero breve durata poichè gia nel 1806 con un decreto imperiale si stabiliva la liquidazione delle stesse in iscrizioni al Monte Napoleone e con il decreto del 1809 se ne autorizzava l'emissione di beni derivanti dalla vendita di beni demaniali! L'iscrizione a questo tipo di cedola fruttava il 6%, era girabile ed utilizzabile come denaro! (ALTRI TEMPI!!!) Dopo questa fase avremo varie successioni e svariata cartamoneta girare in veneto (facente parte del regno lombardo veneto sotto gli austriaci) fino al 1848 quando dopo i moti di Vienna, Venezia insorse e cacciò gli austriaci. Manin Venne liberato dal carcere e fu incaricato della creazione di un governo che guidò fino alla resa della città. Si preoccupò di reperire metalli preziosi da fondere in zecca e poi prestiti volontari e uno forzoso per assicurare il sostentamento della popolazione. Al fronte di queste operazioni addirittura rilascio buoni che avrebbero fruttato il 5% annuo del capitale versato (buoni dei prestiti volontari in foto in 2 delle 4 valute esistenti 100,500,1000,3000 Lire). Dopo aver Bandito l banco-zettel di vienna il governo provvisorio deliberò l'emissione della carta moneta detta patriottica garantita dai prestiti raccolti. L'importo veniva versato dal governo provvisorio alla banca Nazionale di venezia che emetteva questa banconota dal nome che sdegnò gli austriaci, i quali nel 1849 ripresero il controllo di Venezia e non ne riconobbero la valuta! Nel 1850 Mazzini costituiva a Londra il comitato nazionale per la lotta dell'idea nazionale aprendo pochi giorni dopo le sottoscrizioni al prestito il quale avrebbe fruttato interessi pari al 6% all'atto del pagamento! I fondi raccolti sarebbero serviti all'acquisto di tutto quello che sarebbe servito per il conseguimento dell'indipendenza e dell'unità d'Italia! (prestito nazionale in 5 valori 1,2,5,25,100 e solo 4 in foto) Ultima foto,ma non per importanza, è quella di un documento molto partitolare Fondo Sacro al riscatto di Roma e Venezia! Questo buono, che ha la stessa funzione del prestito Italiano, è un documento più che altro storico che commerciale! Se si studia l'immagine infatti si denota Garibaldi incoronato dall'italia con a fianco la lupa capitolina che schiaccia l'aquila (simbolo austriaco ) e il leone di Venezia4 punti
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ℭ??? ? ?????! ℭ??????? ??? ? ??? "?????????????" ???? ?? ??????? ????? ??????????? ?? ℌ????????? - Oh! Ops! Ho dimenticato di cambiare il font! ... dicevo, cercando tra le mie cose ho trovato questa commemorativa da due marchi del 1933, per il 450° anno della nascita di Martin Lutero niente di speciale se non fosse per fatto che viene considerata - insieme al pezzo da 5 Reichsmark, con lo stesso motivo ed emesso nella stessa occasione - la prima moneta d'argento del Terzo Reich e dove è stato usato che per la prima volta, il controverso font Fraktur al posto del precedente Antiqua. Alcuni artisti si rifiutarono addirittura di usare il Fraktur su una moneta, poiché questo carattere sembrava inadatto ai loro occhi a causa dei molti discendenti (la parte di una lettera che si estende sotto la linea di base: g, p, q, etc. ). Il Prof. Hans Wissel, che aveva creato i disegni per entrambe le facce della moneta di Lutero, fu però qui criticato perché aveva disegnato la "s" nella parola "Deutsches" come una "s" rotonda ? e non come una "s" lunga . Tuttavia, se la è cavata invocando la sua libertà artistica. L'iscrizione sul bordo "EIN FESTE BURG IST UNSER GOTT" (Forte rocca è il nostro Dio) è stata ancora eseguita in antiqua, poiché mancava l'esperienza per la scrittura Fraktur sul bordo stesso. Alcuni esemplari di prova sono stati fatti con la Fraktur però in via sperimentale. Dal 26 agosto 1941, le monete di Lutero vennero trattenute dalle casse dello Stato e restituite alla Reichsbank per eliminare la "frammentazione delle monete" e come tutte le altre monete d'argento del Terzo Reich, la moneta fu infine ritirata dalla circolazione dal Governo Militare Alleato nel settembre 1944. =========================== Sopra ho scritto "font controverso", ma perchè? La parola tedesca Fraktur deriva da frāctus ("rotto"), participio perfetto del verbo latino frangere ("rompere"). Si discute fino a che punto le grottesche spezzate che divennero di moda dopo il 1933 siano da considerare "scrittura nazista". Da un lato Bismarck (sì: proprio quello della bistecca) che fu un forte sostenitore dei caratteri tedeschi. Rifiutava di ricevere in dono libri tedeschi in caratteri Antiqua e li restituiva al donatore con la frase Deutsche Bücher in lateinischen Buchstaben lese ich nicht! (libri tedeschi in caratteri latini io non ne leggo!); Dall' altro addirittura l'Adolfo che predicava: "La vostra presunta interiorizzazione gotica si adatta male all'epoca dell'acciaio e del ferro, del vetro, del cemento, della bellezza della donna e della forza dell'uomo, della testa alzata e del senso di sfida". Qui - tanto per confondere ancora le mie idee poco chiare - due monete, entrambe del '22, con i due font felicemente usati uno accanto all'altro: Fun fact: a DX, sul grano "Sich regen bringt Segen" (L''attività porta benedizioni) - Proverbio che può essere inteso come un riferimento alla dottrina protestante-calvinista, secondo la quale il diligente è premiato da Dio. La percentuale del Fraktur come carattere era scesa al cinque per cento nel 1932. Negli anni 1933-1935, è aumentata al 50%, ma è scesa rapidamente di nuovo prima del 1940. Il 3 gennaio 1941, Hitler prese poi la sua decisione: le scritture gotiche dovevano essere abbandonate a favore della "scrittura normale" anche per facilitare la divulgazione del tedesco nei paesi occupati. Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che ho detto la mia! Servus Njk ====== Per l'achivio: 2 reichsmark, 1933 commemorativo del 450° anno della nascita di Martin Lutero Argento 0,625 / 8g. / 25mm diametro Legenda: D : 2 Reichsmark / DEUTSCHES REICH R: 1483 - 1933 / Martin Luther Scritta sul bordo 'EIN FESTE BURG IST UNSER GOTT' (Forte rocca è il nostro Dio) che per distenderci possiamo alscoltare qui sotto!2 punti
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francescone 1799 italpen.pdf @italpen aveva postato questo specchietto riassuntivo, lo ripropongo senza aver chiesto il permesso dell'autore, confido nel fatto che Italo è sempre disponibilissimo..2 punti
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L’occasion inganna la mente…Beh allora indagherei nei pressi di Israele. 10 pruta?2 punti
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Buon giorno. Gratificata ma un po' imbarazzata per essere stata chiamata in causa come esperta da Fxx, esprimo il mio parere. Oltre agli altri dubbi già espressi vorrei fare notare come la base dell'ultima verga di destra del fascio presenti un distacco dalla parte superiore di MCMXXVIII, differenza minima ma che non mi sembra imputabile a rotture o usure di conio . Ho notato anche delle differenze nella zona naso bocca che pero' potrebbero essere dovute ad una cattiva interpretazione delle immagini. Personalmente ho dubbi sull'autenticità di questa moneta. Cordiali saluti e buona pasqua a tutti. Gabriella2 punti
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Le monete postate non sono molto comuni ma la definizione "very rare" della casa d'aste mi sembra eccessiva. Del primo esemplare (POTON al rovescio) sono noti più di dieci pezzi (1 conio di D/ e 2 di R/), documentati da importanti collezioni, da ripostigli e dal mercato antiquario. Tra essi: Cambridge, SNG Fitzw. 745 Leake CNG, MbS 72, 2006, 140 Napoli, MAN, Fg 3369 Paris, SNG Delpierre 446 Mosman, Gale 7 (ex NFA, 18.10.1990, 44) Altamura, MA 166144, rip. Altamura 144 (IGCH 1923) Taranto, MN, rip. Taranto 1951, 23 (IGCH 1895) Leu FPL, Dic. 1961, 40 Napoli, MAN 141874, rip. Sala Consilina 73 (IGCH 1936) Taranto, MN s.i., rip. Torchiarolo 1927, 18 (IGCH 1927) NAC AG K, 2000, 1082 Del secondo alcuni dei pezzi noti sono: Reggio Calabria, MN 272, rip. Curinga 159 (IGCH 1881) New York, SNG ANS 252 Oxford, SNG 1465 Athena 1, 1987, 22 Cambridge, McClean 1651 Napoli, MAN, Sg 6282 Lanz 44,1988, 45 NAC AG O, 2004, 1197 Napoli, MAN, Fg 3377 Per quanto concerne il simbolo fisso del trampoliere consiglio vivamente la lettura dell'interessante contributo di B. Carroccio: https://www.academia.edu/440668/Sulla_valenza_simbolica_dei_trampolieri_nelle_monetazioni_antiche2 punti
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Giudico dalla foto: mi sembra che il bordo sia in certi punti arrotondato e doppio, le firme diverse (la "L" di Romagnoli non sembra "spezzata" nel tratto orizzontale, il diametro maggiorato, tuttavia la prima "M" della data MCMXXVIII non è "tagliata" dal bordo ed il peso è nella norma. Pur non volendo escluderne l'autenticità, è una moneta che non prenderei per l'ambiguità. Anche il tipo di patina non mi convince. Qui sotto posto un esemplare in buona conservazione, un confronto fra un R/ autentico con uno falso e come è, generalmente, la "L" della firma negli esemplari autentici: :2 punti
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è lei Complimenti assoluti perchè era davvero difficile! 1928 per l'esattezza1 punto
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Ecco le scansioni dall'articolo. Lo sposto però in Sezione Provinciali, più corretta. Buona lettura Illyricum1 punto
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Se non esiste a Cesarea di Cappadocia, credo sia difficile trovare altro: altrove (Alessandria, Siria..) l' argento aveva dimensioni diverse.1 punto
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Grazie e scusami, non avevo capito! L’ultima Bertolami che ha presentato esemplari di Allifae (se non erro) è la 109 del 9-10/1/2022 in Germania e i lotti erano il 15, 16 e 17. Certamente quello di Artemide non è uno dei predetti lotti Bertolami. Domenico1 punto
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Capire i Brettii - 2 Per gli appassionati della monetazione dei Brettii, segnalo questo libro. LE MONETE DEI BRETTI di Lucio Addante Luigi Pellegrini Editore - Cosenza 2008 Allego foto anche del relativo indice. Saluti, Domenico1 punto
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Capire i Brettii - 1 Per gli appassionati della monetazione dei Brettii, segnalo questo libro. PER UN’IDENTITA’ CULTURALE DEI BRETTII (a cura di Paolo Poccetti) Istituto Universitario Orientale - Dipartimento di studi del mondo classico e del mediterraneo antico - Napoli 1988. Nello specifico, il contributo della Prof.ssa Marina Taliercio Mensitieri, Osservazioni sulla monetazione dei Brettii. https://www.docenti.unina.it/#!/professor/4d4152494e414d41474c49414e4f2054414c49455243494f4d474c4d524e35305434344638333954/attivita_ricerca Allego foto anche del relativo indice. Saluti, Domenico1 punto
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Dal vecchio manuale di Sear, un bel tetradrammo di Abdera di Tracia con al rovescio piccola testa elmata della dea guerriera Atena, in cartiglio contornato da nome di magistrato . Vale una curiosità notare che il magistrato nel nome ricorda Melanippo, mitologico eroe guerriero difensore di Tebe dall' attacco dei " 7 contro Tebe " , protagonista, postumo, di un truculento episodio che sarà anche ricordato da Dante .1 punto
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Appare inoltre interessante la ricorrenza del simbolo del trampoliere sulle ultime serie incuse di Caulonia (sub-colonia di Crotone) prima del passaggio al doppio rilievo (Noe, gruppo D, 59-61). BFA 109, 2022, 511 punto
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ciao @sandrocoinnuovo Si tratta di un bronzo di Sardes (Lidia) con datazione incerta, (fine II sec a.C/14 d.C) SNG Cop 484 var. https://www.acsearch.info/search.html?id=78531761 punto
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E' interessante che la raffigurazione del trampoliere su una lettera alfabetica perduri anche a distanza di tempo e ben oltre la fase a rovescio incuso, come ben evidenziano questi stateri a doppio rilievo inquadrabili nella seconda metà del IV secolo a.C. Il trampoliere viene raffigurato, rispettivamente, su e su un elemento grafico meno chiaro (monogramma?). Leu 10, 2019, 114 CNG 309, 2013, 111 punto
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Ehmm... Diciamo che il tuo pensiero non mi sembra affatto astruso, sempre parlando in generale...1 punto
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Ciao @gpittini , grazie , apprezzo e comprendo il tuo discorso , non so quanto possa essere condiviso da altri partecipanti alla sezione , ma ho deciso di completare con il dovuto tempo il lavoro iniziato con entusiasmo . Gens Calidia La Gens Calidia e’ una Famiglia poco nota della fine della Repubblica romana . Il primo della Gens ad essere nominato nella storia fu Gneo Calidio , un cavaliere , forse di origine siciliana , che fu derubato del suo argento da Verre , citato da Cicerone nelle Verrine . Il primo Calidius a raggiungere la ribalta politica fu Marco Calidio, Triumviro monetale nel 117 - 116 a.C. che probabilmente fu il padre di Quinto Calidio, il Tribuno della plebe nel 99 , poi Pretore nel 79 a.C. Sono noti pochi altri Calidii oltre ai due sopra : Marco Calidio , Pretore nel 57 a.C. , che fu anche un celebre oratore , contemporaneo di Cicerone . Publio Calidio Severo , padre di Tito Calidio , il soldato. Tito Calidio Severo , un Optio , una specie di assistente di grado inferiore del Centurione , della XV legione , forse vissuto nella seconda metà del I secolo d.C. Quinto Calidio Severo , fratello di Tito Calidio , in memoria del quale il fratello eresse un monumento a Carnuntum che ci e’ pervenuto , come curiosita' lo riporto : T.(itus) CALIDIVVS - P(ublii filius) CAM(ilia tribu) SEVER(us) - EQ(ues) ITEM OPTIO - DECVR(io) COH(ortis) I ALPIN(orum equitatae) - ITEM ) (centurio) LEG(ionis) XV APOLL(inaris) - ANNOR(um) LVIII STIP(endorium) XXXIIII - H(ic) S(itus) E(st) - Q(uintus) CALIDIVS FRATRI - POSVIT Tornando al Marco Calidio , Triumviro monetale nel 117-116 a.C. , costui emise monete anche con i nomi dei suoi colleghi Triumviri : Gneo Fulvio e Quinto Cecilio Metello . Denario : al D/ : testa della dea ROMA elmata , dietro ROMA , davanti una stella o asterisco al R/ : M. CALID. In esergo Q. MET. CN. FL. , Vittoria con in mano una corona , su biga . Stesso Denario emesso dagli altri due Triumviri : D/ : uguale R/ : Q. MET. M. CALID. CN. FUL. (Gens Cecilia) R/ : CN. FOUL. M. CAL. Q.MET. (Gens Fulvia) Rovesci con stessa figura centrale del primo Denario , in foto , a nome M. CALID. Fonte : Cicerone , wikipedia1 punto
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La presenza di Porta Cavour (o Borgoratto) secondo me data questa fotografia a prima degli anni '20, quando fu demolita http://www.paviaedintorni.it/temi/sguardo_nel_passato/curiosita_file/porte_citta_file/port4_borgoratto.htm1 punto
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E' Modena, ma si tratta del Bolognino per Francesco III... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFIII/3 ciao Mario1 punto
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Mi scuso per averle creato imbarazzo. L'ho citata perché trovo i suoi pareri sulla monetazione del Regno sempre dettagliati e molto interessanti! Buona giornata.1 punto
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Il secondo statere rivela un tratto dell’artista indubbiamente di grande afflato e simpatia. Gli è venuto in mente di poggiare l’elegante volatile sulla omicron delle tre lettere iniziali: la qoppa a destra, la rho all’esergo e la omicron a sinistra con sopra il suddetto trampoliere. Davvero estroso1 punto
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Salve Meleto, molto interessante perché ho sempre chiamato l’azienda “Fonderie Necchi”, come si trova non solo sui gettoni dei tre controvalori ma anche sugli opuscoli, le fatture, le cartoline, i titoli al portatore delle azioni, ecc. Penso che il tuo gettone sia un sopravvissuto della produzione più remota, diversa come stile delle lettere, del numero e dei disegni (romantico quel fiore a sbalzo!) da quella “pluralistica” più recente. Anche il materiale è bronzo anziché ottone. Casualmente ho trovato in vendita sulla baia un vecchio righello metallico pubblicitario della Necchi con la scritta “DIVISIONE FONDERIA”, a conferma dell’esistenza del singolare. Buona notte apollonia1 punto
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Come sempre @dracma un intervento puntuale ed interessante, come interessante la lettura proposta che non conoscevo . Una buona serata1 punto
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Dalla rete e dall' asta Num.Naumann 113 dello scorso inizio di Febbraio, una gradevole emidracma con testa di Eracle / protome di cavallo scalpitante . .1 punto
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Ottimo? Credo che questi piccoli e inventivi quiz,possano sempre stimolare,oltre la ricerca,anche la memoria; inoltre si immagazinano informazioni tali da crear poi riferimenti e imput utili all' identificazione?1 punto
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A me non dispiace, da osservatore, la politica dei prezzi "ad invito". Sono illusori ma divertenti. Qualcuno spera persino di fare "l'affare". Decenni fa anche io ci speravo, figuriamoci. Naturalmente, poi, le monete giuste fanno il loro prezzo ed anche qualcosa in più. Quelle meno... giuste (parlo in generale) rimangono più basse e diventano allo stesso tempo speranza e delusione per chi le acquista.1 punto
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Buona sera a tutti, si, @Rocco68, chioma bassa, quindi meno comune, ma mi rendo sempre più conto della difficoltà nell'individuazione di questa ipotetica variante. fra poco metterò in relazione altri elementi come l'inclinazione della dentellatura al bordo, sia al dritto che al rovescio.1 punto
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In Italia avrebbero mobilitato i N.O.C.S., arrestato il piccolo imprenditore agricolo e la moneta sarebbe poi finita chissà dove. Per fortuna esistono ancora paesi civili, queste sono belle notizie anche se per noi "italici" un approccio così sensato, logico e corretto sembra davvero fantascienza.1 punto
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Non mi pare il caso di cancellare una ricerca approfondita e interessante. Non penso che ci si debba sentire sconfortati perche' non ci sono risposte, questo puo' dipendere da motivi molto vari, ma non dimostra disinteresse. Su alcuni temi e' anche difficile intervenire, se non si e' studiata la materia in modo specifico.1 punto
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Ciao ha già scritto tutto El Chupa, una opinione che mi sento di condividere quasi in toto, forse con una punta di dubbio in meno sull’originalità.1 punto
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Interessante è anche un contributo numismatico che tende a fornire una spiegazione riguardo la progressiva espansione della " cornice" nei tremissi longobardi e fornisce un'ipotesi sulla coesistenza di tremissi per il mercato interno e per quello estero ,nella fattispecie per sostenere la concorrenza con la monetazione aurea bizantina ravennate.1 punto
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Ah, quindi tutte quelle case d'asta che mettono basi più alte in realtà lo fanno per vendere le monete a prezzi più bassi... capisco.1 punto
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Perdonami, con tutto il rispetto, ma questa affermazione mi pare davvero priva di ogni fondamento. Che tu offri prima o dopo, la moneta alla fine farà comunque il "suo" prezzo, che dipende esclusivamente dal mercato di quel momento.1 punto
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Bronzo della Koinon di Macedonia Omonoia, regno di Alessandro Severo, che raffigura al diritto la testa di Alessandro Magno che indossa una pelle di leone e al rovescio Atena seduta con in mano Kabeiros e una lancia; uno scudo a lato del trono (American Numismatic Society, New York (USA)). apollonia1 punto
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Eccolo: https://www.brescialeonessa.it/storiabresciana/martinengo/index.htm1 punto
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Dalle foto pare essere un errore noto come "rosetta su FERT". La scritta FERT sul contorno veniva incisa prima dalla battitura da una macchina chiamata "orlettatrice rettilinea" che faceva girare il tondello tra due cuscinetti che riportavano la scritta FERT in rilievo. A volte poteva capitare che nel movimento rotatorio il tondello "saltasse" e che quindi si accavallassero le scritte. Dipendendo da un processo ante battitura e dipendente dalla mera casualità non può essere considerata una variante, bensi più correttamente un errore di coniazione (nell'accezione ampia di questo termine)1 punto
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Ciao a tutti, ancora un grazie a @vathek1984 e a tutti quelli che hanno contribuito a questa bella discussione. Come già accennato qualche post fa, avevo scannerizzato alcune immagini dal mio album di nazi-figurine (altro che quelli "Panini"!) che adesso, con la dipartita del maresciallo posso postare. Qui "L'ultima visita a Hindenburg, a luglio 1934" e poi il rito funebre al Memoriale del Tannenberg, con l'Adolfo sul podio che fa l'elogio funebre: Che questi siano stati degli anni di transizione lo si vede anche in campo numismatico: notate che pure i caratteri usati sulle monete stanno cambiando (a DX 5 Pfennig '24, con scritte "leggibili"). Ma questa è un'altra storia che a breve racconterò in altro luogo. Servus, Njk1 punto
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Questo contributo propone una sintesi organica e talora ampliata delle maggiori discussioni sulla moneta sibarita (v. l’elenco riportato in calce), che proprio su questo forum hanno trovato terreno fertile di confronto e dibattito, in particolare a seguito dell’edizione del corpus (ad oggi privo di tavole) a firma di E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia: il caso di Sibari, Diogene ed., Pomigliano D’Arco 2013 (v. in proposito la recensione di T. Lucchelli, Nuove prospettive nella ricerca sulla moneta della Magna Grecia. Due libri recenti sulle zecche di Sibari e Reggio, “RIN”, 117, 2016, 265-7). Nell’impossibilità di affrontare, per ragioni di tempo e spazio, tutte le problematiche emerse dalla lettura del volume, ci si limita ad enucleare solo alcune delle principali tematiche discusse nei vari interventi, rinunciando alla disamina di proposte alternative di classificazione e inquadramento cronologico ventilate da studi più o meno recenti, in particolare: F. Barritta – B. Carroccio, Ritmi di coniazione e storia: elementi per una riconsiderazione della monetazione incusa a Sybaris e nel suo “impero”, “NAC”, XXXV, 2006, 53-81. Id., Considerazioni sulla monetazione sibarita, Tricase 2013. B. Carroccio, Monetazioni incuse, Pitagorismo e aristocrazie indigene: appunti per una ridefinizione del problema, in G. De Sensi Sestito-S. Mancuso (edd.), Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale, II, Soveria Mannelli 2017, 77-107. Il volume costituisce l’edizione a stampa della tesi di dottorato (E. Spagnoli, Tra economia e società: la moneta di Sibari, Università di Napoli “Federico II”, 2009) e condensa le pluriennali ricerche dell’A. sulla monetazione sibarita: La documentazione, in Sibari e la Sibaritide, ACT XXXII (Taranto-Sibari 1992), Napoli 1994, 612-631 (contributo scritto di concerto, ma a firma disgiunta, con A. Stazio autore nello stesso volume del testo su La monetazione, 597-631). Aspetti della tesaurizzazione monetale di Sambiase (IGCH 1872 – CH II. 8, in G. De Sensi Sestito (ed.), Tra l’Amato e il Savuto. Ricerche storico-topografiche sul territorio lametino nell’antichità, II, Soveria Mannelli 1999, 185-94. Ripostiglio di Sambiase, in E. Spagnoli – M. Taliercio Mensitieri, Ripostigli dalla piana lametina, Soveria Mannelli 2004, 9-47. Cultura materiale a Sibari: officine e maestranze, “AIIN”, 52, 2006, 281-8. La moneta di Sibari: struttura e metrologia, in N. Holmes (ed.), Proceedings of the XIVth INC (Glasgow 2009), I, Glasgow 2011, 405-16. Si aggiunge il più recente studio sulle emissioni con tipo sibarita: E. Spagnoli, La moneta come base documentale per una riflessione sul ruolo politico dei centri indigeni della Calabria in età tardo arcaica. Le emissioni con tipo sibarita, in L. Cicala-M. Pacciarelli (edd.), Centri fortificati indigeni della Calabria dalla protostoria all’età ellenistica (Atti del Convegno Internazionale-Napoli 2014), Paestum 2017, 199-222. Il testo risulta di agevole lettura benché l’assenza del necessario repertorio illustrativo e di un elenco delle provenienze (rimandato dall’A. ad un successivo volume, ad oggi non pubblicato) costituiscano un grave limite alla sua utilizzazione, impedendo di cogliere sul piano visivo le pur interessanti considerazioni dell’A. sulla evoluzione stilistica del tipo e sulle sue varianti iconografiche, oltre che, naturalmente, su talune peculiarità epigrafiche a cui viene conferito particolare rilievo nella seriazione delle emissioni. Benché si ignorino le motivazioni di tale scelta editoriale, non esplicitate dall’A., essa appare tuttavia singolare e per certi versi poco condivisibile soprattutto in considerazione dell’oramai ampio gap cronologico dalla prima edizione del volume (2013). Non poche difficoltà presenta inoltre la lettura (e decodificazione) dei graffiti (p. 307, fig. 3) e dei grafici in b/n per la resa del tutto inefficace (v. ad ess. pp. 309-10, 314, 316-7). Dopo un capitolo introduttivo che delinea il quadro storico e archeologico della colonia achea e lo stato degli studi numismatici nel panorama più ampio della monetazione incusa della Magna Grecia (Cap. I: La colonia achea e la sua moneta. Il quadro storico, archeologico e numismatico: lo stato degli studi, 23-78), l’A. presenta un catalogo costituito da 1105 monete strutturato per sequenza di coni (Cap. II: Le emissioni monetali: la sequenza dei conii, 79-171) con l’individuazione di 408 coppie di conii (307 di D/ e 360 di R/) distribuite su tre diversi nominali (stateri, dracme e oboli). Più di recente è stata opportunamente segnalata anche la presenza di emioboli (v. infra) che, seppur di esigua consistenza e privi del dato di provenienza, rappresentano una documentazione significativa che integra la fascia bassa dei valori coniati (L. Lazzarini, Prime note su emioboli arcaici inediti di Sibari, Crotone e Metaponto, “NAC”, 46, 2017, 19-29). La documentazione esaminata comprende le emissioni databili entro il 510 a.C. escludendo, pertanto, sia le monete riferite alle varie rifondazioni di Sibari (su cui v. il contributo in appendice) sia le emissioni che adottano il tipo sibarita, pubblicate in altra sede editoriale (v. supra). Dall’analisi scaturisce un’articolazione delle emissioni in tre fasi produttive (A, B, C) al loro interno distinte per peculiarità epigrafiche (classi epigrafiche) e/o tipologiche e stilistiche (v. Tabella 1). Il tipo, unico per statere, dracma e per il D/ dell’obolo (R/ MV) è rappresentato dal toro retrospiciente, in rilievo al D/ e incuso al R/. Sul piano strutturale la sequenza risulta discontinua per la debole concatenazione dei conii, con alta percentuale di coppie isolate. Tabella 1 (da Spagnoli, p. 305)1 punto
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Mi fa piacere che ti è andata bene @Rocco68! Ma tornando alla rarità, se lo cercavi da anni senza trovarlo allora è veramente un R5!1 punto
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