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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/07/22 in tutte le aree
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Ciao a tutti, Complimenti @giuseppe ballauri, gran bella variante, perche per me è una variante a tutti gli effetti, difficile da trovare, hai detto bene con la mia sono tre in tutto quelle che si conoscono e provengono tutte e tre dallo stesso conio del rovescio. Hanno tutte e tre i conii la G Leggermente ribattuta e naturalmente la A al posto della V in VTR. Un saluto Raffaele.4 punti
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Buona Serata a Tutti, le Piastre 1834 non deludono mai e qualche volta riservano delle sorprese. Questa volta parliamo della Variabile/Varietà "ATR". Nel Rovescio di una Piastra di base la legenda è così descritta: "REGNI VTR. SIC. ET HIER. " Inutile spiegare che "VTR" è la forma contratta di "Utriusque" ed è scritto come i Romani usavano, cioè considerando nella scrittura la "U" analoga alla "V". In questo caso però la scritta si presenta come "ATR". L'incisore, per motivi ignoti, usa il punzone della "A" ruotata di 180° per formare la "V". Lascio ad altri, ben più esperti del sottoscritto, ipotizzare i motivi di questa scelta ( punzone della "V" indisponibile in Zecca? Segno x identificare l'incisore? Semplice errore o sbadataggine? ). Di questa singolare varietà si conoscono 3 esemplari. La prima che posto è nella mia collezione da poco tempo. Eccola La seconda è passata in vendita da Nomisma il 24 Gennaio 2021: La 3° è in collezione da un amico che spero la condividerà con noi. Ciao a Tutti, Beppe4 punti
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I numerosi inviti fatti non sono stati recepiti. Si procede alla chiusura e si invitano gli utenti a non riproporre l'argomento in altre discussioni.3 punti
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Cari aficionados delle partenopee e non L’ultima entrata in collezione stasera va in passerella sul Forum, proveniente dalla asta Aurora 25 del 19 marzo.? Nella mia lunga esperienza numismatica personalmente piastre del 1736 così a posto ne ho viste poche, tra rilievi, assenza o quasi di graffi di conio, regolarità del flan, nessun colpo al bordo e patina riposata di monetiere di antica raccolta.? Lascio ogni parere, contributo, commento a chi ne sa molto più di me di questa affascinante serie. Avendo anche il 1735 in FDC ora sono alla caccia del ‘34 in analoga qualità, impresa vieppiù ciclopica anche questa. ? Grazie in anticipo a tutti gli amici forumisti….CIVITAS NEAPOLIS…sempre! ?2 punti
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E c'è anche quinario (che però viene spesso definito erroneamente obolo)2 punti
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La napoletana che oggi voglio postare è il 120 Grana 1856,moneta comune ma con questa data ci sono alcuni pezzi che hanno delle differenze che in altri anni non mi sembra di trovare. Come potete vedere dalla foto ci sono i 4 Puntini in linea (il terzo dall'alto è sempre leggermente spostato a sinistra) e le Torri rovesciate. Potete controllare le vostre e vedere quante ne escono fuori?! Grazie Nel caso si potrebbe aprire un post a parte......2 punti
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Sconsiglio caldamente di smontarla e peggio ancora farla grattare. Va lasciata così e venduta per quello che è, cioè rame dorato.2 punti
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Non è falsa... è la solita scansione di @wstefano??? a parte gli scherzi, bel pezzo, complimenti.2 punti
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Questa potrebbe essere un denier del ducato di Normandia tipo quello emesso a nome di Robert II de Courteheuse (1087 - 1106)... vedi collegamento semplicemente per confronto https://www.inumis.com/shop/normandie-duche-de-robert-de-courteheuse-denier-s-d-1087-1106-1407672/ Ovviamente, in funzione del materiale e della evidente degenerazione dei motivi grafici (ma anche delle legende, che qui non si vedono), c'è da valutarne l'autenticità e/o la possibile emissione tarda o a nome di altri regnanti. ciao Mario2 punti
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Potremmo annettere al museo degli orrori una sala per le 'Lezioni d'identificazioni monete estere XIX secolo'2 punti
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Fino ad oggi sono state rese note 8 monete commemorative da 2 euro del 2023, che elenco qui di seguito. In ogni caso la pagina di riferimento sul mio sito (che verrà costantemente aggiornata) è questa: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=28993 Estonia – Rondine Francia – Giochi olimpici di Parigi 2024 Germania – Filarmonica dell’Elba – 1275° anniversario della nascita di Carlo Magno Lituania – Regione della Lituania Minore Slovacchia – 200° aniversario della diligenza Vienna-Bratislava – 100° aniversario della prima trasfusione di sangue in Slovacchia Spagna – Città vecchia di Cáceres1 punto
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Segnalo l'uscita del n. 382 di Panorama Numismatico. Questo è l'indice: Gianni Graziosi, Tripoli bel suol d’amore – Pag. 3 Franco Guillermo Mazzanti, La monetazione ateniese – Pag. 11 Roberto Diegi, L’elefante nella monetazione imperiale romana. Alcune immagini suggestive – Pag. 18 Lorenzo Bellesia, Una doppia inedita di Vincenzo Gonzaga di Mantova – Pag. 23 Vladimiro Pirani, I denari medievali di Ancona, seconda parte, Catalogo – Pag. 25 Alberto Castellotti, Le piastre di Carpentrasso – Pag. 35 Giuseppe Carucci, Un tallero di Magdeburgo – Pag. 39 Riccardo Martina, Considerazioni su una medaglia del 1841 di Leopoldo II di Toscana – Pag. 43 Fabio Robotti, La medaglia annuale del 1820 per l’incontro tra il Pontefice e l’imperatore d’Austria – Pag. 49 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 55 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 631 punto
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Allora riporta qui quella postata nell'altro post. Un 1856 4 Puntini e Torrette rovesciate.1 punto
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Grazie Massimo, sia dei complimenti che della segnalazione.......provvedo a chiedere informazioni per risolvere l'inconveniente?1 punto
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Esatto...stava riposando in attesa dell'uscita della nostra prima asta battuta??.......vedi che non era poi cosi' costosa?1 punto
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Bella Piastra @favaldar complimenti, se posso permettermi la discussione sulle Piastre del 1856 è in corso, ti posto il link: Buona Serata,1 punto
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Mi sono permesso di posizionare la moneta nel giusto verso e di ritagliare il simbolo del coniatore,ma io non riesco ad identificarlo...1 punto
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Ciao, il peso me lo ero appuntato, ma purtroppo non lo trovo più. In compenso avevo rifatto una foto, penso migliore (anche se il r/ è ruotato), dalla quale si evince il diametro.1 punto
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È un'ottima scansione perché ho avuto un grande maestro?... si la scansione anche meno di 50?1 punto
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Vero Mirco, Verona è’ sempre stato il meeting point numismatico italiano e indubbiamente è’ mancato a molti, sono curioso di vedere come andrà questa edizione dopo due anni di blocco, vedremo se ci sarà qualche bello spunto come nei bei tempi …certo Verona oltre a commercio è’ incontro e comunicazione.1 punto
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il link riporta al 2022, questo al 2023. https://numistoria.altervista.org/blog/?p=289931 punto
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Così il compilatore del catalogo descrive un interessante esemplare di statere incuso di Sibari, anche osservandone la particolarità grafica dell' etnico . Da collocare anche con la recente, ottima fatica di @dracma sul forum ( Antologia di Numismatica e Storia - "La monetazione di Sibari : ...) . Passerà a fine mese in asta Artemide LVII al lotto n. 114 .1 punto
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Ciao @L. Licinio Lucullo , con la tua bella disquisizione mi metti in difficolta' , nel senso che il monumento , essendo datato tra la fine del I secolo a.C. e i primi anni o decenni del I secolo , nomina chiaramente tre personaggi della stessa Famiglia Caepia tralasciando le declinazioni a cui ti riferisci , inoltre dai nomi incisi non sembrano essere stati Liberti come quelli da me citati in apertura articolo , risultano quindi appartenenti alla stessa Gens originaria senza Cognomen apparente . Naturalmente apprezzo il tuo lungo discorso che condivido quasi interamente , e ti ringrazio , ma per quanto riguarda nello specifico la Gens Caepia , lasciando fuori la moneta sopra illustrata , non mi trovi convinto . Saluti1 punto
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Interessante conferenza della dottoressa Perassi, molto chiara l'esposizione coadiuvata da supporto proiettato con immagini chiare ed esplicative. Ho apprezzato anche la parte storica associata alla monetazione discussa. Attendiamo con piacere la possibilità di un'altra conferenza, a continuazione della monetazione ellenica, sui ritratti nella monetazione romana..................anche perchè la dottoressa si è congendata rispondendo ad una domanda che ha lasciato tutti con la curiosità......1 punto
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Può darsi, ma se così non fosse un'usura così accentuata non saprei spiegarla, ci hanno solo "giocato" perchè non spendibile sino a rovinarla e successivamente conservata in malo modo accanto a della ferraglia? chi lo sa? Nella scheda c'e' scritto che è in bronzo ma non lo sembra, possibilmente la lega usata è molto più scadente, tanto da non sopportare le caratteristiche proprie di una moneta, nella fattispecie un assiduo utilizzo.1 punto
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Sempre tenendo conto che giudichiamo una foto, il denario per me è autentico. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Provo con un 10 (o 5) kreuzer sempre di Francesco I? https://en.numista.com/catalogue/pieces33669.html Ma questo è Ferdinando II, e poi la posizione del D.G non è compatibile con la moneta proposta ?1 punto
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As I tried to explain, the laugh was going to the "comery" collection provenance and not to you or your opinion. I asked if you believe the comery is genuine if you compare it to the prospero coin. In my opinion it is a fake made by modified dies taken from the prospero. I stop because we will be lost in the translation. Come ho cercato di spiegare, la risata andava alla provenienza della collezione "comery" e non a te o alla tua opinione. Ho chiesto se credi che la comery sia autentica se la confronti con la moneta del prospero. Secondo me è un falso fatto con matrici modificate prese dal prospero. Mi fermo perché ci perderemo nella traduzione. Ciao @paparoupa, nel mio messaggio #15, ho postato le foto relative alla Ninfa Aretusa, magari la riposto evidenziando i dettagli che non puo essere stata presa dal Prospero. Purtroppo sulla ex collezione Comery, si son dette tante cose gratuitamente. Su questo didramma Comery, vorrei sapere da te, il perché "secondo te " e un falso. Sono convinto che la moneta e genuina, ma e stata sfortunata, perché è stata pulita da dilettanti, come tante altre della stessa provenienza. Se osservi in Rosso, una lieve linea di rottura di conio, ci da certezza che sono dello stesso conio. In Bleu, i capelli e le treccine, hanno una conservazione superiore alla moneta Prospero, se fosse un falso copiato da Prospero, non avrebbe questa conservazione, almeno chè un falsario li abbia reincise sul conio, ma dubito che si possa ottenere una tale precisione. Qui sotto, con (A) la moneta Prospero, ha un'incuso meno profondo, diversamente Comery, ha un'incuso più profondo. Si deduce che se il conio Comery sia stato ottenuto dl Prospero, avrebbe dovuto marcare il metallo, lo stesso del Prospero, almeno chè, il falsario abbia rifatto la punteggiatura simile ( cosa IMPOSSIBILE ). Pertanto nulla di personale. se vuoi insistere che comery è falso. Saluti Gionnysicily.1 punto
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Leggo ora caro Azaad l’emissione non è attribuita con certezza a Vittoria. Anzi storicamente e’ stata attribuita a Brindisi. A questa zecca la classifica anche il MIR - Italia Meridionale - zecche minori - al n.268 proprio nel Mir e’ riportata una nota interessante che cita vari autori che l’attribuiscono a Brindisi, pur riportando anche - acriticamente- il contributo della Travaini. per gli autori classici e’ Brindisi, per i nuovi Vittoria. Un’attribuzione definitiva parrebbe ancora pendente ☺️1 punto
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Ciao Domenico, si, che ricordi hai rispolverato. A quei tempi (mi riferisco al periodo dei famosi "miniassegni" emessi da tante Banche), anche il Supermercato Sole di Cologna "batte' moneta" con 2 pezzi, uno da 50 lire ed uno da 100 lire. Al tempo, peraltro, parecchie persone non li volevano perché non venivano poi accettati da altri negozianti e tanto meno in banca; cosa che avveniva, invece, per i miniassegni. Il risultato era, quindi, che poi dovevano spenderli nuovamente al supermercato (così si manteneva il giro di clientela) oppure li sbolognavano nell'offerta in chiesa ??. Questo lo ricordo bene perché il parroco della mia parrocchia se ne trovava una montagna ogni Domenica e la banca non glieli cambiava ???? Paolo1 punto
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ad occhio dalla foto sembrerebbe che alle ore 12 ci sia meno spazio confronto le ore 18 ma credo che @andrea78ts sicuramente ti darà la risposta esatta al tuo quesito1 punto
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Come solito alle nostre conferenze alleghiamo qualche foto della serata1 punto
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DE GREGE EPICURI Splendida conferenza, Claudia Perassi non si è certo risparmiata! Grazie alla sua "generosità" e competenza, abbiamo avuto una iniziale visione della monetazione arcaica con immagini di animali e di dei, per passare poi al campo persiano, in cui l'arciere è in effetti il Re, ma non individualizzato. Insomma, potrebbe essere qualunque re, Dario I o Artaserse o altri....Poi si arriva a qualche dubbio su Temistocle: ma sarà proprio lui? Infine, i grandi sovrani di Macedonia, e la loro voluta ambiguità sulle monete: Zeus/Filippo 2°, e Eracle/Alessandro Magno...Seguiti dai Diadochi, anche loro però all'inizio con attributi divini o mostruosi: l'egida, le corna di Ammone, o le corna di toro...Insomma, per arrivare ad un ritratto umano pulito pulito occorre aspettare Antioco di Siria! E molte altre cose, dette con precisione e passione. Ma quanti collezionano monete greche? In sala, una sola mano alzata... (e, diciamolo pure, di un ultra-ottantenne). Per forza: fra il costo delle monete e la legge che ci ritroviamo...1 punto
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Gens Antia La Gens Antia era anch’ essa una Famiglia romana di origini plebee , conosciuta tramite Tito Livio fin dal tempo della prima Repubblica . Questa Gens si ritiene fosse originaria della città laziale di origine volsca , Antium (Anzio) L’ origine di questa famiglia e’ molto antica e illustre , Spurio Antio fu un ambasciatore romano inviato a Veio , insieme ad altri tre ambasciatori , dal re etrusco Lar Tolumnio nel 438 a. C. , tutti vennero uccisi , a ricordo del loro assassinio gli furono erette statue nel Foro . Come tante altre Famiglie romane anche gli Antii si crearono origini mitologiche , pretesero infatti di avere avuto origine da Antiades , uno dei 50 figli di Ercole e di Aglaia . Dopo Spurio Antio gli esponenti piu’ noti della Gens furono Caio Antio Restio , Tribuno della plebe nel 68 a. C. e autore di una legge suntuaria che vietava ai Magistrati di accettare inviti a cena , e Gaio Antio Restio , figlio del precedente , che fu Triumviro monetale nel 47/45 a.C. , poi proscritto dai triumviri nel 43 a.C. . Caio Antio Restio, nipote e figlio dei due precedenti Antii fu un Senatore incaricato del censimento in Gallia nel 14 d.C. Altri Antii noti furono : Marco Antio Brisone , Tribuno della plebe nel 137 a.C. , insieme a Marco Emilio Lepido Porcina , si oppose alla lex Cassia Tabellaria Gaio Antio Aulo Giulio Quadrato , Console suffectus nel 94 e Console nel 105 . Marco Antio Crescente Calpurniano , Governatore della Britannia nell’ anno 202 In foto un Denario a nome di C. Antio Restio , al D/ Testa a destra del Tribuno RESTIO padre o antenato del Triumviro monetale , al R/ C. ANTIO C. F. con Ercole nudo che tiene una mazza nella mano destra e con la sinistra tiene un trofeo , sul braccio la spoglia del leone Nemeo . Un secondo Denario a nome dello stesso Antio , al D/ Teste a destra dei DEI PENATES , al R/ C. ANTIO C. F. , stesso rovescio del precedente pezzo . Lo stesso monetale emise anche Quinari e Sesterzi . Fonte : Tito Livio , wikipedia , babelon1 punto
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Ciao a Tutti, Secondo me la moneta postata da @Raff82 può essere considerata una 1834 con A ribattuto su una T, anche se quest'ultima lettera non presenta la stanghetta alta orizzontale ( o perlomeno è poco evidente ). Pertanto dovrebbe far parte delle variabili "GRTTIA" delle quali si conoscono alcuni esemplari. L'unica altra possibilità sarebbe quella di una A ribattuta su una "I" ma anche in questo caso mancherebbe l'astina orizzontale superiore e la distanza tra la "I" e la "T" successiva sarebbe eccessiva. Posto quindi un collage di altre 1834 con A ribattuta su T sperando in una vostra opinione in proposito. Buona Serata,1 punto
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Qualche mese fa, allettato da un prezzo abbordabile, ho acquistato questa moneta che ho il piacere di condividere oggi con voi e che e’ stata spunto, come sempre accade, di un approfondimento personale storico/numismatico che spero susciti anche il vostro interesse. Ecco la moneta: Si tratta di un antoniniano di Mario del peso di 3,19 grammi e del diametro massimo di 21,54 mm: D : IMP C MARIVS P F AVG: Busto di Mario, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra R : SAEC FELICITAS: la Felicitas, stante a sinistra, con un corto caduceo nella mano destra ed una cornucopia nella sinistra. Zecca di Treveri. Certamente la conservazione è così così, ma le effigi sono ancora apprezzabili. Nel complesso, però, in mano, la moneta appare gradevole e, credetemi, molto meglio che in fotografia, dove tra l’altro ha una colorazione vagamente azzurrina a differenza di quello che posso notare dal vivo dove invece spicca una tonalità giallo/verdina che ben contrasta con il colore scuro/violaceo delle effigi e delle legende. In fondo, e' pur sempre Mario. Alla luce di quello che vedo l’ho classificata come Mairat 547, Cunetio 2505, Elmer 634. Il RIC V la classifica come RIC 10, ma sappiamo come il RIC non sia molto affidabile per le galliche. Ecco un riepilogo, tratto dal Mairat: Interessante il numerino 181 che compare tra parentesi quadre sulla destra: Si tratta del numero noto a Mairat di tutti gli esemplari presenti in ripostigli pubblicati, musei, collezioni di pregio pubblicate o passaggi d’asta. Vi farei notare la Mairat 546, subito sopra. Si differenzia dalla 547 per i “dots”, ovvero: IMP C MARIVS ● P● F● AVG. Di questa Mairat segnala un solo esemplare. Io ho provato a guardare bene la mia moneta, ma non si legge nulla, le legende sono troppo rovinate. E’ ovvio che, per frequenza, ipotizzo che la mia sia la 547. Poi, non si sa mai, ma tanto per me, onestamente, non cambia. Una piccola considerazione riguardo al peso che è un po’ più alto della media. Se guardiamo su VCoins gli esemplari oscillano tra 1.85 grammi e 3.11, con una prevalenza di esemplari appena sotto i 3 grammi (2.80-2.95). Se leggiamo il report del Cunetio Hoard (che ha classificato i radiati di Mario in maniera assai soddisfacente) sui 49 esemplari di questa tipologia, il peso medio e’ di 2.99. In effetti, la moneta in mano da una bella sensazione di pieno. Un super Mario, va’ (si fa per dire). E ora parliamo un po’ di lui, di Mario come persona. Chi era Mario? Facciamo in piccolo richamo. Siamo nell’Imperium Galliarum, il regno secessionista sorto nel 260 d.C. e che aveva strappato all’augusto ufficiale Gallieno importanti aree della parte occidentale dell’impero romano quali Gallia, Britannia, Germania e Spagna sotto la guida di Postumo. Postumo resse le redini dell’impero gallico fino al gennaio del 269, quando il suo potere fu insidiato da Leliano, una sorta di usurpatore dell’usurpatore. Presto tra i due si arrivò allo scontro armato (metà febbraio del 269) e, nella contesa decisiva, la vittoria arrise a Postumo che però subì una tragica fine; infatti, fu assassinato dalle sue stesse truppe che gli si erano ribellate perché aveva negato loro il saccheggio della città di Mogontiacum, roccaforte dell’usurpatore Leliano appena sconfitto. Si creò una sorta di vuoto di potere e, nel caos di quei giorni, a contendersi il trono si fecero avanti due uomini ambiziosi. Uno era Marco Piavvonio Vittorino, che probabilmente era Prefetto del Pretorio di Postumo. L’altro era un ufficiale dell’esercito di nome Marco Aurelio Mario. Il primo a muoversi fu proprio Mario che occupò le due zecche allora attive, probabilmente prima quella di Colonia (che era stata nelle mani di Leliano) e poi quella di Treveri (che era stata fedele a Postumo) iniziando a battere moneta (sia aurei che antoniniani). Arrivato a Colonia utilizzo subito (e non a caso, direi) un rovescio di Leliano, il VICTORIA AVG, che propagandava un successo che Leliano non potè realizzare, ma che comunque ben si adattava alla speranza di Mario stesso. Il messaggio doveva essere chiaro. Il vincitore era lui. Le monete di Mario enfatizzano la fedeltà dei soldati ed il patto di alleanza con loro. Ribadiscono la sua necessità non solo di ottenere il continuo sostegno delle truppe, ma anche di riconciliarle tra loro dopo la spaccatura che si era creata nell’esercito in occasione dello scontro tra Postumo e Leliano. Forse, le monete esprimono più una aspirazione più che uno stato di fatto. Sapeva di dovere tutto ai soldati. E del resto, la guerra non era ancora finita, si era solo all’inizio. Coniò, pertanto, rovesci tipo FIDES MILITVM e CONCORDIA MILITVM (e CONCORD MILIT) come questa, assai nota, con le “clasped hands: Senza dimenticare il suo valore di Mario stesso; dopo tutto, se era lì, era perché i soldati avevano creduto nella sua valentia come comandate militare, nonostante le origini (lo vedremo). Poi c’è lei, la SAEC FELICITAS (la mia moneta) la speranza che il suo regno durasse a lungo e che fosse latore di una felicità secolare per lui e per i cittadini ovvero la felicità intesa come connubio di equilibrio e armonia. E per estensione, connubio di salute (caduceo) e prosperità (cornucopia). Salute e soldi, come ci auguriamo noi solitamente noi. Questo un esemplare nettamente migliore del mio, ma mi accontento. Ma chi era veramente Mario? Facciamo un piccolo passo indietro e cominciamo dal nome….Interessante il nome…Marco Aurelio Mario…Marco Aurelio…teniamolo a mente. Ma ancora più interessante e’ sapere che noi conosciamo come si chiamasse Mario proprio grazie alle monete che ci sono giunte. Dicevamo prima di Leliano. Ebbene, il nome esteso di Leliano era Ulpio Cornelio Leliano. Il nome Ulpio ci porta subito a Traiano, quasi che Leliano volesse rivendicare una sorta di discendenza proprio da Traiano con cui condivideva l’origine spagnola. Non e’, tuttavia, escluso che fosse un tentativo di ottenere l’appoggio della Legio XXX Ulpia Victrix nella lotta contro Postumo. Sta di fatto che probabilmente Leliano cercò di costruirsi una sorta di pedigree, se così possiamo dire. Forse e’ avvenuto lo stesso per Mario? Che volesse darsi anche lui una nobile discendenza? In effetti, pare che lui fosse di umili origini… Le fonti letterarie sono parche di informazioni (le fonti epigrafiche addirittura non lo citano affatto). Ne parlano (pochissimo) Aurelio Vittore nel Liber de Caesaribus ed Eutropio nel suo Breviarium. La fonte principale sarebbe Aurelio Vittore, la cui opera e’ di poco antecedente al Breviarium di Eutropio (che quindi a lui si sarebbe a sua volta ispirato). I due cui racconti presentano diversi punti in comune come si può notare; il che fa pensare che entrambe le fonti abbiano attinto da una altra fonte precedente andata perduta. Si tratterebbe di quella che lo studioso Alexander Enmann, in una sua pubblicazione del 1884, chiama Kaisergeschichte (abbreviata in KG da Drinkwater nella sua opera) e che dovrebbe essere stata scritta sotto Diocleziano. Dal racconto emerge che Mario fu un “ferri quondam opifex”…”vilissimus opifex”….insomma, un umile fabbro. E sarebbe stati ucciso dopo aver regnato due soli giorni….(“iugulato post biduum”…”secundo die interfectus est”). Successiva ai lavori di Aurelio Vittore e di Eutropio sarebbe la Historia Augusta che probabilmente si ispirò anche lei, oltre ai citati, alla KG e ad allo storico greco Dexippo. Essa ripete un po’ gli stessi concetti: ex fabro ferrario….triduo tantum imperavit… Sappiamo, però che lo inserì tra i “Tyranni triginta” della storia romana….povero il nostro Mario…. Altre fonti sono Zosimo (V secolo) e Zonara (XII secolo) che usarono come fonte comune ancora Dexippo. Mario si distingue dalle effigi degli imperatori gallici in virtù del suo aspetto, come si può notare dalle monete: capelli tagliati corti, barba anche essa corta e curata, un quadro stilistico che contrasta un poco con i ritratti irsuti degli altri imperatori gallici predecessori e successori, una fisionomia che lo assimila di più agli imperatori “illirici” dell’impero centrale. E’ una cosa che pare stonare, ma forse riflette la situazione di incertezza e di nervosismo in cui dovettero trovarsi le truppe, arrabbiate per quanto avvenuto e assi dubbiose sul come gestire il vuoto di potere venutosi a creare. Ma come e’ finita poi la storia? Mario certo si era mosso per primo impossessandosi delle due zecche, ma Vittorino possedeva ancora l’autorità massima in quel momento in qualità di Prefetto del Pretorio e probabilmente il maggior sostegno militare e civile. Mario, infatti, sarebbe stato assassinato dalle sue stesse truppe (per motivi di fatto sconosciuti) e Vittorino sarebbe dunque rimasto solo al potere senza apparentemente colpo ferire. Tornando alle fonti, e’ assai improbabile che Mario sia rimasto al potere per pochi giorni. In effetti, gli antoniniani di Mario, sebbene descritti come rari, sopravvivono ancora in discreto numero e attestano indirettamente come l’imperatore non possa essere stato spazzato via in pochi giorni. Egli, probabilmente, restò al potere pochi mesi (2-3 mesi?), probabilmente fino alla tarda estate del 269. Perchè allora le fonti letterarie parlerebbero di pochi giorni? Secondo Chastagnol la fonte dell’errore sarebbe (involontariamente) Aurelio Vittore in questa frase: “Hoc iugulatum post biduum, Victorinus deligitur” che letta con una pausa (indicata dalla virgola) in quella posizione indicherebbe: Ucciso (Mario) dopo due giorni, Vittorino fu scelto”. Letta però così: “Hoc iugulatum, post biduum Victorinus deligitur”, ovvero con la pausa/virgola dopo iugulatum, si dedurrebbe che Vittorino fu scelto dopo due giorni dalla uccisione di Mario. Quindi l’errore sarebbe stato generato da una errata interpretazione del testo latino di Aurelio Vittore che poi sarebbe passata ad Eutropio ed alla Historia Augusta. Ma ci sono autori che a loro volta sostengono che l’errore fosse già presente nelle KG e che Aurelio Vittore avrebbe quindi ripreso quella fonte. Tutto ciò non fa altro che ribadire l’incompletezza e la corruzione delle fonti. Comunque sia, al di là di tutto, Mario, prima di andarsene, volle lasciare ancora un segno del suo breve passaggio. Vittorino, probabilmente, si dovette essere impossessato prima della città di Treveri, il principale centro geo-politico gallico. Iniziò quindi a battere moneta. Gli zecchieri di Treveri, pertanto, sapevano chiaramente che nome avesse e che aspetto avesse e quindi coniarono monete con la sua effigie classica, con la lunga barba appuntita sul mento ed il naso aquilino: A Colonia la situazione era differente. Vittorino era lontano, la città non era stata ancora (per poco) occupata e, pertanto, le prime monete coniate a suo nome non mostrano l’effigie del nuovo imperatore, bensì un ritratto di Mario. Gli zecchieri di Colonia chiaramente, non sapevano nulla dell’aspetto che avesse Vittorino quando cominciarono a battere moneta in suo nome. Solo più tardi, ma man mano che riceveranno nuove informazioni circa il suo reale aspetto, i loro ritratti cominceranno ad essere sempre più verosimili. Ed ecco, quindi , la mia AEQVITAS AVG con Vittorino che sembra Mario…. Spero di non avervi annoiato e di non avere detto inesattezze. Nel primo caso, me ne scuso, non s'e' fatto apposta, nel secondo ogni commento o correzione sarà bene accettato. Un ringraziamento particolare all'amico e collega @grigioviola. Fonti: - Drinkwater: The Gallic Empire - Elmer: The coinage of gallic emperors in Cologne, Trier and Milan - Mairat: The coinage of Gallic Empire - The Cunetio Treasure Roman Coinage of the third century A D - www.Gallic-Empire.com (archive.org) Buona serata da Stilicho1 punto
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Le Origini Degli Avari Svelate Grazie Al DNA Antico Meno conosciuti degli Unni di Attila, gli Avari furono i loro successori che ebbero maggior successo. Al contrario degli Unni, che apparvero e scomparvero nel giro di mezzo secolo, gli Avari governarono gran parte dell’Europa centrale e orientale per quasi 250 anni. Sappiamo che arrivarono da est, dalle steppe Euroasiatiche, nel sesto secolo D.C., ma sia gli autori antichi che gli storici e gli archeologi moderni sono divisi riguardo a chi fossero e da dove realmente provenissero. Ora, uno studio pubblicato sulla rivista Cell condotto da un team multidisciplinare e internazionale di genetisti, archeologi e storici, compresi i ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, ha ricavato e analizzato i primi genomi antichi dai più importanti siti Avari scoperti nell’Ungheria contemporanea, che gli archeologi hanno attribuito alle elite, ovvero la classe al potere durante i secoli dell’impero avaro. Questo studio traccia l’origine genetica delle elite avare fino alle steppe della Mongolia. Fornisce prove genetiche dirette di una delle migrazioni più rapide e a più lungo raggio nella storia umana antica. L’origine degli Avari Nel 567/68 circa, gli Avari stabilirono nel bacino dei Carpazi, un impero che durò più di 200 anni. Da allora l’origine geografica di questo popolo è rimasta un grosso quesito, con ipotesi molto diverse tra loro ancora dibattute da storici e archeologi contemporanei. Gli Avari sono conosciuti principalmente dalle fonti storiche dei loro nemici, i Bizantini, che per primi si interrogarono sull’origine dei temibili guerrieri avari dopo la loro improvvisa apparizione in Europa. Erano venuti dall’impero rouran nelle steppe della Mongolia (che era stato appena distrutto dai Turchi), o si doveva credere ai turchi che contestavano fortemente un’eredità così prestigiosa? Gli storici si sono chiesti se si trattasse di un gruppo migratorio ben organizzato o di una banda mista di fuggitivi. La ricerca archeologica ha evidenziato molti parallelismi tra i manufatti del bacino dei Carpazi e quelli dei nomadi eurasiatici (armi, vasi, finimenti per cavalli), per esempio un pettorale d’oro a forma di lunetta usato come simbolo di potere. Sappiamo anche che gli Avari hanno introdotto la staffa in Europa. Tuttavia non siamo stati finora in grado di rintracciare la loro origine nelle ampie steppe eurasiatiche. La sepoltura di un uomo adulto a Kunbábony (Ungheria) conteneva 2,34 chilogrammi d’oro sotto forma di armi ricoperte di pellicole di metallo prezioso, set di cinture ornate con le cosiddette pseudo fibbie e recipienti per bere. Da Csáky, V., Gerber, D., Koncz, I., Csiky, G., Mende, B. G., Szeifert, B., …Vida, T. (2020). Genetic insights into the social organisation of the Avar period elite in the 7th century AD Carpathian Basin. Scientific Reports, 10(948), 1–14. doi: 10.1038/s41598-019-57378-8 In questo studio, sono stati analizzati 66 individui del bacino dei Carpazi, comprese le otto tombe avare più ricche mai scoperte fino ad ora, traboccanti di oggetti d’oro. Lo studio ha anche incluso altri genomi antichi di individui trovati nella regione prima e durante il periodo dell’impero avaro. “Affrontiamo una domanda che è stata un mistero per più di 1400 anni: chi erano le elite avare, misteriosi fondatori di un impero che ha quasi schiacciato Costantinopoli e per più di 200 anni ha governato le terre dell’odierna Ungheria, Romania, Slovacchia, Austria, Croazia e Serbia” spiega Johannes Krause, principale coordinatore dello studio. Gli Avari non hanno lasciato documenti scritti sulla loro storia e questi primi dati genomici forniscono solidi indizi sulle loro origini. “La contestualizzazione storica dei risultati archeogenetici ci ha permesso di restringere le tempistiche della loro migrazione. Avrebbero infatti percorso più di 5000 chilometri in pochi anni dalla Mongolia al Caucaso, e solo dieci anni più tardi si sarebbero stabiliti nella regione della moderna Ungheria. Questa è la più veloce migrazione a lunga distanza nella storia umana che possiamo ricostruire con questo livello di accuratezza”, spiega Choongwon Jeong, co-coordinatore dello studio. Guido Alberto Gnecchi-Ruscone, primo autore dello studio, aggiunge: “Oltre alla loro chiara affinità genetica con le popolazioni nordest asiatiche e la loro probabile origine dalle steppe della Mongolia in seguito alla caduta dell’impero rouran, abbiamo ricostruito anche che le elite avare del VII secolo mostrano dal 20 al 30 per cento di ulteriore ascendenza che possiamo definire non locale (non Europea), probabilmente risalente alle regioni dal nord caucaso e alla steppa dell’asia centrale, che potrebbe suggerire ulteriori migrazioni dalle steppe dopo il loro arrivo nel VI secolo.” La discendenza est asiatica si trova in individui provenienti da diversi siti nell’area considerata il centro politico dell’impero situata tra il Danubio e il fiume Tisza. Al di fuori di questa regione troviamo un’altissima variabilità nei livelli interindividuali di mescolamento tra componenti genetiche europee e est asiatiche, specialmente evidente nel sito elite di Kölked. Questo suggerisce che l’elite di Avari immigrati governava una popolazione multietnica e che era presente anche una elite locale eterogenea. Questi risultati mostrano quanto potenziale ci sia e quanto possiamo ancora imparare sul periodo delle invasioni barbariche e in generale sulla nostra storia attraverso una stretta collaborazione tra genetisti, archeologi, storici e antropologi. Questa ricerca fa parte del progetto ERC HistoGenes, finanziato dalla comunità europea che si occupa di studiare il periodo delle invasioni barbariche, dal 400 al 900 CE, nel bacino dei Carpazi da una prospettiva multidisciplinare. Riferimenti: Gnecchi-Ruscone, G. A., Szécsényi-Nagy, A., Koncz, I., Csiky, G., Rácz, Z., Rohrlach, A. B., …Krause, J. (2022). Ancient genomes reveal origin and rapid trans-Eurasian migration of 7th century Avar elites. Cell, 0(0). doi: 10.1016/j.cell.2022.03.007 Immagine in apertura: Derecske-Bikás-dűlő, Grave 1341/1503 (Déri Museum, Debrecen). Photo by Szilvia Döbröntey-David Fonte: Comunicato stampa del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology https://pikaia.eu/le-origini-degli-avari-svelate-grazie-al-dna-antico/ avari.pdf1 punto
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Buongiorno e buona domenica a tutti. La Napoletana con variante che condivido oggi è rarissima e oltre il mio esemplare ne vidi un solo altro esemplare su un catalogo d'asta. Ferdinando IV Tarì da 20 Grana 1794, variante in legenda SICLIAR Riferimento MAGLIOCCA 281/a R4 senza indicazione di valore. Posseggo nella mia modesta collezione di falsi d'epoca Napoletani anche il falso suberato di questa variante. Rarità su Rarità. Un caro saluto a tutti, Rocco.1 punto
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All epoca di Filippo padre gli antoniniani avevano ancora una buona percentuale di argento, quindi non penso assolutamente sia cancro, sarà stata sepolta a contatto con altra moneta di bronzo..1 punto
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Magari! Hai presente i colpi che mette a segno lui? Sacrificherei volentieri queste "sòle" in cambio...1 punto
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Vorrei esprimere il mio pensiero. Avrei preferito che il "salvatore della Patria", chiamato a salvare dalla pandemia la nostra disgraziata Nazione, dal nostro ri-eletto Presidente, avesse fatto un decreto per stanziare il 2% del PIL, senza porre la fiducia, per questi capitoli di spesa, per esempio: -sanità (assunzione di infermieri, medici, ampliamento posti letto e terapie intensive, specialmente al Meridione) -occupazione giovanile (eliminazione degli infami contratti a tempo determinato e cooperative fasulle varie) -edilizia scolastica (nuove è più moderne scuole) -infrastrutture viarie (ponti, strade, viadotti, ferrovie ) -aiuto alle piccole imprese travolte dalla crisi pandemica -sostegno alle famiglie - sostegno economico e sociale a coloro che hanno perso il lavoro Io mi sono stufato. Perchè non voglio sentire mai più medici "hanno dovuto scegliere chi salvare" e non voglio vedere mai più 43 morti (che gridano giustizia) perchè il ponte gli è crollato sotto i piedi , perchè "non ci sono i soldi" Per spendere in armamenti si sono trovati , e subito, i soldi. E poi in ultimo, mi si dice che la spesa in armi ha ricadute economiche e tecniche. Vero. Ma forse noin tutti sanno , che le industrie della difesa italiane hanno fatto i miliardi negli ultimi anni con commesse sia per l'Italia che per stati esteri. Non hanno certo bisogno di questi soldi . un caro saluto a tutti1 punto
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GRAZIE amica e amici, è grande il piacere che provo nel ritrovarvi. Il fatto è che leggendo il mio nuovo grado, passato da "marchese" a "utente storico/barone", non conoscendo il nuovo criterio di "classificazione" mi è saltata subito alla mente l'idea di essere stato degradato in pratica a "vecchio rimbambito", (E comunque non mi spiegavo come aveste fatto a saperlo) Ora rido della mia stizza e spero che la mia confessione susciti in voi un bonario sorriso. Vostro HIRPINI1 punto
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@marco castelli Sono contento che che la discussione ti sia piaciuta. Grazie per il tuo riscontro. Stilicho1 punto
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