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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/12/22 in tutte le aree
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Buon giorno, Vi presento il nuovo libro scritto da Davide Fabrizi @fedafa, Il libro rientra nella collana edita dal Circolo Numismatico Romano Laziale, giunta alla decima pubblicazione.. Il volume tratta la storia e le monete del duca di Sora, Pietro Giovanni Paolo Cantelmo, personaggio storico dal carattere ribelle ed imprevedibile ed è corredato da una corposa appendice documentaria. Lo studio che vi apprestate a leggere è stato approfondito in ogni suo aspetto, è un lavoro completo che in futuro si potrà arricchire ancora di più solo grazie ad altri ritrovamenti documentali - che tutti noi ci auguriamo possano sorgere dalle “nebbie” odierne in cui sono avvolti – ed offre anche un quadro storico ed economico del periodo. Lo studio comprende anche le varianti conosciute e un catalogo con le valutazioni odierne delle monete ivi riportate. Il libro conta ben 280 pagine, in carattere Times New Roman n. 12, è stato stampato in 100 copie a colori su carta opaca da 120 gr, in formato A5.; la copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr.300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe. Le copie saranno disponibili alla vendita entro la fine di marzo 2022, intanto potrete prenotarle attraverso la E- mail: [email protected] Il suo costo è di € 15,00 più eventuali Spese Postali. Saluti Eliodoro11 punti
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Nel 1500 la città di Napoli contava diverse comunità straniere tra cui la comunità Genovese. Dalle famiglie genovesi arrivano gli elementi della nuova borghesia napoletana. I Ravaschieri e i Cavo ad esempio sono illustri esponenti della comunità napoletana originaria di Genova, i cognomi menzionati non sono fatti così a caso, ma sono i cognomi di almeno 4 direttori della zecca partenopea. I mercanti genovesi sappiamo avevano grossi interessi anche in terra di Spagna dove, assieme ai Fugger, erano i principali creditori della corona d'Asburgo: gran parte dell'argento delle Americhe passa per la Liguria. Ora detto ciò, mi sono fatto un'idea sulla soluzione di un rebus legato ad alcune monete prodotte sotto Filippo IV: il simbolo IH in monogramma. Analizzando il simbolo mi domando perché è presente solo questo come monogramma, perché IH e non AB o OM. Non posso accettare l'obiezione della correzione di simbolo da H a I (o viceversa) con relativa ribattitura perché il simbolo presenta i due caratteri incolonnati uno sopra l'altro e non sovrapposti e poi lo troviamo spesso su grani, tornesi e altri nominali in rame. E poi... A me ricorda troppo questo simbolo, il castello di Genova. In questo momento scrivo per sapere il parere dei miei colleghi collezionisti. Nel frattempo ho iniziato a sfogliare alcuni libri relativi ai mercanti genovesi a Napoli nel 1500/1600 recuperati un po' di tempo fa per curiosità5 punti
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Colgo l' occasione per postare un nuovo esemplare di cornuto di Carlo II entrato in collezione . Scudo leggermente inclinato quasi verticale , SANCTVS MAVRICIVS , DVX ,T B B , senza anellino sotto le zampe , ma due anellini ai lati della testa del santo. Questo esemplare e' simile al n. 429a ma qui troviamo D VX e lo scudo e' piu' inclinato4 punti
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Come per le banconote si rischia di ritrovare le copie dei falsi e la storia va farsi benedire e si rischia di far allontanare molti collezionisti o renderli ancora più diffidenti in un mercato diventato forse troppo speculativo e poco qualitativo con qualche personaggio a volte che nulla ha a che fare con questo mondo che rischia di rovinare tutto. Comunque fa parte del gioco e fortunatamente il collezionismo, come ha detto @caravelle82, è studio, storia, politica, cultura, arte, tradizioni e tanto altro non un semplice insieme di monete e/o banconote e ci sta pagare più del dovuto o poter prendere una fregatura e sarà l'esperienza che condurrà alla consapevolezza e valutazioni diverse per il futuro ma la nostra passione è quel valore in più che ci permette di continuare ad emozionarci e a condividere, preservare, custodire e tramandare pezzi di storia al di là di tutto e tutti.3 punti
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Posto un'altra delle mie 56 che sembra avere nello Scudo del Portogallo 8 Pallini con disposizione 2-3-2-1 ( Traina n.292 -Baldanza n.17 ). Mi scuso per le foto. Buona Giornata,3 punti
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Buongiorno a tutta la sezione, Anche la posizione del numero 1 cambia rispetto alla cuspide. Un saluto Raffaele.3 punti
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Con questa banconota della Germania Imperiale voglio ringraziare @nikita_ che mi ha dato la possibilità in passato di poterla apprezzare. 500 Marchi del 1922 della Sächsische Bank di Dresda. Banconota multicolore con ritratto di donna sulla sinistra e Mercurio a destra emessa dalla Sächsische di Dresda. Mentre sul retro al centro visibile il nominale 500 riportato anche negli angoli in alto e manoscritto il numero del foglio e la firma La Sächsische fu fondata con decreto del 18 luglio 1865 e un capitale di 5 milioni di talleri. Nel 1869 aveva sede nell'Hôtel de Pologne (Dresda). Nel 1873 il capitale fu aumentato di 5 milioni di talleri e successivamente portato a 30 milioni di marchi. Lo scopo della società era quello di gestire una banca centrale privata. Con la fondazione del Reich nel 1871, gli Stati membri del Reich persero il diritto di legiferare sul sistema monetario. Alla Reichsbank non fu concesso il monopolio sull'emissione di banconote, le banche centrali esistenti mantennero il diritto di emettere banconote nella misura prevista dalla legge bancaria del 14 marzo 1875. Dopo che la Leipziger Bank (1875), la Chemnitzer Stadtbank (1890) e la Leipziger Kassenverein (1890) si arresero, fu l'unica banca privata in Sassonia a emettere banconote idonee alla circolazione in tutto il Reich. Dal 1888 offriva ai suoi clienti anche transazioni di assegni e giroconti senza commissioni. Con la fine dell'Impero tedesco nel 1918, in Germania erano rimaste solo quattro banche centrali private: la Saxon Bank a Dresda, la Bavarian Central Bank a Monaco, la Badische Bank a Mannheim e la Württemberg Central Bank a Stoccarda. Dopo l'iperinflazione del 1923, fu approvato il Private Banking Act del 30 agosto 1924. Secondo questa legge, la Sächsische Bank a Dresda poteva emettere un massimo di 70 milioni di Reichsmark in banconote all'anno.2 punti
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E' che a me le monete senza la storia del contesto in cui operavano e delle modalità di funzionamento non dicono molto...ciò che più mi affascina e suggestiona di questi particolari oggetti è il loro essere una piccola ma potente finestra che si affaccia su panorami profondi e spesso inesplorati della storia, le monete con le loro vicissitudini ci raccontano davvero la vita concreta, materiale, effettiva e quotidiana di tutti gli strati sociali nelle varie epoche e civiltà...ed è fantastico osservare tutto questo attraverso un lasso cronologico di ben più di duemila anni, anche di più se estendiamo il significato del termine moneta a tutto ciò che possiamo definire come denaro...ecco, raccogliendo dei libri che raccontano ciò cerco di avere un punto di vista diverso e più approfondito sulla storia italiana tutta, una storia d'Italia ricostruita attraverso le tantissime monete che sono state prodotte o hanno circolato nel suo territorio...2 punti
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Ciao, è solo una placchetta che riproduce in modo piuttosto grossolano il San Giorgio del Pistrucci che solitamente si trova al rovescio delle sovrane d'oro UK2 punti
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Salve @apollonia, un bronzo di Iconium del I sec. a.C, con Perseo al rovescio: https://www.acsearch.info/search.html?id=85124802 punti
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Complimenti a Davide e anche al prezzo popolare del libro che invoglia l'acquisto anche alle persone che di solito non comprano libri a causa dei prezzi alti.2 punti
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Aggiunto un nuovo millesimo in collezione : Vittorio Amedeo III Soldo Sardo 1774 - R61 punto
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Aggiornamento collezione personale " Gli ori del Regno" post di condivisione con gli altri appassionati, in attesa del prossimo acquisto...al momento in collezione si trovano: 50 lire 1931 FDC 50 lire 1911 QFDC 20 lire 1923 Fascetto Spl/qfdc 20 lire Marengo 1882 Umberto MB 20 lire MArengo 1834 Carlo Alberto MB 20 Lire Marengo V.E.III 1863 MB 100 Lire Fascione 1923 Ottimo Spl + Il prossimo in target sarebbe una 50 lire Aratrice:) o mi consigliate di aspettare e puntare in alto con una bella Vetta!!!1 punto
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Questa mattina mi sono dedicato a riclassificare i miei esemplari di 5 Grossi e 1/4 o Cornuto di Carlo II. Nel vecchio Mir Savoia esistevano ben tre tipologie : cornuto forte (con anellino sotto le zampe del cavallo e zecca di Torino) , cornuto debole I Tipo (senza anellino sotto le zampe del cavallo e zecca di Torino) e cornuto debole II Tipo ( senza anellino sotto le zampe del cavallo e zecca di Vercelli) . La presenza o meno dell' anellino non distigue , secondo me , le tipologie ma solo il periodo di emissione Nel nuovo catalogo Cudazzo finalmente l' anellino non e' piu' discriminante , Le tipologie sono ridotte a solo due : cornuto forte (senza o con anellino sotto le zampe del cavallo , zecca di Torino ) e cornuto debole (senza anellino sotto le zampe del cavallo , zecca di Vercelli ). Considerato che il peso e' variabile da g. 5,50 a 4,29 per entrambi i tipi, Sergio avrebbe dovuto fare un ulteriore passo e creare una unica tipologia. Non ha senso la distinzione fra debole e forte in base alla zecca. All' interno di un unico tipo di cornuto , possiamo collocare sia le due zecche : Vercelli e Torino sia tutte le varianti : con o senza anellino , elmo cimiero e lambrecchini piu' o meno grande ,vessillo di diversa fattura , cavallo che taglia diversamente la legenda , diversa inclinazione dello scudo , diverse composizioni e sepaparazioni nelle legende . Per questa ultima variante troviamo per esempio SANCTVS MAVRICIUS o S MAVRICIVS , la presenza di DVX completamente a destra dello scudo oppure solo la D o la DV a destra , diversa composizione delle sigle di zecca. Il primo esemplare che posto e' un cornuto con Scudo fortemente inclinato , S MAVRICIVS , DV X , T BR V NAS , anellino Nel nuovo Cudazzo e' simile al n. 429g fotografato , ma in questo ultimo troviamo DVX prima dello scudo1 punto
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https://en.numista.com/catalogue/pieces18507.html Boemia,1 Gröschl 1781-1782 Giuseppe II1 punto
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Da sei grossi con la Madonna di Crea, emessa a Casale a nome di Ferdinando Gonzaga https://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FPP/20 Ciao Mario1 punto
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È ben vero che era presente al Festival del cinema di Mosca (se ricordo bene negli anmi ‘’70”) ma c’era stato anche Scola con C’eravamo tanto amati. Altro livello. Pero’ devo ammettere che Quien sabe è carino, certo non è una pietra miliare del cinema italiano ma carino (come Goodbye & Amen e Il giorno della civetta)1 punto
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Il Malawi (??) è un paese del Sud-est dell’Africa che ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito il 6 luglio 1964. Entrò successivamente a far parte dell’ONU il 1º dicembre 1964. La popolazione totale stando ai dati del 2012 è di 16.362.567 abitanti. La sua capitale è Lilongwe. La valuta ufficiale del Malawi è il Kwacha malawiano in circolazione dal 1971. Questa moneta fu introdotta al posto della sterlina malawiana. È suddivisa in monetazione metallica e cartacea. MONETE: 1-2-5-10-20-50 tambala e 1 -5-10 Kwacha. BANCONOTE: 5-10-20-50-100-200-500 Kwacha. La banconota in foto è una banconota da 50 Kwacha emessa nel 2017. Sono necessari 100 tambala per realizzare 1 Kwacha . Negli ultimi anni sono state emesse anche banconote da 1000-2000 e 5000 Kwacha ma non siamo certi che attualmente circolino realmente nel paese. FONTI: -Wikipedia -Banknotes.ws (sito online)1 punto
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Certo. La Repubblica si è fatta carico del debito pubblico del Regno, così come, nel 1861, il neonato Regno d'Italia si era fatto carico del debito degli stati preunitari. petronius1 punto
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...e allora quando vi arriva la fattura vedete se vi accettano come pagamento questa:1 punto
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Ma certo tu ordini e noi successivamente penseremo al saldo, molto successivamente...1 punto
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Che i russi non si aspettassero che le cose andassero così penso sia palese. Quindi i vari servizi o non hanno funzionato a dovere o c'era la solita paura nei confronti del "dittatore" per cui la pillola non veniva semplicemente addolcita ma direttamente sostituita da zucchero.1 punto
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Buongiorno @Ranbel, si tratta di una cartella al portatore relativa al Prestito Redimibile 5% emessa nel 1937. Per questa tipologia esistono tagli da 100 di color marrone, 500 azzurro, 1000 grigio , 2000 grigio, 5000 viola, 10.000 verde e 20.000 lire nocciola, il tuo è quello da 500. Il prestito, chiamato anche immobiliare, venne emesso per valorizzare i territori dell'Africa Orientale e far si che l'Erario facesse cassa... Il Decreto di emissione prevedeva che fossero tenuti alla sottoscrizione del prestito, le persone fisiche o gli enti di qualsiasi natura possessori di terreni o fabbricati situati nel Regno, nella misura del 5% del bene posseduto. Visto lo stato di conservazione della tua cartella, pieghe, strappi ,macchiette varie e chi più ne ha più ne metta, il suo valore di mercato è di pochi euro. Saluti.1 punto
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Buongiorno a tutti, Beppe mi piace questa piastra, bei puntoni in punteggiatura, ma le aquilette...quante sono ?. Saluti Alberto1 punto
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Avevo preso questa per qualche euro cinque anni fa, ora chiederebbero almeno venti volte tanto:1 punto
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.... è un antoniniano, manca SC, si intravede metallo bianco in alcuni punti superficiali, lettere, stile e diametro 20 mm e peso conforme. La patina, come spesso accade, è dovuta al rame contenuto nella lega della stessa moneta e delle monete con cui era probabilmente interrato e che si è ridepositato. A mia esperienza i medi bronzi di Mariniana sono sempre in bronzo ( giallo ) e si distinguono per modulo ( del conio!), stile delle lettere (anche in rapporto al ritratto), peso, stile ritratto e rotondità e conformazione del tondello (foto 1). I sesterzi , quasi sempre hanno una accentuata provenienza del modulo da barra, ossia molto squadrati, a differenza dei medi bronzi, piuttosto rotondeggianti, il tutto ovviamente con eccezioni, ma sempre distinguibili dal vivo : messi vicini medi bronzi e sesterzi non hanno possibilità di essere confusi tra loro. Così a occhio direi che i medi bronzi sono dei mezzi sesterzi ( per peso, metallo e dimensioni ) ma se ne può discutere ampiamente. I coni esistenti per il medi e grandi bronzi non sono poi tanti e si potrebbe ricostruire perfettamente il tutto, in modo da creare due categorie abbastanza ben distinte. Non mi risultano esemplari con crescenti nè del sesterzio nè del medio bronzo e tutti hanno SC ( Il Ric ha commesso un evidente errore di compilazione, forse riproducendo la descrizione dell'antoniniano ) Per il sesterzio esiste una variante data dalla assenza o presenza di una diadema o stefane sulla testa velata ( cfr. foto 2 e 3). Per pura curiosità allego anche un sesterzio di grande peso ( 22,68 grammi ) e ben coniato probabilmente di prima emissione o di presentazione... (foto 4) Un cordiale saluto, Enrico ( anche io ! ? )1 punto
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Ciao Davide @fedafa e complimenti per quest' altra perla! Sono sicuro che avrá degli ottimi riscontri(come sempre). Grazie a @eliodoro per la divulgazione?1 punto
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Buona giornata Complimentoni a @fedafa ed al Circolo Numismatico Romano Laziale che rende possibile la divulgazione. saluti luciano1 punto
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Mmm... Peso e diametro sono coerenti, ma bordo e firme non mi piacciono per nulla, tanto per citare un paio di particolari. Il primo mi sembra vada restringendosi e sia "arrotondato", mentre le seconde presentano lettere diverse dall'originale. Qui sotto allego un FDC ed un ingrandimento delle firme per confronto (la "L" di ROMAGNOLI si presenta quasi sempre "spezzata" nel tratto orizzontale, per non parlare della "G" e della "N"):1 punto
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Oooook, interpreto il post come "Dovrebbe andare tutto ok ma potresti incappare in rogne serie nel caso incontri la persona sbagliata". Era una domanda a titolo informativo, non sto pianificando di trasferirmi ?1 punto
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Ciao, seguendo da apprendista con molta attenzione questa didattica discussione, a mio modesto parere la moneta che hai postato (se I dati ponderali sono quelli indicati) non può che essere un antoniniano. Lo so che erano in lega d'argento molto basso e questo è evidentemente in bronzo o rame ma io dico la mia. È il tondello di un eventuale antoniniano da suberare o un suberato che ha perso completamente l'argentatura? Mi sentirei comunque di escludere che si tratti di un dupondio. ANTONIO1 punto
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Per me al FDC non ci arriva... mi fermerei al q.FDC. Mi sembra di vedere un colpo al bordo del D/ (h.9) e di intuire qualche graffietto sotto la patina. È comunque una moneta notevole e, data la tipologia, difficile da trovare in questa conservazione. Quindi: ottimo acquisto!1 punto
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Guarda, non sono l’esperto che state aspettando, ma la mia impressione è di una pulizia un po’ aggressiva fatta magari con bulino. Mi sembra di intravedere il segno del bulino nella foto in rosso.1 punto
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Questa è la mia preferita , un'istantanea di un celta secondo la visione dei cispadani ormai romanizzati. Al museo archeologico di Gambolò.1 punto
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Numismatica Scaligera presente con il proprio tavolo e , anche se non con nuovo listino poiche' per questioni di tempo impossibilitati......saranno comunque esposti una decina di vassoi di novita' non ancora presenti come vendite sul sito ?1 punto
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Bronzo di Augusto (Cipro) che raffigura sul rovescio una pietra di culto conica di Afrodite di Paphos all'interno di una torre distilo centrale; portici distili fiancheggianti, ciascuno contenente candelabri e una colomba seduta sopra; l'intera struttura poggia su una base bassa; piazzale semicircolare (Leu Numismatik, Web Auction 14). Starting price: 25 CHF. Result: 65 CHF. Lot 1073. CYPRUS. Paphus (?). Augustus, 27 BC-AD 14. Hemiassarion (Bronze, 17 mm, 4.23 g, 11 h), A. Plautius, proconsul, circa 21 BC. IMP CAES DIVI F Bare head of Augustus to right. Rev. A PLAVTIVS PROCOS Conical cult xoanon of the Aphrodite of Paphos within central distyle tower; distyle porticoes flanking, each containing candelabra and dove sitting above; the entire structure set on low basis; semi-circular forecourt. RPC I 3906. Weakly struck as usual, otherwise, good fine. Ex Auctiones GmbH E-Auction 47, 24 April 2016, 80.1 punto
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http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.893-B.18PDL0167600.pdf il vecchio articolo . 518-sexies puniva l‘illecita detenzione di beni culturali e prevedeva che: „Fuori dei casi di ricettazione, chiunque detiene un bene culturale sapendo della sua provenienza illecita è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa fino a euro 20.000“. Ma non è passato..... per la vecchia formulazione e commentario del vecchio disegno di legge ti consiglierei LA TUTELA PENALE DEI BENI CULTURALI DAL TRAFFICO ILLECITO, DAL DANNEGGIAMENTO E DA ALTRE FORME DI AGGRESSIONE ALLA LUCE DEL DISEGNO DI LEGGE ITALIANO AC- 4220 di A.Caputo lo trovi in pdf su google... P.S. puoi darmi tranquillamente del tu... ?1 punto
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Buongiorno a tutti, inizio la mia giornata Numismatica postando la mia 55 ancora in perizia. @Raff82 a te l'Analisi del tondello? Saluti Alberto1 punto
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Sento parlare di Mussolini e del "bene" che fece. Io sono Ebreo ma non scriverò quanto segue giacché di parte, in quanto per colpa del Fascismo e della sua onda razziale la mia famiglia ebbe a perdere tre suoi componenti , ma lo scriverò in quanto dato di fatto. Vediamo di sfatare alcuni miti riguardanti il Fascismo; visto che si vuol riportare allo stesso dei "meriti" che non ebbe mai. Ergo andiamo in ordine di "miti" : PENSIONI: Il primo sistema di garanzie pensionistiche: era destinato ai militari e, al di fuori di essi, solo agli impiegati pubblici; risale al 1895 (Testo Unico del Regio Decreto 21 febbraio 1895, n° 70) sotto il governo Crispi (Presidente del Consiglio dal 1893 al 1896). Fu nel 1898 poi che il governo Pelloux (1898 – 1899) avrà ad estendere le coperture ad altre categorie lavorative (Legge 17 luglio 1898, n° 350). Dobbiamo però arrivare al 1919 e sotto il governo di Vittorio Emanuele Orlando (1917 – 1919) per vedere esteso il tutto ad ogni categoria di lavoratori . Da quel momento tutti i lavoratori italiani ebbero il diritto alla pensione (Decreto-legge Luogotenenziale 21 aprile 1919, n° 603). Preso il potere, il Fascismo ebbe a concentrare ogni funzione abolendo il ministero del Lavoro. Il tutto venne concentrato sotto la Cassa Nazionale. Tutto fu appesantito portando ad una progressiva inefficienza. Nel 1933 il Fascismo a scopo solo propagandistico, voleva impossessarsi (fra le altre cose) anche di questo sistema pensionistico, e difatti cambia (non fonda) il nome all’istituto, che diventa “INFPS”. Il Fascismo quindi ebbe ad impossessarsi del risultato che i governi liberali ottennero dopo decenni di lotte sindacali. L’unica cosa che realmente il Fascismo fece per i lavoratori italiani fu quella, nel 1926, di stabilire che potevano esistere in Italia solamente sindacati fascisti e vietò lo sciopero e la serrata. Con questo sistema incompetente, il Fascismo mise sotto imprenditori e lavoratori. Nel corso del tempo, l’ INFPS ebbe a divenire solo uno sfogo di clientele e produttore di consenso da parte fascista. BONIFICHE: Il Fascismo ebbe un merito: quello di aver mossa una immensa opera propagandistica come nessuno mai ebbe a fare in Italia. Questo sì; ma ciò avviene in ogni regime. Una di queste opere riguardava la fondazione di Littoria, nel 1933. Il Fascismo ebbe a bearsi di aver bonificato l’Agro Pontino quando mai nessuno ci riuscì. Queste convinzioni propagandistiche decadono subito quando a parlare sono i numeri che riportano a dei fallimenti. La promessa fatta dal Fascismo fu quella di restituire all’agricoltura, e quindi ai rurali, ai contadini che la lavoravano, ben 8 milioni di ettari di terreni riqualificati e quindi coltivabili. Solo che dopo anni di lavoro e soldi pubblici spesi (finiti nelle tasche del Fascismo e collaboratori ; tipo l’Opera Nazionale Combattenti), si ebbero a riqualificare la metà degli 8 milioni di ettari promessi. Il tutto può sembrare una vittoria, certo; dirà qualche “nostalgico” (di cosa poi?) ; ma se andiamo a vedere attentamente in una ricerca storica ex professo , i lavori realmente completi o comunque quasi completi, arrivarono a poco più di 2 milioni di ettari. Non fu solo un fallimento ma una grande presa per i fondelli, visto che che di questi 2 milioni di ettari “bonificati”, 1 milione e mezzo risultavano essere bonifiche dei governi precedenti a quello di Mussolini, e quindi precedenti all’anno 1922. Il Fascismo ebbe a portare a termine solamente, in percentuale, il 6% di ciò che promise. In realtà chi riuscì effettivamente nell’impresa degli 8 milioni promessi dal regime , furono i fondi del Piano Marshall e della Cassa del Mezzogiorno. Inoltre va ricordato di come durante questi lavori, molte furono le vittime fra i civili, che morivano anche per i grandi sforzi lavorativi; in condizione igieniche disastrose. Morti per tubercolosi, incidenti sul lavoro e malaria. Ma per Mussolini la bonifica è “una guerra”; anche se a morire era il popolo, come sempre, e non certo lui. I lavoratori erano come “soldati” che andavano in guerra a morire. “Armiamoci” sì, ma partite voi. Ecco le leggi originali per prevenire e sconfiggere la malaria. Nessuna di questa è una legge che vide luce durante il Fascismo, ma prima: Legge 25 giugno 1882, n° 269 Legge 4 luglio 1886 Legge 6 agosto 1893, n° 463 Legge 18 giugno 1899, n° 236 Legge 20 giugno 1912 , n° 712 Legge 20 agosto 1921 n° 1177 IMMOBILI / CASE: La prima legge per quel che concerne le case popolari risale non all’epoca fascista, ma al 1903 (Legge 31 maggio 1903, n° 254), quando era Ministro delle finanze del Regno d’Italia Luigi Luzzatti e per sua diretta iniziativa. I più grandi progetti urbani di sviluppo e assegnazione di case risale agli anni 1915/20 , quindi prima dell’epoca fascista. Le città maggiormente colpite da questo sviluppo furono Roma, Milano, Torino e Napoli. Il Fascismo ebbe solo il merito di gestire il sistema a livello provinciale, non cittadino e non nazionale, nel 1935. Il Fascismo pose sotto la sua ala e controllo, tutte quelle iniziative che in realtà nacquero sotto l’Italia Liberale. Se poniamo il caso della zona EUR, orgoglio della megalomania fascista, le abitazioni arrivarono ben tardi rispetto alla costruzione della zona stessa. Questo fu aggravato anche dal fatto che Mussolini decise di trascinare – altra megalomania personale – una intera nazione nella Seconda Guerra Mondiale. ORO ALLA PATRIA: Anche se è ostica a morire la mitica diceria, ora divenuta proverbiale fra i nostalgici, che “si stava meglio quando si stava peggio” , urge rammentare a costoro o a chi, come loro, ha letto un solo libro e per di più nazionalista e quindi ignorante, senza andare a ricercare negli archivi di Stato, come anche archivi di biblioteche in tutte le parti della Nazione, che durante il Ventennio il divario della ricchezza media fra un italiano ed un cittadino di altri Paesi sviluppati, si allargò in modo esponenziale. Oltre al governo Mussolini, ci si misero i problemi strutturali e la crisi del ‘29 in questo caso. In Italia vi erano i ricchi, che appoggiavano quasi tutti il regime, giacché alti imprenditori, e dall’altra parte il popolo. Oggi, ad esempio, abbia il reddito medio di un cittadino italiano è il 90% di un Paese avanzato della nostra Europa. Negli anni fascisti, era del 33%. IL DUCE: Altra diceria: “Mussolini fece cose buone” . Benissimo; magari possiamo ricordare che chi fa cose buone non prende il potere con la forza delle manganellate di squadracce; manganellate spesso ai contadini. Ricordiamo che agli albori del Fascismo, quando esso era vivo da poco e Mussolini ancora non aveva preso il potere, le Squadracce ebbero a massacrare di botte intere famiglie contadine. Facciamo il conto della prima metà dell’anno 1921, quando nella Pianura Padana, gli attacchi ai contadini furono 726: 59 case del popolo, 119 camere del lavoro, 107 cooperative, 83 leghe contadine, 141 sezioni socialiste, 100 circoli culturali, 27 sindacati operai e 53 circoli ricreativi operai. Il Fascismo ebbe a fiorire grazie ad una rete di clientele e corruzioni; come quella tangente che spettava ad Arnaldo Mussolini; della quale tutto sapeva, possedendo i documenti, Giacomo Matteotti. Mussolini ebbe il vezzo di formare un popolo italico avvezzo alla guerra; ma il popolo italiani si dimostrò nella Guerra disastroso tanto che perse quasi ovunque; e quando non perse ha vinte le sue battaglie spargendo sangue spesso innocente, come nella Libia governata da quel fanatico assassino di Rodolfo Graziani, che impiccò e trucidò una moltitudine di cittadini libici che giustamente non vedevano gli italiani di buon occhio. Ricordiamo la ribellione di Omar al-Mukhtar (1858 – 1931), soffocata dal Graziani nel sangue, anche di donne e bambini. Di cose buone ne fece? Certo, come no. Il governo Mussolini non ebbe a costruire nemmeno una casa dopo il terremoto del 1930 che ebbe a colpire il Vulture; eppure chi vi abitava erano cittadini italiani. Possiamo anche ricordare le leggi razziste approvate per le colonie italiane della Libia e del Corno d’Africa. Queste leggi, per chi non lo sa e sono molti, disponevano anche di deportazioni di massa di gente araba e berbera. I Fascisti a quanto pare non erano diversi dai Nazisti. Per quanto riguarda le Leggi Razziali ai danni degli Ebrei, sorvolerei giacché è una immensa onta che l’Italia porterà sempre in seno, e non aggiungo altro. DITTATURA SANITARIA DI MUSSOLINI (PALUDI, MALARIA): L’Italia vide una dittatura sanitaria, ma non certo ora causa Covid, ma sotto il Fascismo. Il tanto decantato Ventennio per molti “perfetto”, sotto il comando di Benito Amilcare Andrea Mussolini. Ciò accadde non certo per causa Covid, ma all’epoca per la malaria incombente. Ricordo di come nel 1925, fu lo stesso Duce a dare l’ordine a due figuri come Giacomo Peroni ed Onofrio Cirillo (ricercatori iscritto al PNF) di condurre un esperimento che doveva essere su larga scala, purtroppo ai danni di civili poveri, che non potevano pagarsi alcuna cura, e vulnerabili causa le loro condizioni economiche e sociali. I due “ricercatori” ebbero a scegliere duemila lavoratori che si occupavano delle bonifiche in Puglia e Toscana. Contro la malaria si usava il chinino (efficace nella riduzione della mortalità), somministrando agli stessi del mercurio – già all’epoca ampiamente bocciato dalla Comunità Scientifica , così come dal Consiglio Superiore della Sanità -. Il motivo di questo ferale esperimento era quello di voler dimostrare al Mondo – a scopo puramente propagandistico – che l’Italia poteva curare la malaria senza chiedere aiuto ad altri paesi (come i Paesi Bassi che all’epoca avevano il monopolio per la produzione di chinino). Quindi, i due “ricercatori” divisero i lavoratori, ovvero quelle povere cavie in due gruppi: il primo veniva letteralmente abbandonato a sé stesso ; quindi mandato a lavorare come prima, all’aperto, sotto il caldo e le zanzare anofele , scevri di qualsivoglia protezione. Il motivo di questa scelta era per vedere come la malattia aveva la sua evoluzione normalmente nel corpo umano . Il secondo gruppo invece furono soggetti ad iniezioni intramuscolari di mercurio. Tutto ciò continuò per quattro anni, sino al 1929. Il Consiglio Superiore della Sanità ebbe a dire che questo “esperimento” ebbe il “pregio” di far ammalare tutti i duemila lavoratori. L’esito fu altamente fallimentare e quindi inefficace; come del resto ogni cosa durante il Fascismo. Ma per il regime questi erano solamente dei “dettagli” Prima del 1922 la lotta alla malaria era una lotta sia dei liberali giolittiani che dei movimenti socialisti. L’Italia di quel periodo era molto (in alcuni casi ancora oggi) dedita a superstizioni dovuti all’ignoranza del popolo; e per promuovere il chinino nella campagne ebbero a mobilitarsi insegnanti, attivisti, dirigenti, scienziati; ma anche i sindacalisti come Argentina Altobelli ma anche femministe come Anna Kuliscioff. Questa campagna migliorò di molto la vita dei contadini, come diminuì e non di poco l’incidenza di mortalità per malaria. Salito al potere Mussolini nel 1922, il Duce smantellerà tutte queste operazioni liberali per migliorare la vita dei contadini. Ricordiamo come Mussolini era arbitro ovunque e di come interveniva su tutto, anche su cose che a lui non competevano: in primo luogo in materia sanitaria. In secondo luogo metteva bocca sull’esercito, mandando a morire gli italiani e in Etiopia, Libia e Somalia, e poi nel 1940 entrando a far parte lo Stato del Secondo Conflitto Mondiale anche se il nostro esercito poteva essere pronto per una guerra di tal portata solo nel 1952 in decenni di continui armamenti. Ma egli se ne fregò; dopo tutto non era uno dei motti del Ventennio: “Me ne frego!” ? Ricordo altresì che quando oggi la gente parla di dittatura sanitaria o dittatura in generale, che la dittatura è tale giacché non ha bisogno di mascherarsi e se si maschera non esiste. Rammento anche che se oggi una persona inveisce contro l’operato di un Presidente del Consiglio, al massimo il suo commento potrebbe venire (e non avviene) cancellato da un sociale. Durante il tanto decantato (dai nostalgici...di cosa poi?) Ventennio, se inveivi o solo non eri d’accordo con Mussolini, bene che ti andava ti recavi tranquillamente in un lussuoso hotel tutto per te in quel di Ventotene , o altrimenti al confino in Russia; o direttamente a morte (che era la medesima opzione delle altre due). ORA RIGUARDO IL COLONIALISMO : SCANDALO LIVRAGHI – CAGNESSI , 1891, ERITREA: Molti italiani non sanno come nel 1891 , sul giornale “Tribuna”, la gente dell'epoca poteva leggere che il tribunale italiano in Eritrea sporse denuncia a carico dei tenente dei Reali Carabinieri di Massaua, comandante della polizia indigena Dario Livraghi e del segretario degli affari coloniali Eteocle Cagnessi. Con altri ufficiali italiani e con la complicità degli ascari, vennero accusati di aver derubato, torturato e fucilato ben ottocento eritrei, senza alcun processo. Nel giornale “Il Secolo”, vennero pubblicate l’intervista ed il memoriale di Livraghi. Il Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Starabba , marchese di Rudinì , si vide così costretto a nominare una commissione che aveva lo scopo, almeno iniziale, di far chiarezza sull’accaduto in Eritrea. La commissione (senatori e deputati i più) partì il 9 di aprile da Napoli per arrivare in Eritrea il 22 del mese medesimo. La commissione rimase 56 giorni, nei quali più che a raccogliere dati sull’accaduto, si limitarono a svolgere degli studi riguardanti la colonia. Inoltre, la scarsa volontà dei partecipanti è anche attestata in quanto la relazione della commissione viene pubblicata solamente dopo la sentenza in tribunale che fu a favore degli accusati: Livraghi e Cagnessi furono definitivamente assolti da ogni accusa. Gli ottocento assassinati divennero solo una decina; a “gravi pene” vennero condannati un pugno di ascari e Baldissera e Orero, ex governatore e attuale governatore all’epoca dei fatti della colonia di Eritrea, vennero giudicati colpevoli di eccessi di potere. Le autorità italiane in parte insabbiarono ogni prova dei fatti accaduto, seppure dei malumori in Patria si fecero sentire. Lo “scandalo Livraghi – Cagnessi” svanisce dal dibattito pubblico, come se quegli ottocento eritrei non furono mai esistiti o morti di cause naturali. ALTRI FATTI SPARSI: Si può ricordare nell’ambito del discorso “italiani brava gente” , la spedizione di Bottego (1895 - 1897). Il gruppo che accompagnava l’esploratore parmense fu reo di numerosi saccheggi, eccidi, incendi, compiendo inoltre una serie di stupri. In epoca coloniale venne intervistata Hiwet Ogba Georgis , una donna eritrea, la quale raccontò del terrore di stupri da parte delle donne che lavoravano per gli italiani. Lincoln De Castro (medico che visse a lungo in Abissinia) nel 1910 ebbe a denunziare le scorrettezze degli italiani ai danni anche delle tradizioni locali, come matrimoni fatti passare per veri e quindi legalmente riconosciuti. Va ricordato anche Gustavo Bianchi (1884), esploratore e ucciso dai Dancali, ebbe a vantarsi con estrema fierezza, dello stupro con ingannato ad una donna e la sua famiglia . Vale la pena citare come nel 1911, in una lettere inviata al console Piacentini, un colono ebbe a lamentarsi di come le ragazze bilene chiedessero ben cento talleri di Maria Teresa per la loro verginità. Il colono non si lamentava tanto per il prezzo ma quanto perché stupito di come al dominatore bianco non fosse per legge permesso di impadronirsi con la violenza ( nella lettera si legge “colla” ) di quelle ragazze. Noti anche gli italiani che facevano delle bambine le loro concubine, come ebbe a dire nel suo diario Ferdinando Martini, governatore civile d’Eritrea fra il 1897 ed il 1907. Io direi possa bastare. Shalom1 punto
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Ciao, Raffaele Condivido due delle mie piastre 1856. La prima presenta il 6 della data ribattuto e, al rovescio, la "T" di VTR ugalmente ribattuta. La seconda presenta al dritto la "D" di Ferdinandus e la "X" di Rex ribattuti + il doppio orecchio. Nei prossimi giorni, a titolo di curiosità, pubblicherò, magari nel topic di "Una napoletana al giorno", una piastra del 1855 con dei segni a croce, sia al dritto che al rovescio. Segni incisi sicuramente dal possessore della moneta, che, però, mi hanno incuriosito, al punto che ho acquistato la moneta. Un caro saluto.1 punto
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per 1 euro l'uno: 1/2 lek 1931 Albania 25 cents 1937 Spagna ottima conservazione?1 punto
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Scoperti nel Regno Unito i resti di una città romana che doveva essere un importante centro commerciale a giudicare dalle rovine degli edifici che emergono e dalla strada che l'attraversa, larga ben 10 metri contro i 4 abituali.... https://www.tag43.it/impero-romano-inghilterra-scoperta-antica-citta-strade-case-gioielli-ceramiche/ https://londranews.com/scoperta-eccezionale-di-una-citta-romana-in-inghilterra/ https://edition.cnn.com/style/article/roman-town-iron-age-archaeology-scli-scn-intl/index.html1 punto
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E... quando si vede la divisione delle pietre della torre... Io amo questo nominale, semplice ma ricco di simbologia, e poi il rame del popolo di Ferdinando.. Ciao Rocco, ovviamente mi complimento per la cattura, ma...mi mi pare di vedere sui campi del rovesci qualcosa..tipo delle impronte di un precedente tondello, o nell'impeto della gioia di vedere questo nominale e la tarda ora mi hanno fatto vedere altro.. p.s. E inutile questa zecca non la batte nessuno...1 punto
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