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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/05/22 in tutte le aree

  1. Oggi voglio mostrarvi alcune foto che ho realizzato nel corso del tempo per le mie pagine social. Immagini che hanno attirato l’attenzione di tantissime persone e hanno avvicinato alla cartamoneta gente interessata ad altri settori. Un omaggio visivo a tutti voi amici del forum! Perché per la nostra passione queste immagini fanno bene al cuore. Un caro saluto a tutti.
    7 punti
  2. Stasera vi presento una banconota che è opportuno confrontarla con il 100 Mark del 1910 postato in questa discussione. Pochi giorni fa mi è arrivato il 5 Mark del 1904 dell'Impero germanico, periodo che va dal conseguimento di una piena unità nazionale il 18 Gennaio 1871 fino all'abdicazione del Kaiser Guglielmo II il 9 Novembre 1918. Le Reichskassenscheine erano banconote che circolarono nel Reich tedesco dal 1874 al 1923 e furono emesse dalla "Reich Debt Administration". Quindi le banconote della Reichskasse erano cartamoneta statale con l'obiettivo di sostituire le diverse banconote federali che circolavano in quel periodo negli stati indipendenti tedeschi fino al 1871. Questo diede la possibilità di riordinare ma soprattutto unificare la cartamoneta nel Reich. La loro emissione fu regolata per la prima volta il 30 aprile 1874 dalla legge sull'emissione di titoli del tesoro del Reich, compresi i tagli da 5, 20 e 50 marchi. Nel corso della crisi di liquidità, il 6 Ottobre 1906 il loro valore massimo fu limitato a 10 marchi. Durante il periodo di inflazione, queste banconote persero completamente il loro valore fino al 1923, insieme alle banconote del Reich, del registro dei prestiti, a quelle private e alle varie emissioni di emergenza. Questa banconota da 5 Mark del 1906 fa da contraltare al 100 Mark del 1910 "Flottenhunder": infatti mentre nel 100 Mark viene raffigurata una Germania bellicosa nel 5 Mark del 1906 né abbiamo una visione più pacifica. Storicamente siamo negli anni della guerra russo-giapponese (8 febbraio 1904 — 5 settembre 1905) che oppose le ambizioni imperialistiche dell'Impero Russo e dell'Impero Giapponese per il controllo della Manciuria e della Corea. Va ricordato che tale conflitto fu favorito dalla Germania, interessata a indebolire l’alleanza franco-russa, e dalla Gran Bretagna, in contrasto con la Russia in India e perciò disposta a finanziare l’impresa giapponese. Il fronte della banconota sembra raffigurare lo status assolutamente pacifico dell'Impero germanico dei primi del '900 ed infatti l'oceano si estende fino all'orizzonte senza una sola nave da guerra in vista. Sulla riva però, oltre ai simboli dei vari mestieri (l'agricoltura, l'industria, il commercio e la navigazione), si intravede la prua di una nave vichinga, che probabilmente vuole riaffermare le origini di un popolo esploratore, conquistatore e dedito al commercio. La "Germania incoronata", invece, è raffigurata senza la spada e con lo scudo (con l'aquila prussiana, riconoscibile dallo scudo bianco e nero) messo da parte; la punta della lancia che porta sulla spalla è velata da uno stendardo. L'attenzione dello spettatore cade al centro dell'immagine dove una colomba con il ramo d'ulivo nel becco vola via dalla mano di un bambino nudo seduto vicino alla Germania, con messaggio molto chiaro per tutti i paesi: il Reich tedesco offre la pace al mondo! Nel rovescio della banconota c'è la conferma di tale messaggio ed infatti il temibile drago Fafner della saga dei Nibelunghi ha reso omaggio al motto “Io giaccio e posseggo” (Ich lieg’ und besitz’; R. Wagner-La saga dei Nibelunghi), in senso difensivo, ma solo difensore dello status quo. Quindi il degno rappresentante di una nazione che vuole godersi in pace i frutti del proprio guadagno. Voglio continuare ad annoiarvi perché è più forte di me...quindi chi è curioso e vuole conoscere la storia di Fafner (o Fafnir) può continuare la lettura... --------------------------------------------------- IL MITO DI FAFNIR, SIGFRIDO E IL TESORO MALEDETTO ---------------------------------------------------- Fafnir ("Quello che abbraccia") è il drago che custodisce il tesoro nella saga dei Voslunghi e nella saga dei Nibelunghi. Incarna il peggiore difetto dei draghi, l’avidità. Non è particolarmente molesto, si limita ad appestare l’aria per scoraggiare le visite dei curiosi e proteggere il suo tesoro. La storia inizia con il trio divino formato da Odino, Loki e Hoenir, inseparabili compagni d'avventura che, annoiati dalla beatitudine celeste, scendevano sulla terra, esplorando il mondo intero. In una di queste loro peregrinazioni, gli dèi giunsero nei pressi di un fiume e, per diletto, ne seguirono il corso fino ad una cascata. Qui, seminascosta dalla vegetazione lussureggiante, scorsero una lontra che stava mangiando avidamente un salmone appena pescato nelle acque gelide della cascata. Il perfido Loki, approfittando di quel momento, raccolse una pietra dal greto del fiume e la scagliò con forza contro l'ignaro animale, uccidendolo all'istante. Vantandosi di aver preso due prede con un sol colpo, Loki mostrò la lontra ed il salmone ai suoi compagni: avevano fame e quello era proprio il cibo che preferivano. Senza perdere tempo, si diressero verso una fattoria lì vicino e chiesero ospitalità. Era la dimora di Hreidhmarr, un contadino esperto di arti magiche, un uomo molto potente. Egli si mostrò entusiasta dell'offerta divina invitandoli ad entrare. Ma non appena scorse la lontra nelle mani di Loki, chiamò con un urlo bestiale i suoi figli, Fafnir e Reginn. Con mossa fulminea, padre e figli immobilizzarono gli Asi, cogliendoli di sorpresa. Poi il contadino disse che avevano ucciso suo figlio Otr il quale, trasformatosi in una lontra grazie ad uno dei suoi incantesimi, era andato a pescare. Il terzetto divino disse d'essere disposto a pagare qualsiasi quantità d'oro per ripagarlo della perdita del figlio. Allora il contadino scuoiò la lontra e ne prese la pelle, facendone un involucro: mostrandolo agli dèi, disse che dovevano portarglielo ricolmo d'oro massiccio e di gioielli. Odino inviò Loki, l'unico adatto a tal genere di missioni, nei territori degli Elfi neri: solo essi, infatti, possedevano simili tesori. Loki inoltre conosceva bene le vie tortuose del sottosuolo e, forte della sua esperienza di «tessitore d'inganni», sapeva come catturare Andvari, un nano famoso per i tesori che custodiva. Andvari ogni giorno si trasformava in pesce ed andava a tuffarsi nelle acque di un lago: Loki non fece altro che catturarlo mentre si trovava in acqua e, minacciandolo di morte, si fece condurre nella caverna dove era nascosto l'oro. Il nano gli consegnò il suo immenso tesoro: una miriade di monili in oro e gemme preziose. Andvari, pensando di sfuggire all'occhio vigile di Loki, tentò di trattenersi un anello d'oro che concedeva a chi lo indossava il potere di trovare altro oro. Ma Loki fu lesto: si impadronì anche dell'anello. E fu allora che Andvari lanciò la sua maledizione: chiunque avesse posseduto quell'anello sarebbe stato travolto da un mare di guai. Loki ascoltò le parole del nano e, dando il suo assenso, replicò che lui stesso avrebbe fatto conoscere la profezia ai futuri padroni dell'anello. Carico d'oro, Loki fece ritorno alla casa di Hreidhmarr e mostrò il suo bottino ad Odino. Il padre degli dèi, inspiegabilmente, prelevò dalla massa aurea l'anello maledetto e lo nascose. Fu chiamato il contadino per procedere al pagamento del riscatto: la pelle di lontra, sicuramente per virtù di qualche magia, si gonfiava a dismisura, accogliendo con voracità intere montagne d'oro e preziosi. Ma, alla fine, il budello si riempì, colmo del tesoro di Andvari: mancava solo l'anello sottratto da Odino. Scaltro ed ingordo fino all'inverosimile, Hreidhmarr indicò un minuscolo spazio della pelle rimasto vuoto: bisognava riempirlo altrimenti non avrebbe rispettato i patti. Allora Odino fu costretto a riempire quel vuoto con l'anello che aveva sottratto di nascosto. Solo allora l'astuto contadino liberò gli dèi. Appena fuori dalla casa, quando non c'era più nulla da temere, Loki raccontò della maledizione di Andvari e, con la dovuta solennità, pronunziò le formule magiche che l'avrebbero attivata: quell'oro sarebbe stato la rovina di chiunque lo avesse posseduto. Gli influssi malefici dei tesoro non tardarono a manifestarsi: nella dimora di Hreidhinarr scoppiò un furioso litigio. I due figli contestavano al padre il possesso dell'oro: anch'essi, fratelli di Otr, fonte di quell'improvvisa ricchezza, avevano diritto ad una parte del riscatto. Hreidhimarr rifiutò con sdegno di consegnare anche un solo pezzo del «metallo del litigio» a Reginn e Fafnir. E un giorno, con l'animo ormai annebbiato dai sogni di ricchezza, i due fratelli uccisero il padre: l'oro maledetto aveva fatto la sua prima vittima. Subito dopo Fafnir, che era il più violento dei due, ebbe la meglio e, senza pietà, cacciò di casa il fratello. Fafnir prese l'elmo fatato usato dal padre per le sue magie e la spada, l'invincibile Hrotti e, portando con sé la pesantissima pelle di lontra, si rifugiò nelle oscure contrade di Gnita. Qui, con circospezione, si scavò una tana profonda nella roccia e, recitando arcane formule, si trasformò in un drago, una bestia mostruosa che lanciava lingue di fuoco dalle narici e dalle fauci. Da quel momento, accovacciato sulla pelle di lontra, Fafnir non si allontanò mai dal tesoro, tenendo alla larga chiunque osasse passare per quelle terre. Intanto Reginn aveva iniziato a peregrinare per il mondo, finché un giorno arrivò alla corte del re Hiaìprekr di Thiodhi, divenendo il suo fabbro di fiducia. L'abilità di Reginn nel forgiare armi ed utensili, furono conosciute anche nel regno di Sigmund della stirpe dei Volsunghi, che, come allora si usava, decise di affidargli l'educazione di suo figlio Sigfrido. Seguendo gli insegnamenti del suo tutore, questi divenne in breve tempo un nobile condottiero, famoso per la sua maestria nel maneggiare armi e per il coraggio. Quando Reginn ritenne che il suo protetto fosse pronto per l'impresa eroica, gli raccontò del tesoro custodito dal drago e lo convinse a partire per conquistare quelle immense ricchezze. Le mani di Sigfrido brandivano la spada chiamata Gramr, forgiata da Reginn: essa aveva una lama talmente affilata che l'eroe riusciva a tagliare in due un filo di lana trascinato dalla corrente di un fiume. Reginn accompagnò Sigfrido a Gnita e gli mostrò la tana del drago Fafnir: insieme studiarono le mosse del mostruoso custode. Solo una volta al giorno il drago abbandonava la sua caverna, ma sempre con il tesoro ben stretto nelle sue grinfie, per andarsi a rinfrescare nelle acque di un fiume lì vicino. Allora l'eroe scavò una buca lungo il percorso abituale di Fafnir e, senza farsi scorgere dal drago, si calò dentro. Quando, come ogni giorno, Fafnir si mosse, fu costretto a strisciare sulla fossa: con tutta la sua energia Sigfrido gli conficcò, dal basso, la spada nel ventre, dilaniandolo a morte. Sigfrido si lavò dunque nel sangue di Fáfnir, che lo rese invulnerabile, tranne che per un punto della spalla dove si era posata una foglia. Prima di morire Fáfnir ammonì Sigfrido che l'anello sarebbe stata la sua rovina, senza però essere ascoltato. Solo dopo l'uccisione del drago rispuntò Reginn, che era rimasto nascosto ordinandogli di estrarre il cuore del drago e di arrostirlo: voleva mangiarlo per acquisire i poteri magici del padre. Sigfrido, fedele agli ordini del suo tutore, aveva estratto il cuore di Fafnir e, conficcatolo su uno spiedo, lo stava arrostendo. Sigfrido, casualmente, assaggiò il sangue di Fáfnir e si rese conto d'essere in grado di comprendere il linguaggio degli uccelli che gli permise di scoprire i piani del perfido patrigno. Decise così di uccidere Regin decapitandolo con la sua spada. Poi stipò tutto l'oro appartenuto al nano Andvari nelle borse laterali che portava appese alla sella del cavallo e lo nascose in un posto sicuro lungo il corso del Reno. Sigfrido, che si guadagnò il nome di Fáfnisbani" ("Uccisore di Fáfnir"), apprese da un falco che Brunilde, una delle più belle Valchirie, era stata relegata da Odino sulla vetta di un monte circondato di fiamme. Sigfrido riuscì a liberarla e si innamorò perdutamente di lei; anche Brunilde era profondamente innamorata del bellissimo eroe e i due decisero di sposarsi e l'anello maledetto suggellò il loro fidanzamento. Per la bella Valchiria, però, ardeva d'amore anche Gunther, Re dei Burgundi, un popolo guerriero di stirpe Vichinga, il quale invitò l'eroe a corte per una partita di caccia. Gunther, però, mirava anche ad impadronirsi del tesoro nascosto e chiese al mago Hagen di aiutarlo nell'impresa. Il mago preparò un filtro magico che fece accendere d'amore il cuore di Sigfrido per la bella Crimilde, sorella di Gunther. Sigfrido abbandonò Brunilde e le rubò l’anello e lo regalò alla sua nuova moglie, Crimilde. La bella Valchiria, però, umiliata e tradita, mise ben presto in atto la sua vendetta: rivelò al mago Hagen il punto vulnerabile dell'eroe e questi durante una partita di caccia lo colpì a morte. Venuta a conoscenza della verità, Brunilde, sopraffatta dal dolore e dal rimorso, si gettò sulla pira che Crimilde aveva fatto preparare per Sigfrido. Metà del tesoro venne bruciato sulla sua pira funebre, affinché potesse goderne nell’aldilà. Spietata, invece, fu la vendetta di Crimilde nei confronti degli assassini dell'amatissimo marito. Diventata la sposa di Attila, re degli Unni, Crimilde invitò ad un banchetto suo fratello e il suo seguito e anche il mago Hagen poi chiese ad Attila, il quale non aspettava altro, di farne strage per impossessarsi del tesoro ma il fratello di Crimilde morì senza rivelarne il nascondiglio. Nel frattempo, l’immortale nano Andvari continuò a cercare di recuperare il suo tesoro. Non usò incantesimi e non radunò eserciti. Lo fece da vero nano, sfruttando le sue competenze geologiche perché sapeva che il posto migliore per nascondere un tesoro e poterlo recuperare era in una grotta lontano dalla gente. Le grotte si formano solo in certi tipi di rocce e, cercando nei posti giusti, Andvari ritrovò il suo oro ma l'anello maledetto fu perso per sempre. Se siete arrivati fin qui meritate un grazie all'infinito?
    3 punti
  3. Buongiorno a tutti, non so se si possa fare, ma vorrei riprendere questa discussione di 14 anni fa. Il denaro di Genova proposto da @fra crasellame è sicuramente ribattuto su un denaro di Asti. Ne ho censiti un'altra decina come questo per un lavoro in corso sui denari di Asti. Ci sarebbe molto altro da dire, ma per ora non posso fare troppe anticipazioni. Quello che si legge ancora sono la prima lettera C e le ultime di CVNRADVS II al dritto, mentre al rovescio sotto la R di REX sembra intravedersi una S di ASTENSIS. Chiederei un favore agli amici liguri di controllare i loro denari, soprattutto tra quelli che presentano un globetto anche tra la I e la A di IANVA, se qualcuno presenta tracce di ribattitura. Grazie! Luca
    3 punti
  4. Abbiamo le facce nazionali ufficiali https://www.numismatica-visual.es/2022/02/estas-son-las-monedas-euro-de-croacia-que-llegaran-en-2023/
    3 punti
  5. Nuovo video di Quelli del Cordusio sul nostro canale YouTube con Marco Ottolini su Carlo Magno e la riforma monetale carolingia https://youtu.be/V_3Nc1v8DoM
    2 punti
  6. Quindi ricapitolando abbiamo in comune al rovescio i seguenti particolari: corona formata da un ramo di ulivo e uno di stele di grano,la legenda per intero e la data posizionata sopra il fiocco che lega i rami per i 12 carlini e i grana 3,con la particolarità che il 12 carlini è stato coniato un anno prima del grana 3 che ne ha riprodotto la corona,la legenda e la posizione della data... In successione il 3 grana e grana 2 che hanno in comune la legenda ridotta e la posizione della data,mentre sono diverse le corone...
    2 punti
  7. Buon pomeriggio amici. Condivido un'altra recente acquisizione, come da titolo un 2 grana 1810 Dritto: GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICI. Rovescio: PRIN.E GRAND'AMMI.DI FRAN. 1810 Legenda con soli punti e data stretta, non spaziata! Qualcuno ha un esemplare con data spaziata? O un altro esemplare con la medesima variante che le confrontiamo? Il mio esemplare in conservazione onesta e in linea con le altre sorelle della collezione Asclepia...che vi pare? Ecco le foto e buon proseguimento
    2 punti
  8. "limes" di Giulia Paula, prima moglie di Eliogabalo ....
    2 punti
  9. Questa è un marchio apposto dall'artigiano che ha eseguito la montatura (poi rimossa) della moneta; un amico collezionista ne aveva diverse, ancora con la montatura integra, a volte anche il rosario su cui la moneta era divenuta "medaglione". Ciao, RCAMIL.
    2 punti
  10. Il 6° convegno numismatico di Bologna si terrà presso The Sydney Hotel (ex Novotel) in Via Michelino 73, zona Bologna Fiera (uscita Bologna fiera). Gli orari sono i seguenti: sabato 19/02/2022 dalle 10.00 alle 18.00.
    1 punto
  11. A metà dicembre CNG ha disperso un centinaio di monete provenienti dalla collezione personale di Richard McAlee, autore di un importante opera dedicata alla monetazione della zecca di Antiochia ad Orontem in Siria. Tra quelle coniate a nome di Domiziano, mi sono aggiudicato un hemiassarion o semisse che mi aveva colpito per il ritratto giovanile, leggermente barbuto, come difficilmente osservabile nei bronzi, se non in quelli di alta conservazione. La moneta mi è finalmente arrivata soltanto oggi, con ritardo inconsueto, probabilmente dovuto, più che alle vacanze di Natale, all'impegno che hanno dovuto profondere per Triton (ben remunerato ;) ). L'arrivo di questa moneta mi ha dato lo spunto per parlare un po' della zecca di Antiochia ad Orontem, che è stata certamente una delle più importanti tra quelle provinciali, essendo la città capoluogo della provincia di Siria, tra le più ricche dell'impero (la città oggi peraltro si trova in Turchia). In particolare nell'epoca dei Flavii (70-96 d.C.) questa è stata l'unica zecca periferica ad aver coniato monete in tutti i metalli (oro compreso) ed in entrambe le lingue principali dell'impero, il latino ed il greco. Alcune emissioni in latino sono considerate alla pari di quelle della zecca di Roma e sono classificate nei cataloghi di riferimento all'interno della monetazione imperiale. Il livello tecnico degli incisori era sicuramente elevato, tanto che i ritratti sono tra i più significativi tra quelli usciti dalle zecche periferiche. Per contro i rovesci in questo periodo sono molto ripetitivi. Se escludiamo aurei e denari, e in generale le monete di tipo "imperiale" troviamo sempre: - per l'argento (tetradracme) l'aquila su fulmine, a ricordo della fondazione della città da parte di Seleuco I Nicator (generale di Alessandro Magno e fondatore della dinastia dei Seleucidi) nel luogo in cui un'aquila (animale sacro a Zeus) aveva lasciato cadere l'offerta rituale; - per il bronzo la sigla S C circondata da una corona d'alloro. Chiedo scusa della prolissità e concludo postando una piccola galleria di monete di varie tipologie. Monetazione imperiale: Vespasiano - Dupondio anno 74 - RIC2 747 - RPC II 1983 (questa moneta, in quanto priva della sigla SC al rovescio, era stata in passato considerata un piccolo medaglione e figura infatti nell'opera del Gnecchi).
    1 punto
  12. Salvo imprevisti dovrei parteciparvi avendo ricevuto l'invito. Spero che da tale evento esca qualcosa di positivo per la numismatica
    1 punto
  13. Buonasera a tutti, grazie @gennydbmoney ho molto apprezzato il tuo intervento, una bella disamina corredata da immagini altrettanto eloquenti. Allo stesso modo apprezzo Cristiano @Asclepia che alimenta questa discussione con tanti bei tondelli accompagnati con dovizia di particolari. Saluti Alberto
    1 punto
  14. 1 punto
  15. In questo forum non si pubblicano nomi shop. Comunque si possono dare delle dritte. Alcuni shop potrebbero mostrare un prezzo leggermente più basso degli altri ad esempio una moneta a 2,75 euro 0,25 in meno del concorrente, però stai attento ai ricari tipo aggiunta di un euro ogni n monete seleionate, opure se paghi tramite paypal un euro in pù di spese. Ovunque comperi leggi sempre attentamente le regole dello shop. Im mezzo a 99 angeli trovi sempre quello meno angelo.
    1 punto
  16. Il video sulla riforma monetale Carolingia oltre che ad essere come al solito interessantissimo mi è anche utile per l’esame di storia medievale che sto preparando ????
    1 punto
  17. Per info, IPZS sarà presente con uno stand (dove sarà possibile acquistare monete) al Salone del Libro di Torino a Lingotto Fiere dal 19 al 23 maggio.
    1 punto
  18. Nei 3 grana invece il valore è racchiuso in una corona formata da un ramo di mirto e uno di alloro(quindi non più di olivo e grano),e la legenda viene accorciata: PRIN.E GRAND'AMMI.DI FRAN. Stessa legenda per il grana 2 ,mentre la corona è formata da due rami di lauro... Inoltre presentano in comune la data 1810 sotto l'intreccio dei rami,mentre nel grana 3 è posizionata come nei 12 carlini d'argento,cioè sopra l'intreccio dei rami....
    1 punto
  19. Buonasera Alberto,domanda lecita e interessante, personalmente ho una mia teoria... A mio modo di vedere la soluzione potrebbe stare nel rovescio,ma per verificare ciò c'è bisogno di prendere in esame non solo le due monete in rame da grana 3 e 3 grana,ma anche del taglio minore da 2 grana e del taglio maggiore in argento ,e cioè la piastra da 12 carlini... Se osserviamo il rovescio del grana 3 noteremo che il valore è racchiuso in una corona formata da un ramo di ulivo e un ramo di stele di grano,inoltre la legenda recita: PRINCIPE E GRAND' AMMIRAGLIO DI FRANCIA... Stessa cosa nei 12 carlini... La particolarità sta nella data del 12 carlini in argento,la prima emissione è del 1809,un anno prima delle emissioni da grana 3 e 3 grana...
    1 punto
  20. E se fossero stati coniati prima i 3 Grana e al Re non fosse piaciuta l'abbreviazione dei suoi titoli? E si prosegui' con i Grana 3 in cui si leggono pomposamente per intero ? PRINCIPE E GRAND' AMMIRAGLIO DI FRANCIA Mia ricostruzione delirante ?
    1 punto
  21. È già riportata come dritto, ma penso sia utile inserire di questa 1834 nuove foto e passaggi d'asta. Artemide Aste XXVI del 18 -19 Ottobre 2009 Lotto 860, peso 27,40 grammi Conservazione qBB Base d'asta 400,00 euro.
    1 punto
  22. e, sebbene un po' malconcio, un "limes" di AQUILIA SEVERA, seconda ( e quarta) moglie di Eliogabalo ...
    1 punto
  23. Aggiungo un video con il mio intervento. La partecipazione in diretta in remoto ha raggiunto 20 persone quindi è un buon risultato.
    1 punto
  24. il mio "limes" di Orbiana mm.18 gr. 3,17 D/ SALL BARBIA ORBIANA AVG R/CONCORDIA AVGG Ciao
    1 punto
  25. Se l'argomento è sempre lo stesso non solo si può, ma si deve riprendere. Così si mantiene il filo del discorso. Molto interessante il fatto delle ribattiture. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  26. Infatti ho specificato che difficilmente troverà qualcuno che li vorrà. Agganciandoci al famoso detto “il brutto ce l’hanno tutti mentre il bello no”. comunque il 100 mila di solito in quelle condizioni SE si riesce a vendere si trova sui 10 euro mentre il 10 mila castagno lo si può trovare sui 5 euro. Ovviamente collezionisti addentrati questi pezzi li prendono SOLO in FDS o giù di lì. Messe tutte insieme in un’asta magari a partire da 1 euro senza aspettarsi niente può stupire e arrivare anche alle cifre sopra dette, ho visto miracoli in passato.
    1 punto
  27. Grazie @Fxx per le immagini... un restauro ben fatto, quasi invisibile... poi la differenza nella lega del tondello e del "tappo" evidenzia sempre una diversa ossidazione/patina come il verde che si vede al diritto ? Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  28. 1 punto
  29. Ho fatto una breve ricerca alla luce di come e' spezzata la legenda di dritto (CONTAN-TIVS), del busto diademato di perle, drappeggiato e corazzato di Costanzo II e dell' ""X on banner". Una ipotesi potrebbe essere questa di Antiochia: Ae3/4 Constance II (nummus-bible-database.com) Ha i tre "dot" che però non vedo bene (forse si vede solo quello sul vertice del labaro), Che ne pensate? Buona giornata da Stilicho
    1 punto
  30. No purtroppo non ce l'ho, ho un buco nei mezzi dollari di quel periodo. Ho ricominciato a collezionare americane dopo un lungo periodo di inattività e vedo che di occasioni a prezzi contenuti, come quelle di qualche anno fa, non se ne trovano più. Anche se qualcosa sono riuscito a scovare... ? he he he, stay tuned.
    1 punto
  31. Buongiorno Alberto, magari sbaglio,ma non potrebbe essere una mancanza di metallo?... ...
    1 punto
  32. Rocco, ti ringrazio per aver contribuito a ricercare Sebeto con gigli invertiti nello spazio Medici. L’esemplare di cui hai mandato la foto evidenzia che ha lo stesso conio della mia piastra e di una di quelle inviate da Gennydbmoney. Le altre due pubblicate da Gennydbmoney hanno, invece, un conio identico fra loro e , evidentemente, diverso da quello delle prime tre. Quindi, le Sebeto apparse fino ad oggi in rete sono complessivamente cinque, tutte del 1736 ( anche quella inviata da te deve sicuramente essere del 1736 ). Ti ringrazio tantissimo ,saluti sentitissimi
    1 punto
  33. I gradi di rarità del Varbanov sono molto diversi di quelli del RIC, da R1: > 1500 esemplari, a R10 (1 o 2 esemplari)
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  34. Ciao Releo, non ho Sebeto in collezione ma spero di poterti aiutare nel censire gli esemplari con i gigli invertiti nella palla dei Medici. Ecco un altro esemplare da una vecchia asta.
    1 punto
  35. La conocchia, a sua volta, resa entro corona d'alloro e abbinata al D/ all'arco e alla faretra, contrassegna lo stesso nominale (diobolo o triemiobolo) forse coevo o leggermente seriore. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b11315496p.r=luynes argentluynes potinluynes billontarente tarente?rk=2253230;0
    1 punto
  36. Intanto vi condivido le mie foto del pezzo che mi ha spinto a puntare sul sestetto Moneta che così non compare spesso Purtroppo è stata pulita, ma gli hairlines non sono così evidenti, vediamo come evolverà la patina @Scudo1901 @piergi00 @simonesrt @ilnumismatico che ne dite?
    1 punto
  37. Si è della zecca di Philadelphia, bella monetina, in base alla conservazione sembrerebbe un buon prezzo, ma riguardo a questo è meglio che aspetti qualche altra info, magari @vathek1984 o @miza . Cinque euro sono tanti per una moneta conforme a questa discussione, vuol dire che un'altra volta ne posti cinque da un euro o dieci da 50 cent Riguardo le immagini dovresti vedere se hai un'opzione di 'ridimensionamento', rispetto il programma che utilizzi naturalmente, e di inviarle sempre in JPEG, con estensione GIF o PNG risulteranno più pesanti. Queste sono da circa 45/50 kb. ma giusto perchè sono state modificate (ruotate, schiarite e scontornate) diversamente avrei potuto arrivare a ridurle anche ad una ventina di kb ciascuna pur rimanendo della stessa grandezza di visualizzazione.
    1 punto
  38. Il divisionale è molto interessante e non solo perché esso si ricollega alle serie cd. degli "Ecisti" (post 450 a.C.) per il diphros (lo "sgabello" sul quale è appunto seduta la figura maschile panneggiata) ma in quanto il tipo unifica tre varianti di uno stesso nominale (diobolo nel caso di partizione ternaria dello statere, triemiobolo in caso di divisione binaria). A quella sopra illustrata si possono infatti aggiungere i tipi diphros/conocchia e diphros/lira, quest'ultima variante di estrema rarità e rappresentata da appena due esemplari (SNG BN 1654 = de Luynes 369 e CNG 436, 2019, 10). LHS Numismatik AG, 435, 2005, 95 (gr. 0,78) CNG 436, 2019, 10 (gr. 0,79)
    1 punto
  39. E il 10 Euro Fontane d'Italia.
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  40. Questo bronzo si riconosce alla grafia particolare della legenda al rovescio. ( la fine ΩΝ di ΚΛΑΥΔΙΟϹƐΛƐΥΚƐΩΝ ad esempio, o la fine di ΜΑΞΙΜΟϹ al dritto) Massimo, figlio di Massimino I, per la zecca di Claudioseleucia di Pisidia RPC VI 5839 https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/5839
    1 punto
  41. Al dritto, Marco Aurelio e Lucio Vero si stringono la mano. Un bronzo di Anazarbo in Cilicia, RPC 3647. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/3647
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  42. Ciao, un bronzo di Pergamo, di datazione incerta, RPC I 2374 D/il Senato R/busto di Roma https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/2374
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  43. Una banconota sottosopra! e non è mica facile trovarle già così! Le condizioni purtroppo la penalizzano, ma essendo unica nel suo genere viene proposta ad un prezzo ridicolo.
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  44. Buongiorno, una cosa che si nota scorrendo gli esemplari postati è che tutti quelli con i gigli invertiti sono NEA, l'esemplare di @Raff82 con gigli normali e NEAP, questo non vuol dire assolutamente che tutti i NEA hanno i gigli invertiti ma che apparentemente compaiono su quel tipo di legenda...sarebbe bello scovare un NEAP con gigli invertiti. Quello che tu chiami rovescio in queste monete è il dritto! Il rovescio è quello con il Sebeto sdraiato! Ancora tornando alla piastra del 49 che ho postato poco sopra, ha la particolarità di avere al dritto, la corona grande e lo stemma piccolo, eccola confrontata con un rovescio normale, la differenza è importante, si tratta di un tipo di dritto diverso!
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  45. Grazie, caro Profausto, per il contributo. Molto interessante anche per questo dettaglio: Il primo dei due capi (quello che ho evidenziato in verde) contiene effettivamente lo stemma di Piacenza. Ma in una versione molto rara e particolare. Perché si tratta dello stemma che la città di Piacenza ebbe da Napoleone Bonaparte. E che fu utilizzato soltanto per una decina d'anni all'inizio del XIX secolo, prima di decadere assieme al suo ideatore. É una versione molto poco conosciuta. Sarebbe interessante sapere perché sia stata "ritrovata" in sede di creazione dello stemma del 2° Reggimento Genio Pontieri, e soprattutto perché la si sia preferita alla versione "storica" e tuttora in uso. Aggiungo poi che il secondo dei due capi (quello in rosso) non è lo stemma di Torino, ma della Regione Piemonte. :good:
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  46. Ti diro', continuo a vedere una V sotto la prima I di IANVA...
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  47. Sempre al D io vedo una C che si incastra nella N... ed allora tornerebbe il discorso (di cui vedo anche io la D ). Peccato però che la legenda è CVNRAD1 e non CVNRADVS... Evidentemente i magistri operarii o monetarii o monerii erano alticci o "distratti" :D
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  48. Per quanto mi pare di vedere sotto la + . I . A . N . V . A . si vede un ...DV, forse addirittura DVS con una S leggermente sdraiata, ma potrei avere benissimo le traveggole. Non tornerebbe tra l'altro con il rovescio...
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