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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/29/22 in tutte le aree

  1. Una notte di qualche mese fa, mentre navigavo in rete alla ricerca di qualche FEL TEMP REPARATIO per la mia collezione, mi sono imbattuto in questa moneta proposta (non in asta) da un venditore professionale: Questa era la descrizione del venditore: Alt! mi sono detto: qualcosa non quadra…. Non proprio…. Da una semplice osservazione, pur con i limiti dell’ora tarda e dello schermo ridotto del mio cellulare, notavo chiaramente che la testa sul dritto era nuda, priva di un diadema o di una corona. Quindi, non poteva trattarsi di Costanzo II, un augusto. Poi il rovescio: una tipologia che nulla aveva a che vedere con una FEL TEMP REPARATIO…. Ma ormai era notte fonda, il sonnifero cominciava finalmente a fare effetto e poche ore dopo la sveglia mi avrebbe riportato alla routine quotidiana. Pertanto, memorizzata la pagina web, rimandavo tutto al giorno dopo. E finalmente mi addormentavo pensando alla moneta. Un po’ come quando la mamma da piccolo mi diceva: se non riesci a dormire, pensa ad una cosa bella! Tornato dal lavoro, tempo di entrare in casa, con somma gioia di mia moglie che voleva fare un giro in centro, mi piazzavo davanti al PC e riguardavo la moneta. Dopo averla grosso modo identificata decidevo di acquistarla considerando il prezzo a mio giudizio non eccessivo di 28.5 euro spese comprese (pur con una conservazione effettivamente non eccelsa) e considerato anche il fatto che, è vero, non era un FTR, ma comunque era un rovescio “costantiniano” che mi mancava. Dopo una quindicina di giorni il corriere suonava alla mia porta. Quando giunge a casa una nuova moneta è sempre una emozione. Tu sai già cosa arriverà, ma quando arriva…. Ho aperto la busta con estrema cautela, quasi avessi paura di farle male. Ho preso la moneta e dopo averla girata e rigirata sul palmo della mia mano sinistra mi sono messo a studiarla per cercare di arrivare ad una corretta classificazione. Ed ecco, quindi, come credo di averla identificata. Peso: 5.04 grammi Diametro max: 22.34 mm AE2 D/: D N CONSTANTIVS IVN NOB C; lettera A dietro la testa di Costanzo Gallo. R/: HOC SIG-NO VICTOR ERIS; III in campo sinistro Esergo: ASIS Dovrebbe essere la RIC VIII Siscia 306, ma il RIC prevede che dopo ASIS ci sia un crescente, che qui, onestamente, non vedo. Esiste anche una variante “not in RIC” con il dot dopo ASIS: Una altra possibilità potrebbe essere la RIC VIII Siscia 312, ma prevede un dot ASIS dot (ancora peggio). Io, onestamente, sulla mia moneta dopo e prima di ASIS (pur guardando con la lente ad ingrandimento) non vedo nulla (anche se la moneta e' un po' deboluccia in quel punto). Ecco, per chiarire meglio, un estratto del RIC: Legenda: H: HOC SIG-NO VICTOR ERIS G8: D N CONSTANTIVS IVN NOB C D1: testa nuda, busto drappeggiato e corazzato Si tratta quindi di una emissione di Siscia per Costanzo Gallo e di un rovescio (per me appassionato di età costantiniana) per niente banale: HOC SIGNO VICTOR ERIS. Per prima cosa, una ripassatina su chi era Costanzo Gallo. Come si può vedere, Costanzo Gallo era figlio di Giulio Costanzo, a sua volta fratellastro di Costantino I, in quanto figlio di suo padre Costanzo Cloro e di Teodora, la sua seconda moglie. Ed era anche cognato dello stesso Costanzo II in quanto Costanzo II aveva sposato una sorella di Costanzo Gallo di cui non si conosce il nome e lo stesso Costanzo Gallo avrebbe poi sposato la sorella di Costanzo II, ovvero Costantina. Uh cavolo! In questa Beautiful mi sto perdendo…poi io già ci capisco poco o niente di parentele… Comunque sia, Costanzo Gallo fu Cesare di Costanzo II dal 15 marzo 351 al 354 d.C. e questo e’ un dato che ha importanza per la nostra discussione. Quanto ai dettagli della sua biografia (per quanto comunque interessanti), vi lascio libertà di cercare in rete in quanto ciò esula un po’ dalla nostra discussione. Ma ora veniamo al rovescio (la parte per me più interessante) in cui e’ rappresentata una animata scena di “incoronazione” in appena 22 millimetri circa di diametro. Un piccolo quadretto, insomma. Vi e’ rappresentato l’imperatore in tenuta militare stante a sinistra, con un labaro con Chi/Rho nella mano destra ed uno scettro nella mano sinistra, rappresentato mentre una Vittoria alata, stante a sinistra, gli pone una corona sul capo mentre regge un ramoscello nella mano sinistra. Questa tipologia di rovescio fu coniata su modulo AE2 dal 350 alla fine 351/inizio 352 nelle zecche di Siscia e Sirmio. Le autorità emittenti furono, oltre a Costanzo Gallo, ovviamente Costanzo II e, in particolare, Vetranio. Ora, di Costanzo Gallo abbiamo detto qualcosa, Costanzo II direi che lo conosciamo…E Vetranio? Facciamo un piccolo passo indietro. Il 18 gennaio del 350 d.C. Magnenzio si ribellò a Costante e lo uccise. In breve tempo estese il suo controllo su gran parte dei territori che erano stati possesso di Costante stabilendo il suo dominio su Britannia, Gallia, Nord Africa ed Italia. Non caddero nelle sue mani solo le diocesi orientali dell’Illyricum, ovvero Dacia e Macedonia dove, tra l’altro, avevano sede le due importanti zecche di Siscia e Tessalonica. In quel tempo Costanzo II era impegnato in Oriente nella guerra contro i Sasanidi e quindi impossibilitato a muoversi prontamente in difesa della legittima autorità imperiale nei territori che erano stati del fratello. Secondo alcune fonti, a quel punto, intervenne Costantina (figlia di Costantino I e quindi sorella di Costanzo II) che chiese a Vetranio (un vecchio generale di Costantino I e comandante proprio delle truppe dell’Illirico dove lei si trovava in quel momento) la sua disponibilità ad assumersi ufficialmente il compito di difendere l’autorità imperiale. Vetranio accettò e, ottenuto il riconoscimento formale di Costanzo II, si fece proclamare augusto. Costanzo avallò quella decisione nella convinzione di trovare così, una volta eliminata la minaccia orientale, un valido alleato nella guerra contro Magnenzio; pertanto, dopo la nomina, fornì a Vetranio il denaro necessario per finanziare la lotta e la difesa delle province ancora non occupate dall’usurpatore, nell’attesa di iniziare una vera campagna di riconquista. Secondo altre fonti, tuttavia, non e’ escluso però che quella fosse in realtà una vera propria rivolta militare promossa dalle truppe dell’Illirico capeggiate proprio da Vetranio, il quale si sarebbe abilmente servito della presenza di parenti di Costanzo II (Costantina, per l’appunto) nella regione dove esercitava il suo comando militare per assicurarsi comunque la benevolenza dell’imperatore legittimo. Vetranio, pur dichiarandosi leale a Costanzo II e pur cercando di essere conciliante con lui, avrebbe poi addirittura tentato di accordarsi con Magnenzio, cosa che indurrebbe a pensare che entrambi facessero conto fin dall’inizio di spartirsi il potere ai danni di Costanzo II e che comunque, dietro alla decisione di Vetranio, ci sia un vero tentativo di usurpazione. E le monete cosa ci dicono? Ho provato, seguendo la traccia proprio del rovescio HOC SIGNO VICTOR ERIS, a cercare di dare una mia interpretazione dei fatti. In un primo momento (siamo nel gennaio del 350, poco dopo l’inizio della rivolta di Magnenzio), le HOC SIGNO VICTOR ERIS furono coniate proprio da Vetranio nella zecca di Siscia sotto il nome di Costanzo II, in segno di deferenza nei suoi confronti. Quindi, le monete furono sì battute da Vetranio, ma presentano sul dritto proprio Costanzo II, con la sua legenda tipica D N CONSTANTIVS P F AVG: Questa e’ una moneta della prima emissione, identificata dalla A nel campo sinistro del dritto e del rovescio: Quelle della seconda emissione, oltre alle A, hanno anche una stella nel campo destro del dritto: Ma perché questo rovescio HOC SIGNO ERIS? La scelta, con questa legenda molto evocativa che tutti conosciamo, non e’ ovviamente casuale. E’ una chiara allusione alla vittoria di Costantino su Massenzio al Ponte Milvio e questa e’, forse, l’unica vera volta che vediamo comparire (in una forma un po’ diversa dal classico “In hoc signo vinces”) la famosa frase che l’imperatore avrebbe visto in sogno prima della battaglia decisiva. Come Costantino I aveva sconfitto il tiranno Massenzio, così Costanzo II avrebbe sconfitto il nuovo tiranno Magnenzio (chiaramente con l’aiuto di Vetranio). E’ esplicitamente una sorta di omaggio di Vetranio a Costantino I (la legenda) ed alla sua discendenza (Costanzo II sul dritto), con il chiaro intento di essere considerato parte integrante della grande famiglia costantiniana. Anzi, forse queste monete si possono leggere come il desiderio di Vetranio di governare in collegialità con Costanzo II, seppure in maniera subordinata. Le monete, quindi, parrebbero far propendere verso l’ipotesi che Vetranio avesse agito nell’interesse di Costanzo II piuttosto che come mero usurpatore. Tuttavia, ad un certo punto, Vetranio avrebbe cominciato a prendere contatti con Magnenzio insieme al quale avrebbe cercato di scendere a patti con Costanzo II richiedendo l’approvazione ed il riconoscimento da parte dell’ augusto “ufficiale” per una spartizione a tre del potere. E’ probabile che quando i suoi rapporti con Costanzo II si incrinarono, Vetranio iniziasse a battere moneta a nome proprio, tipo questa HOC SIGNO VICTOR ERIS, sempre a Siscia: Questa moneta e’ particolare, secondo me. Ora sul dritto non c’e’ Costanzo II, ma lo stesso Vetranio con la barba e la legenda dedicatoria (quindi più evocativa) al dativo che lo identifica comunque come augusto: D N VETRANIO P F AVG . Caratteristica e’ però la testa laureata, non diademata come dovrebbe essere con un augusto. La distinzione tra corona diademata e laureata non e’ sempre facile. Due elementi utili a differenziarle possono essere, nel caso della semplice corona laureata, la mancanza della gemma frontale e la presenza di un nodo prima dei laccioli che la chiudono dietro il collo. Come interpretare questo elemento? Forse ancora come un segno di subordinazione, come una sorta di apertura, una strizzatina d’occhio, come si dice, a Costanzo II. Quasi come se volesse lascarsi una porta aperta, una via di salvezza (come poi, in effetti, avvenne). Mia madre direbbe: teneva due piedi in una scarpa. Del resto, in questo periodo, Vetranio fece coniare nelle zecche sotto il suo controllo monete con la sua effigie sul dritto e con rovesci tipo una VICTORIA AVGVSTORVM che parrebbero andare proprio nello stesso senso (tra l’altro -non casualmente credo- silique): Nello stesso periodo, però, Vetranio fece coniare anche questo solido a Tessalonica, altra zecca che in quegli anni era finita sotto il suo controllo: La moneta e’ interessante da analizzare nella sua complessità (oltre che nella sua bellezza). Qui l’effigie di rovescio e’ la stessa della tipologia HOC SIGNO VICTOR ERIS, ma la legenda cambia, ovvero SALVATOR REI PVBLICAE, con questo strano termine “salvator”. Il mio pensiero e’ che si tratti di un sorta di omaggio in primis a se stesso (ovviamente) nella lotta per il potere, ma anche a Costantino I, lui sì “salvatore” certo dello stato dal tiranno Massenzio, se si ipotizza che in questa fase Vetranio fosse alleato di Magnenzio contro Costanzo II. Verrebbe nuovamente ribadita la sua fedeltà alla dinastia costantiniana, un vero pedigree. Non sembrerebbe più, però, un omaggio a Costanzo II. Anche se, anche in questo caso, si può notare come manchi sempre il diadema, sostituito da una corona laureata. Da rimarcare, in questo senso, anche i rovesci tipo CONCORDIA MILITVM, VIRTVS EXERCITVM (sic!). Io non penso che rappresentino il desiderio di Vetranio di unire le sue forze con quelle di Costanzo II, quanto piuttosto la volontà chiedere ai soldati il loro appoggio a lui nella nuova lotta che si apprestava ad intraprendere, esaltandone le qualità forza d’animo e di fedeltà. Oltre che di mera forza. Ecco, a proposito, una mia recente acquisizione, una CONCORDIA MILITVM: Certo che questo rapporto tra Vetranio e Costanzo mi ricorda quella canzone di Battisti: io vorrei….non vorrei….ma se vuoi. Voi cosa ne pensate? Costanzo II, dopo aver stipulato una pace coi Sasanidi, scese nei Balcani e ad Heraclea si incontrò con gli ambasciatori di Magnenzio e di Vetranio. Magnenzio ribadì la sua posizione di intransigenza (la guerra continuava); invece Vetranio, dopo alcuni tentennamenti, prima che si arrivasse allo scontro armato, si riconciliò con Costanzo II sottomettendosi al suo volere, sperando forse di conservare la porpora e, soprattutto, la vita. Era ormai vecchio e, non avendo mai avuto reali capacità di comando, forse aveva perso le sue ambizioni; o forse questo era ciò che realmente voleva sin dall’inizio, pur con incertezze e tentennamenti. Alla fine, in una pomposa cerimonia ufficiale ad eserciti schierati, Vetranio fu destituito da Costanzo II il 25 dicembre del 350 passando a vita privata in Bitinia fino alla sua morte. Anche questo atteggiamento, per così dire, remissivo di Vetranio mi fa pensare che in realtà lui avesse inizialmente agito proprio in difesa di Costanzo II e non come usurpatore. Trovo invece un po’ strano il comportamento di Costanzo II che, alla fine, concesse a Vetranio di avere salva la vita. Costanzo II, in effetti, non si era mostrato così tenero nella “guerra di successione” che era scoppiata alla morte del padre Costantino I e che probabilmente fu ordita da lui stesso, fino al massacro di tutti i possibili rivali suoi e dei suoi fratelli diretti. Con la deposizione di Vetranio, Costanzo II aveva ancora il grosso problema della usurpazione di Magnenzio. Per fronteggiarla al meglio, pensò di farsi aiutare dal cugino Gallo che il 15 marzo del 351 venne nominato cesare con il nome di Costanzo Gallo, ad indicare il forte legame che li univa (e che sarebbe stato sancito anche da due matrimoni, come detto). Ed ecco una HOC SIGNO VICTOR ERIS coniata da Costanzo II a Siscia dopo la deposizione di Vetranio: Queste monete coniate a Siscia dopo la caduta di Vetranio appartengono alla terza serie, identificata dalla presenza di III nel campo sinistro del rovescio. Per la cronaca, di Costanzo Gallo esiste anche un solido HOC SIGNO VICTOR ERIS coniato a Tessalonica. E’ l’unica moneta con questo rovescio coniata in questa zecca: Ma non e’ finita: Il rovescio HOC SIGNO VICTOR ERIS , come detto, fu inizialmente coniato solo a Siscia. Tuttavia, nell’agosto del 351, la zecca di Siscia finì nelle mani di Magnenzio e da allora il tipo venne coniato nella zecca di Sirmio che fu aperta con le maestranze in fuga da Siscia, come può essere apprezzato dalle affinità stilistiche tra le monete coniate nelle due zecche. Ed ecco due esemplari da Sirmio: il primo per Costanzo II ed il secondo per Costanzo Gallo: L’aspetto, per così dire, iconografico del rovescio HOC SIGNO ERIS, nonostante la moneta sia stata battuta per pochi anni, non si perse nel tempo, almeno per quanto riguarda le effigi. Lo ritroveremo con Arcadio che tra il 395 ed il 401 emise per se stesso e per Onorio bronzi AE3 con la tipologia VIRTVS EXERCITI. La differenza sta nel fatto che l’imperatore ha una lancia anziché un labaro, poggia la mano sinistra su uno scudo anziché tenere uno scettro ed ha la testa girata indietro verso la Vittoria che lo incorona. Ecco un esemplare per Arcadio: Ed una per Onorio: Per approfondire questo ultimo interessante punto (che esula però dalla nostra discissione) vi invito caldamente a leggere questa bella discussione del nostro Poemenius: Molte delle cose che ho scritto le ho tratte dai testi che ho letto. Alcune cose sono una mia interpretazione (in questi casi l’ho segnalato). Ho voluto, più che altro, fornire spunti di riflessione. Naturalmente, sono benvenuti commenti, correzioni, suggerimenti. Fonti: - Il nostro forum - RIC Vol VIII - Wildwinds - Dearn: The coinage of Vetranio (che vi allegherò in calce per approfondimento) - Maraval: I figli di Costantino; 21 Editore Buona serata da Stilicho THE COINAGE OF VETRANIO (Articolo di Dearn).pdf
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  2. Buonasera a tutti. Condivido con voi il risultato del mio convegno di Piacenza. 50 lire Barbetti e 100 lire impero (altissima conservazione, si vedono i rilievi dei numeri di serie) e un 100 mila lire falso con numero di serie inesistente.
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  3. Buonasera a tutta la sezione. La Napoletana che voglio condividere oggi , non si vede tutti i giorni , presente sui Cataloghi e Manuali da pochi anni , manca in molte Collezioni: Ferdinando IV Piastra 1793 Variante gigli invertiti.
    3 punti
  4. Buongiorno a tutti, è arrivato il momento di chiudere la carrellata dei mie esemplari di 9 Cavalli di Filippo IV. 9 Cavalli 16 30 Ora tocca a voi continuare... Saluti Alberto
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  5. Una buona serata a tutti. Apro questo topic per chiedere pareri in merito ad una questione su cui riscontro non pochi punti alquanto oscuri. Ho riunito le pluriennali (e molteplici) discussioni sulla moneta sibarita presenti sul forum cercando di creare un testo organico che possa (spero) offrire una visione complessiva di una delle più importanti zecche dell’Italia meridionale. Auspico che il tutto possa essere inserito a breve nell’apposita sezione (Numismatic Anthology) ideata dagli amministratori. Come ben sapete le discussioni sulla moneta di Sibari si sono notevolmente implementate a seguito dell’edizione del corpus (ad oggi privo di tavole) a firma di E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia: il caso di Sibari, Diogene ed., Pomigliano D’Arco 2013 e svariati sono stati gli interventi che in progresso di tempo hanno estrapolato e analizzato (anche con accenti critici) alcune delle principali problematiche presenti nel volume. C’è tuttavia un punto (in verità più di uno) nella ricostruzione delle emissioni che mi lascia alquanto perplesso. All’interno del catalogo degli esemplari (p. 108 e p. 119) la Spagnoli rileva un incrocio di rovescio (R 202) tra le fasi B e C, deducendone la loro successione. In particolare tale incrocio si verificherebbe tra le coppie di conii 249 (fase B) e 250, 253 (fase C). La coppia di conii 249 (D 157-R 202) è rappresentata nel catalogo da un solo esemplare la cui foto, trattandosi di un vecchio catalogo di vendita (Hirsch 169, 1991, 67,) mi è stata gentilmente fornita da @Brennos2 che ringrazio per la consueta disponibilità. Fase B: D 157 – R 202 1-Hirsch 169, 1991, 67 (= Spagnoli 249.a) Della coppia n. 250 (D 158-R 202) non sono riuscito a reperire foto. I due stateri attestati sono SNG V Ashmolean, senza numero di inventario e Rauch 59, 1997, 20. Per la combinazione n. 253 (D 159-R 202) ho avuto maggior fortuna in quanto gli esemplari sono reperibili con relativa facilità. Dei 6 pezzi catalogati sono riuscito a reperire le foto di 5 ess. (mancherebbe solo lo statere SNG Australia, Gale 732). Fase C : D 159 – R 202 2-CNG, Triton II, 1998, 93 (= Gorini 1975, p. 10, 7 = Spagnoli 253.a) 3-SNG DNM, Fabricius 88 (= Spagnoli 253.b) 4-CNG 419, 2018, 5 (Ex William N. Rudman Coll. ex CNG 60, 2002, 85 ex Auctiones AG 26, 1996, 28 ex Auctiones AG 3, 1973, 102= Spagnoli 253.c) 5-SNG ANS 845 (= Spagnoli 253.e) 6-Ripostiglio di Altamura. IGCH 1923, 94 (=Spagnoli 253.f) (da Guzzetta 1987) Osservando gli esemplari tuttavia noto che: a) le coppie di conii 249 e 253 non mi sembrano battute dallo stesso conio di martello (R 202). b) all’interno della coppa di conii n. 253 i coni di rovescio sono differenti (si vedano ad esempio gli esemplari nn. 2 e 3). E c’è di più. A p. 162 del citato volume si legge “Il R 202 impiegato nelle coppie di coni B 249 e C 250-252 (nika) segna l’aggancio in sequenza dalla fase B a quella C della monetazione”. Tuttavia nel catalogo R 202 non risulta impiegato nelle coppie nn. 251 e 252, battute rispettivamente da R 203 e R 204. Questo stato di incertezza, dovuto ad errori ed imprecisioni, crea non pochi problemi nel seguire il criterio adottato dall’A. nella seriazione delle emissioni, peraltro complicato dall’assenza di tavole fotografiche (attese da quasi un decennio). Qualcuno riesce a venire a capo del problema?
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  6. Ho recentemente acquistato e messo in collezione questo Forte di Amedeo VIII Conte. È una moneta che sinceramente ho visto poco in commercio e infatti mancava come tipologia nella mia collezione.. La conservazione non è ottima, ma la moneta dal vivo è più bella e poi ha la particolarità, non censita, di un errore nella legenda del diritto in cui il nome del Conte invece di essere A MEDEVS è solamente A MEDES. Rovera coi suoi studi attribuisce la produzione di questa tipologia a Giovanni Rezetto di Moncalieri, nella zecca di Chambery, dopo la riforma monetaria del 1405 che ordinava la sostituzione di tutte le monete coniate in precedenza. Mi piace segnalare che lo zecchiere precedente, Umberto Borgo della zecca di Nyon che venne poi appaltata al Rezetto insieme a quella di Chambery, venne processato per falsificazione perché le sue monete venivano spesso rifiutate e considerate come non buone creando problemi di credibilità e di commercio. Borgo venne poi ritenuto colpevole e condannato alla pena capitale che fu eseguita a Chambery nel Marzo del 1405. Non si scherzava in quel tempo con le condanne se portavi un danno alla corona! Questa tipologia di Forte con la A non simmetrica si possono trovare con tre varianti: con la stanghetta superiore diritta, fogliata oppure a cuneo come in questo caso. Diametro 19 mm. Peso 1,14 gr. Ed ora la foto:
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  7. Il regno nella mia collezione comincia a crescere e ad assumere un bel colpo d’occhio nel frattempo ?
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  8. @Orodicarta accontentato caro ?
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  9. peccato vi avrei rivisto con piacere ma il turno di notte mi ha penalizzato...cosi per questo anno il cabernet manchera'....
    2 punti
  10. L'oro ha il suo fascino, è vero. Ma anche gli altri metalli possono averlo. Ad esempio, il bronzo in buona conservazione e con la patina del tempo può essere fonte di eterna soddisfazione. Ti posto qualche esemplare per rendere l'idea:
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  11. Piacenza e un Gazzettino....con gli organizzatori
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  12. Appena uscito. Una bella mattinata di incontri con i vecchi amici, Mario in primis, Loris, Roberto e Simone. E una preda succulenta quanto inattesa che poi condividerò sul Forum. Monete belle e rare latitanti, difficoltà per tutti gli operatori a reperire materiale di qualità. Prezzi mi riferiscono in costante tensione sia nelle aste che nelle trattative private per i FDC rari. Comunque una bella giornata di svago numismatico ?✌️
    2 punti
  13. Buona serata Dopo tanti monetoni ai quali la fisicità certo non manca, con iconografie importanti di Re, Imperatori e Papi, tutti abbigliati con paludamenti importanti o corazzati, mi fa un po' sorridere postare la moneta che segue. In ogni caso va il mio plauso a chi mi ha preceduto per tutte le loro monete che hanno postate e le interessanti informazioni che le hanno accompagnate; in particolare un ringraziamento a @Philippus IX che ha aperto la discussione. Io vi porto a Venezia e precisamente nel periodo nel quale ha "dogato" Nicolò Tron e cioè dal 1471 al 1473. Dopo due tentativi, di fatto frustrati, in occasione dei dogati di Antonio Venier (1382-1400) e Cristoforo Moro (1462-1471), finalmente la Serenissima, acconsente la coniazione di una moneta, nemmeno tanto grande, che riporti l'effige del Doge in carica. E' un evento eccezionale per due motivi: 1) perché è la prima volta che ciò avviene con il consenso del governo (tanto si ricrederà subito dopo morto il Doge); 2) perché questa moneta è la prima Lira fisicamente coniata e così cessa, in primis a Venezia, la Lira moneta di conto. Dalla rete: Asta Bertolami Lira da 20 soldi, in argento, titolo 0,948 – mm. 28-29 – gr. 5,74-6,52 D/:  NICOLAVS  TRONVS  DVX foglia d'edera, busto del doge barbuto volto a sinistra con corno ducale; sotto il busto un ramo con tre foglie d'edera R/: SANCTVS MARCVSleone in soldo che regge il libro con le zampe anteriori, il tutto in una corona legata da nastri Congiuntamente alla Lira, venne disposta l'emissione della 1/2 Lira, che resterà solamente un progetto, stante la dipartita del Doge pochi giorni prima di iniziare la coniazione, nonché la coniazione di un bagattino in rame. Bagattino, in rame, mm. 19-20 – gr. 2,08-2,98 D/:  NICOLAVS  TRON VS  DVX °busto del doge barbuto volto a sinistra con corno ducale in cerchio di perline; R/: °SANCTVS °MA RCVSVleone alato e nimbato, rampante verso sinistra, regge il vessillo crociato con le zampe anteriori Altre tipologie di Bagattino risultano emesse, ma in pochissimi esemplari, e senza che ci siano decreti ad essi relativi, salvo uno che prevede l'invio di bagattini a Verona e Vicenza, ma sembra che l'intenzione sia restata tale. Ho letto dei difetti fisici degli Asburgo, ma anche il nostro Doge Tron non era da meno ... ce lo conferma un suo contemporaneo, il senatore Malipiero, che così ce lo descrive: "de grave natura, grosso, bruto de faza"; (con la barba ispida lasciatasi crescere per lutto, dopo la morte del figlio a Negroponte - Eubea); "avea brutta pronunzia in tanto che parlava spumava pé labbri" . Alla morte del Doge, il Governo della Serenissima ritornò sui suoi passi e si decise che l'immagine del Doge dovesse essere quella abituale, cioè inginocchiato davanti a San Marco, perché: "I signori tiranni si mettono in medalia e non i cavi de repubblica" (I Signori tiranni si mettono in moneta e non i capi di una repubblica) saluti luciano
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  14. In bocca a lupo a tutti e un caro saluto al grande Mario Limido @dabbene nel frattempo: Live da Piacenza 39° Pantheon foto inviatemi dal caro amico il segretario Decio Luigi.
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  15. Ciao a tutti. Annata normale ma buone condizioni.
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  16. È da tanto che, colpevolmente, non aprivo una discussione sul forum ma il mio tempo libero purtroppo/per fortuna è sempre meno e cerco di dividerlo adeguatamente fra le mie passioni ed interessi. Di recente c’è stata un’interessante asta che ha messo all’incanto un’intera collezione che ha creato bagarre fra numerosi collezionisti. Quello che mi ha piacevolmente colpito è stato l’interesse suscitato, oltre quello ovvio alla moneta, verso i cartellini della vecchia collezione. Solitamente quando si compra una moneta il tondello resta “anonimo”, riparte da zero nelle mani del suo nuovo possessore destinando all’oblio chi prima di lui ha curato e coccolato quella moneta, un triste destino per noi collezionisti. Un semplice pezzettino di carta che accompagna la moneta invece ha permesso di non far cadere nel dimenticatoio il precedente possessore, un dovuto rispetto a chi prima di noi ha permesso che la moneta sia finita in mano nostra. Insomma una sorta di immortalità oltre che per il tondello, anche per chi prima di noi lo ha avuto. Una visione forse un po’ troppo romantica e poco legata all’attuale momento storico del collezionismo in cui il pensiero predominante è dettato da due sole parole: “Quanto vale?”, ma permettetemi questa visione forse più adatta ai tempi che furono e nel vedere l’interesse per i cartellini, che spero non sia motivato dal pensiero di un surplus sul valore economico, mi ha fatto comprendere che qualche “vecchio romantico” numismatico ancora c’è e questo è un bene per la Numismatica. Fatta questa doverosa e piacevole premessa passerei a parlare di una moneta ora in mio possesso ma sui cui sono riuscito a ricrearne parte dei suoi passaggi di mano nel tempo. Chi mi conosce sa della mia passione mai sopita per i cavalli. La moneta del popolo per eccellenza ricca di tipologie e di innumerevoli varianti e questo la rende, a mio avviso, il motivo sul perché sia tanto apprezzata dai collezionisti. Ognuno di noi credo possa vantare di avere in collezione un esemplare particolare, raro, o magari non ancora censito. Avendo per scelta ridotto la mia raccolta a pochi esemplari e cercando di studiare a fondo queste poche monete, periodo storico compreso, mi capita sovente di vedere gli stessi esemplari transitare di asta in asta nel tempo a conferma che le monete restano… i collezionisti passano. La ricerca continua di esemplari da censire mi ha portato a scoprire diversi passaggi d’asta di una moneta ora presente nella mia collezione. Una semplice curiosità ma che fa apprezzare ancor di più questo piccolo tondello di rame passato di mano in mano per tanti anni alimentando anche, senza negarlo, un po’ di ego del sottoscritto inorgoglito sapendolo passato in alcune collezioni importanti del passato. La prima notizia su questo cavallo lo troviamo nel “ragionamento” di Giovan Vincenzo Fusco Intorno alle zecche ed alle monete battute nel Reame di Napoli da re Carlo VIII di Francia edito nel 1846 dalle stamperie del Fibreno a Napoli (il Fibreno è un breve corso d’acqua che scorre a pochi metri dalla mia casa natale… segno del destino? ?). Il “ragionamento” del Fusco, illuminante per l’epoca, non è però esente da qualche imprecisione in quanto questo cavallo viene riportato come battuto nella zecca di Capua. Ve lo presento: Da Fusco 1846, Tav. IV, nr. 3 Passano gli anni e si arriva al 1882 dove, per la legge di cui sopra che non ammette deroghe al fatto che le monete restano mentre i collezionisti passano, questo cavallo, assieme alle altre monete della collezione Fusco, viene messo all’incanto. Pur se nel catalogo della collezione la moneta non è riportata tra le poche e sicuramente più meritevoli di figurare nelle tavole, la sappiamo presente perché al lotto 2149 leggiamo la descrizione di 6 cavalli con relativi riferimenti ed uno di essi è riferito proprio al lavoro del Fusco, tav. IV numero 3. Non so chi abbia preso la moneta ma di certo dopo è finita nella collezione Cora perché nel successivo passaggio, cioè la vendita della collezione San Romé del 1924, la ritroviamo al lotto nr. 2343 proprio con l’indicazione del passaggio precedente (collezione Cora nr. 167). Con relativa immagine nelle tavole. Passano gli anni ed ecco che, all’inizio del nuovo millennio, la moneta viene riproposta in un listino di vendita della ditta Baranowsky di Roma. Un sorriso, una stretta di mano e da allora questo cavallo riposa con me. Per concludere questa è una mia storia ma sono certo che molti di voi ne hanno altre da raccontare. Vi invito a farlo in modo da non tagliare quel legame che unisce noi collezionisti di oggi con quelli del passato onorando la loro memoria. D.F.
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  17. Nell'ambito di un mercato frenetico e speculato, sono in previsione di essere battute nella prossima asta "Aurora" di Marzo, molte oselle di Murano già esitate da Pandolfini la scorsa estate. I prezzi mi paiono caricati (ma non li ho guardati con attenzione) e il grading esagerato (confrontando le classificazioni di Pandolfini, anche se queste spesso risultavano imprecise). Chissà come finirà ... per intanto posto la foto di un osella MS65. https://auctions.aurora.sm/en/cat/8/19/italian-coins/4/ P.S. vi sono anche molti zecchini, anche in tal caso con grading assurdi specie guardando le foto che sembrano dire qualcosa di diverso
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  18. A me piace proprio la leggera piega che dà quella naturalezza ad una banconota con circa 80 anni di storia?
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  19. Non sono rimasto tantissimo. Sarà per la prossima volta. A marzo c'è Cerea.
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  20. Un piacere immenso rivederti @dabbene. Speriamo di rivederci presto !
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  21. Medaglia devozionale francescana, bronzo/ottone, con appendici a piolini o globulari a ore 3,6,9, della prima metà del XVII sec.- D/ La Crocefissione di Gesù, in basso ai lati due figure in piedi, a sx Maria a dx S. Giovanni, anepigrafe.- R/ S. Antonio da Padova con la mano dx regge Gesù Bambino e nella mano sx il Giglio. Ciao Borgho
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  22. Medaglia devozionale ovale, bronzo/ottone, del XVIII sec.- D/ La Madonna della Corona che si venera nel Santuario di Monte Baldo, frazione di Spiazzi comune di Ferrara, provincia di Verona.- R/ S. Giovanni Battista che battezza Gesù nel fiume Giordano, le parole significano ( figlio mio diletto). non comune. Ciao Borgho
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  23. DE GREGE EPICURI Molto ben scritto e molto interessante. E' quasi superfluo aggiungere che la scritta "Hoc signo victor eris" è sempre associata all'immagine dell'augusto (o cesare) che regge un labaro col cristogramma ; non mi pare esista la stessa scritta associata al solo grande cristogramma (tipo quelli di Magnenzio, Decenzio o più rari di Costanzo 2°): è prevista insomma la presenza sia del simbolo, che della persona cui il messaggio è rivolto. Interessante anche la scritta SALVATOR REIPUBLICAE sul solido di Vetranio. SALVATOR esiste in latino, accanto al più comune SERVATOR, ma è molto meno usato e prevale soprattutto nel latino tardo e poi in quello ecclesiastico (SALVATOR MUNDI, ecc.) ,da cui poi l'italiano SALVATORE.
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  24. Complimenti per un numero del Gazzettino, pieno di articoli interessanti!
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  25. È stato bello ritrovare e rivedere dal "vivo" amici numismatici. Ringrazio di cuore Mario per la consegna dei Gazzettini. Purtroppo per vicende alterne l'ho perso di vista. Speriamo sia l'inizio di un ritorno alla normalità. Grazie anche a chi ha organizzati convegno.
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  26. Ho già detto quello che penso nella discussione dedicata all'asta. Qui l'obiettivo è chiaramente quello di conquistare il mercato americano, che ama gli slab e soprattutto paga di più. Arka Diligite iustitiam
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  27. L'esemplare illustrato da Gorini e venduto nell'asta NAC 39, 2007, 5, corrisponde al n. 270.a del catalogo della Spagnoli. Benché la legenda VM in esergo costituisca un elemento peculiare della fase B, la studiosa inquadra questo esemplare nell'ultimo tratto della coniazione (fase C : 514-510 a.C.), grosso modo corrispondente all'età di Telys, evidentemente per differenze di tipo stilistico. Per questo, come per altri esemplari, la Spagnoli non annota le corrispondenze con il catalogo di Gorini né tantomeno i precedenti passaggi d'asta (ex Triton sale 1, 1998 [1997], 121 ex Gillette collection) ma riporta solo l'indicazione "Feirstein, I", in riferimento alla collezione di provenienza venduta dalla NAC (The Barry Feirstein Collection of Ancient Coins Part I). NAC 39, 2007, 5 (= Spagnoli 270.a) L'esemplare viene illustrato anche nel volume di F. Barritta, Considerazioni sulla monetazione sibarita, Tricase 2013, tav. XI, 141 che propende invece per una collocazione all'interno della fase B. In tutta sincerità e senza accenti polemici credo che il testo della Spagnoli necessiti, più che delle tavole (e prima di queste), di un'attenta revisione critica del catalogo.
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  28. Le imprecisioni evidenziate @dracma nell' ottimo post 1, appaiono oggettive e come tali venirne a capo immagino non sia cosa semplice . Con l' occasione ho riletto la vecchia discussione ( 2014 ) riproposta con il post 8, che già accennava ad imprecisioni, ad esempio la mancanza di note sulla possibile esistenza di esemplari anepigrafi . Pensando poi alla 'Fase A' di soli esemplari con YM al diritto nel campo in alto sopra al toro, può valere una curiosità conoscere la collocazione dell' esemplare di stile particolarmente arcaico con VM al diritto in esergo, che Gorini 46 anni or sono collocava al numero 1 del suo breve elenco . una buona giornata
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  29. Forse le prove e i progetti del Regno, non moltissimi, ma col senno di poi non credo li avrei venduti. Le immagini... dovrei cercare bene, parliamo di pre-2010. @dux-sabpuò essere una discussione un po’ generalista, che ne dici se la sposto in piazzetta? N.
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  30. Grazie a tutti per le eccellenti argomentazioni e documentazioni, non mi aspettavo un'attenzione così competente e approfondita !!
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  31. Mi parrebbe 22 (7 + 15)
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  32. In base al peso potrebbe trattarsi di Tolomeo VI, 180-145 a. C., AE 30, 27,78 g, SNG Cop-306. Testa diademata di Zeus Ammone a d./Due aquile in piedi a s. su fulmine, ali ripiegate, cornucopia nel campo a s.
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  33. L'altra discussione con la mia moneta era questa: se volete foto migliori della mia moneta devo rifotografarla.
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  34. È Maurizio Tiberio Cartagine, IND è l'indizione che dovrebbe essere la sesta
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  35. Il trolley più famoso del mondo! E' come la borsa di Mary Poppins...:)
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  36. http://www.moneteromane.info/corrisp/c377/c377.html Roma, sesterzio, Giulia Mamea e la Felicitas Publica Saluti. Giulio De Florio
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  37. Il Gazzettino di Quelli del Cordusio n.8 arriva a Piacenza sabato 28 gennaio alle ore 11 circa presso lo stand di Marco Ottolini, Medaglie e Monete, per gli amici del Gruppo ci sarà il dono di una copia fino ad esaurimento scorte. E quindi buon Gazzettino, buon Piacenza e buona numismatica !
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  38. San Diago di Compostela dove si trova? Sarebbe stata preferibile un'emissione congiunta di Spagna e Portogallo, visto che per la prima metà circa, la spedizione fu guidata da Magellano, e la seconda metà, dopo la morte del capitano portoghese, dallo spagnolo: una doppia moneta con entrambi gli esploratori (il busto un pelo più piccolo, per lasciare più spazio) e qualche elemento in più (magari proprio la nave Victoria) sullo sfondo, oltre al mondo stilizzato
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  39. Sì cercherà, nei limiti del possibile, di mantenere lo streaming, visto l'interesse suscitato e i problemi a presenziare. Come ha scritto il presidente verranno date informazioni più dettagliate nei prossimi giorni. Del resto tutti sappiamo quanto è difficile pianificare anche a media scadenza. Quindi, a Dio piacendo ..... tutto filerà liscio , dobbiamo essere ottimisti.☺
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  40. Quelle del 1925 furono delle elezioni "particolari". In primo luogo era la prima volta che il presidente veniva eletto direttamente dal popolo, Ebert nel 1919 fu eletto dal Reichstag. In secondo luogo si venne a creare una forte contrapposizione tra i convinti repubblicani (in particolare socialdemocratici e centristi) e coloro che invece erano nostalgici dell'impero e delle sue tradizioni militari. Fu questa la ragione per cui i nazionalisti si misero alla ricerca di un nome di spicco del vecchio regime da contrapporre al vincitore annunciato delle elezioni presidenziali, il centrista Wilhelm Marx, allora Cancelliere uscente. La scelta più ovvia sarebbe stata il generale Ludendorff, ma questi si era politicamente compromesso appoggiando il famoso Putsch di Monaco, organizzato da Hitler nel 1923, e conclusosi con esiti disastrosi. Pertanto si decise di convergere su quello che era stato il suo diretto superiore durante la I Guerra Mondiale, e che, nonostante la sconfitta subita al termine del conflitto, era considerato un eroe di guerra dalla popolazione: l'anziano Feldmaresciallo Hindenburg. Contrariamente ad ogni previsione, Hindenburg riuscì a prevalere nel ballotaggio con il 48,3 % dei voti contro il 45,3 % raccolto da Marx. Si disse anche che, per la vittoria di Hindenburg, era stato decisivo il mancato ritiro nel secondo turno del candidato di estrema sinistra, Thalmann, che prese il 6,4 % e che avrebbe favorito, indirettamente, il Feldmaresciallo, dividendo i voti dei suoi avversari. Come possiamo vedere dal volantino di propaganda elettorale di Marx, qui riprodotto, l'iper-inflazione anche in queste elezioni presidenziali fu un elemento di grande importanza nel dibattito politico dell'epoca, peraltro Marx, Cancelliere dal 1923, si prendeva il merito di aver migliorato la situazione con l'introduzione del Rentenmark. Non gli portò fortuna..
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  41. La nostra storia inizia nel 1925. La Repubblica di Weimar, sorta sulle ceneri del grande Reich tedesco, attraversava anni di tempesta per la difficile transizione da un impero autocratico ad una repubblica liberale e l'iper-inflazione che flagellava i consumi e la popolazione. Le banconote ed i francobolli dell'epoca vennero emessi in tagli del valore di molti milioni e miliardi di marchi e non valevano ormai neppure la carta su cui erano stampati, le monete metaliche erano invece quasi scomparse dalla circolazione. Per andare a fare la spesa era necessario un carretto ricolmo di banconote, come esemplificato dalle celebri foto del periodo. La situazione aveva raggiunto il culmine di gravità nel 1923, per poi migliorare lentamente a partire dal novembre di quell'anno, grazie all'introduzione del Rentenmark (provvisorio), successivamente sostituito dal nuovo Reichsmark (definitivo) nel 1924. Nel febbraio del 1925 morì improvvisamente (per le conseguenze di una appendicite mal curata) il presidente Ebert, socialdemocratico e primo presidente della nuova repubblica, sin dal 1919. Per tale ragione si dovette procedere con le elezioni, che vennero fissate nella primavera del 1925, per l'elezione del nuovo presidente.
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  42. Ciao e buonasera a tutti, vi scrivo per condividere con voi una piccola raccolta che quasi per caso ho racimolato negli ultimi anni: i famosi denari legionari di Marco Antonio, coniati per pagare le sue legioni durante la guerra civile contro Ottaviano. Io colleziono principalmente fine repubblica e alto impero, e come dicevo questo gruppetto l'ho messo su nel tempo senza uno scopo preciso. I primi due infatti li comprai diversi anni fa, poi uno mi è stato regalato e gli ultimi li ho comprati recentemente a buon prezzo. Sono monete in conservazione medio bassa e molto circolate ma vedo che con un pò di calma si trovano a prezzi decisamente accessibili. Proprio qui vorrei chiederevi un cosiglio: ha senso continuare e finire la collezione? Da una parte mi intriga la cosa, riuscire a riunire le legioni tutte insieme, dall'altra mi sembra forse un pò ripetitiva e futile (dato che letteralmente sono tutte uguali...sembra di collezionare figurine...) Che ne dite? Conoscete qualcuno che le colleziona e le ha raccolte tutte? Comunque In totale le legioni coniate dovrebbero essere 23, per la vostra esperienza ce ne è qualcuna di "introvabile" o sono tutte abbastanza comuni? In allegato vi invio le foto, e il dettaglio della Legio XI, la più bella che ho, con una bella patina iridiscente e solo un paio di contromarche. Monete comunque davvero ricche di storia, che raccontano uno dei momenti più intensi delle guerre civili!! Grazie mille, Andrea
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  43. Tranquillo, solo in inglese sono in italiano non c'è nulla, tranne qualche sporadico articolo sulle riviste di numismatica. Iniziamo con quello che è, dal 1953, il testo di riferimento Paper Money of the United States di Arthur e Ira Freidberg. E' abbastanza costoso, con le spese di spedizione si arriva a 48 dollari, fatte salve le tasse doganali in caso di controllo, ma è il più completo, poiché riporta, oltre alle banconote federali dal 1861, anche capitoli dedicati alle Colonial e Continental Currency (la cartamoneta delle Colonie e della Guerra d'Indipendenza) e alle banconote Confederate. Reperibile anche in Italia, e decisamente meno costoso, il catalogo edito dalla Krause, giunto alla 32a edizione (ma a breve dovrebbe uscire la 33a) Standard Catalog of United States Paper Money E' quello che ho io, edizione 26a, che non dovrebbe comunque discostarsi molto. Copre il periodo dagli anni '60 dell'Ottocento a oggi per quanto riguarda le banconote federali, divise in Large Size, Small Size e National Bank Notes, a ogni tipologia è dedicata un'ampia introduzione, ma poi le informazioni storiche (ma anche tecniche, es. dimensioni e tirature) per ogni singola emissione sono piuttosto carenti. Le banconote sono quotate in vari gradi di conservazione, diversi a seconda della "vecchiaia" delle stesse, e illustrate con belle foto a colori fronte/retro. Seguono capitoli dedicati alle Fractional Currency, ai francobolli usati come succedanei della cartamoneta, alle Treasury Notes pre-Guerra Civile, agli MPC (Military Payment Certificates) e alle emissioni per le Filippine. Chiude il volume una selezione dei più comuni errori nei biglietti. Il catalogo usa come numerazione di riferimento quella del Freidberg (FR seguita da un numero). Senza tener conto delle valutazioni, che come per tutti i cataloghi sono esagerate (parola di collezionisti americani), è un catalogo che mi sento comunque di consigliare, magari come primo approccio, per passare poi a testi più impegnativi (anche dal punto di vista economico). Una valida alternativa è senz'altro costituita dal catalogo Whitman, curato anch'esso da Arthur e Ira Freidberg, del quale è da poco uscita la quarta edizione (non viene aggiornato annualmente) A Guide Book of United States Paper Money Un testo più approfondito (ma anche molto più costoso) è la Whitman Encyclopedia of U.S. Paper Money Infine, segnalo un libro con le 100 Greatest American Currency Notes le 100 più importanti banconote americane, ognuna presentata con grandi e splendide foto a colori, e una storia dettagliata. Indicazioni di prezzo solo generiche, ma si tratta, nella stragrande maggioranza, di banconote che il collezionista medio deve accontentarsi di vedere solo in foto Ti ho messo i link di amazon.com, perché per tutti i libri tranne il primo, cliccando sulla copertina hai la possibilità di leggere alcune pagine, e renderti conto meglio di cosa trattano, ma diversi di essi puoi trovarli anche in Italia. Tutti questi libri trattano delle banconote dalla Guerra Civile a oggi, se sei interessato anche alle banconote degli Stati Confederati (i sudisti), alle emissioni delle banche private antecedenti alla Guerra di Secessione, o alle banconote coloniali, posso segnalarti altri titoli. petronius
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