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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/23/22 in tutte le aree

  1. Ravvivo un pò la sezione... per chi come me colleziona scudi, che sia per tipologia o per anno, il 1831 è forse tra gli anni più 'duri' da completare, oltre al rarissimo scudo di Carlo Felice, per Carlo Alberto nel 1831 sono note ben 5 emissioni diverse Il primo conio (Gigante n. 51 e 52) sia per Genova che per Torino ha la caratteristica di avere al R/ la croce stretta e al D/ il ritratto di Carlo Alberto ha i rilievi della testa più alti, col risultato che in esemplari con bei rilievi i capelli sono spariti, altra caratteristica è la F. sotto al collo Il conio intermedio (Gigante 53a) esiste solo per Genova e possiede la croce larga al R/ mentre al D/ sotto al collo c'è la F. come nel primo conio Il secondo conio (Gigante 53 e 54) possiede invece la croce larga al R/ e Ferraris sotto al collo al D/. Il ritratto al D/ sarà quello poi conservato negli scudi fino al 1834 Quanto a rarità il 1831 è di per se raro, stando ai cataloghi il 1831 Genova, croce larga e F. è dato dal Gigante R4 (R5 per il catalogo Nomisma), si passa poi al Croce stretta per Torino (R3) e a pari merito gli altri tre, tutti R2 Stando alle apparizioni, personalmente inserirei come R3 anche il croce larga per Torino, che non compare frequentemente Inizio con condividere i miei tre pezzi per Genova, Gigante 51, 53a e 53. Lo so... il secondo fa pena (MB secondo Ranieri) ma è introvabile... se capiterà la migliorerò, ed è questo il motivo per cui è ancora nella perizia. L'impresa è ardua, la banca dati del Gigante da appena 3 passaggi dal 2004 a oggi, di cui uno è doppio. La mia non è inclusa in questi passaggi, e sono a conoscenza di una quarta, sempre MB o giù di lì @piergi00 @Gallienus @Liutprand @Scudo1901 @giuseppe ballauri @lorluke a che punto siete con questo millesimo in collezione ?
    7 punti
  2. Buona Domenica amici. Era da un po' che volevo aprire una discussione che trattasse di queste monete, che tra gli argenti del periodo a mio parere sono per iconografia tra le più belle e curiose...mi ricordo quando anni fa comprai il mio primo Gigante, la mi attenzione fu subito catturata da sto tizio che beatamente attende, tra frasche e anfore zampillanti e si abbronza beato, su questa spiaggia partenopea con alle spalle il Vesuvio che "parla" con uno sbuffo diverso in ogni moneta, e per giunta lo fa sul rovescio ...riservato il Sebeto...in fondo era in mutande!! Salvo questa mia presentazione... Il particolare rovescio di queste Piastre saluta l'avvento della dinastia Borbonica dopo due secoli di duro giogo straniero. La legenda "DE SOCIO PRINCEPS" "DA ALLEATO, SOVRANO" ed il Sebeto, con sembianze di divinità fluviale, vuole essere la rappresentazione dell'intero Regno che attende gli avvenimenti futuri. Sono ben note le varianti riguardanti l'alberello e lo sbuffo del Vesuvio, qui oltre a queste si vorrebbe disquisire delle differenze in legenda, punteggiatura compresa, le varianti sullo stemma al dritto, numero di gigli, posizione di questi, dimensioni della corona, taglio etc...queste piastre sono un "fiume" di varianti. Nel titolo si capisce che il discorso è aperto anche ai 60 grana.... Comincio con l'ultima arrivata...presa recentemente in asta Ranieri: Dritto HISP:INFANS.&c CAR:D:G:REX NEA: sotto G:120. Rovescio DE SOCIO PRINCEPS. in esergo De 1736.G: Taglio Sfere e quadrati Per questo millesimo con De 1736.G: e legenda NEA esistono la variante senza punto dopo 120, la variante con gigli invertiti ( @Releo), e delle piccole varianti per quanto riguarda la posizione delle sigle B: e .A. al dritto rispetto alla legenda. Ora le foto del mio esemplare Qui i due punti sulla sigla B non sono allineati con quelli della legenda...si può invece trovare il primo punto della B allineato con i due punti dopo la D, o ancora il secondo punto della B allineato con i due punti dopo la G...vedi lo scarabocchio! Buona continuazione.
    6 punti
  3. Ciao a tutti, complimenti a @Philippus IX per l'idea del thread! Da collezionista di monete papali, mi permetto di "intromettermi" (anche perché lo ha fatto anche @niko) presentando il ritratto di papa Gregorio XIII (1572-1585), al secolo Ugo Boncompagni di Bologna che è senza ombra di dubbio uno dei papi più importanti dell'età moderna soprattutto per quanto riguarda l'attuazione della Riforma cattolica e la riforma apportata al calendario che prende il suo nome. Sotto il suo pontificato infatti venne indetto e festeggiato l'anno giubilare 1575, uno dei giubilei che videro maggiore partecipazione e affluenza di fedeli a Roma. Gregorio XIII, che venne eletto con uno dei conclavi più brevi dell'intera storia del papato (durato meno di tre giorni), è stato anche coinvolto in eventi oscuri e deplorevoli come la celeberrima "notte di San Bartolomeo" compiuta nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572 dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti a Parigi, dove secondo le stime moderne morirono tra 5.000 e 30.000 persone, compresi donne e bambini. Quando Gregorio XIII apprese la notizia del massacro, fece cantare un Te Deum di ringraziamento, coniare una medaglia con la propria effigie per ricordare l'evento e commissionò al pittore Giorgio Vasari una serie di affreschi raffiguranti il massacro, tuttora presenti nella Sala Regia dei Palazzi Vaticani. Sotto il pontificato di Gregorio XIII la riforma cattolica, che fino ad allora era stata condotta sostanzialmente solo in Italia e in Spagna, si sviluppò con rapidità e organicità in tutti i paesi cattolici. Con Gregorio XIII le missioni si svilupparono moltissimo giungendo fino in estremo oriente e molte sue monete lo ricordano. Monumenti insigni sorsero a Roma per suo volere, come ad esempio, nel 1580 il palazzo del Quirinale, nel 1583 (la corte papale vi si trasferì nel 1605 con Papa Paolo V), la Cappella Gregoriana nella Basilica di San Pietro e nel 1584, con il suo appoggio, venne portata a termine la chiesa del Gesù, chiesa madre dei Gesuiti. Trasformò anche alcuni edifici antichi in opere per l'utilità comune; le Terme di Diocleziano, ad esempio, nel 1575 furono riadattate a granaio. Eccolo in due testoni della mia raccolta, moneta che prende questo nome proprio perché rappresentava il ritratto del regnante. Il primo coniato ad Ancona e il secondo a Roma. Michele
    6 punti
  4. Pannuti Riccio 113 Fa riferimento al Bollettino del CNN 1965-66, nr. 42 Con relativa immagine: La moneta viene indicata come appartenente alla Collezione Bovi. Nel catalogo della Collezione Bovi vengono indicati 2 monete da 3 cavalli senza sigle... Fatto il doveroso excursus storico relativo a questa moneta credo si possano fare le dovute ipotesi. Come voi anche io non ho mai avuto modo di vedere questa particolare moneta e, osservando l'immagine riportata dal Bovi, appare evidente vi sia una schiacciatura di conio proprio nel punto in cui dovrebbe trovarsi la sigla. E' lecito quindi supporre che si sia trattato di un errore di lettura della moneta poi tramandato (?). Il punto interrogativo però credo debba restare fino a quando non ci sia la possibilità di poter visionare le monete della Collezione Bovi per poter sciogliere i dubbi in proposito. Ma magari ciò è già stato fatto.
    4 punti
  5. Buongiorno a tutti, @Asclepia grazie per aver aperto una discussione sui Sebeto.... Complimenti per il pezzo veramente molto bello. Partecipo molto volentieri con un sebeto 1734 ex collezione Mirabella, taglio cerchietti e quadratini.
    4 punti
  6. Bel post! Proseguo con la zecca della mia città. Modena - Ercole II d'Este 1534-1559 - 10 soldi o Bianco in argento. Volto del duca volto a destra in abito corazzato. In legenda: hercules II dux mutinae. Rif. Mir 645
    4 punti
  7. Il tema dei ritratti mi è molto caro, continuo a ruota con questo ritratto per Napoli, sempre di Filippo II, che campeggia al D/ di un mezzo ducato “populor securitati”. Filippo II (1554-1598), Re Mezzo ducato s.d., sigle IBR Ag - 14.92g Pennuti-Riccio 5; MIR 160 N.
    4 punti
  8. Buongiorno a tutti! Ormai è passato parecchio tempo da quando ho aperto l'ultima discussione. Probabilmente i tempi sono cambiati e questa non interesserà, però tentare non nuoce. Già da quando ho iniziato a collezionare e soprattutto negli ultimi anni, in cui mi dedico esclusivamente alla zecca di Cagliari, sono rimasto sempre folgorato dalla visione dei busti sulle monete. Ho notato che i ritratti sono la prima cosa che esamino ed in base alla cui conservazione ed integrità il tondello mi piace o meno. Come già saprete molto bene, il busto sulle monete occupava un'importanza non indifferente e soprattutto nel XVI secolo, epoca in cui si sviluppa e si impregna di potere e dominio territoriale. L'immagine del sovrano sui tondelli era probabilmente l'unica immagine che entrava nelle case della maggior parte dei sudditi, soprattutto nei regni vasti, sparsi e decentralizzati, come ad esempio quello di Spagna. Proprio per questo, essendo uno strumento di condivisione, propaganda, informazione e potere, si decise di potenziare alla perfezione la sua espressività ed il suo messaggio severo e minaccioso o indulgente e benevolo. Questa discussione, che non credo sia stata mai proposta in passato, vorrebbe mettere a confronto i più interessanti e ben conservati busti delle nostre collezioni relative al Cinquecento, per analizzare insieme i messaggi che in essi si nascondevano o apparivano chiari ed indiscutibili. Innanzi tutto si potrebbe fare una carrellata di volti con brevi didascalie sul contesto geografico e storico. Dopodiché potremmo passare ad un confronto da volto a volto, facendo un'analisi sui loro connotati più rilevanti. Vorrei richiamare, quindi, se possibile tutte le zecche della penisola. Inizio per primo. Vorrei proporvi il busto di Filippo II di Spagna, il ritratto che probabilmente preferisco di più. Si tratta di Filippo II su un 10 reali maltagliato, I tipo, proveniente dalla zecca di Cagliari, siamo circa alla fine del XVI secolo. Il volto perfettamente conservato appare molto severo con un'aria di austerità ed inflessibilità. Il messaggio che si prefissava di dare in mano alla gente era pregno di timore e forte richiamo all'obbedienza. Attendo, quindi, parecchi volti immacolati e confronti costruttivi. A presto, grazie per l'attenzione!
    3 punti
  9. La frase copiata dal catalogo on-line da @Sesino fa riferimento all'unica opera riportata in bibliografia cioè il Crocicchio-Fusconi (alias @giollo2). Penso quindi che uno dei due studiosi al riguardo più competenti sia già presente nella discussione e penso che lui, con il compianto G.Crocicchio, abbiano ampiamente esplorato i documenti disponibili e quindi che scriva con cognizione di causa. In assenza di ulteriori documentazioni io posso offrire solo delle opinioni. L'ipotesi della frettolosa coniazione d'emergenza con materiale creatore presente in zecca mi sembra però più plausibile dell'ipotesi della rottura della fustellatrice; In zecca infatti dovevano essere presenti più fustellatrici (tutte le tipologie coniate a rulli venivano fustellate) e sostituire un punzone sarebbe stato lavoro di poche ore... e un espediente del genere (il taglio a cesoie), nel corso di una coniazione ufficiale, penso non sarebbe stata tollerata... La pratica del taglio a cesoie deve invece essere stato proprio di particolari periodi e/o momenti e/o pratica comune di particolare personale (vedi i maltagliati di Milano... ma io ho anche due sesini di Modena per Francesco III d'Este tagliati a cesoie... guarda caso compatibili anche come periodo storico). Certo è che anche una coniazione d'emergenza di soli sesini avrebbe soddisfatto esigenze economiche veramente limitate... di certo non la paga dei mercenari coinvolti nell'assedio; di certo difficilmente le spese di mantenimento delle truppe... Per questi pagamenti sarebbero serviti ben altri tagli e altri metalli.... Ma queste sono solo opinioni. Gli unici documenti certi sono le monete tagliate a cesoia... Un saluto Mario
    3 punti
  10. È probabile che uno dei conii creatori fosse difettoso, per cui tutti i conii ottenuti da quello presentano quel difetto. Mi sembra di notare una forte somiglianza fra i raggi delle stelle degli anni 1883, 1884, 1885 e 1886 e poi di nuovo fra quelli del 1890 e 1891. Una spiegazione potrebbe essere che abbiano prodotto diversi conii creatori all'inizio (in fondo il rovescio è sempre lo stesso per tutta la serie dei Marenghi) e che, all'occorrenza, producessero i conii necessari alla produzione impiegando talvolta (senza badarci troppo) il conio creatore che presentava i raggi deformati nel IV settore.
    3 punti
  11. Per ultimi, ma non per ultimi... quartarolo Giovanni Dandolo
    3 punti
  12. Ciao @rickkk grazie per aver stimolato questa interessante discussione. ? Nella mia personale esperienza concordo con quanto scrivi, anche se forse il croce larga Genova è da considerare di pari rarità rispetto la croce larga Torino. Anzi alcuni esperti la giudicano lievemente più rara. ? Io ne ho un esemplare in SPL/SPL+, di meglio non ho trovato. Complessivamente posseggo 4 tipologie su 5 e mi manca il croce stretta Torino, che è a mio avviso giustamente classificata R3. Se poi - come nel mio caso - si cerca un esemplare ben superiore al BB l’impresa diventa davvero complicata. ? Contribuisco al tema mostrandovi il raro 1831 Genova croce larga con la F sotto il collo, che vanta una perizia di qBB e che ebbi la fortuna di prendere in un’asta live degli amici Simone e Roberto senza avere concorrenza, alla base d’asta. Di questa tipologia - di cui sono noti certamente meno di dieci esemplari a quanto mi è stato detto - esiste un solo esemplare conosciuto in superba conservazione (giudicato FDC) esitato prima da Nomisma, asta 40 del 2009, appartenente alla collezione Vitalini è aggiudicato a 21.000 euro più diritti, e poi sempre da Nomisma, asta 47 del 2013, stesso esemplare, a 31.000 euro più diritti. Se dovesse tornare sul mercato con questa unica combinazione qualità/rarità non è azzardato credere che supererebbe i 50-60.000 euro. Buona domenica
    3 punti
  13. Riprendiamo il nostro racconto. A questo punto, dopo l'elezione a Presidente del Reich, la domanda che giustamente vi sarete posti è: chi era Paul Von Hindenburg? Nato nel 1847 a Posen (odierna Polonia) da una famiglia della aristocrazia terriera prussiana, era a tutti gli effetti un Juncker. Fece una lunga ed onorata carriera nell'esercito, servendo anche durante la Guerra Franco Prussiana (1870 - 1871). Promosso generale nel 1903, durante la Prima Guerra Mondiale divenne noto per essere il vincitore di alcune importanti battaglie sul fronte russo, come in particolare la Battaglia di Tannenberg e la Battaglia dei Laghi Masuri. Nel 1916 venne quindi nominato, dal Kaiser Guglielmo II, nuovo Capo di Stato Maggiore dell'esercito germanico, posizione che ricoprì fino alla fine della guerra, conclusasi con la sconfitta degli Imperi Centrali nel novembre del 1918. Alla fine del conflitto Hindenburg decise di lasciare l'esercito e di ritirarsi a vita privata. Nonostante l'esito infausto della Prima Guerra Mondiale egli continuava a godere di un altissimo livello di popolarità. (In questa immagine famosa, vediamo il Kaiser Guglielmo II al centro, durante un Consiglio di Guerra, tra Von Hindemburg a sinistra ed il Generale Ludendorff a destra)
    3 punti
  14. Teodolinda ( 570?-627 ) è sposa dei re dei Longobardi Autari ( ?-590 ) e del successore Agilulfo ( ?- 616 ) : è poi ancora reggente dal 616 al 624 per la minore età del nuovo re, suo figlio Adaloaldo . In zona di Celti Insubri poi romanizzata, la città di Modicia, in epoca ostrogota, diventa una residenza del re Teodorico ( 454?-526 ) che vi costruisce un suo palazzo, del quale nulla è pervenuto . Con l'arrivo dei Longobardi e con la capitale in Milano, nella vicina Modicia ( Monza ) è posta una sede regale, nella quale Teodolinda costruisce un proprio palazzo, in prossimità al quale fa erigere come cappella palatina una chiesa dedicata a San Giovanni Battista : la riedificazione, verso il 1300, per il nuovo Duomo, si sovrapporrà alle antiche opere volute da Teodolinda lasciandone rarissimi resti . Nel 663, l'imperatore di Costantinopoli Costante II ( 641-668 ) sbarca con l'esercito in Puglia con l'obiettivo di riprendere l'Italia ai Longobardi . E' narrazione di Paolo Diacono ( Hist. Lang. V , 6 ) che l'imperatore avrebbe interrogato un eremita in fama di profeta, sulle possibilità di prevalere sui Longobardi : l'eremita avrebbe vaticinato l'invincibilità dei Longobardi poichè protetti da San Giovanni Battista, protezione però vincolata alla 'esistenza' della chiesa a lui dedicata, costruita in Monza da Teodolinda . Dei contendenti di questa poi fallita campagna di riconquista, abbiamo i solidi in oro di Costante II e i rarissimi tremissi in oro attribuiti al re dei Longobardi Grimoaldo ( regno 662-671 ) che sconfisse i Bizantini .
    2 punti
  15. Ciao Stilicho, questo rovescio assieme al busto a destra (rarissimo per i bronzi di Procopio) è conosciuto per l’officina A della zecca di Nicomedia, (RIC 0) https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-88180.htm https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-10354.htm La lettura SMN è sicuramente giusta, e hai ragione, è una NOT IN RIC per la terza officina.
    2 punti
  16. Nel rispetto delle opinioni di tutti, provo a spiegarmi meglio. La Banca è fino a prova contraria una azienda privata e se fallisce, come in questo caso, i suoi beni vanno venduti per risarcire i creditori che hanno tutto il diritto di riavere il più possibile di quanto gli è stato portato via in maniera fraudolenta. Ovviamente i primi beni che vanno aggrediti sono quelli degli amministratori che hanno portato la banca in questa situazione. La vendita invece per i beni non unici o presenti in molteplici esemplari nei musei va nella direzione di migliorare la fruizione dei beni stessi che spesso sono poco alla portata del pubblico con poco personale a disposizione e location a volte inidonee. Non penso che i musei abbiano molti esemplari di quadri di Caravaggio o Tintoretto anche perché di quadri ripetitivi non ce ne sono. Concludo osservando che la vendita da parte dei musei p enti pubblici stranieri di esemplari poco importanti per il patrimonio nazionale è una modalità diffusa e non penso che abbia mai portato al depauperamento del patrimonio pubblico.
    2 punti
  17. Accettabilissima in collezione, considerando quanto infrequentemente compare Posto anche la mia, presa tempo fa da un commerciante francese, che ricorderò forse per la più lunga trattativa ma alla fine l'ho presa a un prezzo secondo me giusto
    2 punti
  18. Prima dose di un tossico ? Che la scimmia sia con te , che ne dici di cercare le altre e fare qualcosa di simile ?
    2 punti
  19. Per controbilanciare gli imponenti ritratti di Filippo II e i suoi piani egemonici, mi permetto di uscire dai confini nazionali e contribuire con un modesto schilling di Elisabetta I...
    2 punti
  20. Tanto per fare chiarezza e separare il grano dal loglio... Gli elmi dei "Vichinghi" erano sardi? (commento s…: https://youtu.be/CjBiu57WQtA Buon esempio del fare scienza chiaramente e senza orpelli.
    2 punti
  21. Senza approfondire troppo la figura di Filippo II, traggo da Wikipedia: “Filippo II fu il più potente monarca europeo in un'epoca di conflitti e guerre religiose, l'unico dotato di risorse tali da poter mantenere un notevole esercito professionale e, anche alla luce di ciò, la sua figura è divenuta un controverso argomento storico. Infatti, come fanno notare alcuni studiosi, anche prima della sua morte i suoi sostenitori avevano cominciato a tessere un'immagine del re gentiluomo, ricco di virtù e animato da una sincera pietà cristiana, quanto i nemici lo avevano dipinto come un mostro fanatico e dispotico.” Passando oltre, bellissimo ritratto di Ercole II (così come il R/... visto su altri lidi ?), i rilievi bassi, appena accennati, ricordano forse mi ricordano i conî di Cellini per il mezzo giulio toscano. Su @gallo83 raccontaci qualcosa di questo Duca. comunque bella discussione @Philippus IX, magari se ne potrebbero aprire altre per i secoli successivi prossimamente... per ora continuiamo con il ‘500. Detto questo, giusto per rimanere in Emilia, in attesa di altri contributi... Paolo III (1534-1549), papa Bianco Ag - 5.49g MIR 905/1 N.
    2 punti
  22. Concordo con il parere espresso da @simonesrt. Quest'asta mi ricorda per alcuni aspetti quella tenutasi a fine ottobre 2019 da Pandolfini, in cui vennero esitate le opere d'arte della collezione Calisto Tanzi. Si trattava di 55 opere d'arte uniche, in cui spiccavano i più grandi artisti del XIX e XX secolo (Monet, Picasso e Van Gogh solo per citarne alcuni). Le opere vennero vendute singolarmente e ottennero un ottimo risultato (oltre 10 milioni di euro). Ovviamente si tratta di una parte infinitesimale rispetto ai miliardi spariti col crac Parmalat ma almeno si è cercato di valorizzare il più possibile quello che si aveva tra le mani. https://www.pandolfini.it/it/asta-0315/tesori-riemersi--impressionisti-e-capolavori-.asp?pag=1&pViewCat=#catalogue https://www.ilsole24ore.com/art/asta-tanzi-oltre-125-milioni-soddisfare-creditori-ACAGxLv In questo caso, invece, vedo un enorme potenziale (tra quadri e monete) che non verrà sfruttato. Oltre a condensare l'intera collezione di oselle e zecchini in un singolo lotto, questa sarà vincolata a rimanere esattamente dove si trova oggi. Personalmente, la reputo una beffa sia per l'eventuale aggiudicatario sia per i numerosi creditori truffati... Sarò forse pazzo ma, a queste condizioni, temo che la già risicatissima platea di potenziali acquirenti (multimilionari) sarà ancora più scarsa. Ditemi voi se un ricco investitore straniero può essere allettato dalla prospettiva di dover spendere fior di quattrini senza praticamente aver nessun potere su ciò che si aggiudica. Alla fine, stiamo parlando di questo, dato che sia i quadri che le monete saranno vincolati a rimanere dove si trovano e ad essere accessibili al pubblico... Questo a meno che, per vie legali, tale obbligo non decada ma sappiamo tutti quanto sia lenta e complessa la giustizia italiana, specie in questioni del genere. L'unica speranza è che si faccia avanti un qualche filantropo a cui non interessi il possesso di questi oggetti e che praticamente faccia un dono alla collettività.
    2 punti
  23. Considerando il fatto che si conoscono sesini di questo tipo anche per Francesco Farnese, Antonio Farnese e Maria Teresa si potrebbero ipotizzare emissioni di tipo “ossidionale” nei turbolenti anni 1745-1746 (quando Piacenza si trovò più volte assediata dalle diverse armate in conflitto) realizzate utilizzando anche vecchi conii cilindrici dei precedenti regnanti. Un esemplare Carlo Emanuele è presente anche nell'ex collezione Reale.
    2 punti
  24. Buongiorno @rickkk e buona domenica. Ti ringrazio vivamente per la citazione ma temo che, in questo caso, tu abbia sopravvalutato le mie capacità... Purtroppo, non colleziono (né ho mai avuto in collezione) monete di Carlo Alberto. Devo ammettere, inoltre, che le mie conoscenze su questo regnante e sulla sua monetazione sono davvero rudimentali. Perciò, non posso far altro che leggere ed ampliare quel poco che so in merito. Venendo agli esemplari mostrati, certamente quello periziato da Ranieri è un gradino sotto agli altri due per stato di conservazione. Tuttavia, concordo con il parere espresso da @ZuoloNomisma. Dalle tue parole comprendo l'estrema difficoltà nel reperire un esemplare di questa tipologia. Dunque, considerando che il tuo obiettivo è completare l'intera serie di scudi, ritengo che tu abbia fatto più che bene a cogliere l'occasione di accaparrarti questa moneta. Purtroppo, praticamente in qualunque monetazione ci sono le cosiddette "bestie nere", ovvero quei pezzi che sono pressoché introvabili e in cui bisogna sapersi accontentare anche di conservazioni basse. Io sono ancora agli albori delle mia collezione di napoleoniche e, quindi, ho una scelta talmente ampia che per ora mi sto concentrando solo sulle alte conservazioni. Ovviamente, col passare degli anni, gli esemplari "facili" progressivamente finiranno e, a quel punto, toccherà anche a me fare i conti con i pezzi più ostici...
    2 punti
  25. Un bel "triplete". Complimenti, gli scudi sono sempre monete di grande fascino. In merito alla conservazione di quello preso da Ranieri, credo che tu abbia fatto benissimo a prenderlo. La tua é una collezione sistematica, per data e per zecca e non solo tipologica. In questo senso la completezza é elemento distintivo e caratterizzante che valorizza non solo il pezzo in se, ma la collezione nel suo insieme. Meglio un MB che completi la serie che il buco vuoto. Michele
    2 punti
  26. Esco un po' dalla discussione in merito alla completezza o meno della collezione, per spostare l'attenzione sul fatto che viene venduta per fare in modi che i creditori abbiano la possibilità di rientrare almeno in parte di quanto loro dovuto. Se questa è la motivazione, ha senso venderle in questo modo? Cioè a blocchi e oltretutto vincolati? Bene che vada realizzeranno un quinto o un decimo del loro reale valore di mercato. Appurato che la collezione in questione, seppur di notevole livello, non è un unicum a livello nazionale, ne ci sono probabilmente esemplari unici, non capisco perchè non si possa vendere come avviene solitamente. Capisco in generale la tutela di pezzi unici in ogni settore, ma non è questo il caso e visto che il buco della banca è di notevoli dimensioni, agendo in questo modo si va ad ulteriormente a ridurre le possibilità che i creditori hanno di vedersi risarciti.
    2 punti
  27. @Layer1986, condivido il mio esemplare del 1637 con simbolo del coniatore G , Date le cattive condizioni mi era difficile classificarlo per bene, Grazie a te ora lo posso fare.
    2 punti
  28. A Napoli in questo periodo la tosatura era la regola più che l'eccezione. Spesso viene accusata la popolazione povera come responsabile di questo triste fenomeno. Io invece sono dell'idea che chi tosava fosse il ricco, insospettabile, che maneggiava una gran quantità di monete.
    2 punti
  29. Luciano la collezione del Correr e’ mooolto piu’ vasta e completa di quella della Pop. Vicenza ci vorrebbe solo un bel catalogo dedicato ?
    2 punti
  30. AVEVA VOCE D'AVER TRADITA TE DE LE CASTELLA Buona notte da Stilicho
    2 punti
  31. Come già correttamente indicato non si tratta di monete tosate ma di tarì aurei che circolavano ad pondum, cioè a peso. La loro stessa coniazione non aveva un peso regolare ed in occasione di scambi venivano tagliati in base al peso necessario per effettuare la transazione. Un sistema sicuramente poco pratico soprattutto se si considerano gli scambi con l'estero. Ovviamente tale metodo era destinato a terminare e fu il preludio alla nascita di nuove monete che venissero scambiate non più a peso ma a numero. Sotto Federico II nasce l'augustale e con Carlo I d'Angiò il reale poi sostituito, con la riforma del 1278, dal carlino d'oro. All'occhio critico del collezionista effettivamente una moneta così ridotta può sembrare "una rovina per la numismatica" ma a me piace considerarle una sorta di documentazione storica che testimonia un periodo ed un metodo di pagamento che oggi può sembrare assurdo. Complimenti per i pezzi!
    2 punti
  32. Il libro della BPV "il dono dei Dogi" è un'opera da avere, si reperisce ancora con facilità e non costa molto, credo su 20 / 30 €
    2 punti
  33. A suo tempo avevo cercato di uniformare in una tabella le classificazioni di conservazione fornite da alcune società di grading americane (PCGS, PMG e CG&A) con le relative caratteristiche apparenti. La ripropongo: GRADO DESCRIZIONE UNC aU XF VF F VG G aG Fair Poor 70 Il grado più alto: nessun segno di manipolazione, angoli perfettamente appuntiti, centratura perfetta, colori brillanti. N e s s u n a p i e g a n e l d i s e g n o 1 o 2 p i e g h e l e g g e r e 3 p i e g h e l e g g e r e N i e n t e s t r a p p i C r o c c a n t e z z a d e l l a c a r t a I n t e g r i t à d e i m a r g i n i I n t e g r i t à d e l d i s e g n o 69 Qualità come il grado 70 ma con centratura e/o angoli impercettibilmente imperfetti e/o carta leggermente increspata. 68 Centratura e/o angoli con imperfezioni minimamente visibili, può presentare una piccola increspatura della carta dovuta al conteggio meccanico. 67 Può avere qualche segno minimo di manipolazione (un angolo incurvato, piccola increspatura da conteggio meccanico ecc...), pur restando virtualmente non circolata e ben centrata. 66 Segni leggermente visibili di manipolazione o centratura non perfetta o angoli non perfettamente appuntiti. 65 Qualche minore imperfezione (leggere increspature della carta, angoli leggermente arrotondati ecc.), centratura ancora sopra la media. 64-EPQ Centratura imperfetta o 1 segno di pinzatura, la banconota non è trattata (non pressata, rigoffrata ecc...). 64 Buona centratura, può avere 1 segno di pinzatura, nessuna piega nel disegno. 63-EPQ Uno o due margini sono stretti ma la banconota non è trattata (non pressata, rigoffrata ecc...). 63 Può avere un paio di difetti (centratura imperfetta, trattamento tipo pressatura, rigoffratura ecc..., 1 o 2 segni di pinzatura), nessuna piega nel disegno. 62 Margini stretti e/o angoli piegati (non nel disegno) e/o segni di manipolazione. 61 Margini che toccano il disegno, segni di conteggio meccanico o manuale, macchie, segni di pinzatura e/o altri difetti. 60 Nessuna piega nel disegno ma difetti visibili quali macchie, scolorimento, centratura scadente ecc... 58-EPQ 1 piega centrale leggera (che non “rompe” la superficie della carta) o più pieghe leggere agli angoli, perfetta per il resto, non trattata. 58 1 piega centrale leggera o più pieghe agli angoli. 55-EPQ Max 2 pieghe verticali leggere, non trattata. 55 Max 2 pieghe verticali leggere. 53 Max 2 pieghe verticali leggere o 1 piega orizzontale pesante. 50 2 pieghe verticali leggere o piega a croce, manipolazione evidente. 45-EPQ 3 pieghe verticali leggere. 45 3 pieghe verticali leggere. 40 3 pieghe una delle quali orizzontale, poco manipolata. 35 4 o 5 pieghe leggere ma aspetto come XF. 30 Varie pieghe, leggermente sporca ma carta ancora croccante. 25 Varie pieghe e un po' sporca ma carta ancora croccante. 20 Varie pieghe e piuttosto sporca, senza strappi. 15 Come una VF ma con troppe pieghe o troppi segni di manipolazione. 12 Molte pieghe, molti segni di manipolazione, segni di pinzatura, piccoli strappi ai margini, carta ancora consistente. 10 Banconota molto sporca e circolata, con molti difetti minori ma nessuna porzione mancante. 8 Banconota molto sporca e circolata, con molti difetti minori, un angolo può essere rotto. 6 Banconota pesantemente circolata, sporca, carta floscia, margini con strappi plurimi e/o 1 mancanza minore (non entra nel disegno), buco centrale. 4 Banconota pesantemente circolata, sporca, carta floscia, margini con strappi plurimi, mancanze minori ai bordi. 3 Come il grado 4 ma con maggiore consunzione generale, disegno ancora integro. 2 Banconota con ogni genere di difetti ma ancora in un pezzo unico, sebbene mancante di porzioni importanti. 1 Banconota con ogni genere di difetti e incompleta. Come si vede, da 60 in giù cominciano ad esserci pieghe che non possono rientrare in un Fds o qFdS, ma che in USA rientrano comunque nel grado aUNC. N.B. La schematizzazione potrebbe non essere perfettamente aderente agli standard di ciascuna società perché ho cercato di fondere in maniera organica le indicazioni, non sempre uniformi, che ho trovato nei rispettivi siti web delle 3 società prese in considerazione: http://www.cganotes.com/index.php https://www.pcgs.com/banknote https://www.pmgnotes.com/
    2 punti
  34. Lorenzo Tiepolo (recente acquisto da Artemide 57)
    2 punti
  35. Rosso per l'oro blu per l'argento. saluti TIBERIVS
    2 punti
  36. Propongo il mio modesto contributo a questa straordinaria carrellata di nummi napoletani con il mio Sebeto 1735 che aveva già condiviso tempo fa ma al quale ho tolto la plastica per riprenderla meglio in immagini e per farla via via patinare. I graffi di conio al D ci sono ma non inficiano così tanto la qualità generale di lustro e rilievi. Buon weekend! ✌?
    2 punti
  37. @Vietmimin Grazie, penso davvero che alla fine questa sia la strada giusta. @Ade73 Grazie anche a te. In effetti, poteva ricordare anche Costantinopoli, ma come hai visto, ci vorrebbe una lettera in più in esergo. E poi, come ho già detto su, la seconda lettera mi pare una M in quanto in alto e' aperta (cosa che non sarebbe con la O) e questo l'ho notato meglio a moneta in mano. Sono contento di questo acquisto che mi e' servito anche per studiare un po' e per confrontarmi con voi: e' sempre appassionante. Buona serata ad entrambi da Stilicho
    1 punto
  38. Sono ragionevolmente sicuro che è stato rimandato, forse a marzo. Cerco di informarmi saluti
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  39. Comprendo il tuo discorso ed in parte lo posso anche condividere ma qui non stiamo parlando di beni appartenenti allo Stato italiano ma di oggetti (dal grande valore storico ed economico, questo non lo metto in dubbio) di proprietà di un istituto di credito fallito, ovvero la Banca Popolare di Vicenza. L'obiettivo di questa vendita dovrebbe essere quello di ottenere un po' liquidità, tale da tamponare un minimo i soldi persi da ex-correntisti e persone che magari hanno visto andare in fumo i risparmi di un'intera vita. Se questo è lo scopo, e trattandosi di un'asta giudiziaria mi pare proprio che lo sia, la formula scelta per la vendita non valorizza minimamente il potenziale valore che potrebbe avere questo patrimonio... Mettiamoci, dunque, un attimo nei panni di chi aspetta da anni di avere qualcosa indietro, anche solo un minimo di tutti quei soldi persi. Vedendo una modalità di vendita del genere, personalmente, mi sentirei preso in giro. Tra gli oggetti vi sono poi opere o esemplari particolarmente rilevanti dal punto di vista artistico-culturale? Lo Stato può e, anzi, ha il dovere di esercitare il diritto di prelazione o, quantomeno, impedire l'esportazione di questi pezzi.
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  40. 1 punto
  41. Le foto del 12 Carlini dell'asta Varesi, Noterete confrontandolo, che è lo stesso esemplare Mantegazza.
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  42. Non condivido molto .. con tale discorso, in casi di ulteriori altre difficoltà, dovremo vendere allora anche le altre collezioni che non costituiscono "unicum a livello nazionale"; ci sarebbe un altro modo invece di vederle a pezzi con la dispersione di un patrimonio che dovrebbe essere di proprietà collettiva (leggi museo oppure la collezione della Fondazione Claudio Faina, gestita anche da privati, o il tesoretto di Gravisca o le monete di Telamone etc etc) ossia quella di rivalersi su chi negli anni ha amministrato e gestito male (leggasi patrimonio personale e MBO, management by objectives che sicuramente saranno stati elargiti in maniera molto generosa ai membri del top managment) .. oltretutto questa soluzione potrebbe costituire un pericoloso precedente: oggi le monete... domani magari un Caravaggio, un Tiziano, un Tiepolo ? Qualche quadro dell'ottocento o del settecento (ne abbiamo a dozzinali, non importanti) ... Un altro modo che mi viene in mente è il diritto di prelazione dello stato, non per il valore in se, ma per interesse collettivo (visto che va di moda questa locuzione), ma lo sappiamo i nostri politici sono troppo lontani dal capire che con la cultura si mangia (anzi meglio venderla a pezzi, una generazione che cresce senza cultura e senza possibilità di vedere monete o quadri o altro è meglio.. non crea problemi e si controlla meglio ).. La mia passione numismatica l'ho costruita andando nei musei, nelle fondazioni a vedere quelle raccolte di monete, anche dozzinali e non uniche Ovviamente è un mio parere personale ... saluti
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  43. Ed infine i miei 2 Zorzi... Da notare 1 con VNCE e l'altro con VNEC
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  44. Offro modesto contributo a questa interessante discussione - anche se sconfiniamo nel 600 - con un ritratto di uno dei regnanti più disgraziati e bistrattati della storia, il povero Carlo II di Spagna, morto a soli cinque giorni dal compimento del 39mo compleanno il giorno di Ognissanti dell’anno 1700. Colpito da mille malattie fu soprannominato “lo Stregato”. Durante la dominazione spagnola di Milano ecco un Filippo 1676 in sontuosa conservazione dove il D rende omaggio allo sfortunato sovrano, nato da consanguinei, con i soliti lunghi capelli e dove si intuisce appena il famoso mento degli Asburgo, appuntito e prominente, conseguenza di una mascella deformata.
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  45. In effetti il viso del Caravaggio ha i colori tipici di un falso del II° tipo, anche la vernice luminescente della scritta 100 000 sembra statica, e la calcografia della 'buona ventura' piatta, ma le foto sono pessime, tra l'altro, per colpa di quelle ombre, non sono riuscito a ricavare con programma di grafica la filigrana, giocando un pò con i mezzitoni ed i contrasti solitamente ci riesco.
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  46. Complimenti! Ho recentemente preso il 1831 Torino croce stretta in un lotto, passato quasi inosservato. Lascio la curiosità in attesa che arrivi, intanto non posto le foto del catalogo d'asta perché secondo me sono misleading, vediamo cosa arriva Stando all'archivio su Sixbid se cerchi anche solo un BB l'attesa temo sarà quasi infinita, il più bello di cui ho traccia è passato sempre da Nomisma nella Vitalini, adesso farebbe ben altra somma Anche il 1831 Torino croce larga già in BB è una impresa trovarlo, il tuo com'è ?
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  47. Aggiungo gli argenti vicereali tosati della mia collezione.
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  48. Non sapevo dove aprire la discussione, ho postato il link così continuiamo il thread solo al link postato
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  49. Ti ringrazio per avermi citato, inserisco volentieri in questa interessante discussione una banconota a rappresentanza di quel periodo storico, una monoface dell'agosto del 1923. Un piccolo nominale da cento milioni di marchi, lo definisco "piccolo" perchè solamente un paio di mesi dopo (ott. nov. 1923) saranno emesse banconote da milioni di miliardi ed anche oltre. Banconota dell'aprile del 1923 da 10.000 marchi equivalenti a circa un quarto di dollaro US del tempo, l'inflazione era già in corsa da qualche mese ma non ancora all'apice. I primi di ottobre del '23 ci vorranno circa 100 miliardi di marchi per la stessa equivalenza, e via via sempre di più.
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