Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/14/21 in tutte le aree
-
Salve @Signifer-X, Tosta questa! È un frammento di un Tallero del Principato Elettorale di Sassonia, coniato a nome del principe elettore Cristiano II (1583–1611) e raffigurante anche i suoi fratelli Giovanni Giorgio I e Augusto. È quindi databile tra il 1604 e il 1611 (dal frammento è purtroppo impossibile capire l'anno preciso). https://en.numista.com/catalogue/pieces47147.html D/ Busto corazzato di Cristiano II con spada. Ai lati il millesimo. Intorno CHRISTIAN : II : D : G : // S : R • IMP • ARCHIM : EL • R/ Busti affrontati di Giovanni Giorgio I e Augusto. Intorno IOHAN : GEORG : ET AVGVST • FR • ET DV • S HR Ho evidenziato in rosso le parti della legenda e i disegni visibili nel frammento in questione: saluti Magus10 punti
-
Buonasera a tutti, vi mostro uno dei miei Tornesi con Cornucopia di Filippo II Con Fichu Magliocca 111 Scusate per le foto non eccezionali. Saluti Alberto5 punti
-
Nell'universo sconfinato e costellato di R4 e R5 di tornesi battuti sotto il regno di Filippo II, è capitato di vedere (catalogato magliocca 94, lo stesso riportato in foto) questo tornese 1573 con legenda "completamente" diversa al resto dell'universo sconfinato eccetera eccetera. Al di là di facile ilarità, che potrebbe non piacere a tutti, non riesco a trovare un altro esemplare con la medesima legenda del rovescio, che i più attenti potranno vedere diversa dal resto dei tornesi: PUBLICAE COMM[O]DITATI Con i termini disposti in maniera opposta dal solito e riportante un aggettivo in consecutio con il termine commoditati e non un avverbio per chi è studiato con il latino. Ci manca una O ma non è quello il problema Forse, FORSE, è passato inosservato finora, ma ci sta la differenza è minima, nonostante sia sostanziale, e secondo me oltre che inedita pure un po' più rara del suo R2 affibbiatogli.4 punti
-
Buonasera. Difficile sbilanciarsi tra l'altro senza dati fisici. Se proprio dovessi farlo dire che è autentico con usure sui rilievi e spatinato. Lo stile sembra buono. Buona sera Illyricum ?3 punti
-
Non sapevo, grazie dell'informazione. Ammetto di essere onorato quanto stupito, certo che in notafilia si dà credito proprio a tutti... ? Mostro due biglietti stampati dalla American Bank Note Company nel 1873 per il Banco de la Compañia General del Perù e riesumati 8 anni dopo dalla Repubblica del Perù per far fronte alle urgenze economiche imposte dallo scoppio della Guerra del salnitro o Guerra del Pacifico tra il Cile e l'alleanza di Bolivia e Peru. Il 14 febbraio 1879, le truppe cilene avevano occupato Antofagasta in difesa delle miniere di salnitro date in concessione dal governo boliviano alla Compañia de Salitres y Ferrocarril de Antofagasta e sequestrate dal governo boliviano. Il pomo della discordia era una tassa di 10 centesimi per quintale di merce esportata, che il Cile non intendeva pagare. In conseguenza dell'occupazione militare, il 1 marzo la Bolivia dichiarò guerra al Cile e il Cile fece altrettanto il 5 aprile. Il decreto 1 settembre 1881 autorizzava l'utilizzo dei biglietti della Compañia General, che non erano mai stati emessi, sovrastampandoli come Billetes Provisionales (biglietti provvisori) con la nuova denominazione in Reales de Inca. L'unità monetaria dell'"Inca" fu creata dal Presidente della Repubblica peruviano Nicolàs de Piérola per finanziare la campagna in appoggio all'alleato boliviano ed era suddiviso in 100 Centavos de Inca ovvero 10 Reales de Inca. Le banconote da 1 Sol furono ridenominate in 1 Real de Inca, quelle da 5 Soles in 5 Reales de Inca mentre quelle da 100 Soles furono ridenominate in 100 Centavos de Inca (= 10 Reales de Inca). Il valore complessivo dell'emissione di biglietti provvisori era di 5.000.000 di Inca convertibili in oro e garantiti da un deposito presso il Banco de Londres, México y Sudamérica, che assommava però a soli 3.601.516 di Inca. Al fronte mostrano il ritratto del colonnello José Gabriel Gálvez Egúsquiza, eroe nazionale della guerra d'indipendenza contro la Spagna dentro cornice circolare e una locomotiva a vapore. Il biglietto da 1 Real mostra anche una veduta di un porto con veliero in navigazione mentre quello da 5 mostra una coppia di gauchos a cavallo. Al retro, una locomotiva a vapore e, per il biglietto da 5, anche un gaucho con guanaco a sinistra.3 punti
-
@lucalup il simbolo è Uberto Albizi 1320, la tua classificazione è corretta, denaro o picciolo I serie Saluti Marfir3 punti
-
Facendo la doverosa premessa che, pur essendo nato come appassionato di numismatica grazie ad un 5 centesimi 1940 di VEIII, ho smesso ormai da tempo a seguire le monete del Regno seguendo l'evoluzione della mia passione che mi ha guidato per altre strade. Oggi però, cercando altro, mi sono imbattuto in una rivista dal titolo La lettura, rivista mensile del Corriere della Sera, Anno XII, 1912 al cui interno vi è un articolo a firma di tale Giuseppe Maria Viti che, come da titolo della discussione, spiega come e dove venivano coniate le monete del Regno. Sperando di fare cosa gradita ho estrapolato l'articolo per condividerlo qui sul forum. Chiedo venia se magari lo stesso sia già stato postato da altri, nell'eventualità non tenetene conto. Grazie, Davide Fabrizi come e dove si fabbricano i nostri soldi.pdf2 punti
-
No, ma figurati! La mia era solo una battuta. E' vero che prima o poi ne avrei parlato in questa discussione ma semplicemente mi hai anticipato. Quindi, se vogliamo, mi ha risparmiato un po' di fatica Inoltre, non voglio avere assolutamente l'esclusiva. Ben vengano, quindi, interventi come i tuoi, che ben si inseriscono nella logica di questa rassegna bibliografica. Comunque, bando alle ciance, proseguirei nella nostra piccola guida. Ieri abbiamo parlato di monete, oggi farei un excursus sulle medaglie. Quando si parla di medaglie in Italia il primo nome che mi viene in mente è indubbiamente quello di Arnaldo Turricchia. Il suo Ventennio Napoleonico in Italia attraverso le medaglie (1796-1815) pubblicato nel 2006 è un'opera in 4 volumi in cui sono raccolte oltre 1.100 medaglie coniate in suolo italico sotto regni e governi assoggettati alla Francia. Mi piacerebbe molto potervi fare una descrizione dettagliata e puntuale di quel che potrete trovare in questa grande opera ma, mi duole ammetterlo, non sono ancora riuscito a reperirla... Difatti, a seguito della triste scomparsa dell'ingegner Turricchia, i suoi volumi sono divenuti ricercatissimi (non che prima già non lo fossero) e, ad oggi, pare quasi un'impresa impossibile riuscire a reperire certe pubblicazioni, tra cui proprio questa. Tra l'altro, piccolo aneddoto personale, un po' di tempo fa provai addirittura a chiedere alla Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna di poter prendere in prestito quest'opera ma mi dissero che era stata già presa da qualcun altro... Quindi, il mio consiglio deriva più dalla straordinaria reputazione che circonda questa imponente opera bibliografica, che non da una conoscenza diretta della stessa. Certamente, se siete dei veri collezionisti della medaglistica napoleonica, si tratta di 4 volumi fondamentali per la vostra biblioteca. Dovrete, però, avere pazienza, fortuna e un po' di soldi a disposizione per riuscire ad accaparrarveli, dato che, come detto, si tratta di libri tanto rari quanto richiesti sul mercato.2 punti
-
quello che ti ho scritto al post n.6 penso sia la realtà. quei segni sono graffi fatti con una punta.2 punti
-
L'idea è bella, peccato non averla avuta prima, almeno anche io ogni tanto faccio una call? (ironia). Teams va benissimo, ci si può collegare anche dal cell e credo lo abbiamo tutti pre-installato sui nostri pc. Suggerisco di raccogliere le adesioni e istituzionalizzare la cosa, p.es. ogni sabato alle 15: per esperienza posso dire che non tutti potremo partecipare sempre (io stesso già lo dico) ma sapere che c'è un appuntamento fisso settimanale/mensile diventa poi stimolante. E' come un circolo fisico: sai che c'è sempre qualcuno a quell'ora, passi, saluti, fai due chiacchiere e te ne vai.2 punti
-
2 punti
-
questa moneta del Sirmium group è in effetti una delle più comuni in realtà nel mio archivio ho 847 esemplari del sirmium group (inclusi un certo numero di falsi moderni) dalla medesima coppia di conii di questa di Artemide, ne conosco altre 57 (quindi con questa forse 58 se non già passata in asta...controllerò) questo fa della moneta (per me n 12 - 2.2) la coppia di conii più rappresentata al secondo posto una coppia rappresentata da 26 esemplari saluti Alain2 punti
-
Io sarei disposto a scommettere sul quattrino (o meglio... quel che resta) di Ferrara con scritta e data sotto l'esergo... tipo quello in collegamento... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FECLXI/2 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SVAB2/1 Ovviamente i collegamenti sono da considerare solo a titolo di esempio. Ciao Mario2 punti
-
Dar da mangiare ai poveri nelle mense dedicate….!! Basta una intera giornata alla settimana e passa tutto. Fidatevi. Domenico2 punti
-
MEDAGLIA COMMEMORATIVA DEL 900° ANNIVERSARIO DAL CONCILIO DI PIACENZA Medaglia che vuole commemorare il 900° anniversario del Concilio di Piacenza (Concilium Placentinum), indetto dal 1° al 5° marzo del 1095. Il Concilio fu voluto da papa Urbano II (1088 – 1099). Questo Concilio ebbe a tenersi all’aria aperta, dove oggi sorge la basilica di Santa Maria di Campagna. All’epoca vi erano distese di prati e il luogo, fino al Po, venne adibito per questo avvenimento con moltissime tende. In effetti i partecipanti furono: 30.000 laici, più di 200 vescovi, 3.000 chierici ai quali vanno aggiunti la regina Prassede con il suo seguito. Come tutti sanno, la Prima Crociata venne indetta de facto al Concilio di Clermont, in Francia. Però a molti ancora sfugge come in realtà nel Concilio di cui sopra fu sì indetta, ma per la prima volta si ebbe a parlare di una “crociata” per liberare la Terra Santa dai musulmani proprio a Piacenza durante il Concilio che porta il nome della città. L’Imperatore Alessio ebbe a cedere diversi suoi territori ai musulmani in conseguenza della Battaglia di Manzicerta che si disputò il 26 agosto del 1071, vinta dagli “infedeli”. Pensava quindi di chiedere così aiuto ai sovrani occidentali, paventando un pericolo per la Cristianità. Così al Concilio di Piacenza, gli ambasciatori dell’Imperatore cercarono di far valere questo timore puntando anche sul fatto che Gerusalemme fosse in mano musulmana e di come i Cristiani volevano fosse liberata e, inaspettatamente, questo appello venne preso molto seriamente dal Papa che poi al Concilio di Clermont ebbe a comunicare così la Prima Crociata. METALLO: Bronzo / AE DIAMETRO: 60,4 mm PESO: 107 /110 gr AZIENDA CONIANTE: Stabilimento Johnson di Milano INCISORE: Veroi COMMITTENTE: C.C.F.N.P. Circolo Filatelico Numismatico Piacentino DRITTO: CONCILIO DI PIACENZA / PRIMA CROCIATA 1095 1995 . S. JOHNSON Insegna araldica non piacentina e nemmeno crociata, che compara nello stemma della Provincia di Prato. L’araldica in questione era parte della Repubblica di Prato fin dall’anno 135. Essa fu presa da una miniatura del codice miniato “Regina Carmina”, di Convenevole da Prato, che venne scritto in onore di Roberto d’Angiò, re di Sicilia e di Gerusalemme nel primi del XIV secolo. ROVESCIO: Rappresentazione del Concilio di Piacenza, sormontato dal Cristo Pantocràtore e nel mezzo la figura di Papa Urbano II. A sinistra: C.C.F.N.P 95 A destra: VEROI NOTE: La medaglia in questione mi è stata gentilmente venduta da Maurizio, utente di LaMoneta con il nome "palpi62" , che ringrazio vivamente. Precedentemente acquistata ad un Asta numismatica1 punto
-
Passerà a Gennaio in asta Artemide 57E al n. 1004, un esemplare di denaro scodellato che il compilatore ricorda classificato in CNI tav. II , 19 ( Milano ) , ricordando anche l'attribuzione a Venezia o Ravenna da parte di 'alcuni autori più recenti' .1 punto
-
Buonasera a tutti, non credo che tutti sono a conoscenza che la giornata mondiale dello stress è il 7 Novembre, ed è stata istituita per inaugurare la consapevolezza di questa malattia. Per l’organizzazione mondiale della sanità lo Stress è il male del XXI secolo, che oltre a colpire milioni di persone al mondo, influenza negativamente anche l’economia. Il termine deriva dall'inglese “stress” e definisce la massima torsione che viene raggiunta da un cavo prima di spezzarsi. Sintomi e forme possono essere diverse da individuo ad individuo e dalle condizioni che portano un essere umano a convivere con questo disturbo. Una patologia che si può presentare in qualunque momento del giorno o della notte, sul posto di lavoro o nella vita di tutti i giorni. Lo stress si manifesta diversamente per ognuno di noi. Ci sono quelli a cui prende allo stomaco, a chi viene il mal di testa, chi avverte della tachicardia, chi lo percepisce per la tensione muscolare... a questo punto che cosa fate voi per combattere lo stress? Postate consigli, tutorial, tecniche sono accettati anche video, audio. Di solito quando voglio scaricare lo stress vado a fare una passeggiata il problema che al lavoro non puoi alzarti e vai a fare 10.000 passi e purtroppo non riuscivo, nell'ultimo periodo, a convincere il mio capo alla sostituzione del mio PC ormai obsoleto e lentissimo. Venti minuti per l'accensione, 30 minuti per qualsiasi semplice operazione con blocchi continui e il mio capo mi accusava di non essere produttivo con tutti gli strumenti tecnologici all'avanguardia che mi aveva messo a disposizione. Dopo 6 mesi di continuo stress ho trovato la soluzione e ho risolto il problema dello stress ed ora ho un PC nuovo, una favola...che soddisfazione: Mi raccomando non fatelo a casa e non lo consiglio nemmeno a lavoro ( si rischia il licenziamento) ma esistono dei luoghi adibiti per sfasciare le cose per scaricare lo stress. Voi cosa fate per scaricare lo stress quotidiano?1 punto
-
1 punto
-
Prova a chiedere info direttamente a chi l'ha creata: https://www.impresaitalia.info/ik03239889/zecca-privata-di-roma-srl/roma.aspx comunque credo che il valore non vada oltre l'argento contenuto.1 punto
-
1 punto
-
La Regina raffigurata è Fabiola del Belgio (1928-2014), moglie del Re Baldovino (1930-1993), per il resto non so dirti nient'altro.1 punto
-
Guardandola meglio potrebbe essere una X la terzultima. Quindi cambia la data MDCCCLXII=milleottosessantadue/00?1 punto
-
Valente, AE 3, Securitas Reipublicae, Vittoria, zecca Tessalonica. Arka Diligite iustitiam1 punto
-
1 punto
-
Ci sono due punti in rilievo sul ventre del littore e sulla gamba dell'Italia1 punto
-
Non hai capito che io volevo rimarcare il fatto che su “certe” foto dare un parere è un azzardo. Che certezza hai che quei dettagli impastati siano dovuti al dettaglio vero e proprio e non alla scarsa qualità fotografica? Mi sembra un approccio equilibrato, realistico ma soprattutto didattico da promuovere nel Forum. Tutto qua, niente di più, niente di meno1 punto
-
1 punto
-
Queste nuove immagini confermano quanto scritto nel post 3, anche con le prime immagini sicuramente non ottimali avevo notato lo " scempio " delle firme, oltre ad altri particolari .........1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Io consiglio affianco al numero di serie di mettere la fonte, tipo FL 47395792 : libro x oppure venditore X o catalogo X. Così almeno abbiamo anche una panoramica a 360 gradi su cui riflettere1 punto
-
Ciao @Aristarco allego quanto scritto dal VEROI nella presentazione della medaglia dove spiega il significato dei 2 disegni. Maurizio1 punto
-
Ciao, lo puoi scaricare da Academia.edu: https://www.academia.edu/37562011/LUSO_DELLA_LINGUA_ARABA_NELLA_MONETAZIONE_DELLITALIA_NORMANNA1 punto
-
Sul luogo di coniazione, l’ipotesi di Castrizio mi è sempre piaciuta e calza perfettamente con l’iconografia. In sostanza avremmo la moneta che ritrae icone omeriche come nessun’altra moneta al mondo! Fantastica. Effettivamente la Rocca di Scilla sullo stretto è sempre stata correlata al viaggio di odisseo e al mostro Scilla. Il suo utilizzo iconografico da parte di altra realtà geografica avrebbe creato qualche confusione già all’epoca della coniazione. E la mancanza di etnico può solo confermare tale ipotesi. Mi spiego: se una realtà cittadina o comunque una autorità emittente, lontana dallo stretto, avesse scelto il simbolo Scilla evidentemente riferito al sito di Scilla sullo stretto di Messina, quantomeno avrebbe aggiunto l’etnico per esplicitare che non bisognava fare confusione tra due realtà diverse. Rimane comunque un’ipotesi.1 punto
-
Se ti riferisci al fatto che parecchi li ritieni falsi non mi trovi d’accordo. Ho il dubbio forse su uno/due (BFA e Fischer) ma gli altri dovrebbero essere tutti buoni. Forse uno sarà stato bulinato e un paio pesantemente puliti o rimaneggiati, ma niente di più.1 punto
-
Son monete che si trovano molto bene, quindi se non sono in altissima conservazione essendocene a manciate e manciate quando andraì a ridarle via ci perdi soldi.. Per il discorso della monotonia ci credo, attraversa un lasso di tempo molto ristretto e son tutte simili o uguali. Se vuoi perderti in qualcosa di molto diverso anticipa il periodo di qualche secolo e fai una zecca o due di interesse o un granduca e vedraì che non ti annoi ma duri fatica a reperire monete e capolavori di fattezza unica ognuna dall'altra..ma non sarà solo un problema di soldi, ma di riuscire a trovare il materiale, specie in buona qualità e magicamente ogni moneta sará rara e alcune rarissime. Saluti Fofo1 punto
-
Aggiorno l'elenco con le new entry tenendo fuori la riproduzione segnalata da @nikita_ (K17 076973): TIPOLOGICHE: F12 - 022459 UNC K17 - 076627 K17 - 076628 K17 - 076662 UNC k17 - 076666 K17 - 076673 UNC K17 - 076684 N17 - 042402 N17 - 042405 N17 - 042412 F N17 - 042413 F SOSTITUTIVE: W19 - 011896 W19 - 054880 W19 - 054881 W19 - 054886 W19 - 054887 W19 - 054891 W19 - 054897 W19 - 054900 W19 - 054912 W19 - 054913 Considerato che la F12 è riportata da una fonte direi piuttosto autorevole (la zecca dello Stato) e che le K17 appaiono in FdS a differenza di (alcune) N17, faccio l'ipotesi che tutte le K17 possano essere riproduzioni ? Per le W19... boh!1 punto
-
Mi trovo abbastanza in linea con il pensiero espresso da @Elleffe. Mi permetto, però, di fare un paio di considerazioni aggiuntive. Innanzitutto, bisogna sempre ricordarsi che la monetazione napoleonica attraversa un periodo di circa 20 anni. Quindi, a mio avviso, non dovrebbe essere confrontata, ad esempio, con una monetazione veneziana o papale, che attraversano interi secoli di Storia e che, necessariamente, hanno subito in questo lungo arco temporale cambiamenti importanti. Si passa, infatti, attraverso diverse correnti artistiche, incisori più o meno abili e tutta una serie di influenze socio-culturali che logicamente determinano una maggiore eterogeneità dei conii. Detto ciò, sarò certamente di parte in questo mio giudizio, ma non trovo in linea generale la monetazione napoleonica così monotona e ridondante. O, almeno, non più di tante altre monetazioni contemporanee. Certo, se ci soffermassimo solo alle monete su cui è ritratto Napoleone, effettivamente non troveremmo una chissà quale varietà. Se, invece, ampliassimo il nostro sguardo anche agli stati satelliti, ai regni retti dai fratelli e parenti vari, alle repubbliche sorelle, alle monete ossidionali, ecc., scopriremmo un vero e proprio universo. Inoltre, in tante monetazioni possiamo notare una transizione, spesso complessa e travagliata, verso il sistema decimale. Mi vengono in mente, ad esempio, le monete di Murat, attraverso cui i maestri della zecca di Napoli hanno messo in mostra tutta la loro bravura, regalandoci esemplari meravigliosi. Personalmente, non colleziono per zecca ma per tipologia e devo dire che la mia piccola collezione continua a darmi soddisfazione a distanza di anni. Forse, però, se anch’io avessi comprato solo monete napoleoniche della zecca di Torino, a quest’ora mi sarei già stufato…1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Il largo bordo rialzato dovrebbe essere tipico dei denari veneziani ( cfr. Grierson, Saccocci etc.).1 punto
-
L'assenza del rombo dal 1992 al 1995 non è nativa nel conio come per il 1990 e 1991, ma deriva da un errore denominato "battitura attraverso lubrificante". Una gocciolina di lubrificante della pressa monetaria si depositava sopra il tondello inibendo parzialmente il trasferimento dell'impronta. Siccome i tondelli sono orlettati la zona periferica del tondello è "rialzata" e la gocciolina ci posizionava in una zona intermedia proprio dove si trova il rombo. Le 50 lire 1992-1995 senza rombo mostrano spesso altre evenescenze al dritto e/o al rovescio. In questa foto (50 lire 1993) si vede bene l'effetto di cui ti sto parlando. Si nota anche la diversa porosità del metallo nella zona dove c'era il lubrificante (più porosa perchè è rimasta quella del tondello vergine).1 punto
-
Questo è un volume molto inerente al tema e di sicuro particolare, infatti tratta non della classica monetazione emessa nel periodo napoleonico in Italia, ma bensì delle prove e dei progetti delle monete che in tutto il periodo preso in esame sono state create nell’intera penisola e dalle più varie autorità emittenti del periodo. oltre tutto ha una splendida ed accattivante copertina. per non parlare del rovescio, un autentica opera d’arte.1 punto
-
Avoglia! I falsi d' epoca si collezionano eccome. Questo è uno suberato,bello. Erano fatti cosí per renderli simili al nobile materiale,ma na volta circolati e ricircolati,guarda li,si "sfogliano" ? Bello bello? Saluti1 punto
-
Nel 1927 la Banca Nazionale di Grecia (nata nel 1841) a seguito a degli accordi cedeva il privilegio di emettere banconote alla nuova Banca di Grecia (operativa a partire dal 1928), quest'ultima all'inizio in via provvisoria utilizza banconote dell'ex banca apponendo sopra una sovrastampa. 1.000 dracme tipo del 19261 punto
-
Segnalo agli interessati che domenica 19 dicembre alle 10:30 avrà luogo, presso il Circolo Numismatico Ligure, la conferenza da me esposta dal titolo: La monetazione di Ferdinado IV di Borbone Re di Napoli (1759-1816) Per accedere ai locali è necessario essere in possesso della carta verde e indossare correttamete la mascherina chirugica. Alessandro Giaccardi1 punto
-
taglio: 2 euro cc paese: estonia anno: 2019 B tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!! taglio: 2 euro cc paese: malta anno: 2018 A tiratura: 335.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!1 punto
-
2021 - New York Un'altra meraviglia ingegneristica è celebrata sul terzo dollaro del 2021, dedicato allo Stato di New York. Il Canale Erie è una via fluviale che collega la città di Buffalo, sulle sponde del lago Erie, ad Albany, capitale dello Stato di New York, attraversata dal fiume Hudson. Lungo circa 584 km, con un totale di 36 chiuse e un dislivello totale di 172 metri, fu inaugurato nel 1825 dopo otto anni di lavori, ma una prima idea della sua costruzione era stata lanciata già nel 1699. Il canale consentì alle imbarcazioni l'accesso ai grandi laghi interni da New York City, diventando così un'importante via di commercio, e permettendo alla grande mela di superare Philadelphia come porto commerciale. La storia ebbe inizio quando New York era ancora un porto di secondaria importanza sulla costa orientale e viveva all’ombra di città come Boston e Philadelphia, ma anche di New Orleans e Baltimora ritenute, a cavallo tra diciottesimo e diciannovesimo secolo, centri ben più importanti. I neonati Stati Uniti d’America all’epoca esportavano prodotti principalmente verso l'Europa, in particolare cotone, che coltivavano nelle grandi pianure del Midwest. A New York ci si rese conto che divenire il porto principale da e per l’Europa avrebbe significato anche trasformarsi nella città più importante e ricca della nazione. Il merito fu principalmente di un uomo, DeWitte Clinton, un ambizioso politico che era stato senatore dal 1798 al 1802, sindaco di New York dal 1803 al 1815 e governatore dello Stato di New York per tre volte, tra il 1817 e il 1826. Quasi trent’anni di governo, trascorsi tutti con l’ossessione di riuscire a rendere quella città “the greatest commercial emporium in the world”. La sua proposta era tanto semplice quanto sconvolgente, costruire un canale navigabile che collegasse l’Hudson River all’altezza di Albany con la città di Buffalo affacciata sul lago Erie. Si trattava di una distanza di 584 chilometri che avrebbe dovuto superare un dislivello di oltre 170 metri attraverso ben 36 chiuse, un’impresa titanica. Tanto per comprenderne la portata il Canale di Suez, che si inaugurerà nel 1871, quasi cinquant'anni dopo, misurerà “appena” 164 chilometri. I più generosi tra i suoi tanti detrattori lo ritenevano solo uno squilibrato ma i più pensavano che la trovata fosse solo una mossa politica per assicurarsi popolarità, promettendo fantomatiche e utopiche ricchezze ai cittadini di New York. De Witte non si arrese e con determinazione continuò ostinatamente a cercare di convincere i suoi contemporanei della lungimiranza di quel progetto. Nel 1810 creò la Erie Canal Commission, di cui sarà presidente, con l’obiettivo di redigere un progetto di fattibilità dell’opera. La Commissione lavorò con tenacia per molti anni cercando di convincere l’opinione pubblica di quanto quell’opera, apparentemente folle, fosse in realtà vitale per il futuro della città. Finalmente, nell’aprile del 1817, dopo quasi sette anni di incontri, la costruzione dell'Erie Canal fu definitivamente approvata dallo Stato di New York. E appena otto anni dopo l'inizio dei lavori, e ben due prima della data prevista, l’Erie Canal, la più grande opera mai realizzata nel continente americano, era incredibilmente conclusa. E così, il 4 novembre 1825, la Seneca Chief, nave partita nove giorni prima da Buffalo con a bordo DeWitte, raggiunse Battery, all’estremità meridionale di Manhattan, per poi proseguire fino allo stretto che separa la baia dall’Oceano Atlantico. A quel punto DeWitte ordinò di fermare il motore e, con solenne enfasi, sancì il cosiddetto Wedding of the Waters, il "matrimonio delle acque": riversò nell’Atlantico due barili d’acqua che aveva raccolto dal lago Erie, dimostrando simbolicamente che la nuova via d'acqua verso i Grandi Laghi era finalmente realtà La moneta, disegnata da Ronald D. Sanders e incisa da Phebe Hemphill, raffigura un'imbarcazione trainata da una città dell'est attraverso la campagna dell'ovest. Come per la precedente emissione, le iscrizioni riportano semplicemente NEW YORK e UNITED STATES OF AMERICA, oltre alle iniziali degli autori. Denominato oggi Erie Canalway National Heritage Corridor, il Canale Erie viene utilizzato soprattutto a fini turistici, e a giudicare da queste immagini, navigarlo dev'essere davvero affascinante petronius1 punto
-
Se posso dare anch’io un contributo distinguerei quelli che sono ccontributi SOLO digitali ( ad esempio in riviste nate solo come digitali) dai contributi invece che appaiono in riviste, collane , pubblicazioni cartacee e poi vengonk riportati come estratti pdf su siti di ricerca quali Academia etc. nel secondi caso e’ facile perche sono comunque apparsi in fisico sul cartaceo e quindi si riporta la fonte primaria. nel secondo caso si potrebbero riportare solo quelli che hanno un DOI (ISBN equivalent) ovvero la cui traccia e’ in qualche modo registrata reperibile. Per chiarezza raggrupperei tali contributi in una sezione a parte (“contributi digitali” ) per tenerli distinti da quelli tradizionali e per facilitarne la reperibilità. Tengo a precisare che ci sono diverse riviste che vengono pubblicate solo digitalmente ( tipo OMNI o il joyrnal of Oriental numismatics? Che offrono ottimi contributi Vi sonk poi casi particolari quali i bollettini degli Studi e Nateriali del Portale Numismatico dello Stato che per molto tempo sono stati disponibili solo in formato elettronico fino a quando - dopo una notevole campagna di persuasione (?) - finalmente il Poligrafico si e’ convinto a stampare i cartacei a partire da un certo bollettino in poi . In realtà tutti i numeri sono stati prodotti a stampa ma in numero all’inizio limitatissimo per distribuzione ristretta. Quindi nella bibliografia tutti i Materiali possono trovare posto nella classificazione ortodossa convenuta.1 punto
-
Senza entrare nel merito di queste considerazioni, certamente plausibili questi rapporti così intensi tra Crotone e il mondo siceliota (tali da ripeterne i tipi) andrebbero tuttavia meglio indagati e in special modo dopo il 480, quando la presenza di numerario della Sicilia è ampiamente documentato dalla riconiazione, rilevata dall’A. (p. 47) di intere serie crotoniati di modulo ridotto (Garraffo 1984) su didrammi di Agrigento, Gela e Leontinoi. E in particolar modo su Agrigento, che appare al primo posto per quantità di argento fornito per le operazioni di ribattitura e non solo a Crotone, ma anche a Metaponto, Poseidonia, ecc. al punto che bisognerebbe forse chiedersi se una delle principali ragioni dell’emissione dei didrammi sicelioti, e agrigentini in particolare, nel rappresentare un fenomeno circoscritto, non sia da ricercare nella destinazione al mercato magno-greco di queste valute, sempre che alla base non vi siano anche esigenze connesse alla sfera militare. A ben riflettere poi i tipi dei divisionali argentei a doppio rilievo non sono peculiari solo di altre zecche. Il granchio è presente come simbolo a Crotone già da fine VI-inizio V sec. a.C., idem la seppia (associata al polpo). La ruota compare al R/ su un rarissimo statere rinvenuto nel ripostiglio di Rutigliano. Polpo e ruota sono inoltre documentati da bolli laterizi rinvenuti nel territorio urbano di Crotone. Statere di Crotone dal ripostiglio di Rutigliano, CH IX, 607 (da Guzzetta 1983) Bolli laterizi da Crotone (da CORRADO 2010) I divisionali con civetta e gallo credo siano rappresentati rispettivamente da 2 (?) pezzi ciascuno, una documentazione decisamente troppo esigua per parlare di equiparazione di valori. Solo per il pegaso (trioboli, dioboli) e per la lepre (dioboli) si osserva una certa consistenza e continuità delle emissioni benché su molti esemplari (specie con lepre) l’iconografia del tripode valichi abbondantemente il V secolo spingendosi nel pieno IV sec. CNG 496, 2021, 11 (prima metà IV sec. a.C.) Questa esigenza di equiparazione di valori viene riferita al momento successivo alla vittoria crotoniate sul Traente (510), un momento in cui “la città vincitrice si rende conto di voler allargare il proprio commercio, anche negli strati bassi della società che, con la prima rivolta antipitagorica, aveva alzato la sua voce contro la rigida oligarchia dei filosofi” (p. 44). Se ne può dubitare. Il commercio poteva certamente essere favorito dalla presenza a Crotone di un porto (benché di modeste dimensioni) ricordato anche da Strabone ma certo è che questi divisionali almeno fino alla metà del V secolo restano una produzione di limitata entità se paragonati agli stateri con i quali peraltro vengono tesaurizzati, come documenta il citato ripostiglio di Rutigliano, sulla costa adriatica della Peucezia. Se pertanto l’esigenza era quella di agevolare le operazioni di cambio, più che di commercio su larga scala extracittadino (p. 48) o addirittura internazionale (Corinto, Atene), poco probabili, mi chiedo se il repentino incremento dei divisionali a Crotone non costituisca anche l’effetto dell’ampliamento dei commerci di Taranto intorno alla metà del V secolo, anche a seguito del cd. “sinecismo demografico-urbanistico”, che sul piano monetale si riflette nell’emissione nel corso del V secolo di una gran quantità di divisionali, oggetto di uno studio recente (Taliercio 2013), che si affiancano agli stateri d’argento e per i quali è stata ben rilevata la convertibilità con sistemi ponderali eterogenei. Contrariamente a quanto affermato dall’A. (p. 47) poi, Crotone non sembra subire alcuna “eclissi economica” verso la metà del V secolo “tanto che non sembra più coniare monete” né si rileva l’interruzione del commercio con la Sicilia “a vantaggio, nella seconda metà del secolo, di Metaponto e Taranto”. L’assenza di un corpus impedisce infatti di accertare se l’entità della produzione subì un rallentamento o una battuta d’arresto – ipotesi ventilata da Stazio – o se, piuttosto, non si debba parlare di cambiamenti strutturali dovuti a specifiche esigenze e che determinarono una contrazione dello statere a vantaggio della valuta di basso taglio, non solo in argento ma ormai, forse già nell’ultimo quarto del V secolo, coniata anche in bronzo. E c’è anche da chiedersi se non si debba riflettere - puntualizzando meglio la cronologia di alcune di queste emissioni e come suggeriva già Stazio - sui rapporti tra divisionali in argento e frazioni in bronzo, elemento che aiuterebbe a comprendere meglio anche alcune oscillazioni ponderali. L’A. (p. 48) conclude che “quella che compì Crotone dopo la vittoria su Sibari fu solo una immensa opera di integrazione nel sistema di commercio vigente, dettata da determinate necessità; tutte le città d’imitazione monetaria da cui Crotone copiò i tipi prima del 480 a.C. e con la sola esclusione di Himera, adoperavano il sistema euboico-attico” chiedendosi: a) per quale motivo Crotone non si adeguò al sistema euboico-attico per il proprio commercio b) come mai una città come Sibari non aveva avuto bisogno di un sistema simile per regolare i suoi commerci A giudizio dell’A. le ipotesi ventilate dagli studiosi (quali?) ritengono “che quello di Sibari fu tuttavia un sistema monetario basato solo sulla circolazione interna o ‘binaria’ (Sibari-Mileto) oppure che Crotone non fu degnata dalle altre città dello stesso trattamento che era stato riservato a Sibari e fu costretta a far valere ogni grammo del proprio argento”. Con l’eccezione di Poseidonia, che nel corso degli anni Settanta del V secolo dismise il sistema cd. foceo-fenicio (o diversamente definito) prediligendo quello acheo-corinzio, non mi risulta che le esigenze commerciali in Magna Grecia siano state tali da determinare il mutamento radicale di sistemi ponderali ampiamente consolidati all’interno delle principali fondazioni coloniali achee (Sibari, Crotone, Metaponto, Caulonia). Semmai si può parlare di esigenze contingenti che determinarono di volta in volta emissioni “eccezionali”. Ne costituiscono un esempio gli emistateri di Sibari e di Metaponto, a cui si è aggiunto di recente un esemplare di Crotone, e sui quali si è già discusso (https://www.lamoneta.it/topic/201110-emistateri-o-dracme/#comment-2220997). Gli stessi divisionali a doppio rilievo sopra esaminati riflettono scale di valori differenziate in base ai tipi adottati (nonché progressioni cronologiche diverse) che, evidentemente, dovettero rispondere ad esigenze ben specifiche. La società sibarita si presenta alquanto diversa da quella crotoniate come evidenzia anche la diversa articolazione dei nominali. A Sibari le frazioni compaiono già nello stadio iniziale (fase B Spagnoli: oboli) per poi incrementarsi nel periodo immediatamente precedente alla fine della città (fase C, 514-510). L’eccezionale volume di emissione (oltre 400 coppie di coni tra stateri e oboli), recentemente definito (Spagnoli 2013) non ha confronti né con quello di Crotone né altrove in Magna Grecia. E pure quando Crotone si troverà a gestire l’eredità di Sibari, la produzione monetaria si manterrà ben al di sotto di quella della sua rivale. E non certamente per una “disparità di trattamento” ma in quanto trattasi di “economie” differenti. A Sibari la moneta, in assenza di un porto, era destinata a soddisfare sostanzialmente i bisogni interni della polis; a Crotone il porto favoriva l’allontanamento del surplus verso altre aree ma si tratta di un’esigenza determinatasi in progresso di tempo, non prima degli inizi del V sec. e non certamente nelle fasi iniziali della monetazione, dove gli stateri costituiscono la quasi totalità del numerario emesso (e tesaurizzato) e gli unici divisionali sono rappresentati da esigue dracme. In definitiva pur offrendo un quadro di sintesi l’A. non fornisce elementi utili ad una migliore definizione della problematica. Maggiore accuratezza avrebbero poi richiesto i Riferimenti bibliografici (pp. 63-67) dove mancano studi fondamentali sui divisionali di Crotone a doppio rilievo tra cui, ad es., quello di P.J. BICKNELL, Some fractions of Kroton, “Schweizer Münzblätter”, 81, 1971, 1-5 e frequenti sono gli errori e/o le imprecisioni. Si veda ad es. il volume di S. GARRAFFO, Le riconiazioni in Magna Grecia e in Sicilia. Emissioni argentee dal VI al IV sec. a.C., Catania 1984 citato col titolo: “Le riconiazioni nella monetazione argentea della Magna Grecia e della Sicilia”, oppure lo studio di A. MELE, Crotone e la sua storia ripetuto con riferimenti diversi: “ACT XXVI, 1976” e “ACT XXIII, 1983” o ancora il contributo indicato come: “E. SPAGNOLI, ACT XXXII, 1982, 616” che manca del titolo e di cui risulta errato il riferimento temporale in quanto il 32° Convegno di Studi sulla Magna Grecia si tenne nel 1992. E ancora lo studio di A. STAZIO, Temesa. La documentazione numismatica, in G. MADDOLI (a cura di.), Temesa e il suo territorio (Atti del Colloquio di Perugia e Trevi-1981), Taranto 1982, 93-101 e non 3-101 come riportato dall’A., alla stregua di “P. ZANCANI MONTUORO, Sibari e Serdiei, RAL XVII, 1962”, 11-18 il cui titolo corretto è Sibariti e Serdei e l’anno di pubblicazione il 1963. E si potrebbe continuare.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.