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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/10/21 in tutte le aree
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Questa sera vi posto la new entry "natalizia", scovata all'estero. Millesimo 1858, anche in questo caso le aquilette capovolte non erano riportate in descrizione.6 punti
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La discussione è stata ripulita e riaperta. Ho dovuto rileggere, per ben due volte, 4 pagine di commenti e vi assicuro che non è stato per nulla divertente. Quando una discussione si trasforma in un botta e risposta tra due utenti sarebbe buona norma chiarirsi privatamente. Nel caso questo non fosse possibile allora è auspicabile che il più "accorto" metta un PUNTO per chiudere definitivamente la querelle. Non è una gara a chi ha l'ultima parola, cerchiamo di essere tutti un pò più responsabili.6 punti
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Senza entrare nel merito di queste considerazioni, certamente plausibili questi rapporti così intensi tra Crotone e il mondo siceliota (tali da ripeterne i tipi) andrebbero tuttavia meglio indagati e in special modo dopo il 480, quando la presenza di numerario della Sicilia è ampiamente documentato dalla riconiazione, rilevata dall’A. (p. 47) di intere serie crotoniati di modulo ridotto (Garraffo 1984) su didrammi di Agrigento, Gela e Leontinoi. E in particolar modo su Agrigento, che appare al primo posto per quantità di argento fornito per le operazioni di ribattitura e non solo a Crotone, ma anche a Metaponto, Poseidonia, ecc. al punto che bisognerebbe forse chiedersi se una delle principali ragioni dell’emissione dei didrammi sicelioti, e agrigentini in particolare, nel rappresentare un fenomeno circoscritto, non sia da ricercare nella destinazione al mercato magno-greco di queste valute, sempre che alla base non vi siano anche esigenze connesse alla sfera militare. A ben riflettere poi i tipi dei divisionali argentei a doppio rilievo non sono peculiari solo di altre zecche. Il granchio è presente come simbolo a Crotone già da fine VI-inizio V sec. a.C., idem la seppia (associata al polpo). La ruota compare al R/ su un rarissimo statere rinvenuto nel ripostiglio di Rutigliano. Polpo e ruota sono inoltre documentati da bolli laterizi rinvenuti nel territorio urbano di Crotone. Statere di Crotone dal ripostiglio di Rutigliano, CH IX, 607 (da Guzzetta 1983) Bolli laterizi da Crotone (da CORRADO 2010) I divisionali con civetta e gallo credo siano rappresentati rispettivamente da 2 (?) pezzi ciascuno, una documentazione decisamente troppo esigua per parlare di equiparazione di valori. Solo per il pegaso (trioboli, dioboli) e per la lepre (dioboli) si osserva una certa consistenza e continuità delle emissioni benché su molti esemplari (specie con lepre) l’iconografia del tripode valichi abbondantemente il V secolo spingendosi nel pieno IV sec. CNG 496, 2021, 11 (prima metà IV sec. a.C.) Questa esigenza di equiparazione di valori viene riferita al momento successivo alla vittoria crotoniate sul Traente (510), un momento in cui “la città vincitrice si rende conto di voler allargare il proprio commercio, anche negli strati bassi della società che, con la prima rivolta antipitagorica, aveva alzato la sua voce contro la rigida oligarchia dei filosofi” (p. 44). Se ne può dubitare. Il commercio poteva certamente essere favorito dalla presenza a Crotone di un porto (benché di modeste dimensioni) ricordato anche da Strabone ma certo è che questi divisionali almeno fino alla metà del V secolo restano una produzione di limitata entità se paragonati agli stateri con i quali peraltro vengono tesaurizzati, come documenta il citato ripostiglio di Rutigliano, sulla costa adriatica della Peucezia. Se pertanto l’esigenza era quella di agevolare le operazioni di cambio, più che di commercio su larga scala extracittadino (p. 48) o addirittura internazionale (Corinto, Atene), poco probabili, mi chiedo se il repentino incremento dei divisionali a Crotone non costituisca anche l’effetto dell’ampliamento dei commerci di Taranto intorno alla metà del V secolo, anche a seguito del cd. “sinecismo demografico-urbanistico”, che sul piano monetale si riflette nell’emissione nel corso del V secolo di una gran quantità di divisionali, oggetto di uno studio recente (Taliercio 2013), che si affiancano agli stateri d’argento e per i quali è stata ben rilevata la convertibilità con sistemi ponderali eterogenei. Contrariamente a quanto affermato dall’A. (p. 47) poi, Crotone non sembra subire alcuna “eclissi economica” verso la metà del V secolo “tanto che non sembra più coniare monete” né si rileva l’interruzione del commercio con la Sicilia “a vantaggio, nella seconda metà del secolo, di Metaponto e Taranto”. L’assenza di un corpus impedisce infatti di accertare se l’entità della produzione subì un rallentamento o una battuta d’arresto – ipotesi ventilata da Stazio – o se, piuttosto, non si debba parlare di cambiamenti strutturali dovuti a specifiche esigenze e che determinarono una contrazione dello statere a vantaggio della valuta di basso taglio, non solo in argento ma ormai, forse già nell’ultimo quarto del V secolo, coniata anche in bronzo. E c’è anche da chiedersi se non si debba riflettere - puntualizzando meglio la cronologia di alcune di queste emissioni e come suggeriva già Stazio - sui rapporti tra divisionali in argento e frazioni in bronzo, elemento che aiuterebbe a comprendere meglio anche alcune oscillazioni ponderali. L’A. (p. 48) conclude che “quella che compì Crotone dopo la vittoria su Sibari fu solo una immensa opera di integrazione nel sistema di commercio vigente, dettata da determinate necessità; tutte le città d’imitazione monetaria da cui Crotone copiò i tipi prima del 480 a.C. e con la sola esclusione di Himera, adoperavano il sistema euboico-attico” chiedendosi: a) per quale motivo Crotone non si adeguò al sistema euboico-attico per il proprio commercio b) come mai una città come Sibari non aveva avuto bisogno di un sistema simile per regolare i suoi commerci A giudizio dell’A. le ipotesi ventilate dagli studiosi (quali?) ritengono “che quello di Sibari fu tuttavia un sistema monetario basato solo sulla circolazione interna o ‘binaria’ (Sibari-Mileto) oppure che Crotone non fu degnata dalle altre città dello stesso trattamento che era stato riservato a Sibari e fu costretta a far valere ogni grammo del proprio argento”. Con l’eccezione di Poseidonia, che nel corso degli anni Settanta del V secolo dismise il sistema cd. foceo-fenicio (o diversamente definito) prediligendo quello acheo-corinzio, non mi risulta che le esigenze commerciali in Magna Grecia siano state tali da determinare il mutamento radicale di sistemi ponderali ampiamente consolidati all’interno delle principali fondazioni coloniali achee (Sibari, Crotone, Metaponto, Caulonia). Semmai si può parlare di esigenze contingenti che determinarono di volta in volta emissioni “eccezionali”. Ne costituiscono un esempio gli emistateri di Sibari e di Metaponto, a cui si è aggiunto di recente un esemplare di Crotone, e sui quali si è già discusso (https://www.lamoneta.it/topic/201110-emistateri-o-dracme/#comment-2220997). Gli stessi divisionali a doppio rilievo sopra esaminati riflettono scale di valori differenziate in base ai tipi adottati (nonché progressioni cronologiche diverse) che, evidentemente, dovettero rispondere ad esigenze ben specifiche. La società sibarita si presenta alquanto diversa da quella crotoniate come evidenzia anche la diversa articolazione dei nominali. A Sibari le frazioni compaiono già nello stadio iniziale (fase B Spagnoli: oboli) per poi incrementarsi nel periodo immediatamente precedente alla fine della città (fase C, 514-510). L’eccezionale volume di emissione (oltre 400 coppie di coni tra stateri e oboli), recentemente definito (Spagnoli 2013) non ha confronti né con quello di Crotone né altrove in Magna Grecia. E pure quando Crotone si troverà a gestire l’eredità di Sibari, la produzione monetaria si manterrà ben al di sotto di quella della sua rivale. E non certamente per una “disparità di trattamento” ma in quanto trattasi di “economie” differenti. A Sibari la moneta, in assenza di un porto, era destinata a soddisfare sostanzialmente i bisogni interni della polis; a Crotone il porto favoriva l’allontanamento del surplus verso altre aree ma si tratta di un’esigenza determinatasi in progresso di tempo, non prima degli inizi del V sec. e non certamente nelle fasi iniziali della monetazione, dove gli stateri costituiscono la quasi totalità del numerario emesso (e tesaurizzato) e gli unici divisionali sono rappresentati da esigue dracme. In definitiva pur offrendo un quadro di sintesi l’A. non fornisce elementi utili ad una migliore definizione della problematica. Maggiore accuratezza avrebbero poi richiesto i Riferimenti bibliografici (pp. 63-67) dove mancano studi fondamentali sui divisionali di Crotone a doppio rilievo tra cui, ad es., quello di P.J. BICKNELL, Some fractions of Kroton, “Schweizer Münzblätter”, 81, 1971, 1-5 e frequenti sono gli errori e/o le imprecisioni. Si veda ad es. il volume di S. GARRAFFO, Le riconiazioni in Magna Grecia e in Sicilia. Emissioni argentee dal VI al IV sec. a.C., Catania 1984 citato col titolo: “Le riconiazioni nella monetazione argentea della Magna Grecia e della Sicilia”, oppure lo studio di A. MELE, Crotone e la sua storia ripetuto con riferimenti diversi: “ACT XXVI, 1976” e “ACT XXIII, 1983” o ancora il contributo indicato come: “E. SPAGNOLI, ACT XXXII, 1982, 616” che manca del titolo e di cui risulta errato il riferimento temporale in quanto il 32° Convegno di Studi sulla Magna Grecia si tenne nel 1992. E ancora lo studio di A. STAZIO, Temesa. La documentazione numismatica, in G. MADDOLI (a cura di.), Temesa e il suo territorio (Atti del Colloquio di Perugia e Trevi-1981), Taranto 1982, 93-101 e non 3-101 come riportato dall’A., alla stregua di “P. ZANCANI MONTUORO, Sibari e Serdiei, RAL XVII, 1962”, 11-18 il cui titolo corretto è Sibariti e Serdei e l’anno di pubblicazione il 1963. E si potrebbe continuare.4 punti
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NOVITA’ EDITORIALE Buongiorno! con piacere volevo comunicare che ho pubblicato il mio primo catalogo intitolato “Varianti, errori e curiosità nelle monete in lire della Repubblica Italiana (1946-2001)”. Nel libro sono catalogate (con rarità e valore) migliaia di monete e ad oggi costituisce il più ampio catalogo sul tema presente sul mercato (ca. 540 pagine su carta patinata). Il libro è anche abbinato ad una sito web (https://c.erroridiconiazione.com) totalmente gratuito e senza necessità di registrazione che consente di visualizzare numerose foto delle monete catalogate inserendo il codice di riferimento o navigando liberamente. Il sito è in continua espansione e ogni giorno vengono catalogate nuove monete! Tiratura limitata in 500 copie numerate. In allegato al catalogo c’è un “Misuratore goniometrico per monete con asse ruotato” illustrato nel seguente video: https://www.youtube.com/watch?v=ehUwVQUmHoY Per qualsiasi informazione contattatemi in privato!3 punti
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Raro il millesimo e gustosa la qualità, che dite? ? Devo dire che ogni volta che ho fatto un sacrificio per aggiungere un pezzo di pregio offerto dagli amici Simone e Roberto della Scaligera non me ne sono mai pentito. ? Questa sontuosa vecchia signora, già condivisa un annetto o poco più fa, ma per la quale ho cercato di applicare le utili indicazioni degli amici fotografi del Forum per migliorarne la presentazione, sfida il tempo e anche i collezionisti a trovare di meglio tra conservazione, patina e rarità. ? Cari amici vicini e lontani buonasera, buonasera ovunque Voi siate! ?3 punti
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Buonasera a tutti , ogni tanto passo a rassegna le mie poche Vicereali, se non ricordo male questo grano non ve l'ho fatto ancora vedere. LOTTO 449 - ASTA NUMISMATICA GMA E-LIVE 1 Filippo IV di Spagna (1621-1665). Grano 1638 CU. Sigle GA/C .(g 10,23). Magliocca 78. RRR Saluti Alberto2 punti
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Medaglietta della tassa sui cani da 1 rublo nel 1911 a Poltava, città dell’Ucraina centrale (NUMISBALT E-LIVE AUCTION No. 16). Starting price: 30 EUR - Estimate: 60 EUR Lot 2290. Russia POLTAVA Token 1911 City Government; fee 1 Rouble. № 543. Brass. Weight approx: 6.06g. Diameter: 26 mm.2 punti
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Da ex Collezionista di 2€ fdc, ormai passato alle FS, il ragionamento é molto semplice e ripetuto. Se la stessa moneta la trovo a 3€, perché spenderne 25€ minimo per la versione Proof? Con Monaco, il 95% degli €urofili questo non puó farlo.2 punti
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Il libro di Adriano Savio, Monete Romane. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Buongiorno a tutti, ho fatto qualche ricerca, poca roba, ma già così ho rintracciato 11 pezzi, dei quali ben 7 sono sostitutive. I numeri delle serie sostitutive: W19 - 054881; W19 - 054886; W19 - 054887; W19 - 054891; W19 - 054897; W19 - 054912; W19 - 054913. I numeri delle altre. K17 - 076627; K17 - 076628, N17 - 042405. Ho effettuato la ricerca su alcune case d'asta, e-bay, Amazon, nonchè su alcuni cataloghi dove vengono riprodotte le foto della banconota.(Gigante e Crapanzano) A mio parere, questa storia va divisa in due: una parte oggettiva, riguardante la reale sottrazione dei cliches e il conseguente annullamento delle banconote con il Decreto del 01 giugno 1948, nel quale si richiama la lettera "dell'amministrazione centrale della Banca d'Italia nr.69906 con la quale viene fatta presente l'opportunità di procedere alla revoca delle autorizzazioni contenute nei Decreti Ministeriali 10 dicembre 1944 e 20 aprile 1946" Poi c'è la parte che possiamo definire "romanzesca", fondata non su elementi di fatto, ma su racconti e narrazioni delle quali è difficile se non impossibile verificarne la veridicità. - banconote trafugate prima della distruzione e nascoste nei calzini... che a distanza di anni compaiono sul mercato intonse come appena ucite da una tipografia... - Di storie similari ne abbiamo già letto, ricordo la leggenda degli assegnati imperiali spagnoli, che di fatto si sono scoperti essere dei falsi storici. Insomma, non si piò escludere che effettivamente qualche biglietto sia stato trafugato (magatri con altre modalità) ma vi è anche la possibilità che qualche "burlone" venuto in posssesso dei cliches si sia prodigato a stampare qualche esemplare, puntando tra l'altro su serie sostitutive così da aumentarne il loro valore. In merito, se andate a fare qualche ricerca, noterete che la stampa dei numeri di serie di alcune banconote destano qualche perplessità in quanto particolarmente sbiaditi e non allineati.2 punti
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Oggi condivido questo Carlino per Ferdinando II del 1833. Ancora oggi molti venditori, propongono il Carlino del 1835 come 1833 perché non ne sanno riconoscere le cifre della data.2 punti
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La conservazione è molto bassa forse MB. Ho visto molti Littori con conservazioni basse ma avevano almeno dei rilievi decenti. Per quanto riguarda l'autenticità sto anch'io sul pensiero di : non mi convince. Al posto tuo lascerei perdere.2 punti
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Il problema del cassetto del nonno è che lo avrei aperto a 13 anni. Qualsiasi moneta ci fosse l'avrei scambiata per un gelato o una pasta. Quindi meglio così, che nel cassetto di mio nonno non ci fosse nulla. Perchè, se ci fosse stata una qualsiasi delle monete postate sopra, avrei mangiato il gelato più caro della storia. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Sabato mattina ho seguito un pezzetto dell'asta Bolaffi che riguardava le monete "vecchie" Savoia. Puntualizzo che non ho preso nulla, anche se a qualche moneta ho fatto qualche offerta... Volevo però sottolineare come nel giro di poco più di un mese sono passate all'asta due importanti monete ossidionali, due esemplari di 2 Fiorini dell'assedio di Vercelli del 1617. Era una vita che non mi capitava di vedere un esemplare di questa moneta, ora in poco tempo se ne sono viste due. L'assedio della città di Vercelli si colloca nella storia nel periodo della guerra di successione del Monferrato. Era il 1612 quando muore Francesco IV, ultimo Marchese di casa Gonzaga, e Carlo Emanuele I rivendica i suoi diritti alla successione invadendo quel territorio. Tutte le potenze europee di quel periodo, imperatore compreso, si rivoltano contro il duca Sabaudo ed è quindi guerra che durerà per ben 5 anni. Dopo diversi avvenimenti a favore di Carlo Emanuele I, nella primavera del 1617, Pietro da Toledo a capo di 30000 uomini mette sotto assedio la città di Vercelli e, nonostante la sua resistenza e i tentativi di aiuto del Duca Sabaudo, alla fine di luglio cadde nelle mani nemiche. Due mesi dopo, grazie alla pace di Pavia, la città viene restituita. Durante questo assedio, Il marchese di Caluso a capo della città, vista la mancanza di circolante fece battere delle monete ossidionali, le quadruple d'oro, che probabilmente non ebbero corso, e i due fiorini in mistura. È segnalata anche una moneta più piccola, probabilmente però si tratta di un falso. Ora, essendo le monete ossidionali molto interessanti per i collezionisti di qualsiasi tipologia monetale, ho voluto iniziare questa discussione per lasciare traccia delle due monete passate una sull'altra Negrini del 31 ottobre e l'altra passata all'asta Bolaffi del 3 di dicembre. La prima,di cui allego le immagini, di 6,82 grammi di peso è stata aggiudicata a €5500 più diritti d'asta La seconda di 6,81 grammi di peso è stata aggiudicata a €6000 più diritti Ora io non saprei scegliere fra le due, mi accontenterei di una qualsiasi, ma mi piacerebbe sapere quale e perché voi la preferite...1 punto
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Non vi preoccupate sono sicuro che è stata inviata date il tempo che possa arrivare:1 punto
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sono monete che fanno parte di un pezzo importante di storia. Per me è meglio conservata la seconda Bisogna vedere in quale contesto collezionistico possono far parte,bisognerebbe vedere la collezione che le accoglie com'è caratterizzata ; solo monete ossidionali?solo monete di un determinato periodo storico? ecc. Bisognerebbe vedere se la conservazione ha molta importanza in una determinata collezione e se così fosse andrebbe bene la seconda ;in altro caso anche la prima potrebbe accontentare il collezionista. odjob1 punto
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Moda collezionistica degli ultimi anni, indubbiamente curiosi ed interessanti, ma personalmente non la seguo, non ne ero nemmeno interessato quando costavano solo qualche euro. Dal post n. 1 Raccolta passatempo per il piacere della ricerca e per curiosità Biglietti pubblicitari che riproducono banconote italiane sino agli anni '80. Chi desidera può inserire quelle di sua proprietà o trovate nel web. Io stesso non ne posseggo nemmeno una, ma pur non collezionandole mi sono sempre piaciute.1 punto
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Ha fatto Bis da Ranieri e da Bolaffi io la seconda la preferisco non ho preso nulla da Bolaffi capita ??1 punto
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Non colleziono monete Romane, tuttavia di prassi mi salvo il pdf della pagina di Sixbid della moneta acquistata, già formattata per starci in una pagina A4. Oltre a questa salvo le foto ad alta risoluzione della moneta, cui abbino le foto che scatto io1 punto
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A proposito di gadget e gettoni mi vengono in mente quelli molto naïve (forse pure un po' pacchiani) in nickel, ottone, plastica, alluminio che per tradizione venivano/vengono regalati in Ungheria a Capodanno per propiziare la buona sorte e la ricchezza e che si trovano sulle bancarelle natalizie. I soggetti sono di solito: lo spazzacamino, il maialino, il quadrifoglio e il ferro di cavallo. E ci deve essere sempre la scritta "BUEK" acronimo di Boldog Uj Évet Kivánok, cioè "auguro un felice anno nuovo". Ne allego qualcuna.1 punto
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Il nordic gold è il metallo comune usato per le monete da 10-20-50 centesimi di euro per capirci. Quindi di per sé il metallo vale poco nulla. Per l'argento devi guardare la finezza? Quanti millesimi è la quantità d'argento rispetto al totale? Comunque concordo con gli altri amici che dicono che il 50 Leke dovrebbe essere proof e non FDC. Dall'immagine sembra così1 punto
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Buonasera @ermy. Recentissimamente è stato pubblicato un volume che credo proprio faccia al caso tuo. L'autore è, tra l'altro, un validissimo utente del nostro forum, ovvero @andrea78ts. Per maggiori dettagli, ti lascio di seguito il link della discussione in cui se ne parla.1 punto
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La foto allegata è relativa alle vendite del 2 euro di Monaco da parte di un commerciante tedesco. E' uno dei più forniti (tra quelli che vendono sulla baia) e ha venduto una settantina di monete. Quello che è interessante, però, è che ne ha vendute diverse a 400 Euro a partire da un mese prima che la moneta fosse disponibile sul sito di MTM. In pratica, molti collezionisti, pur di assicurarsi la moneta, hanno preferito pagare tanto e non hanno neanche aspettato il 6 ottobre per provare a comprarla al prezzo di emissione di 155 Euro! Il prezzo elevato non può essere dovuto agli amici degli amici che si sono accaparrati il 60/70 % della produzione in quanto la moneta ancora non era disponibile sul mercato. Il prezzo è salito solo perché c'è una elevata domanda di queste monete. Probabilmente si è diffusa la sensazione che i 2 euro di Monaco siano monete capaci di importanti rivalutazione e ciò ha stimolato l'appetito sia di collezionisti veri che di persone che provano a tirar su qualche centinaio di euro dalla vendita della moneta.1 punto
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Anche il ferro da stiro a carbonella aveva i denti, quando era aperto sembrava la bocca di un drago l'ho visto usare anche verso la fine degli anni '60. Questo poi, ma di 100/120 anni fa, è proprio un drago! è questo che avevo visto in un mercatino dell'antiquariato. riguardo a dragulin >> la spazzola per la tazza del bagno1 punto
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Condivido in pieno, ma spiego il perchè del mio puntiglio. Giudicare foto COME QUESTE, non è didattico, dal momento che non aiutano alle lettura. Ricordo Periti Maestri, che mi hanno detto che già giudicare le foto non è una prassi da seguire... ma vabbè, dato che siamo su di un Forum, deve essere così per forza. Ma che ALMENO, queste valutazioni vengano fatte su foto chiare! in questa foto c'è tutto di sbagliato: dall'illuminazione alla messa a fuoco alla resa del colore del metallo Ho anche spiegato che la perlinatura NON deve essere presa come dettaglio dirimente; littori decentrati ce ne sono anche per il 27. Allego un esempio preso al volo dal web1 punto
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Ciao Simone, estrapolo solo questo passaggio (relativo alla decentratura del tondello per il '27) proprio per dare risalto a questo dettaglio, che, abbinato con le foto di così bassa qualità non consentono una valutazione chiara. La regola che la perlinatura sia decentrata solo per il '28 non va quindi presa come dirimente, SPECIE su foto di qualità scadente come queste. Il fatto che i dettagli della moneta sembrino impastati infatti, è causata ANCHE (per non dire in misura preponderante) dalla scarsa qualità fotografica. L'impressione non è buona nemmeno per me, ma sottolineo come non sono pienamente convinto di questo, proprio perchè molti dettagli appaiono sfocati, per interpolazione grafica dovuta alla compressione (e al pessimo scatto). PS. @santone Scusa Realino, come fai a giudicare la pessima fattura della firma, con una risoluzione così bassa? allego un ingrandimento, che deteriora immensamente la qualità d'immagine (a 1:1 per me è ingiudicabile)1 punto
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C'è da precisare che solo in buona conservazione le cifre del 35 si notano bene.1 punto
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Ritorni dal passato... Sulle spiegazzature abbiamo già detto, nonchè sull'esistenza di bravi restauratori e restauratrici: niente da dire se si dichiarano gli interventi. Ma una volta che qualcuno ha i cliches in mano, non c'è più storia. Se prima diffidavo su una W che sostituisca una "non emessa" ora che ne spunta un'altra con quattro numeri più avanti... boh!1 punto
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Salve, il peso é corretto. Il colore un po' strano, forse perché appoggiata su un panno rosso. Bisognerebbe vedere il contorno.1 punto
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Ciao, sono d'accordo e penso purtroppo che la maggior parte dei conii ritrovati non siano d'epoca ed originali ma molto molto più recenti...... ANTONIO1 punto
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Dai un'occhiata a questi siti: www.erroridiconiazione.com e https://c.erroridiconiazione.com troverai tanti esempi.1 punto
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Se non sbaglio, il numero è di 1000. Per il resto, le sole notizie reperibili sono le poche online. In altri paesi, non lo dico per polemica, ma per mera constatazione, avrebbero già pubblicato il catalogo ed esposto in un luogo adeguato il tesoro, con modalità di fruizione moderne. Da noi, mi si corregga se sbaglio, niente. Dovremo probabilmente attendere degli anni.1 punto
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Buonasera, non sono un tecnico però ho avuto qualche esperienza di coniazione di monete con il martello. Diversi anni fa, aiutato dall amico Finetti che mi fece preparare i modelli prototipi dai suoi studenti, provai a coniare delle monete in occasione della rievocazione storica che si svolge nel mio paese. Vi posso dire che per riuscire a coniare una moneta in rame di circa 2 cm di diametro accorre un martello che pesa oltre i 2 chili e mezzo il colpo almeno nel nostro caso doveva essere uno solo perché se sollevava il conio di martello per vedere se la moneta era venuta bene non si riusciva mai a riposizionare mai esattamente sopra i segni già impressi per cui un nuovo colpo dava immancabilmente origine all'effetto di doppia battitura, in più anche se la martellata era stata sufficientemente forte ma non ben centrata si verificava il cosiddetto scivolamento di conio, da ciò si può capire che era facile sbagliare e che per fare buone monete occorreva una notevole pratica. Volevo anche aggiungere che non riscaldavamo i tondelli però prima di coniarli li cuocevamo portandoli al calore rosso in modo da ammorbidire la lega che sicuramente si era indurita con la laminazione e il taglio. Non so se questa mia breve esperienza può portare qualche risposta alle vostre domande, ma se così fosse ne sarei contento, saluti1 punto
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Lettera dell'alfabeto minuscola corsiva derivante dalla scrittura romana e poi evolutasi nel corsivo carolingio. Lettera R o S.1 punto
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Le domande le puoi fare eccome. Se ti procuri un catalogo, però, trovi già tante risposte.1 punto
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Buongiorno amici...oggi tutti (o quasi) a casa in relax immagino. Visto che si è parlato di 8 tornesi ecco il mio SICIL e il cugino SICL Da notare il bel taglio del primo esemplare. Ora che li posto vicini noto anche che le due date hanno una spaziatura differente: 17 97 più spaziata per il tipo normale 1797 meno spaziata per il tipo SICL Un caro saluto. Cristiano.1 punto
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Napoletana del giorno , Festa dell'Immacolata Concezione patrona del Regno delle Due Sicilie. Ferdinando II Piastra 1855, la seconda moneta che ancora tengo chiusa nella perizia.1 punto
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Caro Mario gli “Speciali” stanno al “Gazzettino” come gli “Almanacco Topolino” stanno a “Topolino” per utilizzare una divertente analogia dei tempi lontani in cui entrambi avevamo i pantaloncini corti e le ginocchia sbucciate per le partite all’oratorio ?. E vi meritate l’augurio di aver la stessa fortuna degli eroi di cartone di papà Walt Disney, il più grande genio dei fumetti di sempre. ?1 punto
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Conservo tutti i suoi cartellini, descrizioni precise nei minimi particolari,( sono sfuggite anche a lui come a molti di noi) con la sua scrittura "tremolante", faceva sempre riferimento al Pagani ( ho comprato qualche anno fa quello che lui consultava ancora con qualche bruciatura interna e tracce di tabacco del suo sigaro ) Saluti Michele1 punto
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2016 San Marino - 2 euro A San Marino, in Piazza della Libertà, troviamo il Palazzo Pubblico, noto anche come Palazzo del Governo. E' il luogo nel quale si svolgono le cerimonie ufficiali della più antica Repubblica esistente (301 d.C. tradizionale - anno 1291 riconosciuta). Nato su di un vecchio palazzo del XIV secolo abbattuto alla fine dell'ottocento, i lavori iniziarono il 1884 e la solenne inaugurazione avvenne nel 1894. Antistante il palazzo si erge la statua della Libertà risalente al 1876. Il Palazzo era apparso qualche anno prima della prima emissione del 2002 sul 1.000 Lire bimetallico (1997) A partire dal 2008 il centro storico della Città di San Marino è stato inserito dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità in quanto: "Testimonianza della continuità di una repubblica libera fin dal Medioevo"1 punto
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