Vai al contenuto

Classifica

  1. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      12

    • Numero contenuti

      23131


  2. Raff82

    Raff82

    Utente Storico


    • Punti

      12

    • Numero contenuti

      1162


  3. volterrano50

    volterrano50

    Utente


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      9


  4. giuseppe ballauri

    giuseppe ballauri

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      2397


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/30/21 in tutte le aree

  1. Grazie, te le mostro tutte insieme.
    6 punti
  2. Finalmente qualcuno che fa qualcosa per le nuove leve! Sabato 4 Dicembre 2021 alle ore 15.00 tornano i Laboratori di Didattica di Palazzo della Meridiana. Guidati dalle nostre educatrici, i piccoli partecipanti avranno modo di visitare la mostra “Il Re Denaro”, attualmente ospitata negli spazi espositivi; partendo dal Medioevo per arrivare all’Unità d’Italia, i bambini compiranno un vero e proprio viaggio attraverso le monete e le storie dei più importanti personaggi della nostra città. Dopo la visita, i bambini avranno la possibilità di coniare la loro moneta e di trasformarla in un’originalissima decorazione natalizia, grazie ad uno stampo che creeranno con noi. A fine laboratorio ai partecipanti sarà fatto dono di una speciale pergamena che permetterà loro di coniare altre monete da donare a chi vogliono o potrà servire per mettere in attività una Zecca personale. Durata: 1h30 min Costo: 8€ comprensivo di visita in mostra più laboratorio Numero massimo di partecipanti: 15 Età consigliata: dai 7 agli 11 anni Prenotazione obbligatoria entro venerdì 3 dicembre
    5 punti
  3. Buon pomeriggio a tutta la sezione, Chiudo la serie delle aquile rovesciate per Ferdinando II con la 1859. Un saluto a tutti. Raffaele.
    5 punti
  4. Ciao a tutti, vi seguo quando posso anche se scrivo molto di rado. condivido l'ultimo acquisto di Caracalla. Moneta comune ma acquistata per la conservazione. Buona serata
    4 punti
  5. Ciao @piergi00 non ci conosciamo di persona ma ti seguo e ti stimo per i numerosi ed importanti interventi che hai postato nella nostra Comunità. Mi permetto però di dirti che la tua ultima affermazione: “ Vedendo i vostri esemplari mi consolo ed e' detto tutto. “ mi ha lasciato un po' perplesso. Certamente ognuno di noi ha la collezione che si può permettere, ma se sei un appassionato di monete, l'importante è la passione, non certo la conservazione. E' il piacere di tenere in mano la moneta, di recepire quello che ti trasmette, di approfondire il periodo storico nel quale è stata coniata. Quindi non è una gara o un concorso di bellezza...beato chi ha delle monete di alta qualità, ma anche quelle circolate, credimi, ti danno molto. Poi se vogliamo tornare bambini ed alla collezione di Figurine Panini, ti ricordi dietro l'edicola, si spacchettavano le bustine e quindi la solita cantilena; “Cielo, cielo...Manca!!!” grande consolazione perché il tuo amico vicino di casa non l'aveva! Scusa la digressione, ma è solo per smorzare i toni e rievocare un periodo che non ritornerà più. Siamo cresciuti, abbiamo sviluppato una grande passione che è quella della Numismatica che presuppone sacrifici economici, ma soprattutto passione e studio. Infine siamo figli di quella grande terra che è il Piemonte, terra dei Savoia, che ci offre delle eccellenze in tutti i campi, anche in campo eno-gastronomico. Quindi piuttosto che consolarci con la conservazione delle nostre monete rispetto a quelle di altre, bruttine, ma dignitose e coccolate in modeste collezioni, accontentiamoci e consoliamoci davanti ad un piatto di “Tajarin” o di “Ravioli al Plin” innaffiati con dell'ottimo Barbaresco. Un Caro Saluto, Beppe
    4 punti
  6. Chi sarebbero gli addetti ai lavori visto che io è dal 1985 che conosco Italo Vecchi e studiamo la monetazione etrusca. Anche Italo come me ha partecipato al convegno di Baratti dove abbiamo fatto due relazioni pubblicate su Rassegna di archeologia n,26, Un grande aiuto oltre alla conoscenza da trentasei anni della monetazione etrusca, mi è stato quello di lavorare da undixi anni assieme al dr. Catalli e poter visionare e studiare la maggiore collezione di monete etrusche esistente al mondo che è quella di Firenze, In precedenza avevo lavorato a Volterra con il dr. Gabriele Cateni. Sinceramente mi risulta che studiosi di monetazione etrusca non ce ne siano tanti e soprattutto oltre a Fiorenzo Catalli e qualche archeologo, che però si limita a qualche relazione specifica, Italo Vecchi, io e Luciano Giannoni (tutti e tre numismatici fin da ragazzi) che studiamo questa difficile monetazione. La invito a leggere la mia Sylloge Nummorum Etruscorum del MAF la cui uscita prevedo per la prossima primavera.
    4 punti
  7. Ciao Raffaele, di questa Variante ho solo la più comune ( già postata in un'altra discussione ) il 1857. La posto x condividerla con tutti voi, sperando di vedere altre Aquile Capovolte. Ciao a Tutti, Beppe
    3 punti
  8. Lavorando al medagliere del Museo Archeologico del Museo di Firenze, ho avuto modo di fare analizzare, dal CNR di Pisa, gli esemplari presenti e devo dire che sono risultati di fattura moderna. Oltretutto le monete etrusche che solo Populonia ha emesso in lega nobile sono in realtà in elettro 72/75 % oro e il 22/25 in argento e il resto in rame. Ho avuto anche la possibilità di vedere la corrispondenza fra l'allora direttore del Museo L.A. Milani al quale hanno rifilato falsi e invenzioni e sono a conoscenza anche del nome della persona che li vendette, ma che nella mia relazione non ho potuto citare per evitare querele, cosa già successa in passato ad una dottoressa della Soprintendenza. Rifacendo la Sylloge delle monete etrusche del MAF ho riscontrato altre monete false e invenzioni della seconda metà del XIX secolo e primi del XX. Spero che il nuovo catalogo italianao inglese che sto completando esca verso la primavera del 2022, e soprattutto spero che i famigerati leoncini e altre monete una volta per tutte sino eliminati dalla monetazione etrusca con la quale non c'entrano nulla. Stefano Bani
    3 punti
  9. Buonasera a tutti, un po' di Filippo II. Carlino sigle IAF/CI Magliocca 78 pag.128 Libro delle Vicereali. Ex Asta ACM 21 Saluti Alberto
    2 punti
  10. Ormai mi sono abbracciato la croce dell'eterna incompletezza ?
    2 punti
  11. Sì però................................... Personalmente non ci dormirei la notte con 700.000 euro di oro "buttati" in una teca in un capannone e ci avrei sicuramente messo a piantonarla una guardia giurata fissa pagata da me per stare più tranquillo. (Parliamo di un costo irrisorio di 300/350€ per un turno di 8/10 ore). Quando leggo di questi furti al Veronafil e simili a me pare che alcune persone vivano veramente nel mondo dei sogni per la superficialità con cui sottovalutano certe problematiche di sicurezza. Saluti Simone
    2 punti
  12. Incuriosito dal rovescio di questa bella moneta (complimenti a @horus1979) sono andato un po' a leggere qua e là. Questo e' un rovescio molto particolare. La moneta si riferisce alla campagna partica che Caracalla intraprese nel 215. L'imperatore, in un primo tempo, finse una alleanza coi Parti pianificando il suo matrimonio con la figlia del re, salvo poi rimangiarsi tutto e attaccare a tradimento arrivando fino a saccheggiare la capitale nemica Ctesifonte. Secondo il RIC, la figura di Venere si riferirebbe proprio al progetto di Caracalla di risolvere la questione partica con un matrimonio (che però mi sembra non si sia concretizzato); insomma, l'amore prestato alla guerra. Molto interessante e' poi il fatto che Venere sia rappresentata con attributi maschili tipici di Marte, dio della guerra; in effetti, Venere poggia, con un gesto quasi vezzoso, il gomito sinistro su uno scudo (mentre tiene un lungo scettro con la mano sinistra) e sorregge un elmo con la mano destra. Da notare, infine, i due prigionieri ai piedi della dea, probabilmente guerrieri parti con il cappello frigio. Buona serata da Stilicho
    2 punti
  13. @caravelle82 @numys Aspettiamo diametro e peso, se è un cartwheel con Giorgio III d'Inghilterra siamo di fronte ad un orrore doc da incorniciare. @ciccio 62
    2 punti
  14. Effettivamente, se ingoi uno sculger, un cin di reflusso credo sia cosa normale ?
    2 punti
  15. Qualcosa tipo questa: Ae4 Valentinien III (nummus-bible-database.com)
    2 punti
  16. Ciao a tutti, ciao @417sonia e @prtgzn proprio giovincello non sono, ma cerco di stare a galla, visto con certe tecnologie ci lavoro. - Quando fate una foto, i cellulari moderni "scrivono" con l'immagine anche informazioni dell'apparecchio ( vedi file EXIF), inclusa la posizione in cui si trovava al momento dello scatto (e non intendo il GPS ?, anche se queste informazioni a volte vengono inglobate) . - Windows legge il file CON le informazioni e mostra l'immagine come è stata effettivamente creata, per cui sembra tutto in ordine, ma non la ruota "fisicamente" nel file. --> Questo vuol dire che anche se la foto nel windows explorer viene mostrata correttamente, in un programma di fotoritocco viene mostrata "grezza" e perciò non sempre orientata correttamente (sembra anche che il forum non usi questa funzione) Non rimane che aprire le foto per es. in "Paint", di girarle correttamente e subito dopo salvarle (sovrascrivendo così le informazioni dell'immagine) Servus, Njk PS: per domande più specifiche fatemi pure un PM
    2 punti
  17. E mi sono dimenticato a scrivere che in ogni caso, colpa di quel "potrebbe", un 100 dinari con quel timbro non l'avrei comprato ugualmente. Bene! siamo già in quattro che rinunciamo a questo genere di biglietti, avere la serie (per chi ci tiene ad averla completa) non timbrata va benissimo, il 1.000 dinara è già di per se una banconota meravigliosa, in special modo se i colori sono rimasti vivi. Nel corso del tempo ne ho viste con il viso della Regina Maria devastata da quel timbro! un doppio orrore se falso, allora perchè possederla "deturpata" da quell'inchiostro? E' vero, con i timbri autentici la loro storia è diversa e particolare, ma mica possiamo collezionare tutto tuttissimo!
    2 punti
  18. Ciao gionnysicily, I falsari sono in grado di riprodurre perfettamente in laboratorio l’invecchiamento delle monete in ogni dettaglio con trattamenti di “artificial ageing” in cui vengono sottoposte a stress meccanici e termici. “Niente di scientifico”?! Ma questo è uno studio prettamente scientifico che prevede analisi ad ampio raggio con apparecchiature all’avanguardia nell’indagine dei materiali, utilizzate in un dipartimento universitario di fama internazionale. Le nostre sarebbero “Letture ‘di superficie’ che non sai fino a che punto siano affidabili.”?! Forse il tuo occhio è in grado di ispezionare l’interno della moneta? Noi possiamo dimostrare al momento su dati sperimentali inconfutabili che la superficie del diritto della dracma in esame non presenta la composizione elementale caratteristica degli esemplari autentici di riferimento, in quanto mancano elementi minori come l’oro e il bismuto, entrambi una specie di cartina di tornasole dell’argento antico, ai quali possiamo aggiungere il gadolinio. Anche il titolo dell’argento è più basso rispetto alle dracme autentiche e poi c’è quel silicio metallurgico che potrebbe essere usato nella pressofusione. Pensa poi se fosse presente anche nei tondelli e nelle monete provenienti dai laboratori dei falsari, che spero proprio di avere a disposizione in futuro per l’analisi. Se dalle prossime analisi SEM/EDS la superficie del rovescio e del contorno della nostra dracma presentasse la stessa composizione del diritto nei limiti dell’errore sperimentale, la misura della densità riferita al titolo dell’argento permetterebbe di verificare se questa composizione si mantiene anche nella massa o “bulk” della moneta. Se poi volessimo approfondire ulteriormente l’indagine dell’interno della moneta, potremmo passare all’analisi neutronica dalla quale si ottiene una TAC analoga a quella di una tomografia assiale computerizzata di un’area del corpo umano. Infine, senza nulla togliere all’importanza indiscussa della microscopia ottica in queste indagini, lo studioso del restauro di reperti archeologici si rivolge alla tecnologia moderna per conoscere perfettamente la natura chimica e la struttura cristallina del materiale in esame e a tale scopo utilizza di routine tecniche come la spettroscopia Raman, la spettrometria di fluorescenza X, la microscopia elettronica SEM/EDS, ecc. E questo a riprova della oggettività dei suoi risultati.
    2 punti
  19. Buona serata a tutti Tutti conosciamo il Grosso in argento,che nel periodo dei comuni a cavallo del 1200-1300 venne battuto più o meno in tutta la penisola coi simboli delle varie città di emissione. Per la zecca modenese son monete che si trovano con una certa facilità. Nello stesso periodo,e con lo stesso tipo di conio,vennero battuti anche i denari piccoli in mistura con un bassissimo contenuto d'argento (160/1000 di argento e 840/1000 di rame) che sono molto rari da trovare e ancora di più in condizioni dignitose. Sono più rari non tanto perché ne furono coniati meno ma perché nessuno ,visto il fino irrisorio,li ha "tesaurizzati", nascosti o murati per conservarli in tempi di calamità o guerre. 12 denari equivalevano ad un grosso. Questo è il primo esemplare che mi è capitato di vedere in mano e si è andato ad aggiungere subito in collezione vista anche la sua ottima conservazione. Moneta ben più rara di quanto dicano i cataloghi. Peso 0,55 grammi e 14mm di diametro. Cosa ne pensate? Vi piace? Grazie a tutti e un saluto Marco
    1 punto
  20. https://www.facebook.com/PistoiaCollexpo2020/
    1 punto
  21. È da tanto che, colpevolmente, non aprivo una discussione sul forum ma il mio tempo libero purtroppo/per fortuna è sempre meno e cerco di dividerlo adeguatamente fra le mie passioni ed interessi. Di recente c’è stata un’interessante asta che ha messo all’incanto un’intera collezione che ha creato bagarre fra numerosi collezionisti. Quello che mi ha piacevolmente colpito è stato l’interesse suscitato, oltre quello ovvio alla moneta, verso i cartellini della vecchia collezione. Solitamente quando si compra una moneta il tondello resta “anonimo”, riparte da zero nelle mani del suo nuovo possessore destinando all’oblio chi prima di lui ha curato e coccolato quella moneta, un triste destino per noi collezionisti. Un semplice pezzettino di carta che accompagna la moneta invece ha permesso di non far cadere nel dimenticatoio il precedente possessore, un dovuto rispetto a chi prima di noi ha permesso che la moneta sia finita in mano nostra. Insomma una sorta di immortalità oltre che per il tondello, anche per chi prima di noi lo ha avuto. Una visione forse un po’ troppo romantica e poco legata all’attuale momento storico del collezionismo in cui il pensiero predominante è dettato da due sole parole: “Quanto vale?”, ma permettetemi questa visione forse più adatta ai tempi che furono e nel vedere l’interesse per i cartellini, che spero non sia motivato dal pensiero di un surplus sul valore economico, mi ha fatto comprendere che qualche “vecchio romantico” numismatico ancora c’è e questo è un bene per la Numismatica. Fatta questa doverosa e piacevole premessa passerei a parlare di una moneta ora in mio possesso ma sui cui sono riuscito a ricrearne parte dei suoi passaggi di mano nel tempo. Chi mi conosce sa della mia passione mai sopita per i cavalli. La moneta del popolo per eccellenza ricca di tipologie e di innumerevoli varianti e questo la rende, a mio avviso, il motivo sul perché sia tanto apprezzata dai collezionisti. Ognuno di noi credo possa vantare di avere in collezione un esemplare particolare, raro, o magari non ancora censito. Avendo per scelta ridotto la mia raccolta a pochi esemplari e cercando di studiare a fondo queste poche monete, periodo storico compreso, mi capita sovente di vedere gli stessi esemplari transitare di asta in asta nel tempo a conferma che le monete restano… i collezionisti passano. La ricerca continua di esemplari da censire mi ha portato a scoprire diversi passaggi d’asta di una moneta ora presente nella mia collezione. Una semplice curiosità ma che fa apprezzare ancor di più questo piccolo tondello di rame passato di mano in mano per tanti anni alimentando anche, senza negarlo, un po’ di ego del sottoscritto inorgoglito sapendolo passato in alcune collezioni importanti del passato. La prima notizia su questo cavallo lo troviamo nel “ragionamento” di Giovan Vincenzo Fusco Intorno alle zecche ed alle monete battute nel Reame di Napoli da re Carlo VIII di Francia edito nel 1846 dalle stamperie del Fibreno a Napoli (il Fibreno è un breve corso d’acqua che scorre a pochi metri dalla mia casa natale… segno del destino? ?). Il “ragionamento” del Fusco, illuminante per l’epoca, non è però esente da qualche imprecisione in quanto questo cavallo viene riportato come battuto nella zecca di Capua. Ve lo presento: Da Fusco 1846, Tav. IV, nr. 3 Passano gli anni e si arriva al 1882 dove, per la legge di cui sopra che non ammette deroghe al fatto che le monete restano mentre i collezionisti passano, questo cavallo, assieme alle altre monete della collezione Fusco, viene messo all’incanto. Pur se nel catalogo della collezione la moneta non è riportata tra le poche e sicuramente più meritevoli di figurare nelle tavole, la sappiamo presente perché al lotto 2149 leggiamo la descrizione di 6 cavalli con relativi riferimenti ed uno di essi è riferito proprio al lavoro del Fusco, tav. IV numero 3. Non so chi abbia preso la moneta ma di certo dopo è finita nella collezione Cora perché nel successivo passaggio, cioè la vendita della collezione San Romé del 1924, la ritroviamo al lotto nr. 2343 proprio con l’indicazione del passaggio precedente (collezione Cora nr. 167). Con relativa immagine nelle tavole. Passano gli anni ed ecco che, all’inizio del nuovo millennio, la moneta viene riproposta in un listino di vendita della ditta Baranowsky di Roma. Un sorriso, una stretta di mano e da allora questo cavallo riposa con me. Per concludere questa è una mia storia ma sono certo che molti di voi ne hanno altre da raccontare. Vi invito a farlo in modo da non tagliare quel legame che unisce noi collezionisti di oggi con quelli del passato onorando la loro memoria. D.F.
    1 punto
  22. Lo sfingione alla palermitana....... Grazie! posso solo leccare il monitor!
    1 punto
  23. Buona Sera, per trovare la soluzione ho iniziato impostando un semplice sistema di equazioni che riprendesse in modo formale le informazioni fornite con la descrizione del problema. Il sistema, nella sua forma più semplice ai fini della ricerca del numero di monete, può essere scritto come: ( x – 5 ) / 7 = y ( x – 5 ) / 13 = z ( x – 5 ) / 17 = w y + z + w = 431 dove y, z e w sono i quozienti delle divisioni del numero totale di monete diminuito di 5 (resto di ciascuna divisione come specificato) risolvendo il sistema si trovano i valori delle incognite, il totale delle monete ( x ) e i valori dei quozienti. Cordialità
    1 punto
  24. 1 punto
  25. Seconda guerra mondiale Romania alleata dell'Asse Dopo la caduta della Francia in mano ai nazisti la Romania scelse l'asse come alleati, credeva nelle loro possibilità di successo e che in tal caso avrebbe potuto riottenere i territori precedentemente perduti. Nel giugno del 1941 schierò le sue forze armate a fianco di quelle degli altri paesi dell'asse partecipando all'operazione Barbarossa contro l'Unione Sovietica. Campagna di guerra che portò alla catastrofica disfatta dell'esercito rumeno, con quest'ultimo ridotto a pochi reparti decimati il Re Michele I decise diversamente le sorti del suo paese, così nell'agosto del 1944 firmò una resa incondizionata con Mosca schierandosi con essa contro i tedeschi. Con l'avanzata dell'Armata Rossa i nazisti cominciarono ad abbandonare il territorio, strategicamente disastroso per il Reich tedesco che faceva affidamento sulle ingenti risorse petrolifere rumene. Finita la guerra importanti aree territoriali della Romania vennero cedute all'Unione Sovietica, Michele I fu definitivamente deposto dai russi nel dicembre del 1947. 20 lei del 1945 con su raffigurato il Re Michele I di Romania (1921-2017)
    1 punto
  26. Buonasera, Asta NAC n. 69 del 4 Dic 2012 Lotto 742 aggiudicato per 475€ + dir Stesso esemplare pubblicato sul Magliocca a pag 173, n. 30 Lot 742. Napoli Da 3 cinquine, AR 2,04 g. PHILIPP III REX HI Busto radiato e corazzato a d., con colletto alla spagnola; dietro, F/C-C. Rv. + PAC ET IVST CVLTO Croce potenziata accantonata da quattro globetti, con altrettanti globetti alle etremità delle bracci. Pannuti-Riccio 21. MIR 213. Molto raro e in stato di conservazione insolita,. Patina di medagliere, Spl Ex HSA 26717
    1 punto
  27. Salve Silvio. I salti di conio... Il mio cavallo ha cinque zampe, e il tuo due code...
    1 punto
  28. Consiglieri ad @Acquavitus di chiedere la variazione del titolo, in quanto fuorviante, non si tratta di spese doganali, molto verosimilmete un errore, o peggio un raggiro. Saluti TIBERIVS
    1 punto
  29. Città del Vaticano - 2 Euro Commemorativo 2016 Giubileo della Misericordia Antoon Van Dyck ( 1618 ) San Martino di Tours ed I Mendicanti Zaventem - Chiesa di San Martino
    1 punto
  30. Sono contento per te,perchè meritano di stare con te??
    1 punto
  31. Complimenti veramente per la raccolta✌️
    1 punto
  32. Reflusso Se.... Appena vedi la mia risposta altro che acqua.......
    1 punto
  33. Penso di aver indovinato: cucchiaio .....ho sposato una veneta! Anche se a Venezia si dice scuger
    1 punto
  34. 1 punto
  35. Purtroppo sulle timbrature non sono preparato, non credo che volevano volutamente deturpare l'iconografia della banconota od il volto di un precedente regnante per annullarne la sovranità, o magari si, chi lo sa? certo che avevano a disposizione lo spazio chiaro destinato alla filigrana, ma al tempo era sicuramente più importante apporre il timbro che non badare a dove doveva essere posizionato. La vera piaga sono le banconote false stampate in tempi recenti, interessanti se d'epoca naturalmente, ma essendo questa serie comune non ci sono problemi, ma nello stesso tempo è anche un danno, nel senso che i biglietti comuni possono essere bersagliati tranquillamente con questi timbri non originali, ed il fatto che in certe banconote ne accresce il valore aumenta la pratica della contraffazione. Ne esistono di veramente pacchiane anche utilizzando timbri dell'epoca (vedi svastiche e similari) che nulla però hanno a che fare con una specifica motivazione storica. Se questa serie timbrata fosse molto comune non avremmo problemi come per le sovrastampe, l'esempio posto da @jaconico , non c'è proprio alcun problema, ma sempre e comunque perchè sono comuni. E come nota finale aggiungo che credo fermamente che in tutto il corso della mia vita collezionistica non vedrò mai e poi mai una banconota rara/rarissima volutamente deturpata con qualche timbro, francobollo, oppure "elaborata" da qualche agente chimico + diavolerie varie per renderla più "storicamente" interessante, non le toccano nemmeno! al massimo le migliorano più o meno maldestramente per migliorarne la conservazione. I biglietti comunissimi (il più delle volte circolati) invece costano/valgono poco e si prestano bene per queste insane fantasie... ps: come potevo avvertirti negli anni '90 se non eri ancora nato? ogni tanto ti scordi di avere 18 anni!
    1 punto
  36. Sembra di vedere anche la scritta PVB sul lato destro (VOT PVB), voto anch'io (per quanto possa valere il mio voto) per Valentiniano III ?
    1 punto
  37. 1 punto
  38. Complimenti, queste monetine così piccole quando sono in questa conservazione sono le mie preferite. Saluti Marfir
    1 punto
  39. Dell'opera di Tavernier ho da poco acquisito anche il tomo IV della terza edizione francese pubblicata a Parigi nel 1713, questo volumetto si caratterizza per la presenza nelle pagine finali di una saporitissima appendice numismatica corredata da 11 suggestive tavole illustrate in cui sono presentate le diverse monete circolanti nei paesi visitati dall'autore...
    1 punto
  40. DE GREGE EPICURI La porta del campo al rovescio, molto degradata e con due "torri" molto grosse, mi fa pensare ad alcuni nummi di Valentiniano 3°, ma senza alcuna certezza.
    1 punto
  41. Trovo i confronti istituiti da @gionnysicily alquanto stringenti. Vorrei però fare un ulteriore passo avanti analizzando la figura del Sileno. Il soggetto iconografico risulta attestato in varie area etrusca alla fine del VI secolo a.C. o poco dopo, epoca alla quale sembrano risalire le prime antefisse sileniche note in quest'area, ossia quelle del tempio del Portonaccio a Veio. In un periodo sostanzialmente coincidente sembra inquadrarsi la diffusione in ambito siceliota, dove trova largo utilizzo nella decorazione delle antefisse degli edifici sacri a Naxos, Siracusa e Camarina. Non mancano tuttavia attestazioni a Taranto, Medma e Locri. L’iconografia silenica più arcaica in ambito siceliota (fine del VI secolo a.C.) presenta un volto composto, quasi ieratico: barba regolare, folta capigliatura che copre l’alta fronte distesa, tratti somatici di stile severo ma senza sorriso arcaico. Successivamente (V-IV secolo a.C.) si afferma un altro tipo iconografico, documentato a Naxos e a Gela, in cui viene accentuata la natura ferina e bestiale del personaggio, con calvizie e barba folta e disordinata, fronte corrugata, naso camuso, labbra socchiuse in un ghigno con denti in vista. Antefissa a testa di Sileno da Gela (ca. 470-460 a.C.) https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Antefissa_a_testa_di_sileno,_470-460_ac_ca.,_da_gela_(M.A._Reg.le_gela).JPG Ora, se analizziamo con attenzione il tipo monetale, si nota una resa dell'immagine del tutto lontana da quelli che potevano essere i prototipi arcaici di fine VI sec. Il volto presenta una trattazione estremamente plastica, sia nella esecuzione e trattazione della barba che dei capelli, entrambi folti e, direi, in "accurato" disordine. La barba, in particolare, non ha nulla da invidiare (permettetemi la digressione ?) con un look maschile particolarmente in voga nei tempi odierni. Accurata risulta anche la resa delle orecchie ferine che concorre ad accrescere la grande perizia e il notevole livello qualitativo raggiunto dall'incisore che realizzò il conio. Sulla base di queste considerazioni e per quanto lo stile rappresenti un fossile-guida da utilizzare con le dovute cautele, l'analisi iconografica sembrerebbe penalizzare sia l'attribuzione di questa moneta ad un’epoca troppo alta (VI secolo) sia la sua collocazione in ambito siceliota e siracusano in particolare. Per quanto motivi silenici siano ampiamente diffusi, come abbiamo visto, nelle decorazioni architettoniche in Magna Grecia e in Sicilia e il tipo venga ripreso nel V secolo su serie di Aitna e di Katane nonché sugli hexas di Selinos, la raffigurazione sulla moneta in esame mal si armonizza con la temperie stilistica dell'epoca in Italia meridionale. E non solo, in quanto anche su monete di area orientale che riprendono il medesimo soggetto nella prima metà del V secolo le differenze appaiono non trascurabili. RN XXI, 2021, 208 Riguardo le peculiarità tecniche, ben evidenziate nei diversi interventi, lascerei da parte le prime emissioni veline, più prossime alle produzioni egee considerata anche l'origine etnica dei coloni, ed anche quelle di Selinunte. Trovo invece decisamente stringenti i confronti con le emissioni della regione attica a cui peraltro ben si aggancerebbe anche il peso dell'esemplare, benché non in modo discriminante considerata la diffusione del sistema ponderale in Occidente. Ovviamente potrebbe anche trattarsi di consonanze solo formali, “migrate” altrove dalla Grecia continentale. Certo è che un tondello di spesso e di foggia globulare con tipo ed etnico iscritti entro una forte depressione quadrangolare sono alquanto rare in Magna Grecia e in Sicilia. Le questioni restano molteplici e di non facile soluzione, tuttavia i campi di indagine fin qui analizzati consentono di formulare almeno due ipotesi: a) se dovesse accertarsi che l’etnico è e che quindi che la moneta venne emessa a e da Siracusa, ci troveremmo di fronte ad un ibrido, ossia ad un esemplare prodotto in ambito siceliota ma con forti reminiscenze tecniche di aree allogene. Resterebbe in ogni caso da spiegare la scelta dei tipi che non hanno seguito nelle produzioni monetali siracusane, e ciò anche nel caso si trattasse di un esemplare (unicum) coniato per celebrare un evento particolare. b) se l’etnico risultasse di diversa lettura in quanto parzialmente obliterato a seguito delle operazioni di battitura e/o per reincisione di una o più lettere (vedi la V) o per altri motivi bisognerebbe necessariamente valutare l’ipotesi di un’attribuzione della moneta ad area diversa da quella siceliota.
    1 punto
  42. 2016 5 euro argento dedicati a VILLA CICOGNA MOZZONI Villa Cicogna Mozzoni di Bisuschio, in provincia di Varese, è un complesso architettonico progettato ed edificato durante il rinascimento
    1 punto
  43. Nella prossima asta Pandolfini al lotto 43 è presente una osella in oro da 4 zecchini di Murano, presentata come falsa (base d'asta € 450). Prescindendo dal fatto che per me la maggior parte dei grandi moduli veneziani in oro potrebbe essere falsa, qualcuno sa la storia di questa moneta? Perchè mi pare ben fatta ed anche di peso corrispondente (g 14.11) e non capisco come sia stata riconosciuta (forse il committente ne aveva portato 4-5 cloni ... oppure i conii ... oppure sul contorno è scritto COPY ...) ... e poi si discute sui falsi Ducati Venier ... se questa è la qualità di un falso (verrà, temo, acquistata per rivenderla poi come autentica ...)
    1 punto
  44. Bronzo di Adriano (Sardi, Lidia) con il tempio di Afrodite a Paphos, contenente una pietra sacra conica con sopra una stella e un crescent; a sinistra e a destra una fiaccola accesa e una colonna; cortile semicircolare pavimentato e murato di fronte (Savoca, 28th Silver Auction). Roman Provincial Lydia. Sardeis. Hadrian AD 117-138. Bronze Æ 25mm., 9,77g. ΑΥ ΚΑΙ ΤΡΑΙΑΝΟС ΑΔΡΙΑΝΟС, draped, laureate and cuirassed bust left / ΠΑΦΙΗ СΑΡΔΙΑΝΩΝ, temple of Aphrodite at Paphos, in which conical xoanon with star and crescent above; to left and right, flaming torch and column; paved semi-circular walled courtyard in front. very fine RPC IV online 2401. Starting price: 75 EUR - Result: 160 EUR
    1 punto
  45. Gran bel grosso. Veramente in gran conservazione con bei rilievi!! Complimenti!
    1 punto
  46. Esponente di questa nobile famiglia di Bologna, Brancaleone ( 1220-1258 ) viene richiesto a Roma nel 1252 per porre mano allo riordino del governo dell' Urbe . In Roma nel 1143 è stato ricreato il Senato con 56 Senatori che, nel tempo dal 1191 si riduce ad un unico Senatore : la nuova repubblica senatoriale reggerà tra non poche difficoltà fino al 1354 . Brancaleone riceve la nomina a Senatore e, da buon conoscitore del suo tempo, accetta la nomina ottenendo in garanzia per la propria incolumità che alcuni membri delle famiglie influenti di Roma siano condotti a Bologna in ostaggio . Eletto poi anche Capitano del Popolo, Brancaleone si colloca tra le emergenti classi borghesi e popolari e lo strapotere delle famiglie nobili : contro queste ultime arriva a disporre l' esecuzione capitale di 2 esponenti degli Annibaldi ed ordina la distruzione di oltre 100 delle torri cittadine . Nel 1258, in missione lontano da Roma, Brancaleone muore improvvisamente, forse per veleno, forse per malaria : l' ammirazione del popolo romano gli viene testimoniata conservandone il capo in una teca posta sopra ad una colonna in Piazza del Campidoglio . La cosiddetta rocca Brancaleone, fortezza costruita nel 1457 in Ravenna, per alcuni dovrebbe il nome al ricordo di Brancaleone d' Andalò, conte di Casalecchio . Durante il suo governo, sono battuti in Roma al suo nome, interessanti e piuttosto rari grossi e mezzi grossi in argento .
    1 punto
  47. Pensavo di aver allegato anche il diritto, per le altre informazioni, rinviamo a domani
    1 punto
  48. Questa è una moneta del sirmium group. Certo non milano
    1 punto
  49. 1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.