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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/26/21 in tutte le aree

  1. Peso del Testone di Carlo Emanuele I - 1591 - g. 8,70 - Inedito al Catalogo Zavattoni
    4 punti
  2. Buonasera, i mie modesti Tornesi di cui condivido il solo dritto.
    4 punti
  3. Volevo segnalare su questa particolare emissione un ulteriore e recente articolo ad integrazione di quello di Arnold-Biucchi e Weiss: Virginia M. Lewis, Two Sides of the Same Coin: The Ideology of Gelon’s Innovative Syracusan Tetradrachm, in Greek, Roman, and Byzantine Studies, 59 (2019), pp. 179–201. https://grbs.library.duke.edu/article/view/16179/7212
    3 punti
  4. L’argomento di questa discussione e’ piuttosto complesso ed intricato, con ancora molti punti oscuri su cui si confrontano diverse scuole di pensiero, soprattutto inglesi e francesi. Io ho provato (nel mio piccolo di semplice appassionato) a scrivere qualcosa per presentare una mia moneta di recente acquisizione che mi ha spinto a leggere e a studiare un po’. Siamo nell’anno 269 d.C, nel cuore dell’Imperium Galliarum, il regno secessionista nato nel 260 durante l’impero di Gallieno e le cui redini erano state rette fino a quel momento (tra varie vicissitudini che esulano dalla nostra discussione) dall’usurpatore Postumo. Nel gennaio di quell’anno, il regno di Postumo fu minacciato da Leliano, una sorta di usurpatore dell’usurpatore. A quell’epoca Postumo coniava monete in due zecche, quella di Treveri (Mint I) e quella di Colonia (Mint II), quest’ultima aperta a dicembre del 268 con il trasferimento di una delle due officine operanti a Treveri. Leliano, nel corso della contesa, era riuscito ad impossessarsi della zecca di Colonia, iniziando a battere a sua volta moneta. Nello scontro, alla fine (metà febbraio del 269) , la vittoria arrise a Postumo che però ebbe una tragica fine; infatti, fu assassinato dalle sue stesse truppe che gli si erano ribellate perché aveva negato loro il saccheggio della città di Mogontiacum roccaforte dell’usurpatore Leliano appena sconfitto. A contendersi il potere ci furono due uomini. Uno era un ufficiale di nome Marco Aurelio Mario, un fabbro di umili origini che aveva poi fatto carriera nell’esercito. L’altro era Marco Piavvonio Vittorino che probabilmente era Prefetto del Pretorio di Postumo con il quale avrebbe certamente condiviso la sorte se fosse stato con lui a Magonza. Tuttavia, probabilmente era altrove ed essere lontano in quel momento non giocò a suo favore. Perché fosse lontano rimane un mistero. Il primo a muoversi fu Mario che, armi in pugno, occupò subito le due zecche allora attive di Treveri e Colonia iniziando a battere moneta, sia aurei che antoniniani, utilizzando anche (nella sola Colonia) il rovescio di Leliano, VICTORIA AVG, che propagandava un successo che Leliano appunto non avrebbe mai realizzato, ma che comunque ben si adattava alla speranza di Mario stesso: E Vittorino? Mario certo si era mosso per primo e possedeva le due zecche, ma Vittorino possedeva ancora l’autorità massima in quel momento in qualità di Prefetto del Pretorio e probabilmente il maggior sostegno militare e civile. La prova di ciò si ebbe nello sviluppo degli eventi. Mario, infatti, fu assassinato dalle sue stesse truppe ad esso ribellatesi e Vittorino rimase al potere senza apparentemente colpo ferire (maggio 269). Iniziò quindi a coniare radiati in maniera incisiva a Treveri con due rovesci, PAX AVG e FIDES MILITVM, il tutto i maniera chiara ed inequivocabile, un po’ come fossero il suo manifesto programmatico. Il ritratto e’ quello suo classico che conosciamo tutti, ovvero quello di un uomo con una lunga barba appuntita sul mento ed un naso ad uncino. Proprio dalle monete risulta chiaro quindi che Vittorino si doveva essere impossessato direttamente della città di Treveri, il principale centro geo-politico gallico. Gli zecchieri, quindi, sapevano chiaramente che nome avesse e che aspetto avesse e con i due rovesci dichiaravano espressamente che la guerra era finita e che le truppe erano fedeli. A Colonia la situazione era differente. Vittorino era lontano, la città non era stata ancora (per poco) occupata e, pertanto, le prime monete coniate a suo nome non mostrano l’effigie del nuovo imperatore, bensì un ritratto di Mario. Gli zecchieri di Colonia chiaramente, non sapevano nulla dell’aspetto che avesse Vittorino quando cominciarono a battere moneta in suo nome. Solo più tardi, ma man mano che riceveranno nuove informazioni circa suo reale aspetto, i loro ritratti cominceranno ad essere sempre più verosimili. I rovesci di Colonia hanno spesso toni conciliatori, rappresentando la giustizia, l’equanimità e il benessere offerto, tipo la SALVS AVG e la AEQVITAS AVG. Ed ecco, quindi , la mia AEQVITAS AVG con Vittorino che sembra Mario…. D/ IMP C PI VICTORINVS AVG: Busto di Vittorino, radiato e corazzato, a destra R/ AEQVITAS AVG: La Aequitas, stante a sinistra, con una bilancia nella mano destra ed una cornucopia nella mano sinistra Elmer: 701 Cunetio: 2562 Mairat: 641 Il rovescio AEQVITAS AVG fu l’ultimo rovescio introdotto da Mario ed il primo ripreso da Vittorino per quella zecca; un po’ quello che era avvenuto con lo stesso Mario che aveva ripreso l’ultimo rovescio di Leliano. Ecco poi un esempio di SALVS AVG di Vittorino con effigie di Mario: Ed ecco Vittorino con le sembianze tipiche di Vittorino: Perché sei tu, Vittorino! Riferimenti: Marsden: The Gallic Empire, part 2: Victorinus Gricourt-Hollard: Les prodictions monétaires de Postume en 268-69 et celles de Lelien (269): Noivelles propositions M. Thys: le type AEQVITAS dans le monnayage de Marius, BCEN vol.50 n°2, 2013 Un ringraziamento particolare all'amico e collega Curatore @grigioviola. Buona notte da Stilicho
    3 punti
  5. Ciondolo in avorio di mammut risalente a 41.500 anni fa Epocale scoperta archeologica: un ciondolo in avorio di mammut risalente a 41.500 anni fa cambia la storia del moderno Homo sapiens in Europa Il ciondolo, di forma ovale con margini arrotondati, due fori praticati a decorazione, è la prova che il moderno Homo sapiens arrivò in Europa prima di quanto si pensasse Le tracce dell’arte mobiliare e dell’interesse verso la cura del corpo sono associate alle innovazioni culturali introdotte dall’Homo sapiens all’inizio del Paleolitico superiore. In una recente scoperta pubblicata su Nature, un team di ricercatori guidato da Sahra Talamo, riporta la scoperta del più antico ornamento punteggiato modificato dall’uomo mai conosciuto; si tratta di un ciondolo in avorio decorato risalente al paleolitico e rinvenuto nella grotta di Stajnia in Polonia. I ricercatori hanno anche descritto le caratteristiche di questo pezzo unico, come il contesto stratigrafico e i dettagli della sua datazione cronometrica. Il ciondolo della grotta di Stajnia è un oggetto personale, un “gioiello” creato 41.500 anni fa (alla data precisa si è riusciti a risalire grazie al radiocarbonio). Si tratta del più antico ornamento conosciuto nel suo genere in Eurasia e stabilisce direttamente una nuova data di inizio per una tradizione collegata alla diffusione del moderno Homo sapiens in Europa. L’emergere della decorazione e dell’ornamento del corpo umano è considerato una delle prime manifestazioni del comportamento simbolico, segnando l’inizio dell’identità etnolinguistica e della complessità sociale nell’uomo. I tempi in cui e dove gli ornamenti personali sono apparsi nella documentazione archeologica sono importanti per ricostruire le traiettorie del pensiero astratto degli umani arcaici e comprendere come le rappresentazioni figurative variassero nel tempo. In Europa era documentata la più antica testimonianza di ornamento del corpo risalente al Paleolitico superiore iniziale, trovata a Bacho Kiro, in Bulgaria, per il quale sono stati lavorati diversi denti di carnivori trasformati in ciondoli. Un successivo progresso tecnico è registrato nell’Aurignaziano Antico, quando l’avorio di mammut iniziò a essere manipolato per la produzione di ciondoli e arti mobili. All’interno di questi nuovi accessori, un nuovo tipo di decorazione emerse su alcuni ornamenti in Francia sudoccidentale. Finora, la maggior parte di questi ornamenti iconici sono stati recuperati durante scavi più antichi dei ciondoli stessi. Quindi, la loro attribuzione cronologica si basa solo sul contesto stratigrafico piuttosto che direttamente sulla datazione. Recenti programmi cronometrici hanno però prodotto risultati contraddittori che confermano la provenienza imprecisa dei campioni raccolti durante precedenti lavori sul campo. Questa situazione rende la ricostruzione dell’emergere dell’aumento dell’interesse verso l’ornamento del corpo umano e la discussione sull’epicentro della diffusione dell’arte mobiliare in Europa oggetto di accesi dibattiti, lungi dall’essere risolti. In questo contesto si inserisce il ciondolo e il punteruolo scoperti nella grotta di Stajnia. Il ciondolo è caratterizzato da una forma ovale con margini arrotondati, due fori praticati e decorazione costituita da motivi di punture sequenziali. Il pezzo più grande del ciondolo è 4,5 cm di lunghezza e 1,5 cm di larghezza, mentre lo spessore varia tra 0,36 e 0,39 cm. C’è una perforazione completamente conservata visibile sul pezzo più grande, situato vicino al centro del manufatto ricostruito, vicino al suo bordo superiore. Un altro foro, inizialmente localizzato in prossimità del bordo opposto del manufatto, è in parte conservato. L’ornamento è in parte distrutto dall’esfoliazione avvenuta in prossimità del foro 1. La microscopia elettronica a scansione (SEM) è stata condotta per verificare il carattere artefatto delle caratteristiche osservate e per identificare la tecnologia utilizzata per la loro fabbricazione. L’analisi SEM indica che la superficie dorsale del ciondolo non presenta evidenti tracce di preparazione intenzionale precedente la creazione delle punture. La puntura ventrale, invece, presenta tracce di levigatura che sono lineari e parallele all’asse maggiore del manufatto. In sostanza, il foro 1 e il foro 2 sono stati fabbricati artificialmente perforando da entrambi i lati, risultando in una forma biconica in sezione trasversale. La maggior parte delle forature sono simili in termini di contorni e sezioni trasversali, il che rende altamente probabile che tutti siano stati realizzati con lo stesso strumento, probabilmente in un tempo relativamente breve. Una chiara evidenza di lavorazione dell’osso è mostrata nella faccetta inferiore, che ha bordi affilati verso entrambi i lati e la punta rotonda mostra segni di usura. L’analisi zooarcheologica mediante spettrometria di massa (ZooMS) rivela che il ciondolo è fatto di avorio di mammut e il punteruolo di osso di cavallo. Il motivo decorativo è una delle innovazioni artistiche che si sono sviluppate durante l’Aurignazia antica in Europa e nelle pianure russe. Fino ad ora queste raffigurazioni sono sempre state interpretate come conteggi di caccia, sistemi di conteggio aritmetici o notazioni lunari, mentre altri avevano sicuramente scopi meramente estetici. Una precisa contestualizzazione interculturale dell’emergere dell’arte mobiliare e dell’aumento della cura del corpo, specialmente in Europa, richiede la datazione diretta al radiocarbonio di alcune di queste figurine e ornamenti per risolvere le questioni dibattute riguardanti la contemporaneità e le connessioni socio-culturali tra i gruppi di Homos sapiensall’inizio del Paleolitico superiore. Indagare sull’arte paleolitica usando il preciso ticchettio dell’orologio al radiocarbonio è impegnativo, soprattutto quando comporta la distruzione di manufatti preziosi e unici. “Tuttavia – spiegano gli autori dello studio –, combinando il radiocarbonio aggiornato pretrattamento, la spettroscopia NIR pre-screening per quantificare in modo non distruttivo la conservazione del collagene e gli ultimi progressi strumentali AMS, con la nuova calibrazione IntCal2021, possiamo superare le precedenti limitazioni alla datazione diretta di piccoli ornamenti di grande pregio e invece associarli direttamente a una data al radiocarbonio di precisione centuriale. L’età di circa 41.500 del pendente in avorio decorato dalla grotta di Stajnia sottolinea l’importanza di datare direttamente l’arte mobiliare per risolvere l’intrigante enigma dell’emergere del comportamento simbolico e moderno nella corso dell’evoluzione umana”. https://www.meteoweb.eu/2021/11/scoperto-un-ciondolo-in-avorio-di-mammut-risalente-a-41-500-anni-fa/1741495/
    2 punti
  6. Dal catalogo "Masterpieces ......Cabinet W", N. Y. 2012, migliori fotografie dell' esemplare e l' analisi del medesimo che lo accompagnava . p.s. : l' annotazione dei realizzi è parte del catalogo .
    2 punti
  7. Magari è solo dovuto al fatto che fosse una "variante" (quindi qualcosa di non troppo "diverso" da ciò che già avevi) e ti ha entusiasmato di meno. O, forse, la specializzazione della collezione non è più il tuo principale interesse. Io, per esempio, sono un pessimo collezionista: la specializzazione della raccolta non fa per me, preferendo raccogliere monete in modo trasversale, legate da un sottilissimo filo conduttore (storico/economico/sociale). Cambiare un po' settore potrebbe fare bene
    2 punti
  8. Esemplare @numa numa assolutamente atipico e mai ripreso per Siracusa : tuttavia l'etnico SYRA parrebbe dirimente .
    2 punti
  9. Salve segnalo : Vincenzo Castelli, Luciano Giannoni, Renato Villoresi, LE MONETE DELLA REPUBBLICA DI SIENA RITIRATA IN MONTALCINO, Edizioni D’Andrea, dicembre 2021, 66 pagine, € 16. In questo lavoro gli autori prendono in esame la monetazione della Repubblica di Siena ritirata in Montalcino (1556-1559), proponendo un Corpus di tali emissioni e realizzando lo studio dei conî sia da un punto di vista tipologico che statistico. Da quest’ultimo emerge che la Zecca di Montalcino, di cui era stato nominato responsabile Agnolo Fraschini, già titolare di quella di Siena, avrebbe realizzato un numero notevole di conî dei quali probabilmente soltanto una metà circa è individuabile, essendo state le monete di Montalcino colpite da una damnatio memoriae con la quale Cosimo I volle cancellare ogni ricordo di un eroico quanto sfortunato tentativo di salvare le istituzioni e la storia della Repubblica senese. Si è cercato infine di fornire alcune precisazioni attorno alla vexata quaestio delle quadruple, da alcuni studiosi considerate solo dei falsi ottocenteschi. Il presente lavoro è un estratto del contributo tratto da Aspetti di storia della Toscana attraverso monete e medaglie, curato da Massimo Sozzi ed edito dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici. L’opera sarà presentata a Montalcino sabato 18 dicembre, alle ore 16:00, presso il Museo Civico e Diocesano d’Arte Sacra di Montalcino.
    2 punti
  10. 2 punti
  11. Analisi a raggi X della dracma di Apollonia pontica al post # 37 Ho avuto a disposizione i dati SEM/EDS di dieci dracme autentiche della stessa tipologia di quella da analizzare contenute nel database di Ilya Prokopov, dai quali ho ricavato un tipico modello di autenticità della moneta in termini di composizione elementale quali e quantitativa riportato in tabella I. I risultati della nostra analisi SEM/EDS condotta su cinque siti del diritto della dracma in esame (v. sotto l’immagine a elettroni retrodiffusi) hanno dimostrato la presenza dei sette elementi elencati in tabella II con media e deviazione standard delle rispettive percentuali in peso. Dal confronto con i dati-modello di autenticità si vede che il titolo in argento della nostra dracma è significativamente inferiore. Inoltre sono assenti oro, bismuto e gadolinio, i primi due elementi caratteristici anche dei tetradrammi imperiali macedoni di Anfipoli coniati con l’argento estratto dalle miniere del Pangeo. La presenza del silicio in percentuale più alta rispetto agli altri elementi minori in assenza di ossigeno esclude che il silicio provenga da depositi superficiali di silice (SiO2) o da silicati di magnesio e alluminio come Mg3Al2(SiO3)6. Da qui l’ipotesi che si tratti del silicio di grado metallurgico (MGS) puro al 98% che si ottiene per riduzione della silice con il carbonio a temperature superiori a 1900 C. In questo stato solido il silicio potrebbe trovare impiego negli stampi per pressofusione realizzati allo scopo di reggere le temperature e pressioni esercitate nella fase di fusione per riprodurre le monete antiche. Sarebbero necessarie informazioni riguardo a questa eventuale applicazione o ad applicazioni analoghe del silicio. Questi dati sperimentali depongono per la non autenticità della dracma in esame. Oltre a completare l’analisi SEM/EDS su altre zone della moneta, abbiamo programmato di estendere lo studio a una dracma “light” della stessa tipologia “faccia frontale di Medusa/ancora all’insù” e a una dracma di tipo “ancora con crostaceo a destra/svastica ribaltata con delfini negli angoli”, entrambe della stessa provenienza di quella in esame.
    2 punti
  12. Grazie, sono interessato solo alla corretta identificazione della moneta, non certo al valore economico......poi a furia di esaminare questa ed altre monete (ne posterò una in particolare nei prossimi giorni sulla quale ho vegliato le notti serene per cercare di identificarla...) mi sto veramente appassionando a queste ricerche che non rimangono limitate alla moneta in sè ma abbracciano molti altri campi di indagine... Buona notte ? jukes19
    2 punti
  13. Per le parpagliole coniate sotto Filippo II i pesi censiti, non il peso di riferimento, per monete originali (collezioni private, Civiche Raccolte Numismatiche di Milano, etc.) il peso massimo massimo rilevato è di g. 2,85. Per la specifica tipologia dei conii di questa parpagliola, CARONNI 201, il peso massimo rilevato è g. 2,85 (la media è sui g. 2,40). Quindi il peso di g. 3,09 fa pensare ad una contraffazione, ne posseggo una dal peso di g. 3,15 (di seguito illustrata), anche dal fatto che presenta parti di argentatura (attorno alla Provvidenza e all'interno dello stemma di Milano) pratica di "sbiancatura" utilizzata dai falsari per rendere l'aspetto della moneta, coniata/fusa in rame, più simile all'originale. Di seguito il mio esemplare che per conii più si avvicina alla parpagliola da classificare, coniata in rame e con ancora tracce di argentatura peso g. 3,15
    2 punti
  14. 2 punti
  15. Stessa descrizione ma un diverso valore da quello già presentato 1000 dracme e 500 dracme. Seconda Guerra Mondiale Occupazione italiana delle Isole Jonie - 50 dracme del 1942
    1 punto
  16. Io non ho mai visto foto peggiori di queste. È impossibile dare una corretta valutazione della moneta ed anche per leggere la legenda si va ad interpretazione. Per valutare delle monete servono foto chiare altrimenti si parla di niente. Marco
    1 punto
  17. Salvo errore, mi sembra che sul catalogo lamoneta Milano non sia ancora presente. Ti posto il riferimento del MIR.
    1 punto
  18. le foto dei fratelli Lumière erano migliori.
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  19. Occhiello da telone e piombino da salame per me... leggo Cremona..
    1 punto
  20. Ciao! Mi permetto di fare una addenda, anche se in Wikipedia il nome è stato "italianizzato" in missoltini; più che in salamoia, sono pesciolini essiccati: https://it.wikipedia.org/wiki/Missoltini e poi nella pagina di Wikipedia c'è un rimando "gustoso", dal punto di vista numismatico, che riguarda il Medeghino, del quale c'è una bella discussione: scusate l'intromissione. saluti luciano
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  21. Salve a tutti, amici da questo forum. Poco tempo fa, avevo acquisto questo quarto di Carlo II, coperto d'ossidi di rame che non permettevano di leggere le leggende e sopratutto le sigle della zecca e del zecchiere. Dopo una pulizia piuttosto vigorosa, l'dentificazione mi sembra possibile: Quarto IV tipo di Carlo II, TGC, zecca di Torino. Ho visto sul catalogo che la rarita era R3. Come sempre avanti di classificarla, è molto meglio d'avere i vostri pareri.
    1 punto
  22. RIMANEGGIARE STORIE Buona serata da Stilicho
    1 punto
  23. Ciao Alain Hai sicuramente fatto un buon lavoro per recuperare la moneta che è rara e meritava il lavoro ed il tempo che gli hai dedicato! Classificata esattamente con il mir, adesso Cudazzo sulla sua ultima pubblicazione ha diviso i quarti di Carlo Il in diverse tipologie rispetto la loro zecca di produzione. Quarti di Savoia Quarti di Nizza Quarti di Aosta Quarti di Piemonte A mio parere un po' eccessiva come divisione, comunque questa è ora la sua nuova classificazione... Come detto ora il tuo è classificato come Quarto di Piemonte del III tipo. Ti allego la pagina del Cudazzo per fartela catalogare.. come sul MIR è indicata come segno di zecca molto raro! Un abbraccio amico mio!
    1 punto
  24. Filippo II (1556-1598) MIR 328 D/MEDIOLANI D R/PROVIDENTIA
    1 punto
  25. Grazie Valteri è quello, e vedo che avevi anche segnato il realizzo (peccato manchi solo il nome :))) Ma approfondiamo un momento l'etnico. Il sigma è di una tipologia di quella dei tetra arcaici postati all'inizio della discussione. La distanza temporale è di poche decine di anni, e allora come mai questa differenza di stile epigrafico cosi radicale. Notare anche le differenze nella 'R' e nella A. Mentre nelle 'V' mi pare di notare come una 'gambetta' ulteriore ma la qualità della foto è troppo bassa per poter dire qualcosa con piu' precisione. Infine se guardiamo allo stile, metallo, compattezza, conio, finezza di dettagli etc. tra le emissioni cd arcaiche e questa, di poco successiva, sembra passare un mondo. Non ho il Boheringer a portata di mano ma quali altre tetradracme sono state battute all'inizio del V secolo che possono essere messe a paragone di questa ?
    1 punto
  26. Giusto. Si può anche seguire una scorciatoia considerando che, se Marco avesse solo motociclette, le ruote dovrebbero essere in tutto 45 x 2 = 90. Invece vi sono 108 - 90 = 18 ruote in più, da cui 18/2 = 9 automobili e quindi 36 motociclette. apollonia
    1 punto
  27. esatto, una la tengo, grazie grazie infinite, controllerò
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  28. Non c'è nulla neanche sul Crawford. Per il monetiere del denario RRC 257/1, si limita a dire che il monetiere non è altrimenti noto. Mi dispiace
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  29. Caro Dux mi è ricapitato il tuo intervento sopra e ho esaminato con piu' attenzione i particolari dei due pezzi che confronti. Al di là del diverso 'medio', argento in un caso bronzo nell'altro, è sorprendente la similarità di trattamento dei ricciolidei capelli nelle due immagini della ninfa. Mi domando, e domando agli altri esperti, se qualcuno abbia trattato le emissioni enee siracusane ma , al di là dei classici repertori (MIni', Gabrici, Calciati) credo non vi sia stato nessuno studio critico di queste emissioni.. Se qualcuno avesse dei riferimenti ...
    1 punto
  30. Scusami, ma ti avevo linkato la sezione del Forum appositamente... perchè non inizi a leggere con calma e attenzione? Vedrai che usciranno fuori discussioni che possono aiutarti a saperne di più... Non è la mia area di competenza, ma da una prima e veloce scorsa, mi sono saltate all'occhio queste due discussioni: Il Forum inoltre è dotato della funzione RICERCA (in alto a destra); inserendo dei termini da ricercare vengono estratte le relative discussioni. Insomma, dedicando il giusto tempo, attenzione e calma, le informazioni ci sono Buono studio!
    1 punto
  31. Di certo non è proof. Le misure che riporti non sono congruenti. https://it.ucoin.net/coin/usa-20-dollars-1904/?cid=44068 Ora, per avere certezze senza doverla saggiare, dovresti portarla ad un operatore abilitato al commercio di oro monetato (trovi elenco sul sito della banca d'Italia). La riconoscerebbero per ciò che è facilmente. Una volta accertata potrai decidere se lasciarla, tenerla o cederla eventualmente ad un compro oro perché vada fusa. Buona giornata
    1 punto
  32. Troppo poco argento per essere cristalizzata. Credo che l'aspetto derivi da una pulizia chimica troppo invasiva. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  33. Filippine, 10 piso 2015 Commemorativa del 150° anniversario della nascita di Miguel Malvar . generale nella guerra filippino-americana (1899 - 1902)
    1 punto
  34. la dicitura sul lato madonna credo sia SINE PEC ORI CO concepita senza peccato originale
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  35. Ciao Liutprand, so che hanno trovato un sacco di monete, alcune ben conservate, ma niente tesoretti. Visitando lo scavo mi hanno mostrato alcune cose... ancora non c'è nulla di pubblicato in merito. Magdi
    1 punto
  36. Seconda guerra mondiale Occupazione della Grecia - 50 dracme del 1939 Riguardo le banconote annullate tramite questi fori ho trovato una corrispondenza nel web: Il governo ellenico, nell'imminenza della resa delle truppe greche, aveva disposto (25 Aprile 1941) l'annullamento delle giacenze di banconote emesse dalla banca nazionale affinchè non cadessero in mano all'occupante.
    1 punto
  37. Salve @fapetri2001 Z & D potrebbbe essere la sigla di una Ditta, una Società, mentre la lettera isolata P non fa corpo con le prime due. Mi incuriosiscono i due elementi che isolano la P dalla sigla, non mi sembrano elementi grafici separatori, mi ricordano quei dati filettati con le alette laterali ma credo sia pura fantasia. Mi spiace non saperti dire nulla su questo gettone, ma non amo lavorare di fantasia... Buona serata.
    1 punto
  38. Medaglia devozionale ottagonale, bronzo/ottone. fine XVII sec. - Roma.- D/ L'Immacolata Concezione stante in piedi con le mani congiunte al petto, in ellisse di raggi e aureolata da stelle.- Calice con L'Eucarestia di stile barocco (romano) con all'interno il trigramma di S. Bernardino IHS, anepigrafe. non comune.- Ciao Borgho
    1 punto
  39. Infatti non si tratta di un falso numismatico ma di un falso d'epoca. Cioè falso realizzato a scopo di frode ai tempi in cui quella moneta aveva corso legale. Come gli euro falsi fatti dai falsari al giorno d'oggi... In quanto falso d'epoca è comunque un oggetto con un legame a quel periodo storico e comunque riveste un certo interesse presso i collezionisti di falsi d'epoca. Potrebbe paradossalmente valere più in quanto falso d'epoca che in quanto moneta originale in questa conservazione.
    1 punto
  40. Quindi il mio dubbio sul peso non era poi così fuori strada!
    1 punto
  41. Siamo sempre in tema di votazione. Di questa moneta si era parlato qui: E qui, in riferimento ai legami con una serie imperiale: Una moneta davvero ricca di storia. Buona serata da Stilicho
    1 punto
  42. Posto l'unico assegno che ho diverso dalla Banca d'Italia, per poi ritornarci di nuovo con altre tipologie. Naturalmente l'ho preso (più che altro pescato) per un motivo ben preciso, a sinistra vi è raffigurato il 'Genio' (Palermo - Villa Giulia seconda metà del '700), giusto per il legame che ha con le banconote del Banco di Sicilia. La stessa immagine su una mia banconota. Fontana del Genio
    1 punto
  43. Buonasera a tutti, ho fatto una foto d'insieme dei miei Tornesi con Tosone di Filippo IV ne manca uno all'appello , non capisco dove sia andato a finire? Non sono un granché come conservazione, ma visti insieme fanno un bell' effetto. Saluti Alberto
    1 punto
  44. Grecia - 2 Euro Commemorativo 2015 75° Anniversario della Morte di Spyros Louis Egli è il vincitore nella gara della maratona della prima olimpiade dell'era moderna, ad Atene nel 1896. Svoltasi su di un percorso analogo, la gara volle rievocare l'epica corsa di Filippide da Maratona ad Atene per annuciare la vittoria sui persiani. L'attuale distanza di 42,195 Km venne introdotta nel 1921. Questo è il trofeo, interamente in argento, con cui venne premiato e fu realizzato da Michel Breal.
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  45. assai interessante quanto noti Archestrato. In effetti riguardando il Calciati, per curiosità, e stimolato anche dalla richiesta di @Giov60, l'autore cosi si esprime: "l'emissione viene attribuita ad Exakestidas - sulla base di molti esemplari firmati... tuttavia vi sono molti esemplari che evidenziano tracce di firma non riconducibili ad Exakestidas". Inoltre aggiunge: "l'esame stilistico di molti esemplari rivela differenze cosi sostanziali che è certo l'intervento di altri incisori". Calciati illustra molti esemplari del tetras con pesi tutti attorno ai 2 gr., ma di stile molto piu' povero rispetto all'esemplare, straordinario, di Artemide. Inoltre, noto io, gli esemplari firmati citati nel Calciati riportano le iniziali EX oppure IM (incisore sconosciuto) ma sempre solo nel campo. Possiamo osservare che il valore del pezzo Artemide non risiede solo nella conservazione ma soprattutto anche nello stile, assai diverso dai pezzi illustrati nelle varie Sylloge citate e nel Calciati. Si pone quindi la questione se appartenga ad un'emissione particolare di questi tetras curata in modo differente rispetto agli altri conosciuti, e a questo punto occorrerebbe ipotizzare realizzata da chi e forse anche 'perché'/'per quale occasione' realizzarne una cosi fine. Infine, una domanda che mi sono subito posto: qual'è la provenienza del pezzo Artemide? A tale proposito ho fatto qualche indagine fra le collezioni di bronzi piu' selezionate passate e ho trovato che la Virzi aveva diversi esemplari di questi tetras, uno dei migliori è descritto come passato successivamente nella collezione di David freedman (Triton V) una delle piu' pregevoli raccolte se non la migliore per i bronzi greci dopo la Virzi'. Freedman aveva due esemplari del tetras, uno proveniente da una vendita Sternberg (XVI del 1985 - lot 74) di stile 'normale' e un'altra di stile piu' raffinato, simile a quella Artemide ma meno conservata (tale esemplare è citato come Virzi n. 1485 ma non corrisponde alle tavole fotografiche della collezione Virzi). Anche Laffaille, altra straordinaria collezione di bronzi greci aveva un esemplare del tetras, che descrive come dionkion, proveniente anch'esso dalla vendita Sternberg del 1985 (lotto 73), anch'esso di stile 'basso'. Infine nella vendita Virzi (Bank Leu n. 6 del 1973) al n. 215 compare un tetras con Aretusa in ottima conservazione ma non dello stile piu' raffinato (anche se comunque bellissimo anche questo). Ho riguardato anche le tavole fotografiche della collezione Tom Virzi (pubblicate privatamente) ove sono riportati ben 8 tetras con Aretusa frontale, ma nessuno (almeno a giudicare dalle foto che comunque appaiono molto nitide e ben fatte) dello stile dell'esemplare Artemide. Nella Sammlung Ludwig (coll. Athos Moretti) è riportato un esemplare, ex collezione Pozzi, del tetras del peso di gr. 2.37 (ingrandimento alla Tav. 38) di ottima conservazione ma di stile piu^severo rispetto all' esemplare Artemide. E' interessante pero' la nota dove il compilatore suggerisce che per questi bronzetti, assieme ad alcune rarissime litre, gli incisori si siano ispirati alla tetradracma dell'aretusa frontale di Cimone. Un altro esemplare ancora viene riportato nelle tavole del Cammarata alla Tav. II, 32 (pessime foto ma bellissime monete) , di nuovo un esemplare in alta conservazione ma, di nuovo, non del medesimo stile di quello Artemide. Il Rizzo (gigantesco Rizzo!) alla Tav. 48 illustra tre esemplari, di cui uno , la n. 24, sembra finalmente appartenere allo stile del tetras Artemide per la finezza del tratto. Rizzo, riferendosi a questi esemplari suggerisce la possibile attribuzione ai maestri firmanti menzionando Eukleidas e Kimon, anche se in realtà non sembra voler/poter approfondire troppo la questione, interessandosi maggiormente alla produzione argentea. § Ricapitolando, da un esame veloce (e quindi potenzialmente fallace e sicuramente parziale) dei tetras con Aretusa frontale citati nelle varie bibliografie e riportati nelle principali opere e cataloghi delle varie aste/collezioni, parrebbero tre gli esemplari che possono ascriversi a questo stile particolarmente fine (che potremmo definire 'sognante' del volto della ninfa) : Rizzo Tav. 48, 24; l'esemplare ex Freedman (Triton V, 235) ; e l'esemplare Artemide.
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  46. Un ringraziamento anche a te che sei passato di qua, invece di credere alle minchi@te riportate su siti non specializzati o in quelli in cui è permesso vendere a prezzi assurdi senza fondameno alcuno. Alla prossima e buona serata.
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