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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/23/21 in tutte le aree
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Quinta coalizione e battaglia di Wagram Alla luce delle impreviste difficoltà avute nel tentativo di conquista del territorio spagnolo, Napoleone fu costretto a spostare una parte consistente delle proprie truppe dal fronte orientale verso Madrid. Gli austriaci videro questa mossa come un’opportunità da cogliere al volo e attaccarono il fianco lasciato scoperto, entrando in Baviera il 10 aprile 1809. L’attacco dell’Austria, alleatasi con la Gran Bretagna nella cosiddetta “quinta coalizione”, colse abbastanza di sorpresa i francesi. Ciononostante, la Grande Armée, guidata dai suoi più abili marescialli (primo fra tutti Davout), riuscì a difendersi bene e a contrattaccare rapidamente. Napoleone stesso raggiunse in breve tempo il fronte e il 13 maggio riuscì, addirittura, ad entrare a Vienna. Presa la capitale, sembrava ormai una guerra destinata a concludersi in fretta ma, in realtà, la vittoria era ancora lontana dal realizzarsi. Difatti, le forze austriache, capeggiate dall’arciduca Carlo, non erano ancora state definitivamente sconfitte sul campo di battaglia. Napoleone intercettò, quindi, gli austriaci sulle sponde del Danubio, affrontandoli nei pressi dei villaggi di Aspern ed Essling. L’arciduca Carlo aveva scelto questo luogo non a caso: i francesi dovevano attraversare il Danubio per raggiungere gli austriaci e, come potete immaginare, per spostare decine di migliaia di soldati, cavalli e cannoni, ci vuole del tempo. Perciò, mentre le prime linee dell’esercito francese si trovavano già ad Aspern ed Essling, i restanti corpi d’armata dovevano ancora attraversare il fiume. Il piano degli austriaci era tanto semplice quanto efficace: tenere divise le forze francesi, ostacolandone il più possibile l’attraversamento. Per far ciò, colpirono i fragili ponti in legno, utilizzando una serie di chiatte cariche di esplosivi. In questo modo, la retroguardia avrebbe impiegato ancora più tempo per riunirsi alle truppe che avevano già attraversato il ponte. Queste ultime, invece, si trovavano in trappola: senza rifornimenti, bloccati alle spalle e costretti ad affrontare un nemico in superiorità numerica. Battaglia di Aspern-Essling (21-22 maggio 1809) La battaglia di Aspern-Essling fu dura e costò la vita a migliaia di soldati di entrambi gli schieramenti. I francesi, pur resistendo faticosamente alle ondate austriache, furono alla fine costretti alla ritirata. La vittoria austriaca, però, non risultò decisiva: anche l’esercito dell’arciduca Carlo era esausto e non ebbe la forza necessaria per lanciarsi all’inseguimento del nemico in fuga. Ciò permise a Napoleone di riorganizzare le proprie truppe e di vendicarsi per lo smacco subito. Dopo circa sei settimane di preparativi, i francesi erano pronti per dare nuovamente battaglia. Questa volta Napoleone non voleva rischiare di commettere ulteriori passi falsi. Attraversò, quindi, il Danubio alla testa di un esercito forte di oltre 160.000 uomini, scontrandosi a Wagram contro circa 140.000 austriaci. Fu una battaglia epocale, probabilmente la più grande che si fosse mai vista in termini numerici. Napoleone alla battaglia di Wagram (5-6 luglio 1809) Dopo due giorni d’intensi combattimenti, Napoleone riuscì a sconfiggere definitivamente gli austriaci, costringendo l’arciduca Carlo prima alla fuga e poi alla resa. L’imperatore Francesco I, fratello di Carlo, fu molto contrariato da questa decisione. Il suo intento era, infatti, quello di proseguire ancora il conflitto, in attesa del supporto militare inglese. Alla fine, però, anche l’imperatore dovette riconoscere la sconfitta, arrivando a stipulare una nuova pace (Trattato di Schönbrunn), con cui fu costretto a cedere altri territori alla Francia ed ai suoi alleati… Per quel che riguarda, invece, il rapporto tra Francesco I ed il fratello Carlo d’Asburgo, i dissidi tra i due non si placarono mai e l’arciduca finì col rassegnare le proprie dimissioni da comandante in capo dell’esercito, ritirandosi a vita privata.3 punti
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Buongiorno e buona domenica a tutti gli amici del forum! Dopo alcuni mesi, torno oggi finalmente a mostrarvi un nuovo acquisto. Direttamente proveniente dall’ultima asta V.L. Nummus, ho il piacere di presentarvi una bella medaglia napoleonica in argento. Si tratta della prima medaglia di Napoleone della mia collezione. Ho cercato per lungo tempo un esemplare che potesse soddisfarmi pienamente prima di dare inizio a questo filone collezionistico e finalmente sono riuscito a trovarlo. Nello specifico, si tratta della medaglia in argento coniata in onore della battaglia di Wagram. Da appassionato di Storia prima che di numismatica, se me lo consentite, mi piacerebbe fare una descrizione degli eventi che portarono alla battaglia e, in un secondo momento, mostrare le foto della medaglia. Antefatti A seguito della cocente sconfitta subita nella campagna del 1805, culminata nella cruciale battaglia di Austerlitz, l’Austria vide notevolmente ridotta la propria influenza nello scacchiere europeo. Oltre alle ingenti perdite territoriali subite, Vienna fu costretta a riconoscere la fine del Sacro Romano Impero e, allo stesso tempo, la nascita della Confederazione del Reno, costituita da una serie di Stati vassalli fedeli alla Francia. Ciò sancì, in poche parole, la fine dell'influenza austriaca sulla Germania, ovviamente a vantaggio dell’Impero francese. Questi fatti portarono alla nascita di un profondo sentimento revanscista nel Paese, non solo fra i nobili di corte, sempre avversi alla Francia rivoluzionaria, ma anche nel ceto medio. Gli austriaci erano consapevoli che ciò che avevano perso sul campo di battaglia poteva essere recuperato soltanto sul campo di battaglia. Per prima cosa, però, bisognava occuparsi dell’esercito e adeguarlo alle nuove tattiche militari introdotte da Napoleone, soprattutto alla luce delle gravi lacune mostrate nell’ultimo conflitto. Una serie di importanti riforme volte a modernizzare le forze armate fu portata avanti dall’arciduca Carlo d’Asburgo, nominato nel 1806 comandante in capo dell’esercito. Costui era un brillante stratega e aveva capito che, per creare una macchina da guerra moderna all’altezza della potenza bellica francese e non più ancorata ai canoni del secolo precedente, bisognava prendere esempio da Napoleone e dalla sua Grande Armée. Grazie a queste riforme, nell’arco di pochi anni, l’esercito austriaco si riorganizzò completamente, diventando una seria minaccia per la Francia. Raffigurazione dell'arciduca Carlo d'Asburgo alla testa dell'esercito austriaco Nel frattempo, mentre l’Austria si stava riarmando, le truppe francesi erano occupate nella penisola iberica, in una campagna militare tanto difficile quanto sanguinosa. La Grande Armée sembrava aver trovato finalmente un ostacolo all’altezza delle sue implacabili mire espansionistiche. La Spagna divenne una vera trappola mortale per la Francia: una nazione che non si sarebbe mai piegata al volere di Napoleone, che avrebbe combattuto fino all’ultimo uomo (vedendo anche il coinvolgimento della popolazione civile) e che fino al 1814 avrebbe rappresentato una grave spina nel fianco all’Impero francese. L’invasione della penisola iberica fu, probabilmente, uno dei più gravi errori tattici commessi da Napoleone, secondo solo (a mio avviso) alla disastrosa campagna di Russia del 1812. Rivolta del 2 maggio 1808 a Madrid contro l'occupazione francese2 punti
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Volume interessante e corposo, più di 1000 pagine.. aggiungo l’indice completo. INDICE Premessa Roberto, Fulvia e Maria Letizia Breve curriculum e pubblicazioni Elena Lattanzi Tabula Gratulatoria Con Elena, in Calabria Roberto Spadea Elena. Ricordi di un’amicizia Joseph Coleman Carter NOTE DI STORIA ED EPIGRAFIA Sul donario degli Achei a Olimpia: neutralità e identità achea fra VI e prima metà del V secolo a.C. Giovanna De Sensi Sestito Afrodite Meilichia in un’iscrizione greca di Metaponto Maria Letizia Lazzarini Anello inscritto da Locri Epizefirii Lavinio Del Monaco Kó??? enotria, Kó??? brettia e il nome di Cosenza Paolo Poccetti ¿Sobreentendido, silencio u omisión? Las inscripciones griegas dedicadas a Traianus pater y su familia en Myndos y en Cos Marc Mayer i Olivé NUMISMATICA Dalla “Clementia Constantini” all’“Anastasis” bizantina. Il lungo viaggio di uno schema iconografico: dalla moneta di IV secolo ai sigilli in piombo di un Alessio Comneno Ermanno A. Arslan L’attività di Vito Capialbi a Mileto e la collezione delle monete normanne Giorgia Gargano PREISTORIA E PROTOSTORIA Finis terrae: la valle dell’Amendolea. Siti preistorici nell’Aspromonte meridionale, contatti e sfere d’influenza Mirella Cipolloni Sampò Sulla sepoltura del Bronzo Medio di Cannitello Marco Pacciarelli Materiali di bronzo dalla Calabria conservati nel Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” Elisabetta Mangani Fibule di Santa Severina (Crotone). Una nota preliminare per un antico debito Fulvia Lo Schiavo MAGNA GRECIA E SICILIA Recinti sacri Dieter Mertens Il progetto “Interludio”: aggiunte ad “I pittori della classe di Phanyllis” Filippo e Innocenza Giudice - Emiliano Amata - Marta Inzerilli Edifici termali di età ellenistica tra Calabria, Campania e Sicilia: circolazione di esperienze e saperi costruttivi Giovanna Greco CALABRIA Ancora sul Palecastro di Tortora. Qualche ulteriore riflessione sull’insediamento enotrio Gioacchino Francesco La Torre Crotone. Livello protostorico e ceramiche di tipo egeo-miceneo dal centro urbano Giuseppe Nicoletti I reperti di Cerchiara di Calabria al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza: contesto, materiali, funzione Maria Cerzoso Uno scavo d'archivio. Il balneum di Palazzo Oliva a Reggio Calabria Carmelo Malacrino Le ‘dee di Scrimbia’. Due tavolette fittili arcaiche con Artemide e Afrodite dal santuario di Persefone a Hipponion Madeleine Mertens Horn Due capitelli dorici a Locri Epizefiri, tra Paolo Orsi e Silvio Ferri Claudio Sabbione Afrodite a Locri Epizefiri: appunti per una rilettura dei dati archeologici Marina Rubinich Un frammento di matrice di pinax da Locri Epizefiri Massimo Cardosa Una singolare antefissa di colmo da Locri Epizefiri Eleonora Grillo Scavi “Orsi” al Lakinion di Crotone. Considerazioni alla luce di recenti scavi d’archivio (2018) e degli scavi sul campo (1955-2014) Alfredo Ruga Capo Colonna di Crotone. Considerazioni generali sul sito e primi risultati delle indagini archeologiche nelle aree limitrofe al santuario di Hera Lacinia Gregorio Aversa - Giuseppe Nicoletti Everybody Wants a Piece of the Temple. The Recovery of Greek Marble Tiles from the Temple of Hera Lacinia on Roman Rural Sites at Capo Colonna, Crotone Cesare D’Annibale Reciprocità tra chi offre e chi riceve l’offerta? A proposito di un bronzetto kauloniate Maria Cecilia Parra An unusual pinax fragment from S. Giovanni di Gerace (Reggio Calabria) Paolo Visonà Nuove ricerche nel territorio di Cetraro: per un quadro aggiornato della presenza brettia nel Medio Tirreno cosentino Fabrizio Mollo Cavalli e cavalieri del Bruzio tra Greci e Italici Francesco Cristiano Un oinophoros di Cnido in una tomba a Cosenza: la sepoltura di un medico? Stefania Mancuso Osservazioni sui capitelli in pietra locale e in marmo di età augustea e giulio-claudia a Copia e a Scolacium in Calabria Patrizio Pensabene Il deposito di anfore di S. Maria di Ricadi: nuove evidenze. Dalla terraferma per la produzione di anfore Dressel 1 e la loro commercializzazione Paola Vivacqua con Guido Biscontin - Manuela Sgobbi - Angela Bernardi Le lucerne nei corredi della necropoli romana in loc. Piana Grande di Crucoli (KR) Maria Grazia Aisa - Ernesto Salerno Les thermes de Copia Thurii/Thurii: données preliminaires Ghislaine Noyé Il medaglione bronzeo di Lazzaro Emilia Andronico Miniere e metallurgia nelle Serre calabre. Le ricerche archeologiche nel villaggio siderurgico di Chiese Vecchie (Stilo - Calabria) Francesco A. Cuteri BASILICATA Amuleti nelle sepolture infantili a Siris Irene Berlingò La Tomba n. 856 di Alianello Nuovo (Aliano, MT). Un caso di trapanazione cranica dell’inizio del VI secolo a.C. Salvatore Bianco - Domenico Mancinelli - Gaetano Miranda - Addolorata Prei-te La “tomba della colomba” di Banzi, loc. Piano Carbone. Considerazioni su testimonianze italiche di VI-IV secolo a.C. tra oriente ed occidente Elisabetta Setari I confini del municipium di Potentia in Lucania Helga Di Giuseppe PUGLIA Ceramiche figurate arcaiche tra Taranto, Metaponto e il mondo indigeno Francesco D’Andria Eros distratto a Taranto Ágnes Bencze Taranto e la mousiké techne attraverso gli strumenti, l’arte figurativa e la tradizione letteraria fra il VII e il V secolo a.C. Lucia Lepore Botromagno / Silvium in the 2nd century BC Alastair M. Small CAMPANIA Un’ambra orientalizzante da Pontecagnano Giuliana Tocco Sciarelli Greci che ricompaiono. Terracenere, Battipaglia ed altro Angelo Maria Ardovino SICILIA Hydriai di bronzo da Lipari Maria Amalia Mastelloni Vasi figurati italioti e sicelioti della collezione Monastero a Reggio Calabria Umberto Spigo Nuova ceramica attica a figure nere da Messina Giovanna Maria Bacci Nuove prospettive per il Parco Archeologico di Segesta Agata Villa ITALIA CENTRALE Un canale nell’Isola Sacra Fausto Zevi Luce versus oscurità. Racconti di un cratere falisco del museo archeologico di Firenze Giuseppina Carlotta Cianferoni Signori vulcenti a cavallo. Il potere per l’eternità Alfonsina Russo ITALIA SETTENTRIONALE Albingaunum città di pianura, il monte e l’anfiteatro Giuseppina Spadea Noviero ARCHEOLOGIA DEL MARE Approdi, rotte e naufragi lungo la costa meridionale del sinus tarentinus Armando Taliano Grasso Archeologia subacquea ed evoluzione recente delle coste calabresi: il caso di Hipponion lungo la costa tirrenica e di altri quattro siti magno-greci lungo la costa ionica Maria Pia Bernasconi - Jean-Daniel Stanley RICERCHE ARCHEOLOGICHE DEL PRESENTE E DEL PASSATO Cinquant’anni dopo “I ritratti dei ‘cosmeti’ nel Museo Nazionale di Atene” di Elena Lattanzi Elena Calandra La casa del Fabbro (I, X, 7). Un progetto di allestimento poco noto nella Pompei degli anni Trenta Massimo Osanna L’ambiente isolano di Rodi e del Dodecaneso al tempo della dominazione italiana (1912-1943) attraverso le immagini della collezione Marchi di Firenze Spiridione Alessandro Curuni - Elena Sorge Le Muse Tiburtine, il disegno di Giuseppe Cades e la medaglia di Gioacchino Hamerani Vittorio Casale Le indagini di Paolo Orsi a Pian della Tirena: riflessioni e riletture Luigi Cicala Rosarno/Medma tra ricerca, tutela e valorizzazione. Dalle indagini di Paolo Orsi al museo di Medma Maria Teresa Iannelli L’epopea della regina Zenobia e l’eroico sacrificio di Khaled al-Asaad Anna Murmura Cinque crateri a figure rosse nel Castello di Racconigi Liliana Costamagna TUTELA E VALORIZZAZIONE Per le sculture di Mont’e Prama oportet rationem operis instituere Antonietta Boninu Percezione dell’antico e tutela in Calabria. Il paesaggio e le “rovine” di Scolacium prima del Novecento Maurizio Paoletti A proposito del kouros di Rhegion. Recuperi di conoscenza e tutela: una sfida possibile Jeannette Papadopoulos Laboratorio territoriale per il “Parco Archeologico, agro-naturalistico Croceneviera”. La condivisione di una speranza Anna Maria Rotella - Giuseppe Ferraro - Maurizio Agostino - Luciano Grillo Musei demoetnoantropologici in Calabria: il caso del museo diffuso di Ricadi (VV) Matteo Enia Reggio Calabria - Vicende di tutela dopo il terremoto del 1908. Un raro caso di composizione bonaria Fulvia Soffré I depositi di un museo: patrimoni “latenti” Rossella Agostino Per una valorizzazione diffusa dei beni archeologici nel territorio. Aree e musei civici dopo la riforma Vincenzo Tiné. F.to 21x29,7, pp. 1068, Brossura fresata, Ill. B/N2 punti
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Segnalo il Convegno Internazionale che si terrà a Potenza nei giorni 6 e 7 dicembre sul tema: Oinotrìa: tra il Tirreno e lo Ionio. Nuovi dati dal territorio.2 punti
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@Gianluca Giacalone Non mi ero accorto che avesse già dato una risposta @aleale a cui chiedo scusa. In aggiunta ho aggiunto il link del catalogo.2 punti
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Ciao a tutti, Rocco ecco il taglio della mia in attesa delle altre due... Un saluto. Raffaele.2 punti
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La seconda e' questa come la tua . Entrambe insieme ai relativi diplomi sono piuttosto ricercate dagli appassionati di storia locale2 punti
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Così ad occhio direi qualcosa di bizantino... Comunque posta più foto da più angolazioni con diversa illuminazione. Molto interessante.2 punti
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Bene! Con ciò direi che abbiamo concluso tutta la parte relativa alla descrizione del quadro storico. Mi auguro di non avervi tediato troppo ma, personalmente, ritengo che la Storia sia un elemento fondamentale in numismatica. Senza conoscere la Storia, non credo si riesca ad apprezzare veramente le monete (o medaglie, come in questo caso) che collezioniamo. A me, comunque, ha fatto piacere scriverlo. Spero che a voi abbia fatto piacere leggerlo ? Veniamo ora, finalmente, alla tanto attesa medaglia. Al dritto troviamo la testa laureata di Napoleone rivolta verso destra. Alla base del collo notiamo la firma dell’incisore Andrieu. Al rovescio, invece, abbiamo un’elaborata rappresentazione in pieno stile neoclassico. Al centro della raffigurazione troviamo Ercole con pelle di leone e clava nella mano, colto nell’atto di sferrare il colpo fatale ad un gigante steso a terra che si ripara con uno scudo. A destra abbiamo la Vittoria alata con ramo di palma in mano e pronta ad incoronare con l’alloro il vincitore. In basso nell’esergo: Bataille de Wagram - VI Juillet MDCCCIX (6 luglio 1809), con firme di Galle e Denon. Si tratta di una medaglia discretamente rara, soprattutto in argento ed in alta conservazione. L’esemplare da me aggiudicato, che assicuro essere poco valorizzato dalle mie pessime qualità fotografiche, presenta al dritto una bella patina omogenea da vecchia collezione, mentre al rovescio ha mantenuto ancora una buona percentuale del lustro del metallo. Da apprezzare anche la quasi totale assenza di colpetti, segnetti sui campi e tacche, tutti elementi congeniti che purtroppo affliggono spesso le medaglie napoleoniche anche in alta conservazione. Credo di aver detto, bene o male, tutto quello che volevo scrivere su questa medaglia. Perciò, vi lascio ora alle foto, curioso di sentire qualche vostro commento (e sulla Storia di questo pezzo e sulla medaglia in sé). Grazie a tutti per l'attenzione.2 punti
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Ciao, oggi condivido un denario di Giulia Domna con al rovescio la Dea Vesta seduta( protettrice del focolare domestico, molto venerata nelle case romane) RIC 391. Come sempre è gradito un parere sulla sua autenticità. Grazie a quanti interverranno o leggeranno questo mio post. Alla prossima? ANTONIO MM 20 G 2,841 punto
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Un paragrafo da "Il Golfo di Policastro tra Enotri e Lucani" ( 2018 ) di F. Mollo e G. F. La Torre .1 punto
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Segnalo la recente pubblicazione del corposo volume a cura di R. SPADEA - F. LO SCHIAVO - M.L. LAZZARINI, Tra Ionio e Tirreno: orizzonti d'archeologia. Omaggio a Elena Lattanzi, Roma 2020 che contiene i seguenti contributi numismatici: Dalla “Clementia Constantini” all’“Anastasis” bizantina. Il lungo viaggio di uno schema iconografico: dalla moneta di IV secolo ai sigilli in piombo di un Alessio Comneno Ermanno A. Arslan L’attività di Vito Capialbi a Mileto e la collezione delle monete normanne Giorgia Gargano1 punto
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Per quanto riguarda ΣTA OΨI, la legenda altro non è che l'abbreviazione del nome osco Statis Opsis, ossia il responsabile della coniazione e quindi, presumibilmente un magistrato. Il nome, insieme a quelli di Spel e Vibi, anch'essi attestati su altre serie laine, compare infatti nella defixio rinvenuta presso una tomba a camera a Marcellina-S. Maria del Cedro, dove si tende a localizzare Laos. Purtroppo non è possibile accertare se la tabella risalga al primo utilizzo della sepoltura o ad un momento successivo e, pertanto, non vi è certezza sul fatto che i magistrati siano quelli oggetto della maledizione nella defixio oppure ci si riferisca ai discendenti. La coincidenza resta comunque suggestiva. BFA, 24, 2016, 126 (Spel) CNG, 69, 2005, 42 (Vibi) Defixio da Marcellina (da M.L. Lazzarini-P. Poccetti, Le tabellae defixionis della Calabria tra IV e III sec. a.C.: una considerazione d’insieme, in G. De Sensi Sestito-S. Mancuso (curr.), Enotri e Brettii in Magna Grecia, II.1, Soveria Mannelli 2017, p. 154, fig. 12)1 punto
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Visto che io colleziono le Rimesse vi faccio vedere qualche esemplare1 punto
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Grecia - 2 Euro Commemorativo 2015 75° Anniversario della Morte di Spyros Louis Egli è il vincitore nella gara della maratona della prima olimpiade dell'era moderna, ad Atene nel 1896. Svoltasi su di un percorso analogo, la gara volle rievocare l'epica corsa di Filippide da Maratona ad Atene per annuciare la vittoria sui persiani. L'attuale distanza di 42,195 Km venne introdotta nel 1921. Questo è il trofeo, interamente in argento, con cui venne premiato e fu realizzato da Michel Breal.1 punto
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Stessa descrizione ma un diverso valore da quello già presentato (1.000 dracme) Seconda guerra mondiale Occupazione italiana delle Isole Jonie - 500 dracme del 19411 punto
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Ciao ragazzi ho pensato di iniziare una discussione sulle monete delle colonie genovesi che sono sempre abbastanza rare e difficili da reperire in buona conservazione, inizio con il mio doppio tornese II tipo di Chio, probabilmente con una scivolata in conio vista la croce e l'inizio della legenda C CONRADUS1 punto
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Ciao @Rocco68 e Saluti agli Amici del Forum, la mia 1857 ha il verso del taglio a rovescio. Posto la foto. L'incisione "OPTIMI" è in corrispondenza della Corona. Ciao Beppe1 punto
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Scusi ma ho risposto prima che finisse. Non vedo comunque problemi nemmeno per la seconda. Gabriella1 punto
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Gallieno, "GALLIENVS AVG", al rovescio il Sole con globo in mano, "ORIENS AVG", RIC 340. Mia (opinabile) opinione ? Aspetta conferme da qualcuno che ne capisce più di me, sto "studiando" e ho provato a dire la mia...1 punto
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http://davy.potdevin.free.fr/Site/crawford3-2.html Vargunteius C. 257/1 Di molti magistrati monetari non si sa nulla o molto poco. Se dopo l'incarico non si sono distinti in qualche altra cosa non c'è modo di saperne niente.1 punto
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Singapore 10 dollars 1976. Decimo anniversario dell'indipendenza. Moneta non circolante di grande diametro, 41 mm. Nel R/, "Mercantile ormeggiato"1 punto
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Ci tento di aprirlo aspetto altri assegni o similari (sempre della Banca d'Italia naturalmente) ma nessuno le posta.... vuol dire che sono poco collezionati. Rispetto il vaglia cambiario del post # 12 questo è in verde e si poteva emettere da oltre 1.000 lire sino a 50.000 lire, sempre somigliante ai titoli provvisori Siamo a due mesi esatti dal referendum popolare che portò alla proclamazione della Repubblica italiana (2 giugno 1946).1 punto
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Facile questo quattrino! E' di Fano, Pio V https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FAPIOV/31 punto
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Infatti io intendevo che, chi si arricchisce velocemente si sfoga con ostentare la propria ricchezza senza badare al contenuto. Comprano auto costruite appositamente in modo che possano essere usate da chi non è un pilota, e comprano oggetti lasciando il cartellino del prezzo.1 punto
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A mio modestissimo parere, credo che una nuova generazione " i nuovi ricchi cybrtecnologici ", si sta buttando su questo collezionismo più per sfoggio che per passione. I Cinesi soprattutto, che con la loro monetazione hanno già una consolidata cultura si stanno buttando a fare incetta di monetazione europea. Non ho idea dei vantaggi che potranno svilupparsi, ma di certo le ripercussioni sul mercato iniziano a vedersi. L'umento dei prezzi, falsificazioni e manomissioni stanno prolificando per colpa della richiesta. Ogni cosa ha i suoi alti e bassi, ma ai me una in costante crescita continua a resistere " la stupidità ". Gianni Discorso vaneggiante da una persona appena svegliata e che ha dormito anche poco. ?1 punto
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Ecco a voi il corpo del reato ? tra l’altro una delle mie primissime banconote di sempre ?1 punto
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Buonasera a tutti, cerco in tutti i modi di stare lontano dalle Vicereali, ma quando le tiro fuori si riaccende qualcosa in me? 9 Cavalli Filippo IV 1626 l'esemplare in dettaglio a pagina 233 87/1 del Libro " La moneta Napoletana dei Re di Spagna Nel periodo 1503-1680 " di Pietro Magliocca. Saluti Alberto1 punto
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Ciao a tutti. Con la New entry di oggi ho finito anche la serie da 100 mila lire. Ho aspettato fino ad ora perché aspettavo il giusto prezzo. Nei mercatini e nei negozi questo pezzo lo trovo spesso e volentieri sui 50 euro ed oltre e considerando la vastissima tiratura per me era esagerato. Finalmente ho trovato un prezzo che trovo congruo. Sopratutto con questa ormai facendo il calcolo mi mancano solo 10 banconote (considerando anche le impossibili) e terminerò la raccolta delle repubblicane.1 punto
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In Cina. Ovviamente la mia collezione comprende monete sabaude, ma non quanto il Napoli.1 punto
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Dalla rete, così è descritto uno statere incuso di Metaponto ( AG - g. 7,95 ) con buone tracce di riconiatura .1 punto
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Di questo vaglia cambiario ne ho di tanti colori, quest'ultimi variavano a secondo il valore che si dovevano emettere, questo rosa per esempio lo si poteva utilizzare per cifre da oltre 50.000 lire a 200.000 lire. Vi ricorda qualcosa?1 punto
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Ci vuole un po' di fantasia per scorgere la testa di un rinoceronte. Se non me lo aveste detto voi non ci sarei arrivato! Comunque dotandosi di stereoscopio con fotocamera annessa si dovrebbe riuscire a fotografare e magari anche fare un confronto con le altre monete che presentano lo stesso simbolo. Potrebbe essere un modo per giudicare la qualità del conio.1 punto
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La numismatica è considerata un arte minore, la maggiore rimangono i quadri e le statue, ma come riuscire a collezionare, un Leonardo o un Michelangelo per molti credo sia impossibile..1 punto
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E' vero è poco liquido, ma ha il vantaggio di essere un mercato che vive da secoli e le monete Rare se conservate in FDC non potranno che essere sempre più rare...1 punto
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Buona sera @Scudo1901, ho scritto "silenzia" tra virgolette, speravo di essere stato abbastanza delicato. Ormai sono anni che leggo le stesse frasi e a volte mi và di ricordare che in Numismatica esistono anche i Soldi.1 punto
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Dopo tutte queste monete eccellenti ( complimenti @wsstj ), ritorniamo sulla terra, ahimè. Piastra 1805 Capelli Ricci Queste Piastre coniate a somiglianza delle monete da 2 Penny di Giorgio III ( dette “Cart Wheels” ) sono a mio parere una tipologia interessante ed esteticamente piacevole. Interessante soprattutto per le Varietà che al R/ comprendono la Corona, le lettere L. D. ( maestro di Zecca Luigi Diodati ), la legenda, ma soprattutto le dimensioni dello Scudo, che il Gigante divide in: a) Grande b) Medio c) Piccolo ( V. n° 71 -71b -71c – pag.529 Ed.2021). Ho svolto un breve studio sulle dimensioni dello Scudo ed a mio parere, in realtà esistono ancora delle dimensioni intermedie. Mi spiego meglio: in base alla grandezza, lo Scudo non può essere diviso soltanto in 3 categorie. Comprendo che quanto detto potrebbe non interessare, però mi piacerebbe sapere le vostre opinioni. La mia Piastra presenta uno scudo che potrebbe essere definito: medio-grande. Cari Saluti a Tutti,1 punto
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Viene la notte, la notte nera, con ali di corvo vola leggera. Viene la notte, la notte scura, e viene l’uomo che fa paura! Viene, viene con passi furtivi, per i bambini che han fatto i cattivi: quanto è terribile non si può dire, viene dal buio e non lascia dormire! Tiziano Sclavi Dylan Dog n. 33, "Jekyll!", 19891 punto
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