Vai al contenuto

Classifica

  1. Alberto Varesi

    Alberto Varesi

    Utente Storico


    • Punti

      11

    • Numero contenuti

      4638


  2. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      10

    • Numero contenuti

      23131


  3. numys

    numys

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      1555


  4. Oppiano

    Oppiano

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      7652


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/31/21 in tutte le aree

  1. Ho pensato di aprire una piccola serie di discussioni, con la stessa tematica, focalizzate su quattro Re di Spagna (Carlo V, Filippo ll, Filippo lll e Filippo lV) del periodo Vicereale che hanno fortemente caratterizzato questa importante fase storica. Ho scelto di separare le discussioni allo scopo di facilitare eventuali future ricerche da parte degli utenti interessati. Buonasera, non sarà sicuramente sfuggito ai più attenti.. Battuto durante l’ultima asta Artemide e con una gradevole patina verde. https://www.deamoneta.com/auctions/view/790/624 Lotto n. 624Napoli. Filippo III di Spagna (1598-1621). Cavallo. D/ Pietra focaia circondata da quattro fiamme e quattro globetti. R/ Croce di Gerusalemme cantonata da globetti.P/R 75; MIR (Napoli) 234/1. AE. 1.23 g. 16.00 mm. RRR. Tipologia di grande rarità.BB. Base d'asta: € 100 Osservato da: 5 Offerte asta: 13. Venduto: € 260
    2 punti
  2. Nuovo arrivo : Reale 1799 zecca di Cagliari Carlo Emanuele IV - Cudazzo 1128c
    2 punti
  3. Appena acquistato spl + fior di conio
    2 punti
  4. Regno di Napoli, Filippo IV di Spagna 1621-1665,9 cavalli probabilmente del 1630,simbolo due rosette o globetti obliqui davanti al busto del Re,in tal caso sarebbe catalogato a pagina 232,al numero 91 de: "La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503-1680" di Pietro Magliocca...
    2 punti
  5. Aggiusterei il tiro su alcune affermazioni del punto 3: nel 1961, anno dell'articolo, la lira non era assolutamente inflazionata per una stampa senza criterio, per assistere a questo scenario si dovrà attendere quasi vent'anni ( fine anni 70 ma soprattutto anni '80) quindi per il 1961 non era certo il motivo flazionistico che spingeva questo tipo di acquisti. La BCE è vero sta stampando ( mai come la FED) è ininfluente al problema se tutta questa carta viene prodotta da stamperie nazionali o private, comunque stampano ciò che la BCE decide. Questa massa monetaria non è usata dalle banche per i loro "giochetti" speculativi in borsa, ma, in larga misura, viene "prestata" alle banche che sono "invogliate" ad acquistare le emissioni del nostro debito pubblico, che con i tassi attuali più nessun privato acquista. Saluti TIBERIVS
    2 punti
  6. Seconda guerra mondiale Occupazione americana del nord Africa e della Sicilia 10 dollari tipo 1934 A bollino giallo Furono stampati dei 'Silver Certificate' appositamente con questa particolarità per la prevista invasione del nord Africa e del territorio italiano. La circolazione fu massiccia al sud dopo lo sbarco in Sicilia ed in misura minore al centro/nord, il governo Badoglio nè decretò il corso legale dal 24 settembre 1943 ed il loro uso terminò il 31 luglio 1945* Successivamente e sino al 1 sett. 1945 il cambio poteva essere effettuato solo presso le filiali della Banca d’Italia (un dollaro = 100 lire) * Il bollino giallo li differenziava dai dollari circolanti negli USA per proteggere l’economia del paese nel caso in cui ingenti quantità di denaro fossero finite nelle mani del nemico, eventualmente sarebbe stato sufficiente metterli fuori corso e non avrebbero più avuto alcun valore. (*)
    2 punti
  7. Di Carlo Emanuele IV il reale messo meglio della mia collezione e' questo
    2 punti
  8. CIao @oppiano il primo è un denaro svevo di Enrico VI coniato a Brindisi D'andrea n. 48 ed il secondo emesso da Corrado I D'Andrea n. 204 con R X al rovescio Saluti Eliodoro
    2 punti
  9. Saluti a Tutti, posto una moneta che non sono mai riuscito a classificare: sicuramente del Cantone di Berna, millesimo ( 1700 ) e valore Cr. 10 ( 10 Kreuzer ? ) Legenda al R/ PRAEUMIUM DILIGENT. 1700. D/ MONETA . REIPUB: BERNENSIS . * CR:IO * ( ho inserito gli asterischi perchè i caratteri di separazione non li ho decifrati ). In Biblioteca ho solo il Krause "World Catalog Coins 1600-1700 " ma non mi sembra catalogata. Potrebbe essere come i Tiri Federali, considerate Monete/Medaglie ed usate come moneta di normale circolazione ? Vi sarei grato se poteste darmi delle informazioni. Grazie e Saluti
    2 punti
  10. In effetti un 1000 marchi vissuto, molto circolato e questo ci permette di comprendere le condizioni di vita del tempo e come ha evidenziato @caravelle82 anche una discussione goliardica offre spunti interessanti e conferma che tutte le banconote, orrori o meno, hanno sempre qualcosa di importante da raccontare che possa essere custodito e tramandato.
    2 punti
  11. Scatola orribile. ? #liberiamolemonete Arka Diligite iustituam
    2 punti
  12. Moneta bella e in alta conservazione: complimenti! Certo che lo "scatolotto plasticoso" non si può proprio vedere... Vedi il link seguente per la classificazione https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_R-16198
    2 punti
  13. Nel frattempo ho fatto una piccola ricerca bibliografica utilizzando lo Spahr e l'Anastasi. I solidi di Niceforo e Stauracio sono stati coniati in due tipologie. Nella prima Niceforo presenta il busto trabeato mentre Stauracio è imberbe e in clamide. Nella seconda, sia Niceforo che Stauracio sono in clamide e dovrebbero essere stati coniati nella parte finale del regno di Niceforo. La moneta è sconosciuta allo Spahr ed è catalogata all'Anastasi come 468 e nel Sear come 1608var. L'Anastasi, testo del 2009, dà la moneta il massimo della rarità, 4R (la moneta presentata nell'Anastasi è la seconda nella lista delle "altre") del post 6 di @Poemenius. Le monete incriminate, cui aggiungo quella che segue proveniente dall'asta Münzhandlung Sonntag 28 lot 48 del 2018 (peso: 3.88 g) sembrano apparire a partire dal 2010, provengono dalla stessa coppia di conii ed hanno le seguenti caratteristiche: Peso variabile tra 3.8 e 4.44 grammi (si ricorda che il peso legale del solido di Siracusa è 3.85 grammi circa a partire almeno dal regno di Costantino V, nel 741 ). Perlinato anomalo, non presente in nessuna delle monete coeve. Le lettere presentano interruzioni anomale sempre nei medesimi punti. Tali interruzioni non sono dovuti a mancanza di tondello, che di fatto è più grande del conio, ma sono presenti già nel conio. In altre parole sono state coniate con conii in cui le lettere sono già a metà. La coppia di conii sembrerebbe comparire nel 2010, e in una decina di anni compaiono almeno 6 esemplari di una coppia di coni prima sconosciuta di una tipologia che nel 2010 era della più alta rarità. Last, but not the least, l'aspetto dell'oro non è piacevole, tutte le monete sono spatinate e l'oro, a prima vista, sembra basso. In assenza degli altri fonti di incertezza avrei concluso che tutte le monete provengono dallo stesso tesoretto tesaurizzato poco dopo la coniazione. Ognuno dei punti sovra esposti dovrebbe essere una fonte di dubbio per l'acquirente. Tutti assieme sono una enorme fonte di incertezza per chiunque studi queste monete. Sulla base di quanto detto vi sono due possibili conclusioni: Ipotesi 1: Lo zecchiere comincia a coniare (o riconiare) moneta su tondelli di peso casuale tra quello legale di Siracusa e quello di Costantinopoli. Ricordiamo che coniare monete di peso superiore a quello legale implica che lo stato regala oro al pubblico (valore intrinseco superiore al nominale), per cui il pubblico sarebbe stato tentato dal rifondere gli esemplari sovrappeso. Incide dei nuovi conii per l'occasione, che gli risultano piuttosto mal fatti. Appena coniati, probabilmente per gli stessi fattori che portarono ad una coniazione tanto frettolosa, un sacchetto di queste viene tesaurizzato e rimane nascosto fino al 2010, quando viene ritrovato e le monete vengono gradualmente poste in vendita in aste principalmente svizzere e Tedesche (e anche qui si aprirebbe il problema dell'origine delle monete qualora fossero autentiche). Ipotesi 2: Le monete sono state create ad hoc da un falsario piuttosto scarso, ed immesse gradualmente nel mercato per non destare troppe attenzioni, e la cosa gli riesce bene per quasi 10 anni. Per il rasoio di Occam, io propenderei per la seconda ipotesi. Ovviamente non ho alcuna certezza, ma direi che potrebbe aver senso contattare la casa d'aste (che tra l'altro non è stata citata in questa discussione) e spiegare i dubbi che sorgono sulla moneta.
    2 punti
  14. I miei complimenti ad @azaad per le corrette considerazioni. Se fossero soddisfatti alcuni criteri, in effetti, la moneta potrebbe essere considerata falsa anche da una semplice fotografia. In particolare: 1) se esistesse un esemplare con una legenda completa (non conosco bene i caratteri cirillici, ma il lettering della moneta indicata è certamente parziale) allora tutte le monete sopra indicate, ad eccezione degli esemplari 5 e 8 del conio in questione (che non possono d'emblée essere assimilate agli altri esemplari per la loro decentratura sul bordo) sarebbero falsi (transfer die parziale, vedi immagine sottostante); 2) non si può escludere che (come me) a Siracusa l'incisore non conoscesse i caratteri da incidere e li abbia desunti da un esemplare decentrato ottenendo un lettering approssimativo; in tal caso si tratterebbe di monete originali qualora TUTTI gli esemplari esistenti presentassero la legenda in questione (ma ne basterebbe uno difforme per far "crollare il palco"). 3) l'ipotesi di un conio usurato è simile ad un'arrampicata sugli specchi perchè per prima cosa dovrebbe trattarsi di usura di entrambi i conii, inoltre presente solamente sul bordo, che generalmente è la zona in cui il conio subiva meno sforzi e risultava più spesso integro. 4) ancora una volta si dimostra come sia difficile stabilire l'autenticità di monete d'oro antiche. A mio avviso vale l'ipotesi 1): le monete sono tutte false. Purtroppo le attuali tecniche di coniazione e invecchiamento permettono di riconoscere questi esemplari come falsi solo per confronto con altri PROVENIENTI dallo STESSO CONIO. Il fatto che gli esemplari provengano tutti da Case d'Asta centroeuropee che hanno fra loro stretti rapporti (ed in particolare da una CdA) fa ulteriormente ritenere probabile che sia stato spacciato come ritrovamento di un tesoretto qualcosa che tale non era (e che l'acquisto sia stato cumulativo, come fu per il "Black Sea Hoard", ad es.). A scanso di equivoci: sono mie ipotesi e non dati di fatto.
    2 punti
  15. Già, può darsi che c'e' un certo "impedimento" ad ammettere che si posseggono degli orrori, se si utilizza solo un metro di valutazione puramente legato alla conservazione di un dato oggetto senza guardare nient'altro si arriva a detestare fortemente le pessime condizioni, e con la classica battuta "non vale niente ma è piena di storia" releghiamo questi pezzi in un angolino nascosto e buio. ________ Per me invece non ci sono problemi e quindi aggiungo questo bellissimo miliardo di marchi! è del tipo con carta marrone e seriale verde. E' una banconota da 1.000 marchi soprastampata ed a lungo utilizzata, forse in quel periodo (1922-23) e con quell'inflazione galoppante veniva solo un tozzo di pane con un miliardo, o forse nemmeno quello.... ne avrà visto di fame, paura, sofferenza e patimenti...
    2 punti
  16. Ciao a tutti! “how the tables have turned!" Alliierte Militärmark (1944–1948) / Marco militare degli alleati Durante e dopo la seconda guerra mondiale, gli alleati emisero la valuta militare degli alleati (Allied Military Currency, AMC) per i territori occupati, che era valida in Germania parallelamente al vecchio Reichsmark fino alla riforma monetaria del 1948 (vedi Am-lira da noi). Se ho capito bene, ci sono due versioni dei biglietti, quella americana con una "F" (la stamperia si chiamava Forbes) nell'ornamento a lato e quella russa senza. Qui su di un biglietto da 100 marchi (solo il dettaglio, in quanto non in mio possesso): Servus, Njk
    2 punti
  17. Buongiorno e buona domenica condivido in pieno quanto espresso da giuseppe ballauri il rame a contatto con l'aria diventa bruno se poi sta a contatto con acqua e umidità diventa verde.
    2 punti
  18. Nulla di strano. Come precisato nella premessa alla prima parte, lo studio messo a disposizione su academia.edu in realtà è stato pubblicato nel corso del 2017 da Panorama Numismatico, in sette puntate. I due pdf sono l'unione delle scannerizzazioni dei singoli articoli ed è per questo motivo che la numerazione delle pagine non è susseguente e continua… ma i testi lo sono, senza mancanze. Nulla di strano nemmeno nel fatto che la legenda del tuo esemplare non compaia fra quelle descritte. Lo studio infatti rappresenta un tentativo di integrazione alle varianti descritte dal CNI, ma non ha la pretesa di essere esaustivo di tutte le varianti prodotte nè potrebbe esserlo. Tieni presente che nel corso dei primi due anni del primo appalto lo zecchiere Joseffo Teseo produsse 680.000 sesini che, riparametrati all'intero periodo, porterebbero ad almeno 1.800.000. esemplari. Se consideriamo che secondo il Sacchetti con ogni conio si potevano produrre fra 20.000 e 80.000 esemplari per un numero ipotizzabile di conii fra 23 e 90. Nello studio, fra estratti dal CNI e varianti inedite vengono elencate complessivamente 15 varianti… per cui all’elenco ne possono mancare dalle 8 alle 75 (??)… più facile che si tratti di una cifra vicina al limite inferiore. Se fai attenzione potrai vedere che le varianti descritte nello studio presentano delle troncature di legenda che evidenziano una progressione già vista in altre emissioni. La maggior parte degli esemplari elencati hanno il nome abbreviato nella sola F; 2 esemplari presentano la troncatura FR; il tuo, un altro che mostro qui sotto (purtroppo poco leggibile) e 2 degli esemplari del Periodo 1, Gruppo 2 presentano la troncatura FRA. Queste varianti e le eventuali progressioni testimoniano della sicura sostituzione del conio di dritto, con leggere variazioni introdotte probabilmente proprio per identificare fasi e periodi. Per concludere, come puoi intuire, la variante da te presentata non era ad oggi sconosciuta ma lo era al momento della stesura dello studio (2016), così come confido che altre varianti emergeranno nei prossimi anni come ne sono emerse per i giorgini e le muraiole. La rarità non può essere elevata rispetto a quella della tipologia nel suo insieme, da considerare Rara, perché sono veramente poche le notizie disponibili e pochi sono coloro che cercano di approfondire l’argomento e che ne danno notizia, per cui la reale consistenza numerica potrebbe variare in modo molto repentino. E qui mi taccio Un saluto Mario
    2 punti
  19. Seconda Guerra Mondiale Occupazione Americana in Italia 100 Lire serie 1943A (bilingue) Nella notte fra il 9 e il 10 Luglio del 1943 gli Alleati sbarcarono sulle coste siciliane (operazione Husky) con l'obiettivo di aprire un fronte nell'Europa continentale, invadere e sconfiggere l'Italia e, infine, concentrare in un secondo momento i propri sforzi contro la Germania nazista. Dal punto di vista strategico la campagna ebbe un esito deludente per gli Alleati, che non riuscirono a impedire la ritirata delle truppe italo-tedesche verso l'Italia continentale. Da un punto di vista politico, invece, l'invasione della Sicilia favorì la destituzione di Benito Mussolini, la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile (armistizio corto), con cui le forze armate italiane cessarono le ostilità contro gli anglo-statunitensi. L'AMGOT (Allied Military Government of Occupied), dopo lo sbarco, mise in circolazione l'AM-LIRA, stampata negli Stati Uniti dalle tipografie Bureau of Engraving and Printing (BEP) e Forbes Lithograph Corporation (FLC). Il cambio fu fissato dall'AMGOT 1:1 con le lire circolanti nel Regno d'Italia. Restarono in circolazione con valore legale fino al 30 giugno 1950, quando la Banca d’Italia terminò la fase di sostituzione con le “normali” lire. Le am-lire servirono a pagare le spese di occupazione e contribuirono molto alla poderosa inflazione del 1943-1945, a cui la repubblica dovette con difficoltà porre rimedio nel 1947. Con la prima serie furono emessi i tagli da 1 a 1000 lire in forma quadrata e rettangolare mentre nella seconda emissione (serie 1943A) fu stampata solo dalla FLC, e venne aggiunta l'indicazione in lettere (in italiano ed in inglese) del valore. A causa dell'inflazione non furono ristampati i biglietti da 1 e 2 lire, divenuti ormai inutili. Per la stampa fu scelto il metodo litografico con inchiostri spettrali ad alta specificità per impedire la contraffazione ma il fenomeno della falsificazione fu comunque, molto diffuso. Tutti i biglietti riportano sul retro, in inglese, le quattro libertà sancite nella costituzione degli Stati Uniti: - freedom of speech (libertà di parola); - freedom of religion (libertà di religione); - freedom from want (libertà dal bisogno); - freedom from fear (libertà dalla paura);
    2 punti
  20. Ciao Rocco e complimenti per la bellissima moneta. Non sono un chimico, né un restauratore, posso condividere solo la mia esperienza e quindi ben vengano eventuali precisazioni e/o correzioni da chi è più esperto. Il rame è un metallo che si trova nella Tavola Periodica nello stesso gruppo dell'Argento e dell'Oro e di questi elementi ha caratteristiche simili, ma a differenza di quest'ultimo risente molto dell'interazione con elementi esterni. Infatti se posto all’aria e all’acqua, si combina con l’ossigeno contenuto in esse e forma uno strato superficiale di ossido molto resistente. Gli Ossidi rameici sono veramente tanti e presentano delle caratteristiche diverse. Tutti noi numismatici siamo abituati a quel colore bruno scuro tipico dei tondelli in lega di rame. Il primo cambiamento che notiamo, quando cambiamo ad esempio le grondaie, è che in poco tempo, da un bellissimo “rosso fiammato” vira al bruno. E' questa la prima ossidazione che, pur essendo meno bella da vedere del rame nativo, ha un effetto positivo: questo composto è resistente e ben adeso al metallo sottostante, forma una specie di "guscio" e quindi ne viene protetto. Si tratta di una “corrosione positiva” ( a differenza della ruggine del ferro ), chiamata “passivazione”. Il rame poi è particolarmente sensibile agli agenti esterni, pertanto non si combina solo con l’ossigeno, ma anche con altri elementi contenuti nell’ambiente, dando luogo a composti che possono essere diversi e cambiano da luogo a luogo. La moneta interrata per molto tempo risentirà sia dell'acidità o basicità del terreno, sia degli elementi presenti in esso. Ritornando alla nostra grondaia, che dopo molti anni sarà diventata vecchiotta, sarà ancora più scura ed in certi punti ( dove ci sono delle piccole perdite di acqua o dove è esposta maggiormente all'umidità), presenterà delle macchie verdastre dovute alla formazione di sali di rame. Pertanto Rocco, penso che la tua moneta sia stata interrata oppure esposta all'umidità per molti decenni, formando una patina di Carbonato basico di Rame detta volgarmente “Malachite” e che tu abbia avuto la fortuna di trovarne una con una patina omogenea sicuramente originale, in quanto non penso che qualcuno abbia scoperto il metodo per avere una patina di “malachite” così bella ed uniforme. Saluti a Tutti, Beppe
    2 punti
  21. Non so se possa essere una alternativa a Veronafil. Posso solo fare un plauso all'amico Ivo che si è preso l'impegno di organizzare in un mese un convegno di tale rilevanza. So che ha già ricevuto decine di adesioni appena si è sparsa la voce. Come vedete dal post ha predisposto sorveglianza armata, scarico dedicato, copertura in caso di maltempo. Chissà perchè al Veronafil non ci si è mai riusciti?????
    2 punti
  22. Proseguendo il filone delle discussioni sulle prime monete, iniziato ormai diversi anni fa con Cina (https://www.lamoneta.it/topic/130632-monete-antiche-della-cina/) e India (https://www.lamoneta.it/topic/142604-le-prime-monete-indiane/), propongo questa volta una discussione, seppur molto introduttiva, sulle prime monete del Giappone. A differenza di Cina e India, il Giappone non ha avuto una tradizione monetaria autonoma, bensì strettamente connessa alla tradizione monetaria cinese: infatti, banliang e wuzhu (risalenti al periodo 206 a.C.– 25 d.C.), nonché monete del periodo di Wang Mang (8 - 23 d.C.), sono state ritrovate in tutto il Giappone, sebbene non in grandi quantità. Vi sono ancora dei dubbi relativi a quale sia stata la prima moneta ufficiale giapponese. Ciò che è certo è che la sua emissione sia stata estremamente tardiva, sul finire del VII secolo d.C.! Per fare un confronto, si tratta di più di 1.000 anni dopo l'introduzione della moneta in Lidia, Cina e India, risalenti indicativamente al VII-VI secolo a.C. Non mi sono note le ragioni di questo ritardo rispetto ad altre culture: francamente, non penso che possa essere riconducibile a una sorta di arretratezza economico/culturale, come sostenuto, per esempio, da Shin’ichi Sakuraki (pp. 23-25), in "Catalogue of the Japanese Coin Collection (pre-Meiji) at the British Museum". Mi parrebbe, piuttosto, più plausibile ricercare tali motivazioni in una certa "avversione" da parte del "governo" giapponese nei confronti di questo strumento (non molto dissimile da quello che, probabilmente, è accaduto anche in Mesopotamia o Egitto, dove la moneta è stata introdotta molto tardivamente sebbene conosciuta da secoli). La cronologia più accreditata sembrerebbe essere la seguente: mumon-ginsen, un lingotto di argento (o una moneta vera e propria?), datato al tardo VII secolo d.C., non recante alcuna iscrizione; Fuhonsen, oggi considerata la prima moneta giapponese. Moneta di rame datata anch'essa al tardo VII secolo d.C ; Wadō kaichin in d'argento, datata al quinto mese dell'anno 708; Wadō kaichin in rame, datata all'ottavo mese dell'anno 708. Nei prossimi giorni aggiungerò foto di queste monete e qualche altra informazione di interesse. Per ora concludo con la bibliografia utile che mi è nota: Catalogue of the Japanese Coin Collection (pre-Meiji) at the British Museum - disponibile integralmente su Academia.edu. In questo volume sono raccolte tutte le monete del British Museum, con un catalogo dettagliato e con molte note storiche; Hartill, D., Early Japanese Coins, opera di riferimento per questa monetazione. L'autore è noto anche per il volume dello stesso stampo sulla monetazione cinese - disponibile su Amazon a circa 20€; Munro, Coins of Japan, libro del 1904, ma opera ancora utile - disponibile in pdf in internet. Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete informazioni di qualsiasi genere sull'argomento Un caro augurio di un anno migliore di quello appena trascorso... Matteo
    1 punto
  23. CEREA-VERONA COLLEZIONA 27-28 Novembre 2021 presso l’Area Fieristica di Cerea VR Via Oberdan, 10 Uscita Autostrada MI-VE Verona Sud INGRESSO GRATUITO Apertura al pubblico Sabato e Domenica dalle ore 9,00 alle 18,00 La Manifestazione sarà suddivisa in tre Aree: Numismatica Filatelia, Cartofilia Militaria, Collezionismo Servizio di Vigilanza armata nei tre giorni. Servizio carico-scarico con carrelli. Parcheggio interno riservato. Servizio bar e ristorazione interno. Possibilità di allestimenti personalizzati. Carico e scarico al piano o con scale. Carico e scarico al coperto in caso di maltempo. Alla domenica in un padiglione adiacente si svolgerà una manifestazione di antiquariato e brocantage, il cui pubblico potrà circolare liberamente anche a Cerea-Verona Colleziona. Saranno presenti anche le POSTE ITALIANE con l’annullo filatelico e la presenza di un ufficio mobile del Ministero. (Distanziamento fra gli espositori, controllo green pass ed ogni altra tutela prevista per le manifestazioni al coperto)
    1 punto
  24. Halloween è una festa italiana, lo dice l’antropologia Secondo alcuni studi antropologici, Halloween è una festa italiana che deriva dalla tradizione del “Coccalu di muortu” a Serra San Bruno, in Calabria. Le popolazioni meridionali italiane, emigrando negli Stati Uniti, avrebbero dato origine alla festa di Halloween come la conosciamo oggi Halloween è una tradizione italiana. Non è una presa in giro, ma la tesi che Luigi Maria Lombardi Satriani, antropologo calabrese e professore all’università Sapienza di Roma, sostiene nel suo libro “Il Ponte di San Gacomo”, in cui analizza i luoghi del mondo contadino dove si rifugia e si affronta la morte. In un capitolo del libro Lombardi Satriani, infatti, ipotizza che la popolare festa degli orrori statunitense non sia altro che la contaminazione di una tradizione popolare tutta italiana ed in particolare calabrese. A Serra San Bruno, paese in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, da secoli per la ricorrenza dei morti i bambini svuotano grosse zucche gialle, danno loro l’aspetto macabro e spaventoso di un teschio e vanno in giro per il paese chiedendo un’offerta. Halloween e la tradizione del “Coccalu di muortu” È la tradizione – spiega Maria Luigi Lombardi Satriani nel libro – del ”Coccalu di muortu”, teschio di morto in dialetto serrese, di cui l’antropologo ha trovato traccia in Calabria molto prima che negli Stati Uniti iniziasse la tetra messa in scena di Halloween. L’usanza di svuotare una zucca, ricavarne tratti di un viso umano e porvi dentro una candela risalirebbe quindi alla migrazione delle popolazioni meridionali in America che avrebbero portato con loro e continuato a praticare una tradizione dal significato antropologico ben preciso, ovvero stabilire un contatto con i propri cari defunti. In Italia e in Calabria Halloween sarebbe, dunque, una “festa di ritorno”. Una tradizione esportata e rientrata nel Bel Paese con nuove usanze e nuovi riti. I gruppi di bambini che fanno il giro del paese con la zucca chiedendo un’offerta sarebbero la versione più antica e popolare del “dolcetto o scherzetto”. Proprio come i loro coetanei americani, i bambini di Serra, infatti, bussano alle porte o più semplicemente fermano la gente per strada chiedendo: “Mi lu pagati lu coccalu?” (Mi pagate il teschio di morto?), un modo diretto per dire “guardate che bel lavoro che ho fatto per i nostri defunti, volete darmi un premio”. E il premio è quasi sempre una piccola somma di denaro che alla fine del giro i bambini dividono tra di loro per andare a comprare qualche leccornia. Nonostante negli utlimi anni le celebrazioni di Halloween siano entrate nel giro della globalizzazione, la tradizione del “coccalu di muortu” a Serra San Bruno ha conservato il sapore antico della tradizione. Lo conferma il sindaco, Bruno Rosi, che al telefono spiega ad Italyamonews come i bambini di oggi seguano esattamente la tradizione tramandata dai loro avi. “La tradizione è ancora molto viva in paese. Tutti i bambini a partire dal 31 ottobre cominciano a svuotare la zucca gialla – precisa il primo cittadino – vi intagliano, occhi, naso e bocca per dare le sembianze di un teschio e cominciano a fare il giro del paese chiedendo un’offerta. Si è sempre fatto. Anche io da bambino l’ho fatto e si continuerà a farlo. Fa parte della nostra tradizione” che, per fortuna non è stata intaccata dalla globalizzazione di Halloween. I bambini serresi non vanno in giro mascherati, non indossano maschere spaventose. Si divertono e fanno rivivere una tradizione dal forte significato antropologico. Una tradizione che è, quindi, lontana dai riti pagani di Halloween e che da secoli viene celebrata in uno dei luoghi più mistici della Calabria. Serra San Bruno Serra San Bruno, che sorge sull’altopiano delle Serre, deve infatti, la sua origine alla venuta in questi luoghi del monaco Bruno di Colonia, fondatore dell’ordine dei Certosini, che qui costruì un eremo, la Certosa di Santo Stefano del Bosco, primo monastero in Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble in Francia. Serra San Bruno Il paese è formato dal centro storico, chiamato Terra Vecchia, e da Spinetto, quartiere più nuovo del primo perché ricostruito dopo il terremoto del 1783 che distrusse anche alcuni edifici del monastero, tra cui la Chiesa conventuale certosina di cui oggi rimane solo la cinquecentesca facciata in granito. Camminando a Serra San Bruno e negli splendidiboschi in cui è immersa si è lontani dal mondo di streghe e fattucchiere di Halloween. Qui le numerose chiese conservano preziose testimonianze del glorioso passato artistico e mistico di questo bellissimo paese, da cui già sul finire dell’ottocento in tanti partirono alla ricerca di fortuna. È quindi verosimile pensare che gli emigrati arrivati negli Stati Uniti abbiano continuato a praticare gli usi e i costumi della terra d’origine e che le tradizioni italiane (tradizioni similari a quella di Serra San Bruno sono state riscontrate in Friuli, Sardegna, Puglia, Sicilia, anche queste terre di forte emigrazione) abbiano incrociato quelle celtiche ed irlandesi della festa di Samhain (fine dell’estate inizio del nuovo anno), a cui si fa risalire la festa di Halloween (All – hallows eve). https://www.roma-artigiana.it/halloween-una-festa-italiana/
    1 punto
  25. La numero uno è della zecca di Genova...
    1 punto
  26. Oggi 31 Ottobre 2021 , all'asta Ranieri numero 16, lotto numero 241 ,è passato questo rarissimo e bellissimo mezzo ducato di Filippo II di Spagna ,datato 1575 con sigla GR dietro al busto e VP sotto il busto del Re,classificato R5 a pagina 103, numero 27 del Magliocca...
    1 punto
  27. @favaldar speriamo davvero che valga anche in questo caso il "secondo chi trovi" (nonostante non sia certo un qualcosa di positivo), poiché una simile interpretazione e conseguente applicazione delle norme potrebbe essere fatale per l'intero settore della numismatica antica e non solo. ...e intanto il resto del mondo va avanti... ma mi fermo qui che è meglio.
    1 punto
  28. Ciao,aggiungo il riferimento al Magliocca:pagina 191, numero 98, classificata R5...
    1 punto
  29. Ciao @cipa ti ringrazio x i link postati. Quindi si può pensare ad una medaglia al valore scolastico e non ad una moneta. E' incredibile pensare che nel Cantone di Berna gli alunni venissero premiati con una medaglia, quando nello stesso periodo negli Stati Italiani le scuole non erano pubbliche, ma solo collegi privati governati da ecclesiastici ( che al massimo ti regalavano un santino ). Logicamente è una battuta e mi posso sbagliare. Buona Serata e ancora grazie. Beppe
    1 punto
  30. Sicuramente il più raro dei tre millesimi coniati. Purtroppo non mi pare si conosca il numero di unità coniate. Sono i soliti Reali di emergenza della zecca di Cagliari già coniati dal '93 con il precedente sovrano di fattura piuttosto scadente e con una miriade di debolezze ed imperfezioni. L'esemplare postato già si discosta decisamente dalla media come qualità. Una buona acquisizione direi, anche come data.
    1 punto
  31. Per le incrostazioni vedi “Pulizia delle monete: cosa si può fare” in https://www.lamoneta.it/topic/200033-pulizia-delle-monete-cosa-si-pu%C3%B2-fare/?tab=comments#comment-2207989 Per la patina considera che l’argento è un metallo nobile, cioè ha poca tendenza a legarsi con quasi tutti gli altri elementi, mentre ha un debole per lo zolfo con cui reagisce formando solfuro d’argento. Le macchie scure che compaiono sulla superficie di una moneta d’argento sono in prevalenza di solfuro d’argento che si forma per reazione con l’anidride solforosa, prodotto tipico dell’inquinamento atmosferico. Un procedimento suggerito per pulire l’argento da queste macchie consiste nel foderare un recipiente con carta d’alluminio, riempirlo con acqua calda salata, immergere la moneta da pulire e lasciarla per un’ora. Poi si estrae e si risciacqua la moneta che sarà diventata più lucente mentre lo strato di alluminio apparirà più scuro. La spiegazione è che l’alluminio, metallo meno nobile, ha reagito sottraendo ossigeno e zolfo all’argento che è ritornato allo stato metallico non ossidato.
    1 punto
  32. E' - insieme al 20 centesimi dello stesso anno - la moneta più comune che sia mai stata coniata in Italia, essendo prodotta in 1,4 miliardi di esemplari. Se ci pensi, vuol dire che ne hanno prodotte 24 per ogni singolo abitante d'Italia, neonati compresi. Come puoi immaginare, anche in conservazione perfetta non può e non potrà mai valere più di 2 euro, neanche tra mille anni.
    1 punto
  33. Si,orrore esclusivamente per pessima conservazione,ma pessima veramente. Infatti è una discussione goliardica,dove possono uscire tranquillamente spunti interessanti e nuove cose da imparar anche da questo?
    1 punto
  34. Ciao @Antfolle86, Questo è un "autentico" falso d'epoca della Piastra 1859 di Francesco II
    1 punto
  35. tra colleghi RL andate TRACOLLE GHIRLANDATE Ciao da Stilicho
    1 punto
  36. Ciao @Asclepia, ti rispondo con "leggero" ritardo, ma ho visto solo oggi questa bella discussione! Quella al quale fai riferimento si chiama crescente lunare, e rappresentata uno degli elementi caratteristici dell'iconografia della Beata Vergine, presente anche in molte monete papali. Ti allego due testoni della mia collezione, il primo di Gregorio XV (1621-1623) è il secondo di Urbano VIII (1623-1644) che al rovescio hanno la stessa rappresentazione e legenda della tua moneta genovese . Michele
    1 punto
  37. Poveri collezionisti ( di euro commemorativi) non si accorgono di essere presi in una morsa commerciale micidiale, se ne accorgeranno però il giorno che volessero/dovessero liquidare la collezione..... Saluti TIBERIVS
    1 punto
  38. Il Regno d'Italia prima mandò in guerra ragazzi di 18 anni (il mio bisnonno non aveva neppure 18 anni), poi mosse la propaganda della madre - giustamente - addolorata nello scegliere una bara che ipoteticamente poteva contenere le spoglie del figlio, "disperso" , ovvero morto e irriconoscibile per volere sabaudo
    1 punto
  39. Buona Sera, Potrebbe essere stato solo un modo per promuovere il gradimento della moneta, fingere di non averla correttamente individuata, in effetti la presenza del segno, anche se poco appariscente è abbastanza evidente. La stessa moneta era transitata nell'asta NAC 90 del 2016. Un fiorino con lo stesso conio di rovescio nell'asta Hess 325 del 2013. Allego nell'ordine le immagini. Cordialità
    1 punto
  40. ...che nostalgia ma ogni volta che riascolto questo brano e guardo il videoclip mi affascina e mi conquista come negli anni '80 ....una canzone cult. Vi invito ad ascoltare la versione strumentale proposta dagli A-HA ad MTV Unplugged che è meravigliosa: Video remasterizzato in 4k: Versione strumentale Mtv Unplugged:
    1 punto
  41. Ciao a tutti. Ho 31 anni e vengo da Tianjin, Cina. In Cina, la raccolta di monete è anche un hobby di nicchia, soprattutto per la raccolta di monete straniere, che sono più concentrate nelle grandi città con economie più sviluppate. Troppi tipi di hobby e metodi di intrattenimento occupano il tempo libero dei giovani cinesi, allo stesso modo, di fronte alla pressione della vita, le risorse rimanenti determinano quanto denaro le persone possono spendere per i loro hobby. Molti giovani entrano in questo campo a causa della loro curiosità per la storia e la cultura. La maggior parte di loro ne ha solo un assaggio. Solo pochi studieranno a fondo la conoscenza delle monete rilevanti e il loro background storico, e costruiranno una collezione perfetta basata su il proprio sistema di conoscenza. La domanda di investimenti a valore aggiunto ha portato più persone a scambiare monete (soprattutto monete locali cinesi) per vantaggi economici, non solo per "pure collezioni". I collezionisti della vecchia generazione perseguono maggiormente la completezza dei tipi di monete, mentre i collezionisti della nuova generazione presteranno maggiore attenzione all'aspetto e allo stato delle monete.
    1 punto
  42. famosa è la fiera dell'elettronica che si svolge due volte all'anno. questo è un padiglione dove si svolgono gli eventi. in questo caso fiera dei rettili
    1 punto
  43. Anch'io, oggi, ho finalmente trovato in circolazione un 2 euro austriaco del 2021... Penso che le monete del 2021 che ho trovato in circolazione finora si possano contare sulle dita di una mano (o due mani al massimo)... In compenso, quest'anno (ed anche l'anno scorso) sono riuscito a fare incetta di rotolini delle commemorative... A proposito, se a qualcuno interessa scambiare rotolini di CC, io ho la possibilità di cedere parecchi rotolini di vario genere degli ultimi 10 anni... Mi va bene anche di cedere due rotolini italiani per un rotolino estero (più 50 euro in banconote)...
    1 punto
  44. Bellissima banconota, con valore anche in questa conservazione
    1 punto
  45. Breve riassunto storico: verso la fine del VII secolo l'imperatore Tenmu iniziò una serie di riforme e innovazioni basate sul modello cinese, in particolare replicò i procedimenti amministrativi e giuridici dell'epoca Tang ma "giapponizzati". In poche parole tentò di realizzare uno Stato centralizzato, simile a quello cinese, con a capo la famiglia imperiale. Oltre il modello politico, i giapponesi acquisirono altri aspetti della cultura cinese quali l'architettura, la scrittura e, molto probabilmente, anche la monetazione. La capitale Nara fu una vera e propria copia in scala ridotta della capitale cinese Changan. Inoltre, proprio durante il periodo Nara (710 - 784) la scrittura cinese portò alla comparsa dei primi libri scritti in Giappone e alla modellazione della prima lingua giapponese, dove i caratteri cinesi kanji si mescolarono con quelli autoctoni hiragana. Per quanto riguarda la monetazione, ancora oggi ci sono diversi dubbi sulla moneta Fuhonsen. Un vecchio libro del 1798 riporta che il Fuhonsen era una sorta di amuleto utilizzato per scopi religiosi. Inoltre, alcuni testi risalenti al periodo Nara specificano che la prima monetazione nasce con le monete Wadō kaichin. Attualmente, la moneta Wado-kaichin viene valutata come la più antica, e certamente circolata, valuta giapponese. In effetti molte monete Wado-kaichin sono state ritrovate in tutto il Giappone, persino in Manciuria e Corea.
    1 punto
  46. 1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.