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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/19/21 in tutte le aree
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Di numismatica ho ancora tantissimo da imparare, ma l'italiano almeno lo capisco Il pezzo riportato si riferisce chiaramente alla zecca di Napoli nella sua interezza e continuità temporale, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di aggiungere esplicitamente "e in modo particolare per quelle di Ferdinando II". Le due pagine che precedono questo estratto, ad esempio, sono interamente dedicate ai 10 tornesi di Francesco II. In ogni caso, i miei interventi non hanno nessuna volontà polemica, e lo dico sinceramente. Avevo semplicemente alcune curiosità riguardanti le monete borboniche intorno alla metà dell'800 (e pensare che ancora non ho nemmeno affrontato il dubbio principale sui famosi graffi da conio ). Onestamente non riesco bene a capire cosa si intende per "varianti non intenzionali": mi sembra condivisibile il fatto che mettere 13 o 14 torrette fa una bella differenza sostanziale e visibile. Dire che questa differenza non è voluta significa dire implicitamente che le persone dedicate alla preparazione dei conii non avevano la capacità intellettiva di distinguere 13 da 14 torrette. Siccome io non credo che sia questo il caso, mi sembrava interessante cercare di ricostruire quella fosse il vero motivo per introdurre queste differenze. Saluti!7 punti
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La perfezione incisoria eseguita sui conii dei Tari' di Francesco II è superiore a tutta la precedente produzione di FerdinandoII, ( sempre nei Tari' ). La torretta in meno la considero "un segno " per distinguere una liberata da un'altra. Mio parere personale.4 punti
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Ecco tutti i numeri del Gazzettino. Ci sono anche il numero 4 e 5 nella versione a colori. Questo è quello che si può chiamare impegno per la divulgazione numismatica.4 punti
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A seguito della recente discussione sul denario di Furius Purpureo mi erano tornate in mente alcune letture di qualche tempo fa, ma mi ci è voluto un attimo per inquadrare nuovamente la questione. Il punto di partenza è un bellissimo articolo di Pedroni del 2009 (Roma, Luna e i Liguri, in "Analecta Romana Instituti Danici", pp.7-18) ove si analizzano le 12 tipologie denariali ove al rovescio è presente la dea con lunga veste, a volte con busto scoperto, alla guida di una biga e con l'inequivocabile crescente sul capo. Di queste, una decina presentano un coerente quadro cronologico di emissione compreso tra il 190 e circa il 170 a.C., parrebbero emessi su piede ridotto 3,7-3,8 g ed hanno segno di valore X e quindi precedenti alla ritariffazione della metà del II secolo. In taluni casi poi le emissioni in bronzo associate sono su standard sestantale ridotto, i denari tipo Cr. 161/1 e Cr. 207/1 presentano in legenda una lettera L ad angolo acuto (forma paleograficamente inquadrabile in un periodo antecedente al 170 a.C.) e tre emissioni risultano affiancate a nominali minori quali il quinario o il vittoriato, il cui ciclo produttivo parrebbe interrompersi intorno al 170 a.C. (l'emissione di quinari riprenderà tempo dopo). Delle 12 ben 9 vengono poste dal Crawford tra il 194 ed il 170 (133/3, 136/1, 140/1, 141/1, 156/1, 158/1, 159/2, 161/1, 163/1) ed una, la 187/1, in un periodo compreso tra il 169 ed il 158, dunque con limite cronologico prossimo. Delle due restanti, il già citato tipo a legenda FLAVS è datato al 150 ma con grafia della lettera L che potrebbe far supporre ad una datazione differente, mentre l'ultimo tipo, a legenda A. SPVRI (Cr. 230/1) è datato al 139 a.C. Il tipo monetale con Luna rappresentò uno dei primi modelli iconografici "di rottura" rispetto al precedente tipo fisso anche se riscosse un successo piuttosto limitato. Analizzando il pantheon romano del periodo Luna non è certo da considerare una tra le principali figure divine ed è quindi lecito domandarsi il motivo che portò all'adozione di tale particolare soggetto che, agli inizi del II secolo, andò ad affiancare il tipo dei Dioscuri. Ben vangano pareri ed osservazioni in merito a questa introduzione riguardante un tema che a mio parere porterà ad ipotesi estremamente interessanti. Ecco un indizio, decisamente famoso:3 punti
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Molto interessante, senza alcun dubbio, è quanto scrive G. Werdnig (Le Oselle- Monete - Medaglie della Repubblica di Venezia. Traduzione a cura di Elda Winsemann Falghera - Edizioni Lint Trieste - 1983). Leggiamo insieme come viene descritto il Rovescio di questa Osella: "Una figura femminile, velata solo nei lombi, capelli al vento, braccia alzate, si dirige velocemente in direzione verso destra, appoggiando il piede destro sui frantumi di una ruota. Un fascio di raggi convergenti, irrompenti dalle nubi a sinistra, verso il quale volge il capo a ritroso, la colpisce al centro del corpo. Dal suo braccio destro pende un vessillo." Opportuno però continuare nella descrizione dell'Osella da parte del Werdning in quanto ulteriori informazioni si traggono. "L'Osella si riferisce all'elezione del doge, il quale ebbe nei tre Procur. S. M.: Giovanni Donà, Angelo Diedo e M. Antonio Barbarigo degli appassionati concorrenti. Gli Annali raccontano che nessuno dei quattro candidati aveva potuto raggiungere il prescritto numero di 25 voti. Sembra che Giovanni Donà, il quale era fra i 41 elettori, un pò per le ridotte possibilità di riuscita in seguito alla dispersione dei voti, un pò per la intima spinta di conseguire una buona scelta, abbia proposto di far convergere i voti su Mocenigo, ciò che infatti avvenne. La legenda è tolta dal salmo 88, 19 ed il relativo versetto suona: "Quia Domini est assumptio nostra et Sancti Israel regis nostri". Allioli lo traduce come segue: "Poiché è il Signore, il Santo d'Israele che ci ospita". Dato che in ebraico la parola "manegon" significa scudo, il versetto pertanto suona: "Poiché il Signore è il nostro scudo ecc.". Quindi "assumptio" nel salmo significa "prendere sotto protezione" da cui deriva il significato più tardi "attirare a sé" ossia assunzione, elevazione, come in assumptio Mariae = Assunzione di Maria, oppure in assumptio sancti alicujus = ricorrenza del giorno della morte di un santo, cioè il giorno della sua assunzione in cielo. Così ci avviciniamo al senso della legenda in quanto diciamo: "Non siamo noi ad elevarsi, ma è la potenza di Dio che ci eleva e ci assume (sotto la sua protezione)". Così come tutti i regnanti si definivano, "Dei Gratia regnantes", così anche Mocenigo non attribuiva l'elevazione a doge ai suoi meriti, bensì alla grazia di Dio. Se non fosse stato per volontà di Dio, sembra voglia dire, la sua elezione in circostanze così aggravanti come riferite dalla storia, non avrebbe potuto avvenire. La Fortuna su una ruota è una raffigurazione che ricorre spesso al tempo del Rinascimento. La Fortuna, nuda o vestita, su un globo alato, in volo sul mare, con il vessillo gonfiato dal vento, la troviamo per es. su medaglie dell'arciduca Carlo d'Austria, nel periodo dal 1560 al 1575, accanto al suo motto: "Fortuna (Dio) audace juvat". Qualche volta incontriamo la fortuna anche in piedi su due delfini. Una spiegazione del XVII secolo suona: "Fortunam in pilam poetae collocant propter mutabilitatem - audax, qui se committit pilae - audacior, qui Delphinum equitat vere nihil aliud est fortuna, quam incerta rerum causa(1)". Un doppio tallero del duca August di Braunschweig-Luneburg reca la Fortuna nuda su un globo, capelli al vento, stringente un vessillo gonfiato sopra la testa (Kohler, Munzbelustigungen). Noi interpretiamo la raffigurazione come segue: La Fortuna, in corsa, su una ruota, sfruttando il vessillo, gonfiato dal vento, come vela, rappresenta l'individuo, il quale si fida delle proprie fragile forze. Il vessillo qui non è altro che il simbolo nella fiera fiducia delle proprie forze. La ruota si sfracella nello scontro con un improvviso ostacolo, la Fortuna (cioè l'audax se rotae committens) si spaventa, precipita, il vessillo non è più gonfiato dal vento, bensì si affloscia nella tempesta: è allora che la Fortuna (sempre nella personificazione dell'audax) alza lo sguardo timoroso al cielo, donde prorompe dalle nubi il raggio di sole salvatore (il raggio della grazia di Dio), che dice: "Non sta a voi, fragili uomini, di elevarvi; la forza umana è simile alla ruota in corsa che si sfracella all'incontro con il primo imprevisto ostacolo". In questo senso la Fortuna serve come illustrazione al versetto del salmo(2)". (1) Symbola pontificum et regum, 1686. (2) "Domini est assumptio nostra" si trova anche sulla medaglia di papa Alessandro VIII, del 1690. "Domini assumpsit me" è la legenda sul rovescio di una moneta spicciola di re Giovanni Casimiro di Polonia, del 1649 (Kohler, Munzbelustigungen"."3 punti
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...con spazio alle domande eventuali del pubblico. È una via perseguibile? A me manca tanto andare in edicola e comprare un periodico numismatico. Capisco perfettamente che la soluzione dell'abbonamento è quella più sostenibile, ma a me manca andare in edicola... ? Helmut Rizzoli ha detto una cosa che andrebbe stampata a lettere cubitali in ogni circolo, in ogni medagliere, in ogni aula universitaria (forse esagero...). Non sono in grado di riportare le esatte parole, ma, parafrasandole, grossomodo suonavano così: "Rivendico senza timidezza alcuna la mia natura di storico, scienziato, collezionista e curioso." ???3 punti
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Diciamo che è la prima volta che leggo una cosa del genere. Il tutto naturalmente rientra nella normalità italica che davanti a una fattura pagata chiede altri documenti , magari è il funzionario di turno che vuol farsi notare La casa D'Aste non c'entra niente.3 punti
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Ciao @Archestrato Alla richiesta di un parere tecnico, io descrivo la mia. Escludendo l'ipotesi di una pulitura aggressiva, che si possa asportare parti cosi rilevate, come la clamide, rimane che la moneta è stata coniata cosi com'é, senza la clamide. Una dimenticanza dell'incisore ? probabile, e che in un secondo tempo, abbia inciso sul conio, la clamide. La prova della mia ipotesi, sta nel confronto con altre due monete DALLO STESSO CONIO, ANS 605 e Parigi. Dalla foto che allego, si evidenzia una iniziale rottura ( quadratino in nero ), tra il piano e la cornice ad ore 4. Segno inequivocabile questa rottura, che sulla moneta LEU è iniziale, pertanto è stata coniata prima delle altre due ANS e Parigi.3 punti
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Gent.mo @gennydbmoney giustamente scrivi che è impossibile determinare la Rarità delle due versioni ( a 14 e 13 Torrette ) in quanto non contemplate dai Manuali più diffusi. Sicuramente è da considerare una Variante in quanto già il CNI descrive sia la 14 sia la 13 Torrette. Gentilmente poi mi dovresti spiegare in quali stampe il Tarì di Francesco II è raffigurato con 7 Torrette, in quanto non ho riscontri. Rispetto la tua idea della “casualità” ma non la condivido, in quanto non penso che gli allievi della Zecca riempissero gli spazi vuoti punzonando a caso, in preda ad una sorta di “horror vacui”. A mio modesto parere è più probabile che fossero dei “segni” o, ancor meglio, delle “firme” la finalità delle quali non è possibile conoscere per la mancanza di documenti. Queste monete che variano da uno specifico “standard” ( che in mancanza di scritti ufficiali può essere anche quantitativo, basato sui passaggi in Asta etc ) dovrebbero essere considerate vere e proprie Varianti. Sottolineo che queste mie affermazioni sono del tutto personali e ti ringrazio per l'eventuale risposta. Cari Saluti, Beppe3 punti
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Buon pomeriggio potrebbe essere utile una discussione di uno studio fatto da me in riguardo alle torrette dove ho espresso il mio parere personale ecco il mio intervento.2 punti
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Si confermo è varicella ? !!! Ma devo dire @Orodicarta che mi piace questa banconota in uno stato diverso sarebbe un bel pezzo da avere in collezione ?!!!2 punti
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E’ una foto importante questa, e’ quella della convivialita’, tutti insieme a parlare di numismatica e di vita dal giovane a Moruzzi, dallo studioso a Rizzolli, dal collezionista a Ottolini, mancava...il reale e la convivialita’ ...e sostituisce quello che mancherà ancora una volta a Verona ...2 punti
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Sono d'accordo con te sulla qualità dei colori ma anche sul piano artistico si fanno apprezzare. Per quanto riguarda la consistenza forse risultano leggermente più sottili e quindi più soggette a pieghe e usura ma comunque qualunque altra banconota riposta in una tasca di un indumento e centrifugata sarebbe uscita in condizioni simili. Comunque ragazzi la procedura per il lavaggio delle banconote è molto preciso nelle sue fasi basta solo seguirlo per ottenere ottimi risultati: 1) Inserire le banconote in lavatrice a 600 giri lavaggio 30° gradi con detersivo per capi delicati. Si raccomanda di evitare la centrifuga, gli audaci possono provarci ; 2) Stendere le banconote al sole e ritirarle leggermente umide. Attezione ad occhi indiscreti, potrebbero farvi una visita di cortesia; 3) Stirare accuratamente ogni singola banconota e nel caso ci sia bisogno vaporizzare leggermente con acqua demineralizzata. La stiratura va eseguita fronte/retro con delicatezza facendo attenzione a non danneggiare o bruciare il biglietto: Mai più stropicciature e banconote nuove e profumate. Buon lavaggio ??!!!!2 punti
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Per me è stato lo stesso! Purtroppo un impegno nel primo pomeriggio mi ha impedito di esserci al pranzo e conoscervi tutti di persona ma volentieri vorrei in futuro. Anch'io, a parte Mario, non sono riuscito ad identificare nessun utente del forum... avevo solo qualche ipotesi! Ad una prossima occasione di incontro spero di fare la conoscenza dal vivo di molti utenti che stimo qui sul forum!2 punti
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Io questa non la vedo assolutamente come una colpa della casa d'asta. O ci aspettiamo che debbano sapere tutte le norme di tutti i paesi del mondo incluse quelle inventate dal burofunzionario di turno della dogana?2 punti
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Piena corrispondenza, e non è sorprendente, probabilmente coniate con gli stessi conii (non c’è dubbio per il conio del busto di Diocleziano) Questi quinarii di Ticinum sono tutti rari (busti radiati e corazzati) o rarissimi e verosimilmente destinati a donativa, (teste laureate, RIC VI 27 e 28, legenda VTILITAS PVBLICA, T all’esergo), databili al 294/295. https://www.acsearch.info/search.html?id=1429241 Nel caso di quinarii senza esergo come il tuo, dallo stile poco riconoscibile a causa del piccolo modulo, la datazione e la zecca sono spesso difficili da stabilire. Esistono anche per Roma, Siscia (con esergo) Treveri e Lione, durante la diarchia e in seguito durante la tetrarchia per gli augusti e i loro cesari. Infatti se ne trovano fino a Crispo... Ad esempio, questo quinaro è elencato nel RIC 5b, (dal 285 al 293 d.C) per la zecca di Lione: https://www.acsearch.info/search.html?id=953672 Questo qua, anch’esso assente nel RIC, zecca di Roma? Venduto 2200 $. https://www.acsearch.info/search.html?id=1285111 Almeno per questo, lo stile corrisponde bene a quello di Lione: https://www.acsearch.info/search.html?id=2120961 Il tuo quinario a doppio busto era già presente nel libro di Cathy King, ma non sò se era illustrato. (Roman Quinarii from the republic to Diocletian and the tetrarchy, 2007) Non si vede bene sulla foto se le zone danneggiate sono dovute a concrezioni o ossidazioni. Forse potresti fare delle foto migliori? Magari sarebbe possibile pulire questa moneta, se qualche utente conosce un restauratore professionale che potrebbe esaminarla? Ne vale la pena, per parlare solo del valore commerciale ricordo il prezzo di 5500 CHF (sopravvalutato secondo me) ottenuto per la moneta della NAC, comunque meglio conservata.2 punti
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Grazie grazie grazie e... ...ancora grazie a tutti! È davvero rincuorante sapere che esiste un tale livello divulgativo in cui non ha posto alcun elitarismo. È l'esperienza di ogni persona interessata a pesare. Fatto! Se vuoi ti passo le righe che ho appuntato come si faceva a scuola. ? Però la mia calligrafia è molto ostica.2 punti
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Fossero monete di modesto valore farebbero pensare ad un fonte votiva ma le monete del ritrovamento sono molto belle e rare. Vedremo questa sera alle 20:45 in via Kramer 322 punti
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C'è il lev bulgaro anni '90 col famoso Cavaliere di Madara, che sarà riportato anche sui loro euro: (bozzetto di fantasia)2 punti
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La foto da me inviata e' tratta da Asta del Titano 36 del 20.04.2010 pag 109 e venduta come falso da studio2 punti
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Per il dritto, hanno usato un Galvano elettrotypo, che il BM li creò per collezionisti.2 punti
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Leggiamo da Mario Traina (Il linguaggio delle monete. Motti, imprese e legende di monete italiane. Editoriale Olimpia 2006): ”Figura femminile (la Fortuna), illuminata da raggi spioventi dall’alto, velata nei lombi, capelli al vento, il volto e le braccia alzati verso l’alto, con un vessillo pendente dal braccio destro e col piede destro sui frammenti di una ruota. Si riferisce alla contrastata elezione del doge, che attribuisce la sua ascesa al dogato non ai suoi meriti ma alla volontà di Dio. La Fortuna corre su una ruota sospinta dal vento, grazie al vessillo che fa da vela e che simboleggia la fiducia dell’individuo nelle proprie forze; ma ad un tratto, davanti ad un ostacolo, la ruota va in pezzi e la Fortuna si arresta, volgendo lo sguardo e le braccia al cielo, dal quale attraverso i raggi della grazia di Dio arriva l’aiuto implorato a sostegno della fragilità umana.”2 punti
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Prima ho parlato del nuovo libro del Prof. Helmut Rizzolli, facciamo una anteprima pubblicando il pieghevole che lo illustra datomi dal Professore Retro2 punti
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E cosa c’entra la casa daste? Se abbiamo un ministero demenziale e regole demenziali non è certo colpa degli inglesi o delle case d’asta….2 punti
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D'incerti, nel stesso testo riportato sopra, propone la seguente spiegazione (immagino già nota a molti, ma la riporto per completezza )2 punti
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Buonasera, cercavo un posticino dove presentare una delle mie Banconote Francesi, le trovo particolari con quei colori pastello (correggetemi se sbaglio) quasi sembra una striscia di un fumetto. FRANCIA 10 Franchi 1974 - Hector Berlioz Hector Louis Berlioz (La Côte-Saint-André, 11 dicembre 1803 – Parigi, 8 marzo 1869) è stato un compositore francese. Saluti Alberto1 punto
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Non ce n’è bisogno di ricominciare… ps: cicero non ha una casa d’asta , ma ha l’onestà morale di riconoscere da che parte sta una responsabilità anche quando non gli fa comodo, al contrario di qualche altro( plurale) …..1 punto
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Ciao! Mi sono permesso di correggere il titolo di questa discussione: da Vittore a Vittorie. Decisamente migliore la seconda, complimenti. luciano1 punto
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Bell'articolo di Graziosi che si inserisce tra i contributi per i 700 anni dalla morte del sommo poeta. Interessante l'articolo su Piombino di @Reale Presidio e molto ponderosa la II parte su Gregorio XVI di Vigna-Chimienti-Cassanelli.1 punto
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Riprendo questa discussione e con riferimento al post #1 condivido il mio esemplare recentemente acquisito.1 punto
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Ecco un secondo esemplare recentemente acquisito in collezione.1 punto
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Dalle parti di Ancona, il cavaliere è di casa, sia rivolto a destra che a sinistra. Questo è un ducato papale della monetazione anonima del XVI secolo attribuita a Clemente VII.- Foto proveniente da Asta NAC.1 punto
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Buondì Sandokan, sono d’accordo. Aggiungo che per il metallo ci si può fare un’idea anche a casa disponendo di un cilindro graduato di 3 cm di diametro con cui è possibile misurare approssimativamente il volume della medaglia. Dal rapporto tra la massa (in grammi) e il volume (in centimetri cubi) si ricava la densità, il cui valore permette di individuare la lega metallica di aspetto simile all’argento usata (argentana, packfong, ecc.). Contraccambio i saluti, apollonia1 punto
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Complimenti a tutti indistintamente, un successo in tutto e per tutto, un parterre de rois, volti sorridenti e sereni, merito soprattutto al Top player Mario Limido @dabbene anima, identità, cuore e passione, ingredienti rari e unici, esempio da seguire e perseverare.1 punto
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Impossibile non fare una citazione anche per il Prof. Helmut Rizzolli, grande divulgatore e studioso, che ci ha annunciato l’uscita imminente, pare ai primi di novembre, di un suo nuovo libro con la particolarità che avrà una dimensione tascabile !1 punto
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A mio parere, da dopo Papa Giovanni, i divisionali sono diventati meno attraenti proprio a vedersi (fino ad allora ogni divisionale aveva un tema), sono tutti uguali (da un lato il papa e dall'altro il taglio) tranne che per il colore del cartoncino e qualche altra cosetta, ma non così importante da farlo diventare un pezzo unico. Se le cose resteranno così, le vendite continueranno a calare (anche per questo le tirature sono basse). Modesto parere opinabile.1 punto
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MILANO NUMISMATICA: un evento riuscitissimo! Ecco i magnifici 3 della NIP a illustrare i metodi di coniazione sviluppati nel tempo. Nell'ordine: Umberto Moruzzi (vicepresidente NIP) che ci ha illustrato come leggere le monete classiche (le Romane in particolare), Marco Ottolini (che oltre all'articolo sul Gazzettino #8 su "Le caratteristiche delle medaglie rinascimentali fuse e delle loro copie" ha esposto i metodi di coniazione delle monete medievali) e Fabio Grimoldi (che ha presentato i metodi più recenti di coniazione: a rullo, a bilanciere e con macchine automatiche)1 punto
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Grazie a tutti veramente, grazie perché l’evento lo avete fatto voi tutti, partecipando, dando il vostro consenso, commnicandolo, facendo sentire anche da lontano la vostra vicinanza, grazie ai 18 che hanno scritto per il Gazzettino, grazie agli 8 presenti ieri che lo hanno esposto, grazie ai 10 giovani sul palco che hanno ricevuto la moneta del futuro, grazie a Umberto Moruzzi, a Marco Ottolini, a Fabio Grimoldi tutti della Nip, grazie ai tre relatori di novità bibliografiche da Andrea Boroni, a Matteo Anzilotti al Prof.Helmut Rizzolli che ci ha dato uno scoop su un imminente nuovo suo libro in uscita, grazie a quelli che hanno voluto poi condividere insieme a pranzo, grazie a chi mi è’ stato vicino in tanti modi per questa festa numismatica che e’ e rimarrà una bella storia culturale e numismatica da raccontare e ricordare, grazie e sempre buona numismatica a tutti !1 punto
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Ringrazio tutti anch'io per questo fantastico evento! Interventi davvero molto interessanti. Era la prima volta che presenziavo alla consegna di un gazzettino; è un lavoro davvero curatissimo, complimenti a tutti i suoi autori! Ringrazio in particolare Mario @dabbene per avermi invitato e spero di non mancare anche all'uscita delle prossime edizioni!1 punto
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Che dire una giornata emozionante, poter rivivere un convegno dal vivo è stato bellissimo e di questo bisogna dare merito a Mario ed a tutti quelli che hanno fatto in modo che l'evente potesse avere il grande successo che meritava e che ha giustamente ottenuto. Sala gremita di appassionati di ogni età, momenti di aggregazione e di interessante apprendimento, il Gazzettino n° 8 che ormai è un vero e proprio libro con gli interventi degli autori, la moneta consegnata ai giovani, la presentazione delle nuove pubblicazioni ed in particolare quello di prossima uscita del Prof Helmut Rizzolli, una persona che quando parla trasmette sapere e conoscenza in una maniera semplice e comprensibile a tutti. Il workshop con i tre esperti della NIP che anno illustrato in maniera sintetica ma esaudiente alcune tematiche importanti legate al collezzionare monete di ogni epoca. Forse è proprio questo il convegno della ripartenza, non più come i precedenti per ovvi motivi legati al Covid, ma bello e proiettato verso il futuro, per una numismatica che appartenga a tutti, collezionisti, studiosi e commercianti, tre categorie che sono in simbiosi una non potrebbe fare a meno dell'altra. BRAVI TUTTI ?? ?? ??1 punto
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Coesistono due serie simili (catalogate serie VIII Villaronga), una di bello stile più frequentemente rinvenuta nella parte orientale della penisola iberica e una serie cosiddetta dagli spagnoli “tosca” di stile più grezzo e rinvenuta più frequentemente in Andalusia (quella che hai postato). La serie di stile inferiore si ipotizza fosse una emissione di penetrazione militare coniata con zecche mobili al seguito dell’esercito, questo ne giustificherebbe le notevoli differenze di conio e l'asse di conio estremamente variabile. Si ritiene che la produzione delle monete grezze sia cronologicamente più bassa rispetto a quella di bello stile e si attesti all’incirca nel 206. Avendo avuto una diffusione territoriale molto ampia, molti divisori sono stati rinvenuti anche nell’area della romana Baria, si ipotizza che siano state prodotte da officine mobili e locali. E’ singolare peraltro che i divisori grezzi fossero rari e pressoché sconosciuti fino agli anni ’70 del secolo scorso quando il mercato fu sommerso da monete provenienti più o meno legalmente dal sito di Montemolin. Oggi sono divisoti abbastanza comuni che compaiono in maniera costante nelle aste spagnole. Per quanto riguarda il tipo viene catalogato come 1/5 di unità ma anche 1/4 o 1/6, questo perchè l'unità di riferimento ha uno scarto ponderale molto ampio da 6 grammi a 15 grammi con un peso medio che si attesta attorno a 8,6 grammi. Allego le immagini del divisore di bello stile e l'unità di riferimento di stile grezzo con e senza la lettera ALEPH davanti la protome. Unità1 punto
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Saranno almeno 100 le monete di Genova con il castello che è l'immagine della città medievale. La moneta al centro è un' intrusa in quanto quartaro con grifone.1 punto
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Qualche ideuzza sull'origine della moneta ce l'avrei. Ad esempio nel 1322 a Teodorano (frazione di Meldola) si coniavano denari piccoli di Venezia e di Aquileia contraffatti. Verso la metà del secolo, poi, la Romagna era piena di zecche truffaldine impiantate dagli stessi signori cittadini. Allora, come oggi, la falsificazione di monete spicciole presentava notevoli vantaggi perché raramente i controlli erano severi su pezzi di così scarso valore e si potevano perciò spacciare in quantità senza grossi rischi (infatti conosco pochissimi processi per contraffazione di moneta piccola). I truffatori potevano così intascare lo stesso valore che le zecche ufficiali ottenevano dal signoraggio, che per le monete piccole è piuttosto elevato. Piuttosto l'errore di incisione del conio, che escluderei per una zecca ufficiale, dove i coni erano incisi in buon numero da persone esperte e specializzate, mi fa pensare ad un'iniziativa artigianale e improvvisata. Presumo che qualsiasi orefice fosse al corrente che gli stampi andavano incisi a specchio. Quindi l'autore dell'errore potrebbe essere un falsario improvvisato. A Venezia a fine Duecento c'era gente che si metteva a coniare monete, pochi pezzi per volta, addirittura nelle camere d'albergo (e ovviamente finiva con le mani tagliate).1 punto
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