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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/26/21 in tutte le aree

  1. 13 Luglio 1907 La città di Cardiff è in festa per la visita del Re Edoardo VII e la Regina Alessandra insieme alla giovane Principessa Vittoria! La presenza dei Sovrani è dovuta all’apertura del nuovo bacino portuale intestato alla Regina. Per l’occasione la Camera di Commercio locale fa preparare un souvenir in accordo con la Ditta J.S. FRY & SONS LtD, notissima manifattura di cioccolato e cacao, fornitrice della Casa Reale. La Ditta J.S. FRY & SONS LtD ha una lunga storia, nata come piccolo store per la lavorazione del cioccolato da parte di Joseph Fry nel 1759, e nel 1822 creò la J.S. Fry & Sons con sede a Bristol. Nel 1835, alla morte del fondatore, gli eredi ampliarono la gamma di prodotti a ben 220 articoli, e nel 1866 furono i primi a presentare sul mercato le barrette di cioccolato al latte. La Ditta, oramai di fama internazionale, ha terminato la sua esistenza assorbita dalla Kraft nel 2011. Il souvenir di questa occasione consiste in una scatoletta in metallo con le immagini dei Sovrani presentata dalla Camera di Commercio locale, mentre sul retro della stessa è presente l’intestazione della Ditta Fry che si presenta come fornitrice ufficiale del Re. All’interno della scatola presumo ci fosse del cacao, insieme ad un piccolo depliant pubblicitario, fortunatamente rimasto intatto, dove oltre a esaltare la qualità del prodotto, sono presenti le istruzioni per la preparazione di una buona tazza di cioccolato. Ma la parte più interessante è sul retro del depliant, con una breve storia a fumetti, con il Re che estasiato dal gusto di una tazza di cioccolato, ne fa premio ai suoi soldati al posto di conferimento di medaglie. Ma ora veniamo alla parte numismatica dell’evento. Sempre la Camera di Commercio di Cardiff, fece coniare una medaglia di bronzo per l’occasione che fu distribuita a tutti gli alunni delle scuole della città, che quel giorno fecero vacanza. La medaglia in bronzo, di 50 mm di diametro, con peso di 55,27 g., presenta al D/ i ritratti dei Sovrani, e sul R/ lo stemma della città, contornato dalla motivazione della coniazione e la dedica al Re, alla Regina e alla Principessa Vittoria. La medaglia si presenta in perfetto stato di conservazione.
    9 punti
  2. L'altra, sempre Collezione Litra Foto con luce diversa. Publica Filippo IV 1622 PVBL/ICA/°/COMMO/DITAS Ex Numismatica Rimoldi CNI 154 Peso g. 13,29 Diametro 29,00mm Saluti Alberto
    4 punti
  3. Buonasera a tutti. Publica Filippo IV 1622 PVBL/ICA/°/COMMO/DITAS Ex Inasta 06 ottobre 2020 Collezione Litra Peso g. 13,26 Diametro 29,00mm CNI 154 Saluti Alberto
    4 punti
  4. Condivido con piacere questo esemplare di ducato recentemente acquisito in Asta MÜNZEN GUT-LYNT GMBH - GUT-LYNT AUKTION 3 (LIVE ONLINE AUKTION) del 19/09/2021 Lotto 2016. Di seguito, la descrizione riportata dall’Asta nonché in allegato le relative foto con alcuni ingrandimenti. Francesco Loredan 1752-1762 Ducato o. J. (1752) Venedig Münzmeister Stefano Barbaro. Montenegro 2755. Dav. 1551. 22.58 g. Selten. Sehr schön-vorzüglich Buona serata, Domenico
    3 punti
  5. DE GREGE EPICURI Mah, forse è stata "incerata", e proprio con della cera d'ape. Anni fa (ma forse anche ora) alcuni collezionisti lo facevano, ritenendo di proteggere la moneta e anche di migliorarne l'aspetto. Probabilmente, col tempo alcuni tipi di cera possono raggrumarsi, e anche cambiar colore.
    3 punti
  6. Proprio così! E allora segnalo questo mio scritto del 2018, in cui si avanzo l'ipotesi che il giglio sia da mettere in connessione con lo zecchiere fiorentino Chiaro da Casavecchia... Un_grosso_meranese_coniato_sotto_lo_zecc.pdf
    3 punti
  7. Attualmente in asta Artemide Carlino di Giovanni d' Angiò emesso a nome del padre Renato, zecca di Sulmona
    3 punti
  8. Vorrei ora parlare un po' di Cavallotti. Come spesso succede su varie monete sabaude, anche su questa tipologia vi è un po' di confusione nei testi e nei cataloghi, anche negli ultimi. Tralasciando quelli del primo tipo del 1587 su cui c'è poco da dire, vorrei approfondire un po' il discorso per quanto riguarda le altre tipologie. Questi Cavallotti, o pezzi da tre Grossi, si iniziarono a coniare quasi un quarto di secolo dopo quelli del primo tipo e subirono una notevole svalutazione, i primi coniati ad una bontà di 3,1 denari, questi successivi ad una bontà di 2 denari fino ad arrivare a quelli del 1628 a 1,12 denari. Anche il peso diminuisce notevolmente, i primi tagliati a 82 pezzi al Marco e i seguenti a 96, 118 o 120 pezzi al Marco. Il Cudazzo sul suo nuovo testo inserisce un tipo nuovo di Cavallotto, sempre con la data 1587, classificandolo come secondo tipo, è comunque un primo tipo con una variante nella leggenda. L'altra tipologia, indicata sul Cudazzo al 751 del terzo tipo e sul Mir come secondo tipo, è quella con nulla ai lati dello scudo e una V fra le gambe del cavallo. Questa dovrebbe essere spostata, come periodo di coniazione, dopo l'altra tipologia, quella con i nodi ai lati dello scudo, perché le date segnalate del 1608 e del 1610 sono probabilmente degli errori di lettura o degli errori di coniazione e queste monete dovrebbero seguire l'ordinanza del dicembre 1618 per Vercelli come sono le due date, 1618 e 1619, che si possono trovare sui pezzi rintracciati. L'ordinanza per Vercelli del dicembre 1610 ha probabilmente portato la coniazione dei cavallotti con i nodi ai lati dello scudo con la scritta VERCEIL in esergo sotto al cavallo. L’altra tipologia, quella con i nodi, dovrebbe essere la prima che si è tornati a produrre, infatti si possono trovare date che vanno dal 1610 al 1616, è segnalato un esemplare datato 1619, ma potrebbe essere una errata lettura. Un'ordinanza successiva dell'ottobre 1628 ne fa riprendere la coniazione con una netta svalutazione come già detto. A Giugno 1630, causa peste, la zecca di Vercelli venne spostata a Santhià, dove dovevano essere coniati altri cavallotti, ma questo non è certo che abbia avuto luogo, anche se l'esemplare presente sul nostro catalogo datato 1630 potrebbe essere uno di questi. Infine esiste l'ultima tipologia coniata a Torino, quella con i rosoni ai lati dello scudo, con date 1618, 1619 e 1620, questa ultima data inedita inserita dal Cudazzo nella sua ultima pubblicazione, per questo tipo viene segnalata come zecca di produzione anche Vercelli, per un esemplare con una V fra le gambe del cavallo, ma il Traina segnala una errata lettura per questa moneta, essendo questa del tipo senza rosoni ai lati dello scudo. So che sono stato prolisso e forse poco chiaro, ma non è facile spiegare alcuni errori che si ripetono sempre in questa complicata monetazione sabauda, anche perché per le monete “grosse" e importanti c'e più interesse di chiarezza, mentre le monete "piccole" suscitano meno interesse… ma ho voluto provare a fare qualcosa che rimanga.
    3 punti
  9. Voglio far vedere questo ultimo arrivo in collezione, si tratta di un Cavallotto del 1618 di Carlo Emanuele I del IV o V tipo, se classificato con il mir o con il Cudazzo. Fra le più rare di questa tipologia monetale, ancor più raro è trovarli con la data perfettamente leggibile come in questo caso. Questo millesimo è considerato meno raro sui vari cataloghi rispetto all'anno successivo, ma ho avuto l'occasione di vedere più date del 1619 rispetto a quelle del 1618, quindi personalmente lo ritengo più difficile da rintracciare. Aggiungo che in questa tipologia la data è spesso fuori dal tondello e spesso si vede solo la parte superiore dell'ultima cifra non rendendo possibile capire se si tratta di un 8 oppure di un 9. Con questa moneta colgo l'occasione di scrivere qualcosa di più sui cavallotti, perché secondo me c'è un poco di confusione sui vari cataloghi... Consumata, ribattuta ma per fortuna con la data chiara e con un peso di 1,83 gr. ecco l'ultimo cavallo aggiunto al branco
    2 punti
  10. Privato del diritto al trono di Iolco usurpatogli dallo zio, Giasone ne ottiene la promessa di reintegro se riporterà alla città il vello d'oro, lasciato da Frisso nella lontanissima Colchide e là custodito in un bosco da un drago : l'appello di Giasone all'impresa è raccolto da 50 tra i più famosi eroi dell'Ellade . Argo di Tespi, maestro d'ascia, progetta e costruisce una nave con albero a vela e 50 postazioni da rematori, quanti sono gli eroi compagni di Giasone : il favore degli dei all'impresa è dimostrato da Atena che forse suggerisce il progetto della nave e sulla prua di questa pone un legno tratto dal bosco sacro di Dodona, legno magico che può parlare e rendere vaticini . In questo articolato mito dei Greci, alcuni vedono nella nave Argo il prototipo delle pentecontere, navi appunto a 50 rematori, snelle e veloci a fondo quasi piatto e con rostro, adatte alle lunghe navigazioni, che i Greci ( ma anche i Fenici e gli Etruschi ) useranno diffusamente per parecchi secoli come battelli da guerra nonchè per pirateria, commercio e spedizioni colonizzatrici . Per l'epoca storica, Erodoto ( VII , 193 ) accenna alla leggenda degli Argonauti e poi ( I , 163 ) ricorda che gli abitanti della città greca di Focea nella Ionia di Asia minore, furono i primi con le loro pentecontere ad attraversare l'intero Mediterraneo fino al regno di Tartesso, forse nella Spagna che affaccia all'Atlantico, creando un lungo periodo di loro talassocrazia . I Focesi, fondatori di Massalia e di insediamenti in Corsica ad Alalia, da questa città , dopo una "vittoria cadmea" ( Erodoto I , 166 ) in battaglia navale contro Etruschi e Cartaginesi, ripareranno con le superstiti pentecontere in Lucania, dove fondano la città di Elea . Dei Focesi, tra i primi anche nell'introduzione della moneta, è il gradevole Hektè arcaico in elettro con foca e cucciolo, mentre ancora dall'Asia minore, Faselis, unica città greca della Lycia, adotta come simboli sulle sue monete una prua rostrata e la poppa di queste navi : più a sud, in Fenicia, Sidone rappresenta sulle monete una simile nave da battaglia, in navigazione . Poche decine di anni or sono, la Grecia, poi, ha rappresentato su un francobollo da 5 dracme, una ipotesi della mitica pentecontera Argo .
    2 punti
  11. Combaccia tutto, guarda la posizione delle zampe (il toro sta nuotando) https://www.acsearch.info/search.html?id=6071567
    2 punti
  12. Ciao, da quello che si intravede sembrerebbe questo mezzo baiocco
    2 punti
  13. Si tratta di un bronze di Plautilla per Nicopolis ad Istrum
    2 punti
  14. mi chiedo perché usare lo stesso punzone per PVBLI e poi farne uno con ICA,quando poi ci sono pubbliche con frazionatura corretta PVBL//ICA?... mi piacerebbe osservarla dal vivo,ma sono quasi sicuro che quel carattere che vediamo dopo PVBL sia il frutto di un difetto di coniatura ... Inoltre osservando meglio la moneta nel suo complesso si nota che se prendiamo in considerazione la sola PVBL risulta quasi al centro nel campo,mentre se consideriamo PVBLI allora noteremo che è spostata verso destra e che l'ipotetica ultima lettera va quasi a ridosso della corona di alloro... Mio punto di vista, ovviamente...
    2 punti
  15. Beh !, Un campione di un ottantina di di individui su un arco temporale di 1800 anni non è statisticamente rappresentativo ,poi , come spiegato nell'articolo ,una lingua non è necessariamente legata al genoma di una popolazione ,vedi francesi ,rumeni o inglesi che parlano idiomi molto o in parte derivanti dal latino ma le cui popolazioni non si possono sicuramente afferire al DNA dei latini. Sicuramente , geneticamente parlando,gli Etruschi villanoviani non sono uguali a quelli orientalizzanti o a quelli romanizzati ma la cultura ,la scrittura e la lingua ( con le differenze dovute allo scorrere del tempo) sono peculiari e sopravvivono alle varie influenze genetiche o sovrapposizioni etniche. Il mio pensiero è che in un dato momento , all'inizio dell'età del bronzo ,popolazioni indoeuropee si siano mischiate ad un ceppo avente una lingua precedente e che grazie all'alta capacità imprenditoriale e alla posizione strategica intrecciò una fitta rete culturale e commerciale nonché piratesca con in il resto del Mediterraneo e con il nord Europa restandone contaminata ,il benessere economico e l'egemonia culturale si cristallizzarono creando una cultura peculiare all'interno del "mare magnum"indoeuropeo. Il nocciolo della questione resta dunque il non cadere nell'errore di legare indissolubilmente lingua e genoma di una popolazione.
    2 punti
  16. Approfitto del presente thread ad argomento anniversario per qualche commento libero a una curiosa discussione di 10 anni fa in cui il forumista oggi non più presente riccardo86 faceva "un sorriso di gioia" alle voci di un possibile crack dell'euro e ritorno delle vecchie valute... ma subito dopo, giusto il tempo di finire la stessa riga, il sorriso di gioia evidentemente gli si spegneva in volto al pensiero delle conseguenze di un tracollo dell'unione monetaria, per cui chiedeva lumi sulle probabilità reali che ciò accadesse e come reagire se si fosse davvero verificato. A quell'epoca molti credevano in buona fede alla possibilità che l'euro crollasse, e se la maggior parte era cosciente anche solo in linea di massima della catastrofe che questo avrebbe comportato per tutti noi altri invece erano assaliti da intensi e prolungati orgasmi all'idea di sfasciare tutto e tornare al passato. Qualcuno nel mondo politico cercava di stimolare uno pseudo-dibattito sull'argomento anche mettendo in giro qualche balla pittoresca, ad esempio che la Germania avesse intenzione di uscire dall'unione monetaria "per non pagare i debiti degli altri" e che stesse facendo stampare di nascosto in Svizzera i nuovi marchi tedeschi da mettere in circolazione. Oppure che il sistema bancario di questi o quegli Stati si preparasse a un crollo dell'euro o stesse direttamente complottando per far crollare l'euro. C'era poi un altro filone molto ricco in cui si sosteneva la necessità di uscita unilaterale dell'Italia dall'unione monetaria, con varie argomentazioni che ancora oggi a volte affiorano dagli strati geologici delle balle sull'euro raccontate in due decenni della sua esistenza. Quali soluzioni si parlava di adottare? Una delle più strambe proposte ancora citata all'epoca prevedeva di uscire dall'unione monetaria, lasciar svalutare la nuova lira di quel tanto che sarebbe bastato a far ripartire le esportazioni e poi rientrare nell'unione monetaria. Al di là delle critiche a questa trovata a dir poco ingenua (talmente ingenua che quasi certamente venne proposta in un goffo tentativo di mascherare un abbandono definitivo dell'unione monetaria) bisogna riconoscere che la fantasia non mancava proprio. Ma il premio "Perla di Fantasia" a mio parere spetta a una proposta paradossale di un forumista non più presente, secondo cui "A questo punto, anzichè uscire dall'euro, bisognerebbe mantenerlo ed uscire dalla UE (come fa San Marino, tanto per intenderci), per sottrarci ai vincoli che ci impongono e continuare a fare come ci pare". I problemi italiani da tutto derivano tranne che dalla permanenza nell'UE, ma almeno qui si riconosceva sostanzialmente che non è l'euro il vero problema. Uscire dall'UE "come fa San Marino" (paese che di recente è stato a un passo dal tracollo finanziario) per "continuare a fare come ci pare" mantenendo l'euro è qualcosa che nessuno aveva mai proposto: alcuni dei migliori geni del ritorno alla lira farneticavano di uscire dall'UE proprio come soluzione ideale per lasciare l'unione monetaria. E quindi? Dieci anni e molto casino dopo si è capito chiaramente che per la speculazione finanziaria internazionale abbattere l'euro è un'impresa tutt'altro che facile, quindi che la valuta unica non crollerà mai "da sola" (a meno che non crolli l'intera UE), e sembra anche sparita la voglia dei maghi dell'economia anti-eurista di partorire grandi piani che portino l'Italia ad uscire o essere buttata fuori dall'unione monetaria. Ultima in ordine di tempo era la furbata dei "miniBOT", biglietti di Stato con denominazione in euro camuffati da BOT senza scadenza e senza interessi (sic), da mettere in circolazione come base per un ritorno alla lira, che i loro sostenitori hanno cercato disperatamente di far passare per un innocente mezzo di estinzione dei debiti dello Stato verso le aziende private. Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro. Niente può far cambiare idea agli estremisti politici più sfegatati e a mio avviso gli eroi della lotta all'euro non hanno rinunciato al loro sogno pericoloso quanto demenziale, ma una cosa è certa: a meno di non impazzire del tutto e spararci da soli negli zebedei potremo continuare a utilizzare la seconda valuta più pregiata del mondo dopo il dollaro USA. Se tutto va bene questa fissa masochista di sognare la distruzione di uno dei più importanti traguardi raggiunti dall'Europa comunitaria si estinguerà con l'estinguersi delle generazioni che hanno conosciuto anche le vecchie valute, soggetti al bombardamento mediatico del primo decennio, quando si sfruttarono le conseguenze delle speculazioni del 2002 sulla sostituzione del contante delle vecchie valute con quello in euro per addossare all'euro tutte le colpe possibili. Le nuove generazioni, quelle che hanno conosciuto solo l'euro, stanno diventando una parte consistente della popolazione.
    2 punti
  17. In effetti è cosi. Ma se insieme a questa analisi ( non invasiva e non determinante per la genuinità ) Aggiungiamo uno studio della superficie della moneta sospetta, ovvero la predisposizione del reticolo cristallino della superficie, al microscopio elettronico, si può determinare per come sono disposti i cristalli. Una moneta genuina ( se non è mai stata riscaldata) ha una certa disposizione di inclinazione e di compattezza. Una moneta genuina, riscaldata per coniare con un conio moderno, ha un'altra disposizione del reticolo. Analizzando questi due fattori, aiuteranno a determinare la differenza. In più l'osservazione della micro canalizzazione della superficie, che su una moneta genuina, dopo 2.500 anni, per effetto della volatizzazione di alcuni componenti della lega genuina lasciano dei micro-canali, che su una moneta coniata moderna, anche con l'argento genuino, pressata, coniata o fusa, perderà questa micro canalizzazione visibile con il microscopio elettronico. Su questo ci stava lavorando un esperto di questo campo, ma che ha dovuto abbandonare per i costi. Sicuramente procedure molto complesse, costose, ma che potrebbero fare la differenza. So che tu sei un esperto in metallurgia, pensi che con queste analisi, siano fattibili. Saluti Giovanni.
    2 punti
  18. E questo è l’esemplare acquisito in asta 369 Gerhard Hirsch Nachfolger:
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  19. Accidenti ai trentini. Allenano la vista con le aquile... ? Arka ? Diligite iustitiam
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  20. Ciao a tutti! Riporto in auge questa discussione dal momento che è comparsa in asta un pezzo da 50 Cent. "Leoni" che non si vedeva in pubblica vendita dalla lontana Varesi 5. È tuttora in asta presso la Numismatica Ranieri 16, lotto 541 https://numismaticaranieri.it/lottischeda/40427-regno-ditalia-vittorio-emanuele-iii-1900-1943-50-centesimi-1926-roma-leoni-esperimento-tecnico-ristampa-su-lira-argento.aspx Dalla foto dell'asta si evince molto chiaramente la data del sottotipo monetale impiegato (localizzato al D/ proprio alla base del busto del Re). Se ancora non avete letto il mio articolo e siete interessati alle prove e progetti del Regno d'Italia di VEIII, vi consiglio di dargli un'occhiata (trovate l'articolo completo e aggiornato nella sezione 'download' del mio sito ilnumismatico.com)... Posso anticipare che non ne rimarrete delusi… (spero!) ... e, consiglio spassionato, se siete interessati al settore delle Prove, andate a vedervi questa monetina da Ranieri (e magari fate anche qualche bella foto )
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  21. Nella mia vita ho collezionato un po' di tutto, sono partito dai francobolli e dalle banconote italiane e mondiali, poi ho girovagato tra monete di ogni epoca e territorio, infine ho scelto di dedicarmi in maniera quasi esclusiva ai libri di numismatica e storia monetaria... mi è mancato solo un ambito, le medaglie... fino adesso...qualche settimana fa ho avuto un colpo di fulmine per una bella medaglia papale di Paolo V e non ho resistito, eccomi quindi affetto da una nuova micidiale malattia, insieme alla libridine pure la medaglite, povere le mie tasche ?
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  22. Condivido volentieri tre denari scodellati di Enrico II recentemente acquisiti in Asta MÜNZEN GUT-LYNT GMBH - GUT-LYNT AUKTION 3 del 19/09/2021.
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  23. Buonasera, desidero condividere con voi quest'asse di Faustina II: ad occhio nudo la moneta appare piuttosto bella, tuttavia osservata con un buon ingrandimento ha mostrato un aspetto granuloso che mi ha lasciato piuttosto perplesso. Tuttavia, ad un'analisi più attenta, la natura di tutta questa granulosità è apparsa sorprendente: si tratta di una specie di deposito ceroso che, a contatto con il bisturi, sotto la superficie color patina, rivela la sua natura con un evidente colore bianco. Anche le lettere risultano piene di questa cera che si riesce a rimuovere senza sforzi eccessivi con un bisturi. Cosa ne pensate? Secondo voi che trattamento è stato eseguito? Si tratta della terza moneta che mi capita con il medesimo aspetto superficiale e con questa caratteristica. Di seguito allego un po' di fotografie esplicative. Grazie mille Alessio
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  24. Così descritte da Jenkins le monete di Himera con raffigurato il granchio . Un interessante esemplare di queste dracme imeresi con al rovescio granchio con leggenda tra le zampe, sarà a giorni in asta Gorny&Mosch 280 al lotto 73 .
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  25. Hai notato sul diritto la fusione delle consonanti NT per ragioni di spazio? apollonia
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  26. Ciao Oppiano Il punto è in realtà la puntale della bandiera sotto stante. Doge92
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  27. Gran bella moneta!! In alta conservazione. Complimenti!!
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  28. Salve Sandro, Giulia Domna per una zecca poco comune, IVLIA AVGVSTA PARLAIS, una colonia romana di Pisidia. https://www.acsearch.info/search.html?id=8338171 Al rovescio, Mên regge una pigna nella mano sinistra.
    1 punto
  29. Anche a me è successo di trovare monete in bronzo completamente incerate…doveva essere una pratica antica visto che la cera era frammista a sporcizia. Credo anch’io che si tratti di cera d’api, ed è insolubile sia in acetone puro che in trielina. Io l’ho rimossa con stuzzicadenti e tanta pazienza.
    1 punto
  30. Leggo al rovescio ΠƐΡΓΑΙΩΝ ,la figura ricorda Asclepio, ma non sono sicuro. dovrebbe essere quindi Perge in Pamphylia. La legenda al dritto mi sembra una Julia. Moneta simile https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/6140 per il rovescio ma non per il busto e legenda.
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  31. Confrontala con questa del link, eventualmente se quel falus ti sembra troppo dissimile fai una ricerca in quella direzione: https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=218914
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  32. In passato non se ne vedevano, adesso qualcuna in più passa in asta. Sulle corone:
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  33. ed eccolo insieme al denaro, per confronto...
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  34. Sicuramente una bella moneta, con un buon diritto, ben centrato
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  35. Spero che @gennydbmoney non me ne voglia se posto una foto senza riflessi delle due pagine che ho citato in precedenza.. Per @Oppiano in attesa del libro..
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  36. Buona sera amici Lamonetiani, tornando al mezzo denaro regale Carlo II d'Angiò, ecco la mia recente acquisizione (Berolami E100). g 0,36 Al netto delle incrostazioni ancora godibilissima
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  37. Chiedo scusa ,sono preso dalla fretta e mi sono sbagliato, confermo la tua classificazione,quindi la casa d'aste aveva classificato bene...
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  38. Concordo con mox perchè la parte della legenda che si legge sul rovescio in circolo da h3 …POLITWN si riferisce agli abitanti di Nikopolis. La scritta in esergo PROC IC. si trova nell’esemplare che raffigura Hermes, e questo potrebbe essere il personaggio in piedi sul rovescio.
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  39. Quando arriva, posto altre foto e peso.?
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  40. Ciao prova a verificare con questa https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CAMGVA/8
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  41. Buongiorno. Se si confrontano attentamente i caratteri della L ( prima L dopo la B ), e della “presunta I “ nella prima riga, con la I ( di ICA ) forse, e dico “forse” sarebbe più logico pensare ad una L venuta male, oltremodo troppo decentrata ( tutta la prima riga )..
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  42. MEDAGLIA ANNUALE DELLO STATO DELLA CITTA' DEL VATICANO: NOME PONTEFICE Francesco METALLO Argento 986/1000 TECNICA Coniazione PESO 40 gr DIAMETRO 44 mm EPOCA Stato della Città del Vaticano ANNO 2021 – Anno IX di pontificato ZECCA Roma RIFERIMENTI BIBL. ARTISTA Arianna Cicconi DRITTO Lo stemma del Papa contornato dalla scritta: “FRANCISCUS PONT MAX ANNO IX” VERSO / ROVESCIO Il Buon Samaritano che cura e copre il viandante: Dio mette in discussione ogni tipo di determinismo e fatalismo. In secondo piano troviamo un albero dal valore simbolico: “siamo tutte foglie del medesimo albero…” (Udienza Generale del 16 dicembre 2020). A sfondo un fiume ed una imbarcazione: immagine della Chiesa in navigazione sui flutti. In alto e in basso le scritte: UN UNICO PADRE e FRATELLI TUTTI ; con sigla dell’artista. CONSERVAZIONE E RARITA’ FDC PROVENIENZA / ACQUISTO Santarossa - Roma NOTE La medaglia di questo anno tocca ancora il tema dell’immigrazione PAPA Jorge Mario Bergoglio ANNI DI PONTIFICATO 2013 - regnante FAMIGLIA (se nobile) DATA E LUOGO DI NASCITA Buenos Aires 17 dicembre 1936 DATA E LUOGO DI MORTE vivente LUOGO DI SEPOLTURA vivente
    1 punto
  43. Bronzo della Giudea che raffigura sul diritto un tempio distilo posto su un alto podio, contenente la statua della Diva Poppea seduta a sinistra, e sul rovescio un tempio esastilo posto su un alto podio, contenente la statua della Diva Claudia a sinistra sulla base (CNG 118). Starting price: 180 USD - Estimate: 300 USD Lot 812. JUDAEA, Roman Administration. Diva Poppaea and Diva Claudia. Died 65 CE and 63 CE. Æ (20mm, 5.77 g, 12h). Caesarea Panias mint. Struck 65-68 CE. Distyle temple set upon high podium, containing statue of Diva Poppaea seated left / Hexastyle temple set upon high podium, containing statue of Diva Claudia left on basis. Meshorer 354; Hendin 1270; Sofaer 87; RPC I 4846. Earthen green patina. VF. Well centered. From the Dr. Jay M. Galst Collection, purchased from Herb Kreindler.
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  44. Posto un esemplare di denaro scodellato da riferirsi a Enrico IV. da asta: Denaro scodellato Mont. 16; Biaggi 2752/5 R (MI g. 0,69)
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  45. Medaglia devozionale romboidale , bronzo/ottone, con piolini a ore 3,6,9,, prima metà del XVII sec..- D/ S. Carlo Borromeo in preghiera davanti alla croce, anepigrafe.- R/ Tre Vescovi che espongono o sorreggono la Santa Sindone, anepigrafe, medaglia non comune. Ciao Borgho
    1 punto
  46. Potrebbe trattarsi di Macrino, ma attendiamo conferme: https://www.acsearch.info/search.html?id=4232145
    1 punto
  47. Avrebbero potuto fare una serie di 2 euro dedicata ai loro tanti castelli, anziché metterli su monete per collezionisti. Qua ce ne sono alcune: https://numistoria.altervista.org/blog/?s=castello+lussemburgo
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  48. Il primo incontro, Riccione 2005 La prima volta nel forum https://www.lamoneta.it/topic/7403-benvenuto-roth37/ Insieme per sempre Ciao Sergio
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  49. Ben ritrovati, appassionati del regno di Westphalia! Dopo aver terminato nella scorsa puntata gli ori, quest'oggi ci spostiamo agli argenti. In particolare, nel corso di questo primo episodio inizieremo la trattazione del cosiddetto tallero di convenzione, moneta cardine di tutto il sistema pre-decimale. I cataloghi classici riportano 4 tipologie di tallero. In realtà, però, come vedremo bene, si tratta di una classificazione incompleta. Difatti, sarebbe più corretto parlare di 3 grandi tipologie che, al loro interno, racchiudono alcune sotto-varianti. Ma facciamo un passo alla volta, partendo dai dati tecnici. Il tallero è una moneta in argento 833,33 millesimi dal peso di 28,06 grammi. Tutte le varie tipologie e sottocategorie di questa moneta vennero coniate a Cassel, ovvero nella stessa zecca che si occupava, insieme a Parigi, della produzione dei franchi. Oltre al peso, al metallo e al luogo di coniazione, come ultima caratteristica comune, possiamo dire che il bordo si presenta sempre caratterizzato da una specie di decorazione floreale. Partiamo, ora, dalla prima tipologia. Questa venne coniata nel 1810, ufficialmente in soli 5 pezzi. Si tratta di una moneta oltre che estremamente rara anche particolarmente elaborata. Al dritto troviamo il pomposo scudo della casata reale, eseguito in un modo ancor più complesso di quello osservato per il 5 e 10 talleri in oro. Di collari ne abbiamo adesso due anziché uno: quello a sinistra con i cavalli rampanti di Westphalia, mentre quello a destra recante la Legion d'onore. Come ulteriore elemento aggiuntivo, possiamo notare lo scettro e la mano della giustizia, simboli del potere regale francese fin dai tempi di Carlo Magno. Al rovescio troviamo, invece, una scritta alquanto strana: “X eine feine mark”, che letteralmente significherebbe “10 unità di marco puro”. Personalmente, ci ho messo un po' ad interpretare il reale significato di tale dicitura. Cercherò di spiegarvela nel modo più chiaro possibile, anche se premetto che non sarà così semplice da capire. Il marco è un'unità di peso usata in Germania fin dal medioevo per misurare i metalli preziosi e le monete. Nel corso dei secoli, ogni città tedesca creò la propria variante di marco, con “leggere” variazioni nel peso. Nel XVI secolo ottenne, tuttavia, una posizione predominante il cosiddetto marco di Colonia, il quale venne usato come base per tutta la monetazione del Sacro romano impero. Il tutto venne, quindi, uniformato usando come punto riferimento proprio questo peso, corrispondente a 233,856 grammi (tenetelo bene a mente). Torniamo ora al nostro bel tallero di Westphalia. Questo, come detto, è fatto in argento 833,33 millesimi e pesa 28,06 grammi. Cosa vuol dire, allora, quella bizzarra scritta? Semplicemente che questa moneta corrispondeva ad 1/10 di marco puro in argento. Difatti, possiamo anche calcolarlo assieme: 28,06 grammi x 0,83333... (purezza) x 10 (numero di talleri necessari per avere un marco) = 233,856 grammi! Capisco che, magari, non sia molto chiaro. Se avete dei dubbi, chiedete pure che provo a rispiegarvelo in altri termini. Si tratta, come potrete capire, di un sistema di misurazione pre-decimale in largo uso nella Germania del tempo. Ovvio che per noi sia qualcosa di assurdamente complicato ma, nel 1800, erano abituati così. Dopotutto, anche questo è il bello della numismatica: ci permette di assaporare tradizioni, usi e logiche tipiche di secoli fa e che ormai sono andate perdute. Bene! Per oggi, se siete d'accordo, mi fermerei qui. Mi sembra di aver scritto già abbastanza... La prossima volta ci occuperemo delle altre due tipologie. Fortunatamente, di questa prima non ci sono sotto-varianti da analizzare. Qui di seguito vi lascio un'immagine di questa rarissima e costosissima moneta. Fu aggiudicata lo scorso anno per la modica cifra di 32.000 euro (senza contare i diritti d'asta al 23%).
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