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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/21 in tutte le aree
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Entro in punta di piedi nella discussione: sono uno storico, e negli scorsi anni ho insegnato storia e geografia a classi di ragazzi della prima media. Mantenendomi molto sul vago ho dato ai miei alunni elementi di epigrafia, paleografia, storia economica e numismatica greco-romana (portando, in questo ultimo caso, alcune monete imperiali della mia piccola collezione), uscendo un po' dal seminato del programma ma suscitando un grande interesse e coinvolgimento. Siamo sempre lì, al nodo fondamentale: come per qualsiasi disciplina, bisogna cercare di venire incontro ai giovani e stuzzicare la loro curiosità. Chissà, magari tra cinque, dieci o quindici anni qualcuno di loro si ricorderà delle mie lezioni ed entrerà all'interno di questo mondo.12 punti
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Non dovrei essere io a dirlo ma rimangono pochi luoghi dove è possibile far appassionare nuove leve alla numismatica. Su questo forum abbiamo sempre parlato dell'importanza della divulgazione, abbiamo raccontato storie, abbiamo descritto emozioni nel tenere in mano un tondello di metallo di 2000 anni (anche se in pessime condizioni), abbiamo realizzato eventi per soli giovani ( qualcuno ha giustamente ricordato il lavoro di Mario ), abbiamo creato le condizioni per far nascere il Circolo Giovani Numismatici... e tanto altro. Si, possiamo dire che in questa community ci sono quelle persone che a vario titolo andrebbero ringraziate, almeno un minimo, per aver creato interesse a quei giovani che 20 anni fa erano poco più che adolescenti e che oggi sono validi numismatici / collezionisti / professionisti. Fuori da lamoneta.it si fa fatica a riconoscere questo valore, ma è un dato di fatto.7 punti
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Oggi la sorellina più piccola 1 grano del 1801 monetina rara anche se ad essere veramente rari sono i 2 millesimi successivi. Qui migliore il rovescio. Eccola, molti non apprezzeranno per la bassa conservazione ma con queste monete non si può tanto storcere il naso, se qualche amico ha di questi tondelli e li vuol condividere...io apprezzo5 punti
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DE GREGE EPICURI Credo che qui non si sia parlato molto di Flavio Vittore, uno dei "figli degli usurpatori", e precisamente di Magno Massimo. Le sue vicende personali, militari e monetarie andarono in parallelo con quelle del padre. Magno Massimo , nativo della Spagna, aveva un alto comando nell'esercito romano della Britannia sotto Graziano. Ma le truppe, scontente di Graziano, proclamarono imperatore Massimo nel 383, ed egli invase la Gallia; Graziano, abbandonato dai suoi soldati, fuggì verso l'Italia, ma venne sconfitto, catturato ed ucciso presso Lugdunum. Magno Massimo a questo punto controllava Britannia, Gallia, Spagna ed Africa, ma nel 387 cercò di conquistare anche l'Italia ed affrontò Valentiniano 2°, che di fronte a lui fuggì. Ma dopo questo successo iniziale dovette scontrarsi con Teodosio, che marciò contro l'usurpatore e lo sconfisse in modo definitivo a Poetovio; Massimo fu catturato e poi ucciso ad Aquileia. In figlio Vittore era stato elevato al rango di Augusto nel 387, e rimase in Gallia mentre suo padre invadeva l'Italia; ma dopo la sconfitta di Massimo, egli fu imprigionato e poi fatto uccidere da Arbogaste, generale di Teodosio. Magno Massimo coniò per sè e per il figlio nei tre metalli; alcuni miliarensi pesanti sono di grande rarità. Per lui coniarono le zecche di Treviri, Lugdunum, Arelate, Mediolanum, Aquileia, Roma e Costantinopoli. Dubbie emissioni anche di Londinium. La monetina che vi mostro pesa esattamente 1,00 g. e misura 12,5 mm. Al D busto laureato dell'augusto a destra, e legenda: D.N.FL.VICTOR P. F AVG. Al rovescio, porta del campo con stella fra le due torri; scritta SPES ROMANORUM; la zecca si legge male, ma potrebbe essere Arelate (.CON..)2 punti
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La banconota è bella e soprattutto il prezzo non è esagerato, anzi... per sapere se è stata lavata basta annusarla, non so se riesci a riconoscere l'odore della banconota lavata... ma è molto caratteristico. Annusa una banconota che sei "sicuro" non sia lavata e poi annusa questa. Come han già detto, il lavaggio e la stiratura, migliorano l'aspetto estetico, ma non cambiano la conservazione. Per me, da foto, la conservazione è sul bb/spl. Mi piacerebbe che osservassi bene l'angolo in basso a destra, che nella quarta foto (risulta a sx) , in quanto quella colorazione diversa, ma può essere solo l'effetto della foto, propende per una ricostruzione.2 punti
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Salve, anche per me la moneta è buona. Date le condizioni credo sia molto difficile apprezzarla per più di 20 euro. Saluti2 punti
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Faccio sommessamente notare che fiere e convegni, ben più importanti di quello filatelico/numismatico, sono tutti ripartiti. Anche nella stessa location veronese (ex?) sede del nostro desiderato convegno. Pertanto, mi sembra abbastanza errato, in questo caso, prendersela con i politici, quando in realtà è probabile che la responsabilità debba essere ascritta agli organizzatori.2 punti
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Sono le 3:30, mannaggia a voi e a me che non riuscivo a staccare! Siate maledetti!2 punti
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Il 10 corrente mese è stato firmato un memorandum d'intesa fra la Croazia, gli Stati dell'area euro e la Commissione europea sull'inizio della produzione delle monete croate. Secondo una dichiarazione del servizio stampa della Banca Nazionale Croata le attività preparatorie comprendono anche la produzione di "una certa quantità di monete in euro di prova". Intanto oggi scade il termine per la presentazione dei bozzetti al concorso per la grafica delle monete croate. In Bulgaria è stato pubblicato il Piano Nazionale per l'Introduzione dell'Euro , in cui si ribadisce la data del 1 gennaio 2024 per l'ingresso nell'eurozona (se il Consiglio europeo confermerà il soddisfacimento di tutti i criteri). Secondo il piano ci sarà un solo mese di circolazione parallela del vecchio contante bulgaro con quello in euro, con obbligo di dare i resti in euro, e la doppia prezzatura in entrambe le valute da 1 mese dopo il via libera ufficiale del Consiglio a 12 mesi dopo. Due settimane prima dell'inizio della circolazione saranno disponibili gli starter kit. Il cambio lev - euro sarà lo stesso cambio fisso odierno fra le due valute (1 euro = 1.95583 lev).2 punti
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Il verbo dopo la virgola sotto la vignetta e soprattutto l’indice dell’assistente di studio mi hanno suggerito: Esca pericolosa Buona notte da apollonia2 punti
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Ciao carissimo Io credo che i giovani ci siano,ma ormai va piú l' acquisto online,che l' acquisto dal vivo. Io credo che convegni,mercatini ed eventi numismatici facciano tanto bene,portano entusiasmo,conoscienza e si può socializzar con chi come noi ha la medesima passione. Quando questo viene meno,per qualsiasi motivo,economico,sociale,sanitario ecc,la numismatica purtroppo cala a picco. I giovani ci sono e sono pure svegli,bisogna dar loro opportunitá e quella scintilla che li faccia partire. Mio pensiero ovviamente? Ecco perchè stimo molto l' ottimo Mario e la sua squadra @dabbene @El Chupacabra e chi come loro si sforzano nella divulgazione....poi per giunta pure a gratis. Non so i veri motivi dell' annullamento di questo evento ma dobbiamo metterci in testa che se non ci sono entrate per chi ci deve campare,ovviamente non se ne fa nulla e,siccome la numismatica è passione non per molti,abbiam fatto il resto. Questo era quello che volevo dir nell' intervento sopra. È un mio personale modo di veder chiaro?,non è legge. Un caro saluto Riccardo2 punti
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Di seguito riporto alcune foto di come ho impostato la mia collezione di banconote mondiali. Sono banconote perlopiù comunissime, cerco di metterle tutte in fds e di raccoglierne una per paese, quando capita magari metto insieme anche una serietta dato il prezzo irrisorio. Sono catalogate per continente e in ordine alfabetico. La cosa più interessante è che inserisco anche banconote di stati non più esistenti. Per distinguere lo stato non più esistente metto affianco al loro nome una piccola croce. Chi come me colleziona anche mondiali e come vi siete regolati con la catalogazione ?1 punto
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Antonino Pio Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio, nato come Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino (in latino Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus Pius, nato a Lanuvio il 19 settembre 86 e morto a Lorium il 7 marzo 161), è stato un imperatore romano dal 138 al 161. Imperatore saggio, l'epiteto pius gli venne attribuito per il sentimento di amore filiale che manifestò nei confronti del padre adottivo che fece divinizzare. Il suo regno fu caratterizzato da un'epoca di pace interna e di floridezza economica. L'unico fronte in movimento fu quello in Britannia, dove Antonino avanzò oltre il Vallo di Adriano, facendo erigere un altro vallo più a nord, che però fu abbandonato dopo solo venti anni dalla costruzione. Antonino mantenne sempre un atteggiamento deferente verso il senato, amministrò saggiamente l'impero evitando sperperi e non avviò nuove costruzioni importanti o riforme urbanistiche. Fu attento alle tradizioni religiose senza però perseguitare i culti non ufficiali. In questo periodo l'impero ottenne il pieno consenso delle élite cittadine e delle province, che beneficiavano ampiamente della Pax Romana. [... continua in fondo...] Antonino Pio (138-161) Valore nominale: Sesterzio Zecca: Roma Officina: Anno: 151 Diritto: . IMP CAES T AEL HADR ANTONINVS AVG PIVS P P (Imperator Cæsar Titus Ælius Hadrianus Antoninus Augustus Pius Pater Patriæ) . Busto laureato a destra Rovescio: . TR POT XIIII COS IIII (Tribunicia Potestate quartum decimum Consul quartum) . Roma drappeggiata, seduta a sinistra, i piedi sulla prua di una nave, tiene una lancia nella mano destra, il gomito sinistro poggiato su uno scudo decorato con un lupo Campo: S-C Esergo: ROMA (Roma) Conservazione: qBB Rarita': R3 Metallo: Rame Peso: 24.12 gr Diametro: 32.50 mm Riferimenti/Link: RIC ---, Cohen ---, BMC/RE 1871var Note: Ultimissimo acquisto. Spatinato e anche leggermente lisciati i campi al retro (in alcuni punti) ma fondamentalmente non pasticciato. A me piace comunque tanto. Voi che ne dite? Commenti? Critiche? Attendo vostri pareri. Ave! Quintus [... continua ...] Nacque il 19 settembre dell'86 a Lanuvio (Lanuvium) nel Lazio, la sua famiglia aveva in parte origini galliche, essendo infatti originaria della colonia latina di Nîmes (Nemausus). La sua famiglia era illustre: un nonno (Tito Aurelio Fulvo) fu praefectus urbis e console due volte, l'altro (Arrio Antonino) fu proconsole d'Asia e anch'egli per due volte console. Inoltre i suoi genitori erano anche benestanti: possedevano fabbriche di mattoni nella regione romana e vaste proprietà in Italia; per questo Antonino fu uno dei più facoltosi senatori della metà del secolo, una ricchezza rafforzata ancor di più dal matrimonio con Annia Galeria Faustina (Faustina Maggiore), figlia di Marco Antonio Vero. Antonino trascorse gli anni della giovinezza a Lorium (fra la Bottaccia e Castel di Guido, a circa 12 miglia da Roma) e, dopo la morte del padre, i due nonni provvidero alla sua educazione, in particolare quello materno, che era amico di Plinio il giovane. Molto si ignora del suo cursus honorum prima di diventare imperatore: fu questore nel 111, pretore nel 116, console nel 120, uno dei quattro consolari d'Italia, proconsole d'Asia (133-136) e membro del Consiglio imperiale (Concilium principis). Gli ultimi anni di Adriano furono angustiati da una dolorosa malattia e dal problema della successione. Dione riporta l'episodio, non necessariamente vero, di una conversazione al tavolo da pranzo in cui si fecero i nomi di dieci possibili successori, tra i quali sembra che Adriano avesse scelto Lucio Giulio Urso Serviano. Serviano aveva più di novant'anni, ma aveva sposato la sorella di Adriano, e il loro nipote, Gneo Pedanio Fusco Salinatore, allora diciottenne, era l'unico parente di sangue di Adriano. Ma non c'è nessuna prova che Adriano abbia considerato di farlo suo erede, e Serviano era chiaramente troppo vecchio. Oltretutto, forse per mano di una congiura, sia Serviano che Fusco vennero uccisi in circostanze che a molti senatori ricordarono l'affare dei quattro ex consolari all'inizio del regno. Alla fine del 136 Adriano rischiò di morire per emorragia. Convalescente nella sua villa di Tivoli, scelse inizialmente Lucio Ceionio Commodo (conosciuto poi come Lucio Elio Vero) come suo successore, adottandolo come suo figlio contro la volontà delle persone a lui vicine. Dopo una breve permanenza lungo la frontiera del Danubio, Lucio tornò a Roma per pronunciarvi, il primo giorno del 138, un discorso davanti al Senato riunito. La notte prima del discorso, però, si ammalò e morì di emorragia nel corso della giornata. Il 24 gennaio del 138 Adriano scelse allora Aurelio Antonino come suo nuovo successore. Si trattava del consolare Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino. Questi era genero di Marco Annio Vero e, dopo essere stato esaminato per alcuni giorni, fu accettato dal Senato e adottato il 25 febbraio col nome di Tito Elio Cesare Antonino. A suo volta, come da disposizioni dello stesso princeps, Antonino adottò il diciassettenne Marco Aurelio (nipote di Antonino, in quanto figlio del fratello di sua moglie Faustina maggiore) e il giovane Lucio Commodo, figlio dello scomparso Lucio Elio Vero. Da questo momento Marco mutò il suo nome in Marco Elio Aurelio Vero e Lucio in Lucio Elio Aurelio Commodo. Marco rimase sconcertato quando seppe che Adriano lo aveva adottato come nipote: solo con riluttanza passò dalla casa di sua madre sul Celio a una casa privata di Adriano. Poco tempo più tardi, Adriano chiese in Senato che Marco fosse esentato dalla legge che impediva di diventare questore prima del ventiquattresimo compleanno. Il Senato acconsentì e Marco divenne prima questore nel 138, ricevette quindi l'imperium proconsolare nel 139-140, ed il consolato nel 140 (a soli diciotto anni). Fu quindi facilitato nel percorso della sua classe sociale attraverso l'adozione; egli sarebbe probabilmente diventato, prima triumvir monetalis (responsabile delle emissioni monetali imperiali), in seguito tribunus militum in una legione. Marco probabilmente avrebbe preferito viaggiare e approfondire gli studi. Il suo biografo attesta che il suo carattere rimase inalterato: "Mostrava ancora lo stesso rispetto per i rapporti come aveva quando era un cittadino comune ed era così parsimonioso e attento dei suoi beni come lo era stato quando viveva in una abitazione privata". La salute di Adriano continuava a peggiorare tanto da desiderare la morte anche se questa non arrivava, tentando anche il suicidio, impedito dal successore Antonino. L'imperatore, ormai gravemente malato, lasciò Roma per la sua residenza estiva, una villa a Baiae, località balneare sulla costa campana. Le sue condizioni però continuavano a peggiorare tanto che Adriano disattese la dieta prescrittagli dai medici, indulgendo in cibo e bevande, morendo infine di edema polmonare il 10 luglio del 138. Le sue spoglie furono sepolte inizialmente a Pozzuoli, per poi essere traslate nel mausoleo monumentale che egli stesso aveva fatto costruire a Roma. La successione di Antonino si rivelò ormai stabilita e priva di possibili colpi di mano: Antonino continuò a sostenere i candidati di Adriano ai vari pubblici uffici, cercando di venire incontro alle richieste del Senato, rispettandone i privilegi e sospendendo le condanne a morte pendenti sugli uomini accusati negli ultimi giorni di vita da Adriano. Per il suo comportamento, rispettoso dell'ordine senatorio e delle nuove regole, Antonino fu insignito dell'appellativo "Pio". Uno dei primi atti ufficiali di governo (acta) fu la divinizzazione del suo predecessore, alla quale si oppose fieramente tutto il senato, che non aveva dimenticato che Adriano aveva diminuito l'autorità dell'assemblea e ne aveva mandato a morte alcuni membri. "Certi teologi dicono che il divino imperatore Antonino non era virtuoso; che era uno stoico testardo, il quale, non contento di comandare agli uomini, voleva anche essere stimato da loro; che attribuiva a se stesso il bene che faceva al genere umano; che in tutta la sua vita fu giusto, laborioso, benefico per vanità, e che non fece nient'altro che ingannare gli uomini con le sue virtù; e a questo punto esclamo: «Mio Dio, mandaci spesso di queste canaglie!»" (Estratto dalla voce Virtù del Dizionario Filosofico di Voltaire) Alla fine si giunse ad un compromesso: il senato non si sarebbe opposto alla divinizzazione del defunto imperatore ma Antonino avrebbe abolito l'organo di governo dell'Italia formato dai quattro giudici circoscrizionali. Per aver cercato un accordo con il senato (l'imperatore se voleva poteva mettere a tacere le polemiche facendo intervenire i soldati) Antonino ricevette l'inusuale titolo di Pio. Adeguandosi alle usanze Antonino rifiutò il titolo di padre della patria (pater patriae), ma poi finì con l'accettarlo nel 139 insieme con un secondo consolato, seguito da un terzo e da un quarto (120 il primo, 139 e 140 il secondo e il terzo, 145 il quarto). Ligio alla religione e agli antichi riti, nel 148 celebrò solennemente il novecentesimo anniversario della fondazione di Roma. Antonino fu un ottimo gestore dell'economia dell'Impero e, nonostante le numerose campagne edilizie, riuscì a lasciare ai suoi successori un patrimonio di oltre due miliardi e mezzo di sesterzi, segno evidente dell'ottima cura con cui resse le redini dello stato. Tuttavia il suo regno fu tutto tranne che eccessivamente parsimonioso. Egli infatti aumentò le elargizioni alla plebe di Roma (ai tempi di Augusto circa 200.000 cittadini di Roma avevano grano e acqua gratuitamente; a partire da Antonino Pio, ad una quantità di cittadini maggiore, si ebbero distribuzioni anche di olio e vino, che però furono rese stabili solo sotto Settimio Severo), continuò l'opera del suo predecessore nel campo dell'edilizia (furono costruiti ponti, strade, acquedotti in tutto l'impero anche se pochi sono i monumenti dell'Urbe da lui fatti costruire che ci sono giunti) e aiutò con la sospensione del tributo dovuto diverse città colpite da calamità varie (incendi: Roma, Narbona, Antiochia, Cartagine, terremoti: Rodi e l'Asia minore). Senza ridurre le spese per le province, aumentò quelle per l'Italia, a differenza del predecessore. Infine c'è da aggiungere che aumentò la distribuzione di sussidi, inaugurata da Traiano, alle orfane italiche, dette "Puellae Faustinianae" dal nome della moglie di Antonino (la quale morì nel 140 o nel 141 e, nonostante la tradizione posteriore ne abbia messo in discussione il carattere, ricevette non solo onori divini, ma anche iscrizioni commemorative in misura senza precedenti sulle monete, e altri riconoscimenti). Privò dei fondi solo coloro che riteneva oziosi (Historia Augusta, Vita di Antonino Pio, VII) come il poeta Mesomede. Nell'amministrazione generale dell'impero, e particolarmente in campo legale, Antonino seguì nelle grandi linee gli indirizzi di Adriano benché per quanto concerne questo aspetto l'Historia Augusta esordisca così: "Notevole fu l'impronta da lui lasciata nel campo del diritto tramite i giureconsulti Vindio Vero, Salvio Valente, Volusio Meciano, Vepio Marcello e Diaboleno". Sotto il suo regno giunse a conclusione e ci fu il riconoscimento giuridico formale della distinzione tra le classi superiori (honestiores) e le altre (humiliores), distinzione espressa nelle diverse pene cui le classi erano soggette. Si nota la tendenza a sottoporre i ceti più umili della società, siano pure cittadini romani, a pene generalmente riservate in età repubblicana agli schiavi. Che Antonino abbia autorizzato un ulteriore sviluppo di questo sistema è chiaro. Basterà citare il seguente passo del Digesto tratto da un frammento del giurista Domizio Ulpiano: «Si quis ex metallis caesarianis aurum argentumve furatus fuerit, ex edicto divi pii exilio vel metallo, prout dignitas personae, punitur» «Chiunque rubi oro o argento dalle miniere imperiali è punito, secondo un editto del Divo Pio, con l'esilio o il lavoro in miniera, a seconda della sua condizione personale.» (Digesto 48.13.8 Ulpianus 7 de off. procons.) Sempre in campo giuridico è interessante una norma che migliorava la condizione degli schiavi anche se egli sottolinea che "il potere dei padroni sugli schiavi deve restare intatto e nessuno deve vedere diminuiti i propri diritti" (Digesta I, VI, 2). Ancora interessanti sono le notizie, riportate dalla Historia Augusta (Vita di Antonino Pio, V e VI), che egli rinnovò l'incarico anche per sei o nove anni ai governatori delle province più capaci e che prestava particolare attenzione ai reclami giuridici verso i suoi procuratori del fisco nelle province. Riguardo infine alla politica estera vale la pena citare un passo della Historia Augusta secondo la quale: "Antonino ricevette a Roma la visita di Farasmane (re degli Iberi, una popolazione transcaucasica), che si mostrò verso di lui più deferente di quanto non fosse stato verso Adriano. Nominò Pacoro re dei Lazi (popolazione stanziata sulla riva sud-orientale del Mar Nero), riuscì con una semplice lettera a distogliere il re dei Parti (Vologese III), dall'invadere l'Armenia e bastò la sua autorità per richiamare il re Abgaro (re dell'Osroene in Mesopotamia), dall'Oriente. Pose anche sul trono d'Armenia il re filo-romano Soemo. Fu anche arbitro nelle contese tra i vari sovrani. Rifiutò seccamente di restituire al re dei Parti il trono regale che era stato preso come parte del bottino da Traiano, ridiede il governo del Bosforo a Remetalce (Re del Bosforo Cimmerio, odierna Crimea, dal 131 al 153), risolvendo le pendenze che questi aveva con Eupatore, mandò nel Ponto rinforzi agli Olbiopoliti (abitanti di Olbia o Olbiopolis, antica colonia greca che sorgeva presso le foci del Dnieper e del Bug, sul Mar Nero), che erano in lotta contro i Taurosciti, e sconfisse questi ultimi costringendoli anche a dare ostaggi. Il suo prestigio presso i popoli stranieri, insomma, fu senza precedenti, in virtù soprattutto del fatto che amò sempre la pace, tanto da ripetere spesso il detto di Scipione che dice: «Preferisco salvare un solo cittadino che uccidere mille nemici»." (Historia Augusta, Vita di Antonino Pio, 9.) Qui, in breve, alcune campagne militari dei suoi comandanti. In Britannia, tra il 141 e il 143 è costruito un nuovo muro, tra l'estuario del Clyde e quello del Forth (37 miglia), dunque più a nord di quello di Adriano. Non sappiamo il motivo di questo avanzamento (forse per compiacere le truppe, forse a causa di una sollevazione della tribù dei Briganti, oppure per via di una revisione strategica) ma sappiamo che il governatore della Britannia, l'africano Quinto Lollio Urbico da Tiddis in carica dal 139 al 145, riconquistò i Lowlands scozzesi. Verso il 154-155 delle monete celebrano una nuova sottomissione della Britannia. Nella stessa data, o poco dopo, il muro di Antonino è abbandonato a causa di una grave rivolta, riparato verso il 158, prima di essere poco a poco di nuovo abbandonato a partire dal 159. In pratica il vallo di Antonino è un terrapieno realizzato su una fondazione di sassi ampia quattordici piedi, con davanti un profondo fossato. La guarnigione era dislocata in piccoli fortilizi distanti due miglia l'uno dall'altro, diversamente dal vallo di Adriano che era dotato di forti più grossi ma più distanti. Lungo il limes germanico-retico, con un'ulteriore avanzata verso nord-est del tratto finale che conduceva al Danubio. Per questi successi, forse collegati anche all'aver "dato un nuovo re filo-romano ai Quadi", ottenne il titolo vittorioso di Germanicus. In Egitto, verso il 142-144, scoppia una sollevazione, verosimilmente di origine economica. Infatti l'imposizione rigorosa del lavoro forzato provocò la fuga degli indigeni dalle loro case, cui fece seguito una rivolta armata che dovette essere domata. Nelle Mauretanie, verso il 145, sono segnalati dei disordini: essi rendono necessario l'intervento di rinforzi prelevati sulle frontiere renana e danubiana. Il risultato fu quello di cacciare le popolazioni locali nella parte occidentale del paese. In Dacia, verso il 156-157, sono organizzate spedizioni militari per sopprimere una sollevazione. Per questi successi sembra si meritò il titolo di Dacicus. Nel 156 Antonino Pio compì settanta anni. Godeva ancora di un discreto stato di salute, seppure avesse difficoltà a stare eretto senza utilizzare dei sostegni. Il ruolo di Marco cominciò così a crescere sempre più, in particolare quando il prefetto del pretorio Gavio Massimo morì, tra il 156 ed il 157. Egli aveva mantenuto questo importante ruolo per quasi vent'anni, risultando pertanto di fondamentale importanza con i suoi consigli su come governare. Il suo successore, Gavio Tattio Massimo, sembra non avesse lo stesso peso politico presso il princeps e poi non durò a lungo. Nel 160 Marco e Lucio furono designati consoli insieme, forse perché il padre adottivo cominciava a stare male. Antonino morì nei primi mesi del 161: due giorni prima della sua morte, che nei racconti della Historia Augusta fu "molto dolce, come il più tranquillo dei sonni", l'imperatore, che si trovava nella sua tenuta di Lorium, aveva mangiato formaggio alpino a cena, piuttosto avidamente. Vomitò nella notte e gli comparve la febbre. Aggravatosi il giorno successivo, il 7 marzo 161, convocò il consiglio imperiale (compresi i prefetti del pretorio, Furio Vittorino e Sesto Cornelio Repentino) e passò tutti i suoi poteri a Marco. Egli ordinò che la statua d'oro della Fortuna, che era nella camera da letto degli imperatori, fosse portata da Marco. Diede poi la parola d'ordine al tribuno di guardia, «equanimità»; poi si girò, come per andare a dormire, e morì all'età di settantacinque anni. Il funerale di Antonino fu celebrato in modo che lo spirito potesse ascendere agli dèi, come era tradizione. Il corpo venne posto su una pira. Lucio e Marco divinizzarono il padre adottivo, attraverso un sacerdozio preposto al suo culto, con il consenso del Senato. Sulla base delle sue ultime volontà, il patrimonio di Antonino passò a Faustina, non direttamente a Marco. Gli succedettero, secondo il progetto da lungo maturo, Marco Aurelio e Lucio Vero. Marco era stato adottato nel 138 dal suocero (e zio) Antonino Pio. Era la prima volta che due imperatori, con pari potere, governassero l'impero romano. In passato era accaduto che un principe decidesse una successione diarchica: sotto l'imperatore Tiberio, che aveva fatto sua un'idea di Augusto (più tardi imitata da Claudio), designando una diarchia alla sua morte, con Caligola e Tiberio Gemello, ma le manovre del Senato e di Caligola stesso annullarono le sue ultime volontà. La successione congiunta potrebbe essere stata motivata da esigenze militari, come accadeva in età arcaica nella diarchia spartana, o con la coppia consolare in epoca repubblicana. Occorreva infatti una figura rappresentativa e carismatica al comando delle truppe. Neppure l'imperatore in persona avrebbe potuto difendere i principali fronti contemporaneamente, né avrebbe potuto semplicemente incaricare un generale di condurre un attacco. Questa autorità collegiale permise, inoltre, in epoca republicana di non permettere a una singola persona di impadronirsi del potere supremo. Il governo congiunto e formalmente paritario, che durò dal 161 al 169, venne di fatto ripristinato. Più tardi si ebbero solo pochi e brevissimi periodi di questo genere di potere, come ad esempio quando governarono insieme Caracalla ed il fratello, Geta (nel 211), oppure durante i regni di Pupieno e Balbino (nel 238) o di Gallieno e Valeriano (dal 253 al 260). Solo in seguito venne creata una struttura di potere collegiale stabile che, inaugurata da Diocleziano con Massimiano (la Tetrarchia, nata negli anni 286-293), durò con alterne vicende, almeno a livello giuridico, fino all'ascesa di Giuliano (nel 361). (Liberamente tratto da Wikipedia)1 punto
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@Daniele F Innanzi tutto, benvenuto nel forum. La sezione più adatta per identificare una moneta e' questa. Le altre sezioni (per esempio "romane imperiali") sono più settoriali e dedicate agli approfondimenti. Comunque, non preoccuparti, e' normale all'inizio. Non si vedono le foto, magari hai problemi a caricarle: Hai 4 modi: 1. Fai la foto con il cellulare, fanne lo screenshot (puoi anche ritagliare l'immagine) e postala. 2. Fai la foto con Whatsapp, inviala a qualcuno, fattela reinviare: sarà già ridotta il giusto. Quindi postala 3. Fai la foto, mettila su Paint, taglia lo sfondo, salvala in jpeg e postala 4. Fai la foto e alleggeriscila con un programma esterno Oltre alle foto (diritto, rovescio e bordo), sono elementi fondamentali il peso ed il diametro della moneta. Spero di esserti stato utile. Ora attendiamo le tue foto e i dati ?? Ciao da Stilicho1 punto
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Hai ragione non volevo offendere un venditore professionale, non avevo fatto caso che era tale, però il sesterzio per me è esageratamente caro, saluti1 punto
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Domanda che richiede una grossa dose di... mente locale! Così, su due piedi, mi vengono in mente le corone austro-ungariche di inizio '900:1 punto
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A me pare tutto a posto…un po’ porosa come usuale, ma nulla che faccia pensare ad un falso…1 punto
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Buongiorno, per un approfondimento biografico, storico e numismatico vi rimando ad una discussione di qualche anno fa: Saluti Illyricum1 punto
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Nomos AG > obolos 20 Auction date: 3 October 2021 Lot number: 964 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: BITHYNIA. Cius. Maximus, Caesar, 236-238. (Bronze, 22 mm, 6.03 g, 1 h). Γ ΙΟΥ ΟΥΗ ΜΑΧΙΜΟC Κ Γ ΙΟΥ ΟΥΗΡ ΜΑΧΙΜΟC Κ. Rev. ΚΙΑΝΩΝ Hylas advancing right, his cloak billowing out behind him, extending right arm and holding vase in left. BMC -. Lindgren & Kovacs -. Lindgren III -. RG -. RPC VI Online -. SNG Copenhagen -. SNG Hunterian -. SNG Righetti -. SNG von Aulock -, but cf. 518 for the same reverse type on a coin struck under Volusian. Unpublished. Brown patina. Very fine. From a Swiss collection, acquired prior to 2000. Hylas was a young man who became Herakles' page and bore his weapons. He was apparently very good looking and, one day went to a pond to draw water. This reverse type shows him carrying what is presumably meant to be a water vessel, and turning his head back to let Herakles know where he was going. However, because of his outstanding looks, a group (school?, swim?, gaggle?) of water nymphs who happened to inhabit that pond inveigled him into the water and took him to live with them. There is a famous painting by J. W. Waterhouse in the Manchester Art Gallery that shows the nymphs, portrayed as rather pre-Raphaelite naked English girls, drawing him - he's holding his water pot in his left hand - into the pond, where they will, presumably, take turns ravishing him. It is a perfect example of what might be termed Victorian "soft porn": i.e., as long as it is meant to be a "Classical scene", anything goes! Starting price: 50 CHF ILLUSTRAZIONE: Vaso greco della fine del secolo VI a.C., da Chiusi, raffigurante Eracle che lotta contro il leone nemeo; dietro di lui, come scudiero, il giovane Ila (Museo Archeologico regionale di Palermo). Ila era un giovane bellissimo prediletto da Eracle che fece parte della spedizione degli Argonauti, ma durante il viaggio fu rapito dalle ninfe di una fonte dove si era recato ad attingere acqua.1 punto
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Buongiorno, dall'attacco "a gabbietta"potrebbero essere napoleonici o francesi in generale...1 punto
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Buonasera anche per me la moneta è autentica, un po' strana la patina che dalle foto sembra sia nera, mi viene il dubbio che sia artificiale, posso sbagliare visto che non sono un grande esperto, per quanto riguarda il valore devi vedere i prezzi realizzati da monete simili in aste recenti, comunque non credo che superino qualche decina di euro, saluti1 punto
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Ciao forse hai difficoltá a postar un paio di foto... Vedi qui1 punto
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Sì se lo vuoi cambiano. Devi tu sentirli (insistendo a volte) via mail. Attento che rischi che ti facciano pagare tutte a te le spese di spedizione (comprese quelle del rinvio a loro del plico)1 punto
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Hai ragione: Chiedo scusa innanzitutto all'interessato Leonid e poi a tutti coloro che si sono sentiti offesi, perché non era mia intenzione deridere nessuno. PS: è tutto surreale in questa discussione, talmente non-sense che è difficile capire/comprendere un ragionamento logico che sta alla base. E credo che sia impossibile che ciò possa accadere se ci si basa solo sulle premesse fornite dall'autore. Quindi un problema di fondo c'è: o stiamo difronte ad una discussione volutamente priva di logica sorta proprio come goliardata (e quindi ci posso anche essere batuttute), oppure l'autore non si è reso conto che le sue premesse non portano da nessuna parte (e quindi si potrebbe chiuderla qui o si potrebbe aggiustare il tiro facendo delle correzioni alle premesse fornite).1 punto
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Regno di Napoli, Carlo II di Spagna 1674-1700... Tarì da 20 grana 1698,argento... D/.CAR.II.D.G.REX.HISP.ET.NEAP,busto drappeggiato e coronato del Re volto a destra,sotto al busto la sigla .IM. in monogramma... R/corona di foglie,al centro tosone sospeso volto a sinistra,in alto la data divisa in due,a sinistra le sigle AG/A e sotto il valore .G XX La moneta è catalogata al numero 29,pagina 31 del: MANUALE DELLE MONETE DI NAPOLI 1674-1860 di Pietro Magliocca...1 punto
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Comunque giorni e giorni dietro un questo irrisolvibile, del tipo “l’autobus della linea 123 va da Piazza Indipendenza a Vicolo del moro, quanti anni ha l’autista ?”. Siamo nel surreale, chi ha posto il quesito è un grande !1 punto
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Io sono un collezionista occasionale di banconote ma il mio principio è semplice... faccio la serie completa1 punto
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A seguire le coppie nn. 100-101 riconiate su sottotipi incerti. Una di esse (n. 101) reca al R/ tracce di un quadrato incuso (Corinto?) (Naville Numismatics 32, 2017, 22: foto 5) 5 Tali riconiazioni, oltre a rimarcare quella importante presenza di valuta siceliota che nella polis si riscontra sin dalla prima adozione della tecnica a doppio rilievo (gruppo E), offrono alcuni importanti elementi che consentono di definire con maggiore puntualità la cronologia del gruppo F. Kraay, ipotizzando una cesura di circa un decennio tra le coniazioni dei gruppi E ed F, datò inizialmente il gruppo al 455-440 in base alla riconiazione sul citato statere di Sibari sul Traente per poi rialzarne gli estremi al 460-450 a seguito dell’esame dei materiali presenti nel ripostiglio di S. Giovanni Ionico 1971 (CH IX, 599). Tuttavia la riconiazione su Leontini, in particolare, fornendo un terminus post quem al 475/70-460 per il segmento iniziale del gruppo F (sesta coppia di conî, n. 83) sembrerebbe in realtà svalutare l’ipotesi dell’inattività della zecca prospettata dal Kraay, sulla quale peraltro Garraffo e studi successivi hanno avanzato forti perplessità. Se pertanto è corretta la cronologia di Boehringer, si ricaverebbe un ambito temporale intorno alla seconda metà degli anni Sessanta come limite entro cui inquadrare lo stadio iniziale delle coniazioni del gruppo F. Un orizzonte cronologico similare che sembra suggerito anche dalla riconiazione effettuata sul didrammo di Agrigento del gruppo IV (ca. 480/78-470), considerata la sua collocazione in una fase non iniziale della sequenza ricostruita dalla Westermark e il numero non elevato dei conî di D/ utilizzati (12). Tenuto poi conto della riconiazione su Sibari sul Traente, del volume di emissione del gruppo F (25 coppie di conî tratte da 18 conî di D/ e 21 di R/) e del carattere non particolarmente intensivo della coniazione, di cui sono ricostruibili solo brevi tronconi di catena, non si possono escludere margini temporali più ampi rispetto a quelli prospettati da Kraay. In particolare il limite inferiore del gruppo F potrebbe slittare di almeno un quinquennio, ponendosi intorno al 445 circa. Un dato che potrebbe trovare riscontro nell’associazione del più tardo statere cauloniate (F, n. 92) con la moneta più recente di Taranto (gruppo 14 Fischer-Bossert: 445-440) nel ripostiglio di Taranto 1951 (IGCH 1895) e considerato che per l’inizio del successivo gruppo G Noe un elemento di ancoraggio potrebbe essere fornito dalla riconiazione – se accertata – su uno statere di Corinto inquadrabile nel momento finale della seconda classe del III periodo Ravel (ca. 450-440: Garraffo 1984, 96, n. 22a). Gruppo Noe n. coppia di coni Undertypes Bibliografia F 83 Leontini CNG, Web shop 83 Agrigento GARRAFFO 2002, 353 83 Cuma? GARRAFFO 1984, 96, 14 83 incerto CNG 67, 2004, 178 98 Agrigento CNG 118, 2021, 33 ex CNG, 72, 2006, 137 98 Sibari sul Traente GARRAFFO 1984, 96, 15 98 incerto Nomos 18, 2018, 23 ex Roma Numismatics 7, 2014, 49 100 incerto GARRAFFO 1984, 96, 16 101 incerto (Corinto?) Naville Numismatics 32, 2017, 221 punto
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Innanzitutto desidero ringraziare @Archestrato per aver chiesto la mia opinione su una tematica complessa ma nel contempo ricca di stimoli quale appunto quella delle riconiazioni in Magna Grecia. È interessante che gli esemplari cauloniati postati appaiano entrambi inquadrabili nella seconda emissione a doppio rilievo (gruppo F Noe), in quanto proprio in questo momento di produzione si rileva un discreto numero di esemplari riconiati che nel corso degli anni, anche grazie alla documentazione fornita dal mercato antiquario, si è notevolmente accresciuto, arricchendo il numero dei casi già noti studiati da Garraffo nella monografia del 1984 e nel successivo aggiornamento del 2002. Complessivamente il gruppo F sembrerebbe interessato da almeno nove casi di riconiazione, di cui quattro noti a Grarraffo e che pertanto non illustro nelle tavole. Possiamo partire dalla coppia di coni Noe, n. 83, che annovera ben quattro casi di ribattitura. La prima (foto 1), segnalata opportunamente in un catalogo di vendita (CNG, Web Shop: https://www.acsearch.info/search.html?id=36617), risulta effettuata su un didramma di Leontini del tipo Boehringer, 13 inquadrabile nella fase più antica della monetazione, il cui avvio viene fissato dallo studioso nella seconda metà degli anni Settanta del V secolo (Boehringer 1998, 43). 1 (da https://www.acsearch.info/search.html?id=36617) Le successive reimpressioni utilizzano come undertypes un didrammo di Agrigento del gruppo IV Westermark (ca. 480/78-470) e - con qualche incertezza - uno di Cuma (GARRAFFO 1984, 96, 14 e ID. 2002, 353) e una moneta incerta (CNG 67, 2004, 178: foto 2). 2 Proprio Agrigento, insieme a Corinto, risulta alquanto attiva nella fornitura di metallo da coniare, come documenta il caso di riconiazione (CNG 118, 2021, 33 ex CNG 72, 2006, 137: foto 3) dello statere Noe, n. 98 citato da Archestrato su un esemplare akragantino del tipo Westermark III, 203 (488/485-480/478). 3 Alla stessa combinazione di coni (Noe 98) vanno inoltre ascritte due ulteriori casi di ribattitura: il primo, già noto a Garraffo, effettuato su una moneta attribuita a Sibari sul Traente, il secondo (Nomos 18, 2018, 23 ex Roma Numismatics 7, 2014, 49: foto 4) non appare di facile identificazione come giustamente rileva Archestrato e le tracce rimaste sono alquanto labili. Al R/, a sinistra della cerva e tra le zampe si notano dei segni che potrebbero associarsi, tuttavia con ampi margini di incertezza, ad un piumaggio (aquila agrigentina?) o ad una criniera leonina (Leontini?) ma potrebbe trattarsi semplicemente di un’illusione ottica. 41 punto
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Ho una collezione "sostanziosa". La erediteranno i miei due nipoti. Se avranno bisogno di contante per continuare gli studi potranno servirsene. Lascio loro anche le istruzioni, se vorranno vendere, a chi potranno rivolgersi. Monete tedesche, austriache, e altre straniere non creeranno problemi. Ne potrebbero creare le magno greche, non ne ho molte, e le romane. Sono tutte catalogate con la provenienza, ma con i governanti che ci ritroviamo e purtroppo ci ritroveremo non si sa mai. Così ho deciso di vendere le mie romane. Terrò gli ori, una decina, ma cederò denari, antoniniani e bronzetti. Non ci guadagnerò ma non importa. Mi sono divertito a raccogliere almeno una moneta del maggior numero di nomi. Non ho quelli "impossibili" e non aggiungo più nulla da tempo. Con il ricavato comprerò quello che capita.1 punto
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E adesso? Come dire la mia dopo le tante onorevoli opinioni che sono state espresse qui più di un lustro fa? Facciamo che rinuncio a ogni pretesa di sistematicità del mio intervento e mi affido a una composizione più frammentaria. Sappiamo che ciclicamente si ripropongono gli stessi quesiti. E non è un male. Se possiamo interrogarci sulla storia dell'idea di numismatica, e collezionismo in generale, è perché ciclicamente ci facciamo le stesse domande. Mi sembra siano confluite in tale discussione più tematiche dell'arcipelago numismatico, alcune delle quali si stanno discutendo proprio ora in altri post, tuttavia, sposando le seguenti opinioni: vorrei aggiungere che a me non piace per nulla la distinzione che spesso si fa tra veri numismatici e falsi numismatici (collezionisti, hobbisti, cultori e frugatori delle ciotole numismatiche). Ed è qui che mi piacerebbe sentire un discorso più unitario. Non vedo dove sia la necessità, l'utilità, la logica, la pragmaticità di un discorso che divide l'enorme galassia numismatico-collezionistica. Una persona che si occupa di bene pubblico all'interno di un quartiere è meno funzionale del ministro del welfare nazionale? Direi di no. Badate che non sto parlando di importanza (chiaramente un ministro nazionale accentra funzioni che valgono di più delle funzioni di un amministratore di condominio o di un sindaco rionale) ma di funzionalità. Al mondo del collezionismo (numismatico) è funzionale il tipo che compra l'uscita bisettimanale di MONETE DEL MONDO e basta, senza approfondire sul Crawford o sugli scritti economico-monetari di Luigi Einaudi, e la prof.ssa Travaini. Sono infiniti i gradi di consapevolezza della condizione di homo nomismatum. Ovviamente spero che ogni hobbista della domenica diventi un cultore della materia, ma sono convinto che in una galassia, per essere definita tale, ci sia bisogno tanto del pulviscolo interstellare quanto della gigante rossa.1 punto
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Invece, evviva i decimalisti, evviva il Regno...?? Ad ogni modo credo che la discussione potrebbe protrarsi all'infinito e ognuno resterebbe della propria idea. Numismatica in salute? Proviamo a testare un Convegno nuovo di zecca, con commercianti di primo ordine, in una città importante. No? PS: non c'è internet che tenga, le monete vanno viste in mano... anche se si tratta di un 10 cent. Ape del 1922...1 punto
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Potrei anche allacciarmi ad un fatto recente che mi è successo. Un amico,che sa della mia passione,mi ha chiesto se in circolazione ci sono euro di valore(... va be ???). Gli ho dato la risposta e subito dopo ho tirato fuori le patacche cho nel portafoglio,si signore: patacche. Ho deciso di far ciò perchè l' ho sentito esclamare: " ...si ma na volta che l' hai comprata,si ok,bella....ma poi????" Ne ho presa una" di Traiano"( patacca sempre) e ho iniziato a spiegargli che è un falso da bancarella,non d' epoca( quindi le differenze che ci sono e perchè esistono),poi sono passato a far notare come il dritto presentava ADRIANO invece che Traiano,la legenda scritta e il significato di ogni parola( consolati,attributi ecc). Dopo sono passato al falsone della 5 lire del '14 ,facendo notare la patina nerastra che " impregna" i rilievi,tipica dei falsoni cinesi ecc.... Il mio amico di sicuro non l' ho convinto,non l' ho fatto appassionare,ma sicuramente era zitto e mi ascoltava interessato. Per me,giá questo è OK. Ps: anche una patacca può esser didattica? Salutoni di nuovo?1 punto
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Senza scomodare fiere di dimensioni ben più grandi di Veronafil o fiere e mercati più piccoli (Riccione), bisognerebbe dare un'occhiata a fiere delle dimensioni simili, sempre B2C e limitandoci al collezionismo in generale: ce ne sono in programma a decine a (vado a memoria) Milano-Novegro (13 da qui a fine anno), Ferrara, Verona (minerali), Bologna, Treviso, Gonzaga, Padova, Pordenone, e chi più ne ha più ne metta. Direi che questi dati ci forniscono una risposta molto chiara.1 punto
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Grazie @Scudo1901, ormai sono tanti anni che agiamo in una direzione precisa quella di compiere service reali e concreti a favore della divulgazione e condivisione Numismatica con obiettivi precisi e definiti, un modo direi angolosassone di fare service per la comunità numismatica come dono volontario, Gazzettino a parte che e’ pronto, continueremo così nel nostro modo di fare azioni nel mondo culturale e Numismatico ...1 punto
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Serbia, 50 dinara 2005 dedicata a Stevan Stojanović Mokranjac, (1856 –1914), compositore , educatore musicale; è considerato come il "padre della musica serba"1 punto
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Credo che Antonino fosse il prototipo dell'imperatore ideale, benchè troppo pacifista nell'immaginario dei romani per superare la figura di Traiano. Modesto al punto da non lasciare nessun monumento di rilievo a Roma ascrivibile a suo nome nonostante 23 anni di regno (esclusi quelli post mortem). E ciò è ancora più singolare considerando che, differentemente per esempio dai predecessori Traiano ed Adriano, non si mosse mai da Roma (se non per qualche fugace viaggio circoscritto in Italia). Ci sono poi aneddoti molto curiosi riguardo la sua frugalità e quanto fosse alla mano nel ricevere e mettere ad agio qualsiasi ospite ricevesse sul Palatino. Poichè poi non guidò mai un esercito in prima persona, delegando sempre l'onere del comando ai suoi generali quando una guerra diventava inevitabile (altrimenti preferiva risolvere le discordie in politica estera con la diplomazia, arte nella quale eccelleva divenendo un modello per i suoi successori), non assunse mai alcun cognome ex virtute, benchè formalmente ne avesse pieno diritto (Commodo invece ne fece incetta, pure lui comodamente seduto sul trono del Palatino). Grazie Quintus per i tuoi rimandi storici e complimenti per la moneta.1 punto
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Appunto! Non si può obbligare post mortem qualcuno! Se non siamo riusciti a far amare in vita la numismatica (forse perché non abbiamo dedicato abbastanza tempo, o forse perché noi non siamo riusciti a comunicare ai nostri congiunti la bellezza di questo complesso di arti e storia che è la numismatica) come si può pretendere che venga amata dopo? L'unico inciso: se già sappiamo che nessuno proseguirà la nostra passione, pur con il cuore in gola, sarebbe giusto fare un inventario dettagliato della collezione con il valore economico di ogni pezzo, ed istruire bene gli eredi sul come, dove vendere affinché non siano "fregati". Chi poi ha più tempra di carattere, potrebbe farlo anche in vita, quando pensa o si sente ormai più "debole" . Sì, sono cose tristi, ma è il naturale corso della vita.1 punto
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i mecenati sono sempre ammirevoli, ma rari. Senza considerare la fine che spesso fanno queste donazioni: spesso finiscono in qualche magazzino, dimenticate. Io invece credo che sia fisiologico che le monete passino nei decenni da un collezionista ad un altro, arricchendo nuove collezioni. e lo ritengo anche positivo.1 punto
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In quel preciso istante, un brigadiere dell’Arma lo scosse da quel suo sogno ad occhi aperti e lo invitò a seguirlo nella stanza attigua ove avrebbe dovuto rendere una deposizione in presenza dell’avvocato d’ufficio. Molte ore erano trascorse da quando, quella mattina, era stato prelevato con la forza per essere interrogato. Aveva reso fin da subito una deposizione spontanea in riferimento a quanto accorso. Perchè dunque un nuovo interrogatorio?! Lungo il corridoio, si trovò dinanzi altri 2 carabinieri e dei giornalisti che lo squadrarono dalla testa ai piedi per poi confabulare tra di loro. Appena passato oltre, li senti ridere senza ritegno alcuno. Comprese che si dileggiavano di lui, ma per qualche motivo che gli era oscuro. Entrato nella stanza, fu fatto sedere dinanzi ad una scrivania e da li a poco arrivò il Comandante che non riusciva a togliersi dal viso un sorriso irriverente. - Che mattinata! Esordì il comandante. Poi aggiunse curiso: - Mi dica signor ART, cos’è questo suo vaneggiare che quanto successo non è colpa sua, ma del dio denaro?! Perchè ha lanciato la sua vettura contro le forze dell’ordine che precedevano il passaggio della vettura papale?! Lei continua a dire che la vettura si è mossa da sola causa sua dimenticanza di tirare il freno a mano... Ma è stato visto correre via veloce come un fulmine in direzione opposta. Ed è stato rintracciato e arrestato all'interno della sua abitazione nel mentre saltellava contento con 2 monetine da 2 euro in mano! Sappiamo che lei idolatra il denaro. La Polizia Postale ha scandagliato il web in cerca di quanto da lei scritto in rete. Molteplici sono i suoi interventi in cui fa riferimento al dio denaro. Perciò ha cercato di colpire il Pontefice?! E’ dunque ragionevole credere che il suo sia un atto terroristico con una valenza religiosa. Ci dica come ha organizzato il tutto e chi sono i suoi complici! E questa volta non inizi nuovamente a fornirci nominativi strampalati come quelli messi a verbale nel primo interrogatorio, tipo: Leonid, fagiolino, ARES III, avgvstvs, numis, erdruckt, b8b8, allek, TIBERIVS. E ancor meno acronimi, o michiate simili a FFF !1 punto
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In realtà era Solone Ambrosoli, alla fine dell'800, a lamentarsi per la mancanza di giovani interessati alla numismatica. Ha detto bene @r.tino che i ''giovani'' in numismatica possono avere anche 40 o 50 anni. Quando io, ventenne, andavo per covegni eravamo al massimo 5 o 6 di quell'età. Ed eravamo in pieno boom numismatico degli anni 80. Infine la tecnologia. Ma voi non la trovate noiosa e ripetitiva? A chi cerca qualcosa di più di un semplice passatempo, la numismatica potrà sempre offrire qualcosa. Quindi non mi preoccuperei troppo. W la Numismatica! Arka Diligite iustitiam1 punto
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Non dico certo siano sedicenni, a quella eta' le possibilita' economiche, per la maggior parte, scarseggiano......ma di "giovani" (in numismatica considero tale il ventenne, il trentenne, ma per me lo e' pure il quarantenne!!!! ) che si sono avvicinati alla numismatica negli ultimi anni ce ne sono parecchi!!!!!! Poi ovvio, e mi riferisco a prima del Covid, questi non si vedono tutti ai convegni......tanti preferiscono spendere cio' che hanno a disposizione in monete tramite acquisti online diretti o in aste, anche' i soldi che dovrebbero spendere per lunghe trasferte verso i convegni . Questo non dico sia un bene, il clima dei convegni, vedere le monete in mano e soprattutto poter apprendere da chi e' presente, per me continua a rimanere fondamentale per accrescere sempre piu' la passione. E' quindi un po' cambiato l'approccio, ma di qui a dire che la numismatica va verso l' "estinzione" , direi che la mia idea non e' affatto quella assolutamente. Per rendersene conto , a mio avviso, basta semplicemente vedere la quantita' sempre maggiore di aste che vengono proposte e pensare alle percentuali di venduto che tutte riescono a fare!!!!! Poi , che oggi , sul mercato, oltre alla presenza di puri collezionisti, vi siano anche tanti "danarosi" che iniziano per investire pensando ad incrementare il loro valore una volta che decideranno di vendere , questo non lo nego....ma vi assicuro che dopo aver iniziato , diventano anche loro "drogati" di monete quanto i veri collezionisti, cambia solo il modo di iniziare, ma il risultato poi diventa lo stesso1 punto
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In 41 anni di numismatica posso dire solo una cosa. Durante le ferie soffro. Perché non posso stare con le mie monete. ☺️ Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buona Domenica Proprio così! Avete entrambi ragione. C'è divulgazione e divulgazione; collezionista e collezionista, numismatico e numismatico. Per quanto mi riguarda - e non potrebbe essere diversamente - divulgare quel poco che so .... (basic, molto basic), non mi costa nulla. Non lavoro di numismatica e quando scrivo qualche cosa di numismatica, non faccio mai un conto di benefici/costi e so che lo faccio per pochi. Non ho "sovrastrutture" di tipo editoriale, mercantile, pecuniaro, che potrebbero indurmi a fare scelte di tipo economico e protezionistico ed in fondo, a ben pensarci, c'è da ritenersi dei privilegiati ... non ho la sapienza di scrivere cose così importanti, né divulgo informazioni così sensazionali, tali da impensierire il mondo accademico o commerciale, quindi scrivo con gioia, passione e leggerezza; non tanto per coloro che già sanno, ma soprattutto per chi è alle prime armi ed ha bisogno di una chiave di lettura. Eppure mi è capitato spesso di aver interessato "vecchi" numismatici che, dovo aver letto un mio scritto, mi hanno contattatato per chiedermi approfondimenti o dove poterli trovare. Questo ripaga di ogni fatica, credetemi. Divulgare, per me, significa dare informazioni, dare piccoli rudimenti e metodi di studio, soprattutto ai giovani, ma anche malizie che, una volta, si imparavano nei circoli numismatici che, oggi, sono in via di estinzione. Giovani che hanno bisogno di tutor disinteressati, che li possano invogliare a leggere libri, motivare e talvolta disilludere .... Giovani che hanno la tecnologia informatica nelle loro mani e che si potrebbe dire che possano ottenere tutto; certamente con internet tutto è molto più facile; le informazioni e la cultura numismatica che, ai miei tempi, si dovevano trovare tra gli scaffali delle biblioteche (quando c'erano), sono più raggiungibili ed a portata di tutti; assolutamente vero, ma credo che non basti. Parafrasando il detto che, non è importante sapere che ci vuole una vite in un macchinario per farlo funzionare, ma sapere quale e dove va messa; allo stesso modo le informazioni vanno divulgate più e più volte, anche le più semplici, perché internet è troppo veloce, vasto, dispersivo, fuorviante e talora anche mendace. Io, da privilegiato, sono lieto di divulgare qualche informazione ai giovani (e non più giovani), che si approcciano da poco alla materia numismatica della quale mi diletto, ma non sono certo l'unico. Ci sono tantissime persone, in questo forum, che fanno altrettanto e tante iniziative nate, grazie anche a loro, su questa piattaforma e che hanno riscosso non poco successo, avevano questo fine. Non dimentichiamo poi che ci sono anche studiosi di prim'ordine ed accademici che lo fanno. saluti luciano1 punto
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Buona Domenica Esposizione lucida e condivisibile, quella di @@bizerba62, caro Mario. Però ci sono dei "Don Chisciotte" che credono nella divulgazione; acune volte amati per questo, altre volte osteggiati o, nelle migliori delle ipotesi, per nulla considerati. Passatemi l'aspetto "romantico", ma credo che la divulgazione - a qualsiasi livello - sia un seme che si getta al vento, con spirito di grande generosità; talvolta finisce in luoghi dove non avrà opportunità di germogliare, altre volte, invece, darà bellissimi frutti. Se ciò accadrà anche solo una volta su cento, sarà pur sempre una conquista. saluti luciano1 punto
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