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  1. Alberto Varesi

    Alberto Varesi

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/12/21 in tutte le aree

  1. I giovani ci sono, credetemi, li vedo ai convegni - poco - e sui social - tanto - e non hanno meno passione dei loro predecessori. Ma è cambiato l'approccio alla numismatica. in passato non c'era lo stesso occhio di riguardo verso l'aspetto economico e verso l'alta conservazione (e spesso questi due fattori sono fra loro correlati) Non si comprava già in vista della futura dismissione del pezzo o della intera raccolta, o con l'intento di guadagnarci. Se il pezzo si presentava, nel suo complesso, piacevole e con un prezzo adeguato alle proprie possibilità lo si prendeva. punto. E non si escludevano a priori gli esemplari che non rientravano in un determinato standard qualitativo (a volte più ipotetico che reale). Ora ti senti rifiutare uno Spl perché in collezione ci vanno solo Fdc o quasi, e questo senza nemmeno dare un'occhiata alla moneta, che magari non è da meno di altre già acquistate.... Non credo che l'innalzamento dell'età media del collezionista possa determinare la fine della numismatica, ma la sparizione del contante, quello sì mi fa paura. La filatelia sta vivendo una crisi grave e profonda data, a mio avviso, dal fatto che i francobolli non si usano più. E come puoi interessarti ad una cosa se non la usi, non la vedi, non la conosci; insomma, se non la tocchi con mano ? Per quello credo sia importante, quasi fondamentale, l'apporto dei convegni affinché la numismatica viva.
    7 punti
  2. Salve, contribuisco al censimento con la mia piastra con 9 torri. peso 27,55 gr diametro 40,27. Posseggo anche una piastra 1798 dieci torri con "arco continuo" Sul Gigante la variante con la corona rigata è indicata come R2, ma non trovo la variante con nove torri e il suo grado di rarità. Manca anche sul MIR. Sono inesperto per cui chiedo a Voi.
    5 punti
  3. Lo si può dire tranquillamente che la nuova American Eagle è una bella sventola ... Henry Peters Gray ( 1874 ) The Birth of Our Flag New York - National Academy of Design
    3 punti
  4. In quel preciso istante, un brigadiere dell’Arma lo scosse da quel suo sogno ad occhi aperti e lo invitò a seguirlo nella stanza attigua ove avrebbe dovuto rendere una deposizione in presenza dell’avvocato d’ufficio. Molte ore erano trascorse da quando, quella mattina, era stato prelevato con la forza per essere interrogato. Aveva reso fin da subito una deposizione spontanea in riferimento a quanto accorso. Perchè dunque un nuovo interrogatorio?! Lungo il corridoio, si trovò dinanzi altri 2 carabinieri e dei giornalisti che lo squadrarono dalla testa ai piedi per poi confabulare tra di loro. Appena passato oltre, li senti ridere senza ritegno alcuno. Comprese che si dileggiavano di lui, ma per qualche motivo che gli era oscuro. Entrato nella stanza, fu fatto sedere dinanzi ad una scrivania e da li a poco arrivò il Comandante che non riusciva a togliersi dal viso un sorriso irriverente. - Che mattinata! Esordì il comandante. Poi aggiunse curiso: - Mi dica signor ART, cos’è questo suo vaneggiare che quanto successo non è colpa sua, ma del dio denaro?! Perchè ha lanciato la sua vettura contro le forze dell’ordine che precedevano il passaggio della vettura papale?! Lei continua a dire che la vettura si è mossa da sola causa sua dimenticanza di tirare il freno a mano... Ma è stato visto correre via veloce come un fulmine in direzione opposta. Ed è stato rintracciato e arrestato all'interno della sua abitazione nel mentre saltellava contento con 2 monetine da 2 euro in mano! Sappiamo che lei idolatra il denaro. La Polizia Postale ha scandagliato il web in cerca di quanto da lei scritto in rete. Molteplici sono i suoi interventi in cui fa riferimento al dio denaro. Perciò ha cercato di colpire il Pontefice?! E’ dunque ragionevole credere che il suo sia un atto terroristico con una valenza religiosa. Ci dica come ha organizzato il tutto e chi sono i suoi complici! E questa volta non inizi nuovamente a fornirci nominativi strampalati come quelli messi a verbale nel primo interrogatorio, tipo: Leonid, fagiolino, ARES III, avgvstvs, numis, erdruckt, b8b8, allek, TIBERIVS. E ancor meno acronimi, o michiate simili a FFF !
    3 punti
  5. Allora doveva andare a parcheggiare altrove o tornare a casa a prendere altre monete / cambiare banconote in monete. Ma mi sa che il nostro Ugo non avrebbe potuto farlo perchè aveva un appuntamento improrogabile, questione di vita o di morte, magari un colloquio per il lavoro della sua vita con buone probabilità di assunzione con ottimo livello, fatto da una responsabile del personale giovane, libera e pure gnocca. Allora avrebbe dovuto prendere coraggio e fare l'impensabile: lasciare la macchina in divieto di sosta, fregandosene delle proteste per il passo carrabile occupato e dei vigili. Avrebbe avuto una multa da euro 42 a euro 173 e il rischio di rimozione ma non sarebbe stato un alto prezzo da pagare per un buon lavoro, una fidanzata gnocca e le monete rare. Anni dopo le avrebbe fatte vedere ai suoi figli dicendo: "Queste sono capitate a un punto di svolta della mia vita che richiedeva decisioni importanti, ma io non ho ceduto al destino apparentemente avverso e ho osato. E Dio Denaro, nella sua immensa bontà e giustizia, ha apprezzato il mio coraggio e mi ha premiato. Figliuoli, dice il proverbio: la fortuna aiuta gli audaci".
    3 punti
  6. Ciao,la tua moneta è semplicemente afflitta da piccoli esuberi che ti hanno tratta in inganno...
    3 punti
  7. Io sono dell’idea che le monete a differenza dei francobolli o delle tessere telefoniche, tanto per fare due esempi, non saranno mai destinati a “passare di moda”. Nemmeno nel momento in cui il denaro sarà in Toto digitale. E lo credo non solo perché comunque anche se digitale sarà pur sempre denaro, quindi un qualcosa di familiare seppur non più materiale. Sopratutto perché la numismatica è probabilmente una delle poche Linee di contatto col passato. Chi è un numismatico? Un amante della storia . Tutti gli amanti della storia vorrebbero poter possedere un “pezzetto” di storia. Le monete sono il modo più facile per possedere questa storia e sopratutto le monete hanno fatto in prima persona la storia. Quindi secondo me eserciteranno sempre un certo fascino. Io sono uno studente di Storia all’università. Ogni volta che studio un determinato periodo storico nasce in me la voglia di possedere qualche moneta appartenete a quel determinato periodo storico. Tanti colleghi che non sono collezionisti e quindi non sono numismatici spesso comprano in negozi monetine dei periodi storici che andiamo studiando perché seguono il ragionamento fatto prima. Insomma, sono fiducioso per il futuro ☺️
    2 punti
  8. Mi piace postare, anche con un certo orgoglio, quanto fatto dal Gruppo in 4 anni e mezzo a livello di pubblicazioni cartacee riassunto con questa immagine degli 8 Gazzettini e dei 2 Speciali.
    2 punti
  9. Perché in inglese grafia e pronuncia sono così irregolari Se lo “spelling” è così imprevedibile dipende soprattutto da come si diffuse la stampa a caratteri mobili in Gran Bretagna Nel 1920 venne pubblicato per la prima volta un breve componimento dello scrittore olandese Gerard Nolst Trenité intitolato The Chaos, che aveva un solo scopo: riunire e mostrare alcune delle irregolarità più incomprensibili della pronuncia in inglese, accostando per esempio parole come heart, hear e heard, che si scrivono in modo quasi identico ma si pronunciano in modo molto diverso. Il componimento si concludeva con un invito ad arrendersi (“Hiccough has the sound of cup, my advice is to give up!”, che sottolinea come la parola per “singhiozzo” abbia un suono simile a quello per “tazza”) e in effetti l’ortografia inglese può sembrare priva di logica a chi non l’ha mai studiata a fondo, e più ostica rispetto a quella della gran parte delle altre lingue. Questo nonostante l’inglese sia quella più parlata al mondo. I motivi di questa caratteristica sono principalmente storici, legati alle numerose influenze che l’inglese ha subìto e all’invenzione della stampa. Il magazine Aeon in un saggio scritto dalla linguista Arika Okrent ha ricostruito i passaggi salienti che hanno portato l’inglese a essere così difforme nella pronuncia rispetto alla lingua scritta. «In un pomeriggio ci si può approcciare alle regole di pronuncia dell’italiano, dello spagnolo, del tedesco, dello svedese, dell’ungherese, del lituano, del polacco e di molte altre, e verosimilmente arrivare a leggere un testo in una di queste lingue, anche senza capirlo» scrive Okrent, mentre «la complessità dell’inglese gioca in un altro campionato». Uno dei motivi per cui il sistema inglese che norma la pronuncia e l’ortografia è così incoerente ha a che fare con le sue origini: l’inglese moderno è un discendente diretto della lingua germanica parlata dalle tribù anglosassoni, che abitavano la Gran Bretagna nel V secolo dopo Cristo. Dopo circa tre secoli arrivarono i Vichinghi che ibridarono la lingua con il loro norreno, cioè l’antico norvegese. Dopo ancora – nel 1066 – vennero i Normanni dalla Francia, che aggiunsero il francese all’equazione. Nei secoli successivi l’inglese continuò a mescolarsi con elementi di altre culture, da quelle continentali europee a quella celtica e latina, in un mix del tutto casuale e dettato dalle abitudini dei parlanti. Tuttavia, non è questo l’unico aspetto che distingue la storia dell’inglese. Anche nel resto dell’Europa – fino a pochi secoli prima controllato dall’impero romano – c’erano popoli con lingue proprie che subìvano costanti contaminazioni, e che peraltro erano dominati da altri popoli con altre lingue. Si pensi per esempio agli spagnoli, che furono dominati dagli arabi per gran parte del Medioevo e che comunque, oggi, parlano una lingua con un sistema fonetico coerente e di comprensione relativamente facile. La lingua spagnola ha accolto una gran quantità di vocaboli arabi, ma non per questo ha regole ortografiche incoerenti. A contribuire di più all’inglese attuale fu l’invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili in Europa, che coincise con una fase particolare dell’evoluzione della lingua inglese. «L’ascesa della stampa catturò l’inglese in un momento in cui c’era un vuoto normativo tra la lingua parlata e quella scritta» scrive Okrent. «Se fosse avvenuta prima, o dopo, magari quando alcuni dei processi in corso si fossero consolidati, le cose sarebbero potute andare in modo diverso». Durante i primi periodi in cui l’inglese cominciò ad adottare l’alfabeto latino (cioè dal VII secolo in poi, circa) la pronuncia delle parole non era così diversa dal modo in cui venivano scritte. All’epoca erano soprattutto i monaci e i missionari a scrivere, traducendo i testi sacri in latino per declamarli durante le celebrazioni: data la loro funzione, la trascrizione dei testi dei monaci era quanto più possibile simile al parlato. Nonostante i vari dialetti e le varie trascrizioni fossero in parte diversi tra loro, con il passare del tempo emerse comunque qualcosa di simile a uno standard, una letteratura tutto sommato omogenea. Tutto ciò subì un’improvvisa interruzione con la conquista normanna del 1066. Nei tre secoli successivi, scrive Okrent, tutto il sistema dell’inglese scritto che si stava formando scomparì. Dato che i normanni parlavano francese, stabilirono quella come lingua ufficiale dello stato e di tutte le sue attività, mentre quella della Chiesa era rimasta naturalmente il latino. L’inglese quindi rimase vivo solamente tra le persone comuni, era in sostanza il linguaggio della quotidianità, e quando cominciò a riemergere come lingua scritta – solamente tre secoli dopo – l’uso lo aveva modificato profondamente. A quel tempo uno standard per la trascrizione delle parole inglesi non esisteva, e la stessa parola poteva essere scritta in molti modi differenti a seconda dello scrivente: Okrent fa l’esempio della parola people che poteva essere scritta peple, pepill, poeple ma anche poepul. Poco più di un secolo dopo il tedesco Johannes Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili, che ebbe conseguenze enormi sul lungo periodo. Tra le conseguenze minori ci fu che un mercante di nome William Caxton aprì un’officina tipografica nel 1476, la prima in Inghilterra, e si cominciò a pensare a come stampare libri in inglese, che potenzialmente avevano un pubblico più vasto rispetto a quelli in latino, compreso solo da una ristretta minoranza di intellettuali e religiosi. Non c’era nessuno standard scritto a cui rifarsi, né dizionari, e perciò le prime stampe furono fatte rispondendo soprattutto alle esigenze dei tipografi: produrre un libro vendibile e farlo nel modo più veloce possibile. La professione tipografica ebbe quindi un ruolo importante nel fissare lo standard dell’inglese scritto che emerse in quegli anni: alcune parole vennero accorciate o cambiate per il semplice fatto che una trascrizione era più facile da comporre e riprodurre rispetto a un’altra, senza badare troppo a rappresentare fedelmente il modo in cui la parola era pronunciata. Parallelamente, cominciò a formarsi un pubblico sempre più ampio di lettori e lettrici che si abituarono a certe forme piuttosto che ad altre, un altro fattore che contribuì a fissare lo standard di scrittura, indipendente dalla corrispondenza tra pronuncia e trascrizione. Il risultato di tutto ciò è che la trascrizione di certe parole si affermò per motivi più o meno casuali, come è il caso della parola ghost, la quale venne trascritta con l’acca semplicemente per via dell’influenza fiamminga che avevano subìto i primi operai tipografici, addestrati nelle Fiandre. Nell’inglese antico infatti la parola era pronunciata gast, per cui l’acca che è sopravvissuta oggi non ha una vera funzione fonetica. A complicare ulteriormente la situazione c’è un fenomeno chiamato “grande spostamento vocalico”, che consiste in un lento cambiamento del modo in cui certe vocali venivano pronunciate. Anticamente, per esempio, le “a” di make e di name non erano pronunciate come oggi, ma in maniera più simile a quella di father. Poi con il tempo quella “a” è diventata una “e” nella pronuncia e dopo ancora si è allungata in “ei”, ma questa lenta trasformazione non influenzò il modo in cui quelle parole venivano trascritte. In sostanza, spiega Okrent, prima della diffusione della stampa uno scrivente inglese aveva una sua ortografia che poteva variare a seconda del dialetto locale. Con la diffusione dei primi testi stampati, si diffuse in varie città una trascrizione più omogenea, ma il modo in cui veniva percepita e letta poteva essere radicalmente diverso a seconda della zona, e tale situazione portò, alla fine, a un insieme di regole e abitudini di pronuncia profondamente irregolari. «Se l’inglese fosse stato posteriore alla stampa a caratteri mobili, se l’alfabetizzazione fosse stata meno diffusa, la lingua avrebbe potuto sviluppare un proprio sistema di trascrizione da zero e con un’idea più organica di quali suoni rappresentare e come. Ma quando un nuovo strumento esce fuori, non si aspetta di capire qual è il modo migliore di usarlo e non ci si preoccupa delle conseguenze che può avere. Si parte e basta». https://www.ilpost.it/2021/09/09/inglese-pronuncia-trascrizione/
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  10. Ieri a Torino Colleziona era presente il Circolo Numismatico Torinese con un suo banchetto
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  11. Complimento per la nuova pubblicazione e per la varietà dei contenuti.
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  12. @Illyricum65 Credo che tu conosca il motivo del doppio nome che ha il termine "maiale": pig quando è vivo e pork una volta cotto. La motivazione risale all'epoca normanna quando i servi sassoni accudivano i maiali ( e dunque li chiamavano usando la propria lingua) mentre una volta cucinato veniva usato il francese dei Normanni , che erano i signori feudali ed erano coloro che poi li mangiavano.
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  13. Un plauso per chi si impegna nella realizzazione della rivista.
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  14. I giovani ci sono, lo affermo con assoluta certezza. Da giovane posso riportare la mia esperienza. Esistono gruppi numismatici SOLO di giovani/giovanissimi praticamente su ogni piattaforma social (facebook, whatsapp, telegram solo per citarne alcuni). Io ne faccio parte e devo dire che siamo una bella comunità con elementi validissimi. Sicuramente ormai esistono altri canali informativi e altre modalità d’acquisto. Esempio lampante, di tutti questi giovani sono davvero pochissimi quelli iscritti su questo forum e i pochi iscritti nemmeno lo usano più di tanto . Gli acquisti li fanno solo su aste e devo riportare anche aste interne tra di loro. Non sto parlando di roba di pochi euro. Come già stato detto in precedenza in un altro post, in ogni epoca c’è stato un timore verso una “probabile fine della numismatica in Italia”. Io credo che così come non è finita all’epoca, non finirà nemmeno ora. Semplicemente stanno cambiando i tempi e anche i canali d’apprendimento e di acquisto.
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  15. Secondo me la numismatica è cambiata da negli ultimi 20 anni. I collezionisti "puri" cioè che comprano solo per collezionare sono molto pochi, ormai la maggioranza compra perchè poi rivendendo deve esserci un margine, quindi come se fosse un investimento. E ci sta che si guardi anche al lato economico, ma purtroppo è diventato il primo parametro per molti. Altro aspetto da non sottovalutare è quello culturale: una volta le materie umanistiche era quelle principalmente studiate e quindi collezionare monete classiche per esempio ne era una logica conseguenza. Adesso a scuola il latino ed il greco sono quasi scomparsi, purtroppo dico io, e quindi anche la collezione di quel tipo di monete, assieme ad altre problematiche non secondarie, sta scemando. Non credo che la numismatica sia destinata all'estinzione, mentre qualche dubbio in questo senso dovrebbe averlo la filatelia visto che ormai i francobolli non si usano più.
    2 punti
  16. Eccolo fresco fresco di stampa ...sta arrivando il nuovo e ottavo Gazzettino di Quelli del Cordusio cartaceo a colori con ben 18 articoli... Ecco intanto la copertina ...
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  17. Lucius Artorius Castus, le vere origini di Re Artù? Immagine dal film King Arthur (2004), regia di Antoine Fuqua. Lucio Artorio Casto (in latino Lucius Artorius Castus, luogo/data di nascita sconosciuti e morto a Pituntium, nei pressi di Salonae Palatium nel II secolo) è stato un militare romano e successivamente procurator centenarius della Liburnia. Tutto ciò che sappiamo su Lucio Artorio Casto proviene essenzialmente da un'epigrafe, alquanto lacunosa, trovata in due frammenti a Podstrana, sulla costa della Dalmazia. Si tratta certamente di una lastra del sarcofago di Lucio Artorio Casto. Una seconda iscrizione, più breve, probabilmente una targa commemorativa ritrovata nella stessa località dalmata, riporta solo pochi dati simili a quelli del sarcofago. Una terza iscrizione, recante il solo nome di Lucio Artorio Casto, riferibile allo stesso personaggio o a un suo omonimo, fu ritrovata a Roma e attualmente è esposta al Louvre. Dalle iscrizioni conservate, tuttavia, non è consentito ricavare dati cronologici certi relativi al personaggio, che dubitativamente viene collocato verso la fine del II secolo. Membro della gens Artoria, ci sono varie teorie sulla sua origine. La prima a essere avanzata è che fosse di origine etrusco-retica, ma la latinizzazione in Artor è alquanto forzata. Un'altra teoria è che fosse originario dell'odierna Valle d'Aosta (dal nome nobile gallo-romano "Artois"). Un'ulteriore teoria, la più accreditata, è che fosse probabilmente originario della Campania visto che, da numerose altre epigrafi e reperti archeologici, si evince che Lucio Artorio Casto apparteneva a una famiglia campana, ben attestata a Capua, Nola, Pompei e Pozzuoli. Discendente del medico di Augusto, Artorio Asclepiade. Un Artorio aveva anche partecipato alla repressione della prima guerra romano-giudaica (66-73/74), quando fu distrutto il tempio di Gerusalemme. Secondo il lungo testo dell'iscrizione del sarcofago, Lucio Artorio Casto aveva servito Roma prima come centurione della “Legio III Gallica”, poi passato alla “Legio VI Ferrata” e ancora alla “Legio II Adiutrix” e alla “Legio V Macedonica” sul Danubio, della quale fu anche nominato primo pilo. Divenne poi preposito della flotta di Miseno (cioè la forza navale di stanza nella Baia di Napoli) e infine fu prefetto della “Legio VI Victrix”. Nel periodo compreso tra il 183 e il 185, i caledoni oltrepassarono il vallo di Adriano, ragion per cui l'imperatore Commodo avrebbe inviato Lucio Artorio Casto in Britannia al comando della cavalleria della “Legio VI Victrix” e altre truppe, comandate da Ulpio Marcello (probabilmente suo parente, dati gli stretti legami fra la famiglia Artoria e quella Ulpia) con il compito di presidiare il Vallo mediante la legione ai suoi ordini, rinforzata da un contingente di 5.500 cavalieri pesanti sarmati. I Sarmati avevano come stendardo un drago, che fu poi adottato dalla cavalleria romana, i "draconari", dando origine, alcuni secoli più tardi, anche al termine dragone per indicare un tipo di truppe a cavallo. Dopo che i caledoni irruppero oltre il Vallo di Adriano, uccidendo anche il comandante romano a Eboracum (York) Lucio Artorio Casto guidò le sue truppe a cavallo a nord, sconfiggendo i caledoni. Come ricorda Cassio Dione, ottenendo la vittoria contro i Caledoni, l'imperatore Commodo poté avvalersi l'appellativo di Britannicus. Dopo essere stato alto ufficiale nella “Legio VI Victrix”, ebbe il titolo di "dux", riservato a chi si era distinto per imprese eccezionali, la definizione di Lucio Artorio Casto nel testo dell’epigrafe come "dux leggionum .. Britaniciniarum" indica che successivamente ottenne un ampio comando in Britannia o fu a capo delle legioni stanziate in Britannia. Le parole "adversus Arm...", ricostruite come "Adversus Armoricos", suggeriscono che Lucio Artorio Casto sia stato anche a capo di una spedizione militare in Armorica (corrispondente alle odierne Bretagna e Normandia) al comando di più coorti di cavalleria per sedare una ribellione. Lucio Artorio Casto si ritirò dall'esercito e divenne procurator centenarius (cioè governatore, con una provvigione di centomila sesterzi annui) della Liburnia (la parte settentrionale della Dalmazia), dove certamente concluse la sua vita, erigendo un mausoleo funebre a Pituntium, nei pressi di Salonae Palatium. Non si conosce altro su di lui. Secondo alcuni studiosi questa interpretazione porterebbe all'identificazione del personaggio con il "Re Artù" storico: l'ipotesi di identificare Lucio Artorio Casto con Artù fu avanzata per la prima volta da Kemp Malone nel 1924. Sebbene infatti Lucio Artorio Casto non visse al tempo delle invasioni sassoni in Britannia (V secolo), si potrebbe pensare che il ricordo delle gesta di Casto, tramandate nelle tradizioni locali, andarono crescendo col tempo fino a formare le prime tradizioni arturiane. Tale ipotesi è stata rafforzata dal parallelismo tra i racconti mitologici degli Osseti del Caucaso, ultimi discendenti dei Sarmati (un cui consistente nucleo fu trasferito dai Romani in Britannia), e i racconti arturiani. La prima apparizione del personaggio "Arthur", qualificato "dux" così come il Lucio Artorio Casto nell'epigrafe, nella Historia Brittonum del IX secolo, secondo lo storico Leslie Alcock era tratta da un poema gallese, originariamente privo di un riferimento cronologico preciso, come pure di una indicazione degli avversari contro cui combatté le sue dodici vittoriose battaglie. Alcuni studi (Xavier Loriot e altri) tendono tuttavia a leggere nell'epigrafe "Armenios" in luogo di "Armoricos", modificando il quadro spaziale (spedizione in Armenia e non in Armorica) e temporale (III secolo secondo Loriot, anteriore al 170 secondo altri) della vita e delle gesta di Lucio Artorio Casto, tentando di slegare le sue gesta dal rapporto con i Sarmati stanziati in Britannia. Guido Migliorati ha successivamente confutato questa interpretazione, ritenendo poco probabile che la spedizione sia avvenuta in Armenia anziché nell'Europa occidentale e riportando la carriera del personaggio al periodo commodiano. (Varie fonti su Internet) Ave! Quintus
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  18. Originata, pare nel ( VI sec. a,C, ) , forse da un emporio dei Focesi fondatori di Massalia, Arelate entra nei domini di Roma con la costituzione della provincia Narbonese attorno al 118 a.C. . Diventa colonia romana a partire dal 46 a.C. e pressochè a quel periodo può risalire la costruzione del foro, del quale sono conservati scarsi resti architettonici . Indagati dal 1950, sotto quanto rimane della piazza del foro è stato riscoperto, molto ben conservato, un notevole ed esteso complesso sotterraneo di criptoportici, di non chiara funzione se non anche quella di sottostruttura di livellamento della stessa piazza del foro, costruita su terreno in pendenza . Arelate è tra le residenze importanti di Costantino I che vi celebra nel 314 il primo concilio : nel 313 vi è trasferita, da Ostia, la sede di quella zecca, che sarà poi operativa fino al 475 . Vale ricordare che una più modesta ma simile struttura di criptoportici, è anche presente al di sotto del foro romano di Aosta .
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  19. Ho aperto questa discussione per cercare di raggruppare e far notare tutti quei particolari incisori che non seguono il "tipo base" nelle Piastre di ferdinando IV. Mi spiego, SONO ESCLUSI : Correzioni sul conio di lettere e sul millesimo. Mancanze di lettere in legenda, inversioni di lettere e lettere capovolte. Correzioni nelle iniziali del Maestro di Zecca (sotto il Busto). Lettere su lettere. Differenze nel busto: orecchio scoperto o coperto. Grandezza dei festoni ai lati dello stemma. Grandezze della Corona Reale. Storpiature dovute a rotture di conio. Decoro nel taglio. Inizio io con questa Piastra del 1787 con un bel punto dopo la parola INFANS . Avevate mai notato questo "segno"? Un caro saluto a tutti, Rocco.
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  20. 1 punto
  21. E fidati Mario che avete un ottimo motivo per esser orgogliosi?
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  22. Quanto a preferenza, mi associo ai "naturisti" nel senso che apprezzo infinitamente di più una banconota in BB+ naturale che una in spl "cosmetico". Una bella piega viva, purché con la superficie della carta intatta (senza x esempio le abrasioni che mostra @numys in gran dettaglio), la accetto molto volentieri come controparte di una banconota con tutti i suoi rilievi di stampa, come il numero di serie che sporge al retro! ? Poi, guai, vale sempre il de gustibus, purché non si cerchi di "uccellare" il compratore spacciandole per spl naturali a prezzi truffaldini! La trovo verosimile
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  23. - Signor ART, siamo al corrente della sua fissazione per le armi, com'anche abbiamo compreso che stia cercando di utilizzare la carta del vizio di mente per passarla liscia. Il suo dire che non c’entra nulla e che dobbiamo ricercare il signor PINKOPALLINO e riempirlo di botte, è alquanto audace, per non usare altri termini... Ancor più che, tra le righe di quanto ha appena esternato, verrebbe da pensare che stia cercando persino di corrompere dei pubblici ufficiali. Si vergogni! Non tutto ha un prezzo. - Io non ho vizi di mente! Sono sano, mangio sano e responsabilmente. Come responsabile sono nelle mie azioni. - Si è ben visto stamattina ! Ascolti me, che in 20 anni di onorata carriera ne ho viste di tutti i colori… non continui imperterrito con frasi tipo: “Datemi le mie monete, sono mie e le rivoglio subito”. Non si deve preoccupare di loro. Quando uscirà di prigione, probabilmente manco si ricorderà cosa ci sta raffigurato su di esse. - Ma come si permette, comandante! (rispose stizzito ART). - Non dimenticherò di certo la “Grace Kelly”. E men che meno la “Fortezza della Rocca”. - Che fortezza e fortezza! L’unica Rocca che vedrà sarà l’istituto penitenziario all’interno della Rocca di Ravaldino. Adesso si calmi un attimo che sta arrivando l’appuntato con le bibite. - Eccomi comandante ed ecco a lei quanto ha richiesto., (disse un carabiniere appena entrato nella stanza). - Grazie appuntato, può andare (rispose il comandante). - Eccole qui 5 euro, signor ART, e un buon bicchiere di cioccolata calda. Come da lei chiesto mentre attendeva. (Un brivido freddo percorse la schiena di ART che, con un filo di voce chiese): - 5 euro... 5 euro per cosa?! - Da un paio di giorni, il distributore automatico di bevande non accetta le chiavette e abbiamo finito le monetine a disposizione. Quindi mi sono permesso di utilizzare le sue da 2 euro... Beva, beva, che la cioccolata fredda non è più buona. ?
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  24. Comunque la pressatura penso sia stata fatta con un libro, come evidenziato da @Orodicarta altrimenti l'appiattimento della banconota sarebbe stato molto evidente ed ecco che si giustifica anche l'espressione utilizzata da @jaconico "leggerissima pressatura". Di seguito vi riporto il 10000 capranesi in mio possesso (non certificato) che ha subito la pressatura e dove sono evidenti le pieghe a croce: Questo è un dettaglio delle pieghe orizzontali: Mentre il contrassegno pur essendo attraversato da una piega non ha subito grandi danni: Invece sul retro, nella zona centrale si nota il deterioramento della carta: La pressatura migliora esteticamente la banconota ma osservandola attentamente i suoi difetti rimangono, l'importante è riuscire a trovare il giusto equilibrio tra qualità e prezzo. Personalmente preferisco acquistare banconote naturali ma sono consapevole che sul mercato girano oramai tanti pezzi "abbelliti" e rifacendomi all'affermazione dell'@ilnumismatico forse è meglio avere in collezione un bel BB+ naturale con la sua storia e vissuto piuttosto che un SPL+ trattato. Comunque quella di @jaconico rimane una bella capranesi e nel mio caso quando avrò l'opportunità cercherò di sostituirla con una migliore e naturale.
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  25. Non è la stessa cosa reperire informazioni dal web che dai libri. Se la praticità, comodità immediatezza ed economicità fa prediligere la prima, soprattutto we giovani e più abituati alla rete, ci sono aspetti "pericolosi" come per esempio il fatto che molto spesso nessuno può controllare,correggere o bloccare contenuti scritti da chicchessia senza una reale conoscenza, ma solo presunta in base a poche e distratte letture fatte qua e là. Pezzi con bibliografie lacunose o poco chiare. La raccolta di informazioni sul web dovrebbe consentire, a mio avviso , di valutare il reale interesse per l'argomento e quindi essere l'incipit per uno studio più completo tramite libri di provata "scienza". E questo vale per tutti, nessuno potrà mai discernere su tutte le zecche di tutti i periodi, anche chi na fa della numismatica una professione, come giustamente diceva più sopra @r.tino. immaginiamo gli altri.
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  26. Ho in collezione il tipo con punto e quello senza , la loro reperibilita' e ' piu' o meno simile come pure le quotazioni
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  28. Ciao, secondo me la divinità rappresentata è la Libertas che regge il pileus: pileus A felt cap, more or less conical, worn by freed Roman slaves, and known as the cap of freedom; a similar cap is worn by the French Marianne and appears on the so-called Mercury dime, with the same meaning, though in those cases it had a turned-over top and was called a Phrygian cap. Held on Roman coins by Libertas, the personification of freedom. It was also associated with the Dioscuri, the heavenly twins, and when two pilei were shown on a coin, that is what they symbolised. Buona notte da Stilicho
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  29. Ti consiglio innanzitutto di studiare l’evoluzione storica della monetazione romana; l’asse librale è una moneta diversa da quelle leggere cui fai riferimento. Come ti ha evidenziato Richard Schaefer (uno dei più grandi esperti di monetazione repubblicana) dal IV al I secolo aC dall’asse librale fuso, man mano che il contenuto intrinseco perdeva di rilevanza, si è passati a monete coniate di peso sempre meno significativo e di valore esclusivamente fiduciario. Quindi il peso della moneta che troverai sarà legato al periodo della sua emissione.
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  30. Spesso il gatto convive in famiglia con il cane, e per mia esperienza, in ottimo rapporto (v. post # 51). Mi piacerebbe entrare nella loro testa per sapere cosa pensano uno dell’altro. Forse questa striscia della famiglia Belbelli tratta dalla Settimana Enigmistica ce ne dà un esempio. apollonia
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  31. Secondo me eri tu un giovane atipico. Io da adolescente (ma anche dopo) pensavo più ai videogiochi che alla numismatica! Certo, un fascino di fondo l'hanno sempre avuto per me le monete. Ma niente più del fascino. Mai mi sarei sognato di andare ad un mercatino. Quelli che vedevi tu magari erano "obbligati" dai genitori alla visita del tal mercatino o tal convegno, in quanto non potevano ancora stare a casa da soli. Probabilmente quando gli adolescenti di oggi si accorgeranno del tempo che stanno buttando sui social, diventeranno adulti più appassionati ai libri e allo studio, magari proprio nel ramo della numismatica. Esprimo un mio parere, ma le passioni è difficile che nascano da piccoli, specialmente per una materia difficile da trovare in giro come la numismatica. Io ero appassionato ad auto, moto, trattori e mezzi movimento terra (passioni che porto avanti anche oggi, l'ultima delle quali è diventata il mio lavoro); col tempo ho iniziato a coltivare passioni più "adulte" come la numismatica o la storia, le quali sono iniziate pochissimi anni fa.
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  32. 30 euro vanno e vengono! Se la moneta ti piace hai fatto bene a comprarla secondo me. Quando la guarderai vedrai una bella moneta, basta che anziché uscire a cena una sera stai in casa e hai già recuperato i 30 euro che hai speso di troppo. Buona serata!
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  33. Avete risposto in tanti e mi fa piacere. Non è un acquisto recente ma di oltre 2 anni fa. Comunque la perizia afferma ( BB-SPL) e la descrive come “pieghe leggermente pressate”
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  34. Quindi tutti i discorsi da ultradecennale numismatico che ho letto fino ad ora da te, con sentenza in mano come che parlassi delle tue esperienze vissute chissa' da quanti anni e del fatto che fossi "la Bibbia" della numismatica, sentenziandone la fine come fossi "Nostradamus", arrivano da un "vecchio trentenne" ?????? Ecco cio' che veramente fa male alla numismatica e a chi si affida ai forum per iniziare e partire........io ne ho 45 e di monete ti assicuro ne ho viste parecchie, ma mai , e dico mai, mi permetterei di dichiararmi come "vecchio numismatico" nei confronti dei veri "vecchi numismatici" ......primo non mi permetterei mai , secondo mi riderebbero in faccia!!!!! Non sto' dicendo assolutamente che un trentenne non ha conoscenze, ho un socio 27enne che puo' insegnare tanto a numismatici ben piu' navigati a livello di eta' anagrafica, ma sono ben consapevole che, anche alla mia veneranda eta', sarei un grosso presuntuoso a ritenermi un "vecchio numismatico"!! Ti dico infatti che ad ogni occasione (facendolo di mestiere ne ho fortunatamente parecchie), chiedo e cerco di apprendere da chi ne sa piu' di me , poiche' in numismatica NESSUNO puo' aver conoscenza di tutto e non finira' mai di apprendere Mi son dilungato pure troppo, ma a trent'anni (dopo che a piu' riprese ti e' stato dimostrato che la tua idea era sbagliata), dare la sentenza "suprema" sulla numismatica, scusami, ma mi fa veramente ridere? Ti consiglio di vivertela piu' serena la numismatica, e' una passione bellissima e che deve dare gioia, se vedi il suo futuro in questo modo, sinceramente penso che smetta di avere tutto il suo fascino
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  35. La Legion d’onore, di per sé, è una parte già debole di questa tipologia. Può essere che sia conio stanco, come può essere anche un effetto fotografico. Comunque, lasciando stare questo punto da me evidenziato, resta complessivamente una bella moneta.
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  36. Oooooh finalmente un bel discorso da anziano! Lo aspettavo! Sai perché i giovani non chiedono aiuto a voi "vecchietti"? Perché siete spocchiosi e ci fate pesare ogni informazione che ci date, come se state rivelando il segreto di Fatima anziché insegnare qualcosa di bello ad un ragazzo. Devo ringraziare che non sono tutti così gli "anziani" del forum. Per fortuna che altri sono disponibili a diffondere la loro cultura con piacere e abbondanza. Non sapevo dell'esistenza di gruppi di soli giovani dediti alla numismatica, ma capisco perché lo fanno.
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  37. Buongiorno e buon fine settimana a tutti. Napoletana di oggi è un Tornese da 6 Cavalli 1804 di Ferdinando IV. Dopo tanto tempo sono riuscito a trovarne un esemplare con dei rilievi un po più alti al dritto rispetto al mio esemplare. Le foto sono quelle del venditore del lotto di cui il pezzo faceva parte. Come lo giudichereste in conservazione? Grazie a chi vorrà rispondere.
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  38. Ma per caso il panettiere si chiama Cecco e Ugo fa Fantozzi di cognome?
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  39. A me piacerebbe sapere dove si trova questo panettiere che da di resto certe monete... ho un po' di cartamoneta da fargli cambiare... ???
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  40. Per quel che riguarda il discorso precedente riguardante i collezionisti e come sta' il mercato numismatico , continuo ad essere del mio parere che e' completamente opposto al suo @ARES , per cio' invece espresso nel suo ultimo post, e cioe' che la numismatica e' anche studio , e che oggi chi approfondisce veramente studiando le varie monetazioni siano sempre meno, mi trova completamente d'accordo. Sono pero' due cose distinte tra loro, tanti sono sicuramente meno preparati a livello di studio e conoscenze dettagliate ( forse frutto anche del minor contatto diretto ai convegni che vi e' oggi, come dicevo sopra, accrescere le proprie conoscenze solo autonomamente, senza rapportarsi con che puo' far crescere, e' molto piu' difficile) ma per quel che riguarda il mercato numismatico , la sua estinzione e' tutt'altro che vicina.......al contrario, a me pare veramente molto "in salute"
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  41. Ha batto benissimo perché le due monete erano falsi grossolani.
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  42. Buongiorno, volevo condividere con voi il seguente articolo in cui si approfondiscono un minimo le monete di Carlo di Borbone prodotte in Sicilia. https://www.academia.edu/51594701/Approfondimenti_storico_numismatici_riguardanti_le_monete_dellincoronazione_di_Carlo_di_Borbone
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  43. Giustamente mi è stato chiesto di unificare le due parti dell'indice per una migliore lettura:
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  44. Io ho effettuato il pagamento Epay in data 09/08/2021. A tutt'oggi nulla.
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  45. Io vedo che è l’Italia ad essere di nicchia ormai. E vista la situazione economica mi sembra il minimo che i nababbi/speculatori galoppino mentre i microportafogliati tirino la cinghia, il che si riflette sul mercato inevitabilmente. Ma non dovrebbero essere contenti i piccoli collezionisti? Potranno acquistare i pezzi che già erano alla loro portata risparmiando qualcosa. Qualcosa di nuovo sotto il cielo?
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  46. Buongiorno....e vabbè dato che ci sono continuo con Carlo III, un Sebeto 1749, rara e bella. Moneta ex collezione Mirabella. Del tipo con corona piccola, esiste anche il tipo con corona grande (moneta inedita scovata di recente e già postata) Un ottimo acquisto questo, per i miei gusti. A voi le foto. Saluti. Cristiano.
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  47. Dritto senza punto dopo il numerale IV Rovescio con arco continuo nello Stemma e rigature ///////// Questa chiusura continua la si trova anche su rari esemplari del 1798 con 10 torrette ma senza rigature.
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  48. Mi devo autocitare....confermo l'identificazione e la descrizione. ciao Mario
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