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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/09/21 in tutte le aree
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Una bella carrellata di monete. Complimenti! Un nominale che inizialmente non subì modifiche rimanendo simile a quello fatto coniare dal padre Alfonso e, se si considera la travagliata legittimazione al trono, concordando con il parere del Sambon, più che mai aveva ragione Ferdinando I a continuare ad usare il motto già presente sulle monete del padre. VI posto quelli che una volta facevano parte della mia collezione. Chiedo scusa per le pessime foto. L'ultimo esemplare lo presi per curiosità. La sigla M che appare come una A; il metallo un po' "spento"; il peso leggermente calante (3.3 grammi) ed un vistoso foro che, dalla forma quadrata mi hanno fatto supporre fosse d'epoca. Insomma ho ritenuto di essere in presenza di un falso o di un cosiddetto "malo carlino" che però fu scoperto ed inchiodato sul banco di una qualche attività commerciale o cambiavalute... (fantasie di un giovane collezionista).5 punti
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Buon pomeriggio. Proseguo la carrellata sui 3 grana di secondo tipo con questo con asterischi a sette punte a racchiudere la data *1810*. In questi esemplari solitamente troviamo lettere grandi al dritto e al rovescio e un rombo dopo "GRANA". Moneta più rara di quanto riportato nei manuali a mio parere. Eccovi le foto dell'esemplare proveniente dalla mia raccolta. Saluti Cristiano.5 punti
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Marco Aurelio Probo Marco Aurelio Probo conosciuto anche come Probo (in latino Marcus Aurelius Probus, nato a Sirmio il 19 agosto 232 e morto a Sirmio nel 282) è stato un imperatore romano dal 276 fino alla sua morte. Divenuto tribuno militare all'età di 20 anni, si racconta che durante l'impero di Valeriano (tra il 254 ed il 258) combatté una guerra contro i Sarmati Iazigi che si trovavano di fronte ai confini della Pannonia inferiore, e spintosi oltre il Danubio, aveva compiuto molti atti di valore. "Dinanzi all'esercito adunato, gli furono donate quattro aste senza cuspide pubblicamente, due corone vallari, una corona civica, quattro vessilli senza fregi, due braccialetti d'oro, una collana d'oro ed una coppa sacrificale di cinque libbre. In questo stesso periodo liberò dalle mani dei Quadi [ndr. che si trovavano di fronte alla fortezza legionaria di Brigetio] il giovane nobile Valerio Flaccino, imparentato con Valeriano. Per questo motivo lo stesso Valeriano gli conferì la corona civica." (Historia Augusta, Probo, 5.1-2) Al momento dell'acclamazione imperiale, dopo aver avuto una gloriosa carriera, ricopriva un alto incarico in Oriente (forse come praefectus legionis). Probo è uno dei cosiddetti "imperatori illirici" (spesso di origine plebea e nativa, che in virtù della riforma di Gallieno, la quale abolì le cariche senatoriali, assursero ai gradi più alti dell'esercito e dell'impero) espressi direttamente dal consenso delle legioni. Egli cercò con tutte le sue forze di sanare la situazione di decadenza dei suoi tempi e difese l'impero dalle sempre più frequenti invasioni d'oltre confine. Regnò poco, come quasi tutti gli imperatori di questo periodo, dal 276 al 282. Pur rimanendo un tipico esempio dell'assolutismo imperiale dell'epoca, cercò di mitigare i rapporti con il Senato, lasciando a quest'assemblea una qualche parvenza decisionale. Quando nel 276 fu proclamato dalle sue legioni imperatore contro Floriano (che fu sconfitto, a detta di Zosimo, per il diffondersi della pestilenza nel suo esercito), ricopriva un incarico in Oriente. Dopo aver vendicato la morte dei predecessori Aureliano e Tacito, intraprese nel 277 una campagna in Asia Minore contro i goti, assumendo il titolo di Gothicus maximus. Dopodiché, spostandosi in Gallia con l'esercito, sconfisse i germani ivi penetrati, respingendoli oltre il fiume Neckar e mettendo in sicurezza il settore renano, dove strinse un foedus con le popolazioni stanziate negli Agri decumates. Respinse anche i burgundi e i vandali che avevano invaso la Rezia (molti di questi, fatti prigionieri, li trasferì in Britannia), mettendo in sicurezza il limes danubiano e assegnandosi nel 278 il titolo di Germanicus maximus. Probo avviò un processo di più fitto inserimento dei peregrini nell'esercito, consentendo arruolamenti in massa di truppe tra i barbari e autorizzando il loro accesso agli incarichi civili. A conferma, se non di una accentuazione del ruolo dei barbari, almeno di un'altra considerazione del loro apporto, una lettera spedita dall'imperatore al Senato così precisava la questione: "Ormai tutti i barbari arano per voi, sono al servizio e combattono contro le tribù dell'interno [...]. Le terre di Gallia sono arate dai buoi dei barbari, i gioghi catturati offrono il collo ai nostri agricoltori; le greggi di diversi popoli pascolano per nutrire noi, i cavalli si incrociano con i nostri, i granai sono pieni di frumento barbarico." (Historia Augusta, Probus, 15) Oltre che ad arginare le sempre più frequenti scorrerie ed invasioni di popoli e tribù, Probo dovette occuparsi anche di coloro che, a vario titolo, vollero contendergli il titolo imperiale. L'imperatore infatti non volle mai nominare un co-reggente, a costo di intraprendere lunghi e dispendiosi viaggi in lungo e in largo per l'impero. Nel 280 Giulio Saturnino, governatore della Syria, fu proclamato imperatore dai soldati. Morì assediato dai fedeli di Probo, ad Apamea. Nello stesso anno Proculo, un militare di nobili origini, nominato imperatore dai suoi uomini fu eliminato da Probo. Sempre nel 280 un altro militare, Bonoso, si proclamò imperatore a Colonia, fu combattuto e ucciso da Probo. Ristabilita una certa tranquillità nell'impero, Probo si accinse a risolvere il problema del peso economico dell'esercito sulle sfinite casse imperiali e si dedicò alle questioni interne. Perseguendo una politica di accomodamento col ceto aristocratico di Roma (della quale portò a termine la cinta muraria iniziata da Aureliano), tentò dapprima di aumentare la presenza umana in alcuni territori che si erano spopolati in conseguenza dei continui conflitti, stanziando coloni barbari (bastarni, gepidi, grautungi e vandali) con lo scopo di farne, in futuro, nuovi contribuenti per il fisco. Poi, ordinò che alle legioni fossero imposte corvée al di fuori dell'impegno bellico (soprattutto in agricoltura e nell'edificazione di opere pubbliche). Fu Probo a rilanciare la coltivazione della vite, specialmente in Gallia e Pannonia, dopo che era stata proibita sotto Domiziano per evitare carestie. L'aver gravato di eccessive incombenze le legioni incentivò forse le truppe alla ribellione. Le milizie di stanza a Sirmio infatti, che erano impegnate in un'opera di prosciugamento delle circostanti paludi, si unirono ad una rivolta militare delle truppe della Rezia capitanate da Marco Aurelio Caro (prefetto del pretorio che aveva ottenuto un comando speciale sulla porzione occidentale pochi mesi prima) ed eliminarono Probo che, in quel momento, si trovava proprio a Sirmio. Pare che stesse apprestando i preparativi di una spedizione contro la Persia sasanide. (Liberamente tratto da Wikipedia) Valore nominale: Antoniniano Zecca: Cyzicus Officina: Anno: 280 Diritto: . IMP C M AVR PROBVS P F AVG (Imperator Caesar Marcus Aurelius Probus Pius Felix Augustus) . Busto consolare, radiato a sinistra visto di 3/4 di fronte, tiene nella mano destra lo scipio (scettro) sormontato da un'aquila. Rovescio: . SOLI INVICTO (Soli Invicto) . Il Sol radiato in piedi di faccia in su in una quadriga aperta, alza la mano destra e tieneo una frusta nella mano sinistra Campo: CM Esergo: XXI delta Conservazione: Rarita': Comune Metallo: Billone Peso: 3.14 gr Diametro: 23.00 mm Riferimenti/Link: RIC V-2 Cyzicus 911, Sear 12041 Note: Per par condicio un altro tipo di antoniniano di Probo, sempre Sol Invictus ma cn la quadriga vista di fronte. Ennesima bellissima moneta anche se comune. Ave! Quintus4 punti
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A titolo informativo oggi a Bologna sono incominciate 3 fiere internazionali in contemporanea con 1150 espositori totali. Chi racconta che veronafil non si può fare mente sapendo di mentire, meglio dire che non si vuole fare e basta, si fa più bella figura.4 punti
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EccoVi, come promesso, la prima parte dell'indice (a breve la seconda parte):4 punti
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Eccolo fresco fresco di stampa ...sta arrivando il nuovo e ottavo Gazzettino di Quelli del Cordusio cartaceo a colori con ben 18 articoli... Ecco intanto la copertina ...3 punti
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Conservazione abbastanza povera, ma è sempre un bel pezzo di storia. Questa è anche la varietà meno comune, caratterizzata dalla legenda A PV, sciolta in (EX) ARGENTO PVBLICO. L. Titurio Sabino, monetario nell'89-88, operò durante la Guerra Sociale prelevando il metallo dal pubblico tesoro in virtù della Lex Plautia-Papiria, come prova la legenda della variante 2c. Nel 79 divenne legato del proconsole Q. Caecilius Metellus Pius, partecipando alla guerra contro Sertorio. Si vantava, dal nome, di discendere dai Sabini, onde il riferimento al re Tito Tazio, re dei Sabini, che mosse contro Roma per vendicare il ratto delle Sabine. Il rovescio richiama il mito di Tarpeia, vergine vestale figlia di Spurio Tarpeio, comandante della cittadella sul Campidoglio, invaghitasi di Tito Tazio nell'assedio di Roma. I guerrieri Sabini avevano l’abitudine di indossare pesanti bracciali d’oro (armille) sul braccio sinistro e anelli riccamente ornati di gioielli, e che la ragazza fece loro promettere di darle “quello che avevano sul braccio sinistro” se li avesse fatti entrare; così, i Sabini ammucchiarono i loro scudi su di lei schiacciandola, invece dei preziosi monili d’oro. Nella raffigurazione della vicenda di Tarpeia, il crescente rinvia ai versi di Properzio (Elegie, IV, 4): "saepe illa immeritae causata est omina lunae / et sibi tingendas dixit in amne comas" (Spesso addusse a pretesto i presagi dell'innocente luna e disse di dover immergere nel fiume le sue chiome). Il riferimento all'argento publico compare solo sui denarî RRC 322/1b (EX. A. PV), RRC 324/1 (PV), RRC 325/1 (ARG. PVB), RRC 328/1 (P), RRC 344/1c e RRC 344/2c (A. PV), RRC 351/1 (P.A., che però il Mattingly scioglie in Pecunia Assignata o Attibuta), 352/1b (EX. A. P) e RRC 353/2 (EX. A. P.); inoltre, un monogramma di dubbia interpretazione (sciolto anche in Apollo o Roma) è presente sui denarî RRC 298/1 e RRC 353/1. Secondo Crawford, la sigla sulle prime quattro emissioni argentee attesta che la moneta fu prodotta con metallo pubblico in un momento di grave scontro socio-politico (gli ultimi anni del II sec.), mentre sulle ultime tre indica la monetazione dell'eredità tolemaica. Tolomeo Alessandro, sovrano d'Egitto che - come riferito da Cicerone - lasciò il suo regno al popolo romano. Secondo il Badian tale eredità fu lasciata dal primo Tolomeo Alessandro, morto nel settembre od ottobre dell'anno 88. A seguito del suo lascito un cospicuo quantitativo di metallo prezioso giunse nelle mani dei Romani e fu in parte utilizzato per coniare monete, dando modo al console dell'86, Valerius Flaccus, di ridurre i debiti di tre quarti. Secondo Cr., che accoglie la proposta cronologica del Badian, la pecunia deposita sarebbe stata monetata tra gli anni 86 ed 85 ed i relativi denarî emessi, con legenda AP (Argentum Publicum), sarebbero appunto i denarî 352/1 e 353/1. La presenza della sigla sulle serie 344, databile alla Guerra Sociale, non trova però motivazioni. Secondo Barlow, la sigla sugli argenti indica la provenienza del metallo dall'Aerarium Sanctius, in momenti di grave difficoltà finanziaria. Secondo altri studiosi, la sigla sugli argenti va sciolta in aeris pondere e fa coppia appunto con L.P.D.A.P.; entrambe andrebbero riferite alle Leges Papiriae de aere publico e de argento publico (promulgate nell'89 dal tribuno C. Papirius Carbo, proveniente da una nobile gens consolare divisa in ramo patrizio e ramo plebeo) e rinvierebbero a un prelievo dal tesoro pubblico, connesso con la difficile situazione finanziaria conseguente alla Guerra Sociale (attestata anche dai bronzi anonimi RRC 339, ritenuti una serie d'emergenza). Secondo Pedroni (Interrogativi sulla magistratura monetaria in età post-annibalica, 2000), il riferimento all'argento pubblico sarebbe una delle prove del fatto che, ordinariamente), l'argento non veniva prelevato dal tesoro dell'erario, bensì era fornito da privati che avevano preso il relativo servizio in appalto e, per questo, potevano apporre (essi, e non i monetarî) il proprio nome sui conî. Questa pratica sarebbe nata dopo la Seconda Guerra Punica dall'abitudine, maturata già in epoca molto risalente, di apporre sulla monetazione itinerante simboli (e tipi) che testimoniassero la provenienza del metallo da un determinato bottino bellico, poi anche (a partire dalla guerra annibalica) sigle (CROT, L/T, KOP, etc.) che indicassero la piazza militare dove era avvenuta la coniazione (forse per indicare che si era attinto alle risorse locali) e, infine, il nome del condottiero che aveva distribuito il bottino.3 punti
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Aggiungo un bell'esemplare con la sigla B che venne esitato nell'asta Varesi 74. Purtroppo non mio.2 punti
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15 anni fa mi è capitato di organizzare due convegni numismatici. Avevamo trovato un bel posto, una ex fornace, con luce adeguata, possibilità di parcheggio nelle vicinanze, ampio spazio per gli espositori, due autobus da prendere per chi arrivava in treno. Il primo andò così così... Vabbè è la prima volta, ci siamo detti. il successivo andrà meglio. Invece no. Il secondo fu un disastro. Non venne praticamente nessuno. Fummo ''traditi'' proprio dai collezionisti. E ci siamo presi tante parole dai commercianti, ma così tante che mi sembra di sentirle ancora... Quindi, per quanto mi riguarda, tanto di cappello a chi organizza convegni e tanta comprensione a chi rinuncia a farli. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Bravo, ho notato anch'io quella differenza lì solo che mi vergognavo a scriverlo ? Di solito gli attributi maschili sono be in evidenza mi risulta, circolazione permettendo... Qui sembra che gli abbiano applicato una mutanda post concilio di Trento ?2 punti
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Grandi proclami per un articolo a scopo propagandistico (del tipo "quanto è figa Eni!") ma che non spiega perché questo (potenzialmente rivoluzionario) sistema dovrebbe essere sicuro e inesauribile. Va bene che sarà una questione complicata e ultratecnica, ma almeno provarci.. Speriamo in bene, x ora stiamo a vedere.2 punti
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La discussione riguarda il convegno di Verona e non ha a che fare con la numismatica in generale,che tra l'altro gode di buona salute... Si discute dell'ennesimo convegno veronese annullato in modo "arbitrario"...2 punti
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Oltre a questo a me piacerebbe conoscere quanta parte di numismatica ci sia ancora nel convegno, oltre alla filatelia ed al grande bazar di tutto un po', e quanto questo 'altro' impatta su tutto il convegno. Da anni non ho piu' comprato praticamente nulla di numismatico a Verona, soprattutto per il semplice fatto delle postazioni, ben poco funzionali ad acquisti di livello, del contenuto presente che dovrebbe essere disposto e visibile in modo ottimale, se rivolto alla vendita, e non solo al ritrovarsi, e questo per i ben noti motivi di disposizioni, luci, ecc.2 punti
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Vi presento il mio ultimo pezzo Aragonese Ferdinando I d'Aragona, (1458-1494) Carlino (1458-1460). Al dritto : + FERDINANDVS : D : G : R : SI : I : V Campo inquartato con le armi d'Aragona, Gerusalemme, Napoli e Ungheria, palato nel 1° e 4° quarto, nello stemma 4 gigli ( esistono varianti con 6 gigli). Al rovescio : + DNS : M : ADIVT : ET : EGO : D : I : M ( Dio mi aiuti e disprezzero' i miei nemici). Correggetemi se non ho tradotto esattamente. Il Re coronato, raffigurato frontalmente, seduto su un trono formato da due protomi di leoni, tiene con la mano destra uno scettro Gigliato e nella mano sinistra protesa un globo crucigero. A sinistra una lettera M con le basi biforcate, iniziale del Mastro di Zecca Antonio Miroballo (1458-1460). Diametro 26-28 mm Peso grammi 3,501 punto
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Oltreoceano si sta discutendo molto per un presunto scandalo venuto alla luce da poco. Nella prossima CNG battuta sono stati ritirati 8 aurei del terzo secolo e la cosa potrebbe essere la punta dell'iceberg? In pratica sembra che più di 250 aurei di questo periodo siano stati in origine delle monete bucate, poi riparate in maniera esperta e pressoché perfetta chiudendo i buchi e infine rivendute nelle maggiori aste internazionali senza menzione dei restauri. Finora sarebbero stati rintracciati esemplari con questo tipo di problematica in alcune delle maggiori aste tipo CNG, NAC, Heritage, Leu, Kuenker, Rauch, Naumann e altre (non ho verificato tutte le presenze ma riporto quanto scritto da Murphy su internet). La cosa è diventata evidente in quanto molte delle monete provengono dell'Ucraina e sono state vendute su un sito di aste ucraino, per cui si son potute in questo modo rintracciare molte delle immagini delle monete bucate come vendute originariamente sul sito ucraino. Pare che gli aurei bucati siano piuttosto comuni per la seconda metà del terzo secolo soprattutto in regioni barbarizzate dell'Est Europa che riutilizzavano gli aurei come gioiello, si ipotizza pertanto un ritrovamento di un grosso gruzzolo in quelle regioni. Sembra anche che chi ripara le monete possa essere un'unica persona/gruppo. Non si hanno ancora tutte le informazioni perché le case d'aste stanno decidendo il da farsi anche dal punto di vista legale credo, pare che Heritage intanto stia contattando i clienti che hanno comprato le monete rattoppate senza saperlo. Barry Murphy di NGC è una delle prime persone che han permesso di scoprire il problema (probabilmente in fase di slab) e si è speso per identificare altre monete di questo gruppo. Uno dei problemi al momento è che in alcune di queste monete la chiusura del buco non è evidente neanche ad un'osservazione al microscopio tanto è ben fatta, per cui stan cercando di capire se c'è qualche esame specifico che possa aiutare a evidenziare senza dubbio i buchi riempiti. Pubblico qui un pò delle foto che girano, immagino ce ne saranno altre e spero ci sarà la volontà magari anche per un comunicato ufficiale più avanti quando ci saranno più elementi.1 punto
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Ciao a tutti, sappiamo bene che la monetazione di Pio IV, al secolo Giovan Angelo de' Medici (1559-1565), non brilla certo per originalità e varietà, risultando pertanto piuttosto monotona. Ciò vale in assoluto per i testoni coniati da questo pontefice, che ad eccezione del Munt 16 che presenta al R/ Cristo in atto di disputare con i dottori e la legenda TV AVDEM IPSE ES, si presentano con la classica tipologia stereotipata con al D/ lo stemma Medici e la legenda PIVS IIII PONT MAX e al R/ San Pietro seduto di fronte con la legenda S PETRVS APOSTOLVS, iconografia questa che si presenta assolutamente analoga per le zecche di Roma, Ancona e Macerata. Il testone che vi propongo stasera invece è una deroga completa a quanto sopra detto, è si presenta come un unicum non solo nella monetazione di questo pontefice ma anche in quella papale in genere (o quasi). Pio IV (1559-1565), AVIGNONE, Testone (Munt 62). [foto 1] D/ Stemma ovale con cornice ad intagli e volute, sormontato da chiavi decussate e doppio cordone e tiara. ° PIVS ° PAPA ° - IIII - AVENI In basso: stemma di Mons. Lorenzo Lenzi (bucranio entro piccolo scudo), vicelegato. A sinistra nel giro: stemma del Card. Alessandro Farnese, legato. R/ Busto del pontefice a destra con piviale adorno di greca e fibbia ovale. GLORIA ° IN ° EXCELSIS ° DEO T/: liscio. Peso 9.36 g. Partiamo col dire che non è esattamente una moneta che si vede tutti i giorni . Manca in tutte le principali collezioni di monete papali, e non ho registrato nessun passaggio in asta. Quella che vedete sotto è probabilmente la prima e unica foto a colori per questa moneta. Testone noto alla bibliografia, sono andato a ricercarlo nei testi che lo riportano partendo dall'opera di riferimento che è il Poey d'Avant che lo classifica al n. 4297 della sua opera "Monnaies Féodales de France" (1858-1862). [Foto 2] In nota alla classificazione, il Poey d'Avant riporta "(Revue, 1839, pag 273, n° 44)". Grazie a Google Books sono riuscito a trovare la "Revue Numismatique" del 1839 [foto 3] e a pag 273 al n° 44, ecco riportato il testone in oggetto [foto 4]! Da lì un altro riferimento bibliografico che porta addirittura all'opera di Saverio Scilla "Breve notizia delle monete ponteficie..." del 1715, dove a pag. 51 ritroviamo classificato il nostro testone [foto 5]. Consultando questo testo, ho trovato interessante ciò che questo autore riporta per questo testone, che viene definito "rarissimo" [foto 6]. L'altra opera bibliografica che riposta questo testone è il Serafini (grazie a @miroita sempre disponibilissimo ad aiutarmi con questo testo che purtroppo ancora non ho in biblioteca) che non solo lo classifica al n. 244 [foto 7], ma è anche la prima opera a riprodurlo in foto [foto 8]. Altra foto, sempre in b/n è quella del Muntoni [foto 9], riportata poi anche nel MIR, con un esemplare diverso rispetto a quello del Serafini. Entrando nel merito stilistico/iconografico questo testone presenta alcune particolarità: è infatti l'unica moneta di tutta la monetazione di Pio IV, assieme al Bianco coniato a Bologna, a rappresentare il ritratto di questo pontefice. La particolarità è che il ritratto è al R/ della moneta e non al D/ come abitualmente accade. La legenda GLORIA IN EXCELSIS DEO "Gloria a Dio nell'alto dei cieli" (Luca II, 14), è un esclamazione che deriva dal coro degli angeli che nel Vangelo esultano per la nascita del Redentore. Pur essendo questa una delle frasi più famose dei testi sacri e molto diffusa nella liturgia, oltre che su questo testone, la ritroviamo in tutta la monetazione pontifica solo su un'altra moneta e precisamente il triplice grosso, coniato sempre ad Avignone da Innocenzo VIII (1484-1492) [foto 10], moneta di enorme fascino ed estremamente rara che può essere considerata il primo testone dell'intera serie papale. Michele1 punto
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Oggi passeggiando per un mercatino mi sono avvicinato ad un banco che vendeva euro, cosa per me rara visto che colleziono cartamoneta del regno. Ho acquistato un 2,5 euro del Portogallo 2009 “torre di belem” a 5 euro e il 5 euro San Marino 2021” pesci” a 7,5 euro. si tratta dei primi euro con tagli particolari che metto in collezione. Devo dire la verità, mi affascinano molto, settimana prossima magari farò qualche altro acquisto ?1 punto
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Passaggio da vassoio in floccato a vassoio in velluto, la differenza la si apprezza con il passare del tempo. Osservare i piccoli nominali in argento con patine differenti fra loro: Cariche, leggere, dorate e dai riflessi iridescenti, a chiazze.... Ecco e un esempio1 punto
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Sì, è proprio quello che ho scritto nel titolo: dobbiamo essere orgogliosi delle nostre eccellenze, non solo quelle gastronomiche, archeologiche, sportive, artistiche,.... ma anche scientifiche. Eccone un esempio: Nucleare pulito, Eni inaugura l’era della fusione a confinamento magnetico Cfs, lo spin off del Mit controllato dal gruppo di San Donato, conduce in porto il primo test al mondo per «confinare» il plasma - Descalzi: «il risultato dimostra l’importanza strategica delle nostre partnership» Energia pulita e virtualmente inesauribile. Eni compie un primo passo in avanti concreto verso l’avvio dell’industrializzazone del processo di fusione a confinamento magnetico, «lo stesso processo - sintetizzano dal gruppo di San Donato - che sta alla base della generazione di energia nel Sole e nelle stelle». L’annuncio dei primi risultati su questo fronte arriva dagli Usa, dove Cfs (Commonwealth fusion system), spin off del Mit di cui Eni è principale azionista dal 2018, ha condotto il primo test al mondo del magnete con tecnologia superconduttiva Hts, creando le condizioni per confinare il plasma nei futuri reattori che saranno costruiti per produrre energia. Il cammino è ancora lungo: il primo impianto sperimentale vedrà la luce nel 2025 e solo nel 2031 la tecnologia sarà disponibile. Ma in Eni c’è grande aspettativa per lo sviluppo della tecnologia proprietaria e della piattaforma Usa, nel quale il gruppo di San Donato è intenzionato a mantenere un ruolo rilevante anche nei prossimi step di crescita del progetto. Transizione energetica, la strategia di Eni «Lo sviluppo di tecnologie innovative è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonché la chiave per una transizione energetica equa e di successo - spiega l’amministratore delegato, Claudio Descalzi -. Per Eni la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza emissione di gas serra, cambiando il paradigma della generazione di energia. Il risultato ottenuto durante il test dimostra l’importanza strategica delle nostre partnership di ricerca e consolida il nostro contributo allo sviluppo di tecnologie game changer». Ecco la via italiana al nucleare (pulito) con il capitale dei privati Il test ha riguardato l’utilizzo di elettromagneti di nuova generazione per gestire e confinare il plasma, vale a dire, spiega il gruppo, la miscela di deuterio e trizio portata ad alte temperature da fasci di onde elettromagnetiche, dimostrando la possibilità di assicurare l’innesco e il controllo del processo di fusione. La tecnologia oggetto del test potrebbe contribuire a realizzare impianti più compatti, semplici e efficienti, portando a una riduzione dei costi di impianto, dell’energia di innesco e mantenimento del processo di fusione e della complessità generale dei sistemi, avvicinando la data alla quale sarà possibile costruire un impianto dimostrativo che produca più energia di quella necessaria a innescare la fusione. «Il test - spiega Francesca Zarri, Director Technology, R&D & Digital del gruppo di San Donato - è il primo dei tre pilastri previsti dalla road map del progetto verso l’industrializzazione. Abbiamo dimostrato che è possibile generare un campo magnetico più elevato possibile e in grado di contenere il plasma che un domani genererà l’energia dal processo di fusione. Il prossimo step, nel 2025, prevede la realizzazione di Sparc, un primo impianto sperimentale a produzione netta di energia e successivamente quella del primo impianto di taglio industriale, Arc». Una volta in produzione, gli impianti «avranno dimensioni paragonabili a quelle di una normale centrale a gas - spiega -, con turbine standard, allacciata a un’infrastruttura elettrica, senza particolari complessità infrastrutturali». La differenza è rappresentata dal combustibile: «una quantità pari a una bottiglietta d’acqua da mezzo litro basterà ad alimentare per un anno una centrale da 150-200 Mw» spiega Zarri. Il gruppo Eni è il maggiore azionista del progetto: «ci abbiamo creduto, abbiamo lavorato per introdurre un approccio industriale in un test puramente scientifico - aggiunge la manager -. Il nostro interesse è rimanere protagonisti all’interno della compagine, portando il progetto fino in fondo. Eni - aggiunge - collabora con Mit nel campo dell’energia sin dal 2008, contribuendo a indirizzare le linee di ricerca su tematiche di interesse industriale, anche sulla tematica della fusione, con attività di studio e approfondimento. Siamo entrati a far parte del gruppo iniziale di azionisti di Cfs e dall’inizio del 2018, quando siamo entrati nel capitale, siamo stati una delle prime società dell’energia e siamo ancora una delle poche a credere così concretamente in questa tecnologia, che potrebbe davvero rivoluzionare il paradigma dell’energia». In parallelo, Eni sta lavorando anche con Enea al progetto Dtt (Divertor Tokamak Test facility) per l’ingegnerizzazione e la costruzione di una macchina Tokamak (una «ciambella» ottenuta assemblando anche in questo caso magneti superconduttori anche se di un tipo diverso rispetto a quelli utilizzati nel test del Mit) dedicata alla sperimentazione di componenti che dovranno gestire le grandi quantità di calore che si sviluppano all’interno della camera di fusione: «È già attiva una supply chain anche italiana per questo progetto - conclude Zarri -, che in futuro si potrà sviluppare ulteriormente. Da quetso punto di vista Eni può far leva su un buon posizionamento». https://www.ilsole24ore.com/art/nucleare-pulito-eni-inaugura-l-era-fusione-confinamento-magnetico-AEfH1Rh1 punto
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Mai sentita ma...effettuando una ricerca google per 'pizza de fango' >> immagini >> ho questo risultato: chissà cosa vorrà dire....1 punto
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E a pizza de fango del Camerun nun ce 'a metti? O forse se ne era già parlato, confesso che mi sono perso petronius1 punto
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Ahahahah, in realtà mi ero dimenticato di averla messa in olio, l'ha ritrovata mia padre mentre faceva pulizie in garage. Vedendola dal vivo sembra avere la testa radiata, dalle foto non si capisce bene. Nel caso faccio qualche foto migliore, così da togliere ogni dubbio.1 punto
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Stati Uniti d'America - Quarter "State" Dollar 2004 - Iowa Grant Wood ( 1932 ) Arbor Day Boston - Museum of Fine Arts Grant Wood ( 1891 - 1942 ) Pittore divenuto celebre grazie alla sua capacità di descrivere il mondo rurale della campagna americana, ispirandosi al mondo in cui viveva ed ai ricordi d'infanzia, rendendogli il doveroso omaggio in questa emissione, sua terra natale.1 punto
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Ciao, mi spiace ma sembra proprio un falso ottenuto per fusione di una moneta molto rara di Vitellio del tipo LIBERTAS RESTITVTA.1 punto
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Ciao, eccone qui un esemplare: http://wildwinds.com/coins/ric/maximianus/_ticinum_RIC_038b.jpg Zecca Ticinum, numero 38b. E' una tipologia comune.1 punto
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E' un radiato dell'imperatore Massimiano Erculeo (286-310). Arka Diligite iustitiam1 punto
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Se lo dimostrano quelle di 500 o 1000 anni prima, anche in contesto analogo, perché quelle no?1 punto
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Anche a me sembra un "avvallamento", visto che dopo il cosidetto riflesso che dovrebbe essere dato dalla luce riflessa, ci sta ombra. In bianco e nero si nota ancor di più:1 punto
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Nagorno-Karabakh, 5 dram 2004 al rovescio : Siamo le nostre montagne , grande monumento in tufo, situato a Stepanakert, la capitale della Repubblica dell'Artsakh1 punto
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Mi hanno anticipato postando la foto di un esemplare autentico dal quale si nota quanto siano diversi per la testa, sull'originale più marcata e dettagliata, con uno sguardo non "da allucinato"; e per il bordo, più largo e piatto e non stondato1 punto
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La pataca è la valuta di Macao e di parecchi altri posti, ma è solo in quel paese che è stata istituzionalizzata. Come forma di pagamento era accettata già in tempi antichissimi, con una sola pataca si potevano avere bistecche di mammut tutti i giorni, una caverna spaziosa dove abitare e una guardia del corpo armata di lancia al proprio servizio h24. https://nonciclopedia.org/wiki/Pataca_di_Macao1 punto
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opera che in originale (non ristampa forni) raggoinge dei bei realizzi, anche 3/4000 euro (forse alla Nac, ex ratto sopra ai 5000) non c'è da stupirsi... mi sono stupito della base ridicola che aveva (ma ormai la tendenza è partire con sti prezzi..)... prezzo della ristampa.. Io ho la ristampa, e va bene cosi. Quelle cifre le spenderei per ben altri libri, di qualche secolo prima ?1 punto
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Salve Lo sguardo si differenzia,le lettere piú sottili,l' occhio a "pesce lesso",perlinatura e bordo meno accentuati del dovuto... Comunque si,le foto non davano una grande mano e neanche quei brutti hairlines. Saluti1 punto
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Ciao, la conservazione è modesta e si tratta di una moneta piuttosto comune. Non mi piace parlare di prezzi, dal momento che si tratta di una valutazione sempre molto soggettiva... Tuttavia, 25 euro per la moneta "fatta e finita" sono una cifra ragionevole. Bisogna poi vedere quanto ti costeranno la spedizione e l'eventuale dogana. Il valore di mercato, in questi casi, corrisponde a quanto uno è disposto a spendere.. Qui il link al catalogo: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G137/21 punto
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Anche meno , forse qSPL o BB/spl : graffietti ovunque (da pulizia?) rilievi fini usurati . Per una moneta contemporanea recente non si può essere meno che severi nel giudizio , altrimenti un domani potresti avere brutte sorprese da un secondo parere1 punto
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Il Gazzettino nasce nel 2017, in quattro anni e mezzo abbiamo prodotto 8 numeri più i 2 Speciali sul Convegno della zecca di Milano e il Catalogo delle monete esposte nel Museo dell’Ambrosiana, sono passati 50 autori da giovani a esperti Numismatici, li voglio ringraziare tutti oltre a quelli di questo numero e tutti quelli che hanno collaborato a vario titolo e ci hanno seguito e supportato nel tempo. Il Gazzettino e’ gratuito ed e’ un dono per la comunità numismatica e culturale che apprezza e gradisce in totale volontariato culturale autogestito e autoprodotto. Il vedere formarsi, crescere, svilupparsi e compiersi ogni numero porta veramente grande impegno di ogni tipo ma anche grande soddisfazione con gratifiche interiori e personali enormi per alcuni. E’ un service culturale per la comunità che essendo in volontariato ci permetterà ovviamente di raggiungere solo alcuni materialmente dove saremo e poi nel tempo andrà come tutti i numeri sul nostro sito di Academia.edu e su altri mezzi comunicativi a disposizione di tutti.1 punto
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Cari tutti, Nuovo penny di Edoardo I entrato in collezione... Questa volta si tratta di un esemplare, classe 2b, coniato a Bristol nella prima metà del 1280 secondo i testi più autorevoli. Proveniente dalla Francia, oramai dopo la Brexit é tutto più complicato, presenta a mio avviso una buona conservazione.1 punto
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Numismatica Ars Classica > Auction 124 Auction date: 23 June 2021 Lot number: 255 Price realized: 60,000 CHF (Approx. 65,182 USD / 54,779 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Cyrenaica, Cyrene. Didrachm circa 250, Koinon issue, AR 7.82 g. Diademed head of Zeus Ammon r. Rev. Silphium plant, ibex horn to upper l.; KOI-NON across fields. BMC p. 68, 1, pl. xxvii 13-15. SNG Copenhagen 1275. Very rare and in exceptional condition for the issue. A portrait of enchanting beauty, work of a very talented master engraver. Perfectly struck on fresh metal and with a wonderful light iridescent tone. Good extremely fine Ex Tkalec 23 October 1992, 192; Millon & Associés, 8 June 2007, 54 and Manhattan II, 2011, 78 sales. From the Peter Guber collection. The Cyrenaica was famous in the Greek and Roman world for its possession of the oracular shrine of Zeus Ammon and its cultivation of the silphium plant. The former was a temple located at the desert oasis of Siwah that was originally dedicated a native Libyan deity who became syncretized with both the Egyptian fertility god Amun and Greek Zeus. The oracle was already well known in the Greek world in the fifth century BC, when it was mentioned by Herodotos, but became supremely famous after it was visited by Alexander the Great and confirmed his divinity. Zeus Ammon is easily distinguished from other forms of Zeus by his ram's horns-a feature borrowed from the iconography of Egyptian Amun. Here is depicted in a vibrant Hellenistic style reflecting the influence of neighbouring Ptolemaic Egypt. Silphium is thought to have been an extinct variety of giant fennel and was used in antiquity for seasoning and medicine. It grew only on a narrow coastal strip of the Cyrenaica and was used as a cure for a variety of ailments including cough, sore throat, fever, indigestion, general aches and pains, and even insanity. However, it has been suggested that the plant may have been most desired for its use as a contraceptive. Overharvesting and excessive demand led to the extinction of the plant in the first century AD-the last stalk of silphium is said to have been sent to Nero (AD 54-68). This coin is also notable for the fact that it was not struck in the name of Cyrene, but rather in that of the koinon or league established in the Cyrenaica by the philosophers Demophon and Ekdemos in c. 250 BC. These two intellectuals from Megalopolis had the opportunity to experiment with the constitutional organization of the Cyrenaica in this year thanks to the death of Magas, who had ruled Cyrene as king since 276 BC, and the bloody end to the short marriage of Magas' daughter Berenike to Demetrios the Fair. Th koinon of Demophon and Ekdemos survived for some four years, until 246 BC, when Ptolemy III Euergetes asserted his long-claimed right to marry Berenike and annex the Cyrenaica to Egypt. Estimate: 25000 CHF ILLUSTRAZIONE: ALCUNE IMMAGINI DEL SILFIO, LA PIANTA RAFFIGURATA AL ROVESCIO DELLA MONETA DI QUESTO POST. PER SAPERNE DI PIU': https://www.ilgiornaledelcibo.it/silfio/1 punto
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Seconda moneta pescata ad 1 euro a Riccione. 5 centesimi Napoleone III 18551 punto
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Io,per le mie necessità ,ho appeso in casa questa LIM gigante ,a cristalli liquidi ,ad alta definizione ,schermo ultra piatto ??1 punto
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Serbia & Montenegro, 20 dinara 2003 al rovescio: chiesa ortodossa di San Sava, a Belgrado1 punto
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Ciao a tutti, vi posto un carlino appena preso.. classificato comune, ultimamente non se ne vedono spesso in giro.trovo interessante la sigla del coniatore saluti Eliodoro1 punto
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