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  1. Rocco68

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/27/21 in tutte le aree

  1. Buon pomeriggio, Riecco la 37... Grazie a tutti. Un saluto Raffaele.
    5 punti
  2. Saluti a tutti, condivido con Voi una moneta della mia collezione, un Carlino di Ferdinando II, tipologia che mi è particolarmente "simpatica" perchè è una piccola moneta in lega d'argento dal conio veramente bello. La mia moneta non è uno splendore quanto a conservazione, ma è un millesimo abbastanza raro e quindi mi accontento. Presenta delle mancanze nella legenda del ed un "ricciolo ribelle" sulla capigliatura al D/. Penso si tratti di un conio usurato. Grazie x l'attenzione, Ciao
    4 punti
  3. Non credo esista nulla del genere al momento. Se parti dagli esemplari descritti in opere passate (Fiorelli, Cagiati, CNI...), il rischio è che un errore di lettura dell'epoca venga tramandato ma, se non si acquisiscono le immagini è un rischio da considerare. Se si ha comunque un corposo numero di esemplari da studiare il risultato è sicuramente più vicino alla realtà. Passaggi in asta e pubblicazioni varie ti permetteranno di censirne molti e sicuramente potrebbe venirne fuori un ottimo studio. Se può interessarti ne "The italian coins in the British Museum, volume I, South Italy, Sicily, Sardinia" ne ho catalogati 9 esemplari e nel mio archivio ne ho tre immagini: Asta Aureo&Calicò S.L., 259, lotto 635 (uno degli esemplari più belli) Asta Aureo&Calicò Collezione Crusafont. Asta CNG - Triton XIII, lotto 1870
    4 punti
  4. Giudicare da una foto non sempre é facile, da una scansione é ancor peggio....però c'é una bella foto di un esemplare autentico da utilizzare come pietra di paragone; senza perdersi nei particolari, che a volte possono portare fuori strada, saltano subito all'occhio due caratteristiche anomale quali l'assenza di bordo (tipico dei pezzi autentici) e la forma leggermente concava del rovescio
    3 punti
  5. Vi va di far analizzare le patine dei vostri argenti? Avete dubbi che siano artefatte? Avete monete con patina di vecchia collezione? (merce rara ultimamente) o monete che aspettate da una vita che si patinassero e invece nulla? Preferite le monete spatinate? Conoscete metodi di patinatura "fai da te" e volete farceli conoscere? Io non ho mai pulito un argento, le ripongo nei vassoi a riposare, controllandole ogni tanto, convinto da sempre che una patina naturale dia più valore ad una moneta. Per farvi un esempio di cosa intendo per patina di vecchia collezione in una moneta Borbonica....
    2 punti
  6. Ares ascolta mi hai frainteso alla grande. Non è nel mio stile provocare,esser scortesi ecc.,chi mi conosce sul forum lo sa. Mi spiego meglio,la conta 1-2-3 era una mia battuta ,era riferita alla "conta" che avrebbe fatto il perito per non esprimersi. Ok? Era na battuta. Spero di essermi spiegato ora?
    2 punti
  7. Devo ammettere che non conosco molto riguardo le monete del Regno delle due Sicilie, ma non mi definirei un principiante. È vero che la moneta l'ho comprata impulsivamente ad un mercatino, ma è anche vero che l'ho comprata in quanto credevo fosse non comune. Il venditore era un perito numismatico, la bancarella non era una di quelle con monete buttate tutte insieme in una ciotola, era un venditore professionale e ho deciso di fidarmi. Il cartellino della moneta non l'ha scritto lui quindi non posso dargli nessuna colpa, ma non posso neanche incolpare me stesso per aver comprato una moneta che credevo essere non comune. Detto questo, la moneta mi soddisfa molto, grazie a tutti per i vostri pareri.
    2 punti
  8. Questa già la postai in passato: la pagai in pratica 33 centesimi (nella ciotola 3 monete a 1 euro) nel 2010 L'ho venduta qualche anno fa a 45 euro
    2 punti
  9. Buonasera a tutti, ciao Alberto,avevo fatto qualche ricerca tempo fa perché avevo notato questa cosa,i risultati di questa ricerca sono che i 1684 sono tutti con HIS,nel 1686 e 1687 tutti con HISP,solo il 1685 detiene ambedue le varianti,ma è da sottolineare che è comune con HISP,molto rara con HIS... il Magliocca ha probabilmente preso a campione solo il 1684 dove infatti è riportato in descrizione con HIS... mentre nell'appendice fotografica il 35 ,che è un 1685, ha HISP che è la variante più comune,e il 36 è un 1686 che ha HISP.... Per i 1683 con ✠ sotto al busto e il 1684 con + sotto al busto sono ambedue con HIS... Per la ribattitura non mi esprimo perché lo ritengo un difetto di coniazione per me irrilevante... Spero di aver , almeno in parte, soddisfatto la tua curiosità...
    2 punti
  10. E interrato poco prima.
    2 punti
  11. Quando la acquistai anni fa (1998) non aveva questa patina iridescente, si presentava spatinata. La sua posizione nel vassoio è con il Busto rivolto in alto e il rovescio poggia sul velluto, forse per questo motivo è più marcata nel rovescio?
    2 punti
  12. Intanto mi fa piacere che hai continuato il dialogo con me e ti ringrazio per la tua risposta. Io francamente non pensavo di creare un dibattito scrivendo una cosa, senza polemica, ovvia, ossia che Antonino fosse il cognomen di Caracalla e di Antonino Pio. Nel senso che l'onomastica romana, benchè poi in età tardoantica inizi a mutare con la progressiva abolizione del gentilizio e la geminazione dei cognomina, ancora nel II secolo d.C. resta abbastanza semplice da decodificare e perlopiù è identica a quella di età repubblicana, ossia: il primo elemento è il prenomen, il secondo è il nomen (o il gentilizio) e per ultimo il cognomen. Le tribù scompaiono, qualche volta troviamo ancora il patronimico e a volte invece di un solo cognomen ne troviamo qualcuno in più (caso perfetto proprio quello di Antonino Pio) che si possono anche definire agnomen. Il nomen corrispondeva al nostro cognome e veniva ereditato, mentre il cognomen corrispondeva al nostro nome proprio e veniva scelto dai genitori. Molto semplice in definitiva. Ora che il cognomen Antonino sia stato scelto per ricollegarsi alla gens Antonia è una ipotesi basata su nessun dato fattuale, per quello che ne possiamo sapere, anche perchè fino a prova contraria Antonino discendeva da parte paterna dagli Aurelii Fulvi e da quella materna dagli Annii...collegamenti con qualche membro della gens Antonia non ci sono, per le nostre conoscenze attuali. L'unica cosa sicura è che il nonno materno si chiamasse Annio Antonino, ma appunto anche in questo caso Antonino era il suo cognomen. Capire il perchè gli piacesse questo cognomen, in definitiva, non ci è dato saperlo ma, senza dubbio, era un cognomen. Casomai ti disturbo ancora in privato, ciao.
    2 punti
  13. Questo é un mio denario di Gordiano II acquistato per la particolarità della legenda al diritto. Mi ricordo che se ne era parlato anche qui ma non trovo la discussione. Il mio conoscente lo prese in asta su mio suggerimento trattandosi di una moneta molto particolare. c’è evidenza che alcune monete appartenenti alle primissime emissioni dei Gordiani presentino al diritto la legenda GORDIA AFR, questa legenda molto rara é conosciuta su questo denario di GORDIANO II e per un sesterzio di GORDIANO I. Una tesi, oltre quella di un errore da parte dell’incisore, é che si tratti di un primissimo conio preparato a Roma con legenda IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG, poi modificato in IMP CAES M ANT GORDIA AFR una volta che arrivò a Roma l’appellativo AFRICANVS che fu conferito dalla popolazione dell’Africa. la moneta presenta segni di pulizia che comunque non la deturpano più di tanto e punti di malachite ma la rendono collezionabile per l’unicità del pezzo. Il conio di rovescio é condiviso da altri esemplari apparsi sul mercato. Questo pezzo é stato l’host di alcuni falsi grossolani ottenuto per fusione. non ho modo di postare il GORDIANO I né di fotografarlo al momento, ma tra le figure oggetto della discussione un pezzo degno di nota è questo bel denario di Massimino proveniente dal Nis hoard, un ripostiglio rinvenuto in Yugoslavia nel 1930, località in cui sono stati ritrovati nel corso degli anni diversi ripostigli sono venuti alla luce.
    2 punti
  14. Questa la mia piastra da 120 grana di Francesco I
    2 punti
  15. Ciao Rocco... Condivido questa mia 37... Cosa ne pensi/pensate voi tutti della patina? Un saluto a tutti. Raffaele.
    2 punti
  16. Grazie @Rocco68 per questa nuova Discussione che fa affiorare tanti ricordi... ASPETTANDO IL “TESTONE” DI CARLO EMANUELE Ero agitato ormai da parecchi giorni. La questione cominciava a diventare una vera e propria ossessione. Quando sentivo il rumore di un'auto mi affacciavo alla finestra e scrutavo come fossi una vecchia portinaia. Se poi l'auto era dipinta di bianco e giallo come quella delle Poste Italiane, mi precipitavo al cancello, rischiando figuracce epiche. Qualche mese prima un mio Collega mi aveva introdotto alle meraviglie del Web ed avevo scoperto la “Baia”, dove si vendeva di tutto, anche le adorate monete. Il sito era piuttosto grezzo, si trovava di tutto, le descrizioni erano inesistenti e le fotografie approssimative. I pochi Venditori che si affacciavano a questo nuovo tipo di comunicazione, erano molto “variegati”: da quello che vendeva a prezzi spropositati un brutto 50 Lire Vulcano a quello che voleva disfarsi della propria collezione a prezzi bassi ( specie ormai estinta da parecchi anni ). Trovai un bello Scudo di Carlo Emanuele III° ad un prezzo veramente ridicolo. Lo comperai immediatamente ed incominciai ad aspettare. Passavano i giorni e della Raccomandata neanche l'ombra. Sempre più agitato, temendo la classica fregatura, telefonai al Servizio Clienti che, dopo molte difficoltà, mi lasciò il recapito telefonico del Venditore. Mi rispose una voce anziana e roca con inflessione siciliana. Mi ricordò subito Camilleri quando raccontava alla Rai il suo prossimo libro. Passai quasi un'ora con lui al telefono e mi spiegò che era stato Magistrato in Piemonte per molti anni ed aveva messo insieme una bella raccolta di Monete Sabaude. La figlia non era interessata e l'aveva convinto a venderle. Mi disse infine: “...mi scusi tanto ma, per motivi di salute, non ho ancora spedito il “Testone”... vedrà che mi farò perdonare.” Quando infine la raccomandata arrivò, era tanta l'impazienza che strappai malamente la lettera, estrassi lo Scudo e lessi il bigliettino: “Mi scuso per il ritardo e come omaggio le mando anche un quarto di Scudo (..)” Mamma mia! la seconda moneta che nella concitazione non avevo visto, aveva rischiato di finire nella spazzatura! Saluti a Tutti, Beppe
    2 punti
  17. Contrariamente a quanto riportato dai “sacri” testi, Luigi Cigoi nacque il 6 agosto 1811 ad Udine, in luogo del 5 agosto 1811. Più precisamente, nacque il 6 agosto 1811 alle ore 5 pomeridiane mentre la denuncia di nascita fu fatta il giorno 7 agosto 1811 davanti all’Ufficiale dello Stato Civile del Dipartimento di Passariano, Udine, Comune di Udine, come si legge dall’atto di nascita. Il Dipartimento di Passariano, costituito nel 1806 nell'ambito del Regno d'Italia e che cessò di esistere nel 1814, prendeva il nome dal paese di Passariano, piccolo borgo sorto presso la Villa Manin, residenza estiva dell'ultimo doge della Repubblica di Venezia. Aveva come capoluogo Udine ed era suddiviso in 4 distretti (Udine, Tolmezzo, Cividale e Gradisca). La nascita fu denunciata dal padre, il sig. Francesco Cigoi del fu’ Gregorio, e al neonato fu “imposto” il nome, allo stato civile, di Luigi-Valentino. Luigi nacque a Borgo Grazzano, nella casa del padre, antichissimo borgo di Udine. Sua madre si chiamava Anna Maria Puppino, figlia dei defunti coniugi Giacomo Puppino e Maddalena Celotti, entrambi quest’ultimi sarti di professione. In sede di denuncia di nascita, il sig. Francesco Cigoi dichiarò di svolgere la professione di “acconcia pelli”, mentre la di lui moglie quella di “incannatrice di seta”, che in pratica consisteva nella trasformazione della matassa, realizzata nella trattura della seta dal bozzolo, in rocchetti di filo di seta. Sempre in sede di dichiarazione, il sig. Francesco Cigoi dichiarò di avere 31 anni (nacque il 30 ottobre 1781 nell’allora Comune di Cernizza), mentre la moglie sig.ra Anna Maria Puppino doveva avere 46 anni, età che è dedotta dalla lettura dell’atto di matrimonio (civile) avvenuto in data 4 settembre 1810 presso il medesimo Dipartimento di Passariano. Il sig. Francesco Cigoi era figlio di Gregorio e di Marianna Budigna, entrambi “agricoltori”, e domiciliati nell’allora Comune di Cernizza “presso Gorizia”. Oggi, Cernizza è un paese della Slovenia, frazione del comune di Aidussina, e durante il dominio asburgico fu comune autonomo, appartenente alla Contea di Gorizia e Gradisca. Dopo la prima guerra mondiale passò, come tutta la Venezia Giulia, al Regno d'Italia; il Comune venne inserito nel circondario di Gorizia della provincia del Friuli, con il nome di Cernizza Goriziana. Nel 1927 passò alla nuova provincia di Gorizia, e dopo pochi mesi vi furono aggregati i comuni di Camigna, Goiaci e Vertovino. Dopo la seconda guerra mondiale il territorio passò alla Jugoslavia. Quando si sposò il sig. Francesco Cigoi, la sig.ra Anna Maria Puppino era vedova del sig. Urbano Martinis, morto il 28 dicembre 1805. Era nata il 26 luglio 1765 nell’allora Comune di Lumignaco, sempre del Dipartimento di Passariano, oggi Lumignacco, frazione di Pavia di Udine. Fu comprovato il “fermo domicilio” dello sposo, Francesco Cigoi, nel Comune di Udine, “da dodici anni in poi”. Corretta, invece, la data di morte del Cigoi collezionista avvenuta ad Udine il giorno 23 maggio 1875; per precisione, nell’atto di morte, il decesso avvenne alle ore 3 pomeridiane esatte. Morì celibe. Saluti, ? P.S. - Allego della documentazione ufficiale tratta dallo Stato civile e liberamente consultabile sul sito Internet istituzionale di riferimento.
    1 punto
  18. Grazie, mi dispiace se sono sembrato polemico nei confronti della tua opinione (non era voluto). Condivido tutto quello che hai detto, purtroppo non sapevo che la moneta fosse la variante comune... mi era sembrata un'occasione da prendere al volo e invece non era così.
    1 punto
  19. Una patina gradevole, saluti a tutti.
    1 punto
  20. Salve È un bel 10 tornesi senza dubbio,molto gradevole,anche se si nota usura specie nel dritto. Anche io propendo per il qBB ma ciò non significa che hai fatto male a prenderla. Saluti
    1 punto
  21. Sentiamo altri pareri sulla conservazione del tuo 10 Tornesi, per il prezzo non mi esprimo. L'importante che a te piaccia. Un caro saluto, Rocco.
    1 punto
  22. Dalla seconda foto mi sembra di riconoscere il ritratto di Marco Aurelio, dato il peso direi un asse…. Al rovescio non riesco a distinguere nulla
    1 punto
  23. Ciao Beppe, il mio Carlino con lo stesso "ciuffo ribelle" ?
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  24. Ciao! Giusta indicazione quella di @Avrelivs, ma che fosse un Soldo da 12 Bagattini veneziano c'eri arrivata anche tu; ricordati che c'è una Sezione specifica per le monete veneziane ed in particolare una discussione apposita per i Soldi da 12 Bagattini. Cari saluti Luciano
    1 punto
  25. Certamente. questa monetina fu emessa per circolare a Verona e Brescia, sulla base delle parti (leggi) del 30/07/1604 per Verona e 05/02/1605 per Brescia. Seppur siano "anonimi", cioè non riportino il nome del Doge sotto il cui dogato furono coniati, il Montenegro specifica che corsero durante il dogato di Marino Grimani. Le iniziali R.C.L.A. sono le stesse presenti sui bagattini e significano Regina Coeli Laetare Alleluia. saluti luciano
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  26. E neanche per me. Caro Vathek1984, senz'altro il gran caldo non concilia alcuna concentrazione. Tu vieni dall'Adriatico, io dal Tirreno, e, potendo, un bagno a mare rinfrescante non ce lo toglie nessuno. Tuttavia mi chiedo se in estate a entrare in letargo è solo la passione numismatica o anche le altre passioni (visibili sul tuo profilo) che richiedono un minimo di concentrazione e raccoglimento.
    1 punto
  27. Grazie Davide per il contributo. Sto cercando di reperire più immagini possibili ma le foto e il pessimo stato conservativo non mi aiutano. Questi tre esemplari che hai postato sono riportati nel Corpus: - CNI 68, con HIERVSA, - CNI 77 oppure 78, per via dell'interpunzione fra VICTORIE e FRVCTVS, doppio (:) si riferisce al 77, singolo (°) si riferisce al 78. Ma per la posizione io lo considero il CNI 77. - CNI 77
    1 punto
  28. Salve, Si, il nome del doge compare nel lato del leone, nella tua foto a destra che sarebbe il dritto. Io leggo S.M.V.BERT VALE... Se così si tratterebbe del doge Bertuccio Valier (1596 – 1658)
    1 punto
  29. Buongiorno è un asse o un sesterzio di Nerone, dipende dal peso, nel rovescio è raffigurata la porta chiusa del tempio di Giano, saluti
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  30. https://www.academia.edu/38743416/_Appunti_Numismatici_2019_ Antonio Loteta : Storia della moneta fa un grano in Sicilia.
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  31. Ciao,non è il mio campo ma siccome la tua osservazione sulla presunta doppia battitura mi ha incuriosito ed avendo un po di tempo libero ho fatto una piccola ricerca in merito. Ho scritto presunta perché collezionando denari romani che venivano coniati a mano il fenomeno della ribattirura o scivolamento del conio è molto frequente da vedere sulle monete. È per quel che posso vedere non mi sembra il caso della moneta da me postata, tantopiu' che proprio negli anni di Carlo ll nel regno di Napoli si iniziò a coniare le monete col tornio e bilanciere in maniera definitiva , una sorte di macchinario che permetteva di imprimere molto meglio dritto e rovescio delle stesse facendole migliorare qualitativamente nel loro aspetto. Magari qualche esperto di tale monetazione avendone voglia e tempo può dare informazioni a tal proposito. Alla prossima ANTONIO
    1 punto
  32. Facciamo che abbuoniamo mezz'ora al volenteroso @FFF e gli permettiamo di scrivere prima dell'una, altrimenti non facciamo proseliti. Non voglio una turris eburnea! ??
    1 punto
  33. Ciao a tutti, Questo è indubbiamente quello che ogni Collezionista dovrebbe fare... lasciar crescere con lui le patine in un ambiente ideale, composto da velluto, buon legno, e da una temperature scevra da umidità e da sbalzi termici. Mi piace la patina della tua piastra del '48, sembrerebbe avere piacevoli iridescenze. Andrebbe valorizzata con una foto professionale... Allego un mio esemplare che ha una patina di vecchia collezione. Da quello che si vede, le patine da collezione attraenti sono davvero molto rare; il più delle volte perchè le monete vengono lavate (mi è capitato di vendere una piastra, con gradevole patina da collezione, che è stata puntualmente lavata e rivederla qui sul forum). A volte si vedono inizi di una (sottile) patina, o di una patina che ricopre solo parzialmente la superficie delle facce della moneta. Questo, di nuovo, spesso dipende dai trascorsi della moneta; lavaggi impropri provocano un blocco del processo ossidativo che inizierà dopo molto tempo, e quando lo farà, la patina ne risentirà, sia dal punto di vista dell'estensione che della conformazione delle varie tonalità di colore. Poi non parliamo delle patine "aiutate" nei modi più disparati... Personalmente la reputo un po troppo pesante, anche se non mi dispiacciono affatto patine con tonalità scure. Ti ho modificato solamente le ombre e le luci della tua foto, ottenendo il risultato che ti allego. Non so se il risultato sia reale o meno perchè dipende dalle condizioni di scatto. Da queste modifiche vedo una tonalità giallastra al D/...
    1 punto
  34. Medaglia devozionale francescana, bronzo/ottone, fine XVII inizio XVIII sec.- Sulla seconda faccia si identifica bene S. Antonio da Padova. l'altra figura potrebbe essere S. Francesco o S. Giuseppe con Gesù Bambino? La metterei a bagno in acqua distillata per qualche giorno e vediamo se riusciamo a vedere qualche lettera della scritta! Ciao Borgho
    1 punto
  35. Anche se fra tutti i minerali e affini mi affascinano molto le meteoriti. Ne ho un frammento proveniente da qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Crateri_di_Campo_del_Cielo
    1 punto
  36. In vacanza per qualche giorno a Pisa ho casualmente trovato un mercatino! Ecco le nuove acquisizioni: -25 Centimes 1903 Francia. Avevo già la sorella del 1905 del tipo successivo ma questa col quadrato mi mancava ancora, nonostante due colpi deturpati ho deciso di accoglierla comunque in collezione visto che non mi era mai capitata in ciotola. -Buono da 50 cent di franco del Belgio del 1923, tipologia con testo in francese
    1 punto
  37. Perchè scrivi che finisce qui? Argomenta e se alla fine hai ragione amici come prima, anzi ti ringrazierei pure di avermi eventualmente reso edotto su un argomento che probabilmente non avevo ben inquadrato (non c'è nulla di male, ci si confronta per crescere e resto il primo ad averne di cose ancora da imparare). Antonino era il cognomen sia di Antonino Pio, che di Marco Aurelio che di Commodo e infine Caracalla (p.s.: pure di Elagabalo, me lo ero dimenticato), non te la prendere per una stupidaggine simile, dai. So benissimo che la gens Antonia era antichissima, ma con il cognomen dei suddetti imperatori non c'entra veramente nulla, solo questo. Se vuoi ti invio volentieri in privato un testo di un importante studioso (in pdf) sull'onomastica di Caracalla, dove appunto Antonino è indicato come il suo cognomen ? Un saluto
    1 punto
  38. @Bradi non vorrei che te la prendessi, si scherza, anche se la tua battuta era più per gente grande, e nel forum circolano anche dei minori, quindi gli dovremmo dare un buon esempio. Poi magari loro usano un gergo pure peggiore, ma noi dobbiamo tendere al meglio e non al peggio. Inoltre uno scivolone capita a tutti .... ergo Ego te absolvo a peccatis tuis .... và e non cadere più nel peccato e nelle tentazioni, eccetto quelle numismatiche (concesse già nel concilio Lamonetiano I) ! ✝️
    1 punto
  39. Allora ti faccio un esempio. Dal quinto piano di un palazzo scatto una foto sul marciapiede affollato e ti dico: ma come non dovresti capire quali sono le donne belle? Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  40. Potrebbe essere il nome di uno dei monaci basiliani venuti in terra di Calabria, forse nel periodo dell'iconoclastia . E questo nome potrebbe essersi trasmesso a Papasidero, piccolo comune nell'entroterra di Scalea sulla costa tirrenica . Papasidero conserva l'antico, attraente aspetto di borgo medievale, con resti del castello normanno-svevo e delle mura urbiche unitamente al reticolo di stretti vicoli : oltre il fiume Lao, contro il monte, è interessante il santuario di N. S. di Costantinopoli, complesso semi-rupestre del XVII sec. . La città, con altre nell'area, è tra quelle ipotizzate come sito della antica Scidro, insediamento grecizzato attorno al VII sec. a.C. da parte di Sibari come uno dei suoi presidi sul Tirreno per i commerci verso l'Etruria, Massalia e la iberica Tartesso . Nelle vicinanze di Papasidero, si trova la spettacolare grotta del Romito che offre importanti testimonianze dal Paleolitico Superiore al Neolitico : tra queste spicca la lastra in pietra con il graffito di un Bos Primigenius . In Papasidero ha probabilmente circolato la moneta di Bisanzio, alla quale la zona era soggetta fino alla conquista normanna nel XI sec. : potrebbero, ad esempio, esservi state note le monete in oro ed in argento di Costantino IX, imperatore in Costantinopoli dal 1042 al 1055 .
    1 punto
  41. Ciao Peppe È una storia bella e un pò triste a mio avviso? Bella perchè hai ridato vita ad un gran pezzo bello e pregiato,un velo malinconico perchè penso al signore gentilissimo che l' ha venduta e la figlia non interessata?,i problemi di salute.... Sicuramente questa persona ha avuto la fortuna di vendere il pezzo a te che so quanto ci tieni e la passione che ci metti?. Salutoni?
    1 punto
  42. Scusate ma nessun'altro pensa che potrebbe essere un testicolo di mammuth? ?
    1 punto
  43. Per chi volesse approfondire l’affascinante, e ancora poco noto, tema della “Chiese Basiliane Calabresi”, segnalo l’ottimo volume a firma Paolo Orsi “ Le Chiese Basiliane della Calabria”
    1 punto
  44. In 41 anni di numismatica posso dire solo una cosa. Durante le ferie soffro. Perché non posso stare con le mie monete. ☺️ Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  45. Tra l'altro, per una mirabile coincidenza,il 6 agosto ,giorno della morte di Papa Montini, è proprio la Festa della Trasfigurazione di Nostro Signore.
    1 punto
  46. E' importante per la nostra collezione che con alcune medaglie di arte si conservi la tradizione ed il fascino della medaglia fusa. Ormai, purtroppo sono pochissime queste emissioni: ma sono un invito alla ricerca a ritroso della bellezza del "piccol cerchio", quando la medaglia era una scultura.
    1 punto
  47. Questo l'ho nell'archivio fotografico. Non è un VI, ma un normale II, rif. CNI XIII, 150. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  48. Ciao a tutti, se ne era parlato anche tempo addietro sul forum del 25 baiocchi di Pio VI 1796 a firma di Gioacchino Hamerani (GH), moneta che talvolta compare in asta senza che si sottolinei a dovere che si possa trattare di un falso d'epoca, tra l'altro più comune della moneta originale. Ora, nulla di meglio del confronto diretto tra una moneta originale, in mistura, e quello che spesso viene descritta come emissione del periodo di transizione tra la fine della Repubblica Romana ed il restaurato governo pontificio, che comunque sempre falso d'epoca rimarrebbe. Del periodo travagliato che vivevano le finanze e la monetazione pontificia negli anni a cavallo della discesa napoleonica verso Roma abbiamo già trattato in passato (è un invito a rileggerli ) per comprendere che il contesto storico fosse favorevole alla proliferazione di falsi di ogni genere. La moneta in esame, il 25 baiocchi è un nuovo taglio che viene introdotto con chirografo del dicembre 1794 e le coniazioni iniziano con millesimo 1795 e anno di pontificato XX; è una moneta in mistura 458/1000 (5 once e mezza di argento fino per libbra), del peso legale di 9,41 grammi, ma subirà a breve ben due riforme: I riforma (18 aprile 1795): Il peso legale resta di 9,41 grammi ma il titolo della lega viene diminuito a 416,67/1000 (5 once di argento fino per libbra). II riforma (9 aprile 1796): Il peso legale viene portato a 7,06 grammi ed il titolo della lega ulteriormente diminuito a 333,33/1000 (4 once di argento fino per libbra). Veniamo all'analisi delle due monete: L'ORIGINALE La moneta in foto purtroppo presenta una certa porosità frutto probabilmente di coni ormai logori ed ossidati; appartiene alle emissioni seguenti la II riforma, testimone di ciò il peso di 6,35 grammi, anche al di sotto del peso legale. Il diametro è di 32 mm, il taglio presenta un ornatino a volute, purtroppo non molto visibile nella foto sottostante per via dell'usura: E' opera di Gioacchino Hamerani, erede ultimo assieme al fratello Giovanni della dinastia di incisori che partorì i migliori coni pontifici. Al rovescio compaiono le sue iniziali assieme all'1 rovesciato della data, vezzo tipico delle sue emissioni (a lui stesso vanno con tutta probabilità attribuiti i coni postumi dello scudo con millesimo 1780) Risulta mancante sul Muntoni, che delle tre tipologie di 25 baiocchi a firma Hamerani ad oggi note classifica unicamente (M.69) quella datata 1795, priva del segno di zecca, tra l'altro con un errore di datazione nel testo che riporta erroneamente la data 1796 mentre sulle tavole è riprodotta correttamente con il rovescio 1795. Anche sul CNI questa moneta non è citata, mentre il Serafini ne elenca quattro esemplari (314-317), di peso oscillante tra 7,55 e 6,20 grammi e diametro variabile tra 31 e 32 mm; almeno quello riprodotto nelle tavole è ascrivibile per caratteristiche alle emissioni postume che vedremo di seguito. IL FALSO D'EPOCA Già dalle immagini si nota una differenza di stile notevole rispetto all'esemplare precedente, e si nota che non si tratta di mistura bensì di bronzo, all'apparenza coniato e non fuso, successivamente argentato per la circolazione, rimangono tracce di argentatura vicino ai rilievi. Il diametro è di 31,4 mm per un peso di 7,4 grammi (peso che sarebbe al di sopra del peso legale di un originale), questo per lo spessore che risulta essere maggiore (1,4 mm contro 1,1 mm) rispetto all'originale in mistura. Il contorno è lavorato con una serie di cerchietti attraversati da un "filetto" orizzontale. A differenza di molti falsi d'epoca, con il contorno lavorato a mano, per questo pare sia stato usato un macchinario simile a quelli usati per le monete originali, il tondello presenta infatti delle ondulazioni compatibili con l'utilizzo delle matrici per la lavorazione del contorno post-coniazione: Per quanto sia riprodotto con attenzione si nota come al diritto la tiara sia povera di particolari, così come le impugnature a rosetta e le iscrizioni, molto semplici se non grossolane, stilisticamente lontane dai caratteri usati dall'Hamerani. Anche al rovescio, complessivamente ben riproposto compreso l'1 rovesciato della data, compare una differenza abbastanza evidente, sono nove per lato i fiordalisi (più simili in questo caso a mazzetti di foglie trinate) dei due festoni scendenti ai lati della cartella, mentre sulla moneta originale sono solamente otto. Curiosamente, come accennato in precedenza, sia il Serafini che il Bruni (Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori) riproducono un esemplare di questo tipo piuttosto che un originale in mistura. Il Bruni in particolare (la classifica al n°68, come molto rara) inserisce questa emissione tra quelle del periodo di restaurazione del governo pontificio seguente la Repubblica Romana del 1799. Tra l'altro viene indicato che le attribuzioni per le emissioni di questo capitolo sono ipotetiche, e viene indicato come incisore Giovanni Hamerani piuttosto che il fratello Gioacchino, Giovanni che però risulta nominato incisore della zecca romana solo nel 1801. Per una panoramica generale delle tipologie del 25 baiocchi di Pio VI, falsi d'epoca inclusi, questo il link al nostro catalogo on-line: http://numismatica-i...eta/W-PIOVIR/14 Un saluto a tutti e Buon 2011, numismatico e non !! Ciao, RCAMIL.
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