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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/26/21 in tutte le aree

  1. 238 L'anno dei sei imperatori "Dopo che Massimino ebbe ridotto la maggior parte delle famiglie più facoltose alla povertà, egli cominciò a ritenere che ciò fosse insignificante o poco importante, e non sufficiente a soddisfare i suoi desideri. Così si rivolse al tesoro pubblico e cominciò ad espropriare denaro cittadino, che era stato raccolto per essere distribuito al popolo romano attraverso i congiaria (distribuzioni alimentari e in denaro), oltre a fondi messi da parte per rappresentazioni teatrali e spettacoli." (Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, VII, 3.5) I costi crescenti delle guerre, condotte prima lungo il limes renano e poi danubiano, costrinsero Massimino a confiscare nuovi beni anche ai provinciali. Le offerte nei templi, le statue degli dei, gli ornamenti in pubblici edifici e a fonderli in nuove monete al fine di “mantenere la fedeltà” dei suoi soldati con stipendia e donativa. Ciò portò ad un'aperta rivolta anche da parte di provinciali e della stessa plebe locale, i cittadini arrivarono a farsi uccidere piuttosto che permettere che i propri templi venissero profanati. Gli stessi soldati di Massimino iniziarono a mostrare dissenso poiché sapevano che, i loro familiari, rischiavano di essere uccisi dai loro stessi commilitoni in caso di opposizione al nuovo regime imperiale. Nessuno ebbe, però, il coraggio di ribellarsi apertamente fino alla fine del suo terzo anno di regno, era il marzo del 238. Massimino il trace, sesterzio SALVS AVGVSTI Frattanto, lungo il fronte orientale, negli anni 237-238 le città della provincia romana di Mesopotamia, Nisibi e Carrhae, furono assediate e occupate dai sasanidi. Non a caso anche Erodiano suggerisce che i sasanidi rimasero tranquilli per tre o quattro anni dopo le campagne di Alessandro Severo del 232, il cui esito finale fu assai incerto per le due parti. All'inizio del 238 (all’incirca a marzo), nella provincia d'Africa, l’estorsione di un funzionario del fisco (il Procurator Augusti del distretto di Cartagine) che per mostrarsi zelante a Massimino, attraverso una sentenza, comprata in una corte corrotta, contro proprietari terrieri locali, accese una rivolta generale nell'intera provincia. I proprietari terrieri armarono i loro "clienti" e contadini, oltre ad alcuni militari e, prima uccisero il funzionario corrotto e poi presero Tisdrus (l'odierna El Djem) e proclamarono imperatore il governatore della provincia africana, Gordiano I (all'epoca ottantenne). Quest'ultimo, anche se inizialmente non voleva indossare la porpora imperiale, tanto da essere stato minacciato con le armi nel caso non avesse accettato, in seguito accettò il titolo di Augusto insieme al figlio, Gordiano II, nella città di Tisdrus. Poi decise di inviare alcuni ambasciatori a Roma per trovare consensi (tra cui il futuro imperatore Valeriano), e dispose di occupare la stessa Cartagine. Gordiano I, sesterzio SECVRITAS AVGG Poco dopo il prefetto del pretorio di Massimino, Vitaliano, veniva ucciso a Roma da alcuni sicari li inviati da Gordiano I; molti amici di Massimino furono messi a morte (tra procuratori e magistrati), compresi molti innocenti, come pure il Praefectus Urbi Sabino, ucciso dalla folla in una sommossa. Il Senato di Roma riconobbe, quindi, i due nuovi imperatori come Augusti (promettendo, addirittura, al nipote tredicenne Gordiano III, pretura, consolato e titolo di Cesare), dichiarando Massimino hostis (nemico dello stato) e chiedendo, infine, l'aiuto di tutte le province affinché combattessero per la comune salvezza e libertà, ricevendo la quasi totale adesione, con la messa a morte di numerosi funzionari, amici, generali e militari fedeli a Massimino. Le onorificenze militari di quest'ultimo vennero, inoltre, revocate, il suo nome e quello di suo figlio furono cancellati dalle iscrizioni e dai papiri, le sue statue abbattute e i dipinti celebranti le sue vittorie sui germani, che adornavano la Curia, furono staccati e bruciati. Massimino, venuto a sapere di questi eventi, preferì riflettere per un paio di giorni con i suoi consiglieri, piuttosto che reagire in modo irrazionale. Poi decise di marciare verso l'Italia con l'intero suo esercito e alcuni contingenti di mauri, galli e alleati germani appena sottomessi, dopo aver fatto alle truppe un nuovo donativum. E prima di partire pronunciò questo discorso alle truppe schierate: "Sono sicuro che ciò che vi sto dicendo sarà per Voi [soldati] incredibile e inaspettato. Secondo me ha dell'incredibile, come pure appare ridicolo. Qualcuno sta levando le armi proprio contro di Voi e il vostro coraggio. Ma non i germani, che avete sconfitto in molte occasioni, neppure i sarmati, che regolarmente hanno chiesto la pace. I persiani dopo la loro recente invasione della Mesopotamia, sono ora calmi e contenti dei loro possedimenti. Il fatto che stiano in queste condizioni, è dovuto alla vostra reputazione per il coraggio con cui combattete, oltre all'esperienza del mio comando, quando fui comandante delle legioni che si trovano lungo il fiume [Eufrate]. Non sono quindi loro, ma i Cartaginesi che sono impazziti. Essi hanno persuaso o forzato un uomo debole e vecchio, che è uscito di senno per la vecchiaia, a diventare imperatore, quasi fosse un gioco in una processione. Ma che sorta di armata hanno messo insieme, quando i littori sono sufficienti a mala pena a servire il loro governatore? Quale sorta di armi utilizzano, non avendo nulla o forse solo le lance utilizzate negli scontri tra gladiatori e bestie? La loro sola esperienza di combattimento è nei cori o nelle battute spiritose o nelle danze. [...] Queste sono le persone contro cui noi dobbiamo combattere una guerra, se "guerra" è la parola corretta per definire ciò. Sono convinto che dovremo marciare verso l'Italia, fino a quando ciascuno di loro non si presenti a noi con un ramo d'ulivo e ci porti i propri figli, chiedendo il perdono e inginocchiandosi ai nostri piedi. Gli altri invece scapperanno, perché sono dei poveri codardi. Io allora distribuirò a tutti Voi le loro proprietà, e voi potrete prenderle e rallegrarvi senza alcuna riserva." (Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, VII, 8.4-8) Gordiano II, sesterzio ROMA AETERNA Dopo questo discorso alle truppe, Massimino si mise in marcia per l'Italia, portando con se' anche numerose macchine d'assedio, che però rallentarono non poco la marcia. Ciò lo convinse ad inviare, come avanguardia, le legioni pannoniche, affinché cominciassero ad occupare le prime postazioni in Italia, mentre la grande armata stava sopraggiungendo. Le unità pannoniche, non solo negli anni si erano dimostrate a lui estremamente fedeli, ma per prime si erano dichiarate favorevoli alla sua elezione ad Imperatore. Frattanto a Roma il Senato si esprimeva in questi termini, secondo la Historia Augusta: "Il Senato ed il Popolo romano, grazie ai principi Gordiani, avendo deciso di liberarsi da quella belva ferocissima [di Massimino], augurano ai proconsoli, governatori, legati, generali tribuni, magistrati, singole città, municipi, fortezze, villaggi, castelli quella prosperità che ora stanno cominciando a godere. Grazie al favore degli dei, abbiamo avuto quale imperatore il proconsolare Gordiano, uomo integerrimo e senatore di grandi principi morali, a cui abbiamo conferito il titolo di Augusto, non solo a lui ma anche al figlio, nobile e giovane Gordiano, a ulteriore protezione della Repubblica. Ora a voi sta dare il vostro assenso alla lotta per la salvezza della Repubblica, per impedire ogni scelleratezza e difenderla da quella belva e dai suoi amici, ovunque essi siano. Noi abbiamo dichiarato Massimino e suo figlio nemici pubblici (hostis)." (Historia Augusta - I due Massimini, 15.6-9) La rivolta in Africa fu il risultato di un episodio non programmato. Il comandante di una parte della Mauretania, chiamata Numidia, il senatore Capelliano, fedele a Massimino, sbaragliò prima le milizie di Gordiano II che morì nel corso della battaglia di Cartagine, poi indusse il padre, Gordiano I, a togliersi la vita impiccandosi, ponendo così fine alla loro rivolta. Allora Capelliano, risultato vincitore in nome di Massimino, mise a morte tutti coloro che avevano appoggiato Gordiano I in Africa, distrusse città, saccheggiò templi, distribuì ai suoi soldati i dona votiva, fece quindi strage tra la plebe cittadina e la nobilitas delle città. Si preparava, infine, ad assumere il potere imperiale, nel caso in cui Massimino fosse morto. Intanto Massimino, preso da una terribile collera contro il suo stesso figlio Massimo, il quale, a suo tempo, si era rifiutato di recarsi a Roma, lasciando così ai senatori mano libera nella capitale, decise di marciare con le sue legioni pannoniche sulla "città eterna", dopo aver distribuito un nuovo e ricco donativum ai suoi soldati. Temendo ora la naturale reazione di Massimino, che si stava preparando per una marcia contro Roma, ora che i due Gordiani erano morti, i senatori decisero di continuare la resistenza eleggendo co-imperatori ed Augusti due di loro, Pupieno (che era stato praefectus Urbi) e Balbino (tardo aprile, inizi di maggio 238). Tuttavia una fazione a Roma preferì il nipote di Gordiano I, Gordiano III, tanto che ci furono duri combattimenti nelle strade di Roma: Balbino e Pupieno accettarono, allora, di proclamare il giovane Gordiano III Cesare. Balbino, sesterzio PROVIDENTIA DEORVM I tre avversari di Massimino potevano contare su milizie formate da coscritti e da gruppi di giovani, mentre l'imperatore aveva a propria disposizione un grande esercito che veniva da anni di guerre. Massimino, avendo ormai capito, che l'odio che il Senato di Roma aveva nei suoi confronti "non avrebbe avuto più fine”, decise di marciare rapidamente su Roma per spazzare via i suoi oppositori. Giunto in prossimità di Emona, pensava di trovarvi un esercito pronto a combatterlo, e invece, scoprì che tutti gli abitanti della regione si erano ritirati in città, portando via tutto ciò che poteva fornire vettovagliamento per il nemico. Ciò generò i primi malcontenti tra i suoi soldati, inizialmente contenuti in silenzio, poi sfociati in contestazioni verso il loro comandante. Molti affermano che Massimino trovò invece Emona, vuota e priva di ogni genere alimentare, poichè ogni cosa era stata distrutta preventivamente dagli abitanti, che poi avevano abbandonato la città. Massimino se ne rallegrò, credendo che l'intera popolazione fosse fuggita al suo arrivo. Dopo aver soggiornato una notte, si rimise in marcia e passò le Alpi, senza incontrare alcuna opposizione. Pupieno, sesterzio PAX PVBLICA Quando l'esercito di Massimino giunse in vista di Aquileia, posta all'incrocio di importanti vie di comunicazione e deposito dei viveri e dell'equipaggiamento necessari ai soldati, la città chiuse le porte all'imperatore, guidata da due senatori incaricati dal Senato, Rutilio Pudente Crispino e Tullio Menofilo, i quali disposero molti uomini armati lungo l'intero percorso delle mura, che nel frattempo erano state rinforzate. Massimino prese allora la decisione a lui fatale: invece di scendere rapidamente sulla capitale con un contingente, mise personalmente sotto assedio la città di Aquileia, permettendo ai suoi avversari di organizzarsi: Pupieno, a cui era stata affidata la conduzione della guerra raggiunse Ravenna, da cui diresse la difesa della città assediata. Balbino era preposto alla difesa di Roma, dove fronteggiò una rivolta cittadina. Sebbene il rapporto di forze fosse ancora a vantaggio di Massimino, il difficile e prolungato assedio che si protraeva senza risultato, malgrado ci fosse stato un segnale di cedimento, poi rientrato, da parte della popolazione della città ad arrendersi, la penuria di viveri e la rigida disciplina imposta dall'imperatore (portando anche all'assassinio di alcuni generali delle legioni pannoniche), causarono l'ostilità delle truppe verso l'imperatore. Si aggiunga il fatto che il Senato di Roma aveva inviato, ex-pretori ed ex-questori, in tutte le città dell'area intorno ad Aquileia, per predisporre ovunque misure di sicurezza atte a difendere ogni cosa da possibili attacchi di Massimino, tanto che quest'ultimo si trovò nella posizione critica di essere egli stesso assediato, con l'intero mondo romano ostile. I soldati della Legio II Parthica (solitamente di stanza nei castra Albana), presi dal timore, verso mezzogiorno, durante un momento di pausa del combattimento, strapparono le sue immagini dalle insegne militari, per segnalarne la deposizione, poi lo assassinarono nel suo accampamento, assieme al figlio Massimo, mentre i due erano coricati sotto la tenda (10 maggio 238). Poi infilate le loro teste in cima a delle picche, ne fecero mostra agli Aquileiensi. "[...] lo stesso Massimino, quando si trovò abbandonato e vide il figlio ucciso sotto i suoi occhi, si diede la morte con la propria mano, affinchè non gli toccasse in sorte una morte indegna di un uomo." (Historia Augusta - I due Massimini, 32.5) Secondo, invece la versione Zosimo, una volta che Massimino si accorse di essere in grave pericolo per la sua vita: "[...] Massimino, condusse il proprio figlio come supplice, davanti ai soldati, pensando che la sua giovane età sarebbe stata sufficiente a cambiare il loro odio in compassione. Ma i soldati assassinarono con grande ferocia sia il ragazzo, sia subito dopo Massimino. Uno di loro si fece avanti e gli staccò la testa [di Massimino] e la portò a Roma, come evidente segno di vittoria." (Zosimo, Storia nuova, I, 15.1-2) Massimo, sesterzio PIETAS AVG A Roma allora vennero subito abbattute le sue statue ed i suoi busti, mentre il suo prefetto del pretorio fu assassinato assieme ad altri suoi amici. Poi le teste dei due ex-sovrani, padre e figlio, furono inviate nell'Urbe, mentre i loro corpi furono mutilati e dati in pasto ai cani. Il Senato elesse imperatore il tredicenne Gordiano III e ordinò la damnatio memoriae per Massimino. "Questa fu la fine dei Massimini, degna della crudeltà del padre, ma ingiusta nei confronti della bontà del figlio. La loro morte suscitò grande gioia tra i provinciali, e profondo dolore tra i barbari." (Historia Augusta - I due Massimini, 24.1) Gordiano III, sesterzio IOVI STATORI Pupieno e Balbino sconfissero Massimino Trace principalmente grazie alla diserzione di alcune legioni, in particolare della Legio II Parthica, che assassinò Massimino. Il regno di Pupieno e Balbino fu minato fin dall'inizio da ribellioni popolari, dal malcontento nelle legioni ed anche da un enorme incendio che divorò Roma nel giugno del 238. Il 29 luglio Pupieno e Balbino furono uccisi dai pretoriani e Gordiano III, giovanissimo, fu proclamato imperatore, riconosciuto anche dal Senato. In suo onore furono organizzati gare sceniche e ginniche. Pupieno e Balbino furono colpiti dalla damnatio memoriae; le famiglie senatorie che erano state al potere sotto la dinastia dei Severi mantennero i propri posti e detennero il potere effettivo, controllando, di fatto, il giovanissimo imperatore. (Liberamente tratto dalla Wikipedia, immagini acsearch) Ave! Quintus
    10 punti
  2. Questa la mia piastra da 120 grana di Francesco I
    6 punti
  3. questo è il mio "catorcio" .... so che non è proprio bellino, ma a me piaceva, e fu un'occasione... spero vi piaccia Gordiano II RIC 5 24,06 g 30 mm saluti Alain
    4 punti
  4. 1 Siracusa, testina piccola, brutta e comune per me buona 2 Leontini tipo arcaico siiii credici - falsa 3 Siracusa non tanto rara ma non mi convince 4 Dracma Grecia continentale (o M G ) non interessa a nessuno e pure brutta autentica 5 Gela rarissima, l'autentica di questo tipo l'hanno vista 3 o 4 studiosi 6 Leontini testa bagnata per una autentica ce ne sono 100 false e questa pure 7 Messana Riproduzione da bancarella 8 Siracusa ultimo periodo no non mi convince per niente. buono l invecchiamento 9 La Filistide...e' relativamente comune ma.....neanche questa mi convince Da foto due autentiche e sempre nei limiti delle foto
    4 punti
  5. Sono dispiaciuto sia del fatto che non ho chiesto grazie e sia di non aver letto … in realtà non ho letto perché le due inserzioni sono state fatte pressoché molto vicine proprio perché essendo la prima volta non riuscivo ad inserire le fotto perché troppo pesanti la seconda volta ho capito che potevo farlo risp densò a me stesso La prima volta era partito proprio per errore ripeto mi dispiace della freddezza non era mia intenzione vi chiedo scusa spero di poter recuperare alla prossima con vero dispiacere da parte mia ringraziandovi un saluto da marco
    3 punti
  6. Altro documento attestante l'inequivocabile presenza dei segni segreti apposti dagli incisori sui coni (e solo da loro conosciuti). Il documento è stato redatto dal controloro della zecca napoletana interrogato per periziare un 10 tornesi di Francesco II sospettato di essere stato coniato a Roma. Fonte: N. Borrelli, Su alcuni "Dieci tornesi" di Francesco II di Borbone, in "Supplemento all'opera le monete del Reame delle Due Sicilie...", 1914, p. 24.
    3 punti
  7. Marco Aurelio Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino Marcus Aurelius Antoninus Augustus; nato a Roma il 26 aprile 121 e morto a Sirmio il 17 marzo 180, meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo (in latino Marcus Annius Catilius Severus), divenne Marco Annio Vero (in latino Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con sua cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (in latino Marcus Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso. Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la co-reggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon. Il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e pestilenze. Marco Aurelio è ricordato anche come un importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco). Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui. (Wikipedia) Valore nominale: Sesterzio Diametro: 30,50 mm circa Peso: 25,71 gr Dritto: M ANTONINVS AVG - TR P XXVIII (Marcus Antoninus Augustus Tribunicia Potestate duodetricesimus), busto laureato drappeggiato e corazzato a destra Rovescio: IMP VI - COS III (Imperator sextum Consul tertium), Iovi seduto a sinistra, tiene una vittoria nella mano destra ed un lungo scettro nella sinistra, S - C in esergo Zecca: Roma Officina: 4 Anno di coniazione: 174 Riferimento: RIC 1098, Cohen 252, BMC/RE 1470 Rarità: R1 Note: Coniato nel 174, quando Marco Aurelio era impiegato in una massiccia offensiva in territorio sarmatico (174-175), forse ha voluto chiedere a Giove protezione per le sue guerre. Marco Aurelio, uno dei miei imperatori preferiti insieme al padre Antonino Pio. Sesterzio in discreta conservazione. Meglio in mano. Al solito attendo commenti! Grazie! Ave! Quintus
    2 punti
  8. Questo é un mio denario di Gordiano II acquistato per la particolarità della legenda al diritto. Mi ricordo che se ne era parlato anche qui ma non trovo la discussione. Il mio conoscente lo prese in asta su mio suggerimento trattandosi di una moneta molto particolare. c’è evidenza che alcune monete appartenenti alle primissime emissioni dei Gordiani presentino al diritto la legenda GORDIA AFR, questa legenda molto rara é conosciuta su questo denario di GORDIANO II e per un sesterzio di GORDIANO I. Una tesi, oltre quella di un errore da parte dell’incisore, é che si tratti di un primissimo conio preparato a Roma con legenda IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG, poi modificato in IMP CAES M ANT GORDIA AFR una volta che arrivò a Roma l’appellativo AFRICANVS che fu conferito dalla popolazione dell’Africa. la moneta presenta segni di pulizia che comunque non la deturpano più di tanto e punti di malachite ma la rendono collezionabile per l’unicità del pezzo. Il conio di rovescio é condiviso da altri esemplari apparsi sul mercato. Questo pezzo é stato l’host di alcuni falsi grossolani ottenuto per fusione. non ho modo di postare il GORDIANO I né di fotografarlo al momento, ma tra le figure oggetto della discussione un pezzo degno di nota è questo bel denario di Massimino proveniente dal Nis hoard, un ripostiglio rinvenuto in Yugoslavia nel 1930, località in cui sono stati ritrovati nel corso degli anni diversi ripostigli sono venuti alla luce.
    2 punti
  9. Somo d'accordo con doppiopunto,aggiungo che è anche in bella conservazione...
    2 punti
  10. Ciao @Agricola, se ti riferisci a me sbagli, anzi, sono molto interessato e ti/vi prego di non continuare in privato ma piuttosto che spostarvi in privato restate qui. La mia, come ho già scritto, é una richiesta fatta solo per dar maggior visibilità alla discussione che mi pare alquanto interessante. Ave! Quintus
    2 punti
  11. Buongiorno , per me non ci sono dubbi sulla sua autenticità.
    2 punti
  12. Condivido un esemplare, non ho purtroppo il peso a disposizione.
    2 punti
  13. No, Caracalla non compare nell'onomastica, quindi non è niente (era il soprannome "non ufficiale", come Caligola, quindi al limite poteva considerare il suo signum, ma anche questa categoria è impropria). Il gentilizio è Aurelio, da adottato. Antonino diventa il cognomen di Caracalla così come era il cognomen di Antonino Pio (il cui nomen era Elio, ed appunto apparteneva all'omonima gens).
    2 punti
  14. Buongiorno @fero.fers , grazie e grazie del tuo contributo...hai in collezione una moneta stupenda, combina grande rarità a altissima conservazione, un pezzo di cui andare davvero fieri. Difetti di conio consueti ma tutto racconta di una moneta che ha circolato niente, la basetta è molto eloquente!!! Ne approfitto per riepilogare le varianti per quanto riguarda le lettere in legenda, sui 3 grana del primo tipo. per il dritto GIOACHINO con una sola C DELLE con D girata per il rovescio GNAND anziché GRAND come nel tuo esemplare e aggiungo anche il tipo con A "larghe" al dritto. Tutte varianti estremamente rare. Chissà se ci sono esemplari in cui queste varianti si trovano anche assieme, ad esempio un GIOACHINO GNAND o un D rovesciate e GNAND Sarebbe bello, ma sono più fantasie di uno fissato con il rame di Murat?, al momento infatti non ne conosco e non ne ho mai sentito parlare. Un caro saluto ancora...
    2 punti
  15. Interessantissimo post! Allego la foto del mio 3 grana 1810, uno dei pezzi migliori della mia collezione, trattasi della variante GNAND?
    2 punti
  16. Si, certo... tutte mie!!! ? ...si, si... continuo a sognare!!! ? Ho provato un paio di volte a prendermi un Gordiano I e II, ma non sono manco arrivato la 50% di quanto hanno poi fatto in asta. Allora ho deciso di fare qualche conto e ho sommato. Ho preso dei Gordiano III! ? Ave! Quintus
    2 punti
  17. Buonasera, di comune accordo tra i Curatori si ritiene la discussione degna di esser inserita nelle biografie imperiali, delineando in maniera egregia Adriano come personaggio storico. Buona serata Illyricum
    2 punti
  18. Buongiorno a tutti, posto per condividere con voi, un altro mio Maltagliato di Filippo IV del 1643, con evidente doppia battitura al dritto. CAGLIARI Filippo IV (1621 – 1665). 21,5 gr. 44 mm.
    2 punti
  19. Scusate, nel precedente post ho pubblicato delle foto senza sfondo e sono quindi invisibili, rimedio subito.
    2 punti
  20. Ciao @magicoin, la tua 59 a me piace... Ci sono piastre di Francesco II con le aquile d'Aragona in posizione normale ma poi sono state ripunzonate con le aquile d'Aragona capovolte... C'è anche un articolo che ne parla... Posto la mia per un confronto sui conii. Un saluto a tutta la sezione. Raffaele.
    2 punti
  21. Rispondo all'amico @giuseppe ballauri con la mia piastra del 1826.
    2 punti
  22. Ciao, approfittando di un po' di tempo libero sto risistemando numerose monete regalatemi moltissimi anni addietro da miei parenti. Tra queste posto foto di un carlino del Regno di Napoli (lo identificai già diversi anni fa') per chiedere un parere per quanto concerne la sua autenticità. Grazie a quanti mi dedicheranno il loro tempo. Alla prossima ANTONIO MM 23 G 2,85
    1 punto
  23. 1 punto
  24. A me sembra vera. Ci vorrebbe foto del bordo
    1 punto
  25. Come ho affermato già nel secondo post di questa discussione, la risposta va trovata nelle sinergie economiche degli anni 60/70, allora era sicuramente conveniente, persino con leghe migliori, produrre monete d', oro non originali (false). Saluti TIBERIVS PS se avete dei dubbi, e non vi sono sufficienti le mie constatazioni, non ho problemi a dimostrare ciò che ho detto con articoli di giornale "storici" Saluti TIBERIVS
    1 punto
  26. Quintus, personalmente sono concorde con quanto espresso da Pxacaesar e tra l'altro come Curatore non ho la possibilità di scindere una discussione in due, comando che mi risulta rientrare tra quelli dei Moderatori (ovvero CDC). Quindi a mio avviso, considerando che il tema è interessante, se condotto in modo pacato e senza iperboli (ovvero come finora), ci può tranquillamente stare. Ave! Illyricum
    1 punto
  27. Complimenti, un maestoso esemplare bicefalo con data pienamente visibile che ho già avuto l'occasione di visionare in passato. Vedo che la monetazione sarda inizia ad attirare la tua attenzione. Comprendo molto bene la situazione, sono tondelli pregni di fascino e storia stratificata che generano interesse e passione per la numismatica. Quindi, grazie e a presto!
    1 punto
  28. Ho spedito la moneta al Banco Metalli di Ivrea! Manuel Lo Riso è sempre molto disponibile e professionale ed ha effettuato il test a titolo gratuito. A differenza dei competitor romani che mi hanno rifiutato la verifica nonostante fossi intenzionato al pagamento della stessa...
    1 punto
  29. In vacanza per qualche giorno a Pisa ho casualmente trovato un mercatino! Ecco le nuove acquisizioni: -25 Centimes 1903 Francia. Avevo già la sorella del 1905 del tipo successivo ma questa col quadrato mi mancava ancora, nonostante due colpi deturpati ho deciso di accoglierla comunque in collezione visto che non mi era mai capitata in ciotola. -Buono da 50 cent di franco del Belgio del 1923, tipologia con testo in francese
    1 punto
  30. È stupendo Alain , non sai quanto ti invidio!
    1 punto
  31. 1 punto
  32. A me piace, con questo color ocra. Il rovescio e' molto consumato, ma l'effigie di dritto e' bella. Ho un dubbio. Il rovescio credo che sia ROMA AETERNAE. Penso che sia, in realtà, la RIC IV Gordian II 5. Che dici? Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Gordian II 5 (numismatics.org) Ciao da Stilicho
    1 punto
  33. Grazie @aleale, bellissimo esemplare anche il tuo. Manca al Corpus per il globetto dopo HIE° Complimenti.
    1 punto
  34. L'estrazione in Afghanistan non è così semplice come c'è la raccontano, ma necessita di enormi investimenti economici ed infrastrutture. Poi non essendoci ancora un governo stabile, chi vuole investire ingenti somme per poi dover abbandonare i progetti o addirittura essere poi buttati fuori una volta completate le infrastrutture? I Talebani non primeggiano in fatto di affidabilità! Non scordiamoci dei Buddha fatti saltare in aria 25 anni fa circa a fronte di richieste provenienti da Cina ed India di spostare quelle sculture nel loro territorio e a loro spese! Il pragmatismo cinese è senz'altro molto concreto ed invasivo, ma chi glielo fa fare di spendere miliardi a vuoto? Mi sembra che i conti li sappiano fare molto bene, quindi molto probabilmente questa è una strategia: allarmare USA ed UE sul pericolo cinese in Afghanistan per farli rimanere più a lungo o fargli spendere altri soldi....mentre a Pechino e a Mosca se la ridono con questa mano di poker! La Cina può continuare a sfruttare l'Africa senza problemi!
    1 punto
  35. Perchè, invece di aprire un'altra discussione, non leggi le risposte ricevute alla tua prima discussione?
    1 punto
  36. Come vi sembra in compagnia....
    1 punto
  37. Ho dimenticato la didascalia, con l’indicazione del peso (0,71g) che corrisponde esattamente al sesto di solido.
    1 punto
  38. Anche questo è un bel sesterzio! Stai crescendo, fra poco passerai a Sextus o Septimius
    1 punto
  39. @staterepegaso Consiglierei al tuo amico, per farsi un’idea della difficoltà della sua domanda, di leggere le 15 pagine di discussione (con delle foto ottime!) sui falsi certi o discutibili del tetradramma di Lentini:
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  40. Bel sesterzio, complimenti davvero! Io colleziono piccoli bronzi del IV secolo, ma devo dire che i grossi moduli hanno consentito davvero agli incisori di potersi sbizzarrire. Volevo sottolineare, in merito a quanto hai scritto, che in effetti lo steso Settimio Severo fece una auto-adozione postuma da Marco Aurelio, come si può vedere anche nella iscrizione dedicatoria del suo arco nel foro romano dove viene chiamato M FIL (figlio di Marco Aurelio). Ciò per darsi ovviamente una nobile discendenza dalla famiglia degli Antonini, ma anche per un motivo prettamente materiale, ovvero per incassarne legalmente l'abbondante patrimonio. «IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO · M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET · PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBUNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET · IMP · CAES · M · AVRELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · (P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS) · OB · REM · PVBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQVE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM · INSIGNIBVS · VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q · R» Marco Aurelio ritorna anche , sempre nella iscrizione, nel nome di Caracalla. Del resto, il termine "Antoninus" lo troveremo sulle monete di tutti i Severi. E l'Editto di Caracalla si chiamerà Constitutio Antoniniana. Ciao da Stilicho
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  41. Buongiorno a tutti, complimenti a Riccardo @caravelle82 per aver aperto questa simpatica e seguitissima discussione. ? Partecipo con uno dei mie 9 cavalli di Ferdinando IV, proviene da un lotto. Non ho ancora decifrato i segni sul rovescio, se sono il risultato di un maldestro tentativo di foro oppure altro, credo possa stare egregiamente nella galleria degli orrori Numismatici. ? Saluti Alberto
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  42. Buonasera a tutti, Rocco bel quartetto, vedo che il Vicereame ti sta prendendo sempre di più ? Io mi ero ripromesso di mettere un po' di ordine tra le mie ma non sono ancora riuscito a farlo. ? Saluti Alberto
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  43. Mi hai usato, Prof! ? Mi sento un po' Mignolo della situazione ?
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  44. Posto per confronto le mie Piastre 1825 - 1826 in conservazione un pò così, ma bisogna accontentarsi. 1825
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  45. Aggiorno la discussione con due tornesi di Filippo III, ara con lati diritti.
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  46. Volevo avvisarvi che ho copletato, perlomeno le basi e per quanto attualmente possibile, il catalogo di Aquileia sui Cataloghi de Lamoneta che potete trovare in Risorse. Ho aggiornato la tipologia secondo le nuove classificazioni aggiungendo i riferimenti più recenti su questa zecca. Mancano da correggere alcune vecchie classificazioni, che attualmente creano un po' di confusione, ma qui c'è bisogno dell'intervento di @incuso. Spero che possa esservi utile. Arka Diligite iustitiam
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  47. Ciao! Premetto che non sono, né un latinista, né un esperto di paleografia latina, però ho provato a dare un senso allo scritto della pergamena ...... spero di non aver fatto troppi errori e ...... "se abaglio mi corrigerete". Ioanes Cornelio Dei Gra(tia) Dux Venet(iarum) et univ(ersis), et singulis tam amicis quam fid(elibus) has n(o)st(r)as inspect(uris) signamus Antonius Zorzi qui sub scribit exemplu(m) ….. ex Consilio de Quadriginta C. N. tenovis , et diei, ut ineo esse tale quale se facie cuius scripti hic, et ubiq(umque) plena fides est adhib(enda) . Il senso? Mi sembra che Antonio Zorzi (chi sarà?) su disposizione della Quarantia deve fare una cosa (ma cosa?) tale e quale a .... saluti luciano Datu(m) in nostro Duc(ali) Pal(atio) die 30 jan(uarius) ind(ictione) XII 1718 M(ore) V(eneto)
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