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  1. lukas1984

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/26/21 in tutte le aree

  1. La monetazione del tetradramma di Leontinoi, ( Apollo con i capelli bagnati ) e risaputo che è sempre stato un solo conio di dritto, a coniare " migliaia " di tetradrammi. Dal 1988, ci fu un inquinamento di falsi. Falsi che per primo il Fichera riprodusse, grazie ad alcuni esemplari genuini, che ha potuto riprendere le impronte. Impronte fedelissime e a riprodurre le monete, gli fu facile. Non essendo un Numismatico, ma un bravo artigiano, non curò l'importanza di alcuni dettagli. Dettagli che per fortuna, ci permettono di rivelare ( grazie a questi errori ) , quali e perché alcuni tetradrammi sono falsi. Di questi dettagli, non li menzionerò tutti, ma solo alcuni, che già sono sufficienti a discriminare i falsi modesti, si perché alcuni falsi, fino a poco tempo fa, ci cascavano quasi tutti. Ho già scritto prima, che il solo è unico conio, ha una perlinatura unica e sola, Che la rottura del tratto dei capelli vicino l'orecchio, durante la coniazione, si è deteriorato, allargandosi, da qui è stato possibile sequenziare la consecutività del conio. Nel corso della coniatura della zecca, l'Artista che creò questo eccezionale Dritto, ha ritoccato il conio, su alcuni dettagli impercettibili. In questa sequenza che allego, dall'1 al 5 sono senza il polpo accidentale all'occhio. Dal 6 al 9 si evidenzia l'allargarsi della rottura, fino al 9 con la guancia del tutto deturpata e alcuni colpi accidentali. Il post successivo, senza colpo accidentale e le prime battiture. Notiamo che un punto in comune di riferimento, ci rivela che il perlinato ha sempre 17 perline evidenziato In giallo. Interessante.....il taglio del collo del Dio Apollo, su tulle le genuine e sempre lo stesso, fino alla 9 la più deteriorata. Già da qui. si possono analizzare i buoni dai cattivi. Come ho scritto prima, le variabili a restringere il cerchio, ci sono, ( metallo, codoli, grinzature dei bordi,ecc.ecc.) Buona lettura, mi piacerebbero commenti pacati. Buona notte
    5 punti
  2. Buon pomeriggio a tutta la sezione... '38 a confronto.... Un saluto a tutta la sezione. Raffaele.
    4 punti
  3. Buongiorno...dimenticavo di aver pure io una 92 orecchio coperto ? dimmi te!!! Che testina smemorata che ho...in ogni modo pare identica alla tua, orecchio coperto e 10 torrette, quindi esiste un conio con 9 e uno con 10 torrette per la orecchio coperto (la 9 l'ho trovata sul Magliocca). Ecco le foto un caro saluto.
    4 punti
  4. Eccolo il Gazzettino di Quelli del Cordusio n.7 - settembre 2020 in versione integrale a disposizione di tutti, buona lettura estiva e buone vacanze ! https://drive.google.com/file/d/1MTT3M3XUUuAGlool5RFenqcKYJkPZ7bH/view?usp=drivesdk
    3 punti
  5. 1998 Gambia - 1 - 5 - 10 - 25 - 50 butut + 1 dalasi
    3 punti
  6. Portogallo - 200 Escudos 1998 Serie "Le Scoperte Portoghesi" - La Rotta delle Spezie All'inizio del XV secolo, la scuola di navigatori di Sagres, fondata dal Gran Maestro Enrico il Navigatore aveva già circumnavigato le coste dell'Africa. Intorno al 1460 la sua missione si era mutata nella ricerca della Rotta delle Spezie, un passaggio per l'India intorno alla punta meridionale dell'Africa e, verso la fine del secolo, questa ricerca stava giungendo a compimento. Già nel 1488 le navi dell'Ordine del Cristo avevano raggiunto il Capo di Buona Speranza, mentre Pero da Covilha aveva viaggiato per terra raggiungendo l'India. Non rimaneva che unire i due segmenti del viaggio e il Re Manuele I del Portogallo, Gran Maestro dell'Ordine del Cristo, affido questo incarico a Vasco Da Gama. Vasco Da Gama lasciò Lisbona l'8 luglio 1497 sulla sua ammiraglia, la nave São Gabriel, accompagnata dalle navi Sao Rafael e Santa Fé. Raggiunto il Capo di Buona Speranza, lo circumnavigò nel mese di novembre 1497. A Natale superò le coste del Natal ( l'attuale Durban, in Sudafrica ), da lui così chiamato. Il 7 aprile 1498 raggiunse Mombasa, e da li arrivò a Malindi. Il sultano di Malindi accolse gli esploratori a braccia aperte e mise loro a disposizione un esperto navigatore che aiutò Vasco da Gama a raggiungere senza problemi l'India. Il 20 maggio 1498 Vasco da Gama sbarcò a Kozhikode ( chiamata dai portoghesi Calicut ), sulla costa sud-occidentale dell'India. Seguirono difficili negoziati con il Principe di Kozhikode, per concludere di un trattato commerciale. Dopo mesi di sforzi diplomatici Vasco da Gama ottenne una concessione e ripartì l'8 ottobre, lasciandosi dietro alcuni dei suoi uomini con l'incarico di stabilire un insediamento commerciale. Luis de Camoes ( 1880 ) La Nave Ammiraglia "Sao Gabriel" Illustrazione tratta dal Poema Epico "I Lusiadi" Washington - Biblioteca del Congresso
    3 punti
  7. E' anche questa la forza di questa bellissima iniziativa didattico-divulgativa, l'essere scevra da qualunque secondo fine o da qualunque tipo di tornaconto personale... E' solamente l'opera di volontari appassionati e cultori della materia, tutti molto preparati e competenti.
    3 punti
  8. Carissimi, per quel che mi pare di capire siamo ancora nella fase delle indagini preliminari, forse neanche chiuse, quindi al momento le ipotesi dell'accusa hanno un solo limite, quello della astratta configurabilità del capo di accusa.... solo dopo la chiusura delle indagini e la richiesta, formulata dal Pubblico Ministero, di rinvio a giudizio ( momento in cui si passa da indagati a imputati e in cui i Capi d'accusa si chiarificano) ci sarà un primo vaglio, di fronte al G.U. P. ( Giudice Udienza Preliminare). Il vaglio ( spesso solo teorico, anche se non mancano buoni Gip che vagliano attentamente le situazioni) si fa un po' più fine e dovrebbe essere valutata la astratta sostenibilità in Giudizio delle accuse ( questo nell'ottica anche di impedire che si celebrino costosi processi sostanzialmente inutili poichè basati sul nulla . Già in questa sede credo sia affrontabile il tema principale delle fatture. Lascerei quindi all'eventuale Dibattimento la valutazione approfondita della questione dolo e quant'altro ( peraltro, con fatture ben difficilmente ipotizzabile a meno che non siano false et similia), per adesso sembra più importante capire quali siano le intenzioni dell'accusa e le sue tesi. ( anche capire chi si ha di fronte è molto importante, se ci si può chiarire e discutere) Non abbiamo tutti gli elementi per capire se l'accusa ha al suo arco solo la presunta appartenenza al territorio italiano delle monete... nel caso fosse così, credo che @ἐξετάζω46 non dovrebbe avere troppe difficoltà a dimostrare la propria buona fede e il proprio corretto agire, in considerazione del fatto che le fatture dovrebbero avere ottimo gioco ( purchè, ripeto, non ci siano retroscena poco edificanti) . Sembra fondamentale avere un buon Avvocato che abbia voglia di conoscere o che conosca già la complicata legislazione e che abbia voglia di "sbattersi" cercando di parlare con il P.M, o Il Gip Gup etc... presentando le proprie ragioni. Almeno altrettanto importante avere un ottimo Perito di Parte che esponga le basi per cui alcune tesi dell'accusa ( sia del P.M. che della P.G) siano insostenibili e lontani dal dettato normativo e fattuale della normalità del mercato numismatico ( non mi soffermo sul merito ma alcune cose scritte sono realmente surreali e in contraddizioni tra loro ). Mi dispiace che cose così avvengano, ma purtroppo sono accadute, accadono e accadranno per un bel po' , almeno fino a che non verrà fatta una seria riflessione giuridica in merito. ( che poi qualcuno ci marci sulla situazione è un sospetto fastidioso che trova terreno fertile in certi atteggiamenti, ma con questo ben poco si può combinare) Il cambio di mentalità non credo sia alle porte, purtroppo... e con grande nocumento per la numismatica italiana, che vede lo scollamento oramai totale tra pubblico e privato.... ahimè! Un cordiale saluto, Enrico
    3 punti
  9. Ti posso dare qualche numero, inserendo già il futuro numero 8, sono stati fatti 8 Gazzettini in 4 anni e mezzo, ci sono stati 50 autori diversi, alcuni con più pezzi scritti, 92 articoli esclusi gli editoriali e rubriche varie, aggiungiamo chi ha fatto editing, chi ha seguito la produzione e stampa, chi ha seguito la comunicazione e la distribuzione anche in Convegni di varie parti della nostra Penisola. I nomi si trovano negli indici dei 7 numeri finora pubblicati e divulgati sul sito di Academia.edu, certamente la partecipazione sta crescendo sempre più , nel numero 8 passeremo da 11 autori a ben 18 e vi assicuro che questa e’ una grande gratifica e soddisfazione per chi lo vede crescere e svilupparsi ogni volta, sempre pensando che dietro non c’e’ nessun editore, circolo, Associazione, sponsor o pubblicità di alcun tipo, e’ un’auto produzione di volontariato culturale, chi vuole collabora ciclicamente ...
    3 punti
  10. Ucraina, 2 grivne 1998 Commemorativa dell'80° anniversario della battaglia di Kruty . ll 29 gennaio del 1918 le truppe ucraine si scontrarono con quelle russe nei pressi della stazione ferroviaria Kruty. Nonostante il vantaggio numerico schiacciante dei bolscevichi (l’unità ucraina fu composta da 520 soldati, mentre i bolscevichi contavano 4800 uomini), i giovani ucraini riuscirono a trattenere il nemico per 4 giorni permettendo alle forze principali ucraine di riorganizzarsi e prepararsi alle battaglie successive Maggiori informazioni https://ucraina-ucraini-in-italia.webnode.com.ua/news/kruty-1918-dignita-e-coraggio/
    3 punti
  11. Del parrucchiere , del chirurgo plastico e della non autenticità ….. ma ha già risposto Vitellio anche per me.
    2 punti
  12. Così inavvicinabili che non ci sono proprio….,
    2 punti
  13. 2 punti
  14. Ennesima discussione molto divertente ed istruttiva contaminata da permalosità diffusa. Si è resa necessaria una piccola "pulizia".
    2 punti
  15. Complimenti @dabbene per questa nuova veste editoriale del Gazzettino, ancora una volta uno sforzo divulgativo meraviglioso, a beneficio di tutti. Speriamo che in questo modo sempre più giovani si avvicinino alla numismatica.
    2 punti
  16. Quando iniziai a collezionare ed ero seduto tra grandi collezionisti mi chiedevo chissà se riuscirò mai ad avere monete da museo. Anno per anno, seguendo un caro amico e poi altri amici che mi hanno aiutato nella crescita, nel conoscere immediatamente conservazione, varianti rare e storie di vecchi collezionisti, stando lontano da cattive compagnie e quindi ho iniziato a capire. Ricevere poi messaggi di neofiti che mi chiedono: Ciao Luca secondo te?. E poi dopo 10 anni e passa aprire il vassoio e scoprire che ogni tassello è pieno di una meraviglia, di una storia e di un chissà che giro avrà fatto prima di passare nelle mie mani. In foto Piastra o 120 grana Ferdinando IV data 1791 moneta Rara a mio avviso più rara dei moduli Commemorativi Pro Fausto e Soli Reduci. Saluti a tutti
    2 punti
  17. Posto una 1784 per me una dei ritratti più belli sotto Ferdinando IV e poi è un pezzo che aggiunge tanto lustro alla mia collezione. Cosa ne pensate? Attendo commenti a valanga.
    2 punti
  18. DE GREGE EPICURI La Romania non sarà stata entusiasta di questa medaglia, che sembra rivendicare il passato ungherese della Transilvania, divenuta romena dopo la guerra 1914-18. In realtà, la storia della Transilvania è molto complicata, ed è legata ai numerosi spostamenti delle frontiere dell'Impero Ottomano rispetto al Regno d'Ungheria prima, ed all'Impero Austriaco poi. In mezzo ad una popolazione di agricoltori che parlavano prevalentemente romeno, la minoranza più importante era quella sassone, che parlava tedesco (da cui il nome tedesco della Transilvania SIEBENBUERGEN, citato nella medaglia).
    1 punto
  19. Personalmente non so quali saranno le modalità future di vendita delle monete in euro (stiamo comunque parlando del 2023, manca un anno e mezzo), ma non penso che una zecca come quella della Croazia possa "permettersi" le stesse modalità usate da quella del Vaticano. A mio modo di vedere è molto più probabile che basti registrarsi sul sito e poi ordinare. A conferma di questo in alto a destra vedo il pulsante "registration" che rimanda a questo link (purtroppo solo in croato), che mi fa tanto pensare alla classica pagina per creare un account! ?
    1 punto
  20. 1 punto
  21. Complimenti per l'acquisto, bella moneta...mooolto più bella e integra con le foto ben fatte che non con le precedenti. Il craterino c'è ancora, in alcune zone sembra bluastro e dal tipo di risultato potrebbe essere un "un punto di saldatura" e ritocco, non credo con nitrato di argento ma con complessanti per il rame (suppongo) se invece la zona nera è bella resistente e sbordante dal cratere allora può trattarsi di un "punto" fatto con ossidanti. Puoi godertela e tienila in "osservaizone epr qualche tempo, con un controllo mensile per 3 mesi. Credo che ti sei risparmiato un lavoro delicato e sembra anche ben fatto. Un saluto
    1 punto
  22. L'identificazione di @Stilicho è corretta. Quello che invece è particolare è la moneta postata ad esempio nel post precedente. Infatti è presente un particolare che nel RIC 222 non è presente, ovvero un globetto tra il legionario e il persiano. Nel Paolucci - Zub è il n. 523 (ma solo AQS palma). Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  23. Scusa, posso farti una domanda? Tu riesci a "leggere" le immagini che hai postato? Io non vedo che dei tondelli molto scuri, non vorrei essere molto peggiorato con la vista...
    1 punto
  24. Aureo XXXX assi Da oltre due anni sto portando avanti uno studio finalizzato alla redazione di un Corpus di tutti i cosiddetti aurei marziali, con Testa di Marte/Aquila e ROMA e con i valori di 60, 40 e 20 assi (anonimi e con simboli). Ho già raggiunto quasi 500 esemplari da tutto il mondo e, per colmo di ironia, mi mancherebbero all’appello solo i due aurei dell’ex. Coll. Bignami, esposti nel medagliere Capitolino proprio nella mia città, Roma, ma dei quali sembra molto difficile riuscire ad avere dati e immagini digitali. Qui colgo l’occasione per analizzare il nominale più raro, il XXXX (=40) assi, anche per mostrare le notevoli difficoltà che si incontrano per censire, riordinare e identificare esemplari autentici e falsi. Il vecchio e famoso lavoro di Bahrfeldt, “Die römische Goldmünzenprägung” (Trad.: La Monetazione d’oro romana), Lubecca 1923, aveva censito in tutto 10 esemplari, come dalla seguente scansione: Allo stato attuale ho identificato 13 esemplari, che possono essere suddivisi in tre distinti gruppi, A – B – C, in base a caratteristiche stilistiche, che si ritrovano anche nei nominali da 60 assi e 20 assi anonimi (ossia senza simboli) e già definiti in studi della Caltabiano e della Rizzo. I gruppi A e B sono strettamente connessi fra loro e sono presenti nel fondamentale ripostiglio di Agrigento (34 pezzi da 60 assi + 2 pezzi da 40 assi + 16 pezzi da 20 assi con simbolo spiga), trovato nel 1987 durante lo scavo di una trincea archeologica a notevole profondità in prossimità del terrazzo sottostante al bouleuterion (sala del consiglio) e ora custodito nel locale museo. Invece il gruppo C, non presente in questo ripostiglio, sembra essere distinto e coniato successivamente: ha caratteristiche che lo avvicinano ai 60 assi con simboli. Grazie ai due esemplari del ripostiglio di Agrigento, abbiamo potuto misurare il loro peso specifico, ma ha rivelato una purezza di oro compresa tra 98 e 99%. Riporto sotto il catalogo completo, con l’identificativo dei conii del diritto (O1) e de rovescio (R). GRUPPO A 1) – O1/R1 – g. 2,23 – 6h London. BM 1844,1008.56 = Grueber I, p. 27, n, 187 = ex coll. Thomas [= Bahrfeldt 5.6] 2) – O1/R1 – g. 2,23 – 11h New York, ANS 1967.153.4 = Grueber I, p. 27, n. 188, pl. XII, 2 ex coll. Blacas (ceduto dal BM come doppione nel 1924) [= Bahrfeldt 5.8] 3) – O1/R1 – g. 2,23 – 2h Paris, BNF REP-21358 = BNF 78 = Ailly, I, p. 92, n. 3 [= Bahrfeldt 5.5, tav. II, 11] 4) – O2/R2 – g. 2,24 – 3h Rip. Agrigento 1182 5) – O3/R3 – g. 2,23 – 6h Paris, BNF REP-21359 = BNF 78bis = ex coll. Rothschild 2 [mancante in Bahrfeldt] 6) – O4/R4 – g. 2,22 – 11h Paris, BNF REP-21360 = BNF 79 = ex coll. Luynes 127 [= Bahrfeldt 5.2, tav. II, 9] GRUPPO B 7) – O5/R5 – g. 2,24 – 6h Berlin, Staatliche Mus. 18201116 = ex coll. Rauch 1878 [= Bahrfeldt 5.3] – O6/R5 – g. 2,25 – 1h Coll. RBW 162 = Numismatica Ars Classica 45, 2.iv.2008, 5 coll. Feirstein = Triton 3, 30.xi-1.xii.1999, 809 9) – O6/R5 – g. 2,22 – 12h Paris, BN 21361 = 79bis = ex coll. Prosper Valton 623 = Rollin & Feuardent, 20.iv.1896, 7 coll. Montagu (g. 2,26) = Sangiorgi, 19.i.1893, 1383 coll. Borghesi (venduto a 265 lire) [= Bahrfeldt 5.1 (= 5.4, tav. II, 10] 10) – O6/R5 – g. 2,12 – 10h Rip. Agrigento 1181 GRUPPO C 11) – O7/R6 – g. 2,21 – 9h Merzbacher, 15.xi.1910, 964 coll. Van Muyden [= Bahrfeld, p. 18] esemplare non più rintracciato e di autenticità da verificare 12) – O8/R6 – g. 2,23 – 9h Hess & Leu 36, 18.iv.1968, 394 = Cahn & Hess, 17.vii.1933, 7 coll. Haeberlin = Hirsch 21, 16.xi.1908 250 coll. Weber = Rollin & Feuardent, 25.iv.1887, 4 coll. P. D’Amécourt [= Bahrfeldt 5.7] 13) – O8/R7 – g. 2,23 – 4h Budapest, ET-A 172A_1913-4 ex coll. Vidal = Bourgey, 4-5.xi.1913 9 coll. Quadras y Ramón [= Bahrfeldt 5.9, tav. II, 8] (continua)
    1 punto
  25. Il motivo dell'appetibilità dello scudo d'oro di Gritti e del suo valore rispetto al ducato è il fatto che lo scudo fa tipologia. Gli altri scudi d'oro costano molto di più. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  26. Si è "scocciata" anche la moneta per essere passata per rara anche quando non lo è.?
    1 punto
  27. Condivido una moneta passata in Asta Tauler & Fau circa un mese fa con l’indicazione di un ½ shekel cartaginese legato alla seconda guerra punica in Italia e nello specifico un’imitazione barbara. Fermo restando che non sono a conoscenza di imitazioni di monete cartaginese, lo riterrei un più che raro ½ shekel legato alla cosiddetta rivolta libica scoppiata in Nord Africa alla fine della prima guerra. Questo sia per la presenza della lettera MEM sotto il ventre del cavallo (ci sono diverse interpretazioni sul suo significato che non sto a ricordare, ma che è presente in maniera costante sulle coniazioni di questa tipologia) e sia per la presenza della lettera ZAYIN sopra il dorso del cavallo. La lettera ZAYIN con o senza segmenti è presente sulle monete auree e d’argento della rivolta libica, anche per essa non è certo il significato, ma personalmente la riterrei legata a una certificazione di valore. Le monete d'argento e d'oro dove questa appare hanno peso inferiore rispetto al teorico, nello specifico il peso di questa moneta di argento è di 3,1 gr. mentre teoricamente dovrebbe essere di 3,5/3,7 gr., lo steso vale per le mezze unità auree dove il loro peso è inferiore rispetto al teorico e c’è la presenza della lettera ZAYIN. Peraltro la stessa lettera ZAYIN compare negli shekel di zecca iberica verso la fine della seconda guerra punica che avevano peso inferiore rispetto all’unità teorica. A parte queste personali suggestioni, che ne pensate rispetto all’attribuzione? Anche lo stile che è considerato imitativo dalla casa d’aste non lo considererei troppo male tenuto conto che queste monete si ritiene siano state coniate dai sottomessi “sudditi” in territorio libico più che dai mercenari in rivolta, con mezzi probabilmente e strumenti non proprio all’avanguardia….
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  28. Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato
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  29. Quello che hai in mano non e' un semplice bronzetto tardo-imperiale. Si tratta, infatti, di un pezzo della serie FEL TEMP REPARATIO (abbreviata in FTR) una delle più note della monetazione romana imperiale, nella tipologia "fallen horseman" o "cavaliere disarcionato". E' una serie molto vasta e davvero interessante: La serie FEL TEMP REPARATIO - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo. La tua moneta dovrebbe essere questa, la RIC VIII 222, zecca di Aquileia, prima officina. Da notare il ramo di palma dopo la P dell'esergo: Coin Detail - coinproject.com Sarebbe comunque molto importante avere anche i dati di diametro e peso. Ti auguro una buona serata. Stilicho
    1 punto
  30. Buongiorno, personalmente ritengo che l'esemplare sia stato coniato durante il regno di Filippo III. Il busto del sovrano infatti non presenta le classiche - fittissime e tondeggianti - pieghettature del colletto tipiche della prima emissione (1621-1622 circa) di sesini di Filippo IV né tantomeno il colletto ed il ritratto proprio delle emissioni di sesini ca. post-1622. Il volto dai tratti fini (naso, profilo della capigliatura) è invece pienamente compatibile con le emissioni di Filippo III, così come la pieghettature del colletto "a foglia di lattuga" ed in generale lo stile slanciato del busto. Quest'ultimo è riscontrabile in molte emissioni con ritratto di Filippo III per Milano: ducatoni, mezzi ducatoni, sesini e quattrini. Si contrappone ad uno stile del busto più compatto, con il mento più prossimo alla corazza; si tratta di una differenza dovuta a lievi cambi nella posizione dei punzoni che servivano a formare sul conio l'effigie regale. Concludo con una nota personale, di carattere diciamo "statistico" : il nome del sovrano in forma completa PHILIPPVS anziché in forma abbreviata PHILIPP è riscontrabile abbastanza frequentemente nei sesini di Filippo III, mentre in quelli del successore è praticamente sempre presente la forma abbreviata. Cordiali saluti, Antonio
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  31. Di Otoni così economici sul BB non ne ho incontrati sul mio cammino, ma è pur vero che non mi intendo granché di provinciali. Comunque Otone è un imperatore abbastanza raro, quindi valuta anche la possibilità di lasciarlo in sospeso e prenderti più avanti un bel denario. Ho visto dei bei BB intorno ai 700 euro, e son pezzi che animano una raccolta.
    1 punto
  32. Spagna - 200 Pesetas 1997 Jacinto Benavente ( 1866 - 1954 ) Insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1922, per il felice metodo col quale ha proseguito la tradizione illustre del dramma spagnolo. Molti pensano che avere talento sia una questione di fortuna; a nessuno viene in mente che la fortuna possa essere una questione di talento. Jacinto Benavente
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  33. Le ultime volontà di Alessandro in punto di morte. Sul punto di morte il Grande convocò i suoi generali per informarli delle sue ultime tre volontà: 1) Che la sua bara fosse trasportata sulle spalle dai medici del tempo. 2) Che i tesori che aveva conquistato (oro, gioielli) fossero sparsi sulla strada verso la tomba. 3) Che le sue mani fossero lasciate penzolare fuori dalla bara alla vista di tutti. Uno dei generali, scioccato da queste insolite richieste, chiese ad Alessandro quale fosse il motivo. Alessandro rispose: 1) Voglio che siano proprio i medici a trasportare la mia bara per dimostrare che non hanno potere di guarigione davanti alla morte. 2) Voglio il suolo ricoperto dai miei tesori per far ricordare che i beni materiali qui conquistati, qui restano! 3) Voglio le mie mani al vento, perché la gente veda che veniamo a mani vuote e a mani vuote andiamo via! Questo episodio ci ricorda e ci insegna che il regalo più prezioso che abbiamo nella nostra vita è il tempo. Possiamo conquistare, possiamo costruire case e palazzi, possiamo dipingere più quadri e scrivere più romanzi, possiamo accumulare più ricchezze, ma non possiamo produrre più tempo. E per questo che, quando dedichiamo quel po’ di tempo che abbiamo e quel po’ che ci rimane a un animale, a un’idea, a una persona che amiamo, alla gente che comprendiamo e rispettiamo... facciamo una grande opera. Il miglior regalo che possiamo fare a qualcuno è, dunque, quello di dedicargli il nostro tempo.
    1 punto
  34. Complimenti per questa moneta, che tipologicamente adoro. Malgrado sia una moneta comune, rimane sempre un esborso non indifferente, specie se si cerca in alta conservazione. Onestamente, da queste foto (che non sono male quanto a definizione), il FdC non ce lo vedo. Vedo segni importanti nei campi, e un colore del metallo un po spento, ma non escludo che sotto questo aspetto possa influire l'illuminazione. Ti allego una foto di un esemplare FdC. Osserva lo stato dei campi, come siano perfettamente scevri da qualsiasi rigatura, e la brillantezza del metallo deve essere compatta e omogenea in ogni singolo punto dell'intera superficie monetale.
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  35. Questo è lo scudo Gerolamo Priuli. e la descrizione : Scudo d’oro, AV 3,25 g. mm. 27 HIERONIM PRIOLVS DVX VENET Croce ornata e fiorata. Rv. SANCTVS MARCVS VENETVS Leone in soldo entro scudo ornato. CNI –. Papadopoli –. RIN 1973, pag. 233 e segg. (questo esemplare illustrato e descritto). Friedberg 1455 a. Nessun altro esemplare noto. Acquistato privatamente da Mario Ratto nel 1975, ex collezione Superti Furga. E per non farvi mancare niente vi metto pure un articolo : Di Carlo Barzan. Gli anni del dogato di Andrea Gritti, dal 1523 al 1538, furono piuttosto tumultuosi per l’Italia. La battaglia di Pavia aveva dato a Carlo V il temporaneo predominio nella penisola. Roma aveva subìto il sacco da parte dei lanzichenecchi, i mercenari arruolati nell’esercito imperiale. Firenze aveva perso le sue libertà. I possedimenti veneziani a Oriente erano minacciati dall’impero ottomano. La Repubblica di Venezia rispose con decisi interventi militari e finanziari. Per far fronte alla richiesta di monete d’oro da parte delle truppe impegnate sui vari fronti, il Consiglio dei Dieci previde di affiancare al ducato allora in uso una nuova tipologia monetale aurea. Il 15 maggio 1528 un decreto firmato da Daniel Rhenerius e Franciscus Donatus chiariva: «Questo Conseglio intende quanto sia il continuo bisogno che si ha di trovar scudi dal sol per mandar alli exerciti nostri». Annunciava quindi l’entrata in uso della nuova moneta, lo scudo, e lo descriveva: «con il S. Marco in soldo in uno scudo da una banda et dall’altra una iusticia cum lettere atorno che dicano Andr. Griti». In effetti sul diritto la moneta raffigurava una croce fiorata all’interno di un cerchio, mentre dentro un bordo perlinato la legenda citava Andreas Griti dux Venetiar(um), ‘Andrea Gritti doge di Venezia’. Al rovescio il campo era occupato al centro dal leone di san Marco e nella parte superiore da un gruppo di tre foglie e due volute ai lati. La legenda precisava Sanctus Marcus Venetus. L’iconografia era semplice ma vigorosa: mancava il ritratto del regnante, ma il simbolo cristiano della croce e il leone, per antonomasia riferimento al potere di Venezia, bastavano per identificarla immediatamente. Il peso era di 3,4 grammi e il titolo di 917 millesimi, inferiore quindi al titolo del ducato, che era di oro zecchino, cioè 997 millesimi. A causa della nuova commessa, la zecca di Venezia si trovò a dover fronteggiare un improvviso e imponente carico di lavoro. I provveditori in zecca cercarono di rimediare con l’assunzione di nuovo personale: intanto ad aiutare Gambello e Benintendi alla lavorazione dei conii era arrivato Paolo de Franceschi. Fra maggio 1528 e luglio 1529 tutta la produzione si svolse sotto la sovrintendenza del massaro all’oro Marco Donà. Le loro fatiche furono premiate perché, grazie agli utili derivati dalla produzione delle nuove monete, la zecca di Venezia poté provvedere autonomamente al pagamento dei salari, che dal 1507 erano a carico della cassa del Consiglio dei Dieci. Il 7 novembre 1530 «ritrovandose questa cita et altre terre nostre in strettela de monede» venne ritenuto conveniente «proveder che almeno se possi haver oro de menor quantità de quello del ducato». Fu quindi introdotta anche una frazione dello scudo: pesava 1,68 grammi, valeva la metà ed era definita medias corona aureas. (Panorama Numismatico, luglio 2018) Io ho Gritti, Donà e Venier. mi manca Lando che cerco ma non trovo e G Priuli che non troverò mai se non ci sarà un tesoretto che salta fuori dal fondo di un canale.
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  36. ... Mio padre, per ragioni di lavoro, era/è tuttora un abile utilizzatore di Photoshop. Chiederò il suo parere ... Lui dice che se si tratta di un fotomontaggio è fatto bene. Molto bene. Realistico. Solo un esperto può identificare, se ci sono, le differenze con la moneta reale. A esempio, tra queste due valutate le onde e la posizione degli scafi. Poi si è messo pure lui a fare un fotomontaggio. Chiudi subito ho detto: sei riuscito a fare la terza versione di prova. Nell'immagine a sinistra quella di mio padre, a destra la moneta di El Chupacraba. Una saluto a tutti.
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  37. La tua medaglia corrisponde ad una emissione privata dell'anno 1650 (anno santo). L'incisore è sconosciuto. E' citata dal Miselli nelle medaglie di Innocenzo X - anno VII - n. 445. Anche nel catalogo del forum la medaglia è presente con le indicazioni citate (pontefice,anno, classificazione Miselli). E' una medaglia originale, poichè non risulta che il conio sia stato acquistato dal cardinal Mazio per i riconi ottocenteschi. Non è una medaglia particolarmente rara.
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  38. Salve. Anche questo tetradramma, fa parte della produzione Fichera. E non per i 6 punti da te postati, ma per i punti "b,c,", sul punto "e", come vedi il riferimento dal naso alla punta della foglia di alloro, si contano 21 perline, anzichè 17, come sulle genuine. Aggiungerei flan enorme, codoli comuni a tutti i tetradrammi falsi e nessun scivolamento parte del perlinato. Sicuramente le case d'asta, hanno dei limiti sulla conoscenza di questa coniazione. In questa lunga discussione, emerge, per chi lo vuole, un riferimento per conoscere i falsi più eclatanti. Osservando alcuni dettagli di questa foto è evidente che questo tetradramma non è stato coniato 2.500 anni fà.
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  39. Forse vende il tavolo a 100€.... Che cosa è rimasto della " banconota"? ?
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  40. Ringrazio per la segnalazione, trattandosi di un esemplare ancora non censito. Purtroppo non è facile conoscere la presenza nelle collezioni pubbliche italiane, specialmente in piccoli musei. Non so se è stato pubblicato....
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  41. In linea di principio non è da escludere che possa essere una moneta coniata da conii originali in qualche modo riveduti o ritoccati dall'incisore di gruppo C che aveva prodotto anche le altre simili monete. In ogni caso NON sembra essere una copia ricavata da prototipi noti, che comunque sono rarissimi. Resta quindi da capire bene se queste piccole varianti, come la R dell'etnico, possano essere attribuite a semplici difetti di coniazione in antico, cercando se possibile di addivenire a un accordo sulla sua originalità, sempre nello spirito della massima collaborazione e senza inutili polemiche e battute fuori luogo.
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  42. Per una corretta informazione, riporto qui sotto un messaggio che ho ricevuto dalla Casa di aste Bertolami, direttamente alla mia posta personale. Ovviamente non ho nessuna intenzione di polemizzare o di contestare, ma solo di poter avere assicurazioni sull'autenticità (o meno) visto che era emerso il problema di dover registrare questo interessante esemplare con la sua giusta posizione in seno al Corpus. E' un classico dilemma a cui spesso si trova lo studioso che vuole catalogare correttamente un materiale numismatico, pregando gli esperti ad esaminare la moneta dal vivo, non avendo la possibilità di essere di persona a Londra. Ecco il testo: Caro Alberto, ti scrivo per il 40 assi marziale, e ti prego di pubblicare per intero questa mia comunicazione sul forum La Moneta, del quale tu fai parte, dato che sono stato informato su discussioni poco edificanti nei confronti della casa d'aste per la quale sto lavorando, la stessa che sta valutando di intraprendere azioni legali per turbativa d'asta sulle basi delle dichiarazioni labili e non comprovate che caratterizzato molte discussioni, e che al contempo minacciando i buoni realizzi concorrono a screditare la credibilità dei nostri esperti, clienti e conferenti. Prima di tutto invito a visionare tutti dal vivo le monete, prima di esprimersi in piena libertà. Inoltre vorrei fare alcune considerazioni sulla tecnica di coniatura antica, e sulla duttibilità dei metalli nobili. Non credo ci sia molto da aggiungere alle nostre amichevoli e appassionanti discussioni (delle quali di seguito riporto alcuni concetti). Vorrei solo allegare in calce l'immagine di un denario della Calpurnia ex NAC 59 (lot 744), il cui dritto presenta un'analoga caratteristica a quella del 40 assi presentato nell'asta di oggi. E aggiungo anche alcuni aurei cesariani, sempre ex NAC. A mio modesto parere queste monete sono originali. Non sempre è così dogmatica a quanto pare la regola dei conii d'incudine e di martello: lo sfalsamento dei piani è molto comune nei metalli nobili, più morbidi delle leghe e ciò comporta che ogni moneta coniata è diversa naturalmente dall'altra, per quanto riguarda infinite varianti tecniche dovute principalmente alla forza e alla direzione applicata alla battitura, e alla composizione metallica di ogni singolo tondello, persino nei suoi elementi in traccia. Venendo ora al rovescio, alla R dell'etnico. A parte il fatto che al microscopio la stanghetta della R c'è, spalmata per scivolamento di conio e abbastanza debole.Ma dall'osservazione dei coni R6 - R7 del tuo utilissimo studio, noto che si tratta quasi dello stesso identico conio, sicuramente dello stesso incisore. Sull'apice superiore esterno dell'ala piena delle aquile dei due conii vi è un segno superfluo, e l'interno dell'ala a riposo è caratterizzata dallo stesso numero e dalla simili posizione delle puntinature indicanti il piumaggio. Tu che studi anche le sequenze dei conii, non credi si possa prendere in considerazione la traccia di una evoluzione stilistica, o di una ripresa del conio? A mio parere vi è la possibilità non scartabile che l'incisore in una prima fase possa aver reso debolmente la stanghetta della R, anche perchè il resto della lettera è visibilmente perfetta fino alla base, in tutti i suoi minimi particolari. In questo caso è ovvio che non si tratta di un errore, bensì di un difetto. Possono esistere difetti nei conii antichi? Certamente. Possiamo fare a gara per cercare casi simili. Non dimentichiamoci che stiamo discutendo di una emissione rarissima per eccellenza, anche dall'analisi dei ripostigli si evince che venne prodotta in numero di molto minore ai 60 e 20 assi, basare giudizi su un numero tanto esiguo di conii è riduttivo. I falsi di questa emissione, come di tante altre rare, sono presi dai calchi di esemplari noti. Questa coppia di conii è nota? Esemplari recentemente visti in giro (vendite e musei) ne abbiamo a disposizione? Ho molte precisazioni da fare anche sulla Taranto di cui si discute in un'altra descrizione, ma tra poche ore ho l'asta e devo tornare a lavoro. Invito gli utenti a visionare le monete dal vivo, e a prendere in considerazione diversi elementi, prima di esprimersi con tanta freddezza: questa esagerata caccia alle streghe non è né intelligente né edificante. Un caro saluto,
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