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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/16/21 in tutte le aree

  1. Buonasera @Kikira, La moneta da 5 lire "Quadriga Briosa" è spesso citata tra le più belle del Regno d'Italia, e raggiunge cifre nelle migliaia di euro anche in medio-bassa conservazione. Purtroppo si trovano in giro anche molti falsi e riproduzioni. Eccola su catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/31 Qui le immagini dell'oggetto postato e quelle di una moneta nel catalogo come ausilio per un confronto: Non sono un esperto, cito solo alcuni elementi che possono spesso aiutare a distinguere i falsi/riproduzioni dalle monete autentiche: - I falsi tendono ad avere disegni più approssimativi, meno dettagliati (si veda ad esempio la criniera del cavallo in primo piano). - I falsi hanno spesso i rilievi dei disegni "impastati", cioè meno incisi, che si "staccano" meno dal campo (ad esempio la nuca del re, il taglio del busto e soprattutto la firma "D.CALANDRA" sotto il busto. - Il bordo dei falsi è di solito più sottile e arrotondato rispetto agli originali (si veda come è spesso e "squadrato" nell'esemplare originale a destra). - Altro elemento non visibile con queste foto ma utile per scovare le riproduzioni è il taglio, che per monete come questa deve presentare delle scritte e dei simboli che hanno una grafia molto specifica. - Anche il diametro e il peso possono aiutare, se è possibile misurarli con precisione (almeno al decimo di grammo). Saluti Magus
    5 punti
  2. Ho cominciato a mettere qualche ''tombino'' per gli amanti del genere... ? Arka Diligite iustitiam
    5 punti
  3. Una domanda che può sembrare semplice ma che invece a mio avviso non lo è. In primis perché vi è poca documentazione a riguardo ma soprattutto perché nei pochi documenti a noi pervenuti va distinto se il tarì è da considerarsi come moneta di conto o come moneta reale. Nelle transazioni quotidiane io sono del parere che il tarì d'oro fosse poco utilizzato ed al suo posto circolasse invece il denaro. Denaro che ricordo aveva un corso forzoso che prevedeva un cambio legale di 24 denari per tarì d'oro (almeno per il periodo più tardo). Un cambio molto sfavorevole per chi riceveva il denaro se si considera il rapporto fra oro contenuto nel tarì ed argento contenuto nei denari. Tarì d'oro che veniva utilizzato di certo per acquisti di importanza maggiore come proprietà, bestiame o comunque beni dal costo elevato. Infatti su molti documenti dell'epoca viene indicato, nella transazione, se si tratta di tarì d'oro o semplicemente di tarì. Una differenza non di poco conto a mio avviso. 1250-1299 - Biblioteca Statale di Montevergine (beniculturali.it) Nel link allegato si possono notare molte di queste differenze. Poi come stato scritto, il tarì era una moneta che si scambiava "ad pondum" quindi con notevoli differenze di peso fra i vari tondelli che spesso, per giungere al giusto peso da corrispondere, venivano frazionati. Mi rendo conto di non aver risposto alla domanda ma spero che dal link indicato possa essere estrapolato qualche dato interessante e mi riprometto, tempo permettendo, di cercare altro che possa soddisfare la richiesta. Buona giornata.
    5 punti
  4. Buon pomeriggio, oggi vi posto una new entry nella mia collezione. 120 grana 1856
    4 punti
  5. La moneta tarì fa riferimento ad un peso teorico del tarì di circa 0.889 g, definito trappeso (da tarì peso). Quando si parla di tarì si fa sempre riferimento a questa unità di peso. Tipicamente le monete venivano pesate e tenute in sacchetti del peso di un oncia di peso da 30 tarì (poco più di 26 grammi). Le monete in circolazione facevano sempre riferimento a questa unità ponderale e ne rappresentavano sostanzialmente multipli. Ad esempio una moneta del peso di 3 grammi valeva 3/0.889 tarì. Come moneta per le piccole spese presentava delle difficoltà e infatti il tarì venne rapidamente fatto fuori dal fiorino e dai nominali in argento come il carlino e il pierreale nella seconda metà del 200. Per ovviare a questa follia Federico II introdusse l'augustale, del valore di 7 e 1/2 tarì e del peso rigoroso di 5 trappesi (la moneta aveva un diverso titolo rispetto al tarì) Per gli scambi quotidiani, come detto da fedafa, circolavano probabilmente i denari, a corso forzoso con un cambio in tarì che si fa con gli anni sempre più scandaloso, tanto che sotto gli ultimi svevi e Carlo D'Angiò, l'argento monetato valeva più dell'oro .
    3 punti
  6. Ciao a tutti, La mia napoletana di oggi... Un saluto a tutta la sezione. Raffaele.
    3 punti
  7. Spagna - 200 Pesetas 1996 Serie "Maestri della Pittura Spagnola" Mariano Fortuny ( 1868 ) Idillo Madrid - Museo del Prado Ramòn Bayeu ( 1786 ) El Majo de La Guitarra Madrid - Museo del Prado
    2 punti
  8. Ulteriore dimostrazione di come le monete fossero (e continuino a essere) uno strumento politico oltre che economico. Ecco le due tipologie dei 5 centesimi a confronto, dove si può constatare ciò che faceva presente @sdy82: Prima monetazione (1849-50): https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FGLV1/6 Corona d'Austria sovrapposta alla corona ferrea, intorno REGNO LOMBARDO VENETO Seconda monetazione (1852): https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FGLV2/7 Aquila bicipite sormontata da corona imperiale e caricata con lo scudo austriaco. Intorno IMPERO AUSTRIACO. Le Cinque Giornate (1848) e la prima guerra d'indipendenza (1848-49) sono quasi coeve all'emissione del primo tipo, che per inerzia conserva sensibilità iconografiche precedenti, pressoché invariate fin dai tempi di Francesco I (si vedano questi 5 centesimi emessi a partire dal 1822: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FR1LV/2 ). Il secondo tipo di Francesco Giuseppe è di circa due o tre anni dopo, e lascia quindi tempo a sufficienza per vedere gli effetti della reazione austriaca. Questa, sotto la guida di Felix von Schwarzenberg, prende la forma di una politica assolutista e accentratrice: "[..] concepì il piano di un grande stato della media Europa con centro a Vienna: uno stato federale dotato di forte potere centrale, che unisse saldamente sotto l'egemonia austriaca [...]" Fonte: https://www.treccani.it/enciclopedia/felix-principe-di-schwarzenberg_(Enciclopedia-Italiana)/ Sembra proprio che questa nuova linea trovi sfogo anche nella monetazione per lo Stato dipendente nel Nord Italia. Scompare dalle monete in rame qualunque riferimento al Regno Lombardo-Veneto, come anche la raffigurazione della Corona ferrea (nel 1859 la Corona verrà addirittura portata a Vienna, dove resterà fino al 1866 per poi ritornare a Monza). Ne prende il posto l'aquila bicipite sormontata dalla Corona d'Austria. Anche la legenda lascia ben pochi dubbi: "IMPERO AVSTRIACO". Trovo interessante che, al contrario, nei nominali di maggior valore in metallo nobile compaiano al rovescio anche i simboli araldici di Milano e Venezia e la dicitura "LOMB • ET VEN". Qui si potrebbe forse ipotizzare una funzione sociale differente per le monete a seconda del loro metallo, con gruppi demografici di riferimento da "gestire" diversamente: "Sta di fatto che il Lombardo - Veneto si presentò all'unità con il 64% di analfabeti, appena un 4% in meno che la media italiana." Fonte: http://www.kelebekler.com/occ/renzetti07.htm Quest'ultima rimane comunque una pura congettura da parte mia, non sono al corrente di studi che sostengano queste idee, quindi non mi dilungherò oltre. Le monete sono testimoni del nostro passato, e a noi tocca custodirle perché possano continuare a esserlo anche in futuro. Saluti Magus
    2 punti
  9. Sono più o meno d'accordo con quanto già scritto riguardo allo stato conservativo. Aggiungo che la moneta è "sorella" di un altro pezzo da 5 centesimi coniato pochi anni prima. La differenza sta, oltre che nei dati ponderali, nel fatto che se su quella moneta figurava solo la dicitura e la corona del Regno Lombardo Veneto, sulla moneta di @Josh81Josh81 campeggiano l'aquila asburgica, gli stemmi imperiali e regali del Lombardo Veneto e la dicitura IMPERO AUSTRIACO: una chiara conferma di sovranità da parte del potere asburgico.
    2 punti
  10. La responsabilità della zecca partenopea, come tutti sappiamo dal Sambon o dall’Yver, per citarne due (si potrebbe andare all’infinito), è stata a lunghi tratti in mano a banchieri fiorentini. Per fare un esempio, questi ultimi conservavano i paragoni per la saggiatura, per cui possono assurgere non solo a maestri di zecca, quali di fatto erano, ma anche a maestri di prova, in persona, o con l’aiuto di un fonditore esperto. Quindi il responsabile era sia fiorentino, sia della zecca di Napoli. Poi nel corso del tempo la faccenda si è allargata anche ai Ragusei, come Jacopo Cotrugli (1426-1436). Esisteva un doppio diritto: fiorentino, sulla coniazione del fiorino; napoletano/fiorentino, sulla gestione della zecca. C’è da ricercare e divertirsi come i pazzi!!! Il personale meno qualificato era probabilmente locale, ma ad esempio, quando fu aperta la zecca di Castel Capuano, durante l’attività di quella tradizionale presso il palazzo del Delle Vigne, la quale non smise mai di lavorare sino al 1325, molti operai minori facevano parte della squadra del fiorentino Francesco Formica e provenivano da Brindisi.
    2 punti
  11. Una moneta universale, coniata con un lato uguale per tutti e uno diverso. Non vi ricorda qualcosa? L'idea di siffatta moneta e il sistema in cui avrebbe dovuto circolare è descritta nell'opera del suddetto economista reggiano del XVI secolo, L'Alitinonfo, pubblicata nel 1582. Ecco l'originale scansionato: https://books.google.it/books?id=kjBZ-eqg6hkC&q=scaruffi&pg=PP1&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Ma per meglio apprezzare il personaggio e la sua epoca consiglio prima la lettura di questo articolo di Cronaca Numismatica: http://www.stefanopoddi.it/Pdf/Gasparo Scaruffi 200 dpi.pdf
    1 punto
  12. 1 punto
  13. -La prima medaglia con il doppio appiccagnolo, in bronzo/ottone, da rosario, presenta il cuore addolorato è ferito di Maria, nell'altro lato la figura non è ben distinguibile, potrebbe essere La Madonna oppure Gesù (Ecce Homo)? E del XVIII sec.- La seconda medaglia devozionale, in bronzo/ottone, con appendici globulari o piolini, ad ore 3,6.,9. e della prima metà del XVII sec., probabile produzione romana? D/ La Madonna con le mani congiunte sul petto, e coronata, circondata da teste di cherubini potrebbe essere l'Assunta in cielo, se avesse avuto il crescente di luna in basso sarebbe stata sicuramente L'immacolata Concezione, tipologia non comune.-R/ Crocifisso di Sirolo con estremità trilobate, con ai lati due angeli ceroferari, anepigrafe, di stile particolare e insolito, medaglia molto bella e rara. Ciao Borgho
    1 punto
  14. Il calcio non è il mio sport preferito, essendo un individualista, ma non lo disprezzo neppure. Ecco un gol che potrebbe piacere a tutti: https://www.eurosport.it/calcio/calcio-gol-pazzesco-dal-ghana-aggancio-al-volo-e-arcobaleno-da-centrocampo_vid1504704/video.shtml
    1 punto
  15. Mi sfugge sempre qualcosa in questi casi... Come si fa a dire « ho comprato una moneta (che buona costa 8.000/ 10.000 euro lo sanno anche le pietre) ma non ho le competenze per sapere se è autentica ». A pensare male si fa peccato, a volte però qualche dubbio sovviene...
    1 punto
  16. Grazie davvero per la spiegazione dettagliata é stato davvero gentile,?buona serata
    1 punto
  17. La tipologia è quella del quattrino con San Giorgio che trafigge il drago, come correttamente indicato da @fedafa. Penso però che l'esemplare in esame sia da identificare nella tipologia emessa a nome di papa Innocenzo XI. Mi pare infatti evidente la perlinatura nel contorno del verso che conduce quindi ad una tipologia anepigrafe e di conseguenza alla tipologia rappresentata nel collegamento che segue: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FEINXI/1 ciao Mario
    1 punto
  18. Quattrino con San Giorgio e scritta (lamoneta.it)
    1 punto
  19. Ciao magicoin, grazie. Complimenti, FERDINANDAS, mi piace molto.... Un saluto Raffaele.
    1 punto
  20. Complimenti Raffaele, per la moneta e per la foto. magicoin
    1 punto
  21. Ciao! E si, avete ragione, tornato a casa dalla bergamasca (per visita di papà fatta questa mattina) vedo che non ci sono alternative al conosciuto Zuanne Barbo (il Montenegro scrive erroneamente, credo per un errore di battitura: Zuanna Bardo) che, così scrive Andrea Keber, operò nella zecca dal 12/04/1432 al 12/04/1433. "Un bel dilemma...questo Foscari cambiava massaro ogni anno.." 34 anni di dogato, c'è da sbizzarrirsi e ne mancano all'appello ... ma non è questo il nostro divertimento? saluti luciano
    1 punto
  22. dovrebbe essere il leone di venezia...mal messo però assomiglia più a Pimpa
    1 punto
  23. Innanzitutto grazie per aver integrato quanto ho scritto io. In tutta fretta e superficialità, nel mio intervento (#7), ho parlato solo di corona del Lombardo Veneto. E poi ancora grazie per la precisazione circa la situazione storico-monetaria. Credo che @Josh81 abbia a questo punto materiale a sufficienza per godere appieno del suo pezzo.
    1 punto
  24. Indonesia, 1000 rupie 1996 al rovescio : palma da olio
    1 punto
  25. Ciao! Non hai ricevuto risposta fin ora perchè questa sezione non è visitata dai collezionisti di cartamoneta. Credo che se spostassi questa discussione nella sezione cartamoneta avresti molte risposte. ps. So che questa sarebbe la Sezione corretta però purtroppo noi cartamonetai già siamo pochi e difficilmente usciamo dalla nostra sezione ?
    1 punto
  26. @ART sapessi di cosa erano capaci gli abitanti di Costantinopoli per una corsa di carri... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  27. Siria, 25 pound 1996-1416 al rovescio : edificio della Banca Centrale di Siria, a Damasco
    1 punto
  28. Bravo!! Lavoro interessante!! Complimenti!
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  29. Gettone religioso di cartone (1,2 g, 29,2 mm) di Carate Brianza con i SS. Ambrogio e Simpliciano sul diritto all’interno di una scena della Natività in cornice circolare incusa e MENSA / 20 sul rovescio. Serviva quindi da buono pasto. Scheda di Paolo Pitotto
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  30. Ottimo a dir poco. Grazie per il "passo".
    1 punto
  31. Ciao! Complimentoni, bravo! Ci farai sapere per tempo dove acquistarlo ..... saluti luciano
    1 punto
  32. Hai capito benissimo, le possibilità sono due, RIC VIII56 o 65. ?
    1 punto
  33. 1996 Portogallo - 200 escudos Insediamento portoghese a Macao
    1 punto
  34. taglio: 2 euro cc paese: monaco anno: 2013 tiratura: 1.249.131 condizioni: bb città: trieste
    1 punto
  35. Adelchi Benetton IL SOLDINO VENEZIANO E I SUOI MASSARI da Andrea Dandolo ad Agostino Barbarigo
    1 punto
  36. 1996 Stati dell'Africa occidentale - 250 franchi
    1 punto
  37. Ho notato che, nonostante le numerose e lunghe discussioni sugli Angioini, in questa sezione mancano discussioni sui fiorini di conio fiorentino o i fiorini di Firenze coniati a Napoli. Si tratta di fiorini coniati da zecchieri fiorentini, scelti dalla Repubblica fiorentina, per coniare fiorini identici a quelli di Firenze in zecche istituzionali. Buon divertimento. Un esempio:
    1 punto
  38. Anni fa fu pubblicato su Panorama Numismatico un mio articolo in cui scrivevo della Zecca di Termoli e scrissi anche sul simbolo del giglio sulle monete medievali molisane sostenendo che,forse,a coniare monete medievali molisane potessero essere stati alcuni zecchieri fiorentini dal momento che per stile e posizionamento in legenda del giglio vi era molta somiglianza con i Fiorini piccoli Salutoni odjob
    1 punto
  39. Siria, 2 pound 1996-1416 al rovescio : teatro romano di Bosra
    1 punto
  40. Questi erano professori, che non controllavano a questo punto quello che facevano gli alunni, (solo a me allora il professore menava scappaccioni quando sbagliavo a scrivere l italiano corretto o i verbi), e quindi uscivano questi "falli". Quindi a questo punto sono tutti "falli"? Tranne che la 34 aquile rovesciate, le 10,11,13 torrette sono falli, la 34 FERDINANDAS, per restare in tema delle 34...ma se sono falli come mai nei cataloghi sono riportate varianti?
    1 punto
  41. Ho tutti e soprattutto letto i tuoi libri e pubblicazioni, comprerò anche questo perchè mi era sfuggito. Dato che hai aperto un'apposita discussione sull'argomento e nell'attesta della lettura, se puoi rispondere, desiderei una qualche anticipazione, mi spiego: I coni venivano prodotti a Firenze ? e poi portati a Napoli ? ... nel primo caso dovrebbero essere, credo ed è ragionevole, del tutto uguali7identici a quelli fiorenti. Nel secondo, invece, cioè se fossero stati fabbricati a Napoli, ti chiedo se sei a conoscenza di una qualche minima differenza, tra loro, per determinarne la paternità. Grazie.
    1 punto
  42. I rilievi sono un po' appiattiti e consumati, si vedano ad esempio lo stemma sul petto dell'aquila bicipite e parte della perlinatura. Il bordo non mi sembra avere colpi vistosissimi ma c'è comunque qualche taglietto, come anche nei campi sono presenti dei graffi e segnetti. Per questi motivi non arriverei al BB pieno. Penso darei un MB-BB al D/ e un qBB al R/, dando il beneficio del dubbio alla foto leggermente sfuocata. Dovendo dare un giudizio singolo direi qBB. Nel complesso la trovo comunque una moneta piuttosto gradevole e non mi farei alcun problema a metterla in collezione. Senti comunque altri pareri sulla conservazione, ho ancora molto da imparare in merito e ho visto poche monete di questo tipo per fare un "confronto mentale" preciso.
    1 punto
  43. Verissimo, una grande raccolta... Ricordo di aver visto un cartellino da te postato con un progressivo di oltre 3000 se nn ricordo male...vedendo quel numero ho subito immaginato il monetiere e la grande raccolta messa su....io della collezione ho una 26 reimpressa presa in asta da Scaligera e questo sebeto preso da un privato....
    1 punto
  44. È carica di significato, in realtà oltre ad essermi piaciuta l ho presa anche per il cartellino della collezione precedente. Un saluto Raffaele.
    1 punto
  45. Buongiorno e buona domenica a tutti, @Litra68grazie per aver lasciato aperta questa bella discussione, discussioni come questa sono un patrimonio.... La napoletana di oggi... Un saluto a tutti. Raffaele.
    1 punto
  46. L’obiettivo della ricerca di questo anno era quello di indagare due settori delle strutture murarie evidenziate dalle ricerche LiDAR (ma visibili anche nelle immagini aeree del 1957 e in certe condizioni di luce radente) sul colle di San Rocco/Koromacnik nel Comune di San Dorligo della Valle – Obcina Dolina al fine di tentare di comprendere la cronologia delle stesse e le tecniche costruttive. Scavi condotti dal Dott. Bernardini (Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam/ Venice Centre for Digital and Public Humanities dell’Università Ca’ Foscari di Venezia) in collaborazione con Università di Trieste, l’Istituto di Archeologia Accademia delle Scienze ed Arti/ Znanstvenoraziskovalni center Slovenske akademije znanosti in umetnosti e la Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. In bianco area sondaggio 2019, in blu e verde le due trincee 2021 (puramente indicativo). Il colle è lambito a sud dal torrente Rosandra e si eleva in una posizione strategica a poche centinaia di metri dal punto più interno e protetto del golfo di Trieste. L’accampamento che lo occupa ha un’estensione di oltre tredici ettari e presenta una planimetria piuttosto complessa. La principale struttura di fortificazione ha una forma quasi semicircolare (larga fino a circa 600 m), mentre al suo interno si riconoscono varie murature. Le ricerche hanno permesso di mettere in luce complesse opere difensive costituite da terrapieni associati a strutture in pietra e fossati, senza confronti nei pochi siti coevi noti nella penisola iberica. Più nel dettaglio, il muro di difesa esterno, largo circa 10 m, presenta dall’esterno verso l’interno dell’accampamento un piccolo fossato che probabilmente ospitava una palizzata, una massicciata di pietre alta circa 1.5 m, un ulteriore piccolo fossato con ogni probabilità utilizzato per il fissaggio di ostacoli lignei e infine, a una quota leggermente maggiore, un camminamento largo circa 5 m composto da un muro a sacco e un terrapieno interno, in origine protetto da un parapetto ligneo. La struttura conserva tracce evidenti di un incendio che ha raggiunto temperature molto elevate. Lo studio dei materiali ceramici rinvenuti, soprattutto anfore, e degli abbondanti resti di carboni, con ogni probabilità permetterà di precisare la cronologia della struttura e di comprendere se possa essere legata alla guerra del 178-177 a.C., come recentemente ipotizzato, o a un momento successivo. Per chi fosse in zona e avesse interesse a visitare lo scavo sono state organizzate due visite guidate gratuite agli scavi. Martedì 14 luglio e venerdì 16 luglio 2021 gli archeologi responsabili dei lavori condurranno i visitatori all'esplorazione del sito. Orario e luogo di ritrovo: 17.30, piazzale davanti alla Wartsila (Bagnoli della Rosandra, 334, 34018, San Dorligo della Valle). Prenotazione obbligatoria: è previsto un numero massimo di 20 persone per visita guidata. Per prenotare scrivere a: [email protected] Struttura interna in corso di scavo. Struttura esterna in fase di scavo. https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2021/07/09/archeologia-nuova-luce-su-architettura-militare-romana_012ba1d4-5154-468f-9cf3-d31bcfe99446.html https://www.facebook.com/514860465326246/posts/2536594823152790/ Grazie per l'attenzione Illyricum
    1 punto
  47. Infatti è così: lei (al pari di ogni privato) non può obbligare qualcuno a fornire i dati sulla provenienza delle monete che intende acquistare. Ma può certamente e legittimamente richiederli. Può legittimamente chiedere anche la fattura di acquisto. E’ solo una sua scelta operativa che le consentirà, un domani, di stare ancora più sereno. Del pari, colui al quale chiede questi dati sarà legittimamente autorizzato a opporle un secco rifiuto (a questo punto starà a lei valutare il comportamento della sua controparte commerciale e decidere se mandarla a quel paese o correre comunque il rischio di farvi affari). Ma lei questo, per quanto scrive al post #209, dimostra di saperlo bene. La sfumatura è sottile: se chiedo l’esibizione o la copia delle fatture o degli altri titoli di acquisto della moneta che un privato qualsiasi mi propone in vendita non faccio torto a nessuno, tantomeno alla legge (anzi, evito di incorrere, ad esempio, nell’ipotesi dell’incauto acquisto) né mi sto arrogando poteri di P.G. Per me un problema di privacy non si pone neanche: non chiedo quei dati per diffonderli o renderli di pubblico dominio. Lo faccio per mia esclusiva tranquillità (la legge non mi vieta di farlo). Lo faccio solo per poter dimostrare, un domani, in maniera ancora più agevole e ove malauguratamente ne fossi costretto, che il mio acquisto è stato effettuato in buona fede. Soprattutto ove si consideri che l’oggetto della compravendita è un bene “rognoso” di suo. Quanto afferma @Sirlad è corretto: per il venditore professionale – quantomeno in linea di principio – può essere più che sufficiente l’autodichiarazione del conferente che, sotto la propria esclusiva responsabilità, dichiara di essere legittimo proprietario di ciò che sta cedendo. La legge non lo obbliga a pretendere di più o un qualche particolare documento a corredo. Ma c’è un aspetto fondamentale che non va dimenticato e che, ove opportunamente considerato, rende l’idea di quanto sia importante che il professionista (italiano) faccia tutte le opportune verifiche sulla provenienza della moneta che acquista e che poi metterà a sua volta in vendita: l’obbligatorietà, per quest’ultimo, del rilascio, in favore di colui al quale rivenderà la moneta, dell’attestato di lecita provenienza. Se io fossi un professionista e dovessi attestare la lecita provenienza di una moneta che sto per vendere non mi farei bastare la “parola” del conferente. Attestando a mia volta la lecita provenienza della moneta, infatti, è come se affermassi che chi me l’ha a sua volta venduta l’ha acquistata regolarmente e che, quindi, io l’ho appurato. Ma posso metterci la mano sul fuoco solo perché mi ha firmato un pezzo di carta? Per carità, nessuno mette in dubbio che se la moneta venduta da Tizio al commerciante Caio e da quest’ultimo rivenduta al collezionista Sempronio fosse un domani avocata dallo Stato il commerciante (al quale sicuramente il collezionista si rivolgerà per ottenere come minimo la restituzione del prezzo pagato) possa a sua volta andare a bussare alla porta di chi gli ha conferito quella moneta. Ma perché rischiare di andarsi a imbarcare in una tale bega? La natura professionale di chi vende è un aspetto fondamentale: il requisito di professionalità impone che chi effettua la vendita osservi una condotta improntata a una diligenza sicuramente più “intensa” rispetto a quella esigibile da una persona qualunque. E’ la garanzia che porta il collezionista prudente a scegliere di comprare solo da venditori qualificati e non dal primo che capita. E’ inutile, non se ne esce. Saluti.
    1 punto
  48. Chiunque, quando effettua un acquisto, può (ma dovrebbe sempre) fare tutte le verifiche che ritiene più opportune per accertare la provenienza di ciò che intende comprare. La legge sulla privacy non è un limite né un ostacolo a questo tipo di verifica: non pone alcun divieto alla facoltà di assumere informazioni o raccogliere dati ma pone delle prescrizioni nelle modalità di trattamento degli stessi una volta acquisiti. E’ chiaro che il privato non ha alcuno strumento per pretendere in fase precontrattuale (cioè prima di acquistare la moneta) le informazioni che chiede non essendo, come lei osserva, organo di P.G. L’unico mezzo di “pressione” esercitabile su chi propone la vendita è di rinunciare all’acquisto. Non è un obbligo di legge, ovvio, ma è una questione di opportunità. Quando io acquisto da venditore professionale lo faccio nella serenità che il professionista abbia svolto questo tipo di verifiche prima di acquisire la moneta e rivendermela. Del resto, quando il professionista mi rilascia l’attestato di autenticità e lecita provenienza si assume proprio la responsabilità di aver fatto le predette verifiche. Nella stragrande maggioranza dei casi sarà impossibile risalire a passaggi di proprietà sino al 1909. Il professionista potrà limitarsi anche a chiedere il solo titolo di provenienza del conferente (l’ultimo passaggio della catena, per intenderci). O ad accontentarsi di una semplice autodichiarazione. Sarà molto importante il contenuto del contratto che il professionista farà firmare al conferente. Se la moneta dovesse risultare poi di proprietà statale, allora l’acquirente potrà rivalersi nei confronti del professionista e quest’ultimo nei confronti del proprio dante causa (il conferente). Ritengo possa tranquillamente farsi ricorso alla garanzia per evizione. Saluti
    1 punto
  49. Anche io monete romane imperiali ( anche se a dire la verità all'inizio ho acquistato anche monete repubblicane e saltuariamente lo faccio ancora). ero partito con l'idea di una moneta per imperatore - denari in particolare - e poi il tutto è naufragato.... ora acquisto quello che mi colpisce maggiormente. in particolare adoro le rappresentazioni delle province, fiumi, città etc e per questo mi sono appassionato alla "serie dei viaggi" di Adriano. mi piacciono molto anche i rovesci mostranti monumenti in generale così come le monete che riportano la dicitura Italia. Sono conscio di essere molto confusionario ma è fantastica l'attesa che intercorre tra l'acquisto ed il momento in cui la moneta mi viene recapitata. buona giornata a tutti
    1 punto
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