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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/06/21 in tutte le aree
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Massimino il Trace Gaio Giulio Vero Massimino (in latino Gaius Iulius Verus Maximinus, nato in Tracia nel 173 circa e morto ad Aquileia Romana il 10 maggio 238), meglio noto come Massimino il Trace (Maximinus Thrax), è stato imperatore romano dal 235 alla sua morte nel 238. Fu il primo barbaro a raggiungere la porpora imperiale, grazie al solo consenso delle legioni, essendo nato senza la cittadinanza romana e senza essere neppure senatore. Fu anche il primo imperatore a non aver mai messo piede a Roma, in quanto trascorse i suoi tre anni di regno impegnato in vittoriose campagne militari. Egli fu anche il primo imperatore-soldato del III secolo. Il suo governo viene ritenuto dagli storici un vero momento di svolta della storia imperiale (anarchia militare). Massimino, da vero soldato qual era, ottenne successi militari sia lungo il fronte renano sia danubiano, dove sconfisse prima gli Alemanni e poi i Sarmati della piana del Tibisco. Massimino impose un durissimo prelievo fiscale per finanziare l'esercito e s'inimicò sia il Senato sia le élite delle città. La rivolta contro di lui partì dall'Africa, dove proprietari e coloni si ribellarono e venne acclamato Augusto il proconsole d'Africa Gordiano I che associò al potere il figlio (Gordiano II) venendo quindi riconosciuto dal senato. La rivolta fu domata dalle truppe di Massimino e i due Gordiani furono eliminati. Nel 238, però, Massimino venne infine ucciso dai suoi stessi soldati mentre assediava Aquileia nel tentativo di raggiungere Roma. Massimino fu anche uno degli uomini più alti della storia umana, misurando tra i 239 e 248 cm circa. Valore nominale: Sesterzio Diametro: 31 mm Peso: 19,67 gr Dritto: MAXIMINVS PIVS AVG GERM, busto laureato drappeggiato e corazzato a destra visto di 3/4 da dietro Rovescio: VICTORIA GERMANICA, S-C in campo, la Vittoria stante a sinistra, tiene corona in mano destra e ramo di palma nella sinistra, ai piedi prigioniero seduto con mani legate dietro Zecca: Roma Officina: 6e Anno di coniazione: fine 237-gennaio 238 Riferimento: RIC 90, Cohen 109 (8f), BMC/RE 191 Rarità: R1 Note: Sesterzio coniato per festeggiare la grande vittoria sulle tribù Germaniche del 236. Uno degli ultimi arrivi. In mano è BELLISSIMA con particolari veramente incredibili. ? Ave! TWF6 punti
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Buonasera a tutti, Finalmente è entrata in Collezione Litra68 una moneta da tempo desiderata, l'ho presa perché ho trovato il giusto rapporto qualità prezzo secondo i miei canoni. Piastra Francesco I 1825 Francesco I di Borbone (Francesco Gennaro Giuseppe Saverio Giovanni Battista; Napoli, 19 agosto 1777 – Napoli, 8 novembre 1830) fu Re delle Due Sicilie dal 1825 fino alla morte. Cercavo sul Web un qualcosa che potesse accompagnare la moneta, perché ritengo che attraverso la ricerca fatta in questo modo ci si possa arricchire di nuove conoscenze e di cose che anche se piccole sono interessanti. Magari non sono note prettamente Numismatiche ma aiutano a capire la persona dietro la Corona. ? Voglio riportare qualcosa che riguarda l'uomo non il Re. Un uomo appassionato tra le altre cose di Botanica. La sua passione per la Botanica lo portò a scrivere due Trattati sull’argomento: “ Istruzione sulla coltura del Cartamo” e “ Memorie sulla coltura e uso dell’erba dell’abbondanza” come riferì Giulio Genoino poeta napoletano. Ma cosa è il Cartamo? Il Cartamo è una pianta dai molteplici utilizzi. I semi (contengono il 40-45% di olio) vengono utilizzati per la produzione di olio ricco di acidi insaturi (soprattutto linoleico 75% e oleico 10%), utilizzato soprattutto nell'industria farmaceutica e nella produzione di vernici. I panelli di cartamo vengono impiegati nell'alimentazione degli animali per il loro elevato contenuto di fibra e proteine. Dalla corolla dei fiori si estrae la cartamina, sostanza colorante usata in tintoria e in cosmesi. Il cartamo (l'intera pianta) viene impiegato nell'alimentazione degli ovini sia come foraggio fresco che affienato, se falciato prima della fioritura. Saluti Alberto5 punti
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In teoria, una volta esauriti i rimedi di impugnazione interna, si... con quali risultati pratici non saprei dirle. E invece no. Per la legge la proprietà privata dei beni culturali è ammessa tanto quanto quella statale. Sarebbe più facile convincersi, invece, che le monete sono una categoria “speciale” di beni che assumono rilevanza ai fini dell’applicabilità del Codice dei Beni Culturali solo al ricorrere di determinate condizioni (l’art. 10, comma quarto, lettera b, è in questo senso che dovrebbe essere letto...). Ma questa è solo la mia opinione (e non sono certamente l’unico a sostenerlo). Saluti.3 punti
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1995 Germania - 10 marchi 800° Anniversario della morte di Enrico XII di Baviera, detto Enrico il Leone.3 punti
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Volevo avvisarvi che ho avviato il catalogo delle monete di Trieste. Ovviamente anche in questo caso è ancora parziale. Abbiate un po' di pazienza... Arka Diligite iustitiam2 punti
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Infatti il Gigante dovrebbe eliminare almeno la foto di riferimento perchè non è della vera variante (se mai c'è) ma una sbavatura di conio di una T ed anche un bimbo la vede,poi si vuol chiamare Variante anche il difetto di conio........ Un catalogo può commettere un'errore,spero di scelta,un Perito meno per come la vedo io. L'onesta numismatica per me ha la precedenza su tutto. Un BB per me puo essere un BB+ o qBB, per un'altro ma una P è questa una T è quest'altra.2 punti
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Buongiorno, recentemente ho aggiunto in collezione per una cifra veramente ridicola (tra spedizione e prezzo circa 5€) un esemplare un po’ consunto sul diritto e con una lacuna parziale ma pur sempre di un certo interesse . Era stato interpretato come un generico “follis di Costantino” ma in realtà si tratta di Maximinus II Daia. E’ un esemplare noto che presenta due iconografie a rovescio: la prima contraddistinta da “Virtus (o Marte) avanzante verso destra, elmato, mantello flottante, reggente una lancia trasversale nella mano destra e trofeo appoggiato sulla spalla sinistra con la mano che regge uno scudo (RIC VI, Nicomedia 70 a/b) la seconda contraddistinta da “Virtus (o Marte) avanzante verso destra, elmato, mantello flottante, mano sulla testa di un nemico inginocchiato e trofeo appoggiato sulla spalla sinistra con la mano che regge uno scudo (RIC VI, Nicomedia 78 b) . Si tratta di una serie non troppo comune emessa attorno al 311 d.C. delle zecche orientali (Alessandria, Antiochia, Cyzicus, Nicomedia, Thessalonica) condivisa tra Licinio I, Costantino (rara) e Massimino II Daia. A differenza di quanto riportato dal RIC, la 70 a è emessa anche per Costantino (e non solo la 78) per quanto con rating “raro”. L’esemplare proposto presenta una lettera B in campo destro. Secondo il RIC a Nicomedia il tipo fu emesso nelle quattro officine: A, B, Gamma e Delta ma nonostante i miei sforzi non ho trovato un confronto puntuale. Viceversa ho trovato uno ma a nome di Costantino: OBVERSE IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG [IMP C FL VAL CONSTANTINVS P F AVG]; head r., laur. REVERSE VIRTVTIE-XERCITVS [VIRTVTI EXERCITVS]; Virtus [actually Mars] advancing r. in military dress, r. holding transverse spear, l. shield and trophy over shoulder. B in right field. SMN in exergue. http://notinric.lechstepniewski.info/6nic-70b_b.html Mi chiedo pertanto, considerando l’imprecisione del RIC per questa tipologia (esistono molti NOT IN RIC): - - siamo in presenza di un ibrido diritto Maximinus II Daia/ rovescio costantiniano da officina B come sopra? - o siamo in presenza di un prodotto della zecca di Nicomedia dove l’attività dell’officina B era minore rispetto alle altre e quindi sotto rappresentata? Quindi meno comune che il segnalato “scarce”? Saluti Illyricum2 punti
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Aggiungo due estratti interessanti di documenti dell'epoca. Nell’articolo di Giuseppe Maria Viti “Dove e come si fabbricano i nostri soldi” pubblicato ne La Lettura 1912 viene scritto: "i tondelli assumono, dopo questa operazione, un aspetto curiosissimo: una nera zona circolare, come un fosco alone, interrompe la bianchezza del metallo. Ma un nuovo imbianchimento toglie la bruna impurità emersa dalla sottocute del tondello". Nella Relazione della Regia Zecca 1911-1912 viene scritto: “l’operazione della raschiatura, per diminuire il peso dei tondelli sopra la tolleranza, viene eseguita con macchine cosidette tornitrici , che tolgono un riccetto avente forma di corona circolare sopra una delle faccie dei tondelli pesanti”.2 punti
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Sei ambiguo come al solito.. Una moneta con pedigree da asta risalente al 1915 non è di provenienza illecita, (giusto?) ma lo stato può prenderesela come e quando vuole se la ritiene di interesse archeologico/artistico/culturale e quant’altro, perché non si può dimostrarne il possesso ante 1909. Non ci può essere nessun procedimento penale perché gli attori della vendita del 1915 sono tutti sotto due metri di terra, giusto?2 punti
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Buongiorno @olivia, è una rupia di Aurangzeb Alamgir I (1658 - 1707), coniata presso la zecca di Gulkanda. La data al dritto è AH 1071, ovvero il 1692 - 1693. L'anno di regno al rovescio è infatti il quarto (۴). https://en.numista.com/catalogue/pieces72915.html https://www.ngccoin.com/price-guide/world/india-mughal-empire-rupee-km-300.28-1071-4-xxxx-28-cuid-1168766-duid-1583538 Riferimenti: KM# 300.28 https://www.acsearch.info/search.html?term=aurangzeb+gulkanda+rupee&category=1-2&lot=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=1 saluti Magus2 punti
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Adelchi partiamo da un presupposto ancora a monte. Sai quanti tremissi ‘flavii’ sono stati censiti? Abbiamo un elenco delle flavie per zecca? ecco, dopo di che all’interno di questi insiemi possiamo distinguere le flavie che in legenda riportano FLAVIA, oppure FLA, oppure FL etc. il testo piu’ recente e completo sulle ‘tipologie’ Flavie ( che pero’ non riporta le consistenze - ovvero gli es. conosciuti per tipo) e’ quello della Pardi che amplia e corregge in parte i testi precedenti del Bernareggi. arslan ha scritto molto sui longobardi cogliendone aspetti estremamente interessanti riguardo la monetazione. Il suo catalogo fa pero’ riferimento alle consistenze del museo archeologico di milano. parimenti il MEC che fa un’eccellente analisi e forse la piu’ aggiornata della monetaz longobarda , come esemplari flavii riporta i pochissimi presenti nella coll ex Grierson oggi donata al Fitzwilliam di Cambridge. non esiste ad oggi uno studio sistematico della produzione Flavia di tremissi longobardi. E’ e resta una monetazione estremamente rara ( tanto piu’ per gli esemplari sicuramente autentici insidiara peraltro - come vediamo - da falsificazioni piu’ o meno recenti) che resta difficile studiare in modo sistematico per la frammentarieta’ delle fonti. ancora piu’ rara la monetazione Flavia di Carlo per il quale pero’ abbiamo il ripostiglio integro di Ilanz che e’ stato oggetto di diversi studi. non pertinenti alla monetazione flavia quelle gote e vandale.2 punti
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Croazia in arrivo nell'Eurozona! Il governo croato sta lavorando per entrare nella zona euro nel 2023 e...sta già lavorando anche sui temi delle monete! Qui sotto li linko il sito dove si può votare e fare delle proposte. Il sito è solo in croato, ma si può bypassare il problema usando la funzione traduzione dei nostri browser https://www.euro.hr/1 punto
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Non è inedita, anzi ben conosciuta (es. Voltolina I, 40 pag. 58). È una medaglia ibrida D/ Moro R/ Foscari. Conosciuta anche da Armand e da Hill. Anche io propendo per una fusione postuma, sempre giudicando delle foto. PS se scrivo in un annuncio che è sconosciuta, quando invece non lo è, mi sa tanto di specchietto per le allodole...1 punto
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Esatto! Il punzonatore misterioso ha colpito ancora! ? Chi è JK che contromarca le monete? Stiamo indagando su un fenomeno continentale! se ne parla già su altri forum, qui in particolare in Germania: https://www.emuenzen.de/forum/threads/wer-ist-jk-der-die-muenzen-punzt-wir-untersuchen-ein-phaenomen.94119/ Proprio vero che c'é gente che non sa che c***o fare... io gli consiglierei un hobby, tipo la numismatica! ? Servus, njk1 punto
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Lo sai che Amo gli scarrafoni. ?1 punto
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Buonasera, Con foto migliori si potrebbe confermare la mia personalissima ipotesi: bronzo di Gela dell’epoca di Timoleonte da ascriversi ad una delle tipologie Jenkins 544-544A-545, dubitativamente considerato un tetras. Al dritto testa di Ercole con copricapo leonino a destra ed al rovescio la testa della divinità fluviale Gela barbata a sinistra. Il peso tornerebbe. Ma chi te l’ha venduta non aveva fatto alcuna ipotesi di classificazione?1 punto
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L'idea che mi sono fatto é che in realtà quella che tu vedi come una "A" rovesciata sia in realtà una "V" in cui la stanghetta del piedino della "A" precedente battuta in maniera disallineata, sia caduto casualmente proprio a metà della "V" facendola diventare appunto una "A" rovesciata! Ci sono comunque altri casi, piuttosto frequenti, in cui il punzone della "A" sia sostituito con quello della "V" e viceversa o per svista del coniatore o perché non disponibile. Proprio in virtù del fatto che queste monete sono coniate a martello e non al torchio o con altre tecniche meccanizzate, ogni esemplare, seppur per piccoli dettagli, sarà sempre diverso da un altro della stessa tipologia. Michele1 punto
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Materia molto complessa, praticamente senza documentazione scritta. Gli inizi sono composti da monete imitative, molto difficili da distinguere. Anche le successive anonime sono ermetiche. Un po' più semplice il lavoro sulle emissioni di Cuniperto e Ariperto. Le difficoltà ricominciano con Liutprando, il cui regno lunghissimo ci ha regalato una monetazione tutta da scoprire. Poi i rarissimi Ratchis e Aistolfo. Desiderio e Carlo Magno pure non scherzano. Poi le emissioni della Tuscia, le Flavie... E dopo anni di lavoro quanti lettori interessati? Chi riuscirà in un impresa simile dovrebbe avere un monumento. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Io ti consiglio di andare con calma, se hai da poco iniziato a collezionare monete romane. Ci sono infatti tanti aspetti da valutare e la capacità di apprezzarli si modifica nel tempo e con l'esperienza. Dal punto di vista dell'approccio all'acquisto, prima di rivolgerti a commercianti esteri, ti suggerisco di frequentare convegni (adesso pare ripartiranno) e mercatini o semplicemente un negozio di numismatica presente dalle tue parti. Potrai farti un idea delle monete guardandole dal vivo e avere dei consigli diretti che specie all'inizio sono preziosi.1 punto
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Purtroppo mi sentirei di risponderle di no: la tranquillità non la si può mai avere sul piano civilistico. Una provenienza trasparente delle monete dovrebbe far stare sereni dal punto di vista penale (dovendosi escludere la sussistenza di qualsivoglia fattispecie penalmente rilevante). Non altrettanto sul piano civilistico, potendo lo Stato sempre rivendicare la proprietà delle monete adducendo che le stesse, essendo bene archeologico "per definizione" (l'espressione non è mia ma di una parte della giurisprudenza e dello stesso MiBAC), soggiacciono alla presunzione di proprietà Statale di cui si è ampiamente detto. In questo caso l'onere della prova contraria (diabolico, aggiungerei, visto che secondo gli interpreti si dovrebbe risalire al 1909, nonostante il silenzio della legge sul punto, aggiungo sempre io) è a carico del privato collezionista. Una precisazione: il sequestro in ambito penale è una misura cautelare che mira ad "assicurare" il bene "oggetto di presunto reato" nelle more che il processo penale faccia il suo corso. Il sequestro, in caso di esito sfavorevole per l'imputato, si convertirà certamente in confisca (le monete diventano a tutti gli effetti proprietà Statale). La confisca, tuttavia, potrà essere ugualmente disposta anche in caso di assoluzione ogniqualvolta venga accertata la rilevanza delle monete sotto il profilo "culturale" e il possessore non sia stato in grado di provare di possedere a uno dei seguenti titoli: i beni "1) gli siano stati assegnati in premio per il loro ritrovamento; 2) gli siano stati ceduti dallo Stato; 3) siano stati acquistati in data anteriore all’entrata in vigore della legge n. 364 del 1909 [...]". Alcune considerazioni strettamente personali che nulla hanno a che fare con il diritto. Acquistare da venditori professionisti è sempre la scelta più saggia. I professionisti sono a loro volta sottoposti a controlli e se una moneta finisce in vendita attraverso i loro canali (fisici o on-line che siano) è verosimile che la stessa sia stata già attenzionata da qualcuno superando indenne il vaglio di "interesse" per lo Stato. L'acquisto sulla Baia di monete antiche da privati è un rischio che non vale la pena di correre... fosse anche che abbiamo trovato il pezzo della vita. Lo Stato non ha interesse a recarsi a casa di chiunque acquisti monete antiche. Di solito se ciò si verifica è perché si è commessa qualche leggerezza nell'acquisto o nella smania di mostrare ad amici, parenti, conoscenti e chi più ne ha più ne metta, i propri tondelli (alcune volte i problemi nascono dall'invidia... spiace dirlo). Forse quest'ultimo è l'aspetto più triste per il collezionista che, sempre orgoglioso dei suoi pezzi, sarebbe pronto a esibirli alla prima occasione utile. E' quella che personalmente definisco "la solitudine del collezionista di monete antiche". Saluti.1 punto
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Buongiorno, i principi enunciati dalla Cassazione Penale nella sentenza di cui parliamo non sono una novità. Già da oltre dieci anni, infatti, la giurisprudenza (che a me risulti, maggioritaria) propende per la soluzione "statalista". Basti pensare che lo stesso MiBAC, nella circolare n. 13/2019, in materia di uscita e ingrasso nel territorio nazionale o della Comunità Europea di beni culturali, così incidentalmente recita: "A quest’ultimo proposito, è opportuno richiamare la specificità del regime giuridico delle cose di interesse archeologico, le quali, ai sensi dell’articolo 91, comma 1, del Codice, “da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini, appartengono allo Stato e, a seconda che siano immobili o mobili, fanno parte del demanio o del patrimonio indisponibile, ai sensi degli articoli 822 e 826 del codice civile”. In deroga a tale principio, è legittima la privata disponibilità di quei beni archeologici per i quali risulti dimostrata la proprietà privata anteriormente all’entrata in vigore della L. 20 giugno 1909, n. 364, la quale, disciplinando specificamente, all’articolo 15, lo scavo “per intenti archeologici”, ha, per la prima volta, introdotto la regola della proprietà a titolo originario dello Stato sui reperti archeologici rinvenuti. Ne consegue che i privati che abbiano acquisito la proprietà di beni archeologici prima di tale data, come pure i loro aventi causa, possono continuare a godere della libera disponibilità di tali beni. Inoltre, è da rammentare che l’ordinamento disciplina altre ipotesi di proprietà privata di beni archeologici, anche se ritrovati o scoperti dopo il 1909: è il caso, ad esempio, dei beni ceduti dallo Stato a titolo di compenso per il mancato utilizzo del fondo da parte del privato (v. l’articolo 15 della L. n. 364/1909) o di indennizzo per i danni subiti (v. l’articolo 43 della L. n. 1089/1939) o di premio per il rinvenimento di beni archeologici (v. l’articolo 92 del Codice), ovvero a titolo di alienazione o permuta effettuate in vigenza degli articoli 24 e 25 della L. n. 1089/1939. È tuttavia indubbio che tali ipotesi rappresentino fattispecie straordinarie e residuali rispetto al principio generale della proprietà statale dei manufatti di interesse archeologico ritrovati o scoperti fortuitamente. È da rimarcare, comunque, che in virtù della statuizione dell’articolo 91, comma 1, del Codice, a termini della quale tutte le cose di interesse archeologico, da chiunque e in qualunque modo rinvenute nel sottosuolo o sui fondali marini, sono ex lege di proprietà dello Sato, spetta a chi affermi il contrario dimostrare la legittima provenienza delle cose di interesse archeologico che abbia nella propria disponibilità, fornendo idonea documentazione comprovante che il diritto di proprietà rivendicato trova origine in una delle seguenti fattispecie: - nel rilascio, da parte dello Stato, a titolo di corresponsione del premio di ritrovamento o di altra giustificata cessione (come previsto, ad esempio, dall’articolo 15, secondo, terzo e quarto comma, della L. n. 364/1909 e dagli articoli 24, 25 e 43 della L. n. 1089/1939); - da un acquisto, a titolo originario (possesso in buona fede o usucapione, ai sensi degli articoli 1153, 1160 e 1161 del Codice civile, etc.) o derivativo (compravendita, donazione, successione, etc.), risalente, in principio, ad epoca antecedente all’entrata in vigore della L. n. 364/1909" (pagine 24-25, sotto il commento dell'art. 68 del Codice dei beni Culturali). L'orientamento ministeriale, dunque, si pone in perfetta armonia con l'atteggiamento restrittivo assunto dalla giurisprudenza. Non mancano tuttavia decisioni - sia pure in numero minore, sempre da quello che risulta a me - di segno opposto che ammettono, in ambito numismatico, una interpretazione delle norme più favorevole al privato. Il problema per il collezionista non ha una soluzione che gli assicuri di non avere grane per la sua passione: se si fanno acquisti alla luce del sole si potranno quasi certamente evitare guai penali ma ciò non esclude con certezza (civilisticamente parlando) che la collezione possa comunque andare perduta a beneficio dello Stato, con inevitabile danno economico (e affettivo) per il collezionista. Io non mi soffermerei sul caso specifico ma solo ed esclusivamente sul principio enunciato dalla Suprema Corte. Non possiamo sapere, infatti, come sia andata la fase istruttoria svoltasi nei precedenti gradi di giudizio. Non dimentichiamo che la legge non prescrive che il privato dimostri la legittimità del suo titolo di proprietà necessariamente attraverso documenti, ben potendo la prova essere offerta in altri modi (per quanto l'onere sia ostico). Saluti.1 punto
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Andorra, 25 centims 1995, 50° anniversario FAO1 punto
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Certamente, però quando ti arrivano a casa i carabinieri e ti sequestrano le monete, queste ti vengono sequestrate perché non vi è chiarezza sulla lecita provenienza, quindi nell’ambito di un procedimento penale... Si tratta di sequestro penale. Ora ti è più chiaro il concetto?1 punto
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A mio parere puoi dormire sonni tranquilli sotto tutti i punti di vista. E un’altra cosa, il sequestro lo fanno solo in caso di procedimento penale, nel tuo caso un sequestro sarebbe un nonsenso...1 punto
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Caro @allek, vedo solo ora questa discussione e questo commento in particolare. Potrei aver capito male, ma se questo è il principio enunciato dalla Cassazione, e se questo sarà quello a cui si rifaranno le successive pronunce, credo arriveranno tempi ancor più duri di quelli in cui il collezionismo di antiche già versa. É un po’ tardi, quindi mi fermo, prima di esprimere commenti poco lucidi per la stanchezza. Ma penso sarò molto preoccupato anche domani mattina, a mente lucida.1 punto
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https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/bollettino/a-stampa/supplementi?p_p_id=Supplementi_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_9BZc&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-1&p_p_col_count=2&_Supplementi_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_9BZc_actionName=bollettino&_Supplementi_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_9BZc_id=56&_Supplementi_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_9BZc_javax.portlet.action=invoke1 punto
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Non è così, se il venditore è iscritto non paghi nulla fino a 150 euro petronius1 punto
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@Pxacaesar Condivido appieno il tuo pensiero. Devo però dire che, pur essendo il nostro forum un'isola felice, come in ogni buona famiglia che si rispetti, non sono tutte rose e fiori. Sta quindi a noi fare in modo che il forum rimanga soprattutto un luogo libero, stigmatizzando gli atteggiamenti non consoni alle regole della buona educazione e del rispetto reciproco e comportandoci noi stessi per primi sulla base dei principi che hai così ben espresso. Ciao e grazie per il tuo contributo in sezione (un po' off topic, ma ci sta, dai!?) Stilicho1 punto
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Il bravo @Brennos2, aveva postato il confronto del rovescio, con il dettaglio del limite del conio di rovescio. Avevo già preparato il post che evidenzia quest'altro errore. Come si vede su tutti gli altri rovesci, dove il flan lo permette, il conio di martello nell'imprimere con il colpo sul tondello, crea un effetto di scodellamento, a causa dell'espansione del metallo. Nel falso questo non c'è. Probabilmente è stato creato a cera e pressofuso. Questa moneta, fa parte della collezione Comery, che Roma Num. ha esitato in più di un'asta. Il cerchio, solitamente limita la fine del conio, pertanto non sempre c'è il perlinato. vedi il tetradramma di Syrakosion di Kimon di faccia. Sul dritto il perlinato, sul rovescio un sottile cerchio lineare.1 punto
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Temo che il problema non sia neanche di regolamenti ma discenda da una impostazione superficiale del tema "collezionismo numismatico", impostazione sempre più tesa a circoscrivere - fino forse a escludere - la possibilità che le monete antiche possano essere in mano privata (eppure, come giustamente osserva @numa numa, i privati hanno da sempre giocato un ruolo fondamentale nella tutela del patrimonio culturale a volte sopperendo all'inerzia dello Stato). Il Codice dei Beni Culturali, a mio avviso, contiene tutti gli elementi per avallare una interpretazione del fenomeno nettamente meno statalista di quella che, ormai, sembra aver fatto presa sulla giurisprudenza che, mi dispiace dirlo, in questa materia si dimostra pigra nel ribadire supinamente e acriticamente alcuni principi già sanciti in decisioni che risalgono ormai al 2006 o prima ancora (fino a farli assurgere al rango di dogma). Non entro nel merito del caso specifico che ha originato la sentenza che ho indicato: non conosco le vicende processuali e, quindi, taccio. Sono i principi enunciati, tuttavia, ad allarmarmi (come collezionista e come giurista). Mi preoccupa leggere che esistono due categorie di beni di interesse numismatico (una più circoscritta e l'altra talmente ampia da farvi rientrare qualsiasi tondello antico, o quasi). Mi preoccupa leggere che: "8.2. Ancora in termini generali, poi, deve essere ricordato che sui beni culturali vige una presunzione di proprietà pubblica, con la conseguenza che essi appartengono allo Stato italiano in virtù della legge [...] Sono fatte salve, tuttavia, particolari e tassative ipotesi nelle quali il privato può provare la legittima proprietà di reperti archeologici, dovendo al riguardo dimostrare che questi: 1) gli siano stati assegnati in premio per il loro ritrovamento; 2) gli siano stati ceduti dallo Stato; 3) siano stati acquistati in data anteriore all’entrata in vigore della legge n. 364 del 1909 [...]". E' vero che, come scrive @Polemarco , dal punto di vista penale per andare esenti da responsabilità sarà sufficiente dimostrare un acquisto "alla luce del sole". Ma sul piano civile? Come vincere la presunzione "normativa" di proprietà statale se si arriva ad ammettere solo tre condizioni (definite dalla Corte "tassative") di legittima proprietà da parte del privato? Così si rischia di porre fine al collezionismo di monete antiche e, peggio, di mettere in ginocchio i professionisti del settore. Saluti.1 punto
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Con questo confronto, spero che da solo lo puoi accettare. Qui abbiamo le foto del Randazzo 88, 89 li accomuna la rottura di conio sul rovescio, la 89 è successiva all' 88, poiché l'estensione della rottura e maggiore. A fianco Lasky è evidente che è tratto dallo stesso conio (manipolato ) , la rottura lo conferma. 88 e 89 , o 17/26 sono dello stesso conio, cosi Lasky Falso.1 punto
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Rispetto la tua opinione, ma non la posso condividere. A prescindere a come va classificato questo tetradramma, con un pò di accortezza visionando i dettagli "incisori" , non trova nessuna collocazione artistica del V° sec. a. C. Non li menziono nemmeno.1 punto
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Il tetradramma Lasky ex Nomos è (senza se e senza ma) una copia moderna del primo conio, cioè un 17/26 o un Randazzo 88-89. Più avanti posterò il perché è un falso moderno.1 punto
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... furono coniati su tondelli del vecchio tipo. Probabilmente l'errore avvenne quando alcuni tondelli in bronzo avanzati furono inavvertitamente mescolati con i tondelli in acciaio del nuovo tipo, venendo coniati insieme a questi, ed entrando quindi in circolazione dopo essere sfuggiti ai controlli di qualità della Zecca. La quale, solo negli anni '60 ammise la possibilità che questo errore potesse essersi verificato nonostante fin da subito avessero incominciato a girare voci dell'esistenza di queste monete. La prima delle quali fu scoperta ufficialmente nel 1947 quando un tale di nome Sam Lutes si accorse di averla tra i suoi spiccioli. O almeno così si era creduto fino a qualche anno fa, quando la stampa fece conoscere la storia di una famiglia che aveva trovato uno di questi centesimi già nel 1944. Ma all'epoca era difficile far autenticare la moneta, così la famiglia la conservò per più di 60 anni, tramandandosela per generazioni fino alla metà del 2008, quando pare sia stata finalmente venduta per oltre 100.000 dollari. Un caso, più unico che raro, in cui dal mitico "cassetto del nonno" è davvero uscito un tesoro Ma, chissà, visto che poi alcuni di questi centesimi hanno raggiunto quotazioni milionarie, forse i proprietari si sono pentiti di non averlo tenuto più a lungo. Si stima siano stati coniati in bronzo circa una ventina di pezzi nelle zecche di Philadelphia e San Francisco, ma uno solo in quella di Denver, la moneta che vedete in foto, e che ha raggiunto la più alta quotazione, 1.700.000 dollari. Ma poiché il numero esatto dei pezzi non si conosce, e di sicuro non si conoscerà mai, in tanti ancora sperano di ritrovarsene uno per caso, dimenticato davvero in fondo a un cassetto, o scoperto su qualche bancarella. Dove, invece, abbondano i falsi, di solito monete in ferro placcate in rame (basta una calamita per accorgersene) o centesimi in rame di altre annate a cui è stata modificata la data Va infine segnalata l'esistenza di una manciata di centesimi (il numero è ancor più sconosciuto, e a quanto mi risulta nessuno è stato certificato) coniati per errore su tondelli in argento destinati ai dimes. L'anno dopo, 1944, l'errore si ripetè all'incontrario. Come detto in precedenza, si tornò a coniare i centesimi in rame, ma alcuni di essi furono coniati ancora nella lega di acciaio e zinco usata nel 1943. Questo errore ripetuto può sembrare sospetto, ma pare davvero che, ancora una volta, non ci sia stato dolo. Addirittura sembra che, per le monete coniate a Philadelphia, possano essere stati usati per errore dei fogli in acciaio predisposti per la coniazione delle monete da 2 franchi belgi, che la zecca americana stava coniando in quell'anno per conto della nazione europea (ancora sotto occupazione tedesca). Ma questa moneta, seppur valutabile nell'ordine delle centinaia di migliaia di dollari, non ha, e non ha mai avuto per i collezionisti, lo stesso fascino del 1943 bronze cent... misteri della numismatica petronius1 punto
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Grazie, avevo chiesto anche in altro gruppo, e da come ho capito non era censita da nessuna parte, hanno gia inserito nel RPC online, ora capisco perchè non riuscivo a trovarla ne su wildwinds ne su acsearch1 punto
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Penso che si tratta delle solite esagerazioni dei periti che chiudono le monete..., d’altronde devono pur vendere.1 punto
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Il Grueber "Coins of the Roman Republic in the British Museum" è un'opera composta da tre tomi indivisibili (mi sembra strano che si trovino in giro i volumi singoli). VOLUME I - AES RUDE, AES SIGNATUM, AES GRAVE, AND COINAGE OF ROME FROM B.C. 268 VOLUME II - COINAGES OF ROME (continued), ROMAN CAMPANIA, ITALY, THE SOCIAL WAR, AND THE PROVINCES VOLUME III - TABLES OF FINDS AND COGNOMINA, INDEXES, PLATES Se vuoi acquistarlo devi trovarlo completo dei tre volumi. Acquistando il primo o il secondo volume non avrai le foto (anche se poche e bruttine) presenti nel terzo volume (anche se adesso il British Museum ha pubblicato online l'intera raccolta di monete romane repubblicane). In questi link li trovi in PDF: http://www.lamoneta.it/biblioteca-numismatica/pubblicazione/88-coins-of-the-roman-republic-in-the-british-museum-vol-i/ http://www.lamoneta.it/biblioteca-numismatica/pubblicazione/89-coins-of-the-roman-republic-in-the-british-museum-vol-ii/ http://www.lamoneta.it/biblioteca-numismatica/pubblicazione/160-coins-of-the-roman-republic-in-the-british-museum-vol-iii/1 punto
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Anch'io sono interessato alla bibliografia romana repubblicana. Nonostante non si tratti di un libro, segnalo questo interessantissimo sito internet "premiato", e non solo per novizi. Sono riportate ottime immagini dei tipi illustrati dai "santi testi" con riferimenti "canonici" (scusatemi il gergo "ecclesiale" :D). Mi sembra veramente ottimo! LINK1 punto
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