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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/22/21 in tutte le aree

  1. https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/03/10/lincendio-del-deposito-dellarchivio-di-stato-di-napoli/ Un danno immane al patrimonio documentale del nostro Meridione.
    4 punti
  2. Ripropongo Tarì 1798 “S” rovesciate, già censito e pubblicato in questo topic, evidentemente tornato sul mercato e da me acquistato di recente. Ho fatto bene o ho fatto male? Ho letto con attenzione tutti gli interventi, mi sono informato ed alla fine ho deciso di metterlo in collezione. In effetti, mi stupisce che il “Gigante” lo etichetti “ un falso d’epoca “. Da che mondo è mondo, chi falsifica cerca di rimanere il più fedele possibile all’originale: può riuscirci più o meno bene, ma quello è l’obiettivo. Quando trova delle difficoltà, si adopera per camuffare. In questo caso abbiamo una moneta che è “sfacciatamente” diversa dall’originale: tutte le “S” speculari; invece del segno “V” una “A” rovesciata; il peso notevolmente inferiore (la mia gr. 2,96); l’utilizzo di più conii... Inoltre, la lega resta l’argento. Questo tarì possiamo definirlo come vogliamo, ma non di certo “ un falso”, proprio perché ridisegnato in modo “dichiaratamente” e “ volontariamente” dissimile dall’originale. Tesi sostenuta con valide argomentazioni da alcuni esperti nel corso di questa discussione. D’altra parte, secondo me, quando le situazioni sono complesse, ci dobbiamo lasciar guidare dalla logica!
    4 punti
  3. Ho letto nel libro "Gioacchino Murat e l'Italia Meridionale " di Angela Valente - Ed.Einaudi ( ma non solo in questo testo ) che gran parte dell'Archivio del Regno di Napoli fu distrutto nel 1943 da un incendio doloso ( non per eventi bellici ). Ho cercato sul Web ulteriori approfondimenti, ma non ho trovato nulla. Probabilmente avessimo ancora questi importantissimi documenti, potremmo sapere di più anche sulla monetazione borbonica, documentazione che, come scrive @demonetis,è carente in questo campo. Mi piacerebbe sapere di più in merito all'incendio del 1943. Grazie a chi vorrà rispondere e Saluti a tutti. Beppe
    3 punti
  4. In genere le domande hanno il punto di domanda... il tuo "elenco di differenze" rientra nella normale variabilità ed usura dei conii impiegati: è vero che queste monete non sono state prodotte in quantità eccessive come preventivato (120.000.000 di esemplari), ma nei due anni interessati dalla emisiione (1902-1903), è pur vero che ne sono stati coniati 13.668.000 pezzi. Se prendiamo come durata di conio, la produzione di 150.000 esemplari (una media fra 100.000 e 200.000), di conii ne sono stati utilizzati almeno 90 che, ripartiti nel biennio, lasciano pensare che nel 1903 si siano usati dai 40 ai 50 punzoni coniatori. Hai voglia di notare piccole differenze! Quanto allo "zero grande" non è così significativo come credi: le dimensioni sono praticamente le stesse (guarda anche le distanze dal bordo e dalle piume della coda) e solo la forma ovale presenta un lievissimo scostamento, dovuto - appunto - a punzoni diversi realizzati con le tecniche dell'epoca. Se poi vuoi per forza notare piccoli particolari, allora guarda tutti i numeri della data e vedrai (anche se la tua immagine è sfuocata) che nessuno è uguale all'altro. Ma di poco e rientra, come detto, nella variabilità dei conii.
    3 punti
  5. Volusiano Gaio Vibio Afinio Gallo Veldumniano Volusiano (In latino: Gaius Vibius Afinius Gallus Veldumnianus Volusianus, data e luogo di nascita sconosciuti, morto a Terni nell'agosto del 253) è stato un imperatore romano dal 251 al 253 insieme al padre Gaio Vibio Treboniano Gallo. Volusiano, figlio dell'imperatore romano Treboniano Gallo e di Afinia Bebiana; aveva anche una sorella, di nome Vibia Galla. Ricevette il titolo di Cesare e princeps iuventutis nel 251, quando il padre assunse il trono e adottò, associandolo al trono come co-augusto, Ostiliano, figlio del suo predecessore Decio. Nel novembre 251, però, Ostiliano morì a causa della peste che stava flagellando Roma e Volusiano fu elevato dal padre al rango di co-augusto. Nel 253, allo scopo di combattere il generale ribelle Marco Emilio Emiliano, proclamato imperatore dalle truppe danubiane, Treboniano e Volusiano lasciarono Roma alla testa dell'esercito diretti a nord. Erano da poco giunti ad Interamna Nahars, (l'attuale Terni) quando si sparse la voce che Emiliano era penetrato in Italia e che si stava avvicinando rapidamente; i soldati di Treboniano, allora, si ribellarono e uccisero lui e Volusiano. Valore nominale: Sesterzio Diametro: 29 mm circa. Peso: 13 gr circa. Dritto: IMP CAE C VIB VOLVSIANO AVG (Imperatori Cæsari Caio Vibio Volusiano Augusto), busto a destra, laureato, drappeggiato e corazzato visto di tre quarti dietro. Rovescio: PAX AVGG (pax Augustorum), La Pax stante a destra con ramo di lauro in mano destra e scettro trasversale nella sinistra; S - C in campo. Zecca: Roma. Anno di coniazione: 251 - 252. Materiale: Rame Riferimento: RIC 256 a; Cohen 74 Rarità: R1 Che ne pensate? Questo è il mio ultimo acquisto! Ciao! TWF
    2 punti
  6. Volusiano, phrygia kolossai, mi sa che hai fatto un buon affare....
    2 punti
  7. Avevo letto, ma non ricordo dove, che il direttore dell'allora Archivio di Stato di Napoli, durante la Seconda Guerra Mondiale portò parte dell'Archivio a casa sua, mi sembra fuori Napoli, per meglio custodirlo, ma non servì a nulla: i tedeschi per rappresaglia bruciarono molti ducumenti. Invece, testonianza di un amico napoletano, l'Archivio Storico Municipale, che se non ricordo male negli anni Quaranta dello scorso secolo si trovava nel Palazzo San Giacomo (dove ora e forse allora era sede del comune), diedero fuoco a molti documenti compromettenti per i fascisti. Questo è tutto quello che so.
    2 punti
  8. Direi di iniziare mettendo in fila un po’ di info: Giustino I ovviamente non coniò direttamente in Italia e questa tipologia per lui non esiste. Per Giustiniano esiste una “serie pesante”, CN = 250 = 1,37 g medi dal mio archivio PKE = 125 = 0,68 g medi dal mio archivio PK = 120 = 0,66 g medi dal mio archivio Poi una serie leggera CN = 250 = 0,99 g medi dal mio archivio PKE = 125 = 0,53 g medi dal mio archivio PK = 120 = NON PIU’ CONIATO Giustino II ha invece: CN = 250 = 0,68 g medi dal mio archivio PKE = 125 = 0,55 g medi dal mio archivio PK = 120 = NON PIU’ CONIATO Ora, già capire il peso di questa aiuterebbe, tuttavia 1 – la moneta ha delle differenze significative a livello di busto e stile, con Giustino II, quindi non può essere lui, lo stile, almeno per il busto, è vagamente ripreso dalle ostrogote. Nemmeno con la serie di Giustiniano ci sono affinità stilistiche di busto così forti. 2 – la legenda , nei molti esemplari del mio archivio, finisce sempre in AV o AVC e mai con la legatura AV=N tipica per esempio dell’epoca di Odoacre (per fare un esempio), ancora presente su diverse frazioni argentee ostrogote Detto questo, ipotesi…pur senza sapere nemmeno il peso… 1 – è una foto mix di due monete differenti….possibile 2 – è un falso 3 – è un inspiegabile ibrido… Ora, poiché l’unica altra che conosco con la spezzatura DN IVSTI- e il PK è una moneta quasi certamente falsa (sotto) E poiché il PK della “tua” non è esattamente nello stile corretto…. Propenderei con cautela per una moneta falsa, o forse comunque manipolata… Saluti Alain
    2 punti
  9. Zimbabwe 1 dollaro 1993 sul retro i resti di un'antica città dello Zimbabwe
    2 punti
  10. Nuovo arrivo in collezione : Emanuele Filiberto Grosso IV Tipo 1561Bourg - Mir Savoia 532e Si tratta del tipo con la legenda del D/ che parte a sinistra dell'esergo e senza sigle
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  11. @Orodicartavorrei avere la tua capacità di comprensione e discussione! Complimenti!
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  12. Credo che comunque arrivassero a seguito delle truppe romane che giungevano in Asia minor, Siria, Mesopotamia, etc... tesaurizzate e non recuperate, sono rimaste lì, in attesa di un recupero da parte del proprietario. https://www.vcoins.com/it/stores/zurqieh/171/product/original_desert_patina_severus_alexander_ae_sestertius/1128638/Default.aspx https://www.ebay.com.sg/itm/ZURQIEH-aa8597-MARCUS-AURELIUS-AE-sestertius-AS-FOUND-DESERT-PATINA/292297640635 Entrambi da Zurqieh (My name is Hussam Zurqieh, Jordanian living in UAE, owner and founder of Zurqieh L.L.C, Dubai, and Zurqieh FZC Sharjah, (both licensed dealership in antiquities), been dealing in Ancient coins and antiquities as full time dealer since 1991.) https://www.vcoins.com/it/stores/romae_aeternae_numismatics/136/product/antoninus_pius_sestertius_moneta_scales_140144_ad_ric_610_gvf_desert_patina/1069441/Default.aspx Queste hanno il classico aspetto della patina da deserto del medioriente/nord africa. Ciao Illyricum
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  13. Medaglia devozionale celebrativa gesuita, bronzo/ottone. del XVII sec., prima metà (dopo il 1622), probabile produzione romana. D/ Busto di S. Ignazio di Loyola rivolto a dx, aureolato.- R/ Busto di S. Francesco Saverio rivolto a sx, conosciuto come apostolo delle indie, non comune.- Ciao Borgho
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  14. Riconosco la mia impulsività e chiedo venia per la mia scarsa pazienza. Forse l'esperienza di decine e decine di avventori poco educati incontrati in 16 anni di forum mi ha fatto giungere a conclusioni affrettate.
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  15. Se parliamo di numeri uguali di fila qui ci sono solo tre 8, in ogni caso anche ad avere una combinazione interessante (per chi ama questo genere di cose) è indispensabile che la banconota si trovi in condizioni perfette. Anche i numeri di serie molto bassi.
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  16. Praticamente scontato, ma ora causa COVID non è certo facile importare immigrati-schiavi dall'India o dall'Africa a lavorare sottopagati nei negozi, nelle fabbriche e nei magazzini, che era il piano originale dei geni brexittari anche se non potevano dirlo apertamente ai fessi che ingannavano con promesse di battute d'arresto all'immigrazione.
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  17. Ares, tu non mi vuoi bene, ammettilo! ? No scherzo, anzi, ti ringrazio di aver postato l'articolo in inglese, che aggiunge molti dettagli alla descrizione dell'esperimento e mi dà lo spunto per cercare ancora una volta di chiarire meglio il senso della mia critica. Intanto vorrei sottolineare che, come temevo, ai corvi sono stati impiantati elettrodi nel cervello, altro che "cuffiette"! Inoltre, come avevo immaginato, i corvi sono stati addestrati all'esperimento, cosa che già di suo mette in discussione la serietà dei dati raccolti: Come infatti ho detto, se un leone, addestrato a saltare dentro un cerchio, rimesso in libertà salta spontaneamente dentro un cerchio, non significa che "capisca il concetto di circonferenza"! Attenzione, questo esempio non è affatto assurdo: infatti la differenza che corre tra una quantità e un "numero" è molto vicina a quella che corre tra un cerchio e una "circonferenza". Questo punto è cruciale per capire cosa significhi parlare di "concetti" e perché è assurdo attribuire un pensiero concettuale ai corvi: Ci torno dopo, prima vorrei mettere in evidenza un dettaglio non trascurabile dell'esperimento: il fatto che ai corvi siano state mostrate immagini di massimo 4 punti e che i corvi tendono a confondere più facilmente gli insiemi di punti più simili tra loro (es. distinguono bene l'1 dal 4 ma faticano tra il 2 e il 3): Anche se gli "scienziati" hanno dato un nome suggestivo a questo "fenomeno" ("numerical distance effect"), ciò non significa che esista davvero, e che non sia, piuttosto, una distorsione interpretativa antropomorfa di un comportamento facilmente spiegabile nei termini di un corvo che vede una certa quantità (non un numero...) e si domanda se valga la pena reagire ad essa oppure no. Insomma, come avevo detto all'inizio: Veniamo ora al cuore del discorso. Ho detto prima che la differenza tra una quantità e "numero" è paragonabile a quella tra il cerchio e "circonferenza". Infatti, nel primo caso si tratta di "cose" osservabili, i corvi vedono una quantità e la "pesano", ma si sbagliano quando le quantità sono simili. Un leone vede un cerchio e sa che ci deve saltare dentro. Nel secondo caso, invece, il "numero" e la "circonferenza" sono concetti matematici, che per essere compresi richiedono un bagaglio di conoscenze matematiche. Nel mio primo post, avevo detto che il numero è un concetto funzionale. Spiego cosa significa. E' sufficiente avere il concetto di unità per ottenere immediatamente tutti i numeri interi naturali, infatti il numero è definibile come funzione iterativa o ciclica: f(x) dove f = +1 ed x è il risultato della precedente iterazione Quindi, dato l'1, la funzione iterativa dà immediatamente tutti i numeri: 1; 1+1=2; 2+1=3; 3+1=4 ecc.. Allo stesso modo, la circonferenza è definibile secondo un'equazione che conosciamo tutti dai trascorsi scolastici: x2 + y2 + ax + by + c = 0 ma che può essere definita anche come "insieme dei punti equidistanti da un centro". O, in maniera più esoterica, come "poligono con un numero infinito di angoli/lati". In entrambi i casi, non credo che si possa lontanamente immaginare che un animale possa concepire (dal dizionario: Concetto = Pensiero definito e idealmente configurato, formulabile e utilizzabile sul piano intuitivo, logico e pratico) nulla del genere. E come puoi capire dalla definizione di "concetto", anche questa capacità non può appartenere agli animali: la facoltà di "definire" e "formulare" un pensiero sul piano non solo pratico ma "logico" implica un pensiero logico discorsivo. Quindi i "concetti" esistono SOLO se il pensiero che li concepisce è in grado di definirli, quindi mettendo in linea temporale soggetti, verbi e predicati. Ora, il fatto che il concetto di zero non sia ottenibile dalla suddetta funzione ricorsiva dimostra da un lato che esso è più complesso di un semplice numero, e che quindi non può essere "concepito" da un corvo che tende a confonderlo con l'1, e spiega anche perché è apparso relativamente tardi nella tradizione matematica antica. Ma qui mi fermo perché non vorrei andare troppo in là, sono stanco e non voglio far raffreddare la cena che mi aspetta...
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  18. Come Roy Batty ha già confermato si tratta di una riproduzione. I particolari che variano rispetto alle monete normali (in particolare i molti vistosi "puntini" sul dritto) sono fatti apposta per facilitare la distinzione di questi gadjet dalle monete vere, infatti sono stati concepiti come ornamenti per collane e braccialetti.
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  19. 1 punto
  20. Ciao Credo proprio sia l' imitazione di questa.
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  21. Repubblica Ceca - 10 Corone 1993 Brno - Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo ( XII° Sec. )
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  22. Ti allego questo link vai al paragrafo " billetes espagnoles en las colonias" coleciones Caballero historia. Saluti.
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  23. Controvalore 10 in piccolo sul diritto e in grande sul rovescio Ottone: 1,8 g, 19 mm Altro esemplare Ottone: 1,8 g, 19 mm Scheda Pitotto
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  24. Ho ricevuto questa mattina il volume CXXII del 2021
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  25. Mark è stata la persona più generosa che mi è capitato di incontrare nel mondo del collezionismo numismatico. Quando i miei interessi numismatici, ormai diversi anni fa, virarono dalle monete mondiali alle monete romane, senza che gli chiesi nulla mi regalò alcuni suoi libri tra cui questo.
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  26. https://www.catawiki.com/it/l/48884715-italia-repubblica-di-genova-dogi-biennali-doppio-scudo-1692
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  27. altro esemplare , legende piu' leggibili. SABAV
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  28. Ciao Purtroppo non ho i testi che cerchi
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  29. 1993 Kirghizistan - 1 Tyiyn Banconota non più circolante emessa dal governo (biglietto di Stato) e non dalla banca centrale kirghisa. In questo territorio l'aquila reale era ampiamente utilizzata per la caccia, attualmente solo per giochi rievocativi, non a caso il Kirghizistan è chiamato "il paese delle aquile".
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  30. 1993 Italia- Centenario della Banca d'Italia 100 - 200 e 500 lire
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  31. Grazie @Roy Batty mille? Mi è servita assai la tua conferma? Alla prox Riccardo
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  32. Comunque fosse stato autentico non sarebbe stato proprio comune, come era, senza considerare la zecca, è relativamente costosa da procurarsi almeno per gli standard di quella dinastia.
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  33. No tranquillo ho capito che intendi,specie nel segno della zecca,le curve e le ampiezze dei caratteri non sono quelli,cosí anche per i caratteri dell'era/ imperatore?
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  34. Sì, è il classico falso, le bolle nel campo del diritto sono esplicative, i caratteri inoltre sono troppo arrotondati, anche se questo è difficile da spiegare. Non contenti di tutto questo hanno pure invertito i caratteri dell'era.
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  35. Sempre sulla questione della posizione dei Dioscuri reggenti i cavalli all'interno come nella moneta di Massenzio riportata da @Agricola e nel medaglione di @apollonia voglio condividere con voi queste referenze iconografiche che riportano ad un contesto di media età imperiale: 1) lastra marmorea al Metropolitan (ma di proprietà privata battuta ad un'asta di Christie's nel 2019) datata al periodo di Adriano II sec. d.C. che al centro presenta un'ara circolare decorata con un festone, con fuoco acceso ed animali sacrificali toro, gallo e maiale chiaramente richiamante un sacrificio alla presenza di Castore e Polluce divinizzati (la presenza della stella). Esegeti hanno postulato che la scena "dipingesse" un'area cultuale comprendente le due statue e l'ara in questione e non una scena soltanto simbolica con la presenza dei due fratelli divini che giganteggia ed incombe su un'ara su cui si sta efettuando un sacrificio ad essi rivolto. 2) Il motivo della lastra imperiale è presente anche il rilievo iscritto rinvenuto ad Amphipolis in Macedonia sempre di II d. C. e 3) in un rilievo votivo datato a ca. 250 d.C. proveniente da uno scavo sull'Aventino del '35 dal santuario di Giove Dolichenus conservato al Museo Capitolino Quindi si può concordare con quanto ipotizzato da @Agricola che l'inversione dei personaggi sia avvenuta in un momento successivo.
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  36. Tre lettere di troppo Sembrerebbe che nessuno si fosse accorto, fino a quando le monete non iniziarono a essere distribuite, che Brenner aveva inciso su di esse, in un punto ben visibile, le sue iniziali V.D.B. Così almeno secondo il New York Times del 4 agosto 1909: "Il Segretario al Tesoro Mac Veagh ha deciso di fermare la produzione del nuovo centesimo Lincoln. Nuovi conii saranno preparati il prima possibile, sostituendo le iniziali del disegnatore con una semplice 'B' in qualche parte nascosta del disegno. Le monete già coniate non saranno richiamate indietro, ma si ritiene che una semplice 'B' sia un riconoscimento sufficiente per il lavoro dello scultore newyorchese V.D. Brenner. Questa decisione ha creato molta sorpresa, poiché appena ieri il Dipartimento del Tesoro aveva annunciato che l'uso delle iniziali era in linea con una consuetudine praticata da anni. Il fatto che fossero così in vista, però, aveva suscitato molte critiche, e la decisione di oggi fa seguito a ulteriori considerazioni della questione. Mr. Mac Veagh ha detto oggi di non sapere che le iniziali sarebbero apparse in maniera così rilevante sui pennies, e di essere rimasto sorpreso nel vederle. Sebbene sia consuetudine inserire da qualche parte le iniziali del disegnatore, queste di solito sono talmente piccole che c'è bisogno di una lente d'ingrandimento per scoprirle." Non era certo questo il caso Brenner, naturalmente, era di tutt'altro avviso: non appena ebbe notizia della cosa, dichiarò che si sarebbe commessa una grave ingiustizia se l'ordine del Segretario avesse avuto seguito: "Se trovo che quest'ordine è andato avanti, scriverò a Mr. Mac Veagh. Egli avrebbe dovuto consultarsi con me prima di fare una cosa del genere, è una cortesia che mi è dovuta. Quando il mio disegno è stato accettato dal Tesoro, sulla moneta c'era il mio nome completo. Il Segretario Cortelyou, con cui ho tenuto i rapporti, mi aveva assicurato che sarebbe rimasto. Anche Mr. Leach, direttore della Zecca di Philadelphia, ne era al corrente. Quando ricevetti il primo conio, il mio nome era lì, esattamente come lo avevo inciso. Ma poi, nei conii successivi, comparirono solo le mie iniziali, invece del nome per esteso. Pensai che fosse una cosa estremamente singolare, ma decisi di non dire niente. Ora dicono di voler ridurre le mie iniziali a una sola. Penso di aver diritto di obiettare. Perché vogliono negarmi questa cortesia? Su tutte le monete, ad eccezione del centesimo con testa d'indiano, compaiono le iniziali dello scultore. Potete trovare quelle di Saint-Gaudens sulle monete da 10 e 20 dollari, e quelle di Bela Lyon Pratt sui pezzi da 5 e 2,50. E sui dollari d'argento una 'M', e una 'B' su tutti gli altri pezzi d'argento. Sono felice che tanta attenzione sia rivolta ai nuovi centesimi, questo mi fa molto piacere, ma togliere le mie iniziali mi toglie metà della soddisfazione." Continua...
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  37. Salve, il libro anticipato nell'articolo "I Cavalieri di Ponte Molle" è stato pubblicato ed al seguente indirizzo potete leggerne la recensione fatta da Panorama Numismatico nel numero di aprile scorso (n.371) e disponibile anche al seguente indirizzo: https://www.panorama-numismatico.com/le-medaglie-dellordine-del-baiocco-di-ponte-molle-raccontate-in-un-libro-di-cristiano-maniscalco/?fbclid=IwAR2cLXSPAeVeD8NlsaFGKCa-0ZHh9CA29w3XjxfbR7DgthKoOAxej42sOpg#more-11854 Buona lettura.
    1 punto
  38. Giamaica - One Dollar 1993 Sir Alexander Bustamante ( 1884 - 1977 ) Eroe Nazionale Giamaicano
    1 punto
  39. Davvero incredibili... questi scienziati! Me lo immagino, Herr Nieder, col suo bel camice bianco appena rigato da piccoli spruzzi di guano, che lega il povero corvo con delle cinghiette (perché il corvo mica c'ha tanta poesia, credo, di stare fermo davanti ad uno schermo a guardare dei puntini!) e con ghigno sadico gli infila degli elettrodi nel cervellino, previamente scoperchiato, presumo senza uso di anestesia. Il tutto per "dimostrare" che cosa? Che i corvi sanno far di conto! A parte il sadismo scientista, tutto il discorso mi sembra davvero surreale: lo "zero", così come l'1, il 2, il 10,... il 187656467... sono concetti funzionali. Vale a dire che ogni numero "esiste" solo in virtù della potenzialità di essere il risultato di operazioni con altri numeri. Ad es. finché non si ebbe la necessità di fare 10-5-3-2 lo 0 non aveva alcun senso. Infatti i numeri erano solo dei simboli che denotavano quantità, li si apponeva sopra anfore sigillate che contenevano determinate quantità di un bene, a mo' di sigilli di garanzia apposti da funzionari che garantivano che dentro ci fosse esattamente quella quantità; lo 0 è quantità nulla e quindi non necessitava di essere connotato perché ovviamente non c'era bisogno di sigillare un'anfora vuota! Quindi il "concetto di zero" non può prescindere dalla funzionalità matematica, e a meno che Herr "Mengele" Nieder non mi dimostri che i corvi sanno fare di conto, siamo lontani anni luce dal "concetto" di zero. Tutt'al più il sadico esperimento del nostro aguzzino avrebbe avuto lo strabiliante risultato di dimostrare che i corvi conoscono la differenza tra il "nulla" e il "qualcosa". Ma per questo io potrei andare anche oltre: per me conoscono pure la differenza tra il "nulla", il "poco", il "giusto", il "tanto" e il "troppo". Ma questo non ci autorizza a parlare né di "numeri", nè di "concetti", né tanto meno di "concetto di zero"!!! Certo che il corvo si confonde tra 0 e 1, quando ha fame, non c'è così tanta differenza tra 1 seme e nessun seme!! Ammesso (e non concesso) che il malcapitato corvo non sia stato previamente addestrato a beccare sullo schermo, gesto che evidentemente gli è stato insegnato dato che in natura di norma i corvi non vengono a picchiare i loro becchi contro i vetri. In tal caso, i nostri eminenti "scienziati" non sarebbero molto diversi da un domatore di leoni che, dopo aver insegnato al suo leone (a schiocchi di frusta, naturalmente...) a saltare dentro un cerchio, vedendo che il leone, nei pressi di un cerchio, vi salta spontaneamente dentro, affermi che quello conosce il "concetto di circonferenza"! Questo articolo dimostra ancora una volta l'antropocentrismo deformante dello sguardo umano sulla natura: siccome noi scimmioni ottusi ci crediamo er mejo del mondo, non possiamo che disporre l'infinito insieme degli esseri viventi in una scala gerarchica con noi al vertice e sotto quelli via via sempre più "diversi" da noi. E allo stesso modo ci figuriamo l'intelligenza: tanto più sviluppata quanto più simile a quella umana. E così finiamo per umiliare la magia della vita nel grottesco spettacolo di corvi legati davanti a schermi di computer.
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  40. come dici tu, sono delle arabo bizantine. un tema poco conosciuto in Italia, o quantomeno poco trattato qua c'è un bel testo introduttivo (PDF) AN INTRODUCTION TO ARAB-BYZANTINE COINAGE | Tony Goodwin - Academia.edu saluti Alain
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  41. Statere di Seleuco I Nicatore nel nome e nei tipi di Alessandro Magno, Price 3745 (CNG 860182). SELEUKID KINGS of SYRIA. Seleukos I Nikator. 312-281 BC. AV Stater (17mm, 8.55 g, 5h). In the name and types of Alexander III. Babylon I mint. Struck circa 311-300 BC. Head of Athena right, wearing crested Attic helmet decorated with serpent, single-pendant earring, and necklace / BAΣ-IΛEΩΣ AΛEΞANΔPOY, Nike standing left, holding wreath in extended right hand and cradling stylis in left arm; monogram in wreath below left wing, MI below right wing. SC 81.1; Price 3745; SNG München -; SNG Alpha Bank -; SNG Saroglos 165. Choice EF, underlying luster. CNG The Coin Shop 860182. Sold For $4250
    1 punto
  42. La moneta da 25 Euro rettangolare è quantomeno una novità per il Vaticano. Mi piace ma chiaramente sarà riservata a pochi.
    1 punto
  43. E il taglio Il primo dall'alto riguarda questo Tarì
    1 punto
  44. Forse ne sono venuto a capo! Dopo vari tentativi con Google e dopo aver seguito le piste più disparate, credo di aver capito che: - Nel caso di questa moneta Cervaro non è il comune in provincia di Frosinone, all'epoca nel Regno delle Due Sicilie, ma si riferisce alle grotte del Cervaro, località poco fuori le mura di Roma, probabilmente presso Tor de' Schiavi. - Nella prima metà dell'Ottocento, si era formata una società di artisti tedeschi residenti a Roma, detta "Ponte Molle" (altra designazione di Ponte Milvio, dal quale entravano nella città eterna tutti i viaggiatori provenienti dal Nord). - Gli affiliati di Ponte Molle, con il concorso degli autoctoni, davano luogo ad una specie di carnevalata goliardica annuale in località Cervaro, in cui ogni 29 aprile si festeggiava scherzosamente il natale di Roma, canzonando la ricorrenza "ufficiale" del 21 aprile (il 29 era in realtà l'anniversario della prima riunione della congregazione). - Tutti i partecipanti alla festa, i soci di Ponte Molle, e altri loro colleghi e amici che si sono registrati nei giorni precedenti in un'apposita lista, ricevono come segno distintivo una moneta da mezzo baiocco, che viene esibita, come dice una delle fonti, appesa con un nastro verde (si parla addirittura di "Decorazione del Baiocco", come una benemerenza goliardica di cui si fregiò anche il Thorvaldsen, esibendola persino alla corte di Danimarca!). Ecco il perché dei fori così frequenti per questa moneta! - La festa del Cervaro si tenne fino al 1846. Con il risveglio del sentimento patriottico seguito all'elezione di Pio IX venne considerata irriguardosa da una parte dell'opinione pubblica e non si celebrò più per diversi anni. Venne in seguito ripresa e scomparve definitivamente nel 1882. Insomma... con ogni probabilità la mia moneta proviene dall'esperienza delle feste del Cervaro della società artistica Ponte Molle. Chi lo avrebbe mai detto!!! Ecco un po' di fonti che ho reperito: https://books.google.it/books?id=yeEuv0v6s-4C&pg=PA1&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=3#v=onepage&q&f=false https://books.google.it/books?id=Kp-ODAAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false http://www.risorgimento.it/rassegna/index.php?id=62469&ricerca_inizio=0&ricerca_query=&ricerca_ordine=DESC&ricerca_libera= http://www.gruppodeiromanisti.it/wp-content/uploads/2014/10/1966-parte-2-pp.-224-493.pdf Dovrebbe esserci anche un articolo specifico su Panorama Numismatico 186 (Giugno 2004), a firma S. Di Virgilio, che sicuramente dirimerebbe la questione, ma non è nella mia disponibilità. C'è qualcuno che ne è in possesso?
    1 punto
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