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  1. petronius arbiter

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/21/21 in tutte le aree

  1. REGNO D'ITALIA - RE UMBERTO I° - 10 CENT. 1893 -ZECCA DI BIRMINGHAM E ZECCA DI ROMA In questa tipologia di moneta la Data "1893" presenta per entrambe le Zecche, il numero " 9 " spostato leggermente in alto rispetto agli altri. Confrontando le monete postate da Voi e quelle che ho, risulta essere la norma. Mi piacerebbe se qualcuno potesse confermare o meno questa particolarità. Saluti a Tutti
    3 punti
  2. Volusiano Gaio Vibio Afinio Gallo Veldumniano Volusiano (In latino: Gaius Vibius Afinius Gallus Veldumnianus Volusianus, data e luogo di nascita sconosciuti, morto a Terni nell'agosto del 253) è stato un imperatore romano dal 251 al 253 insieme al padre Gaio Vibio Treboniano Gallo. Volusiano, figlio dell'imperatore romano Treboniano Gallo e di Afinia Bebiana; aveva anche una sorella, di nome Vibia Galla. Ricevette il titolo di Cesare e princeps iuventutis nel 251, quando il padre assunse il trono e adottò, associandolo al trono come co-augusto, Ostiliano, figlio del suo predecessore Decio. Nel novembre 251, però, Ostiliano morì a causa della peste che stava flagellando Roma e Volusiano fu elevato dal padre al rango di co-augusto. Nel 253, allo scopo di combattere il generale ribelle Marco Emilio Emiliano, proclamato imperatore dalle truppe danubiane, Treboniano e Volusiano lasciarono Roma alla testa dell'esercito diretti a nord. Erano da poco giunti ad Interamna Nahars, (l'attuale Terni) quando si sparse la voce che Emiliano era penetrato in Italia e che si stava avvicinando rapidamente; i soldati di Treboniano, allora, si ribellarono e uccisero lui e Volusiano. Valore nominale: Sesterzio Diametro: 29 mm circa. Peso: 13 gr circa. Dritto: IMP CAE C VIB VOLVSIANO AVG (Imperatori Cæsari Caio Vibio Volusiano Augusto), busto a destra, laureato, drappeggiato e corazzato visto di tre quarti dietro. Rovescio: PAX AVGG (pax Augustorum), La Pax stante a destra con ramo di lauro in mano destra e scettro trasversale nella sinistra; S - C in campo. Zecca: Roma. Anno di coniazione: 251 - 252. Materiale: Rame Riferimento: RIC 256 a; Cohen 74 Rarità: R1 Che ne pensate? Questo è il mio ultimo acquisto! Ciao! TWF
    2 punti
  3. Davvero incredibili... questi scienziati! Me lo immagino, Herr Nieder, col suo bel camice bianco appena rigato da piccoli spruzzi di guano, che lega il povero corvo con delle cinghiette (perché il corvo mica c'ha tanta poesia, credo, di stare fermo davanti ad uno schermo a guardare dei puntini!) e con ghigno sadico gli infila degli elettrodi nel cervellino, previamente scoperchiato, presumo senza uso di anestesia. Il tutto per "dimostrare" che cosa? Che i corvi sanno far di conto! A parte il sadismo scientista, tutto il discorso mi sembra davvero surreale: lo "zero", così come l'1, il 2, il 10,... il 187656467... sono concetti funzionali. Vale a dire che ogni numero "esiste" solo in virtù della potenzialità di essere il risultato di operazioni con altri numeri. Ad es. finché non si ebbe la necessità di fare 10-5-3-2 lo 0 non aveva alcun senso. Infatti i numeri erano solo dei simboli che denotavano quantità, li si apponeva sopra anfore sigillate che contenevano determinate quantità di un bene, a mo' di sigilli di garanzia apposti da funzionari che garantivano che dentro ci fosse esattamente quella quantità; lo 0 è quantità nulla e quindi non necessitava di essere connotato perché ovviamente non c'era bisogno di sigillare un'anfora vuota! Quindi il "concetto di zero" non può prescindere dalla funzionalità matematica, e a meno che Herr "Mengele" Nieder non mi dimostri che i corvi sanno fare di conto, siamo lontani anni luce dal "concetto" di zero. Tutt'al più il sadico esperimento del nostro aguzzino avrebbe avuto lo strabiliante risultato di dimostrare che i corvi conoscono la differenza tra il "nulla" e il "qualcosa". Ma per questo io potrei andare anche oltre: per me conoscono pure la differenza tra il "nulla", il "poco", il "giusto", il "tanto" e il "troppo". Ma questo non ci autorizza a parlare né di "numeri", nè di "concetti", né tanto meno di "concetto di zero"!!! Certo che il corvo si confonde tra 0 e 1, quando ha fame, non c'è così tanta differenza tra 1 seme e nessun seme!! Ammesso (e non concesso) che il malcapitato corvo non sia stato previamente addestrato a beccare sullo schermo, gesto che evidentemente gli è stato insegnato dato che in natura di norma i corvi non vengono a picchiare i loro becchi contro i vetri. In tal caso, i nostri eminenti "scienziati" non sarebbero molto diversi da un domatore di leoni che, dopo aver insegnato al suo leone (a schiocchi di frusta, naturalmente...) a saltare dentro un cerchio, vedendo che il leone, nei pressi di un cerchio, vi salta spontaneamente dentro, affermi che quello conosce il "concetto di circonferenza"! Questo articolo dimostra ancora una volta l'antropocentrismo deformante dello sguardo umano sulla natura: siccome noi scimmioni ottusi ci crediamo er mejo del mondo, non possiamo che disporre l'infinito insieme degli esseri viventi in una scala gerarchica con noi al vertice e sotto quelli via via sempre più "diversi" da noi. E allo stesso modo ci figuriamo l'intelligenza: tanto più sviluppata quanto più simile a quella umana. E così finiamo per umiliare la magia della vita nel grottesco spettacolo di corvi legati davanti a schermi di computer.
    2 punti
  4. Bulgaria, 100 Leva 1993 Dedicata ai Campionati mondiali di calcio del 1994
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  5. Un dollaro per un centesimo Il 10 giugno 1909 la Zecca di Philadelphia iniziò la produzione dei nuovi centesimi, coniandone circa 25 milioni, così da averne una buona scorta in previsione della chiusura per le ferie estive, fissata al 1° luglio. E a luglio anche la Zecca di San Francisco iniziò la produzione. Qui i centesimi erano stati coniati per la prima volta soltanto l'anno prima, e in quantità ridotta, poco più di un milione di esemplari. Questo nonostante fossero ampiamente usati da tempo sulla costa occidentale, anche se non tanto quanto le monete d'oro e d'argento, che fino ad allora erano state le uniche coniate dalla zecca californiana. Le caratteristiche rimanevano invariate rispetto alla precedente tipologia "testa d'indiano". La nuova moneta, con un diametro di 19 mm. e un peso di 3,11 grammi, per uno spessore di 0,16 mm., era fatta di una lega bronzea composta per il 95% di rame, il 3% di stagno e il 2% di zinco. Il centesimo raffigurante Lincoln venne messo in distribuzione il 2 agosto, tramite le banche che ne avevano fatto richiesta, la sede centrale del Tesoro e diverse sue succursali quali Boston, Chicago, New York, St. Louis. Entrambe le zecche avevano prodotto una quantità che consideravano adeguata a soddisfare la prima domanda. Ma l'interesse per la nuova moneta era alto, sia tra i collezionisti che tra la gente comune, e la mattina del 2 agosto lunghe file di acquirenti si formarono presso la sede centrale del Tesoro a Washington, e altrove. Quelli che vediamo in foto, aspettano pazientemente di entrare nella succursale del Tesoro di New York. All'inizio si potevano avere tutte le monete che si volevano, ma ben presto iniziò il razionamento. La Zecca di Philadelphia limitò la vendita a 2 sole monete per persona, più fortunati gli acquirenti della foto, a New York furono distribuite 100 monete a testa, fino ad esaurimento. A San Francisco le scorte finirono in breve tempo, e i fortunati che erano riusciti ad aggiudicarsi le monete le rivendettero a chi ancora era in fila senza speranza a 3 centesimi l'una, oppure due per 5 centesimi Ma si poteva fare di meglio, come riportava il Boston Daily Globe del 13 agosto 1909: "Nel piccolo borgo di South Egremont, il nuovo centesimo ha battutto il record dei prezzi per la Contea di Berkshire. Il ben noto agricoltore Ephraim Baldwin, era semplicemente deliziato dei centesimi Lincoln, perché assomigliavano così tanto all'oro, così ha detto ai ragazzi del paese che avrebbe pagato un dollaro per ognuno che gliene avessero portato. Il piccolo villaggio venne perquisito, e a ogni contadino che era stato di recente in città fu ordinato di controllare tra i suoi spiccioli, se per caso avesse una di queste monete. Alla fine ne furono trovate 28, per le quali Baldwin, come promesso, pagò 28 dollari." petronius
    2 punti
  6. Dalla collezione di Mark (anche se poi mi disse di averlo venduto), un "Redfield dollar": Per raccontarne la storia lascio la parola a lui, o meglio al suo simpatico traduttore online "Non c'è nessuna storia del Morgan completa senza menzione di LaVere Redfield, che ha fatto i suoi milioni in olio ed in stock quando ha vissuto in Los Angeles ed allora verso la fine dei 1930s, ha comprato un grande podere vicino alla città di Reno, Nevada. Redfield ha diffidato la banca, odiata pagare le tasse (è andato imprigionare per un istante nel `60s a causa di esso) ed ha avuto una passione per soldi “duri„, particolarmente dollari d'argento. Redfield ha comprato sia i dollari di pace che del Morgan dal sacchetto delle 1.000 monete e li trasporterebbe via dalla banca e dai casinos nella parte posteriore del suo camion di raccolta. Redfield non era un collettore; era un hoarder. Quando ha ottenuto domestico con i suoi sacchetti dei dollari d'argento, li getterebbe per scolarsi il vecchio scivolo di carbone nel suo scantinato e là si sederebbero, anno dopo l'anno. (La storia di A si dice a circa la latta di a delle pesche che hanno esploso, spruzzando i sacchetti con il relativo soddisfare.) la scorta del Redfield dei dollari d'argento, al relativo picco, si pensa per avere circa 600.000 numerati. Ma ci erano un robbery in 1952 ed un altro in 1963, in où circa 100.000 dollari sono stati rubati. Per il momento in cui Redfield muoia in 1974, la sua scorta era giù a 407.596 parti. Erano auctioned fuori come singolo lotto per $7.3M in 1976. Uno sforzo di commercializzazione gigantesco è seguito, generando l'interesse tremendo all'interno dell'hobby americano della moneta. Le monete del Redfield ancora sono viste frequentemente oggi (anche se i gradi che sono stati assegnati dai loro promotori evocano spesso il laughter ). Qui è un dollaro “del Redfield„ datato 1897, che, per coincidenza era nascita-anno di LaVere Redfield. MS65? Non penso così! Ma è una curiosità interessante E se, per caso, trovate un dollaro del Redfield con i punti grigi, potreste ricordarti di che esplodendo la latta della pesca. È stato suggerito che le monete con i punti grigi erano quelle che ottenessero spruzzate!"
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  7. Qualcosa si muove anche nel Principato di Monaco. Questa è la notizia: Cofanetto commemorativo da 2€ tema: 10 anni di matrimonio del Principe Alberto II e della Principessa Charlene quantità: 15.000 copie Emissione: probabilmente a settembre Fonte: https://anmmc6.wixsite.com/anm-mc/informations
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  8. Tre lettere di troppo Sembrerebbe che nessuno si fosse accorto, fino a quando le monete non iniziarono a essere distribuite, che Brenner aveva inciso su di esse, in un punto ben visibile, le sue iniziali V.D.B. Così almeno secondo il New York Times del 4 agosto 1909: "Il Segretario al Tesoro Mac Veagh ha deciso di fermare la produzione del nuovo centesimo Lincoln. Nuovi conii saranno preparati il prima possibile, sostituendo le iniziali del disegnatore con una semplice 'B' in qualche parte nascosta del disegno. Le monete già coniate non saranno richiamate indietro, ma si ritiene che una semplice 'B' sia un riconoscimento sufficiente per il lavoro dello scultore newyorchese V.D. Brenner. Questa decisione ha creato molta sorpresa, poiché appena ieri il Dipartimento del Tesoro aveva annunciato che l'uso delle iniziali era in linea con una consuetudine praticata da anni. Il fatto che fossero così in vista, però, aveva suscitato molte critiche, e la decisione di oggi fa seguito a ulteriori considerazioni della questione. Mr. Mac Veagh ha detto oggi di non sapere che le iniziali sarebbero apparse in maniera così rilevante sui pennies, e di essere rimasto sorpreso nel vederle. Sebbene sia consuetudine inserire da qualche parte le iniziali del disegnatore, queste di solito sono talmente piccole che c'è bisogno di una lente d'ingrandimento per scoprirle." Non era certo questo il caso Brenner, naturalmente, era di tutt'altro avviso: non appena ebbe notizia della cosa, dichiarò che si sarebbe commessa una grave ingiustizia se l'ordine del Segretario avesse avuto seguito: "Se trovo che quest'ordine è andato avanti, scriverò a Mr. Mac Veagh. Egli avrebbe dovuto consultarsi con me prima di fare una cosa del genere, è una cortesia che mi è dovuta. Quando il mio disegno è stato accettato dal Tesoro, sulla moneta c'era il mio nome completo. Il Segretario Cortelyou, con cui ho tenuto i rapporti, mi aveva assicurato che sarebbe rimasto. Anche Mr. Leach, direttore della Zecca di Philadelphia, ne era al corrente. Quando ricevetti il primo conio, il mio nome era lì, esattamente come lo avevo inciso. Ma poi, nei conii successivi, comparirono solo le mie iniziali, invece del nome per esteso. Pensai che fosse una cosa estremamente singolare, ma decisi di non dire niente. Ora dicono di voler ridurre le mie iniziali a una sola. Penso di aver diritto di obiettare. Perché vogliono negarmi questa cortesia? Su tutte le monete, ad eccezione del centesimo con testa d'indiano, compaiono le iniziali dello scultore. Potete trovare quelle di Saint-Gaudens sulle monete da 10 e 20 dollari, e quelle di Bela Lyon Pratt sui pezzi da 5 e 2,50. E sui dollari d'argento una 'M', e una 'B' su tutti gli altri pezzi d'argento. Sono felice che tanta attenzione sia rivolta ai nuovi centesimi, questo mi fa molto piacere, ma togliere le mie iniziali mi toglie metà della soddisfazione." Continua...
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  9. Se magari ci fai vedere la moneta! Si può sentire anche @lucerio.
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  10. Giamaica - One Dollar 1993 Sir Alexander Bustamante ( 1884 - 1977 ) Eroe Nazionale Giamaicano
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  11. Per lo Stato pontificio, che copre cir a mille anni di storia, dagli antiquores alle lire del XIX secolo, pensare ad una bibliografia "compatta" si sminuisce il contesto, il Bergman, è molto riduttivo, non è tascabile come detto, e se si deve classificare con precisione una moneta, considerando le varianti, serve poco o nulla, bisogna andare su opere come su detto, (Varesi) ma anche il sempre utile Muntoni (ben 4 volumi) Saluti TIBERIVS PS per questioni sulla monetazione pontificia c'è una sezione apposita.
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  12. Ottimo spunto Stefano, osservando le firme e seguendo quello che ho imparato guardando "affari di famiglia" noto che la grafia di Nazari è diversa: la gamba della zeta originale non è mai chiusa mentre nel nostro "specimen" si; inoltre, noto una differenza nella erre, che in originale ha la parte superiore a punta mentre nel nostro ha il classico dorso concavo... Quanto al prezzo, si è alto ma non altissimo come potrebbe essere se fosse certificato: chiedono 1500€.
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  13. Buongiorno a tutti.... Vorrei chiedere ai più esperti di me, so che siete in molti, cosa pensate di questo recente acquisto. Si tratta di un ducato di Andrea Contarini, che mi ha attratto perché pur non cercando questo Doge, mi è sembrato in alta conservazione per il tipo. Volevo anche chiedere, se qualcuno di voi sa perché la abbreviazione del Cognome sulle monete di questo doge avviene in quel modo, e anche sui grossi in argento. Grazie a tutti....
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  14. Complimenti anche da parte mia per il superbo esemplare @Devant81. Molto difficile trovare questi ducati in questa conservazione.
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  15. Stupendo esemplare, rilievi molto ben conservati!!! Complimentoni @Devant81!!!
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  16. La patacca magari no... La maggior parte dei commercianti di allora erano seri, ma soprattutto competenti. Arka Diligite iustitiam
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  17. Ho provato anche a confrontare le firme con quelle sulla 2 e la 50 lire ma serve a poco: Galliano e Nazari facevano un po’ quello che volevano…
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  18. 1 punto
  19. Buona giornata Leggendo questo catalogo, qualche considerazione su come erano concepiti i cataloghi allora, mi sembra doveroso. Non ha senso scrivere come e cosa sono oggi i cataloghi d'asta, lo sappiamo tutti; alcuni sono dei bellissimi volumi, delle vere e proprie monografie. Certamente oggi ci sono strumenti che negli anni 70 non esistevano, ma è comunque un impegno considerevole. Chiaramente allora non c'erano i computer che agevolavano e consentivano di predisporre il catalogo con rapidità, precisione e facilità; tutta la composizione era preparata manualmente e poi trasferita alla tipografia che ne curava la stampa, aggiungendo anche le foto di alcune monete, che erano in bianco e nero (l'alta definizione non esisteva) e solo se avevano un valore medio/alto; alcune erano riprodotte anche a colori; generalmente erano quelle più rare e costose e venivano riportate in copertina e/o in uno o due fogli interni. Tutti costi non indifferenti e consideriamo che i cataloghi erano gratuiti e si richiedevano telefonicamente se non si poteva passare di persona alla sede della Casa d'aste. Guardate le descrizioni dei lotti, dire che sono stringate è un eufemismo .... non c'erano né peso, né diametro, non si perdeva tempo per misurare questi dettagli; se c'erano delle iniziali del Massaro venivano riportate com'erano, non c'era bisogno di dire chi fosse; i riferimenti erano al Manuale edito da Cesare Gamberini di Scarféa ed al numero d'ordine di quella moneta in esso riportata; i gradi di conservazione erano tutti pieni (salvo un qSpl), non esistevano incertezze o vie di mezzo. Banditi i +, i ++, i meglio di, ecc. ecc. ! Non so del catalogo in parola, ma le basi di partenza erano generalmente pari al 70% dell'importo segnato, che costituiva la stima attribuita al pezzo; le commissioni da aggiungere al prezzo andavano dal 10% al 12% + eventuale IVA o imposte simili .... sempre se dovute. Ricordo che per le aste svizzere, ad esempio, le imposte erano applicabili solo se le monete venivano pagate e ritirate in svizzera; se spedite in Italia non c'era alcuna imposizione. saluti luciano
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  20. Gettone di consumo da 20 cent della Bacchus, un’azienda francese di vini pregiati. Metallo cromato: 3,0 g, 19 mm Scheda Pitotto
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  21. Salve a tutti,alcuni di voi forse mi conoscono perché hanno risposto a dei post per giudizio su miei denari di cui chiedevo l'eventuale autenticità e che cortesemente si sono pronunciati, per tutti gli altri mi presento, sono un neo appassionato di denari romani imperiali (da circa 1 anno) e sto cercando di iniziare una collezione che va da Vespasiano fino a Traiano Decio e figli (ambiziosa lo so ma la voglia c'è). È evidente che c'è tantissimo da imparare per affrontare questa avventura, ma con la mia passione e con l'aiuto di persone competenti ed esperte sono certo che andrò avanti. Non me ne vogliate quindi se qualche volta vi darò fastidio (spero di no ?) per chiudere qualche consiglio a voi esperti studiosi e collezionisti. D'altronde se non farlo in questa sede,dove? Ho un paio di libri e molti siti dove poter visualizzare denari venduti nelle aste e confrontarli con quelli che acquisto ma il parere di più persone secondo me è la cosa fondamentale. Non mi dilungo oltre, e vengo al motivo del mio post, un denario di Elio che è stato il mio terzo acquisto fatto parecchi mesi fa. Quella spaccatura che si vede sul dritto del denario a che cosa è dovuta? In futuro che tipo di problemi puo creare alla conservazione della moneta? Grazie a tutti quelli che hanno letto fino ad ora e che cortesemente daranno una spiegazione per me utilissima per il futuro. Pubblico foto del denario e se possibile un vostro giudizio di autenticità. Grazie a tutti Antonio MM 17.50 G 3,15
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  22. Vedendo il bordo, senza spaccature, liscio e arrotondato, e notando le numerose gonfiature anche intorno alla figura del rovescio direi che al 99,999999 % si tratta di un suberato. Da tenere in conto che a volte la lamina, particolarmente in epoca imperiale, è bella spessa e quindi non così facile vedere l'anima del rame, che comunque trasformandosi fa gonfiare e modificare la lamina così. Un cordiale saluto, Enrico
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  23. DE GREGE EPICURI A me sembrano autentiche sia la prima che la seconda. Sono monete oggi straordinariamente care, ma non particolarmente rare.
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  24. Altri due esemplari Zoppola appena entrati in collezione: Paolo Renier, 1778-1789. Quarto di ducatone da 31 soldi, AR 6,85 g. S M V PAVL RAINERIVS D Il Leone alato, a s., volto di fronte e con la zampa anteriore appoggiata sul libro aperto; a d., il doge genuflesso con vessillo. All'esergo, L A F (Lunardo Alvise Foscarini massaro). Rv. MEMOR ERO TVI IVSTINA VIR S. Giustina stante, trafitta in seno da pugnale, con palma nella d. e libro nella s.; sullo sfondo, galere in navigazione e, all'esergo, 31. CNI 21. Paolucci 24. Molto raro. Bellissima patina di medagliere e conservazione eccezionale, Fdc Ex collezione Zoppola Pasquale Cicogna doge LXXXVIII, 1585-1595. Ducato da 124 soldi, AR 27,88 g. S M VENETVS PASC CIC – ONIA DVX Il Leone alato, a s., volto di fronte e con la zampa anteriore appoggiata sul libro aperto; a d., il doge genuflesso con vessillo. All'esergo, G S (Gerolamo Semitecolo massaro). Rv. MEMOR ERO TVI IVSTINA VIRGO S. Giustina stante, trafitta in seno da pugnale, con palma nella d. e libro nella s.; all'esergo, 124. CNI 101. Paolucci 13. Rarissimo. Patina scura di medagliere, quasi splendido; graffietti sui fondi. Ex collezione Zoppola; acquistato da A. Jesurum nel 1926 per lire 120.
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  25. Malesia 1 ringgit 1992 sul retro si celebra il mitico pugnale malese kriss estratto dal fodero
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  26. « Non è confortante »? io direi che siamo al delirio … cento anni fa fior di collezioni - in Italia - venivano formate , scambiate, vendute e molte di esse cedute a musei dei qualj venivano a costituirne i nuclei fondanti che ammiriamo ancora oggi. nessun giudice si sognava di ostacolare o mettere in discussione tale processo ( che si ripeteva identico in tutti i paesi europei) mentre oggi i collezionisti - in Italia si basi bene non all’estero - vengono considerati trattati come ricettatori e trafficanti e le loro collezioni confiscate ( come in questo caso) . Dire che siamo alla follia interpretativa e giurisprudenziale e’ forse un eufemismo. parlavo con un alto dirigente dei beni culturali - una persona obiettiva - che lamentava che a breve - continuando questo stato di cose e l’interpretazione della normativa in modo cosi restrittivo - non ci saranno piu’ lasciti e confuenze di collezioni private alle istituzioni pubbliche che hano formato la consistenza primaria e l’ordinamento logico delld raccolte pubbliche dal 1500 in avanti. In pratica se oggi abbiamo delle raccolte numismatiche pubbliche lo dobbiamo - fatti salvi i ritrovamenti - ai collezionisti orivati dal 1400/1500 in poi… e l’ignoranza di questo dato di fatto da parte della giurisprudenza odierna ne pregiudica - in via sostanziale / la perpetuita’ di questa circostanza benefica per il futuro oltre a ledere un diritto - del collezionista - esercitato liberamente per secoli e che continua ad essere esercitato liberamente nella stragrande maggioranza degli ordinamenti giuridici degli altri paesi comprese le nazioni dell’ue di cui l’Italia fa comunque parte e al processo di armonizzazione legislativa comunitaria dovrebbe comunque tendere. fa male - come libero cittadino - leggere le considerazioni e i ragionamenti ( limitanti e soprattutto ignoranti le fonti) che hanno portato alla formulazione delle sentenze e del giudicato riportato sopra..
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  27. Dimenticavo ..... Il tuo esemplare non riporta, sotto il gomito di San Marco, il solito punto, ma una bella x (segno di un Massaro differente dal primo, dei quali - comunque - non conosciamo il nome). Non ricordo se qualcuno si è sbizzarrito a calcolare una pur spannometrica percentuale di quanti ducati riportano il ° oppure la x; certo è che quest'ultima - a me - sembra meno frequente.
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  28. inutile continuare a girarci intorno: se sono insiemi di monete non sarà poi possibile documentarne la lecita provenienza perchè non esisteranno foto individuali di lecito acquisto. lascia pedere se vuoi evitare guai.
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  29. Viktoras Barnauskas Questo una volta era il nome di Victor David Brenner, nato il 12 giugno 1871 a Shavli, allora città russa, oggi Šiauliai in Lituania. Come tanti emigranti di ogni nazionalità, una volta arrivato negli Stati Uniti, il 17 maggio 1890, aveva cambiato il suo nome in uno più comprensibile alle orecchie degli americani Nel 1909 lo si poteva considerare il più "numismaticamente consapevole" degli scultori americani. Il suo lavoro, all'arrivo negli Stati Uniti, era stato quello di incisore di gioielli e riparatore di orologi. Perfeziona le sue conoscenze studiando presso la Academy of Design nel 1891, mostrando subito un interesse primario per le medaglie. Dal 1898 al 1901 vive a Parigi, per perfezionarsi nella sua arte, ed espone i suoi lavori all'Esposizione Universale del 1900. Tornato in America, diventa membro dell'American Numismatic and Archeological Society, presso la quale tiene dei corsi sulla preparazione dei conii monetari. Diventato ben noto negli ambienti artistici americani, Brenner riceve nel 1909 l'incarico di disegnare il nuovo centesimo, per il quale gli viene corrisposto un compenso di 1000 dollari. Spererà a lungo di ottenere altre commesse per le monete, ma non verrà più preso in considerazione dalla zecca. Influirono probabilmente su questo le controversie sorte a seguito delle sue iniziali incise sul centesimo, e il fatto che non fosse particolarmente gradito all'incisore-capo, Charles Barber, al quale in realtà stavano antipatici tutti coloro che esercitavano il suo stesso mestiere, nel quale egli reputava, naturalmente, di essere il migliore Ma forse non se ne crucciò più di tanto, visto che il suo grande successo come medaglista gli assicurerà fama e prosperità. Oltre alle medaglie, completa un solo lavoro su grande scala, la scultura Song to Nature, una fontana nel Mary Schenley Park di Pittsburgh, Pennsylvania. Muore il 4 aprile 1924 a New York. petronius
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  30. Mantengo in memoria tutti gli MP ricevuti da Mark ed ogni tanto li rileggo con piacere, mai vista tanta gentilezza e passione. Nell'ultimo messaggio del marzo dell'anno scorso mi avvertiva del dono che mi aveva inviato, tra cui una monetina della sua terra: Mi mancheranno tantissimo i suoi scritti sia sul forum che in privato, mi piace pensare che continua a leggerci....
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  31. La prima volta ... o quasi Nel Mint Act del 1792, l'atto costitutivo della zecca federale, era scritto a chiare lettere che su un lato di ogni moneta doveva comparire "un disegno emblematico della libertà, con la scritta "LIBERTY", e così era stato, tranne un paio di eccezioni, fin dalle prime coniazioni del 1793. Ma al volgere del XX secolo, molte cose erano cambiate, e prendeva sempre più corpo l'idea di sostituire la tradizionale raffigurazione allegorica di Lady Liberty con un personaggio reale, ovviamente meritevole di tale onore. In verità, c'era già stato un precedente nel 1892 con il primo mezzo dollaro commemorativo emesso per celebrare il cinquecentenario della scoperta dell'America e l'Esposizione Universale di Chicago. Ma il ritratto di Cristoforo Colombo su quella moneta era quasi altrettanto fantasioso delle varie Lady Liberty, poiché sembra che Charles Barber avesse preso a modello un dipinto di Lorenzo Lotto nel quale alcuni vorrebbero identificare, ma in modo tutt'altro che certo, il grande navigatore. E poi quella moneta era stata un flop, venduta all'interno dell'Esposizione di Chicago per un dollaro, ricevette un'accoglienza a dir poco tiepida, e i pezzi rimasti, probabilmente la maggioranza dei coniati, furono rifusi o immessi nella circolazione. All'inizio del '900, una forte spinta al rinnovamento della monetazione americana venne dal presidente Theodore Roosevelt, che considerava "di atroce bruttezza" le monete del suo paese, e si adoperò fortemente per modernizzarle. Sicuramente tutti siete al corrente della collaborazione tra Roosevelt e lo scultore Augustus Saint Gaudens, da cui scaturirono i 10 e 20 dollari d'oro, ma forse meno conosciuto è il ruolo del Presidente nella realizzazione del Lincoln cent. Nel 1908, Roosevelt si recò a New York, presso lo scultore Victor David Brenner, per posare per una medaglia che avrebbe dovuto essere consegnata a tutti coloro che avevano lavorato per due o più anni alla costruzione del Canale di Panama. Come primo ispiratore di questa opera grandiosa, Roosevelt sarebbe comparso al dritto della medaglia, che aveva al rovescio una raffigurazione del Canale. Durante la sua visita allo studio dello scultore, il Presidente fu colpito da una placchetta in bronzo raffigurante Abraham Lincoln, opera dello stesso Brenner Brenner aveva creato il busto di profilo di Lincoln appena un anno prima, basandosi su una foto del febbraio 1864 di Anthony Berger, da poco riscoperta Compiaciuto dei commenti favorevoli del Presidente, Brenner suggerì che Lincoln avrebbe potuto essere il soggetto di una nuova moneta, da emettere l'anno successivo in occasione del centenario della nascita. petronius
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  32. La passione è ritornata, e questa è per me la cosa più importante perché mi permetterà di andare avanti. Infatti io non mi limiterò a raccogliere denari imperiali ma ad ogni acquisto cercherò di capire anche come hanno vissuto gli imperatori,mogli e figli il loro periodo storico di riferimento,quindi si va avanti.Grazie per il tuo intervento e alla prossima
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  33. Non è così, non esiste lo spartiacque che dici: confondi il possedere con lo scavare.
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  34. Nessuno ha diritto di chiedertelo; chi ha una moneta anche antica non dovrebbe dimostrare nulla, a meno che non sia un pregiudicato per delitti determinati da motivi di lucro, o per contravvenzioni concernenti la prevenzione dei delitti contro il patrimonio, o per mendicità, o essendo ammonito o sottoposto a una misura di sicurezza personale o a cauzione di buona condotta. In quest'ultimo caso potrebbe essere incriminato per possesso ingiustificato di valori. In Italia è illecito scavare monete, esportarle illegalmente, ma non è illecito possederle. In uno stato di diritto, quale è l'Italia, un incensurato ha tutto il diritto di avere monete di lecita provenienza; sono gli inquirenti che devono dimostrare l'illecita provenienza. Questa è la legge. Che poi nella pratica alcuni pubblici accusatori ragionino - erroneamente - come te, porta a conseguenze nefaste per il collezionista corretto e rispettoso delle leggi (mentre i veri tombaroli ridono).
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  35. Anisette di Marie Brizard Per i cultori dell'Anisette.... due esemplari appena entrati in collezione... 5 e 10 centesimi degli allora franchi francesi!!! Da: L’alternativa al dopocena? Anisette di Marie Brizard - Mixer Planet Marie Brizard, brand ... è uno dei marchi francesi di più antica e prestigiosa reputazione, noto in tutto il mondo per la sua Anisette, prodotto storico della maison d’oltralpe, con anice verde mediterranea, che da sempre appartiene all’aristocrazia liquoristica francese. Non chiamatelo anice: l’Anisette di Marie Brizard infatti è molto di più. La sua ricetta, unica, segreta e immutabile da oltre 250 anni, si avvale di un sottile assemblaggio di undici piante e spezie che danno come risultato un liquore elegante che, anche grazie alla doppia distillazione, dona al prodotto un bouquet raffinato e complesso di aromi, morbido, con un delicato equilibrio fra zucchero e alcool. E poi è rinfrescante, per merito dell’anice verde del bacino mediterraneo, che predomina nell’assemblaggio. Marie Brizard, infatti, utilizza solo anice verde mediterranea, al contrario di molti altri prodotti sul mercato, realizzati con la più comune anice stellata. Come si gusta l’Anisette? I palati più raffinati la bevono pura e semplice, ma con l’estate ormai in arrivo si può anche provarla on the rocks e con uno schizzo di limone fresco. Oppure usatela come ingrediente base per cocktail nuovi e rinfrescanti. Un esempio? Riempite 3Ž4 di bicchiere con Anisette di Marie Brizard e unite succo di limone spremuto, mezza fetta di arancia, mezza fetta di limone e acqua tonica. Da provare nelle giornate più calde per un brivido di freschezza. Tradizione e innovazione Marie Brizard è una storica azienda francese fondata a Bordeaux nel 1755 e vanta una lunga tradizione di eccellenza e impegno nell’uso esclusivo di prodotti naturali per creare i propri liquori e le proprie bevande. Da oggi è distribuita in Italia da D&G, innovativo gruppo che porta sulle tavole italiane il meglio da tutto il mondo. E con Marie Brizard il meglio è garantito da oltre 150 anni di storia e da un successo mondiale. Dalla leggenda al successo Secondo una leggenda, la ricetta di questo liquore è stata regalata da un marinaio ad una ragazza di nome Marie Brizard, che lo soccorse trovandolo in terra ammalato in una piazza di Bordeaux e lo portò in casa per curarlo. Per sdebitarsi, il marinaio le lasciò in dono la ricetta dell’Anisette. Era il 1750. Oggi Marie Brizard è una tra le aziende più conosciute ed apprezzate del mondo, grazie ad un’ampia gamma di distillati e liquori in grado di soddisfare qualunque palato. Tre le tante etichette, quella dell’Anisette è però la più conosciuta. Note di degustazione Tutti sanno che l’anice verde mediterranea è molto più aromatica dell’anice stellata usata dalla maggior parte dei prodotti in commercio. E questo rende l’Anisette di Marie Brizard speciale. Incolore, cristallina e trasparente, l’Anisette di Marie Brizard, ottenuta dall’assemblaggio di 11 piante e spezie, offre al naso caratteristici e intensi aromi di anice, erbe aromatiche e spezie. Al palato è setosa, forte, dolce ed equilibrata, dai netti rimandi aromatici e dalla lunga e piacevole persistenza. Bevuta liscia o on-the-rocks, l’Anisette Marie Brizard è la vera alternativa di classe per i dopocena estivi. ?
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  36. Francomoneta da 10 Pfennig (diametro 32,2 mm, peso 0,6 g) della Barmer Ersatzkasse, una delle principali compagnie di assicurazione sanitaria tedesche. Briefmarkenkapselgeld der Barmer Ersatzkasse 10 Pfennig Briefmarkenkapselgeld, Zelluloid, bedruckt, Durchmesser 32,2 mm, Gewicht 0,6 g. L’iscrizione sotto la testa dell’uomo sorridente dice che ogni centesimo nuovo membro del fondo assicurativo Barmer potrà usufruire dell’estrazione gratuita di tutti i suoi denti. Non so cosa ci sia da sorridere in questo ma la pubblicità è la pubblicità, e la Barmer Ersatzkasse la faceva con almeno altre sette diverse iscrizioni sulle capsule dei francobolli che, come è noto, esistevano in molti paesi per sopperire alla mancanza di spiccioli. In Germania questa necessità fu particolarmente sentita negli anni 1921-1924.
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