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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/31/21 in tutte le aree

  1. Sperando di fare cosa gradita, vi posto i link per scaricare il pdf dell'opera fondamentale del prof. Rizzo sulle antiche monete greche di Sicilia, analizzate dal punto di vista artistico. Testo: https://www.academia.edu/attachments/63724657/download_file?st=MTYyMjQyMDk5OSwyLjM5LjExMi4xMTMsNTk0ODkzNTg%3D&s=profile Tavole: https://www.academia.edu/attachments/63724858/download_file?st=MTYyMjQyMDk5OSwyLjM5LjExMi4xMTMsNTk0ODkzNTg%3D&s=profile Nota: secondo i miei calcoli il copyright sull'opera è scaduto nel 2020, essendo il prof. Rizzo scomparso nel 1950.
    4 punti
  2. Perché vi ho parlato di questo ripostiglio? Be', innanzitutto perché non mi pareva fosse mai stato discusso in maniera dettagliata nel forum e poi perché son riuscito ad accaparrarmi una monetina che ora vi presento: Zecca di Mediolanum D\ IMP C AVRELIANVS AVG, busto a destra radiato e corazzato; R\ ORIENS AVG, /TM, il Sole stante a sinistra con mano destra alzata e globo nella sinistra. Un prigioniero legato in abito orientale sotto al piede destro dell'Imperatore mentre un secondo prigioniero in analoga posizione è appoggiato alla gamba sinistra. RIC 150 - Webb segnala due esemplari nel ripostiglio, ma in realtà si tratta di un solo esemplare in quanto il secondo ha una differente mint mark all'esergo (/QM). Non si tratta di un esemplare di Carausio, che è il sovrano caratterizzante l'intero ripostiglio (e che in collezione ancora mi manca con provenienza da hoard), ma si tratta pur sempre di un pezzo proveniente dal Linchmere hoard con un pedigree di tutto rispetto e che non si vede capitare nel mercato così di frequente! Un nucleo cospicuo del ripostiglio risulta ora conservato al British Museum assieme ai frammenti del contenitore mentre una decina di altri pezzi sono custoditi presso l'Haslemere Educational Museum nel Surrey.
    4 punti
  3. Segnalo con piacere l'uscita della RIN allego il sommario saluti Alain Sommario_RIN_CXXII_2021.pdf
    3 punti
  4. Recentemente è passata in un'asta inglese una piccola porzione di monete provenienti dal Linchmere Hoard: poco meno di una quarantina di monete (39 più una copia in resina) che erano rimaste in possesso di miss F. E. Abbott (proprietaria dei terreni in cui venne scoperto il ripostiglio) dal 1924. Le monete in questione, battute nell'asta "Militaria, Coins & Medals" del 27 maggio 2021 della casa d'aste Lawrences Auctioneers, erano montate in un quadro-pannello espositivo: Il gruppo è stato suddiviso e le monete vendute singolarmente. The Linchmere Hoard. Contesto e storia del ritrovamento. Nel mese di dicembre del 1924, a seguito di alcuni lavori in un campo che si trova a nord della strada che porta da Haslemere e Shotter Milll a Liphook vicino al punto in cui all'epoca si incontravano le tre contee di Hants, Surrey e Sussex, venne alla luce un vaso in terracotta contenente 812 antoniniani. Miss F. E. Abbott e Mrs Hoyle, proprietarie del terreno e conseguentemente anche del piccolo tesoretto, decisero di consegnare il tutto al dipartimento di numismatica del British Museum consentendo così la catalogazione e lo studio di uno dei ripostigli considerati fondamentali e di riferimento per la storia della monetazione dell'usurpatore britannico Carausio. Il ripostiglio infatti presenta una composizione alquanto singolare: degli 812 antoniniani presenti, solamente 278 sono riferibili a zecche continentali e ad autorità dell'impero centrale, mentre la restante porzione di 534 monete è composta unicamente di antoniniani di Carausio! Il primo gruppo si presenta così suddiviso: Della rimanente porzione di 534 monete di Carausio, la maggior parte presenta mint marks e dalla loro analisi possono essere suddivise in 488 esemplari provenienti da Londinium e 46 dalla cosiddetta C-Mint (Colchester) secondo questo schema: Il contenitore che ospitava le monete è un vaso di produzione locale identificato come proveniente dal centro produttivo romano di Alice Holt Forest dello Hampshire. Il sito di produzione emerse durante alcuni scavi eseguiti per dei ripristini stradali nella foresta che rivelarono, oltre a discariche di manufatti e frammenti vari, anche importanti resti industriali tra cui quelli di un forno con doppia canna fumaria con base in malta, pareti in pietra e rivestimento in argilla. Grazie ad alcune indagini archeo-magnetiche è stato possibile scoprire che nella sua ultima cottura, datata tra il 220 e il 280, questo forno era alimentato da ceppi di rovere, prevalentemente ceduo, nel camino principale e con una combinazione di legni vari nell'altro, probabilmente per favorire il controllo della temperatura. Il ripostiglio è importante ovviamente per il suo contenuto, ma anche (e probabilmente soprattutto) per ciò che non contiene: sono pressoché assenti gli antoniniani degli usurpatori gallici di Postumo e successori, che invece sono attestati frequentemente nei ripostigli che contengono emissioni di Carausio e Alletto e che conseguentemente circolavano ancora massicciamente durante il regno degli usurpatori britannici; oltre alle emissioni ufficiali gallici, sono anche assenti i radiati imitativi e se questo può sembrare una logica conseguenza dell'osservazione precedente, lo è meno la completa assenza di moneta di produzione locale battuta a nome di Carausio (e che probabilmente va collocata in una fase iniziale della produzione di monete di questo imperatore in continuità produttiva con le emissioni imitative galliche probabilmente a opera dei medesimi atelier locali più importanti come volume di coniazione); mancano completamente le emissioni continentali di Carausio della zecca di Rouen mancano le emissioni con marca RSR di Carausio (Redeunt Saturnia Regna) mancano le emissioni della cosiddetta serie Carausius et Fratres Svi con la legenda terminante con la triplice G: AVGGG mancano altri nominali quali aurei (aspetto questo comune) e denari nessuna delle monete di Aureliano è precedente al 270 Il gruppo delle emissioni continentali, epurato della presenza gallica che non risulta significativa, si estende in un lasso temporale assai breve di 18 anni (270-288). Il ripostiglio, che può essere considerato coevo a quello di Little Orme, può essere datato, come chiusura e interramento, al 290 d.C. circa. Le monete si presentano quasi tutte in ottimo stato, specialmente le emissioni di Carausio che per buona parte risultano in condizioni di zecca tuttavia erano state consegnati al British Museum intonse, così come rinvenute, presentandosi coperti da una spessa e ruvida patina verdastra che li rendeva pressoché illeggibili. Nel laboratorio di restauro del British Museum, la pulitura è stata condotta per step progressivi. Inizialmente due monete sono state trattate con acido formico riscontrando ottimi e rapidi risultati di pulitura, ma a scapito dell'argentatura superficiale dei pezzi: le monete trattate con l'acido infatti si presentavano alla fine dell'intervento in ottimo stato di conservazione e perfettamente leggibili, ma completamente imbrunite. Si è deciso quindi di procedere diversamente per gli altri pezzi provando degli ammolli in una soluzione alcalina molto debole a base di bicarbonato di sodio. Inizialmente le monete vennero immerse a freddo, ma i risultati non furono incoraggianti. Portando a ebollizione la soluzione invece si notarono dei miglioramenti notevoli: la patina verdastra si scioglieva e la moneta alla fine del trattamento, una volta asciugata, si presentava perfettamente leggibile ma completamente annerita. Tuttavia la patina nera che si sviluppava con questo procedimento risultava facilmente rimovibile mediante una spazzolatura energica con spazzole con setole in fili d'ottone molto morbidi rivelando alla fine del trattamento l'argentatura superficiale perfettamente conservata. Le monete furono quindi tutte trattate con questo procedimento provvedendo, in alcuni casi, a ripetere il ciclo fino a 5-6 volte per ottenere un risultato ottimale. L'intero studio del ripostiglio con la sua catalogazione venne pubblicato da P. H. Webb nel 1925 su Numismatic Chronicle, a questo link potete leggere l'intero lavoro: https://www.forumancientcoins.com/numiswiki/view.asp?key=Linchmere Hoard
    3 punti
  5. Buongiorno e buona domenica Condivido il mio ultimo acquisto che è una piccola divagazione per quanto riguarda la mia collezione di monete modenesi. Questa moneta non è presente nel mir Emilia in quanto la Garfagnana è in Toscana ma la ritengo parte della monetazione modenese a tutti gli effetti in quanto fatta coniare proprio a Modena dal duca Cesare d'Este,per omaggiare gli abitanti di questa terra per la loro lealtà nelle contese coi lucchesi. Si tratta di un GROSSETTO in mistura con aquila estense e santo con le chiavi, moneta estremamente rara da trovare sul mercato e che in coppia con l'altro grossetto "con la bomba" risultano le uniche due coniazioni fatte per questa terra a cavallo tra Emilia e Toscana. Cosa ne pensare? Pareri? Un grazie a tutti e un saluto. Marco
    3 punti
  6. Vi allego il link da cui è possibile scaricare il pdf di questo volume del 2008, scritto dalla dott.ssa Carla Russo. Tratta di monete antiche provenienti dall'area della odierna Puglia; la versione cartacea fu distribuita ad un convegno e inviata a specialisti del settore. Lo trovo molto interessante anche per le belle foto a colori. https://docplayer.it/56817503-Le-monete-della-collezione-battista-nel-museo-civico-di-foggia.html
    2 punti
  7. Salve @Filodino 2000, Come ipotizzato da @Bradi si tratta di un pfennig uniface della città bavarese di Lindau, senza data ma che risale al 1700 circa. D/ Albero di tiglio con 5 foglie Riferimenti: Nau 11, Lebek 50 Ecco alcune inserzioni: https://www.ma-shops.com/rittig/item.php?id=180825010 https://www.ma-shops.com/siee/item.php?id=210304008 https://www.ebay.ch/itm/193944638953 saluti Magus
    2 punti
  8. questo? https://www.complianceturin.it/gettonineisecoli/catalogoschede/
    2 punti
  9. ti mostro la mia che è vicina allo spl, cosi hai dei parametri di riferimento più oggettivi partendo da quella di El Chupa che è in zona fdc.. darei importanza ai rilievi.. inoltre anche il lustro mostra differenze notevoli rispetto a quella di El Chupa.
    2 punti
  10. In questi giorni stiamo vivendo una situazione eccezionale. Ritengo che dobbiamo comunque poter coltivare le nostre passioni, soprattutto quelle che si possono fare tra le mura domestiche. La numismatica è sicuramente una di queste. Ho pensato quindi a questa discussione dove possiamo dire la nostra su perchè e come collezionare le monete di Venezia. Secondo me il perchè collezionare veneziane è strettamente legato alla storia di questa città unica al mondo che è Venezia. E' una storia che dura un millennio ed è ricchissima di avvenimenti, di vittorie, di sconfitte, di scoperte, di viaggi, di vita... Le monete ci raccontano tutto questo, ci fanno toccare con mano la loro storia, ci fanno sognare... Credo che fin qui tutti i collezionisti di Venezia siano d'accordo. Ma la domanda principale è come collezionare le monete di Venezia? La prima possibilità è il ''metodo'' Papadopoli. Ovvero si colleziona tutte le monete. Il problema è che una collezione di questo genere richiede fondi illimitati e la maggioranza dei collezionisti non ha questa possibilità. Allora bisogna scegliere. La prima scelta potrebbe essere quella del nome: una moneta per ogni doge. La seconda scelta potrebbe essere di tipo temporale: ad esempio tutte le monete del medioevo oppure tuttele monete del periodo della guerra di Candia oppure tutte le monete del 1700... La terza tipologia di scelta potrebbe essere tipologica: una moneta per tipo oppure tuttele monete di una tipologia (classica la collezione degli zecchini)... La quarta potrebbe essere di tipo geografico: tutte le monete per l'oltremare oppure tutte quelle per la terraferma. La quinta potrebbe riguardare falsi e contraffazioni. La sesta... Ovviamente le possibilità sono infinite. Ognuno sceglierà quella che preferisce. Ma una cosa è sicura, soprattutto se si accompagna la collezione con qualche libro che tratta la materia, il tempo trascorso con le monete sarà molto piacevole. Arka Diligite iutitiam
    1 punto
  11. Sono rimasto molto sorpreso leggendo un articolo del prof. Adriano Gaspani che illustra la raffigurazione di elementi astrologici sulle monete celtiche: tra questi, anche la cometa di Halley! Vi posto il link all'articolo: https://docplayer.it/storage/49/25418597/1622465783/eujJt3icVNLZbNND9J-6-A/25418597.pdf Nel caso l'argomento sia già noto e discusso, vi prego di scusare la mia ignoranza.
    1 punto
  12. In alcune discussioni recenti o meno, relative alla circolazione monetaria del Regno d’Italia ante I guerra mondiale, e specificatamente nelle tipologie auree ( marenghi 20 lire) ed in argento ( scudo da 5 lire), ho sempre letto tesi e pareri molto divergenti, non so suffragate o meno da dati certi e verificati. Più volte ho riscontrato ipotesi, dove si avvalorava che la monetazione aurea ( parlo sempre e solo della tipologia marengo) era di appannaggio delle classi “superiori”, che la circolazione fosse limitata solo per transazioni di elevato o elevatissimo importo, e questa tipologia non rientrava nell’ uso comune della circolazione, soprattutto se si considerano le classi più basse della società di quegli anni. Ugualmente in altre discussioni, facendo riferimento alla circolazione dello scudo da 5 lire, si evidenziava, che dopo Vittorio Emanuele II, con le sue corpose emissioni, e i due millesimi residuali di Umberto I, la circolazione di detta tipologia era tra fine XIX agli inizio XX secolo oramai scomparsa o quasi. Ho avuto occasione di leggere un saggio: Nuto Revelli - L'anello forte: La donna: storie di vita contadina (Einaudi tascabili. Scrittori) dove l’autore riporta testimonianze dirette della vita tra gli inizi del XX secolo, e gli anni del boom economico ( anni ’60) focalizzate sulla vita delle donne, intervistando e riportando fatti di vita quotidiana, di generazioni che fecero sacrifici enormi, tra spopolamento della montagna e guerre. Tra le testimonianze riportate, mi sono balzate all’ occhio, quelle a cui si fa riferimento al denaro contante, ne riporto alcune: MARGHERITA LEMASSON vedova VILLAVECCHIA, nata a Savigliano, classe 1893. A dieci anni – avevo appena finito la quarta elementare – ero già al filatoio a lavorare. Ci pagavano ogni quindici giorni. C’era un segretario, il signor Fré, che metteva il tavolino, tutte noi in fila indiana passavamo a ritirare la nostra paga. Mi ricordo che avevo poi già la paga grossa e che mi pagavano con gli scudi. Mi piaceva portare a casa uno scudo d’argento, pareva che valesse di piú, luccicava….. MARIA ABELLO in LAUGERO, nata a Cucchiales di Stroppo, classe 1897.Sono andata in Francia a quattordici anni. Guadagnavamo cinquanta soldi il giorno, due lire e dieci soldi, e risparmiavamo. Un anno ho portato a casa duecento lire. Pagavano tutto a marenghini d’oro. Io mi ero fatto un piccolo sacchetto che tenevo legato al seno. Facevamo una miseria per portare quei pochi soldi a casa…, sembrava che portassimo l’America! […]. Sei anni a Hyères, poi un anno mi sono affittata a Nizza da serva, venticinque lire al mese… ELISABETTA CENTENERO vedova GIORDANA, detta Blot da chi ’d Vitorio, nata a Centenera di Stroppo, classe 1898. A nove anni mi hanno affittata a San Michele di Prazzo. Mi davano trentacinque lire di paga da Pasqua ai Santi. […].Guardi che mi ricordo ancora la paga dei due anni che mi hanno affittata in Francia. Il primo anno novantacinque lire, il secondo centoquindici. Il guadagno era trenta soldi al giorno, a raccogliere le viole per Parigi, Lione, Londra, tutto il giorno piegate che piovesse o no a fare i mazzetti di viole, sessanta viole e trenta foglie attorno per mazzetto, da Natale a Pasqua. Trenta soldi di paga, ma ci pagavano in oro. Là pagavano tutti in oro. C’erano i muratori che non volevano essere pagati in oro, avevano paura che l’oro non valesse, preferivano la carta. ROSA RUGHETTI in GARBARINO, nata a Cossano Belbo, classe 1905. Mi dava – avevamo negoziato – novanta lire per tutto l’anno. Poi del 1913 mio papà mi ha messo da un altro padrone, proprio qui vicino, qui sopra. […]. Al lavoro, andando giú per la collina, portavo ’l curbun del liam ’nle vi, e tornando su portavo le pietre per fare la casa. Mi dava duecento lire all’anno, e mantenuto Saluti TIBERIVS
    1 punto
  13. @gallo83, complimenti per l'acquisto... Non sai quanto tempo è che anche io la cerco per accoppiarla con l'altra
    1 punto
  14. Complimenti per la bella moneta, un pezzo di storia di quei territori di confine.
    1 punto
  15. Non ti torna semplicemente perché non è quel che dici è un minuto di quelli tradizionalmente attribuiti (seppur erroneamente) ad Antoniotto Adorno. La lettera finale è una D gotica
    1 punto
  16. Grecia - 20 Dracme 1990 Dionysios Solomos ( 1798 - 1857 ) Autore dell'Inno Nazionale Greco
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  17. Cercando in letteratura non ho trovato esempi di contromarca con sola P. L'impressione è che sia antica e non posticcia/postuma. Chiedo ad @Agricola se per caso ha una fonte o qualche esempio per capire meglio la sua identificazione. È una marca che mi incuriosisce molto! Grazie mille!
    1 punto
  18. Ulteriori esemplari dello "Zoppola" entrati in collezione: Giovanni Mocenigo, 1478-1485. Mocenigo o lira, AR 6,44 g. IO MOCENIGO – S M VENETI S. Marco nimbato, stante a s., porge il vessillo al doge genuflesso; lungo l'asta, D V X. Rv. TIBI SOLI – GLORIA Il Redentore stante di fronte, benedicente, tiene il globo crucigero nella s. CNI 105. Paolucci 2. Rarissimo. BB, carenze al centro Ex collezione Zoppola; acquistato da G. Morchio per lire 30. Pasquale Cicogna, 1585-1595. Quattrino di doppio peso, Mist. 1,14 g. PASC CICONIA DVX Il doge genuflesso con vessillo. Rv. S MARCVS VENETVS Leone in soldo. CNI 321. Paolucci 20. Rarissimo. Buon BB Ex collezione Zoppola; acquistato da Morchio & Majer, nel 1900 circa, per lire 0,50. Il peso legale di emissione dei quattrini era stabilito in 0,62 gr. Francesco Dandolo, 1329-1339. Denaro o piccolo scodellato, Mist. 0,25 g. + FRA DA DVX Croce patente con globetti alle estremità. Rv. + S MARCVS Croce patente con globetti alle estremità. CNI 38. Paolucci 5. Molto raro. BB Ex collezione Zoppola; acquistato da Morchio & Majer per lire 10.
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  19. Bronzo di Caracalla (Pautalia) che raffigura sul rovescio Hygieia in piedi a destra, che alimenta il serpente tenuto tra le braccia, e Asklepios in piedi di fronte, testa a sinistra, appoggiato sul bastone con un serpente-intrecciato; altare illuminato tra di loro; sullo sfondo, tempio tetrastilo con ghirlande e un serpente nel frontone (Numismatik Naumann 65). Roman Provincial Coins THRACE. Pautalia. Caracalla (198-217). Ae. Obv: AVT K M AVPH ANTΩNINOC. Laureate bust right, with slight drapery. Rev: OVΛΠIAC ΠAVTAΛI / AC. Hygieia standing right, feeding serpent held in arms, and Asklepios standing facing, head left, leaning upon serpent-entwined staff; lighted altar between them; in background, garlanded tetrastyle temple, with serpent in pediment. Varbanov 5019; CNG 72, lot 1138. Very rare Condition: Fine. Weight: 14.00 g. Diameter: 30 mm. Starting price: 40 EUR - Estimate: 50 EUR - Result: 160 EUR
    1 punto
  20. Buongiorno Gennydbmoney, potresti aprire una discussione specifica su questa variante, potremmo con l'aiuto di tutti in sezione cercare di capire chi è stata l'autorità a farla coniare e il motivo di quella mancanza di lettera. Sarò disponibile a integrare con le mie monete. Un caro saluto, Rocco.
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  21. Che dire Mario,siete uno squadrone formidabile✌️ @El Chupacabra ecc ecc ecc
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  22. Posto anche questa bella immagine che mi e’ arrivata da Riposto ieri con i Gazzettini che mi dicono che alle 11 erano già tutti esauriti...per le prossime vedremo di dare e omaggiare con qualche copia in più ...
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  23. Meglio allora la tomografia neutronica che permette di “entrare” nelle biglie, ma per risolvere il quiz basta semplicemente questo apollonia
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  24. la foto sul forum tedesco è identica alla Sua
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  25. Unione Sovietica, 5 rubli 1990 Cattedrale della Dormizione , Mosca
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  28. La foto è nitida e la moneta è piacevole. Usura uniforme ed i rilievi presenti e leggibili. Contrariamente al solito, mi sembra di vedere un D/ migliore del R/. Dal vivo, visto che parli di lustro (che però si fatica a percepire), il D/ potrebbe arrivare al BB-SPL. Qui sotto, puoi percepire le differenze con un esemplare in buona conservazione e dotata di lustro.
    1 punto
  29. Salve Franzo non so se ti può essere di aiuto mio figlio colleziona monete mondiali e senza spendere troppo per un monetiere di quelli professionali ha cercato nel tempo libero di farsene uno senza spendere molti soldi riciclando una vecchia cassettiera e delle tavole di legno e multistrato. Siccome aveva i cassetti profondi ha fatto doppio vassoio.
    1 punto
  30. Anzitutto complimenti per l’esemplare Gallo, moneta non facile da trovare sicuramente. Ricordo un passaggio dei due esemplari, quello “con la bomba” e quello senza busto che hai presentato qui, nella Raccolta ANPB, vendita Varesi 2016. Non riporta la data ma la sigla dello zecchiere (LS per Lodovico Selvatico) circoscrive la data di emissione tra il 1608 e il 1613. Aggiungo, nel 1606 era stata deciso dal Senato di Milano che il possesso della Garfagnana spettasse a Cesare d’Este (terra contesa con la Repubblica di Lucca, come già detto). N.
    1 punto
  31. Anche quest’anno Quelli del Cordusio presente a questo evento col suo Gazzettino 7, Gazzettino che diventa sempre più itinerante e presente in tanti eventi della nostra Penisola ? Grazie a Salvo Cavallaro e a Salvatore e Vincenzo Roccaro !
    1 punto
  32. Gettone per il pane di Amsterdam D/ Tavola con 2 pani: Broodpenning der Herv. Diakonie te Amsterdam - 1861 R/ Donna con mano tesa in compagnia di una pecora: Vergenoegd en Dankbaar Zinco: 6,7 g, 27 mm Traduzione del diritto: Gettone per il pane della Chiesa riformata di Amsterdam - 1861 Traduzione del rovescio: Felice e grato Vi sono varianti con 3 o 4 pani sulla tavola. Inoltre gettoni in argento, in bronzo, in rame e in stagno. Il gettone del pane è un gettone rilasciato da un ente di beneficenza ai meno fortunati che era scambiabile con del cibo. Questi gettoni sono stati utilizzati dalla fine del Medioevo, ma soprattutto nel XIX e nella prima metà del XX secolo. Inizialmente furono emessi soprattutto nelle aree industrializzate di Belgio, Francia e Regno Unito. Questo era dovuto alla grande povertà tra gli operai dell'epoca e al socialismo che stava emergendo in quel periodo. I gettoni del pane sono caduti in disuso a causa del miglioramento della legislazione nel campo della sicurezza sociale.
    1 punto
  33. Per me, vista l'usura, ben evidente sui visi di San Marco e del Redentore, non si può andare oltre il BB o al massimo BB +. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  34. La ragione per cui un collezionista sceglie quella in conservazione migliore è che avrà maggior piacere a guardarla rispetto a quella peggiore, penso, almeno x me è così. Poi qui siamo nell'ambito del soggettivo e non c'è un comportamento "migliore" di un altro, beninteso. È solo che se uno compra una moneta nell'ottica di rivenderla per ottenerne un guadagno rientra nella dinamica dell'investitore, mentre il collezionista mi sembra la acquisti con l'intento di tenersela. Per questo motivo, il collezionista compra anche pezzi comuni e di basso valore: per completare le serie, cioè per arricchire la collezione e trarne piacere intellettuale. Non che i due ambiti siano reciprocamente esclusivi, ma sono distinti x modi e finalità. Quanto alla tendenza di mercato, da collezionista di carta moneta, ho notato una maggiore vitalità del mercato nell'ultimo annetto circa. Ipotizzo che possa dipendere da due fattori: da un lato il maggior tempo a disposizione per coltivare i propri hobby e passioni, dall'altro la ricerca di una qualche forma di gratificazione mentale in un periodo di generale sofferenza x l'isolamento sociale. L'acquisto di oggetti da collezione dà qualche soddisfazione e non è cosa da poco!
    1 punto
  35. A chi mancasse in collezione una medaglia di fondazione di Palmanova, segnalo che in città ci sono molti esemplari... TAPPABUCHI (mai nome fu più appropriato). Un po' ingombranti, ma ben realizzati. Non sapevo se postare qui o in exonumia ahah... La mia ovviamente è una provocazione ironica, però da curatore mi piacerebbe che questa discussione possa riprendere con i vostri contributi felini.
    1 punto
  36. Buona serata a tutti, vorrei la vostra opinione nell'identificare questo denaro picciolo di Pisa con il Baldassarri. Vi allego la foto: Io direi A.V.2a, ossia denaro minuto senza segno, 1318/1318-1330, mi sembra di intravedere il fiorellino nella legenda al diritto prima di PISANI etc... voi cosa ne pensate? Inoltre mi pare che ci sia qualcosa a destra della P, non riesco a capire se è solo un graffio...
    1 punto
  37. Ecco il primo leone, quello di Francesco Dandolo: E' ancora senza ali, ma certamente non manca di fierezza. Arka
    1 punto
  38. Faccio dichiarazioni di successione per lavoro, da molti anni: mi sono chiesto anch'io se poteva avere un senso «legittimare» la provenienza di una moneta attraverso questo strumento, ma trovo sia una cosa molto difficile e anche giuridicamente molto debole. Di norma le collezioni (di monete, come di francobolli, quadri,ecc.) non si dichiarano in successione, ove invece vanno indicati i beni immobili ed i rapporti bancari (sto semplificando). L'eccezione è data dalle collezioni contenute nelle cassette di sicurezza, delle quali va allegato alla successione il verbale di apertura e l'inventario del contenuto. Questo verbale è redatto da un notaio o da un funzionario dell'Agenzia delle Entrate che possono avvalersi di stimatori di loro fiducia, ma i verbali sono sempre redatti con una genericità tale che non sono in grado di provare niente: la dicitura «denario dell'imperatore Adriano € 150» non è in grado di legittimare o dimostrare nulla, quando poi non ci troviamo di fronte, come nell'ultimo caso che mi è capitato «album contenente numerose monete d'argento del XIX sec. € 500». Ogni collezione andrebbe analiticamente descritta e corredata di fotografie, ma non lo fa nessuno. Di fronte ad una collezione importante, per i pezzi più significativi, potrebbe essere un valido consiglio, ma della serie «sempre meglio di niente», consiglio però che si scontra spesso con l'ignoranza degli eredi e la loro volontà di far emergere meno cose possibili, e al valore più basso.
    1 punto
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