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  1. Rex Neap

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/27/21 in tutte le aree

  1. E' impossibile avere una formula che stabilisca il valore di una moneta o di un oggetto, in quanto la variabile "umana" influisce molto sul valore. Il fatto di avere un "buco" vuoto nella collezione, comporta , nel caso si trovasse, per esempio la moneta mancante, a sottostare a delle leggi "mentali" che nessuna formula può estrapolare. Pur di averla si è disposti a sborsare una cifra superiore al risultato dell'ipotetica formula. L'appagamento personale non ha prezzo. Sicuramente si può ipotizzare una formula: rarità x conservazione x patina x ..... = € .... Ma quando l'oggetto dei desideri è nelle tue mani e stai trattando, saltano tutti i parametri. Quando a fine partita stai perdendo e un gol cambierebbe le sorti, anche il portiere esce dai pali e gli schemi vanno a farsi benedire.
    3 punti
  2. Buongiorno, non mi sembra che sia già stato segnalato. Il gabinetto numismatico di Berlino sta mettendo online la propria raccolta. Finora 36000 esemplari sono stati pubblicati, ciascuno con una scheda dettagliata e foto ad alta risoluzione. https://ikmk.smb.museum/home?lang=en Un’ottima iniziativa, che si spera sia seguita un giorno anche dai musei italiani. Buona domenica Appah
    2 punti
  3. Buongiorno, se qualcuno è interessato mi contatti.
    2 punti
  4. Complimenti per questa discussione assai corposa e interessante che più che una discussione è un piccolo saggio divulgativo sul concetto di "romanitas" e sulla seduzione che quest'idea aveva nelle popolazioni limitrofe che vedevano in Roma un modello se non addirittura un "richiamo di legittimazione". E proprio su quest'ultimo aspetto di ricerca di legittimazione si va a sovrapporre un altro punto focale citato in chiusura da @Illyricum65: L'idea di Romanitas che viene quindi chiamata in causa a legittimare un potere di per sé illegittimo che anziché porsi in antitesi al potere sovrano ufficiale (e quindi ROMANO per eccellenza) si pone non soltanto in piena continuità, ma addirittura soccombe al fascino più "puro" della Romanitas richiamando quell'idilliaca età dell'oro celebrata dal poeta per eccellenza dell'Impero: Virgilio. Uno degli esempi più emblematici in tal senso ce l'abbiamo durante il III secolo, in Britannia, dove troviamo Carausio: un comandante militare romano ma originario della Gallia Belgica che si ribella, nel 286 d.C., contro l’Impero Centrale retto da Diocleziano. Crausio, partito come generale rivoltoso nel nord della Francia, colse subito l'opportunità di oltrepassare il canale della Manica e creare in Britannia un nuovo regno indipendente da Roma. Tra le innumerevoli emissioni di Carausio se ne distinguono alcune caratterizzate da legende emblematiche riprese su medaglioni (quindi di assoluto carattere celebrativo) e su emissioni d'argento (destinate a donativi) e in biglione (a uso e consumo del popolo). I medaglioni succitati sono due e sono conservati al British Museum: Il primo, acquistato nel 1967, porta al dritto la legenda “IMP C M CARAVSIVS P F AVG” e la raffigurazione del busto a sinistra dell’imperatore con corona laureata, abiti consolari e uno scettro sormontato da Vittoria alata. Al rovescio la raffigurazione della Vittoria su carro andante verso destra e la legenda “VICTORIA CARAVSI AVG” e all’esergo la sigla “INPCDA”. Il secondo, acquistato nel 1971, vede una similare rappresentazione al dritto dell’imperatore, stavolta con scettro sormontato da un’aquila, con legenda IMP C [M A]VR CARAVSIVS AVG GER”. Al rovescio l’imperatore stante a sinistra in abiti militari con globo e lancia e a fianco la Vittoria con palma e corona. La legenda riporta “VICTOR CARAVSIVS AVG GERM MAX” e all’esergo la sigla “RSR” presente anche citate emissioni argentee e in biglione di cui parlavo prima. La sorprendente similitudine dei due medaglioni è prova inconfutabile che queste due emissioni dovevano avere una matrice comune e di conseguenza anche le sigle all'esergo “INPCDA” e “RSR”. Lo studioso Guy De La Bedoyere ha l’intuzione vincente mettendo in relazione le due sigle con la legenda “EXPECTATE VENI” presente in numerose emissioni di Carausio e abbinata anche alla sigla “RSR”: il tutto sembra portare senza ombra di dubbio alcuno a Virgilio e in particolar modo alla Egloga IV6-7 dove troviamo il passaggio “Redeunt Saturnia Regna, Iam Nova Progenies Caelo Dimittur Alto” in cui si palesa un ritorno all’età dell’oro e alla discesa di una nuova progenie celeste. Il legame del messaggio politico di Carausio con i rimandi virgiliani messo in relazione con l'altra sua famosa serie “CARAVSIVS ET FRATRES SVI” porta a ipotizzare con una buona dose di certezza che l'identificazione di questa “stirpe celeste” non può trovare altra individuazione se non nei tre sovrani dell'epoca ovvero Carausio, Diocleziano e Massimiano portatori e diffusori della Romanitas più pura nonché quindi fautori del ritorno dell’età dell’oro. http://www.kenelks.co.uk/coins/carausius/carausiusetfratres.jpg E il Virgiliano "Regno di Saturno" quale doveva essere? In un pensiero romano-centrico non può che essere Roma, ma stiamo parlando di Carausio e quindi, mettendo a fuoco e calando in concreto il suo messaggio, il Regno di Saturno altro non può essere che la Britannia, neonato impero che il suo reggente pone con pari dignità e in perfetta continuità culturale con l’Impero Centrale. Chiudo qui il mio intervento per non divagare ulteriormente su Carausio e andari fuori tema, ma mi premeva evidenziare un caso palese della qui discussa "sottile seduzione della romanitas".
    2 punti
  5. 1989 Portogallo, 100 Escudos. Commemorativa circolante 550° anniversario della colonizzazione delle Azzorre.
    2 punti
  6. Severus Alexander (222-235 AD.). AE Sestertius, 222-231 AD. Obv. IMP SEV ALEXANDER AVG. Laureate bust right, with drapery on far shoulder. Rev. IVSTITIA AVGVSTI SC. Iustitia seated left, holding patera and sceptre. RIC 563. AE. g. 21.49 mm. 30.00 Good VF. Light brown patina. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1388&lot=369 o in questo caso per interventi atti a migliorare il sistema giuridico romano mediante la creazione di futuri funzionari statali esperti nel Diritto Romano. L’utilizzo della moneta come forma propagandistica è una pratica iniziata nella Tarda Repubblica, dapprima con Giulio Cesare dopo concessione da parte del Senato al rientro dalla Spagna (45 d.C.) e quindi dopo le Idi di Marzo quando i princeps iniziano a comparire nei ritratti, siano essi Pompeo Magno, Emilio Lepido, Marco Antonio o lo stesso Ottaviano, al fine di trasmettere messaggi in un ambiente dove i sistemi di divulgazione non erano sviluppati come quelli attuali. La moneta diviene quindi lo strumento di più ampia e capillare distribuzione nell’Impero. Si dirà “ma parliamo di ritratti di sovrani, non di Romanitas ovvero di stile di vita romano” e ciò è corretto, bisogna comunque considerare che l’Imperatore rappresentava l’Impero e autocelebrando sé stesso celebrava indirettamente la grandezza di Roma stessa. Inoltre il cittadino romano guardava al Princeps come apice del sistema politico da cui dipendeva Pace e stabilità del mondo civilizzato. Abbiamo visto quindi come i destinatari dei messaggi delle legende monetali fossero i cittadini romani, talvolta nel Primo Impero quelli italici e in seguito nell’insieme. Nei periodi più tardi i vari slogan sono destinati a tutti gli abitanti dell’Impero (dopo Caracalla tutti gli abitanti dell’Impero sono cittadini romani) e magari anche a coloro che risiedono fuori dai limes, ovvero coloro che vivevano nel cosiddetto Barbaricum. Mediante legende che alludono alla restaurazione di periodi felici, alla pacificazione (fase che spesso passa per una guerra), a vittorie contro popolazioni che mettono a repentaglio la sicurezza dell’Impero. In questo caso però non parliamo ormai più di “sottile seduzione della Romanitas”… questa ormai è accettata più o meno profondamente in tutto l’Impero e i messaggi hanno finalità di tranquillizzare il cittadino romano e al caso, di intimorire il barbaro. Quest’ultimo però non avrà letto probabilmente i messaggi che erano riportati sulle monete bronzee: i ripostigli monetali rinvenuti nel Barbaricum sono costituiti nella quasi nella totalità da monete in argento ( si veda in dettaglio ad esempio il deposito recentemente rinvenuto in Polonia: https://www.thefirstnews.com/article/crown-of-polish-archaeology-farmer-looking-for-abandoned-antlers-stumbles-upon-largest-ever-haul-of-roman-coins-11621 ) Solo nelle fasi più tarde si nota la presenza di manufatti o monete in oro. Le dinamiche che potevano portare moneta al di fuori del limes erano le seguenti: commerci sussidi tributi e doni pagamenti di barbari arruolati tra gli ausiliari dell'esercito romano riscatti di prigionieri bottini di guerra Per cui il messaggio riportato sulle monete bronzee era verosimilmente ad uso e consumo del “mercato interno”, del cittadino romano. Viene utile come esempio della propaganda del Tardo Impero il video di Alessandro Barbero che allego, dal titolo “Propaganda di un imperatore: la monetazione di Costantino”. https://www.youtube.com/watch?v=M9dq49YHGa0 Sitografia https://blog.delcampe.net/it/quando-limperatore-traiano-utilizzava-le-monete-per-fare-propaganda/ https://www.ilfaroonline.it/2012/09/04/la-propaganda-politica-nelle-monete-dellantica-roma/72374/ https://www.onlinesim.it/blog/monete-politica-denaro-mezzo-comunicare-masse/ https://sites.unimi.it/latinoamilano/le-monete-di-cesare/ https://tuespetrus.wordpress.com/2009/02/24/potere-e-propaganda-nellantichita/ https://webmagazine.unitn.it/eventi/4313/guerra-e-memoria-nelle-monete-di-et-auguste Saluti Illyricum
    2 punti
  7. Sfortunatamente, molte persone non si preoccupano di questi dettagli. Ciò può anche essere correlato al fatto che sono "piccole monete". Ma non sono contro le monete piccole. Di seguito la mia 1 lire.
    2 punti
  8. Da: Finarte n. 189 del 7-8-9/11/1974 Milano.
    1 punto
  9. Carissimi amici, oggi ho avuto un’idea che desidero mettere in atto; apro una discussione del tipo “Rubrica” nella quale ognuno di noi potrebbe inserire informazioni, notizie, novità, documenti e qualsivoglia comunicato poco noto, poco conosciuto o semplici curiosità, in maniera tale da formare un contenitore nel quale nel corso del tempo ed in qualsiasi momento ognuno potrebbe attingere, facendo magari anche riferimento al numero dell’intervento che potrebbe interessare; ritengo questo un buon lavoro, da lasciare anche alle future generazioni. Spero che vi piaccia e faccio subito degli esempi: Enrico Catemario di Quadri ebbe l’incarico della revisione dei Vol. XVIII, XIX e XX del Corpus Nummorum Italicorum, incarico adempiuto con la massima competenza e scrupolosità: a) nel Vol. XVII riguardante le zecche minori dell’Italia Meridionale Continentale sono descritte 224 (duecentoventiquattro) monete della Collezione Catemario; b) nel Vol. XIX riguardante Napoli, dal Ducato Napoletano a Carlo V sono riportate 136 (centotrentasei) monete della Collezione; c) nel XX Vol. che tratta delle monete Napoletane das Filippo II alla chiusura della Zecca sono descritte 244 (duecentoquarantaquattro) monete della Collezione. Totale 604 (Seicentoquattro) monete descritte. Nella sua abitazione di Caserta, ai visitatori soleva regalare un esemplare della Medaglia della Ferrovia di Caserta, dei quali ne possedeva un certo numero. BCNN Anno XXXII - gennaio/dicembre 1947; BCNN Anno XXXIII – gennaio/dicembre 1948.
    1 punto
  10. L'oncia del 1750 coniata a Palermo a nome di Carlo di Borbone è decisamente curiosa. La peculiarità sta nella legenda del D/ dove si legge CAROLVS D G SIC ET HIS REX, che significa 'Carlo per grazia di Dio re di Sicilia e di Spagna' al posto di HIE REX, ossia 're di Gerusalemme'. L'aspetto bizzarro è che Carlo nel 1750 non era (ancora) re di Spagna, bensì re di Napoli e di Sicilia. Solo nel 1759 ascese al trono spagnolo lasciando le due corone al figlio Ferdinando e portando con sè a Madrid il secondogenito maschio Carlo, poiché il primogenito Filippo fu dichiarato "demente". Per una S al posto di una E si è commesso un grave errore nella titolatura del sovrano e ha fatto sì che la moneta divenisse di esimia rarità. Ma forse lo zecchiere aveva doti divinatorie... L'esemplare che posto proviene dall'asta Nomisma n. 54 del 30 e 31 agosto 2016, lotto1640, aggiudicato a 12000 €. Così il compilatore del catalogo la descrive: PALERMO Carlo di Borbone (1734-1759) Oncia 1750 – MIR 566 (indicato R/5, senza valutazione) AU (g 4,42) RRRRR Ex collezione Spahr. Moneta di estrema rarità tanto che, come si legge nel MIR, potrebbe trattarsi di una prova. Grading/Stato: SPL Aggiungo l'interessante scheda, con relativa nota, del volume Attardi-Gaudenzi, Le monete italiane dal 1700 all'Unità d'Italia - Regno di Sicilia. Siracusa - Palermo. 1734-1759. Seconda parte. La nota degli autori del catalogo andrebbe aggiornata aggiungendo l'ulteriore passaggio in asta della Nomisma del 2016.
    1 punto
  11. Ciao Gianfranco, ho intenzionalmente evitato di far cenno alla Giudea perché il tema é un po' piú complesso in questa area e in genere si ritiene che sia collegato alla religione, cosa corretta solo in parte. Proprio recentemente ho letto un articolo (non ricordo quale) che ne parlava. L'autore riportava che la reazione romana fu motivata da un malinteso di fondo. Nella mentalità latina era inconcepibile che un re (il Re dei Giudei che doveva tornare in terra a guidare il suo popolo) esercitasse un potere che non fosse quello terreno e bensí solo spirituale: pertanto minacciava il Culto dell' Imperatore, ovvero la sua autorità e quindi la riscossione di dazi e tasse. Quindi gli ebrei erano visti come un pericoloso esempio da reprimere onde evitare effetti domino nelle altre provincie. Il fatto religioso in sé, come abbiamo visto, era secondario in quanto Roma lasciava una certa libertà di culto, infatti Ponzio Pilato cercò di non entrare in quella che ai suoi occhi di funzionario romano era una bega religiosa tra gli ebrei. A lui interessava ben altro... Per cui i Germani furono emarginati, accantonati fuori dai confini dell'Impero (la romanizzazione era in una fase iniziale) mentre i Giudei furono colpiti pesantemente (vedasi Masada) in onore al detto "colpirne uno per educarne cento" ovvero per non destabilizzare un'area, quella mediorientale, ricca soprattutto nell'area siriana. Ciao Illyricum
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  12. Complimenti, bell'esemplare veramente! Qualità del conio e del tondello davvero molto molto buona, non facile su queste monete di piccolo modulo nonostante la facile reperibilità. Bella tonalità del metallo con gradevole patina intensa. Posto il mio vecchio esemplare che non ho più in collezione. Ricordo che faticai non poco per trovarlo con limitati difetti (debolezze nelle armette dello stemma e minime incertezze nel bordo) ma in generale mi garbava molto come pezzo
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  13. Ciao @fagiolino, la risposta alla tua non comprensione sta al post #1; ove, come da titolo, si chiede cosa si stesse ascoltando mentre si è connessi al forum, qualora lo si stesse facendo. Certo che scrivere un commento è un buon suggerimento, ma come sicuramente comprenderai, le emozioni che suscita la musica, non sempre si riescono a spiegare... La musica fa sognare e volare capire La musica da la forza di reagire La musica fa viaggiare senza partire La musica fa capire ciò che vuoi capire
    1 punto
  14. 1989 Svizzera - 5 franchi 50° Anniversario della mobilitazione per la guerra. Henri Guisan (1874-1960) comandante dell'esercito svizzero dal 1939 al 1945.
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  15. Il primo 144 (un quinto del totale) il terzo 120 (un sesto del totale) il secondo per differenza 456
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  16. Il catalogo, finito di stampare il 02/10/1974, non riporta alcun riferimento allo Zoppola. Il titolo è "Asta di monete italiane" curato da Renato Giannantoni, numismatico.
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  17. Repubblica Italiana - 200 Lire 1989 100° Arsenale Marittimo di Taranto
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  18. 1 punto
  19. Sono d’accordo un po’ con tutti gli interventi sopra circa l’impossibilità di determinare un probabile prezzo, mentre credo che si possa stimare un valore ragionevole di mercato, sempre parlando di un range e direi non con formule ma con l’esperienza e i dati di mercato. Questo a condizione che vi siano sufficienti transazioni recenti sul mercato per la tipologia d’interesse (aste e prezzi fissi) e che tali transazioni siano effettivamente concluse fra venditore e compratore (e non troppi falsi realizzi e prezzi di riserva non raggiunti, che purtroppo esistono e non sappiamo misurare). Ad esempio, se per una data tipologia (meglio se accoppiamento specifico di conii, ma possibilmente anche per tipi molto simili) disponiamo di numerosi esemplari venduti negli ultimi anni, è possibile fare un ordinamento delle monete vendute per qualità e posizionare l’esemplare in base alla qualità relativa e quindi ricavare un range di massima di valore di mercato. Mille fattori possono influenzare un giudizio sintetico della qualità: conservazione, qualità del metallo e del tondello, centratura, rarità, pedigree e pubblicazione su un corpus, eventuale toning o patina, qualità artistica dei conii... e altri 1000 fattori In linea puramente teorica, se ho ordinato in una scala numerica gli esemplari venduti per qualità e associo a questo indicatore i relativi realizzi (per le aste, con i costi accessori), potrei anche fare un grafico di correlazione in grado di rispondere alla domanda “quanto vale”... e lo stesso si può fare con regressioni a più fattori. Ma più semplicemente lo si capisce anche con un banale posizionamento in ordine di qualità. Poi vi sono altri aspetti che influenzano il prezzo e non poco: andamento del mercato crescente o calante, numero di aste e quantità di materiale proposto, recente pubblicazione di un corpus o maggiore interesse per una tipologia (immaginate quanto successo con le provinciali post Dattari collection), numero di collezionisti interessati per lo specifico lotto, presenza di altri lotti per la stessa tipologia e di qualità differente, tassi di mercato e andamento dell’economia, timori di patrimoniale... e altri 1000 fattori Insomma, a mio modo di vedere la formula c’è, ma la abbiamo in testa!
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  20. Buongiorno a tutti, finalmente sono riuscito ad arricchire la mia collezione con il 50 Lire Barbetti matrice decreto del 1914 che ormai seguivo da tempo. Voglio condividere con voi questo nuovo arrivo e mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sulla banconota sia dal punto di vista conservativo che storico culturale dato che lo stile Barbetti mi ha sempre affascinato molto. Grazie a tutti
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  21. Ciao @PriamoB e grazie, spero veramente di aver fatto un buon acquisto. Comunque il dettaglio che hai evidenziato ho cercato di esaminarlo anche con la lente di ingrandimento e sembra essere la piega centrale ma non posso essere certo al 100%. Il dettaglio visionato lo riporto nell'immagine e possa essere d'aiuto per una corretta interpretazione Inoltre per me importante capire determinati particolari dato che lo stesso venditore mi ha proposto altre due banconote (5000 lire capranesi e 100 lire barbetti azzurro) per una corretta valutazione con costo sicuramente superiore e che probabilmente vi posterò in una discussione nuova se vi fa piacere.
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  22. Un grandissimo esperto di Sebeti è il mitico @eracle62, è stato per me un grande maestro nella monetazione napoletana, se si collegherà potrà senz’ altro essere di grande aiuto.
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  23. Buongiorno @numis e complimenti per la banconota. Volevo chiederti se quella linea in alto sulla parte centra della banconota è una riparazione, dalle foto non riesco a decifrarla. Saluti.
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  24. Potremmo pure ipotizzare senza polemica alcuna che anche i redattori editoriali possono sbagliare. ? Anche loro saranno fallaci come tutti noi. E comunque le revisioni sarebbero cosa importante. Ti lascio questo link, magari ti interessa. Io mi accontento per il momento dei miei QUARTI viennese e veneziano. ? https://www.ebay.fr/itm/393251022097 Ciao Meleto.
    1 punto
  25. Regno di Napoli Filippo III di Spagna 1598-1621 Tornese appartenente alla monetazione del I° periodo 1599-1600 D/: PHILIPP. III. DG. REX. ARA. VTR. SIC ✠ Nel campo acciarino con quattro fiamme disposte a croce, intervallate da quattro bastoni decussati R/: PVBLICE COMMODITATI ✠ Nel campo una cornucopia curvata verso sinistra con frutta e spighe, data divisa dalla cornucopia 15 99 Rif.blib: La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503-1680 di Pietro Magliocca Numero 51,pagina 181...
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  26. Acqua di rubinetto ha cloro. Non so quanto possa far bene o male. Sempre meglio usare acqua demineralizzata/distillata.
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  27. 1989 Messico - 1.000 pesos Vi è raffigurata Juana Inés de la Cruz (1648-1695 religiosa e poetessa)
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  28. Il peso ci potrebbe anche stare, a stento, ma sembra un falso fuso, molto malfatto.
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  29. Per quanto riguarda la consistenza della carta confermo quello detto nel precedente post e cioè buona al tatto non sottile come se fosse stata pressata come in altre banconote che mi sono passate tra le mani. Per quel che riguarda l'odore non percepisco nessun odore forte o di chimico che possa far pensare ad un trattamento mentre le macchioline evidenziate da @wstefano non riesco a stabilire se possano essere dei restauri o meno (all'inizio pensavo fossero macchie dovute al tempo) ma al tatto sembrano della stessa consistenza del resto della banconota. Posso allegare un ulteriore immagine ingrandita:
    1 punto
  30. Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi.. Grana 2 Gioacchino Napoleone. ? Saluti Alberto
    1 punto
  31. Proviamo semiseraimente a immaginare discussioni di tutti i giorni in quel periodo: - Corro al mercato: da Laszlo ci sono le angurie scontate a soli 500.000 miliardi! - Stai attento che quello è un farabutto, saranno quelle marce per costare così poco! - Ma che dici, poi se no domani me le ritrovo a un milione di miliardi. Hai qualche miliardo spiccio che poi passo al bar a prendermi un caffè? - E' ora che cambi macchina! Ho visto una Wolkswagen usata a soli 3.500 miliardi di miliardi di miliardi. - Un affare, ma devo risparmiare per la casa. - E quanto costa? - Ne ho trovata una bella a una cifra che non so come si dice.
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  32. Ciao, probabilmente è il caso di correggere ad R la rarità sul catalogo lamonetiano... provvederò :-) In effetti non è facile da trovarsi, l'esemplare che ho in collezione l'acquistai lo scorso anno in un listino della Numismatica Felsinea, e di recente ne ho visto un altro in asta (forse quello che hai postato tu ? Non ricordo che asta fosse). Nella Centauro 1 non c'era, almeno come singolo lotto, ma va detto che molte monete dalla conservazione "bassa" erano raggruppate in lotti multipli a fine asta, ad esempio comprai uno di questi lotti comprendente un 2 baiocchi anno XI (Muntoni 103) dello stesso tipo di a questo A. XV (Muntoni 103 a), anch'esso mancante tra i lotti singoli... Ciao, RCAMIL.
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  33. Se è coniata è anche molto consunta, quindi il sottopeso ci puó anche stare; comunque per queste emissioni il peso è veramente poco indicativo, non credo che ci badassero più di tanto
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  34. Buona serata, ti consiglio di usare solo acqua e sapone. Non utilizzare prodotti per lucidare i metalli, rovinano irrimediabilmente la moneta. un saluto
    1 punto
  35. Se autentica, perchè in effetti dalle foto sembra fusa (quindi falsa), potrebbe essere un asse di D. Iunius Silanus. https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G243/6
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  36. Hi~@Giov60, Vengo da Shanghai, Cina. Quando ho tolto questa Piastra dal supporto NGC, è stato meraviglioso tenerla in mano.Questa moneta presenta uno stato completamente diverso da quello in supporto NGC, con più lucentezza e consistenza.Tuttavia, il tempo nella mia città è umido.Temo di avere l'impressione dell'attuale stato della moneta, quindi ho rimandato la moneta al detentore della NGC un anno e mezzo dopo. Inoltre, per quanto riguarda il mezzo Piastra nella mia foto, l'ho comprato da "varesi" in circa 2017. Anche se c'è una mancanza di metallo dall'altra parte, mi piace ancora molto questa moneta.Urbino è un castello di connotazione, e capisco che sia stato anche un importante centro culturale durante il papato.E'molto attraente per me.Ti dividero'questa moneta qui piu' tardi. Non so se il software di traduzione è accurato.Grazie per la comprensione.
    1 punto
  37. Cari Lamonetiani, capita spesso di leggere qui sul forum domande del tipo "come posso pulire la mia moneta di rame senza rovinare la patina e soprattutto la moneta?" fatte da neofiti e non. Oggi mi permetto di mostrarVi un metodo semplicissimo. Nel controllare periodicamente la mia collezioncina, questa volta mi sono soffermato sui piccoli moduli e mi sono accorto che un piccolo centesimo del 1909 era ridotto ai minimi termini. Intendiamoci, non stiamo parlando di una moneta in alta conservazione, tuttavia poteva sicuramente far miglior figura una volta che lo avessi ripulito dalla "morchia". Il centesimo del 1909 come si presentava prima della pulizia Come vedete, il tondello presentava ossidazioni, infiorescenze e grumi di materiale non ben identificato e giaceva in un vecchio album di plastica (e persino sotto la luce potente a led dello stativo appariva scuro, quasi illeggibile). Per prima cosa, una volta tolta la moneta dalla taschina di plastica, l'ho immersa in un bicchierino di olio di vaselina (o parafina liquida che dir si voglia) lasciandovela per un'oretta. Dopodiché, sgocciolatala, l'ho passata in un bicchierino colmo di acetone ed infine tamponata con uno straccio molto morbido. Volendo, si può infine sciacquare con acqua distillata (va bene anche quella di rubinetto se avete la fortuna di avere un'acqua non "dura", cioè troppo calcarea). Entrambi i prodotti (vaselina e acetone) potete trovarli da un qualunque ferramenta. E questo è il risultato: Il centesimo del 1909 dopo il trattamento Il tempo d'immersione, ovviamente, varia a seconda di quanto la moneta è "sporca". Possono bastare nell'olio di vaselina pochi minuti come un'intera giornata. In ogni caso, non essendoci azione meccanica, la moneta non soffre e l'azione emulsionante della paraffina agisce solo sullo sporco e non sulla patina: il centesimino ha mantenuto il suo bel color cioccolato conquistato nei decenni. Ma ora rimettereste il tondello nella sua vecchia taschina di plastica dell'album? Sì, se non presenta lesioni, perché l'ossidazione che dalla moneta s'è depositata all'interno dell'involucro trasparente può essere rimossa facilmente con un cotton fioc inumidito con un qualsiasi prodotto spray che viene usato per pulire i cruscotti delle automobili e la plastica torna trasparente una volta ripassato l'interno con un altro cotton fioc asciutto e pulito.
    1 punto
  38. non esiste purtroppo nessun catalogo della Zoppola (almeno a stampa - mahgari qualcuno ha qualche lista manoscritta..) Nel CNI è riportata la provenienza di alcuni esemplari esssendo la collezion tra le piu' note e famose già all'epoca Ogni tanto sul mercato compaiono monete ex-Zoppola, la collezione è stata dispersa privatamente, corredata da bellissimi cartellini autografi originali del conte Panciera di Zoppola..
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  39. Il Medagliere del Real museo mineralogico di Napoli è costituito da una collezione di circa cinquanta Medaglie di varie dimensioni realizzate utilizzando la lava fluida emessa dal Vesuvio nelle sue frequenti eruzioni o prelevata dal lago di lava presente nel cratere sino a circa il 1944; tra i diversi pezzi facenti parte del Medagliere, spiccano per interesse le Medaglie prodotte con le lave del 1804 e del 805 in onore di Ferdinando IV e Maria Carolina, riportanti le iniziali dei Sovrani e le loro effigi, vari esemplari realizzati con la lava del 1819 da Nicola Filomarino duca della Torre, studioso e cultore di discipline vulcanologiche, un pezzo del 1847 raffigurante Prometeo, la Medaglia creata con la lava del 1859 in onore di Napoleone III per festeggiare la vittoria di Magenta e il rientro a Napoli dell’ambasciatore francese, un esemplare prodotto in onore di Vittorio Emanuele III e altri pezzi realizzati con le lave del 1929 e del 1933; all Medaglie elencate si aggiungono alcune Targhe in lava prodotte nel 1809 in onore di Gioacchino Murat. Il Real Museo Mineralogico ha sede nella prestigiosa Biblioteca del Collegio massimo dei gesuiti; la sua superficie espositiva, di circa 800 mq, comprende il salone monumentale e le sale dedicate ad Arcangelo Scacchi, in cui trova collocazione il Medagliere e Antonio Parancandola. La visita del Museo consente di compiere un percorso che vede scienza, arte e storia intersecarsi vicendevolmente. Il patrimonio museale è composto da libri e documenti risalenti al XVII Sec., da oltre ventimila campioni di minerali e rocce, suddivisi in otto collezioni, tra le quali si annovera il Medagliere, e da antichi strumenti utilizzati per il loro studio. Istituito nella primavera del 1801 da Ferdinando IV, il Museo fu un importante centro di ricerca scientifica volta alla valorizzazione delle risorse minerarie del Regno di Napoli. L’Istituzione è stata sede di prestigiosi eventi culturali; tra questi, merita di essere ricordato il Congresso degli scienziati inaugurato il 20 settembre 1845 alla presenza di Ferdinando II; fu un avvenimento di notevole rilevanza, al quale parteciparono ben 1611 scienziati, di cui 851 del Regno delle Due Sicilie, che segnò una tappa fondamentale nella storia delle scienze, collocando Napoli al centro dell’attenzione della comunità scientifica mondiale. Fascicolo a cura di Giuseppe Ruotolo “Tarì” in Monete Antiche n. 58 luglio/agosto 2011.
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  40. Il 16 gennaio del 1683 il nuovo vicerè a Napoli, Gaspar de Haro marchese del Carpio si dimostrò un uomo fermamente convinto a risolvere definitivamente il problema della tosatura e della cattiva moneta, infatti negli anni precedenti l’uso del bilanciere venne continuamente messo in discussione per via della lentezza delle operazioni e delle difficoltà tecniche affrontate dagli inesperti dipendenti della zecca durante le prime coniazioni. Il de Haro dette ordine di riunire nella chiesa napoletana del Carmine una giunta di esperti composta da alti funzionari, un deputato per ciascun banco napoletano, 4 rappresentanti della città e un rappresentante del popolo. Alla giunta venne ordinato di riunirsi ogni lunedì e venerdì (anche se tali giorni fossero coincisi con le festività) e di arrivare ad una decisione unanime, senza però aggravare ulteriormente il popolo minuto con nuove tasse. Il 17 luglio del 1683 il vicerè approvò una Prammatica nella quale venne stabilito che le nuove monete d’argento coniate al bilanciere fossero di una lega di 11/12 di fino e i fondi necessari per affrontare tale riforma dovevano provenire da nuove tassazioni, quali: una tassa di 15 grana su ogni tomolo di sale ed una trattenuta di un’annata delle entrate feudali possedute nel Regno dagli stranieri; per il reperimento del metallo necessario alla nuova coniazione, venne ordinato che tutti i privati e gli ecclesiastici consegnassero (non gratuitamente) quanto più argento possibile. Numerosi aderirono a questa raccolta e i risultati furono soddisfacenti; durante i quattro anni di governo del marchese del carpio vennero coniate complessivamente (tra Ducati, Mezzi Ducati, Tarì e Carlini) 352.388 libbre d’argento per un totale di 5.604.309 di Ducati Napoletani. Questi numeri spiegherebbero la relativa abbondanza sul mercato numismatico di alcune tipologie e millesimi delle monete napoletane di questo periodo. C.N. Anno XXII - luglio/agosto 2010 “ Le monete Napoletane di Carlo II” a cura di Francesco Di Rauso.
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  41. Nella notte del 23 dicembre 1798 partiva da Napoli la nave “Vanguard” che portava il re Ferdinando IV e la sua famiglia, a Palermo; fu un viaggio orribile tanto che il principino Carlo Alberto morì durante la traversata; la mattina del 26 dicembre la nave arrivò a Palermo e il giorno 23 gennaio 1799 veniva proclamata la Repubblica Napoletana. La marina napoletana e quella inglese collaborarono alla riconquista del regno e alla restaurazione del re a Napoli; già nel marzo 1799 una squadra sotto il comando di Sir Thomas Troubridge, inviato da Nelson, venne a bloccare le acque di Napoli e al principio di aprile Procida e le prossime isole erano sotto il dominio del Re. Alle marine inglesi e siciliane si deve l’occupazione di Castellammare, Salerno, Vietri, Cava, Pagani e Nocera. Il 24 giugno 1799 Nelson arrivò nelle acque di Napoli con i suoi vascelli; Castelnuovo e Castello dell’Ovo, che già si erano arresi, furono occupati da numerosi marinai mentre Sant’Elmo era assediato da inglesi, portoghesi, russi e napoletani. Ferdinando IV, il 3 luglio, su una nave napoletana, la “Sirena”, partì da Palermo verso Napoli; entrò nel golfo di Napoli il 10 luglio. Il Re, dopo qualche ora, lasciò la “Sirena” portandosi sulla nave di Nelson il “Foudroyant”, dove si trattenne per varie settimane; Sant’Elmo si arrese e le chiavi del Castello furono portate al Re; così la capitale era interamente tornata sotto il legittimo sovrano; il 4 agosto il Re partì da Napoli e l’8 arrivò a Palermo. Ferdinando IV, per dimostrare la sua riconoscenza alle milizie napoletane, per quanto avevano operato a vantaggio della su a restaurazione nel trono di Napoli, ordinò la coniazione di una Medaglia; questa medaglia è illustrata nell’opera del Ricciardi al n. 58 con il titolo: Per le Milizie del Cardinale Ruffo. BCNN Anno LIII – gennaio/dicembre 1968.
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  42. Molti studiosi e collezionisti moderni non amano ricercare varianti di punteggiatura e abbreviazioni nelle legende nella monetazione di Napoli e di Sicilia in quanto di tali particolarità abbiamo un campionario abbastanza vasto; ci si dedica quindi ad una nuova forma di collezionismo rappresentata soprattutto da curiosità numismatiche e da errori di punzonatura, argomento quest’ultimo affrontato da uno studio di G. Ruotolo il quale ne redige addirittura una tabella. Il motivo di questi errori, spesso sconosciuto, consiste nella maggior parte dei casi in inversioni di caratteri e/o numeri o dalla mancanza delle stesse ed andrebbero considerati come sviste da parte degli incisori che durante le operazioni di punzonatura dei caratteri e dei numeri non sempre prestarono la dovuta attenzione (data la scarsa tecnologia, infatti, non era cosa difficile scambiare per sbaglio lettere e numeri di forme simili tra loro). E’ per esempio il caso delle lettere A capovolte utilizzate al posto della V e delle N speculari presenti nelle legende di alcuni nominali in oro da 6, 4 e 2 ducati di Ferdinasndo IV di Borbone, oppure la C al posto della G ecc. ecc. ai quali poi si aggiungono refusi e disattenzioni come GRTIA e GRAITA e REGN anziché REGNI. P.N. 265 – settembre 2011 “Monete Napoletane inedite o poco note da Filippo III di Spagna a Ferdinando III di Borbone” a cura di Francesco Di Rauso.
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  43. Le abbreviature nelle legende sulle monete furono create per ragioni di spazio…..ma come possono suddividersi ? a) abbreviature per segni generali (cioè che solo la parola è stata abbreviata); b) abbreviature per segni speciali (cioè vengono indicati con precisione le lettere o sillabe mancanti nella parola); Le abbreviature per segni generali possono verificarsi per: 1) troncamento; 2) contrazione; Le abbreviature per segni speciali si verificano per: 1) segni con significato proprio; 2) segni con significato relativo; 3) letterine sovrapposte. BCNN Anno XXXII - gennaio/dicembre 1947; BCNN Anno XXXIII – gennaio/dicembre 1948.
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