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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/18/21 in tutte le aree
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Ciao a tutti, questa sera vi presento un pezzo della mia collezione che sicuramente non brilla per conservazione e qualità, ma che presenta un'altra caratteristica che personalmente mi affascina molto: la rarità! Sisto V (1585-1590), Roma, Testone Munt 52, CNI 76. D/: Busto a destra, con piviale ornato della figura di S. Francesco genuflesso che riceve le stigmate, dei tre monti e di stella, chiuso da fibbia ovale con figura. . SYXTVS . V . PONT . MAX * Sotto nel giro infuori A . II . . R/: S. Pietro nimbato, seduto, volto a sinistra, tiene con la destra protesa le chiavi oblique e inverse e con la sinistra il libro contro il fianco. SPIRITVS . SA - NCTI . MVNVS Es.: ROMAE T/: Liscio Peso 8.63 (leggermente tosato) SPIRITUS SANCTI MUNUS: "Dono dello Spirito Santo" (Atti degli Apostoli II, 38). Dalle ricerche che ho effettuato, si tratta di una moneta di esimia rarità. Manca in tutte le principali collezioni di monete papali e non mi riferisco solo alle solite Montenapoleone 1 e 4, Leu 36, KuM 21, Varesi Alma Roma, Christie's 2011, NAC 14 e 16, ma non l'ho proprio trovata nemmeno nella Finarte 1970, nella Varesi del 1992, nella collezione Rossi del 1880, nella Santamaria del 1942 (collezione Gili) e nella Hamburger del 1921 ed in altre aste di monete papali... Insomma non sono proprio riuscito a trovare un solo passaggio d'asta! Nel MIR questo testone viene illustrato accoppiando due monete diverse, cioè il D/ del Munt 21 con il R/ del Munt 53. L'esemplare della Collezione Reale, illustrato sul CNI, è classificato C3. Vi chiedo come sempre pareri ed osservazioni e in questo caso, anche se avete qualche notizia di passaggi che mi siano sfuggiti! Michele5 punti
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A Pescia è ancora attivo il gruppo industriale chimico Marchi, fondato nel 1873 da Ferruccio Marchi... https://www.marchi-industriale.it/it/company/about-us potrebbe essere un gettone di consumo interno per le maestranze... (??) ciao Mario3 punti
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Dal Digitala Vetenskapliga Arkivet (un archivio online di alcune università del nord Europa) è possibile scaricare i due volumi dell'opera fondamentale sulla coniazione agrigentina. Ecco i due link: http://uu.diva-portal.org/smash/record.jsf?pid=diva2%3A1189867&dswid=9462 http://uu.diva-portal.org/smash/record.jsf?pid=diva2%3A1190038&dswid=61502 punti
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Buonasera a tutti, complimenti Cristiano @Asclepia i quattrini sono veramente interessanti, io ne posseggo solo uno molto scarrafuncello che postai tempo fa in altra discussione. Devo dire che mi piace molto l'approccio che hai nel tuo percorso Numismatico. Per ognuna delle tipologiche che segui metti molto impegno nella ricerca e nello studio e ci rendi partecipi. Come del resto @Reale Presidioche di tanto in tanto ci propone delle pillole di sapere su questa particolare monetazione. ? Saluti Alberto2 punti
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Altre due ''argentate'' dall'archivio fotografico. Un Costantino I e una Fel Temp Reparatio. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Se il Gazzettino #7 vi è piaciuto, il #8 (in fase di avanzata preparazione) vi delizierà...2 punti
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Si, l'avevi postato proprio tu: https://www.lamoneta.it/topic/184665-ancora-un-mezzo-scudo-della-croce-ribattuto/2 punti
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Da: Come era dove era | PANORAMA NUMISMATICO (panorama-numismatico.com) di Gianni Graziosi Tutti a Venezia sono a conoscenza del fatto che il campanile, che si erge isolato in un angolo di piazza San Marco, di fronte alla famosissima basilica, è una ricostruzione dell’originale. Il simbolo stesso della città, che i veneziani chiamano el paròn de casa, crollò la mattina di lunedì 14 luglio 1902, alle 9,55. La zona era sta precedentemente transennata a causa di evidenti segnali di cedimento e sofferenza della struttura che si erano manifestati già a partire dall’inizio dell’estate. Per fortuna non ci furono vittime; oltre al campanile venne distrutta anche la loggetta posta alla base. L’impatto emotivo sui veneziani fu fortissimo; le immagini d’epoca mostrano un enorme cumulo di macerie che ingombra piazza San Marco. La sera stessa il Consiglio Comunale, riunito d’urgenza, deliberò la ricostruzione con l’impegno di riedificare il campanile secondo il voto, auspicato da un anonimo cittadino, “come era, dove era”. Ultimato lo sgombro delle macerie, il 25 aprile 1903 ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pietra alla presenza di numerose autorità fra cui S.A.R. il principe Vittorio Emanuele di Savoia conte di Torino. La ricostruzione durò parecchi anni, fra i momenti più significativi si possono ricordare: il completamento dei lavori di consolidamento del masso di fondazione (14.10.1905), l’inizio della “struttura fuori terra” (31.3.1906); la fusione delle campane (25.4.1909) andate distrutte nel crollo – di quelle originali si era salvata solamente la più grossa detta il Campanon – e la loro installazione (22.6.1910); il termine della cuspide piramidale (4.1.1912); la ricollocazione dell’angelo, quello originale opportunamente restaurato, sulla cuspide (5.2.1912). Il 25 aprile 1912, in occasione della festa di san Marco, venne effettuata la cerimonia ufficiale per l’inaugurazione del riedificato campanile. Allo scopo di commemorare il centenario della ricostruzione, l’Azienda Filatelica e Numismatica di San Marino ha emesso una moneta d’oro da 2 scudi (6,451 g, 21 mm, 1.600 esemplari la tiratura). Al dritto compare lo stemma della Repubblica di San Marino, al rovescio la raffigurazione del campanile con, in primo piano, alcuni particolari architettonici di Palazzo Ducale. Ma non è la prima volta che l’immagine del campanile di piazza San Marco compare sulle monete. Si trova, infatti, sul rovescio della splendida osella fatta battere, nel 1684, dal doge Marco Antonio Giustinian (1684-1688). La raffigurazione presenta una visione prospettica del campanile e di una parte della piazza; in alto la figura di un angelo in volo, verso sinistra, mentre regge il corno dogale; in primo piano la riva del molo con tre galeoni alla fonda nel bacino. Mentre l’osella 1724 del doge Alvise III Mocenigo (1722-1732) mostra sul rovescio l’allegoria della Giustizia coronata e seduta in trono che regge, nella destra, una spada e con la sinistra una bilancia; ai suoi piedi, a destra, il leone alato di Venezia, a sinistra una veduta di piazza di San Marco con il campanile. Ed ancora, nel 2011, le isole Cook hanno emesso una moneta in argento con valore nominale di 20 dollari (93,3 g, 55 mm) che, sul rovescio, raffigura un capolavoro artistico del Canaletto (Giovanni Antonio Canal, 1697-1768), il Rientro del Bucintoro a San Marco nel giorno dell’Ascensione. Nel dipinto si vede la grande galera a remi, usata durante la festa veneziana dello Sposalizio del Mare, mentre rientra nel bacino di San Marco; ovviamente compare l’alta figura del campanile. Medaglia 1902 in bronzo (30,45 g) per la ricostruzione del campanile di Piazza San Marco, Venezia Medaglia 1902 in bronzo (30,45 g) per la ricostruzione del campanile di Piazza San Marco, Venezia Per l’inaugurazione del campanile la ditta Johnson di Milano venne incaricata, dalla Giunta del Comune di Venezia, di coniare una medaglia ufficiale in tre moduli: uno grande di 70 mm di diametro, uno medio di 52 mm e uno piccolo di 43. Le medaglie mostrano al dritto il campanile che si erge sulle cupole della Basilica di San Marco tra la scritta COME ERA DOVE ERA, alla base il leone veneziano, attorno la scritta XXV aprile MCMXII il voto è compiuto. Naturalmente vennero prodotte altre medaglie celebrative, tra queste una particolarmente apprezzata nota anche come osella del campanile. La medaglia venne ideata e fatta coniare dalla ditta Pallotti e C. di Venezia in oro, argento e bronzo, sul tipo delle antiche oselle veneziane. Al dritto figura il campanile di San Marco con una gloria d’angeli, le date del crollo e dell’inaugurazione, sotto un cartiglio con il motto post fata resurgo (dopo la rovina risorgo); al rovescio la veduta della piazzetta, del molo, del campanile, del bacino, di Palazzo Ducale, della libreria del Sansovino, sormontati dal leone alato tra le nuvole. La medaglia è fornita di un anello portativo. ...1 punto
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Buongiorno, è passato in asta ultimamente su Ebay francese un antoniniano a superfici argentate. Obietterete : "Che c'è di strano, si sa che erano argentati in superficie!" Beh, di antoniniani con vari gradi di argentatura residua se ne trovano in giro e in vari esemplari con l'aiuto del microscopio binoculare se ne possono identificarne residui non visibili ad occhio nudo. Ma questo è il primo Claudio II CONSECRATIO che vedo in queste pregevoli condizioni di conservazione. Ve la segnalo come curiosità. Saluti Illyricum1 punto
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Provo la soluzione : LINOTIPIA ILLUSTRATA Buona notte da Stilicho1 punto
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Per tua informazione, del gettone Anisette Marie Brizard esiste anche il valore da 25 cent su fondo crema e su fondo rosso. apollonia1 punto
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Città del Vaticano - Pontificato di Papa Giovanni Paolo II° 100 Lire 1988 - Anno X° Adamo dà il nome agli animali Venezia - Basilica di San Marco ( Cupola della Genesi )1 punto
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Buona giornata Se leggi la discussione dall'inizio trovi molte informazioni che richiedi Saluti Luciano1 punto
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Ci vuole anche un pò di Rhum.... coppia di 5/10 centesimi....1 punto
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Anisette di Marie Brizard Per i cultori dell'Anisette.... due esemplari appena entrati in collezione... 5 e 10 centesimi degli allora franchi francesi!!! Da: L’alternativa al dopocena? Anisette di Marie Brizard - Mixer Planet Marie Brizard, brand ... è uno dei marchi francesi di più antica e prestigiosa reputazione, noto in tutto il mondo per la sua Anisette, prodotto storico della maison d’oltralpe, con anice verde mediterranea, che da sempre appartiene all’aristocrazia liquoristica francese. Non chiamatelo anice: l’Anisette di Marie Brizard infatti è molto di più. La sua ricetta, unica, segreta e immutabile da oltre 250 anni, si avvale di un sottile assemblaggio di undici piante e spezie che danno come risultato un liquore elegante che, anche grazie alla doppia distillazione, dona al prodotto un bouquet raffinato e complesso di aromi, morbido, con un delicato equilibrio fra zucchero e alcool. E poi è rinfrescante, per merito dell’anice verde del bacino mediterraneo, che predomina nell’assemblaggio. Marie Brizard, infatti, utilizza solo anice verde mediterranea, al contrario di molti altri prodotti sul mercato, realizzati con la più comune anice stellata. Come si gusta l’Anisette? I palati più raffinati la bevono pura e semplice, ma con l’estate ormai in arrivo si può anche provarla on the rocks e con uno schizzo di limone fresco. Oppure usatela come ingrediente base per cocktail nuovi e rinfrescanti. Un esempio? Riempite 3Ž4 di bicchiere con Anisette di Marie Brizard e unite succo di limone spremuto, mezza fetta di arancia, mezza fetta di limone e acqua tonica. Da provare nelle giornate più calde per un brivido di freschezza. Tradizione e innovazione Marie Brizard è una storica azienda francese fondata a Bordeaux nel 1755 e vanta una lunga tradizione di eccellenza e impegno nell’uso esclusivo di prodotti naturali per creare i propri liquori e le proprie bevande. Da oggi è distribuita in Italia da D&G, innovativo gruppo che porta sulle tavole italiane il meglio da tutto il mondo. E con Marie Brizard il meglio è garantito da oltre 150 anni di storia e da un successo mondiale. Dalla leggenda al successo Secondo una leggenda, la ricetta di questo liquore è stata regalata da un marinaio ad una ragazza di nome Marie Brizard, che lo soccorse trovandolo in terra ammalato in una piazza di Bordeaux e lo portò in casa per curarlo. Per sdebitarsi, il marinaio le lasciò in dono la ricetta dell’Anisette. Era il 1750. Oggi Marie Brizard è una tra le aziende più conosciute ed apprezzate del mondo, grazie ad un’ampia gamma di distillati e liquori in grado di soddisfare qualunque palato. Tre le tante etichette, quella dell’Anisette è però la più conosciuta. Note di degustazione Tutti sanno che l’anice verde mediterranea è molto più aromatica dell’anice stellata usata dalla maggior parte dei prodotti in commercio. E questo rende l’Anisette di Marie Brizard speciale. Incolore, cristallina e trasparente, l’Anisette di Marie Brizard, ottenuta dall’assemblaggio di 11 piante e spezie, offre al naso caratteristici e intensi aromi di anice, erbe aromatiche e spezie. Al palato è setosa, forte, dolce ed equilibrata, dai netti rimandi aromatici e dalla lunga e piacevole persistenza. Bevuta liscia o on-the-rocks, l’Anisette Marie Brizard è la vera alternativa di classe per i dopocena estivi. ?1 punto
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Continua il Premio Mario Traina organizzato dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici con il nuovo e quarto Concorso per le tesi di laurea in numismatica per gli anni 2020/21. Allego il link per i giovani interessati col Regolamento https://drive.google.com/file/d/18JFfGcVqJCtfuESJcVSswVgW6zYzOjuP/view?usp=drivesdk1 punto
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Buongiorno! Riesumo questa conversazione solo per chiedere da che fonti sono stati tratti i dati sulle esecuzioni. Mi sarebbe molto utile per una ricerca che sto facendo.1 punto
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Ciao @El Chupacabradevo dirti che in tutti i numeri del Gazzettino che ho letto ho trovato temi interessantissimi e spero vivamente di leggere al piú presto il numero 8. Colgo l'occasione per augurare buon lavoro a tutti coloro che hanno una parte nella stesura della pubblicazione. Saluti, miza1 punto
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Di pesi della mezza doppia di Savoia se ne vedono tanti ma questo presenta la J !1 punto
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1988 Polonia - 100 zlotyc Edvige di Polonia, dal 1997 Santa Edvige Regina, la santa patrona delle regine dell'Unione Europea.1 punto
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Francia, 10 franchi 1988 Commemorativi del Centenario della nascita di Roland Garros, pilota di aerei da caccia durante la Prima Guerra Mondiale, abbattuto col suo aereo il 5 ottobre 1918. A lui sono dedicati gli Internazionali di Francia di tennis1 punto
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Mombasa, 1 pice 1888 Coniata dalla Imperial British East Africa Co , organo di amministrazione dell' Africa orientale britannica, il cui porto principale era Mombasa1 punto
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Condivido il tuo dubbio, vista la brevissima distanza fra ció che si vede della O ed il ramo che non sembra consentire spazio per una M; a meno che non vi sia qualche particolare (a me ignoto) diverso dalla legenda che consenta di affermare con certezza che il conio di di rovescio sia quello indicato. Comunque spesso le case d’asta non si curano troppo di indagare su queste varianti, basta fare una ricerca per 235/1a e viene fuori di tutto.1 punto
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Complimenti per il fantastico pezzo, anche per me la rarita', estrema come in questo caso, ha un fascino superiore oltrettutto moneta ancora molto piacevole e priva di difetti deturpanti1 punto
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Non mi sembra del XX sec. direi più del XIX sec., penso sia una medaglia dell'Ordine Domenicano o di qualche confraternita ad essi legata, la scena è quella della Madonna con Gesù Bambino che consegnano il rosario a S. Domenico e un altro frate (almeno così mi sembra?) potrebbe essere anche Santa Caterina da Siena? Per lo stemma mi farebbe piacere sentire il parere di Corbiniano! Ciao Borgho1 punto
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Ciao a tutti, chiedo scusa se sono apparso supponente o poco disponibile,non era mia intenzione...provo a spiegare in breve come interpreto i fattori che indicano la genuinità della moneta. Rovescio- Porta le conseguenze di estese corrosioni con presenza di incrostazioni; nonostante questo nei punti indicati lo stacco dal piano è tipico da conio. Dritto- La mia convinzione è che sia stato battuto con un conio sporco; le micro impurità coinvolte nell'espansione del metallo hanno lasciato la "scia" radiale per poi lasciare una volta dissoltesi nel tempo il piccolo cratere.Una pulizia di fondo ha solo evidenziato questo, altrimenti probabilmente avremmo visto il campo puntinato nero.(cerchiato in nero) Questa evidenza la ritengo non riproducibile se non con le stesse modalità degli antichi coniatori. (Cerchiato in rosso) alcuni punti evidenti di espansione propri da battitura da conio. Non ho la pretesa di convincere nessuno anzi..( da @Tinia Numismatica come molti altri ho solo da apprendere). P.S. Non'è il mio forte ricavare ingrandimenti fotografici: il consiglio è di vedere le foto in buona risoluzione della casa d'asta https://www.astebolaffi.it/it/lot/339/52/detail1 punto
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Complimenti!! La rarità è una qualità che apprezzo tantissimo, più della qualità nella maggior parte dei casi! Ottima aggiunta in collezione!1 punto
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Buona sera era da un po' di tempo che non aprivo più la pagina della moneta, sono tornato e mi unisco la coro di chi ha festeggiato il Gazzettino n° 7 gran bella cosa, anche se fisicamente assente con lo spirito ero lì: Ad maiora Mario e grazie per tutto quello che stai facendo per la numismatica da parte di nonno cesare1 punto
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Ciao e complimenti per l'acquisto. Lo hai preso tu, bravo, è un pezzetto che non sfigura. Nell'attesa che anche tu inizi a studiare e condivida qualche nuova curiosità, rispondo che a me non risultano varianti eclatanti sul piccolino della prima emissione. Solamente, rimangono avvolte in un alone di mistero le lettere che si intravvedono sotto REALI e la gambetta tra le due TT di QVATTRINO. Errori di punzonatura? Utilizzo di un vecchio conio? Correzioni su una precedente epigrafe? E cosa c'era scritto? Mah...1 punto
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1888 Vietnam - Protettorato francese di Annam - 10 van1 punto
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Città del Vaticano 10 lire 1988 Giovanni Paolo II.1 punto
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Sebbene in condizioni decisamente non belle, la medaglia acquisita nel 2019 riveste un particolare fascino se “letta” nella sua storia e riferimenti bibliografici. Merita, come tante altre, un’attenzione; del resto, in tali condizioni è senz’altro inedita!1 punto
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Famosa l'acquasantiera proveniente dalla Chiesa... un vero gioiello!!1 punto
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La moneta è un buono da 1 lira del Regno d'Italia, emesso per la circolazione negli anni 1922, 1923, 1924 e 1928, quindi sotto Vittorio Emanuele III. Ecco la sua pagina del catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/21 Il Gigante riporta: "I buoni di cassa da 1 Lira, unitamente a quelli da 2 Lire, sostituirono i buoni di cassa cartacei a corso legale di pari valore" Dal punto di vista numismatico è una moneta molto comune, e in conservazione media (scala del BB) si trova a pochi euro. La valutazione si alza un po' per le alte e altissime conservazioni, ma parliamo comunque di prezzi relativamente contenuti. Poi di questa moneta ci sono state emissioni solo per collezionisti negli anni 1926, 1927, 1929 e 1930-1935, di valore molto più alto perchè emesse in quantità limitate. La moneta qui postata è purtroppo in condizioni molto inferiori anche al MB, pertanto non ha valore economico. Tuttavia è pur sempre una testimonianza dal passato, e perciò merita di essere conservata. saluti Magus1 punto
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Attenzione a trarre delle conclusioni che la pratica sembra non confermare... Le monete imitative e le falsificazioni, ovunque fossero prodotte, erano destinate ai mercati di riferimento. Così era per le monete di Desana, Frinco, Passerano o Castiglione, che imitavano i liard francesi. Prodotte su commissione di commercianti stranieri, da questi ritarate, trasferite e smerciate nei mercati di normale circolazione. Così era anche per le imitative di tipi italiani. Vedi a tal proposito il tesoro di via Larga a Milano; due blocchi di circa 24000-26000 monete, tutte imitative o false, provenienti dalle zecche di Frinco, Desana, Bozzolo, Passerano e Genova. A parte un piccolo nucleo di monete Genovesi, tutte le altre riproducono la trillina milanese e rappresentano con tutta probabilità la cristallizzazione di un attimo ben preciso: il tentativo di un commerciante "speculatore" o spacciatore, di occultare la massa di moneta imitativa che aveva acquistato e che era in attesa di diffondere... e pare che non abbia poi avuto il tempo e il modo di recuperarla. Dai territori di normale circolazione le imitative, una volta spacciate, potevano poi diffondersi anche nei territori limitrofi, in cui l'originale era comunque accettato, e non viceversa. Prova ne è il fatto che frequentando il piccolo mercato antiquario locale delle singole zone è agevole, ancora oggi, farsi un'idea del circolante delle varie epoche. E, per collegarmi alla tua frase che ho citato, in Emilia e nella bassa Lombardia la moneta bassa piemontese è quasi introvabile, e con essa anche le sue imitazioni, anche se di produzione locale. Di fatto in Emilia e in Lombardia è raro trovare soldi o parpagliole di tipo piemontese, anche se prodotte in grande copia proprio nelle zecche locali. Da questo punto di vista è fondamentale tener presente che fra Piemonte e area lombardo-emiliana-veneta erano in vigore sistemi e piedi monetari diversi, e questo è ben rappresentato nei diversi tipi monetari contemporaneamente prodotti dalle zecche di Casale e di Mantova seppur a nome degli stessi duchi. Cosa che rendeva difficile la circolazione di una monetazione nel territorio "cugino" anche se governato dallo stesso signore... e oggi, sulla base dei ritrovamenti occasionali e il piccolo mercato antiquario locale ha permesso, per esempio, di ricollocare e riassegnare a Mantova numerosi tipi monetali erroneamente assegnati dal CNI a Casale... ma questa è un'altra storia. Ciao Mario1 punto
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Non preoccuparti, è umano farsi domande e anche avere curiosità. Avete una bella passione su questo forum x che dedicate tanto tempo allo studio di storia di ogni moneta. Quindi bisogna essere trasparente su tutto.1 punto
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I dioscuri sono un tema monetale prettamente e autenticamente "romano", anche se non assente dalle emissioni di altre città italiche. Compaiono infatti sui più antichi esemplari di aes grave: - forse (ma è discusso) al dritto dell'asse RRC 14/1, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB1/1 - su entrambe le facce del sestante RRC 18/5, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB2/5; - al dritto dell'asse RRC 19/1, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB3/1 Il retro riprende l’iconografia di un octobolo dei Bruzi o Brettii della fine della guerra contro Pirro (quando erano alleati di Roma) ma con impostazione più guerresca (con le lance in resta, anziché la mano alzata); secondo Coarelli allude a un rapporto mitico tra Bruzi e Romani, per associazione fra la battaglia della Sagra con quella del Lago Regillo e può essere interpretata come promessa di riscatto, rivolta a Locri e quanti altri cercavano di resistere alle pressioni belliche di Annibale (nel 215, anno cui Coarelli assegna l’introduzione del denario, Locri aveva deciso di opporsi ad Annibale; convinti da Annone avevano poi capitolato, ma non prima di aver fatto mettere in salvo la guarnigione romana). Pedroni osserva che, sulle varie monete magno-greche raffiguranti i dioscuri a cavallo, una discriminante permette di riconoscere le iconografie di ispirazione romane da quelle di ispirazione tarantina: nelle seconde manca i gemelli non indossano il pileo. Può essere interessante notare che negli stessi anni in cui fu emesso il denario, anzi probabilmente poco prima, gli stessi Bruzi, alleatisi con Annibale, emisero una didracma che riproponeva il tema, studita da @acraf (vedasi il fascicoletto allegato, pubblicato da Academia.edu). Sembrerebbe quasi che all'indomani della disfatta di canne ci sia stata una gara tra le due fazioni in guerra per accaparrarsi l'iconografia dei gemelli divini LA_DIDRAMMA_BRETTIA_DIOSCURI_DIOSCURI_AN.pdf1 punto
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Credo possa essere utile sapere che la proprietà privata in Italia c'è e non c'è: infatti, l'art. 42 della Costituzione cita "La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto e di godimento e i limiti allo scopo di assicurare la funzione sociale e renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale. La legge stabilisce le norme e i limiti della successione legittima e testamentaria e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità." in pratica se nasce un'interesse fondato di un qualsiasi tipo la legge prevede l'espropriazione della proprietà. Chiarendo meglio se il terreno è dichiarato di pubblica utilità per la costruzione di strade, acquedotti o di importanza artistica o archeologica il terreno viene espropriato dietro indennizzo. Ergo se si trova qualche reperto storico - archeologico in un proprio terreno bisogna denunciarlo alla sovrintendenza di interesse. L'esame di diritto all'università si è rivelato utile1 punto
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