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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/25/21 in tutte le aree
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Buongiorno e buona domenica a tutti. Oggi voglio condividere, come "Napoletana del giorno" questo Mezzo Ducato da 50 grana di Carlo II a cui sono particolarmente affezionato, scusandomi in partenza per la qualità della foto. Saluti6 punti
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Quelli del Cordusio è con Umberto Moruzzi vice presidente della NIP, socio fondatore della stessa, consulente numismatico, perito del Tribunale per le perizie numismatiche, organizzatore di esposizioni e mostre numismatiche, curatore numismatico del Museo Storico della Guardia di Finanza. Parleremo di come nasce la passione, divulgazione, giovani, del valore del collezionismo numismatico. Buon ascolto e come dirà Moruzzi viva la numismatica https://drive.google.com/file/d/1yqTJinh5YBbWp0tzQY49f6Lx5C6YvdPX/view?usp=drivesdk5 punti
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Oggi nell'asta Artemide LV, al lotto 664, è passato in vendita un quattrino (o doppio secondo alcuni autori) battuto ad Ascoli a nome di Alessandro VI papa. Al D/ ALEXA(ndrus) VI PO(ntifex) MA(ximus); al R/ DE ASCVLO Giustamente direte che c'entra la moneta ascolana con i "nostri" cavalli... ma osservatela bene. Al D/, nel I quarto dello stemma, sono ben evidenti le zampe posteriori del cavallo (e sotto anche parte di legenda?) mentre al R/ si nota la X di REX. La ribattitura di queste monete su cavalli di Ferdinando I d'Aragona non è un caso raro ma spesso l'iconografia del cavallo non è ben evidente (ribattevano abbastanza bene). Altri esempi di queste ribattiture sono riportati sul CNI. Una piccola curiosità.5 punti
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Chiedo a @Reficul se può attribuire il titolo di NUMISMATICO PER SEMPRE al compianto Sergio, da lassù penso che gli farebbe piacere.5 punti
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Roberto Ganganelli tratta di questa moneta in un suo breve articolo: https://www.cronacanumismatica.com/con-la-fede-e-con-la-spada-monete-napoletane-e-geopolitica/4 punti
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In questo periodo sto leggendo un interessante volume sull’imperatore Valente e sono giunto al momento dell’usurpazione di Procopio. Ho quindi deciso di fermarmi un attimo e di approfondire l’argomento per condividere con voi l’avvenimento storico e le sue ricadute sulla monetazione del periodo. Di Procopio si e’ già parlato nel forum in alcune interessanti discussioni che troverete in calce. Ho comunque deciso di riprendere l’argomento per dare una rinfrescata alla nostra memoria, ponendo una particolare attenzione alla interazione tra la storia e le monete. Per me, ovviamente, e’ stata una bella occasione per studiare. La rivolta di Procopio (settembre 365-maggio 366 d.C.) fu piuttosto anomala. Vediamo il perché. Innanzi tutto, partì da Oriente e ciò e’ piuttosto strano in quanto le usurpazioni, di solito, avvenivano ad Occidente, dove vi erano grandi unità mobili dell’esercito lontane dal potere imperiale. Inoltre, non ebbe origine (come la maggior parte delle usurpazioni) dai i ranghi militari e Procopio stesso non aveva un comando militare ufficiale a quell’epoca. Procopio era cugino di Giuliano II in quanto era figlio della sorella di Basilina, madre dell’Apostata: Questo lo legava alla famiglia dei Costantinidi in quanto Giuliano II, a sua volta, era figlio di Giulio Costanzo, fratellastro di Costantino I. Per questo Procopio dichiarava la sua parentela costantiniana, facendone la pietra angolare dell’edificio della sua rivolta. Inoltre, a differenza di Valente, era nato da una famiglia illustre ed era stato “educato in maniera corrispondente” come dice Ammiano. Parlava correntemente sia il greco che il latino, mentre Valente parlava poco il greco (un grosso svantaggio per un sovrano d’oriente). Sempre secondo Ammiano, per dare una patina di legittimazione alla sua rivolta, fece anche circolare la voce che Giuliano II, prima della partenza per la spedizione persiana, lo avesse investito della futura successione imperiale consegnandogli un mantello di porpora. Sappiamo però che, alla morte di Giuliano II, i militari elessero a imperatore Gioviano. Pare che Procopio (forse in quel momento privo di appoggi politici, ma in particolare dell’appoggio dell’esercito) abbia riconosciuto Gioviano, preferendo però, per sua sicurezza, fuggire. Alla morte di Gioviano, Procopio rimase nascosto probabilmente a Costantinopoli per sfuggire alla caccia di Valente che, evidentemente, lo cercava temendone l’ascendente sulla popolazione orientale, vedendo in lui (alla luce dei suoi legami familiari) un pericolo alla sicurezza del suo regno. E’ proprio a Costantinopoli che lo troviamo all’inizio della sua rivolta. Qui cavalcò il profondo malumore della popolazione causato dalla forte pressione fiscale operata da Petronio (il suocero di Valente) che stava accumulando ricchezze facendo ricorso anche alla violenza. Il Senato ed alcune unità dissidenti dell’esercito, stanche della situazione, videro in Procopio un ottimo portavoce delle loro istanze e lo nominarono imperatore senza colpo ferire (settembre 365). Naturalmente, per Procopio la prima cosa da fare fu quella di procurarsi il denaro per finanziare l’impresa e soprattutto pagare (e corrompere) i soldati. Saggiamente capì che, per far funzionare la rivolta, sarebbero stati necessari ingenti capitali. Quindi, corrotte con i primi denari alcune truppe di stanza in Costantinopoli, occupò la tesoreria e la zecca della città e cominciò a battere moneta a suo nome. Con questa pagò il reclutamento delle truppe dalle masse urbane, la corruzione degli ufficiali, la cooptazione di altre unità dell’esercito e l'appoggio dei Goti che non perdevano occasione per inserirsi nelle questioni interne dell'impero a loro esclusivo vantaggio. Si impossessò poi delle tesorerie e delle zecche di Eraclea, Nicomedia e Cizico battendo anche qui moneta propria. Ricorse anche alle confische ed alla richiesta di pagamenti in cambio di incarichi. Perfettamente consapevole dei vantaggi della sua educazione e del suo lignaggio, Procopio mise in opera una vera e propria guerra di propaganda contro Valente. La prova si ha nella sua monetazione : egli, infatti, era consapevole del fatto che le monete fornivano il modo più rapido per raggiungere il pubblico più ampio. Su di esse Procopio si fa ritrarre con una barba da filosofo. Questo e’ un dettaglio non casuale perché ci riporta al cugino Giuliano II che pubblicizzò le sue ambizioni filosofiche con una bella barba. E’ tuttavia un po’ tutta l’effigie che, nel suo complesso, ci ricorda Giuliano II: In questo bel solido trovo interessante la legenda del rovescio, ovvero SECVRITAS REIPVB, un chiaro riferimento al fatto che Procopio si ergeva a paladino dello stato oppresso e messo in pericolo dalla politica di Valente. In questa moneta vediamo l’imperatore con un globo nella mano destra e uno scettro nella sinistra. Tuttavia, su alcuni bronzi di Costantinopoli, questa legenda si associa anche ad un'altra effigie di rovescio con l’imperatore che tiene un labaro o una lancia nella mano destra e che si appoggia su uno scudo sulla mano sinistra: Questa effigie confluirà poi nelle REPARATIO FEL TEMP: Essendosi impadronito della maggior parte delle zecche orientali (Costantinopoli, Cizico, Nicomedia ed Heraclea) Procopio mandò addirittura suoi uomini di fiducia nell’Illirico (non casualmente, essendo zona di confine tra pars orientis e pars occidentis) a distribuire monete con la sua effigie, come ci riferisce Ammiano. Si tratta di monete con al rovescio proprio REPARATIO FEL TEMP… Costantinopoli: Cizico: Heraclea: Nicomedia: Le REPARATIO FEL TEMP (sicuramente la tipologia più comune per Procopio) rappresentano un richiamo esplicito alle FEL TEMP REPARATIO di Costanzo II in particolare. Infatti Procopio, per garantirsi la lealtà delle truppe, tenne come ostaggi Fausta e Costanza (rispettivamente moglie e figlia di Costanzo II) quali emblemi viventi della sua rivendicazione dinastica e che soleva esibire in ogni cerimonia ufficiale. Il significato e ‘ chiaro: ritornano i tempi felici dopo il regno oppressivo di Valente. Il dritto lo ritrae ancora con la barba, un attributo che intendeva (come già detto) evocare allo stesso tempo le ambizioni filosofiche di Procopio e i suoi legami dinastici con L’Apostata. A differenza di Giuliano II pare, però, che Procopio fosse cristiano, cosa pubblicizzata dalla presenza del labaro con il Chi-rho sul rovescio. Attraverso la giustapposizione di questi simboli in apparenza contraddittori , Procopio sfruttava tutti gli aspetti possibili della politica dinastica, rappresentandosi simultaneamente come il legittimo erede del cristiano Costanzo II e dell’imperatore-filosofo Giuliano II. Ma torniamo alla storia. All’inizio Valente si mostrò impreparato ad affrontare la rivolta. E dovette farlo da solo perché Valentiniano, bloccata la via dell’Illirico, non intervenne in aiuto del fratello perché impegnato con gli Alamanni che minacciavano il fronte renano, ma anche perché correvano voci di una possibile usurpazione anche nella pars occidentis. Tuttavia Valente, grazie all’azione di abili consiglieri ed al sostegno di validi generali, cominciò ad agire con decisione. Ci furono una serie di scontri non decisivi finchè ci fu lo scontro finale a Tiatira dove Procopio fu sconfitto definitivamente. Fuggì, ma fu catturato a Nacolia e giustiziato (maggio 366 d.C,) A soli otto mesi dall’inizio, la rivolta era giunta alla fine. Ben altro tempo rispetto ai cinque anni di regno auspicato dai VOTA V sulle sue silique d’argento: Ciao da Stilicho Fonti: - Lenski: Il fallimento dell'impero. 21 Editore - Procopius. - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo - Procopio, che era costui? - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo3 punti
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Ciao a tutti! Pezza Della Rosa 1718 ultimo anno di rilascio ø 42.5 mm Peso 25.6 gr. Signori, la moneta può rivendicare il grado di conservazione BB+? Grazie per le risposte!3 punti
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Buonasera @AnonCoin22, Si tratta di una terlina di Parma, coniata sotto Francesco I Sforza. Rif. CNI IX p.409-410 #2-3 saluti Magus3 punti
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@Layer1986 Hai espresso motivazioni saggie, come la non attribuzione ad una data per la sola osservazione del contrassegno, riconducendoli a quella data, ad affermazioni che potrebbero confondere, non fare capire determinati concetti agli Utenti di questo Forum, a quelli meno addentrati nei meandri della monetazione di questo periodo … e questo mi dispiace. Scrivi di monete che qualcuno rappresenta inedite nel caso osserviamo contrassegni non riportati in bibliografia ….. ma questo, mi spiace, a me non risulta…. !! Tutti i contrassegni non noti, non riportati, a maggior ragione sin d’ora sconosciuti, vanno aggiunti ad una lista di quelli già noti, da aggiungere insomma… nella bibligrafia !! Ma poi chi l’ha detto che in questo caso sarebbe una moneta Inedita ? Credo che questa conclusione sia una tua invenzione…o meglio, anche se fosse che qualcuno riportasse una simile classificazione è sempre il collezionista dall’altra parte, che dovrebbe essere in grado di capire, dopo fiumi di scritti, che questa moneta non è affatto un’inedito. Comunque sia, a me non risulta che per determinati contrassegni non censiti viene pagato un surplus per tale peculiarità. Tu dimmi dove mai è trascritto, catalogato oppure classificato per un tipo di contrassegno, diverso, un valore economico abbinato al contrassegno stesso. Chi fin d’ora, non tutti, li ha riportati, questa esigenza è correlata solo al fatto della conoscenza; un volume, un catalogo, o degli scritti (del tipo Bovi), privi di talune segnalazioni, sarebbero stati dei trascritti ai quali mancherebbe non qualcosa…ma tanto da aggiungere a questa monetazione. Io sono per ampliare la conoscenza e non per abbreviarla e in tal caso ridurla (nasconderla). Ti ricordo che questi contrassegni vennero disposti in base a degli ordini di Zecca…e non sono un argomento da trattare con superficialità; tu queste cose le conosci…e leggere le tue affermazioni mi dispiace molto. Prova solo a pensare, se oggi, avessimo tra le mani i libri contabili…i quaderni di abbinamento contrassegni/operatore…..altroché. Sono contrassegni che vedi a chiare lettere espressi sull’oggetto metallico, come le lettere del mastro di zecca e quello del mastro di prova, come si fa per chi produce un’opera numismatica a non riportarli o a non tenerne conto. Un’opera completa, per chiudere il discorso, caro Fabrizio, non esiste, ma in ogni tempo, e spero anche nel futuro, spero si facciano fanno dei passettini in avanti per cercare di chiuderne le falle.3 punti
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Puoi confrontarlo con questo denaro di Praga: https://www.acsearch.info/search.html?id=22826763 punti
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Buonasera a tutti, per la mia Napoletana di oggi, ripropongo una tipologia a me molto cara, un 9 Cavalli di Ferdinando IV Torre a lati Curvi. Non vi nego che continuo a cercare notizie in merito alla Torre, ne approfitto per chiedere a chi è a conoscenza di aneddoti, storia e o discussioni passate dove se ne è parlato. Saluti Alberto3 punti
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Le chiese di rito orientale-bizantino, presentano la partizione interna in nartece, naos e bema : il naos, destinato ai fedeli, è separato dal bema (presbiterio) riservato agli officianti ed alla celebrazione dell'Eucarestia, mediante una parete per lo più decorata con icone, appunto l'iconostasi . Elemento piuttosto raro in edifici religiosi in Italia, in Magliano dei Marsi, nella piccola ed interessante chiesa romanica (XI sec.) di S. Maria in valle Porclaneta, affiancata ad un pregevole ambone, è conservato un importante e particolare esempio di iconostasi di rara fattura con architrave a 2 ordini sovrapposti di formelle ed arcatelle, realizzata in legno intagliato e dipinto . L'antica chiesa in valle Porclaneta, prima nei possedimenti feudali dei Berardi conti dei Marsi, risulta poi, come anche ricordato da Leone Marsicano (1046-1115) nella sua "Chronica monasterii casinensis", ceduta al monastero benedettino di Montecassino . Tra i non molti altri esempi, è imponente la più recente (XIV sec.) iconostasi, questa interamente in marmo con architrave che supporta una serie di statue, nella basilica di S. Marco a Venezia .2 punti
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DE GREGE EPICURI @joannes carolusFabio Bourbon e io abbiamo pubblicato sul n.46 di Monete Antiche (luglio-agosto 2009) le parti sostanziali della discussione, con qualche aggiunta ed alcune riflessioni; non c'è molto di più, ma ha il vantaggio di una minore dispersione e di un approccio più sistematico; inoltre c'è una bibliografia (di allora!). Successivamente, è uscito sul n. 1/2010 (26) di "Ticinum", rivista del Circolo di Pavia, un articolo di G.Mazza e G.Tredici che contiene un corpus di 243 denari del Limes da Traiano a Severina. Io non ho letto altro, ma francamente ho anche cercato poco.2 punti
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Oggi da Artemide è passato anche questo cavallo Complimenti all'aggiudicatario!2 punti
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Denaro di Ferrara coniato a nome dell'imperatore Federico I: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FEREFE/2 D/ "+ INPERATOR" Nel campo le lettere F • D • R • C • disposte in forma di croce attorno a globetto. R/ "+ FERARIA" Croce patente. Saluti Magus2 punti
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Esattamente, è per questo motivo che dubito sia una C, potrebbe essere una O con a destra parte mancante, o una G, o forse un'anello... Ad ogni modo lo reputo poco importante ai fini di una completa catalogazione visto che non è visibile la data sotto al busto , ritengo importante invece che in un esemplare siano evidenti, data, sigla e simbolo...2 punti
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In ogni caso, rimane una moneta non classificabile in maniera definitiva e completa ( e non me ne voglia il proprietario ); faccio fatica a leggere anche le sigle dietro la testa ( ci sono e si leggono tutte ? ), oltre alla parte mancante sotto il busto, che ritengo fondamentale. In ogni caso ricordo che il CNI riporta i simboli, tutti quelli che hanno potuto verificare, e che tutti gli autori che sono venuti dopo hanno fatto riferimento a questo testo, di cui non si può mettere in discussione l’importanza.2 punti
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Che motivazioni si devono svelare? Anche la mancanza di simbolo è un riconoscimento no? Gli esemplari senza simbolo comunque potevano ricondurre all'opera di un singolo coniatore quel giorno no?2 punti
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Invece secondo me più informazioni si hanno riguardo una moneta è meglio è, inoltre il simbolo, la lettera o il numero è un elemento che fa parte del processo di coniazione al pari della data e delle sigle, quindi un qualcosa in più per la catalogazione... Inoltre possono essere uno stimolo alla ricerca (come successo all'amico Pietro) oppure un parametro in più per ampliare ulteriormente la propria collezione... Ovviamente poi ognuno sceglie come impostare la propria raccolta, ma asserire l'inutilità di catalogare i simboli mi sembra alquanto strano detto da chi apprezza questo periodo storico dove i simboli sono tra le peculiarità di questa monetazione...2 punti
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Il primo tornese ad entrare in collezione, sono molto soddisfatto ?2 punti
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Mi ero dimenticato di dirvi che ho segnalato il solido in questione al curatore del KHM di Vienna ( ove si trova il ‘vero’ solido) . Naturalmente e’ balzato sulla sedia per l’eccessiva similitudine ( tondello, impronta, legenda, epigrafia) . Conoscevano peraltro la casa venditrice per altre vicende simili passate. caso chiuso con una buona analisi/segnalazione/conferma che ha permesso - almeno stavolta - di evitare altre vittime ( collezionistiche intendo ?). ottimo intervento concertato del Forum grazie a tutti e ad maiora!2 punti
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Buonasera amici del Forum, gradirei una vostra opinione sulla moneta in oggetto. Saluti Marfir1 punto
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Provo, ma non so... BAROLO CHINATO Mi sembra che ne "I bari" di Caravaggio i bari siano 2....Non so se c'e' attinenza con la soluzione.. Fammi sapere. Ciao da Stilicho1 punto
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Complimenti Davide per l'occhio "clinico". L'avevo vista questa moneta, ma non ho fatto assolutamente caso alle zampe dell'equino e alla X di REX. Un caro saluto.1 punto
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È una grande perdita. Resta qualcosa di lui e della sua passione nei suoi interventi e in quanto ha pubblicato. Molto di più nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Sincere condoglianze ai suoi familiari e a coloro che lo hanno potuto conoscere e apprezzare ghezzi601 punto
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Pensa che la prima segnalazione, non riferita a Vienna, ma della vendita che ancora non avevo notato, é del mitico Marco Bazzini!1 punto
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È leggibile online su questo link: http://www.montevecchia.it/sito_falsi/tab_falsi_6.htm Buona domenica1 punto
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Ciao, non so se posso fare pubblicamente dei nomi, ma puoi provare a vedere sul sito della N.I.P. (Numismatici Italiani Professionisti), dove puoi cercare i negozianti per tipologie trattate e per regione di provenienza.1 punto
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Il ragionamento da fare, andando oltre i limiti bibliografici, è che di partenza esistono i contrassegni dalla A alla Z a cui si aggiungono i soliti simboli. Se assumi questo assioma come base allo studio delle vicereali, la cosa diventa incredibilmente semplice. Per me a parte i simboli troppo particolari non dovrebbero essere nemmeno citati in un catalogo1 punto
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Buongiorno e Buona domenica a tutti, mi piace, contrassegno C quindi è il Magliocca 116. Anno 46/46. Saluti Alberto1 punto
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Ciao,a me sembrano aquile quelle nei quarti dello scudo tipiche degli scudi gonzagheschi1 punto
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Anche io ho appena avuto una esperienza post brexit. Acquistate monetine in asta britannica per circa 1800 euro al cambio. Spese di dogana euro 195 e spiccioli. Per carità, è giusto rispettare le regole e pagare il dovuto, pagherò pertanto lunedì al corriere, ma era meglio prima!1 punto
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1984 Isola di Man - 1 corona Olimpiadi invernali di Sarajevo note: Finitura proof1 punto
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Buongiorno a tutti e ben ritrovati. Ci avviciniamo ormai inesorabilmente alla conclusione di questa breve trattazione, che spero possa avervi arricchito, stimolato e allietato nell'arco di questi mesi. Quest'oggi tratteremo il 10 stuiver, moneta che, se ricorderete, avevamo rapidamente accennato durante la descrizione della serie delle insegne. Questa moneta-prova venne coniata esclusivamente nel 1807 e rappresenta il taglio minore. Come per gli altri esemplari appartenenti a questa serie (50 e 20 stuiver) si tratta di un pezzo estremamente raro, quasi introvabile. Tant'è che, purtroppo, non dispongo di foto da potervi mostrare. A dir la verità, nemmeno Google sembra disporne... Vi consiglio, pertanto, di guardare al 50 stuiver "delle insegne" e di fare un piccolo sforzo di immaginazione, dato che non vi sono grosse differenze a livello di disegno. Della serie delle insegne, l'unica moneta ad essere abbandonata definitivamente fu il 20 stuiver. Questo perché, esistendo già il popolare gulden, probabilmente videro che non aveva molto senso introdurre un nuovo taglio sostanzialmente identico per peso, diametro e valore, in cui cambiava solamente la denominazione. Mentre il 20 stuiver ebbe vita molto breve, il 10 stuiver conobbe certamente una sorte migliore. Ecco allora che tra il 1808 e il 1809 venne coniato il 10 stuiver nella sua versione definitiva, ovvero con il rovescio caratterizzato dall'ormai immancabile stemma coronato. Se il gulden avevamo detto essere per certi versi simile alla 2 lire nostrana, il 10 stuiver (dal peso di 5,27 grammi e dal diametro di 22 mm) può ricordare vagamente 1 lira. Purtroppo, non conosciamo l'esatto numero di esemplari coniati. L'unica cosa di cui siamo abbastanza certi è che il 1808 sia relativamente più raro del 1809. Sui cataloghi sono riportati rispettivamente come RR e R. Ciononostante, entrambe le annate sono alquanto rognose e non si vedono così frequentemente... Sul 10 stuiver non ho molto altro da aggiungere. Possiamo notare un lieve cambiamento nella fisionomia del volto di Luigi Bonaparte ma, per il resto, la moneta non si distingue per chissà quali caratteristiche... A seconda del conio utilizzato, la moneta presenta in modo più o meno marcato le classiche problematiche legate alla firma dell'incisore, di cui avevamo discusso la volta scorsa. Il taglio reca il motto DE ★ NAAM DES ★ HEEREN ZY GELOOFD ★, già incontrato in altre occasioni. Riporto qui di seguito un esemplare del 1809 in alta conservazione recentemente aggiudicato a 3.200 dollari più diritti. Spesso, come in questo caso, è possibile osservare una lieve porosità del metallo (specialmente al dritto) e schiacciature, striature o altre irregolarità a livello del bordo.1 punto
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Buongiorno. Anche secondo me è falsa. Oltre al trattino in mezzo al 5 si intravede o comunque intuisce il trattino in mezzo alla cifra 1.1 punto
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Una bella storia, che ci arriva da Cuba, come riportata da un lettore (lettrice?) di Repubblica https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2021/04/18/con-su-querida-presencia/?ref=RHTP-BC-I270682881-P10-S3-T1 "Un’amica mi ha mandato un video e voglio condividere l’immensa allegria che mi ha procurato ascoltare i due minuti e mezzo in cui un gruppo di musicisti canta “Soberana”. Nello stile di Buena vista social club il gruppo che qui si esibisce canta l’avvento del vaccino cubano contro il Covid chiamato appunto Soberana, che significa Sovrana. Purtroppo le rime tradotte non suonano, ma il testo dice così. “C’è è un vaccino, è del popolo, è la Sovrana. Nel Caribe oggi brilla la luna (compare Humberto Spallina, da casa sua, al piano). Cuba ha il suo vaccino, è nato dallo Stato in un mondo consumato delle leggi del mercato. E’ super comprovato che nessuno si salva da solo. Pensavano di continuare a rubare coi brevetti e arriva Soberana a salvare molta gente”. Infine, il verso immortale: “Per contributo della scienza, con su querida presencia, il vaccino Soberana”. Ho cercato in rete. Ho visto che Soberana è stato valutato positivamente dall’Oms. Ho trovato che al progetto di ricerca ha partecipato uno scienziato italiano: Fabrizio Chiodo. Nato, cresciuto e laureato a Palermo Chiodo è originario di Caccuri, provincia di Crotone. In una intervista dice: “Sono un meridionale, dopo la laurea sono dovuto andare in Spagna e Olanda per continuare a fare ricerca. In Italia si investe pochissimo in percentuale rispetto al Pil, a Cuba si investe dieci volte di più, inoltre è totalmente pubblica. Dal 2014 collaboro con l’Istituto di vaccini Finlay di Avana – Finlay era lo scienziato cubano che ha scoperto il vettore della febbre gialla – un istituto pioniere nel campo dei vaccini sintetici di cui mi sono occupato durante il dottorato”. Rivedo il video e niente, mi sale una novecentesca allegria." Recentemente, ci sono state nel forum alcune discussioni che, toccando argomenti "politicamente sensibili" (quali ad esempio l'immigrazione) hanno finito per degenerare, e lo staff è stato costretto a chiuderle. In questo caso, poiché a sentir parlare di Cuba e comunismo è possibile che ci sia ancora qualcuno che "vede rosso" la discussione la chiudo subito io, prima che sia inquinata da litigi e polemiche. Tutto quel che vi chiedo è di leggerla e ascoltarla, sperando che procuri anche a voi "l'immensa allegria" che ha procurato all'autore della lettera... e a me petronius1 punto
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I pesi sono leggermente differenti, come detto da Numa Numa. Il solido di Vienna é noto da metà del 1800, questo che sarebbe il terzo noto al mondo, appare ora, prima ignoto. Ci sono come ho scritto leggere differenze che potrebbero derivare da una fusione del secondo, riscontrabili nelle lettere grazie a foto di alta qualità di Vienna che come detto non posso pubblicare. È possibile che siano entrambe monete false e contemporaneamente create, ma è possibile che questa sia una copia da calco di quella di Vienna, nota da circa 170 anni... Questo, inclusi i due pesi, sono cose che mi pare siano state già scritte. Quindi.... Opzio e 1 questa è falsa... Opzione 2 entrambe sono false.... Opzione 3 non data direi1 punto
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Possiamo evitare di postare immagini macabre e discorsi scontati/banali su quanto sia successo in passato e cosa succede oggi e parlare della moneta in se e della censura?1 punto
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