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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/15/21 in tutte le aree
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Le monete del Regno di Sicilia dagli Aragonesi ai Borbone (1282-1836)4 punti
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1983 50 cents, Australia Una moneta che ha anche un valore affettivo aggiunto per me.4 punti
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Ancora più incredibile!!! Quegli scostumati dei tunisini non solo respingono i nostri concittadini, ma perfino i nostri rifiuti tossici "In Tunisia continua a tenere banco il caso degli oltre 200 container contenenti rifiuti non trattati spediti dai porti di Campania e Sicilia a quello tunisino di Sousse e lì bloccati alla dogana. Tra la fine di dicembre e lo scorso gennaio, come ha denunciato «Nigrizia», la magistratura tunisina aveva aperto un’inchiesta dopo il sequestro di 282 container carichi di rifiuti nocivi importati illegalmente dalla Campania. Domenica 28 marzo la rabbia della popolazione è esplosa proprio per contestare quell’ingente carico di rifiuti ospedalieri: davanti al porto di Sousse è andata in scena la protesta, con striscioni e cartelli che invitavano l’Italia a «riprendere la sua merda». Ieri un’altra protesta protesta ambientalista è stata organizzata fuori dall’Ambasciata italiana a Tunisi. Fra i cartelli esposti, «ci respingono in mare e ci trasformano in discarica»." https://www.radiondadurto.org/2021/04/02/scandalo-dei-rifiuti-italiani-in-tunisia-la-protesta-ci-respingono-in-mare-e-ci-trasformano-in-discarica/ Eh, sono lontani i bei tempi in cui dell'Italia prendevano tutto petronius3 punti
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1983 Italia - 200 lire Con una percentuale di rame superiore al normale nella composizione della lega: Se battute sul marmo emettono anche un diverso suono (decisamente più squillante) rispetto le normali in alluminio-bronzo. Aggiungo che sono mediamente più pesanti di circa mezzo grammo anche se comunemente usate rispetto le normali in fdc, ma meno spesse, infatti ho potuto appurare che una pila di dieci monete del tipo con più rame si pone alla stessa altezza di otto monete normali. Con questa "anomalia" posseggo il 1980-1982-1983-1984-1985-1986-1988 (tutte della serie ordinaria e nessuna commemorativa).3 punti
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Sono del parere di non cederle ad un rivenditore neanche se fossero state in fds, a meno che non si debba monetizzare in fretta, detto questo, a monitor : qspl la prima e qbb la seconda, quest'ultima penalizzata dalle tre pieghe verticali vicine alla piega centrale, la banconota sarebbe stata un buon bb, ma purtroppo quelle tre pieghe hanno provocato la perdita di piccole porzioni di colore lungo di esse. Direi un più o meno 100 euro la prima e 75 euro la seconda.3 punti
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Queste banconote sono discretamente richieste dal mercato, per questo ho specificato di prestare attenzione nella fase di vendita. Per avere un’idea del valore che potrebbero avere, consiglio di andare su ebay, inserire “20000 lire” nella ricerca, e selezionare l’opzione “mostra gli oggetti venduti”. Allego alcuni screenshot che riguardano alcuni esemplari venduti, in conservazione decisamente peggiore del primo esemplare (evidenzio la vendita terminata a 61€, dove la banconota ha una scritta e uno strappo. Consiglio spassionato: per una vendita certa si può evitare serenamente il commerciante, dal momento che l’interesse del mercato per questa tipologia è oggettivamente vivace).3 punti
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non è quello di Vienna perchè le foto (di Vienna ho una foto in altissima qualità) presentano significative piccole differenze in alcune parti delle lettere. a mio modesto avviso le ipotesi sono due, senza entrare nel merito di quale sia la più plausibile per ora: 1 - che la moneta sia una copia del solido a Vienna 2 - che entrambe siano produzioni contemporanee e coeve c'è da dire che pur nella bassa qualità della foto della moneta in asta, si notano alcune parti meno definite e alcune bollicine e imperfezioni... non va escluso che dal solido di Vienna siano stati fatti calchi, anche perché in passato si faceva e questo è noto almeno da metà '8003 punti
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Salve a tutti Condivido con voi la mia ultima acquisizione in collezione un bel tallero di Maria Teresa 1780 di zecca Roma del II conio (I tipo modulo stretto) ingentilito da una bellissima patina a mio avviso. A voi come pare? C'è qualche piccolo segnetto sul collo ma vista la, a mio avviso, buona conservazione penso ne sia valsa comunque la pena.2 punti
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Segnalo l'uscita del catalogo di Giuseppe Buceti Le monete del Regno di Sicilia dagli Aragonesi ai Borbone 1282-18362 punti
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Ciao...dovresti postar l'altro verso anche,fondamentale se come penso. Un sospetto lo avrei.... Vediamo2 punti
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Buonasera come napoletana del giorno volevo condividere con voi questo mezzo tornese 1833 potrebbe trattarsi del Magliocca 786 ? L impatto che mi da la moneta rispetto ad un altra con millesimo differente in questo caso 1835 o 1835/3 e’ che ci siano delle leggere differenze : mi pare di notare il ciuffo diverso e l angolo sx del collo meno pronunciato , sembra anche più magro come viso. Dato la rarità molto probabilmente sto incappando in un errore . Non vorrei mi confondesse la legenda diversa.2 punti
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Città del Vaticano, 20 Lire 1983 Madagascar, 20 ariary 19832 punti
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Finito il Nord-est (ma se qualcuno vuole aggiungere qualcosa è sempre il benvenuto) e tolte le aree che hanno una loro sezione specifica come le Savoia, le Papali e le Due Sicilie, resterebbero da spiegare tutte le altre aree monetarie del medioevo italiano. Milano e la Lombardia, Genova e la Liguria, Firenze e la Toscana, Bologna e l'Emilia, Ravenna e la Romagna, Ancona e le Marche, Perugia e l'Umbria (scusate se dimentico qualcosa)... e le monete che vi cirolavano aspettano esperti volenterosi che le facciano rivivere per noi. @numa numa @miroita @matteo95 @niko @dabbene @Marfir @mariov60 @legionario @aemilianus253 @mfalier @margheludo @mangiafuoco @avgvstvs @adolfos e a tutti coloro che vorranno intervenire un grazie in anticipo. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Buonasera,in questi giorni ho pensato un po' a quale funzione queste borchie potessero avere e ho maturato un'ipotesi che vi sottopongo . Appurato che il loro numero varia da uno a quattro e che spesso sono associate ad una borchia emisferica solitamente decorata con un triskeles ho pensato ad un sistema di sospensione ,o meglio... ad una parte di un sistema di sospensione ,che permettesse di regolare l'inclinazione del fodero.ricordiamoci che lo Scramasax era l'arma di offesa principale del guerriero longobardo ,spesso l'unica e quindi fortemente personalizzata nel posizionamento alla cintura ( un po' come le pistole dei pistoleri professionisti che le portavano disposte a seconda delle loro attitudini all'estrazione e al tiro ) oppure a seconda dell'uso che se ne faceva in quel momento , più inclinato se si doveva cavalcare ,meno de si doveva estrarre per combattere. Quindi ho immaginato che questi "bottoni",fissati al fodero,venissero agganciati ad una cinghia ,di lunghezza adeguata ,che pendeva dalla cintura ,a cui era fissata dalla borchia con il triskeles che appare sempre singolarmente nei corredi e che ,venendo spostato l'aggancio lungo la serie di borchie troncoconiche si regolasse ,appunto ,l'inclinazione del fodero. La mia naturalmente è solo una teoria ,tutta da verificare ,ma che vuole essere uno spunto di indagine su di una categoria di manufatti mai indagati ,che io sappia , approfonditamente è troppo spesso derubricati a semplici ornamenti del fodero, quando invece appare evidente che per via della loro forma essi avessero una funzione pratica. Aggiungo un paio di schizzi ad uso esplicativo , perdonatemi la pochezza del tratto ,ma non vi è alcuna velleità artistica nei miei scarabocchi ,solo intento didattico.2 punti
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Meno raro del 1800 Regia Corte, è pur sempre difficile trovare questo spicciolo in buona conservazione. Ferdinando IV, 6 Tornesi 1800.2 punti
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Spesso, nei cataloghi di vendita capita di trovare che i grandi bronzi di Postumo non emessi dalla zecca di Treviri (in passato identificata inizialmente con Colonia), siano ricondotti a un generico Atelier II. Si tratta di un centro di produzione che ha visto alternarsi numerosi incisori con risultati di varia natura: dalle emissioni di ottimo stile alle emissioni più rozze e dimensionalmente ridotte, utilizzando sia la coniazione che la fusione quali strumenti produttivi. L'Atelier II è stato individuato e ottimamente censito nel testo di riferimento per i bronzi di Postumo, l'opera di Bastien "Le monnayage de bronze de Postume" del 1967. Successivamente molti sono stati gli studi compiuti da altri autori che hanno completato e integrato la sua opera magistrale, focalizzandosi anche su questo misterioso Atelier II (Gricourt, Hollard, Pilon...). Adesso, piccola pausa... leggetevi questo fumetto! ...anche se in francese, la lettura risulta comunque comprensibile: due (soldati? controllori?) romani girovagando per un vicus - un villaggio rurale - si imbattono in un'officina clandestina dove dei falsari sono intenti a fare... il loro lavoro e la mia gioia - futura di un bel po' di secoli - di collezionista di imitativi! Il luogo non è un luogo a caso, siamo a Chateaubleau un piccolo villaggio rurale della Seine-en-Marne che gode di una discreta fortuna derivata dalla sua posizione lungo la via Agrippa che collega Boulogne-sur-Mer a Lione e Milano e alla presenza in loco di sorgenti ritenute miracolose. Ebbene sì, a Chateaubleau esistevano di sicuro due santuari di una certa importanza: uno dedicato proprio a queste acque miracolose (un cosiddetto sanctuaire de source) che dovevano guarire da sterilità e malattie degli occhi e un altro con una serie di celle multiple dedicate a diverse divinità tra le quali Mercurio, protettore di viaggiatori e commercianti, e la dea Epona, protettrice dei cavalli. A questi due santuari probabilmente se ne deve aggiungere un terzo stando ai più recenti sondaggi archeologici. La pianta del vicus è stata così ricostruita dagli archeologi e, come potete già notare dalla cartina, sono state evidenziate ben 3 strutture adibite alla produzione di moneta. Già, perché è proprio su questo aspetto che volevo incentrare questa discussione: la produzione di moneta locale. Il sito di Chateaubleau, studiato magistralmente da Pilon, è stato un importante centro produttivo di moneta imitativa del III secolo. I ritrovamenti chiave di materiale di scarto di fusione, di tondelli vergini, di tondelli scartati, di materiale metallico destinato alla fusione, di barre preparatrici di tondelli, di matrici di pietra per la produzione di tondelli per fusione e di una grande quantità di stampi in terracotta con calchi di denari, sesterzi e antoniniani ufficiali non lasciano dubbio alcuno circa la presenza di ben tre (o forse di una sola ma articolata in tre officine!) zecche locali attive molto probabilmente dal 260 al 280 d.C. Delle tre officine, due non potevano non "conoscersi" data la loro distanza di pochi metri e, in generale, essendo tutte e tre operanti nel medesimo periodo è alquanto probabile, se non certo, che ci fosse un certo scambio della manodopera impiegata. Una pianta più dettagliata della zona forse rende meglio l'idea: Interessante come in queste tre officine si sia prodotto di tutto: dai denari agli antoniniani passando per i sesterzi, sostanzialmente con questa distribuzione: Lo studio e l'analisi su questo sito, per quel che mi riguarda, è ancora in una fase embrionale, ma già da adesso volevo condividere con voi alcune mie piccole scoperte e qualche sintesi. Di grande interesse è il tempio a nord, il santuario di fonte, dove è stato trovato un vero e proprio ripostiglio di tondelli vergini da coniare scartati in quanto difettati. Il deposito citato è stato rinvenuto nella zona del "bassin nord" e si tratta di un possibile deposito votivo dove il valore in questo caso non era costituito da reali monete in quanto tondelli non coniati, ma da oggetti monetiformi il cui valore risiedeva nel loro peso complessivo. La datazione, resa possibile anche grazie alla presenza di un antoniniano imitativo di Tetrico I con l'hilaritas al rovescio è collocabile tra il 274 e il 280 d.C. Un simile deposito, proprio per la sua natura, può essere stato accantonato quasi sicuramente da un soggetto in stretto contatto con un atelier di produzione di moneta imitativa, quindi con buona dose di probabilità da un addetto alla preparazione dei tondelli o comunque da qualcuno facente parte della filiera produttiva e data la vicinanza di ben tre officine è altamente possibile che il dono sia composto proprio da "prodotti locali". - FINE PRIMA PARTE (...continua nei prossimi giorni) -1 punto
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Buongiorno, volevo sottoporre all attenzione degli amici del forum, questa moneta da 3 tornesi in rame del 1788 che, apparentemente, sembra riportare le sigle C. C. di Cesare Coppola più grandi. Volevo chiedere, per favore, un parere e se, eventualmente siete in possesso di monete della stessa tipologia con questa presunta particolarità. Il diametro è 28,3 ed il peso 8,83 grammi. Grazie mille.1 punto
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Ha dell'incredibile, ma il Paese dal quale parte un numero considerevole di immigrati clandestini (fra cui molti suoi cittadini), ci sta insegnando come si devono fare rispettare le regole, in barba al loro comportamento scorretto lassista precedente. Sarà per il Covid, non si sa, ma allora perché non fermano con la stessa fermezza le carrette piene di migranti dirette in Italia che partono da casa loro? Ora è la Tunisia a respingere gli italiani. “Appena sbarcati ci rimandano a casa senza spiegazioni” Il modello contro l’immigrazione selvaggia arriva dalla Tunisia, che ora clamorosamente respinge gli italiani. I nostri dirimpettai, che ci inviano dalle loro coste centinaia di migliaia di disperati e chiedono accoglienza e tolleranza, usano le maniere forti con gli italiani che sbarcano. Siano essi lavoratori, studenti, manager o imprenditori. La notizia ha dell’incredibile, ma è quello che sta avvenendo anche per tanti altri cittadini occidentali che arrivano in queste settimane a Tunisi. Lo studente dell’Erasmus palermitano trattato come un delinquente “Si susseguono ormai da settimane i respingimenti di cittadini europei, alcuni dei quali italiani, partiti dal porto di Palermo, alla frontiera tunisina. In molti casi senza motivazioni valide spiegate ai malcapitati. Forse dovremmo prendere esempio da loro. Uno studente palermitano Erasmus, in regola con i permessi, a Tunisi e’ rimasto bloccato per ben 12 ore alla dogana. La dogana tunisina l’ha rimpatriato col primo traghetto e rispedito in Italia”. Così il consigliere comunale di Palermo, Igor Gelarda, della Lega, che aggiunge: “Non e’ giusto non fare entrare chi ne ha diritto, ma neanche far entrare chi quel diritto non ce l’ha. Come accade in Italia. Come riporta il sito Palermo Today, nell’ultimo mese altri viaggiatori europei e latinoamericani hanno vissuto la stessa odissea. Viaggiatori (non disperati) sbarcati dalla nave Catania della compagnia Grimaldi partita dalla Sicilia e respinti alla frontiera senza alcun documento che ne attestasse le ragioni. Tra questi pure una cittadina con doppio passaporto, italiano e tunisino, al quinto mese di gravidanza, arrivata insieme al compagno italiano e lasciata in piedi per ore ad attendere le disposizioni della polizia. Lo studente italiano: “Pretendevano pagassi 4 mesi di hotel anticipati” “Avevo tutto in regola, un tampone negativo fatto nelle ultime 72 ore e le carte necessarie per il mio soggiorno. Niente, non c’è stato verso”, ha raccontato al sito Andrea Garuccio. Advertising “C’erano due olandesi dei quali si è saputo dopo che erano ospiti del governo tunisino e un argentino al quale è stato chiesto quanti soldi avesse addosso. A me hanno fatto storie perché, nonostante i contratti firmati con le due università, non avevo ancora la registrazione del contratto dell’appartamento che avrei condiviso con altri studenti. Ho detto ai poliziotti che avrei potuto fare una prenotazione in albergo ma pretendevano che la facessi per 4 mesi nonostante avessi già casa”. Ed è stato quindi rispedito a casa. “La Tunisia respinge gli italiani come dovremmo fare noi coi tunisini” “Potremmo dire che si tratta di una situazione paradossale – commenta Gelarda – ma in realtà se l’Italia imparasse dai tunisini ad essere più vigile sui controlli alla dogana e alle frontiere forse non saremmo diventati ‘l’hot spot dell’Europa’. E non avremmo situazioni paradossali di un ministro dell’Interno mandato al processo per avere difeso i confini. Ci chiediamo se adesso il sindaco Orlando scrivera’ una nota di vibrante protesta al governo tunisino per questo respingimento”. https://www.secoloditalia.it/2021/04/ora-e-la-tunisia-a-respingere-gli-italiani-appena-sbarcati-ci-rimandano-a-casa-senza-spiegazioni/1 punto
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Medaglia devozionale gesuita, bronzo/ottone, fine XVII inizio XVIII sec.- D/ S. Ignazio di Loyola.- R/ S. Francesco Saverio. - Ciao Borgho1 punto
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Ed ecco come è andata a finire , con buona pace dei gambolesi ( che non sono dei claudicanti, ma gli abitanti di Gambolò ?). https://video.laprovinciapavese.gelocal.it/locale/tombe-longobarde-in-mostra-a-vigevano-i-tesori-rinvenuti-nel-sito-di-gambolo/137765/1383421 punto
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1983 Francia - 10 franchi 200° Anniversario della nascita di Stendhal (scrittore) Al retro la Basilica di San Pietro (Roma) e il Duomo di Milano, Stendhal amava l'arte ed era appassionato dell'Italia dove visse a lungo.1 punto
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Condivido l altro esemplare con la data 1788 diritta.1 punto
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...assurdo! E si che lo dice anche nel titolo: "riproduzione"!! Vabbe', questo è un caso limite. Di norma, le aste vendute sono l'indicazione più attendibile del reale "prezzo di mercato" x le banconote: sappiamo che il valore dei cataloghi generalmente non rispecchia quello di mercato. Del resto, il catalogo è stampato in un determinato periodo mentre il mercato fluttua. Inoltre, tenderei a distinguere il "valore" dal "prezzo": infatti molto spesso esemplari estremamente rari (quindi con alto "valore" potenziale) sono penalizzati dal mercato a causa del poco interesse dei collezionisti e/o dall'ignoranza di cosa sia effettivamente. Un esempio con cui ho avuto a che fare di recente: le cedole pontificie bollate, che si vendono a prezzi quasi uguali a quelle non bollate, nonostante ne esistano poche decine al mondo. O l'assegnato della prima Rep. Romana col timbro di Pio VII, venduto un annetto fa a 17€ circa..1 punto
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Molto distratti.... In ogni caso le inserzioni private dove le identità degli offerenti sono protette sono sempre un'incognita1 punto
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Forse posso spiegare . Da questa tabella, estrapolata da "La circolazione metallica del Regno d'italia 1862-1930", puoi vedere che nell'anno 1863 sono state coniate 26.323.405 pezzi di monete da 1 lira, tra Milano e Torino, senza nessuna indicazione di "Stemma" o "Valore ". Datosi che nel Gigante è riportato 24.053.789 pezzi da 1 lira Stemma per Milano e 2.269.616 per Torino, direi che il totale di 26.323.405 è esatto. Nello stesso Gigante è riportato che la lira Valore è stata coniata negli anni 1863,1864,1865 e 1866, sempre con data 1863, per 29.837.404 zecca Milano e 3.839.191 per Torino (il totale fa 33.676.595, che è la somma delle quantità coniate nel 1864-65-66 ).1 punto
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Moneta classificata dallo Spahr n. 217 o 220 a seconda della legenda al D qui illeggibile Saluti Numi 621 punto
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Grazie Gianluca, buona la foto. Quello che nella parte superiore chiami riquadro è il ceppo che serviva ad impedire all'ancora, quando veniva tirata su dal mare, di andare ad incastrarsi nella cubia dove scorreva la catena a cui era appesa, a volte era anche molto più lungo di quello che compare nel bottone. Che rabbia però non riuscire ad identificarlo .......☹️1 punto
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Credo che tu abbia ragione, almeno per quello che ho capito io... e considera che sono un giurista (anche se non conosco questa disciplina, ma le leggi le so interpretare). Pertanto, secondo me, la nuova normativa dice che basterebbe l'autocertificazione per i beni di valore inferiore a 13.500 Euro; ma tale affermazione - validissima in teoria - si scontra con la prassi, che non la ha ancora digerita; credo che manchino ancora le disposizioni regolamentari applicative (che chissà quando arriveranno) e che le soprintendenze (ottuse) trattino le monete antiche (quelle fino al 476 d. C.) come se quella nuova disciplina non esistesse.1 punto
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Io farei così: ci si trova tutti e tre e a turno si sceglie una moneta a testa. Vista la quantità non penso che subito alla prima moneta ci si trovi in disaccordo! Uno si sceglie la sua e passa il turno, e dopo 18 ore ognuno non avrà ottenuto tutte quelle che desiderava ma buona parte si Davide1 punto
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Se non ho inteso male, in 3 sarebbero sui 800 euro a testa. Non migliaia di euro per ognuno. Ma posso aver inteso male. E giustamente anche 800 euro non sono pochini... Se succede, e succede, che i 3 citati esigono fin da subito le medesime monete, come andrà a finire? Che tutti e 3 non procederanno con l'acquisto. Perciò sono propenso a credere che lotti del genere siano più adatti a chi è mosso dal voler realizzare un surplus sul metallo. Poi se si riesce a trovare un punto di incontro sulle varie monete spettate tramite la dea bendata, meglio. Mio punto di vista, che non vuol essere di certo un dogma ?1 punto
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Personalmente. e sottolineo personalmente, se mi dovessi trovare ad acquistare un lotto, da solo o in società con altri, valutato X migliaia di euro prima di sborsare un centesimo, pretendo di vedere tutte le monete che lo compongono. nel caso in cui il venditore, come scrivi tu, "si scoccia", saluto la compagnia e passo la mano. Il resto l'ho già scritto sopra. Il tutto senza il che più minimo cenno di polemica, è solo il mio pensiero. Saluti.1 punto
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Concordo con chi mi ha preceduto! Bella moneta, ben conservata! E mi piace anche la patina!1 punto
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Ciao @Meleto Se la moneta ti piace i pochi euro in più (ma non è il tuo caso) con il tempo li dimentichi ma la bellezza della moneta rimane. Sul contorno, ho notato che nei riconi di Vienna (solitamente di diametro leggermente superiore) i due puntini fra i due gigli sono a circa 3 mm. di distanza fra loro ". .", mentre nei riconi di Roma sono a un 1 mm.".." circa. E' cosi anche nella tua moneta? saluti1 punto
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Nel CNI al nr. 187 "Tallero nuovo tipo, in oro" è scitto che al D/: ....nel cui orlo superiore a sinistra ° A ° S ° in lettere piccolissime e sotto * 1768 * .... C'è poi la variante nr. 188 che prevede l'esistenza della ° A ° a sinistra della mensola e la ° S ° a destra. Le stesse due situazioni sono previste per il tallero in argento ai nr. 189 e 190. Quindi situazione nota (variante censita), anche se non ci sono specifiche che giustifichino il perché .... ciao Luciano1 punto
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Scusa odjob il mio post ‘ironico’? era per sdrammatizzare. Leggendo quanto riporti parrebbe che il solido offerto da Hamburg ‘sia’ proprio quello di Vienna. Pare plausibile che una moneta tale possa non solo venire sottratta ma anche platealmente offerta sul mercato? se invece non abbiamo compreso quanto scrivevi.. spiegaci grazie1 punto
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Un 5-8% di argento nemmeno lo vedi a occhio, una volta persa l'argentatura superficiale! Il pezzo è sicuramente genuino. Gli antoniniani di Gallieno (regno da solo) raramente si trovano ancora argentati. Le zecche orientali invece, avendo un contenuto maggiore presentano una lega di colore sensibilmente più grigiastro e argenteo che si mantiene più stabile. Anche le emissioni della zecca gallica si mantengono con un buon tenore di argento. Non parlare di ciondoli qui nel forum... Potresti rischiare il linciaggio1 punto
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A mio parere con la prima potremmo essere prossimi allo SPL, visto che ha una carta croccante con leggere grinze e solo una piega centrale molto leggera. Non mi sembrerebbe trattata. Anche la seconda non la vedo così male da scendere sotto al Bb... ha degli aloni ma nel complesso per me è un Bb nemmeno messo molto male. Occhio agli affaristi che cercheranno di offrirti una miseria per rivenderle.1 punto
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Come mi trasmette una moneta!? La storia...La più diversamente giovane che ho è diva faustina del 141 d.c ( ma non colleziono quel tipo di monetazione ma ce l'ho..e non ricordo nemmeno come mi sia arrivata ) ....chissà per quante mani a cosa sia servita per arrivare fino a me....della collezione mia invece la più diversamente giovane sono 6 kreuzer del 1671 e nemmeno messi da schifo......anche lì....a cosa sono serviti per comprare cosa che giri ha fatto per arrivare a me.....quando ho qualche amico che mi chiede che controllargli le monete...o me le porta ( e non un pugnetto ma in scatole di scarpe...) una ad una capire se sia vera o meno se ho dei dubbi le posto qui.....e poi spiegargli la storia....mi entusiasma tenerle in mano e guardarmele...anche i minimi particolari con la mia superlentemagnificantestereoscopicacomefosseantani1 punto
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Grazie @monetiere per la tua opinione e cmq inizio a pensare che siano un po' più rare quelle a busto piccolo (quindi con la mozzetta liscia) perchè ho dato un'occhiata su ebay e non ne ho trovate in vendita??1 punto
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c'è da dire che in ambito gallico i sesterzi che eventualmente possono essere confusi con gli antoniniani riguardano esclusivamente Postumo poiché con lui il sesterzio è "rinato" e "morto". Peso e stile sono senza dubbio i criteri di distinzione tra i sesterzi a modulo ridotto e gli antoniniani. In letteratura sono noti casi di coniazione di sesterzi imitativi con conii usati anche per antoniniani (ovviamente anch'essi imitativi). Se ne parla nel libro dedicato all'atelier II (scritto da Pilon) e se non erro anche in uno dei testi della serie "Tresor Monetaire" dedicati a Postumo. Esiste ad esempio il tipo di sesterzio con legenda breve sul tipo dell'antoniniano, rovescio PAX AVG e senza indicazioni SC (emissione ufficiale) che è stato ripreso a livello di imitazione anche con conii utilizzati per emettere antoniniani sempre del medesimo tipo PAX AVG. In questi casi peso e stile sono gli unici elementi distintivi. 6 grammi sono troppi per un antoniniano e pochi per un sesterzio ufficiale, specialmente se il diametro del pezzo in questione si aggira sui 20-22 mm. I sesterzi troppo pesanti sono rari, esistono ma sono rari. Mentre generalmente il peso dei sesterzi imitativi è calante, e di brutto! Come pure il loro diametro. Qui si apre un mondo! E varie sono le spiegazioni possibili. Alcuni studiosi sostengono che i minimi dovevano essere utilizzati prettamente in ambito rurale ed erano visti un po' come uno status symbol di possesso di moneta spendibile laddove regnava perlopiù il baratto. Secondo questa visione i minimi quindi non circolavano nelle zone maggiormente urbanizzate dove circolavano invece le emissioni ufficiali e le imitazioni "regular size". Ecco quindi una possibile spiegazione per una distinta tesaurizzazione dei tipi: da una parte piccoli (o anche grandi) depositi di minimi e da un'altra di monete ufficiali miste a imitazioni di dimensioni similari ai tipi imitati. C'è chi invece sostiene un uso promiscuo delle varie tipologie con dei precisi rapporti di cambio dove le imitazioni di modulo minore avevano o un valore nominale fiduciario (presentano spesso e volentieri anche una lega differente dalle imitazioni di maggior dimensione che può quindi far supporre una compensazione di valore o un'aggiunta apputo di plus valore fiduciario) o comunque un valore (e un uso conseguente) di moneta divisionale spicciola rispetto agli antoniniani ufficiali e alle imitazioni di maggior dimensione. Nello studio della tesaurizzazione poi, non sempre è emersa una fotografia della moneta circolante fedele al 100% e questo perché il proprietario del deposito generalmente operava una cernita tra il circolante per creare il suo tesoretto o mettendo da parte solo monete buone o riponendo sia le buone che le meno pregiate ma in contenitori distinti. A fronte di questa azione di differenziazione vien da sé che risultano assai rari i ripostigli con minimi frammisti a monete ufficiali o imitative di dimensioni analoghe (sebbene ne esistano eh!). Io personalmente credo siano valide e vere entrambe le teorie proposte. Molto probabilmente i minimi venivano usati con maggior frequenza nelle campagne, ma non a titolo esclusivo e, quantomeno in ambito urbano, dovevano avere un loro preciso valore di cambio (a peso? nominale? chi può dirlo!). Infine non è da dimenticare che i minimi e ancor più i minimissimi sono emissioni tardive che, sebbene imitassero i tipi gallici, vennero emesse sostanzialmente a impero gallico bello che finito! E se non bastasse va pure fatto presente come l'aureliano riformato non piacesse nei territori gallici dove emergeva invece la necessità di moneta più leggera, di tagli divisionali spiccioli per gli scambi quotidiani. Questo permise il mantenimento in circolazione delle monete galliche e delle loro imitazioni ben oltre la durata dell'impero gallico. Se poi vogliamo buttare altra carne (o benzina) sul fuoco, va evidenziato come esista un flusso ingente di moneta imitativa (per lo più minimi) che dalle gallie finirono in nord Africa e parzialmente anche in Sardegna e in sud Italia... perché questa fortuna nel bacino mediterraneo? Per penuria di circolante? Era una moneta che veniva usata per pagare merci a popolazioni più arretrate che avevano una concezione e uso differente del mezzo "moneta"? Chi può dirlo! Fatto sta che in Africa piacevano molto e dopo un primo flusso di importazione pare seguì una successiva fase produttiva in situ che riprese principalmente la serie DIVO CLAVDIO (forse perché di origine "romana" come emissione a livello ufficiale e quindi con una spendibilità maggiore anche fuori dalle gallie). Tanta roba... difficile condensare tutto in un post! Di materiale ce n'è molto e anche gli studi non sono pochi, quello che manca è una visione d'insieme globale che ancora non è stata tentata!1 punto
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Taglio: 2 euro Nazione: San Marino Anno: 2019 Tiratura: 607.331 Città: Tradate (VA) Condizioni: SPL1 punto
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taglio: 2 euro cc paese: lussemburgo anno: 2005 tiratura:2.679.000 condizioni: bb città: trieste taglio: 2 euro cc paese: slovacchia anno: 2013 tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste1 punto
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Eccomi! Scusate il post precedente Taglio: 50 Cent Nazione: San Marino Anno: 2018 Tiratura: 1.100.000 Condizioni: BB Città: Baselga di Piné1 punto
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Contribuisco anche io alla discussione con un bel libro che tra tante monete credo possa creare maggiore ricchezza e varietà di spunti... Si tratta della "Storia dei prezzi in Napoli dal 1131 al 1860" di Nunzio Faraglia, un testo cercato da tempo e finalmente reperito in originale ad un ottimo prezzo, è un bel volumone ricchissimo di informazioni sulla storia economica, monetaria e dei prezzi a Napoli dal medioevo alla fine del Regno delle Due Sicilie, con tante tabelle e documenti trascritti... Una di quelle opere che io definisco assai "saporite" ?1 punto
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