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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/08/21 in tutte le aree

  1. Buon pomeriggio a tutti, volevo condividere con voi il mio ultimo acquisto: un denaro "aquila con ali spiegate" di Alfonso I d'Este, duca di Ferrara, emissione del 1522. Per me la moneta potrebbe essere tra BB e SPL, voi cosa ne pensate? Ne approfitto per raccontarvi un piccolo aneddoto sul ritratto di Alfonso I nel dritto: inizialmente, secondo la moda dell'epoca, il duca portava i capelli lunghi, ma durante l'assedio della Bastia di Argenta del 1512, scalando le mura alla testa dei suoi, fu seriamente ferito alla fronte. Per curarlo, i medici dovettero tagliargli i capelli e, per non mettere in imbarazzo il loro signore, i cortigiani fecero lo stesso. Saluti, Luca.
    4 punti
  2. Buonanotte a tutti e buon inizio settimana...scattata la mezzanotte? Una bella banconota da 50 won del 1978 della Corea del Nord. C'è tutta la fierezza della nazione che si vuol far trapelare da un lato della banconota,dall'altro si evidenzia invece la bellezza naturale del paese. Praticamente d'impatto?
    4 punti
  3. Buonasera...dopo aver visto annate stupende per varietà, rarità e conservazione posto il mio secondo, ed ultimo per ora, esemplare di tornese che ho in collezione.
    3 punti
  4. È da tanto che, colpevolmente, non aprivo una discussione sul forum ma il mio tempo libero purtroppo/per fortuna è sempre meno e cerco di dividerlo adeguatamente fra le mie passioni ed interessi. Di recente c’è stata un’interessante asta che ha messo all’incanto un’intera collezione che ha creato bagarre fra numerosi collezionisti. Quello che mi ha piacevolmente colpito è stato l’interesse suscitato, oltre quello ovvio alla moneta, verso i cartellini della vecchia collezione. Solitamente quando si compra una moneta il tondello resta “anonimo”, riparte da zero nelle mani del suo nuovo possessore destinando all’oblio chi prima di lui ha curato e coccolato quella moneta, un triste destino per noi collezionisti. Un semplice pezzettino di carta che accompagna la moneta invece ha permesso di non far cadere nel dimenticatoio il precedente possessore, un dovuto rispetto a chi prima di noi ha permesso che la moneta sia finita in mano nostra. Insomma una sorta di immortalità oltre che per il tondello, anche per chi prima di noi lo ha avuto. Una visione forse un po’ troppo romantica e poco legata all’attuale momento storico del collezionismo in cui il pensiero predominante è dettato da due sole parole: “Quanto vale?”, ma permettetemi questa visione forse più adatta ai tempi che furono e nel vedere l’interesse per i cartellini, che spero non sia motivato dal pensiero di un surplus sul valore economico, mi ha fatto comprendere che qualche “vecchio romantico” numismatico ancora c’è e questo è un bene per la Numismatica. Fatta questa doverosa e piacevole premessa passerei a parlare di una moneta ora in mio possesso ma sui cui sono riuscito a ricrearne parte dei suoi passaggi di mano nel tempo. Chi mi conosce sa della mia passione mai sopita per i cavalli. La moneta del popolo per eccellenza ricca di tipologie e di innumerevoli varianti e questo la rende, a mio avviso, il motivo sul perché sia tanto apprezzata dai collezionisti. Ognuno di noi credo possa vantare di avere in collezione un esemplare particolare, raro, o magari non ancora censito. Avendo per scelta ridotto la mia raccolta a pochi esemplari e cercando di studiare a fondo queste poche monete, periodo storico compreso, mi capita sovente di vedere gli stessi esemplari transitare di asta in asta nel tempo a conferma che le monete restano… i collezionisti passano. La ricerca continua di esemplari da censire mi ha portato a scoprire diversi passaggi d’asta di una moneta ora presente nella mia collezione. Una semplice curiosità ma che fa apprezzare ancor di più questo piccolo tondello di rame passato di mano in mano per tanti anni alimentando anche, senza negarlo, un po’ di ego del sottoscritto inorgoglito sapendolo passato in alcune collezioni importanti del passato. La prima notizia su questo cavallo lo troviamo nel “ragionamento” di Giovan Vincenzo Fusco Intorno alle zecche ed alle monete battute nel Reame di Napoli da re Carlo VIII di Francia edito nel 1846 dalle stamperie del Fibreno a Napoli (il Fibreno è un breve corso d’acqua che scorre a pochi metri dalla mia casa natale… segno del destino? ?). Il “ragionamento” del Fusco, illuminante per l’epoca, non è però esente da qualche imprecisione in quanto questo cavallo viene riportato come battuto nella zecca di Capua. Ve lo presento: Da Fusco 1846, Tav. IV, nr. 3 Passano gli anni e si arriva al 1882 dove, per la legge di cui sopra che non ammette deroghe al fatto che le monete restano mentre i collezionisti passano, questo cavallo, assieme alle altre monete della collezione Fusco, viene messo all’incanto. Pur se nel catalogo della collezione la moneta non è riportata tra le poche e sicuramente più meritevoli di figurare nelle tavole, la sappiamo presente perché al lotto 2149 leggiamo la descrizione di 6 cavalli con relativi riferimenti ed uno di essi è riferito proprio al lavoro del Fusco, tav. IV numero 3. Non so chi abbia preso la moneta ma di certo dopo è finita nella collezione Cora perché nel successivo passaggio, cioè la vendita della collezione San Romé del 1924, la ritroviamo al lotto nr. 2343 proprio con l’indicazione del passaggio precedente (collezione Cora nr. 167). Con relativa immagine nelle tavole. Passano gli anni ed ecco che, all’inizio del nuovo millennio, la moneta viene riproposta in un listino di vendita della ditta Baranowsky di Roma. Un sorriso, una stretta di mano e da allora questo cavallo riposa con me. Per concludere questa è una mia storia ma sono certo che molti di voi ne hanno altre da raccontare. Vi invito a farlo in modo da non tagliare quel legame che unisce noi collezionisti di oggi con quelli del passato onorando la loro memoria. D.F.
    2 punti
  5. Attenzione: senza provenienza non perché chi la vende non lo sappia da dove viene, ma perché è falsa.... ma la cosa più bella è la dicitura “ 20 ASINI” invece che 20 assi....
    2 punti
  6. Buonasera a tutti, posto la mia 4^ Publica 1622 di Filippo IV. Diametro 33 mm Peso g. 12,29 Saluti Alberto
    2 punti
  7. ODOR SOSPETTO Buona serata da Stilicho
    2 punti
  8. Grazie mille per l'aiuto. Vorrà dire che, visto che dal vivo le lettere si vedono abbastanza bene, dovrò metterla sotto una buona lente e, lettera per lettera, segnare ciò che si legge. Può essere che esca fuori una pseudo leggenda comunque, come da lei anticipato. In ogni caso, attribuibile a Limosano o zecca incerta?
    2 punti
  9. Ciao Luca La moneta è sicuramente di ottima qualità e perfettamente leggibile, complimenti quindi per l'acquisto e per la passione che stai mettendo nella formazione della tua collezione di monete ferraresi. Riguardo all'aneddoto che hai riportato, descritto da L. Bellesia nella sua monografia, ritengo vadano fatte alcune precisazioni. L'assedio di Bastia risale al 1512; le emissioni del secondo periodo iniziarono a partire dal 1522, un lasso di tempo di 10 anni che avrebbe permesso al duca di recuperare la folta e lunga chioma già rappresentata nelle monete del 1° periodo. I ritratti pittorici del duca più conosciuti, quello del Tiziano del 1523 https://it.wikipedia.org/wiki/Ritratto_di_Alfonso_I_d'Este e quello di Battista Dossi (1534 - 1536) https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Battista_dossi,_ritratto_di_alfonso_I_d'este,_1534-36_ca.jpg ci confermano un duca con capigliatura corta. In tutte le emissioni del 2° periodo (dal 1522 - al 1534) il duca viene rappresentato con capigliatura corta e aspetto molto austero... decisamente virile. Anche nelle emissioni reggiane troviamo la stessa rappresentazione del duca con capelli corti, e i bagattini reggiani con la scritta RE / GIVM / LE / PIDI, in base ai simboli presenti e allo stile, sicuramente collegabili all'ultimo appalto conferito a Pandolfo Cervi e Girolamo della Penna (1531) collocano queste rappresentazioni proprio al termine della reggenza di Alfonso I. Tutto ciò semplicemente per affermare che il cambio di stile ritengo sia da attribuire ad un volontario cambio di gusto estetico piuttosto che ad un fortuito e, per quanto grave, temporaneo infortunio sul lavoro ( il mestiere delle armi). un saluto Mario
    2 punti
  10. La mia napoletana del giorno ( o meglio della sera) è questa: un Tarì del 1835
    2 punti
  11. Concordo con una emissione di Jacopuzo da Montagano, lo IACObIISI MON è evidente. Anche io però faccio fatica a leggere il R/ e quello che leggo non è ascrivibile a nulla di noto, almeno per me. I caratteri utilizzati ed il materiale sono tipici di quelle emissioni. Si vedono ancora tracce di sbiancamento. Un vero peccato non riuscire a leggere il R/ perchè si tratta sicuramente di una moneta molto interessante che rientra di certo fra quelle battute durante la congiura dei baroni per il pagamento delle truppe... che però rifiutavano proprio per via della bassa qualità: "Lo conte de Campobasso già ha facto instantia de andarsene et così Jacomo Galiota et Jacopuzo da Montagano, perché non hanno portato altra moneta che tornesi novi, li quali esso Conte per forza faceva spendere in le terre sue et qua non ne possono alcuno, per il che già se è fuggito una grande parte della fanteria che menò con sé esso conte".
    2 punti
  12. 1978 Bangladesh - 10 poisha emissione FAO ১৯৭৮ = 1978
    2 punti
  13. 1978 Polonia - 20 zloty Il programma russo Interkosmos del 1978 inviò nello spazio il primo astronauta polacco (Pierwszy Polak raffigurato sulla moneta), nonchè il primo astronauta cecoslovacco ed il primo astronauta tedesco-orientale della storia. Pierwszy Polak a destra della foto
    2 punti
  14. Moneta piacevole e interessante. La variante è una dimenticanza dell'incisore. Corrisponde al CNI X, n.6. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  15. Buon giorno. Le nuove foto hanno fatto sparire i dubbi. Nella prima foto l'ala sembrava proprio sovrapporsi leggermente al bordo. Ad El Chupacabra. Sono "vergin di servo encomio" ma non posso rimanere indifferente alle monete, sempre più belle, postate. Buona giornata . Gabriella
    2 punti
  16. Confermata la premiazione il giorno 13 aprile, i tre vincitori che saranno premiati quel giorno faranno una breve relazione on line sul loro lavoro della tesi numismatica, indubbiamente un segno concreto, di apprezzamento e di aiuto per i giovani !
    2 punti
  17. Buongiorno inizio condividendo un mio Tornese 1852 con frattura di conio
    2 punti
  18. Ciao a tutti, chiedo il vostro aiuto per classificare questa piccola moneta che da tempo non riesco ad identificare. Su entrambi i versi sembra sia scritto Sabavde , purtoppo non si legge la parte di legenda dove si potrebbe risalite a chi l'ha emessa. Fortunatamente sono presenti le Sigle M.I o M.I.R sigle, che per questa tipologia , sembrano inedite e portano a pensare alla zecca di Montluel sotto Filiberto II . Attendo le vostre opinioni grazie.
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  19. Grazie per aver mostrato la medaglia, che conferma con certezza la mia ipotesi e identificazione della scritta?! Ciao Borgho
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  20. Ciao @Rocco68 ecco la contromarca , ho cercato di farla rendere al meglio
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  21. ? al solito molto interessante?
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  22. Jugoslavia, 500 dinara 1978 al dritto : Nikola Tesla , immagine da una statua presso il Parco delle cascate del Niagara
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  23. Al rovescio mi pare di leggere con tutte le riserve del caso... + (?) CCIA * TEMIV
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  24. Repubblica democratica tedesca, 10 mark 1978 Commemorativa del volo spaziale congiunto sovietico-tedesco orientale Nella foto Sigmund Jahn (1937-2019) primo (e unico) tedesco dell'est a volare nello spazio Il 26 agosto 1978 il tenente colonnello Jähn decollò a bordo della Sojuz 31 sovietica insieme al cosmonauta sovietico Valerij Fedorovic Bykovskij verso la stazione spaziale Saljut 6.
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  25. Buon pomeriggio a tutti, di recente ho aggiunto un paio di pezzi alla mia collezione di monete ferraresi coniate durante il periodo estense. Voglio condividere con voi una delle mie preferite e ne approfitto per chiedervi cosa ne pensate della conservazione. Si tratta di una variante del marchesano grosso di Nicolò II d'Este che al dritto presenta, intorno al globetto, le lettere "C I I O", anziché "C h I O". Saluti, Luca.
    1 punto
  26. Adesso qui in veneto siamo in zona arancione... e chissà per quanto tempo... quindi chissà quando potrò recarmi in loco. Comunque se effettivamente vuol vendere senza dire nulla al figlio, non credo porterò a termine la transazione.
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  27. 1 punto
  28. Ripropongo la discussione precedentemente chiusa dal @cdc per i troppi ot. Mi permetto di ribadire che non ho condiviso quanto fatto, visto che discussioni piene di ot ce ne sono a iosa, ma andiamo avanti. Ottimo convegno come le volte scorse, affluenza positiva in entrambi i giorni, nessun episodio spiacevole accaduto dentro e fuori dalla struttura. Misure anticovid fatte rispettare come è giusto che fosse. Segnalo purtroppo un furto di cartamoneta che è avvenuto a 200 km dal convegno ai danni di un commerciante che ore prima era stato al convegno. Quindi NULLA a che fare con il convegno e nessun collegamento si può fare tra il furto e la presenza ore prima del commerciante al convegno.
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  29. Buongiorno e complimenti davvero @borbonik moneta molto molto rara, interessante che la tua abbia il contorno liscio, ho visto il contorno fino ad ora di 3 sicilar: la mia rigato, un altro esemplare rigato e il tuo liscio, ad accomunare tutti sti tondelli la bassa conservazione e la debolezza centrale...oggi peso pure il mio! Saluti .
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  30. Quindi per esempio questa può considerarsi imperiale invece che provinciale? Roman coins VITELLIUS Type : As Date : mai - juillet Date : 69 Mint name / Town : Tarragone Metal : copper Diameter : 27 mm Orientation dies : 6 h. Weight : 8,71 g. Rarity : R3 Officine : 2e Obverse legend : A VITELLIVS. - IMP GERMAN Obverse description : Tête laurée de Vitellius à gauche avec un petit globe à la pointe du cou (O*1) Obverse translation : “Aulus Vitellius Imperator Germanicus”, (Aulus Vitellius empereur, vainqueur des Germains) Reverse legend : LIBERTAS RESTITVTA/ S|C Reverse description : Libertas (la Liberté) drapée, debout à droite, tenant le pileus de la main droite et un sceptre long de la main gauche Reverse translation : “Libertas Restituta”, (Le retour de la Liberté) Catalogue references : C.49 - RIC.43 - BN/R.19 - BMC/RE.105 - RCV.2218 (1600$) Grade : XF
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  31. 1 punto
  32. Città del Vaticano, 1000 Lire 1978, Giovanni Paolo I° Moneta coniata dopo la morte del Papa....
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  33. Buona sera a tutti. Bei tempi quando si sfogliavano i Listini di vendita Numismatici, quelli cartacei per intenderci. Alcuni riportavano le tavole in appendice con le foto in bianco e nero delle monete, ma non di tutte, solo le più prestigiose o rappresentative e le descrizioni dei pezzi erano ridotte al minimo. Altri tempi e altri venditori. Si acquistava a "scatola chiusa". Un esempio della ditta Rinaldi.
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  34. 1977 Guernsey - 25 pence 25° anniversario dell'incoronazione di Elisabetta II
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  35. Basterebbe misurare diametro e peso per togliersi il dubbio...
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  36. Dalla seconda foto si nota la discontinuità nella zigrinatura, comunque i falsi di solito sono molto più grossolani. Secondo me è vera ma molto usurata.
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  37. La cosa bella e' che dopo che la cercavo da anni, ieri ne ho viste 3 . Pero' quello che stupisce di quella di @rcamil e' la perfezione del conio davvero rara. La botta al ciglio e' un po' il prezzo da pagare per tale perfezione.
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  38. Una delle ipotesi sull'origine del bastone di Asclepio è che derivi dalla tecnica usata dai medici egizi per estrarre il "dracunculus medinensis" un verme parassita endemico del bacino del Nilo ,esso periodicamente affiora dalla pelle dell' 'ospite umano ed è a quel punto che i medici utilizzando un bastoncino cercano di farlo avvolgere su tale supporto. Si trattava di una operazione difficile, lunga e dolorosa che richiedeva maestria da parte dell'operatore. https://it.wikipedia.org/wiki/Dracunculus_medinensis
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  39. Per me è un grande onore avere tra le mani un libro appartenuto alla biblioteca numismatica di Memmo Cagiati (1869-1926). Fondatore e consigliere delegato del Circolo Numismatico Napoletano; autore de Le monete del Reame delle Due Sicilie, de Il supplemento all'opera "Le monete del Reame delle Due Sicilie"; fondatore del periodico "Miscellanea Numismatica" e autore di numerosi saggi e monografie.
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  40. Roma Numismatics Ltd > Auction XX Auction date: 29 October 2020 Lot number: 642 Price realized: 6,000 GBP (Approx. 7,743 USD / 6,640 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Caracalla Æ Sestertius. Rome, AD 215. M AVREL ANTONINVS PIVS AVG GERM, laureate, draped and cuirassed bust right / P M TR P XVIII [IMP III] COS IIII P P, Isis standing right, holding sistrum and presenting grain ears to Caracalla standing left, holding reversed spear, foot on crocodile between. RIC 544; C. 334; BMCRE 287. 18.25g, 31mm, 7h. Near Mint State. Ex E. P. Nicolas Collection, Maison Platt, 9-10 March 1982, lot 597; Ex V. J. E. Ryan Collection, Glendining & Co. Ltd, 2 April 1952, lot 2682. This type records the infamous visit of Caracalla to Alexandria, the capital of the province of Egypt. Since the conclusion of his campaign against the Alamanni in 213-4, it had become apparent that the emperor was unhealthily obsessed with the great Macedonian conqueror Alexander the Great. At this point he appears to have begun openly emulating Alexander in his personal style. Indeed, Cassius Dio (78.7-78.23) relates that "he was so enthusiastic about Alexander that he used certain weapons and cups which he believed had once been his, and he also set up many likenesses of him both in the camps and in Rome itself. He organised a phalanx, composed entirely of Macedonians, sixteen thousand strong, named it 'Alexander's phalanx', and equipped it with the arms that warriors had used in his day." Caracalla's visit in 215 to Alexandria while on his way east should then have been a happy occasion. However the emperor, "hearing that he was ill-spoken of and ridiculed by them for various reasons, not the least of which was the murder of his brother... concealing his wrath and pretending that he longed to see them... first greeted [the leading citizens] cordially... and then put them to death. Then, having arrayed his whole army, he marched into the city, after first notifying all the inhabitants to remain at home and after occupying all the streets and all the roofs as well. And, to pass over the details of the calamities that then befell the wretched city, he slaughtered so many persons that he did not even venture to say anything about their number, but wrote to the senate that it was of no interest how many of them or who had died, since all had deserved to suffer this fate." Estimate: 6000 GBP
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  41. Continuo la discussione proprio per un confronto con il bel grosso di Mattia ossia il nostro @terkel. Anche per festeggiare il nuovo anno ed il mio ultimo arrivo. Contraffazione di grosso a nome Lorenzo Tiepolo di area serba. Gr. 2,00 diametro mm 20,50. Il particolare che lo colloca immediatamente in area serba è il segno del massaro π corrispondente alla P o pe in alfabeto cirillico. Metcalf con "Echoes of the name of Lorenzo Tiepolo" ipotizza tale coniazione (visto il peso alto) nel periodo dei primi 2 decenni del 1300, prima cioè della riforma Reale serba. C'è un altro particolare che però è indicativo ed interessante. Si tratta dei 4 pallini a forma di croce. Questo particolare che passa quasi inosservato ci indirizza con forza maggiore proprio verso i primi anni del 1300 in quanto fino a Giovanni Soranzo (1312-1328) era normale (anche se ci sono alcune lpiccole variazioni al tema) inserire nella bandiera una croce classica +. E' con questo doge che gli incisori cominciano a prendersi delle libertà maggiori al punto da mettere un leoncino in moeca nello stendardo. Sembra strano ma come si può vedere, i piccoli particolari aiutano a datare una moneta. Buona serata a tutti gli amici e buon 2021. Fabrizio
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  42. Ben ritrovati, amici lamonetiani e un sincero augurio di buon anno a tutti voi! Conclusa la trattazione del rijksdaalder filo-repubblicano, quest'oggi ci concentreremo sui cosiddetti esemplari “di nuovo tipo”, coniati sempre (e solo) ad Utrecht unicamente nel 1809. Parlo al plurale perché, in effetti, avremo un primo e secondo “nuovo tipo”. Ma facciamo un passo alla volta. Il 1° rijksdaalder di nuovo tipo è caratterizzato al dritto dal ritratto del re rivolto verso destra, accompagnato dall'ormai classica legenda “LODEW NAP KON VAN HOLL”. Il rovescio, invece, trae chiaramente ispirazione dal dritto del rijksdaalder “classico”, pur comunque presentando delle piccole differenze. Osserviamo, in particolare, lo scudo coronato. Come ricorderete, nell'esemplare precedente, all'incrocio dei quattro quadranti avevamo lo “scudetto”, simbolo della citta di Utrecht (qui, invece, assente). Altra piccola differenza, sempre a livello dello scudo, la si riscontra nella scelta degli elementi occupanti i singoli quadranti. Mentre il leone rampante viene “confermato”, la croce viene sostituita dall'aquila dell'Impero francese. Tra l'altro è curioso notare come la posizione dei leoni venga invertita (dai quadranti 2 e 3 viene traslata ai quadranti 1 e 4). Si tratta, ovviamente, di piccole differenze che però denotano, a mio avviso, sia la grande cura per il dettaglio in questo tipo di monetazione che la rapida evoluzione che i Paesi Bassi conobbero in quella manciata di anni di regno. Tornando alla nostra moneta, la legenda circolare al rovescio “EENDRAGT MAAKT MAGT” è la stessa che avevamo già incontrato nella descrizione del ducato in oro con cavaliere. In basso, sotto ai piedi del cavaliere, abbiamo infine la data. Del 1° rijksdaalder di nuovo tipo esistono anche numerose prove eseguite in vari metalli (bronzo scuro, bronzo chiaro, bronzo argentato, rame dorato e piombo con bordo liscio anziché godronato). Per completezza ve le cito ma, anche per ragioni tempistiche, le tralascerò. Di seguito, vi mostro una foto di un esemplare andato all'asta lo scorso anno da Numismatica Genevensis e aggiudicato a 38.000 chf (più diritti). Passiamo ora al 2° rijksdaalder di nuovo tipo. Di questa moneta, onestamente, non c'è molto da dire. Il dritto è esattamente lo stesso dell'esemplare di prima. Cambia il rovescio, in cui troviamo solamente lo scudo coronato con le aquile ed i leoni rampanti. Affianco lo scudo troviamo le lettere R – DR (abbreviazione del termine rijksdaalder), mentre in basso ad ore 6 abbiamo l'ape simbolo della zecca reale di Utrecht. Prima di mostrarvi la foto e di congedarmi, vorrei fare una breve considerazione tecnica. Nei cataloghi olandesi il 1° ed il 2° rijksdaalder di nuovo tipo sono considerati rispettivamente come monete di rarità R3 ed R2. Dovete, tuttavia, sapere che in Olanda hanno un metro più stringente del nostro nel valutare la rarità. Non vorrei, dunque, che passasse il messaggio che si tratti di tipologie assimilabili ai nostri R3 ed R2 (soprattutto se paragonate a certe monete del Regno d'Italia...). Bene. Anche per oggi abbiamo finito. Spero, come sempre, sia stato di vostro gradimento. Come promesso, prima di chiudere, vi mostro la foto del 2° rijksdaalder. Questo esemplare proviene dalla stessa asta del precedente e fu aggiudicato a 28.000 chf (più diritti).
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  43. Tremate all’idea di ricevere posta da lei, vero?? È un po' come quando vi arriva l’avviso di una raccomandata: non sono mai buone notizie per voi. Lontani i tempi in cui per posta si ricevevano lettere d’amore…. Ma vi rassicuro, Maria De Filippi non c’entra… E neppure c’entrano Tom Hanks e Meg Ryan…. Non è il genere di film che amo…e poi Meg Ryan non è mai stata il mio tipo….forse a proposito di tipo, per rimanere im tema di posta, preferisco Jessica Lange ne “ Il postino suona sempre due volte”: Certo non posso paragonarmi a Jack Nicholson…..ma me ne faccio una ragione…? Invece, per vostra fortuna, si tratta di una moneta che parla dell’imperatore Nerva e di un evento particolare a lui legato e poco noto (o per lo meno a me) e che è conosciuto proprio grazie ad essa: Si tratta della RIC II Nerva 93, sesterzio, zecca di Roma, anno di emissione 96-97 d. C. D/: IMP NERVA CAES AVG PM TR P COS III PP: busto di Nerva, laureato, a destra R/: VEHICULATIONE ITALIAE REMISSA: due muli (o mule) che pascolano; dietro di loro un carro; SC in esergo Quella riprodotta sopra e' l'esemplare custodito al Munzkabinett di Berlino. Cosa significa questa moneta? Augusto fondò il sistema di trasporto imperiale, il cursus publicus, che sostituì il sistema tradizionale dei tabellarii o messaggeri privati per trasmettere informazioni governative e comandi militari in tutto l'Impero Romano. Ecco cosa dice Svetonio: «Affinché si potesse facilmente e più rapidamente annunciargli e portare a sua conoscenza ciò che succedeva in ciascuna provincia, fece piazzare, di distanza in distanza, sulle strade strategiche, dapprima dei giovani a piccoli intervalli, poi delle vetture. Il secondo procedimento gli parve più pratico, perché lo stesso portatore del dispaccio faceva tutto il tragitto e si poteva, inoltre, interrogarlo in caso di bisogno.» (Svetonio, Augusto, 49) Il cursus publicus divenne una delle più grandi istituzioni governative dell'antichità. Funzionava grazie a una serie di alloggi di tappa (mansiones) e di postazioni di scambio intermedie (mutationes) lungo il percorso delle strade romane. La mansio era un edificio dove ci si poteva rifocillare e passare la notte; la mutatio era un edificio dove in più era possibile trovare delle cavalcature fresche (la parola mutatio significa in effetti scambio, inteso come scambio proprio di cavalli). Il costo di gestione del cursus publicus, all’epoca, gravava sui privati cittadini. Era il cosiddetto munus vehicularium. In cosa consisteva questo? Il munus in generale era un "dovere", un "obbligo", di fornire un servizio o un contributo alla propria comunità. Nelle fattispecie del munus vehicularium, in sostanza, per far funzionare il trasporto pubblico, i funzionari governativi, gli appaltatori imperiali e i magistrati locali imponevano ai privati cittadini di svolgere la mansione richiesta, ovvero quella di trasporto dei messi utilizzando i propri veicoli e animali (e non mancavano come è facile immaginare abusi per interessi personali). Le comunità interessate però non ricavavano alcun guadagno da tutto ciò, ma anzi (come e’ facilmente intuibile) erano fortemente penalizzate e per questo venne stanziato un sistema di risarcimenti. In realtà molto raramente tali risarcimenti andavano a coprire (anche solo parzialmente) i costi e le spese subite. Anzi, sotto Domiziano, tale attività (con la diffusione del servizio ed il conseguente aumento degli abusi dei funzionari imperiali) diventò particolarmente onerosa per i cittadini italici. Si rese pertanto necessario prendere provvedimenti drastici e di ciò si occupò Nerva che decise di riformare il sistema. Con la moneta in questione Nerva pubblicizza proprio la sua riforma promettendo che il governo imperiale avrebbe coperto in futuro i costi del cursus publicus. In sostanza indica che il peso della posta imperiale non avrebbe più gravato sull'Italia perché delle spese di gestione si sarebbe occupato direttamente il fisco (Vehiculatione Italiae remissa: tolto all’Italia l’obbligo di sostenere il servizio di trasporto). L’attenzione di Nerva verso gli italici non era in realtà proprio casuale: egli stesso era umbro di nascita, di Narni (Narnia). Questo provvedimento rientra in effetti in una politica globale di sgravi fiscali e di incentivi che dovevano favorire proprio le comunità italiche. Torniamo alla moneta. Ho fatto un giro sui vari siti di catalogazione e letto alcuni articoli specifici, ma si parla sempre di “muli al pascolo”, se non addirittura di mule (in inglese il plurale è identico). Ora io non ci capisco nulla di equini e dalla osservazione della moneta ne capisco ancora meno: forse hanno le orecchie un po' lunghe per essere cavalli…quanto all’essere muli o mule…. A proposito di inglese, ho trovato interessante il fatto che “mule” è anche il corriere, proprio come nel recente film di Clint Eastwood dove per l’appunto l’attore/regista e’ un corriere della droga... A questo punto mi viene un altro dubbio: venivano usati anche i muli (o similari) nel cursus publicus? Ma non erano meglio i cavalli che sarebbero stati più veloci? In fondo serviva più la velocità che la forza… A meno che in certi casi non servisse anche il trasporto, insieme ai messi, anche di alcune particolari merci pesanti. Trovo anche strana la scelta di rappresentare sulla moneta i muli e non i cavalli. Mi farebbe piacere saperne qualcosa di più magari da qualcuno di voi più esperto di storia e civiltà romana. Parlando nello specifico di questo bellissimo sesterzio, vediamo i muli con i loro finimenti che brucano l’erba. Dietro di loro c’è un carretto a ruote alte (il birotium- carro a due ruote- in italiano biroccio o barroccio) con le stanghe verticali e le imbragature appoggiate. La scena rappresentata è placida, con gli animali al pascolo e il veicolo fuori servizio. La decisione di rappresentare una scena piuttosto idilliaca, con gli animali staccati dal loro giogo che brucano invece di rappresentarli legati al carro in movimento, è un riflesso perfetto della legenda del rovescio, che a sua volta si riferisce alla abolizione del carico che gravava sui liberi cittadini. Ritengo che questa moneta sia un piccolo capolavoro sia per quello che rappresenta (il messaggio) sia per quello che è (un vero fotogramma di vita campestre). A me piace molto, la trovo suggestiva. L’immagine del rovescio, molto simile ad un piccolo quadro, è distensiva e rilassante. Mi ricorda infatti alcuni scene di campagna, tipo quelle dipinte da Van Gogh: Vincent Van Gogh. Mezzogiorno. Riposo dal lavoro. 1890Museè d’Orsay , Parigi Particolare del dipinto: si vede il carro con le stanghe altre e gli animali a riposo che brucano (qui buoi, animali da lavoro).. Ma mi fa venire in mente anche quelle immagini dei film western o delle serie televisive che andavano di moda negli anni’80, tipo “Alla conquista del west”… E perché no? Tex Willer…il mio fumetto preferito in gioventù (ma qualche volta lo leggo ancora)…qui mentre sorseggia il buon caffè bollente del vecchio pard, il satanasso kit Carson, mentre alle spalle aleggia minacciosa l’ombra dell’irriducibile nemico Mefisto... Spero di non avervi annoiato. Buon sabato. Stilicho
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  44. Ciao @claudioc47, Ottimo lavoro. Non sapevo che ti cimentavi alla pulitura di monete antiche, direi con ottimi risultati, il tutto grazie ad una grande passione, poiché senza di questa , non si avrebbero questi risultati. Se si dovrebbero quantificare le ore che si passano con i bisturi affilatissimi al microscopio, ai voglia per i costi...... Dall'ultimo tuo post , penso che sei prossimo alle nozze d'oro, poiché io li ho festeggiati quest'anno, dovremmo essere coetanei. Per me è stato un mestiere , ora da un po di anni , mi sono ritirato e cerco di godermi un po della mia "pensione". di tanto in tanto, per non perdere l'abitudine, faccio qualche intervento (gratuito). E da pochi giorni che ho ripulito da sedimenti terrosi e concrezioni calcaree una moneta fusa di un amico. Che soddisfazioni ........... Peccato che dopo di me, nessuno ......... Cordialmente Giovanni.
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